Bologna, MAMbo: Muna Mussie. Bologna St.173, Un viaggio a ritroso. Congressi e Festival Eritrei a Bologna

Muna Mussie
Bologna St.173, Un viaggio a ritroso. Congressi e Festival Eritrei a Bologna
veduta della mostra nella Project Room del MAMbo
Museo d’Arte Moderna di Bologna
Photo Ornella De Carlo
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | MAMbo

Muna Mussie
Bologna St.173, Un viaggio a ritroso. Congressi e Festival Eritrei a Bologna

A cura di Francesca Verga con Archive Ensemble

2 giugno – 10 settembre 2023
Opening giovedì 1° giugno 2023 h 18.00

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Project Room

Via Don Minzoni 14, Bologna


www.mambo-bologna.org

La Project Room del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna conferma la propria vocazione alla ricostruzione, al racconto e alla valorizzazione delle esperienze culturali e artistiche che hanno avuto luogo a Bologna e in Emilia-Romagna accogliendo la mostra di Muna Mussie (Eritrea, 1978) Bologna St.173, Un viaggio a ritroso. Congressi e Festival Eritrei a Bologna, che inaugura giovedì 1°giugno alle h 18.00 con la performance collettiva Uroboro e rimane aperta dal 2 giugno al 10 settembre 2023.

Il progetto, a cura di Francesca Verga con Archive Ensemble, riattiva la memoria personale dell’artista e l’archivio storico e iconografico dei Congressi e Festival Eritrei che si sono tenuti a Bologna ininterrottamente dal 1972 al 1991. Frequentati dalle comunità diasporiche eritree provenienti da tutto il mondo, i Festival si sono collocati in prima linea per supportare la lotta armata inaugurata nel 1961 per l’Indipendenza dell’Eritrea dall’Etiopia.
A sottolineare l’importanza che queste occasioni di incontro hanno avuto, al termine della guerra, il neo governo eritreo, proclamato nel 1993 dal presidente Isaias Afewerki, ha voluto dedicare ad Asmara – la capitale dell’Eritrea – una strada intitolata Bologna St., come riconoscimento permanente del ruolo fondamentale che la città di Bologna ha avuto nel raggiungimento dell’indipendenza dell’Eritrea.

A partire dal legame che unisce l’Eritrea, il paese nativo dell’artista, e Bologna, la sua città adottiva, Muna Mussie consegna una narrazione e una mappatura tracciata dai Congressi e Festival eritrei, attraverso la consultazione di archivi pubblici e privati raccolti nel territorio bolognese. I materiali di archivio vengono messi in dialogo dall’artista con alcune opere che hanno accompagnato le tappe precedenti della ricerca e altre inedite, tra cui la performance che inaugura la mostra, un rito collettivo e propiziatorio che segue un movimento circolare e richiama, in parte, le danze tradizionali della cultura eritrea e, in parte, la figura dell’uroboro. L’uroboro, un antico simbolo rappresentato da un serpente che si morde la coda, è la metafora dell’eterno ritorno e il serpente, che ciclicamente cambia pelle, rivela l’essenza di un nuovo inizio.

Bologna St.173, Un viaggio a ritroso. Congressi e Festival Eritrei a Bologna si realizza grazie al sostegno dell’Italian Council (XI edizione, 2022), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Nell’ambito del programma è prevista la donazione al MAMbo di un’opera che verrà completata alla fine del processo di ricerca di Muna Mussie.
L’esposizione al museo bolognese nasce inoltre dal dialogo e dal confronto con Archive Kabinett e fa seguito alla mostra personale di Muna Mussie, intitolata Bologna St. 173. Il sole d’agosto, in alto nel cielo, batte forte (Milano 2021), curata da Zasha Colah e Chiara Figone.

Per la realizzazione di Bologna St.173, Un viaggio a ritroso. Congressi e Festival Eritrei a Bologna sono stati coinvolti: l’Archivio storico del Comune di Bologna; la Biblioteca Amilcar Cabral | Settore Biblioteche e Welfare Culturale del Comune di BolognaHome Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia – Fondo Giorgio Lolli; l’Archivio storico de il Resto del Carlino; l’Archivio storico Paolo Pedrelli CdLM Bologna; la Comunità Eritrea in Italia; gli Archivi fotografici dei fotoreporter Mario RebeschiniMassimo Sciacca e Luciano Nadalini.

La mostra fa parte di Bologna Estate 2023, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico
Bologna-Modena.

Muna Mussie

Muna Mussie – Ph Monia Ben Hamouda

Muna Mussie (Eritrea, 1978) inizia il suo percorso artistico nel 1998 formandosi e lavorando come attrice e performer con Teatrino Clandestino fino al 2001. Nel 2002 frequenta il Corso Europeo di alta formazione per l’attore, condotto da Cesare Ronconi del Teatro Valdoca e prosegue la collaborazione come attrice fino al 2012. Dal 2001 al 2005 è parte fondante del collettivo di ricerca Open, dove a seguito della performance opentolikemunamussie (2005) inizia a maturare il desiderio di indagare i propri modi dello stare in scena. Il lavoro di Muna Mussie, tra gesto, visione e parola, indaga i linguaggi della scena e delle performing arts per dare forma alla tensione che scaturisce tra differenti poli espressivi.
Tra le produzioni: Più che piccola, media (2007), Con Permesso (2008), progetto site specific per Galata Perform Istanbul, Ti ho sognato, ma non eri il protagonista (2009).
È autrice con Flavio Favelli della collezione di abiti FFMM (2007-2009).
Tra i progetti scenici internazionali: Monkey SeeMonkey Do (Chapter I-II, 2011-2012).
Le sue produzioni recenti, tra cui l’installazione e performance Milite Ignoto (2015), le performance Oasi (2018), Curva (2019), Curva Cieca (2021) e PF DJ (2021), indagano le apparizioni fantasmatiche e la storia minore.
Tra gli interventi oggettuali si segnalano il progetto Punteggiatura (2018), e Bologna St. 173 (2021), mostra personale da Archive sites Milano, sui concetti di casa, cittadella, fortezza e libertà. Seguono la performance Bientôt l’été (2021) sul nomadismo mentale e erranza, e PERSONA (2022), incontro ad personam mediato dalla pratica del cucito. I recenti progetti Oblio (2021) e Oblio/Pianto del Muro (2022) introducono una ricerca sull’arte pubblica.
Il suo lavoro è stato presentato ad Art Fall/PAC Ferrara, Xing/Raum e Live Arts Week Bologna, Fondazione  Sandretto Re Rebaudengo Torino, Museo Marino Marini Firenze, Workspace Brussels, Kaaitheater Bruxelles, MAMbo Bologna, Santarcangelo Festival, Museion Bolzano, ERT Bologna, Rue d’Alger/ Manifesta 2020 Marsiglia, Archive Books Milano, SAVVY Contemporary Berlino, Short Theatre Roma, ArteFiera Bologna, HangarBicocca Milano, Biennale Democrazia Torino, Mattatoio Roma, Sesc  San Paolo, Kunstencentrum BUDA Kortrijk, SZENE Salzburg, Centrale Fies Dro, Black History Month Firenze, Spazio Griot Roma, Villa Romana Firenze.



SCHEDA TECNICA
 
Mostra:
Muna Mussie
Bologna St.173, Un viaggio a ritroso. Congressi e Festival Eritrei a Bologna

A cura di:

Francesca Verga con Archive Ensemble
 
Promossa da:
Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
 
Con il sostegno di:
Italian Council (XI edizione, 2022)
 
Sede:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni 14 | Bologna
 
Periodo di apertura:
2 giugno – 10 settembre 2023
Opening giovedì 1 giugno 2023 h 18.00
 
Orari di apertura:
martedì e mercoledì h 14-19
giovedì h 14-20
venerdì, sabato, domenica e festivi h 10-19
chiuso lunedì non festivi

Ingresso:
Intero 6 euro | ridotto 4 euro | gratuito per possessori Card Cultura

Informazioni generali:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496611
www.mambo-bologna.org
info@mambo-bologna.org
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
Twitter: @MAMboBologna
YouTube: MAMbo channel
 
Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
Instagram: @bolognamusei

Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna
e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it
Elisa Maria Cerra – Tel. +39 051 6496653 e-mail elisamaria.cerra@comune.bologna.it
Silvia Tonelli – Tel +39 051 6496620 e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it Con la collaborazione di Ornella De Carlo

L’opera “Tre Pesci” di Nino Ventura entra nella collezione del Museo del Parco di Portofino

I Tre Pesci di Nino Ventura

L’opera Tre Pesci 
dell’artista Nino Ventura 
entra a far parte della Collezione permanente del Museo del Parco di Portofino, Centro Internazionale di Scultura all’aperto

Grazie al Patrocinio del Comune di Portofino, a partire dal primo giugno 2023 la scultura sarà esposta nel Porticciolo del Borgo per alcune settimane, prima di essere collocata all’interno del Museo

A partire dal primo giugno la scultura Tre Pesci (2010) dell’artista Nino Ventura andrà ad arricchire il Museo del Parco di Portofino, Centro Internazionale di Scultura all’aperto, presieduto da Daniele Crippa e curato da Serena Mormino, in collaborazione con AMARTE.
Grazie al Patrocinio del Comune di Portofino, l’opera sarà prima esposta nel Porticciolo del Borgo e successivamente collocata all’interno del Museo, durante un evento – il 3 luglio 2023 – che vedrà coinvolta l’intera comunità.
La scultura entrerà a far parte della Collezione permanente del Museo accanto ad oltre duecento opere presenti in questo prezioso scrigno di arte e natura.

Tre Pesci nasce dalla seconda fusione dei diciotto pesci che l’artista realizzò nel 2010 per la Fontana di Fuenlabrada – Madrid in Spagna. La bellezza e la grandiosità dell’opera madrilena, ha spinto Nino Ventura a riprodurre un particolare della stessa di soli tre elementi.
Realizzata con l’antica tecnica etrusca della cera persa, la scultura, che sarà visibile a tutti nel Porticciolo del Borgo di Portofino, misura dai 1,70 fino ai 2,10 metri di altezza e ha una base di oltre 2 metri. Essa ben rappresenta tutta la sua poetica, il cui fil rouge collega la sua produzione all’acqua e alle sue creature, temi alla base della ricca e geniale creatività dell’artista.
L’istallazione in bronzo ramato è tra le sue sculture impulsive, instabili e assurde, dal sapore fiabesco che affascinano e contagiano il grande pubblico. L’opera, collocata sul Porto in uno spazio dove il protagonista assoluto è il mare, vuole essere un messaggio chiaro della cultura mediterranea del nostro Paese.


Ufficio Stampa
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Informazioni
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Al Palatino l’opera con Il viaggio mitopoietico da Creta a Roma di Giancarlino Benedetti Corcos

Giancarlino Benedetti Corcos, L’albero della vita lungo i sentieri del Mediterraneo

Presentata a Roma sul Palatino l’opera di Giancarlino Benedetti Corcos: “L’albero della vita lungo i sentieri del Mediterraneo”, 2020.

Per Giancarlino Benedetti Corcos è stato innanzitutto un gesto d’amore per Maria Maddalena Scoccianti. Così ieri l’Artista durante l’evento di presentazione della sua opera in ceramica, ricordando in un misto di “commozione e felicità” l’architetta della Soprintendenza Archeologica di Roma (oggi Parco del Colosseo), una vita dedicata alla conservazione e tutela del patrimonio archeologico e monumentale di Roma e d’Italia, cui era dedicato l’incontro. Approda grazie a lei infatti, e al successivo interessamento del Direttore del Parco Archeologico del Colosseo, la Dottoressa Alfonsina Russo, e dei funzionari e maestranze tutti del Parco, lunedì 29 maggio, “L’albero della vita, lungo i sentieri del Mediterraneo”, formelle in ceramica, 2020, alla Domus Praeconum, edificio di età severiana appendice del palazzo di Domiziano sul colle Palatino, in Via dei Cerchi a Roma. A raccontare insieme all’Artista l’opera e l’approdo in questo luogo la Dottoressa Alfonsina Russo stessa, con l’architetto Piero Meogrossi e il Prof. Lucio Altarelli.

Piero Meogrossi e Claudio Grandoni
con Giancarlino Benedetti Corcos

Meogrossi descrive l’opera come l’esito del “viaggio neoantico dell’Europa approdata a Creta e ora testimoniato sul colle Palatino dall’opera mitopoietica di Giancarlino, cha affabulando i simboli ed il segno rimette in gioco il sogno di Roma“. Una imago mundi immaginifica e composita per recuperare un senso collettivo attraverso miti dimenticati, a partire da quello di Europa rapita da Zeus. Tanti i simboli nell’opera, ben descritti nella sua legenda. Composta da più formelle bianche scolpite da Giancarlino e posate poi insieme a formare un’unica parete grazie all’artigiano Claudio Grandoni, l’opera riflette la dimensione quantistica dello scorrere fluido del tempo tra passato, presente e futuro. E l’albero della vita vede inerpicarsi sui suoi rami leggende, fatti storici, miti, simboli senza tempo, uniti insieme per provare a rispondere a quelli che Meogrossi ha definito i bi-sogni, tanto di realtà quanto di fantastico, degli Uomini.  E a rappresentare il “sogno di Roma, una Roma Mediterranea. Collocata nell’area destinata ai servizi, è una parete secretata e nel contempo aperta al mondo e ai suoi bisogni, fisici e spirituali. 

Lo stesso Giancarlino è costantemente in bilico tra realtà e fantasia. L’opera nasce da un intento didascalico si, di recupero della memoria, ma anche di unione, unione di culture nella e attraverso la cultura, per il tramite di un coacervo di richiami, di simboli e figure, umane, animali, vegetali, architettoniche, mitologiche, appese tutte insieme all’albero della vita allo scopo di riunire le culture del Mediterraneo, come è necessario – e gli artisti da più parti lo rivendicano – al mondo di oggi. 

Se vivere e lavorare a Roma, per un artista, non è indifferente, certo non è per Giancarlino. Ne è persuaso il Prof. Lucio Altarelli, parlando dell’uso dei colori del pittore – anche se l’opera in questione invece è bianca – e soprattutto del colore rosso scuro, che dimostra attenzione alla tradizione romana e la volontà dell’Artista di dialogare con le sue vestigia per rispondere alle loro domande e a sua volta porre loro le sue.  Un’attenzione alla memoria, attraverso segni e citazioni, una memoria che però riesce “a trasformare in poesia”. “L’Albero della vita lungo i sentieri del Mediterrano” il Prof. Altarelli la legge sia in modo orizzontale che verticale. Nel primo caso gli appare come un liquido amniotico, un magma indistinto dal quale vede emergere figure e archetipi, nel secondo un muro sul cui passano veloce come sospinte da un vento (della Storia?) le stesse figure e archetipi. 

Tra i commenti alle ceramiche di Giancarlino, quello di Achille Bonito Oliva: non frutto di un’arte minore, ma l’estensione di una poetica che trova nella ‘craqueler’, nella rottura, nella disseminazione, nella memoria di un’unità perduta, la sua matrice. Una ceramica policroma, una scultura che usa un materiale sostanzialmente flessibile e morbido che sotto gli occhi sviluppa una tendenza verso l’umiltà, la riduzione o l’espansione, una mobilità, un respiro….che gioca tra l’ampolla, il pieno e lo svuotamento. Quello che interessa a Giancarlino è la rovina, ciò che resta, la memoria di una unità perduta mai agognata mai desiderata….. nella ricerca di un principio di “veritas” nel senso di svelamento del potenziale di un materiale come quello della ceramica, passando per la prova del fuoco; la ceramica come linguaggio “santone”, che sa camminare sui carboni ardenti, attraversare la distanza e giungere fino a noi“. 

Enrico Alleva rileva invece la grande capacità interpretativa dell’albero della vita che si inerpica verso l’alto, verso l’astro, quale metafora della visione darwiniana, ma gli sembra in questo caso “non un elegante abete natalizio“, quanto piuttosto “un intricatissimo cespuglio, dove rami ramoscelli rametti si biforcano, correndo e irradiandosi verso località cangianti, spunti di luce, di nutrimento, di vitale ispirazione generativa“. A sostenere la candidatura della realizzazione di un pannello in ceramica di Giancarlino a compimento dell’opera avviata a suo tempo da Maria Maddalena Scoccianti per la realizzazione di un ambiente “modesto”, ma indispensabile per l’accessibilità e la fruibilità dei monumenti c’è stato anche Carlo Severati, che lo vede come una “trascrizione illetterata, apocrifa, di un improbabile albero della vita, devitalizzato dal bianco assoluto. Che evoca fantasmi della sopraffazione imperiale, lente per guardare Roma“, “piombata lì, nell’antibagno della nostra presente inciviltà, fra Vasarely e distributori di bevande, casse d’acciaio, memore dei ramage Augustei“.

Festina lente (lat. “affrettati lentamente”), un ossimoro che ossimoro non è, celebre frase attribuita da Svetonio ad Augusto, esortazione a ad agire presto, ma con cautela. È l’invito di Giancarlino Benedetti Corcos, riportato inciso su una delle formelle sulla sinistra della parete di ceramica. Non c’è tempo, bisogna affrettarsi, sembra dire, per recuperare il meglio di noi come è stato consegnato all’Umanità dalla Storia, dalle Leggende, dal Mito che ci hanno preceduti. E allo stesso modo c’è invece tutto il tempo del mondo, se sappiamo prendercelo, se sappiamo ascoltare. Per vivere meglio. Tra Terra e Cielo. Dove siamo.  

Giancarlino Benedetti Corcos

Alfonsina Russo e Giancarlino Benedetti Corcos

Giancarlino Benedetti Corcos, è un artista (ma preferisce pittore). Diplomato presso L’Istituto Nazionale per la Grafica, studia poi architettura nei corsi di Bruno Zevi. Espone in molte gallerie romane, spesso accompagnando le mostre con sue performances basate su testi teatrali (“commediole” scritte a quattro mani con la compagna, oggi scomparsa, Laura Rosso, storica dell’arte, sua musa) o su figure immaginarie. Diversi i supporti su cui dipinge: ceramica, tela, legno, carta, materiali semplici o di recupero, lenzuola. Da otto anni usa la ceramica come campo di sperimentazione del progetto di architettura. Le sue opere sono state esposte tra l’altro alla Biennale di Venezia nel 2012 a cura di Vittorio Sgarbi, nell’appartamento di Innocenzo X e Olimpia a Sant’Agnese in Agone in occasione del 350esimo compleanno del Borromini, a cura di Achille Bonito Oliva e Francesco Giulio Mazzeo, a Neuss nel Castello di Benrath, New Orleans performance al Gary Keller, Macro Asilo a Roma.


Info stampa
Diana Daneluz
Media Relations
Mail: dianadaneluz410@gmail.com

Bologna, Palazzo Albergati: Grande successo per la mostra “Jago, Banksy, TvBoy e altre storie controcorrente” che chiude con più di 125.000 visitatori

Visitatori in attesa di accedere alla mostra di Palazzo Albergati

A Bologna è stata proposta per la prima volta una straordinaria mostra: “Jago, Banksy, TvBoy e altre storie controcorrente”.

Tre interpreti del mondo contemporaneo che dominano la scena artistica internazionale, riuniti in un inedito confronto a Palazzo Albergati.

Arthemisia prosegue nella nuova proposta di grandi mostre dedicate agli artisti contemporanei.

Chiude con 126.398 visitatori la mostra “Jago, Banksy, TvBoy e altre storie controcorrente” a Palazzo Albergati.
Il pubblico – sia italiano che straniero – ha accolto con entusiasmo la proposta di Arthemisia, che ha scelto la città di Bologna per presentare in anteprima la mostra più “controcorrente” del momento, con tre grandi artisti della scena artistica contemporanea, molto discussi e molto amati.

Attraverso l’esposizione di 60 capolavori di Jago, Banksy, TvBoy (ma anche Obey, Mr. Brainwash, Ravo, Laika e Pau), la mostra ha messo in dialogo alcune delle storie più estreme e trasgressive della public art italiana e internazionale, suscitando riflessioni e reazioni sui più scottanti temi sociali di oggi.

Un successo per gli artisti, ma anche per Arthemisia – che si conferma un fondamentale promotore anche dell’arte contemporanea – e per la Città di Bologna, divenuta negli ultimi anni una delle principali mete culturali italiane.

Come dichiara la Presidente di Arthemisia Iole Siena“Per la mostra di Bologna abbiamo selezionato artisti di grande intelligenza, capaci di comunicare in maniera immediata col grande pubblico sui temi più attuali e spinosi della contemporaneità.  Mi fa molto piacere che la mostra abbia avuto il successo meritato e sono orgogliosa di aver contribuito ancora una volta a confermare la centralità di Palazzo Albergati di Bologna nella programmazione culturale italiana.”

La mostra, con il patrocinio del Comune di Bologna, è stata prodotta e organizzata da Arthemisia con la collaborazione di PiumaPop House Gallery e Apapaia.
La mostra ha visto vede come sponsorPoema, come mobility partner Frecciarossa Treno ufficiale e Cotabo, come media partner Urban Vision ed è stata consigliata da Sky Arte.
Il catalogo è edito da Skira.


Sede
Palazzo Albergati
Via Saragozza, 28
40123 Bologna

www.palazzoalbergati.com
www.arthemisia.it
T. +39 051 030141

Hashtag ufficiale
#BolognaControcorrente

Ufficio StampaArthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

VVR Fashion Metaverse, il nuovo progetto digitale di Vitruvio Virtual Reality | Unico finalista europeo del premio MAD – Metaverse Architecture and Design Awards

Fashion Metaverse – Vitruvio Realtà Virtuale

VVR Fashion Metaverse

Il nuovo progetto digitale di Vitruvio Virtual Reality è l’unico finalista europeo del premio “MAD – Metaverse Architecture and Design Awards” promosso dalla rivista statunitense “INTERIOR DESIGN

Arte, moda, architettura e tecnologia si fondono in VVR Fashion Metaverse, il nuovo progetto digitale di interior design realizzato da Vitruvio Virtual Reality. Un’esperienza immersiva innovativa, uno spazio nel Metaverso dedicato al fashion e al luxury.
Tra oltre cento candidature arrivate da noti progettisti di tutto il mondo, Vitruvio Virtual Reality, con lo showroom VVR Fashion Metaverse, è l’unico studio europeo finalista del MAD – Metaverse Architecture and Design Awards nella categoria Built – Experiential, il premio internazionale promosso dalla rivista statunitense Interior Design in partnership con Digby che celebra il talento di studi creativi che realizzano progetti e spazi per il Web3. Essere selezionati come finalisti è un riconoscimento significativo per Vitruvio Virtual Reality e un attestato alla qualità e all’innovazione del progetto. Questo successo dimostra l’importanza di un approccio multidisciplinare che combina diversi linguaggi artistici per creare spazi digitali stimolanti.

Grazie all’uso della realtà virtuale, in VVR Fashion Metaverse gli utenti potranno immergersi completamente in un ambiente virtuale unico, che combina l’estetica artistica, le tendenze della moda più innovative e la bellezza dell’architettura moderna. Questa fusione di elementi crea un’esperienza coinvolgente e straordinaria per gli amanti della moda e per coloro che desiderano scoprire nuovi orizzonti.

VVR Fashion Metaverse, il nostro spazio dedicato al fashion e al luxury, è un’architettura sospesa, elegante e pura, progettata con libertà d’introspezione e incurante delle leggi della fisica. Uno showroom virtuale nel quale mettere in mostra abiti e accessori digitali con i quali è possibile interagire a vari livelli. Uno spazio luogo che abbiamo dedicato alla moda per celebrare le nuove frontiere digitale e creare un ponte tra i migliori marchi del fashion e del luxury e il metaverso” così racconta Simone Salomoni coordinatore del progetto e co-fondatore di Vitruvio Virtual Reality.

L’obiettivo principale di VVR Fashion Metaverse è quello di restituire uno spazio etereo in grado di vincere le leggi della fisica attraverso un’architettura imponente ma al tempo stesso leggera, sospesa in un paesaggio onirico dove alba e tramonto si susseguono senza soluzione di continuità. Questa innovativa esperienza nel metaverso apre nuove possibilità per i brand di moda, consentendo di presentare le loro collezioni in modo creativo e coinvolgente. VVR Fashion Metaverse rappresenta il punto di incontro tra la moda e la tecnologia, dove le barriere fisiche vengono superate e l’arte prende vita.

Ad oggi l’industria della moda sta scommettendo molto sul metaverso, utilizzando la piattaforma per raggiungere nuovi mercati e promuovere i suoi prodotti. Proprio sul metaverso è stata organizzata la prima Metaverse Fashion Week, quattro giorni di sfilate e tavole rotonde ospitate nel mondo virtuale 3D ai quali hanno partecipato i più grandi marchi del fashion. In questo contesto in continua espansione e molto apprezzato dal pubblico, si inserisce il nuovo progetto di Vitruvio Virtual Reality studio bolognese multidisciplinare specializzato in CGI e cinema 3D che da tempo collabora con alcune rinomate case di moda internazionali. Lo studio inoltre realizza spot pubblicitari, tour virtuali per mostre o eventi di moda, esperienze di realtà aumentata e virtuale. VVR Fashion Metaverse però “va oltre il fashion”, proponendo al pubblico un ambiente innovativo dove arte, architettura e design dialogano in un solo spazio.

Lo showroom si articola in due aree diverse collegate tra loro da una passerella. All’interno di ognuno dei due ambienti saranno esposti asset digitali, tra cui accessori e vestiti di alta moda, che sarà possibile veder sfilare indosso a modelli 3D. Si può vivere l’esperienza immersiva entrando in Spatial, anche senza essere utenti registrati: https://www.spatial.io/s/VVR-Fashion-Metaverse-63fcb8fe6d2cd1839a856afe?share=2474607036114180015


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Padova, Centro culturale Altinate, San Gaetano: AMERICAN BEAUTY

Laurent Elie Badessi, Navy flag, American Dream, 2006

AMERICAN BEAUTY

Centro culturale Altinate | San Gaetano, Padova

13 settembre 2023 – 21 gennaio 2024

Mostra a cura di Daniel Buso. Organizzata da ARTIKA in collaborazione con Kr8te e la Città di Padova.

American Beauty è il nome di una meravigliosa rosa rossa creata in Francia, che, esportata negli Stati Uniti, è diventata la più diffusa del continente nord americano, oltre che fiore simbolo della città di Washington. Sono stati i petali di questa rosa ad accogliere il corpo nudo di Angela Hayes nell’omonimo, popolarissimo film.

American Beauty è una rosa magnifica e allo stesso tempo fragile. I suoi petali resistono a lungo prima di appassire, mentre il gambo rapidamente marcisce: metafora efficace della società statunitense e delle sue contraddizioni evidenti e nascoste.

Con il titolo American Beauty, a Padova, al Centro Culturale Altinate San Gaetano, dal 13 settembre al 21 gennaio, viene presentata una selezione di 130 opere che raccontano luci e ombre della nazione che più di ogni altra ha caratterizzato l’ultimo secolo a livello globale, gli Stati Uniti, appunto. La mostra, organizzata da Artika in collaborazione con il Comune di Padova e Kr8te, è a cura di Daniel Buso.

Ad offrire questo originale ritratto degli States sono ben 120 artisti, americani ma non solo, con 130 opere.

È la fotografia a introdurre il visitatore alla lettura del trionfale e decadente universo statunitense. Si parte dal bianco e nero, con maestri assoluti come Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, Diane Arbus ed Elliott Erwitt, per passare alle immagini a colori di Steve McCurry, Vanessa Beecroft e Annie Leibovitz.

Il percorso si esalta, di sala in sala, accogliendo creazioni dei maestri della Pop Art (James Rosenquist, Robert Indiana e Andy Warhol), fino ai protagonisti della Street Art: Keith Haring, Mr. Brainwash, Obey e Banksy. Dalla celebre immagine di propaganda di Joe Rosenthal (che esaltava la vittoria americana di Iwo Jima sul Giappone nel 1945), fino alle rivolte anarchiche nei murales di Banksy.

Le sezioni, identificate dal curatore Daniel Buso, affrontano alcune delle tematiche più importanti per entrare in profondità nell’analisi della cultura e della società americane. L’inizio del percorso espositivo è dedicato al patriottismo, la bandiera americana è il simbolo per eccellenza chiamato a rappresentare l’attaccamento nazionalistico tipicamente americano. Una festa di colori e immagini in bianco e nero scattate da grandi fotografi internazionali, tutti impegnati a immortalare le centinaia di manifestazioni pubbliche o private di patriottismo statunitense. La mostra continua cercando di tratteggiare i complicati rapporti internazionali intessuti negli ultimi cento anni dagli Stati Uniti. Partendo dalla partecipazione alla Seconda guerra mondiale, fino alle più recenti esperienze in Afghanistan e Iran. Un altro focus della mostra analizza gli Stati Uniti e i conflitti che si consumano non soltanto a migliaia di chilometri di distanza ma anche tra le mura domestiche. Molti artisti, fra cui Banksy e Paul Insect immortalano un’America in subbuglio, scossa da guerriglie urbane e dall’utilizzo indiscriminato delle armi da fuoco; mentre Steve McCurry racconta la giornata più tragica per gli americani: l’11 settembre 2001. L’esposizione riserva anche spazio alla tematica più attuale nel dibattito sociale (interno ed esterno agli Stati Uniti), ovvero il Black Lives Matter.

American Beauty” esplora così alcuni aspetti centrali per la comprensione delle contraddizioni che attraversano la superpotenza statunitense. Un racconto serrato capace di dar voce ad alcuni tra i protagonisti assoluti dell’arte internazionale. Si è scelto di partire dall’immagine che forse più di ogni altra esprime lo spirito americano – spiega il curatore Daniel Buso –  cioè il momento in cui un gruppo di marines alza la bandiera a Iwo Jima, nella fotografia di Joe Rosenthal. L’immagine fu un grande successo a livello globale, ma alcuni retroscena ne misero in dubbio l’autenticità. Si pensa infatti che Rosenthal abbia realizzato una messa in scena a scopi propagandistici”.


A cura di
Daniel Buso
 
Mostra organizzata da
ARTIKA di Daniel Buso ed Elena Zannoni
 
In collaborazione con
Città di Padova e Kr8te
 
Spazio espositivo
Centro culturale Altinate | San Gaetano, Padova
 
Periodo espositivo
dal 13 settembre 2023 al 21 gennaio 2024
 
Per informazioni
+39 351 809 9706
email: mostre@artika.it
 
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BOOKS: aperta al MAMbo la prima edizione del Bologna art books festival

Paolo Ventura, Milano per filo e per segno, portfolio,
cm 24 × 34, pag. 32, 2023

Bologna art books festival
Festival del libro d’arte, Bologna

prima edizione

a cura di Danilo Montanari e Lorenzo Balbi

26, 27 e 28 maggio 2023
Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni 14, Bologna

venerdì 26 maggio,
ore 12.00 – 19.00
sabato 27 e domenica 28 maggio, ore 10.00 – 19.00
accesso con biglietto collezione MAMbo

www.booksfestival.it | 
www.mambo-bologna.org

Danilo Montanari Editore in collaborazione con Settore Musei Civici Bologna |MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna presenta la prima edizione di BOOKS, il festival dedicato ai libri d’arte e d’artista a cura di Danilo Montanari e Lorenzo Balbi che si tiene negli spazi della Sala delle Ciminiere del museo da venerdì 26 a domenica 28 maggio 2023.

Nato dall’idea di non disperdere l’eredità di due manifestazioni fondamentali del settore – Artelibro, il Festival del Libro d’Arte che si è svolto a Bologna dal 2003 al 2014, e FLAT – Fiera Libro Arte Torino, appuntamento internazionale che ha animato il capoluogo piemontese dal 2017 al 2019 – BOOKS intende posizionarsi in un segmento “laterale” seppur non strettamente alternativo al fenomeno delle fiere, con l’obiettivo di proporre, grazie al libro come medium, contenuti e occasioni che facilitino il rapporto diretto, di conoscenza e scambio, tra artisti e collezionisti, senza rinunciare a una vocazione di mercato. L’editoria d’arte è un settore che in Italia raggiunge livelli qualitativi molto elevati ma detiene una visibilità, anche di mercato, molto inferiore rispetto ad altri Paesi. La manifestazione vuole innanzitutto riunire le forze di librai ed editori, oltre a gettare le basi per la crescita del rispettivo pubblico.

Per la prima edizione di BOOKS, gli ampi spazi della Sala delle Ciminiere accolgono 36 espositori, librai ed editori del settore, presenti con veri e propri progetti sul libro d’arte: non stand, ma tavoli di approfondimento concentrati su un numero limitato di titoli, non superiore alle 100 unità per espositore.

Accanto ai tavoli degli espositori, sempre all’interno della Sala delle Ciminiere trovano spazio 10 focus espositivi che intendono evidenziare la qualità e la storicità dell’editoria d’arte italiana: dalla presentazione di tutti i libri d’artista di Franco Vaccari ai 5 libri nati negli anni Settanta dalla collaborazione tra Claudio Parmiggiani e Mario Diacono; da una presentazione della produzione editoriale di Maurizio Nannucci ai libri in edizione limitata di Paolo Ventura e ai volumi curati da Luigi Ghirri durante la sua attività di artista e fotografo; dai libri d’artista di Daniela Comani dagli anni Novanta a oggi fino a una selezione della produzione di fanzine di Jacopo Benassi e un omaggio postumo all’artista Irma Blank, scomparsa poco più di un mese fa.
Un approfondimento monografico è inoltre riservato a Giorgio Maffei -primo in Italia, insieme a Liliana Dematteis, ad occuparsi di editoria d’arte, e considerato ancora uno dei maggiori esperti sul tema a livello mondiale -, con circa 50 volumi da lui curati tra gli anni ’60 e ’80: libri sui libri, dedicati alla produzione di maestri come Bruno Munari, Alighiero Boetti e Sol LeWitt.
Il progetto espositivo si completa con una selezione di 8 titoli di Xong collection, etichetta di dischi d’artista prodotta da Xing. La collana esplora e traccia una geografia di personalità legate alla performatività che intendono il campo sonico come una delle piattaforme in cui espandere i loro mondi e la loro immaginazione.

L’allestimento di BOOKS è organizzato per favorire lo scambio conviviale: al centro della Sala delle Ciminiere trova spazio un’area lounge, in modo che gli incontri con gli autori e i collezionisti possano svolgersi in dialogo con i focus espositivi senza soluzione di continuità.

Un programma di incontri e conversazioni arricchisce di stimoli la tre giorni e ha come cardine la lectio di Anne Moeglin-Delcroix, autrice di Esthétique du livre d’artiste (1997), saggio che dalla sua prima edizione si è affermato nel mondo come lo studio di riferimento sull’argomento. Ospiti degli incontri sono: Silvia AlessandriLorenzo Balbi, Jacopo Benassi, Jessica Carroll, Daniela Comani, Pietro Corraini, Liliana Dematteis, Maurizio NannucciLuca Panaro, Giovanna Pesci, Jonathan Pierini, Claudio Porrini, Sergio Ruzier, Antonella Sbrilli, Michele Smargiassi e Paolo Venturi.

Daniela Comani, Orlando’s Library, 2022,
libro di cartone, 10 pagine, 31,5 × 16 cm
Edizione di 50 copie + 20 copie numerate e firmate
Danilo Montanari Editore, 2022

In occasione del festival, CorrainiMAMbo artbookshop propone un corner dedicato alle Edizioni MAMbo e GAM con una selezione di oltre 60 titoli offerti al pubblico a prezzi eccezionali: dai cataloghi delle storiche mostre di Luigi Ghirri e Claudio Parmiggiani alla collana degli Instant Book MAMbo, arrivando alle recenti pubblicazioni dedicate alle mostre temporanee That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine The Floating Collection.

Da venerdì 26 maggio sarà inoltre visibile al MAMbo, nello spazio antistante l’ingresso della Biblioteca, Orlando’s Library, un’installazione site-specific di Daniela Comani che attinge dalla serie fotografica Novità editoriali a cura dell’artista. L’opera entra a far parte della collezione del museo grazie al TRUST per l’Arte Contemporanea, che costituisce e gestisce un fondo dedicato all’arte del presente, rappresentato dalle risorse messe a disposizione dai tre disponenti BolognaFiere, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, dal donatore principale Gruppo Unipol e dal donatore sostenitore Emil Banca Credito Cooperativo.

Infine, domenica 28 maggio alle ore 16.00 il Dipartimento educativo MAMbo propone inoltre una speciale Domenica al Museo per bambine e bambini di 8-12 anni dedicata al volume Il mio diario di storia dell’arte pubblicato da Artebambini. Attraverso il confronto con l’opera d’arte, i partecipanti al laboratorio potranno creare un personale “libro d’artista” insieme all’autrice Silvia Meneghini.

BOOKS è accompagnato da una pubblicazione speciale di Danilo Montanari EditoreIl libro e/è l’arte, un’antologia sul libro d’artista con testi di Mirella Bentivoglio, Marzia e Maurizio Corraini, Liliana Dematteis, Mario Diacono, Daniela Palazzoli, Annalisa Rimmaudo, a cura di Danilo Montanari e Lorenzo Balbi.

La prima edizione del Bologna art books festival si avvale di un comitato scientifico composto da Silvia AlessandriMario DiaconoLiliana Dematteis e Giovanna Pesci.
L’immagine guida di BOOKS è stata ideata da Paolo Ventura.
L’ambiente sonoro che accompagnerà il festival è realizzato da Carolina Martines.
Il progetto prevede la collaborazione con gallerie e istituzioni culturali della città.

Accesso al festival con biglietto collezione MAMbo:intero € 6, ridotto € 4.
L’elenco completo per riduzioni e gratuità è disponibile sul sito www.mambo-bologna.org/ingressoeorari/

BOOKS fa parte di Bologna Portici Festival – Heritage meets Creativity, l’evento promosso e coordinato dal Comune di Bologna per celebrare i Portici Patrimonio dell’umanità UNESCO nell’ambito del cartellone di eventi Bologna Estate. Il portico dell’ex Forno del Pane, edificio storico dove ha sede il MAMbo, è infatti compreso nella lista dei dodici tratti iscritti nella lista UNESCO.

Si ringraziano per la collaborazione: Collezione MaramottiArchivio Luigi Ghirri, Galleria Studio G7, Galleria P420Maffei Studio Bibliografico.


Ufficio stampa BOOKS
Lara Facco P&C, Milano
E. press@larafacco.com
Lara Facco | M. +39 349 2529989 | E. lara@larafacco.com
Claudia Santrolli | M. +39 339 7041657 | E. claudia@larafacco.com

Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna
E. UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it
Elisa Maria Cerra | T. +39 051 6496653 | E. elisamaria.cerra@comune.bologna.it
Silvia Tonelli | T. +39 051 6496620 | E. silvia.tonelli@comune.bologna.it

Informazioni generali
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Tel. +39 051 6496611
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Settore Musei Civici Bologna
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Roma: A Palazzo Bonaparte la mostra “SEMBRA VIVO!” – Arthemisia ancora una volta propone un progetto nuovo e visionario

Allestimento di una delle opere esposte

Per la prima volta in Italia, una stupefacente mostra dedicata alla grande scultura iperrealista internazionale, raccontata attraverso i più importanti artisti contemporanei.

“Sembra vivo!” sarà la frase più pronunciata davanti alle incredibili opere di Maurizio Cattelan, Ron Mueck, George Segal, Carole Feuerman e tantissimi altri.

Le opere sono così reali da confondere i visitatori trasportandoli in un mondo al confine tra vero e falso.

Arthemisia, dopo il grande successo delle mostre dedicate a Jago e a Leandro Erlich, ancora una volta propone un progetto nuovo e visionario sulla scena dell’arte contemporanea italiana.

Dal 26 maggio a Palazzo Bonaparte di Roma arriva per la prima volta una mostra dedicata alla scultura iperrealista, in cui sono esposte 43 mega-installazioni dei più grandi artisti contemporanei.
Le sculture sono impressionanti, è difficile distinguere un corpo vero da un’opera d’arte tanto i dettagli sono realistici, fin nei minimi particolari.

Gli artisti esposti, 29 in tutto, sono i più importanti protagonisti a livello internazionale: da Maurizio Cattelan (presente con opere iconiche quali i piccioni dell’installazione “Ghosts” o la famosa banana, meglio detta “Comedian”) a Ron Mueck che espone anche una gigantesca testa di uomo “Dark Place”, fino a George SegalCarole FeuermanDuane Hanson e molti altri ancora.

Una mostra che provoca, interroga e riunisce gli artisti che più di tanti altri hanno fatto discutere: cosa ha portato le sculture iperrealiste a creare un cortocircuito nella mente dei visitatori? Sappiamo che non sono reali, eppure quella pelle, i capelli, le barbe, le dita ci dicono il contrario. I corpi nudi ci scandalizzano, gli occhi ci ipnotizzano e quelle dimensioni – a volte perfettamente in scala e a volte sbagliate – ci confondono: Sembra vivo! Lo è davvero?
Una vasta selezione di opere, provenienti da collezioni di tutto il mondo, che rivela il carattere internazionale del movimento iperrealista che, dagli anni ’70 in poi, si è costantemente evoluto adottando tecniche sempre nuove e variegate di modellazione, fusione e pittura della materia, per raggiungere livelli sempre più alti nella rappresentazione realistica della figura umana.
Le sculture iperrealistiche emulano le forme, i contorni e le texture del corpo umano o sue singole parti creando una strabiliante illusione visiva e un’estrema verosimiglianza; sculture a grandezza naturale di persone comuni che imitano la presenza molto palpabile di un altro essere umano.

Sembra vivo! è una mostra “supervisiva” che, tra arte e filosofia, porta a una riflessione sul significato dell’essenza del visibile attraverso opere e figure anonime a grandezza naturale che riproducono – in modo quasi maniacale – la realtà, con grande attenzione per i dettagli più infinitesimali che creano un impatto quasi surreale, in cui l’osservatore è automaticamente portato ad interrogarsi sull’efficacia della mimesis e sulla veridicità dell’illusione, in una rappresentatività che supera il Realismo e travalica il senso del vero.

La mostra – ideata dall’Institut für Kulturaustausch, Germany, è curata da Maximilian Letze in collaborazione con Nicolas Ballario ed è prodotta e organizzata da Arthemisia, che ancora una volta – dopo il grande successo delle mostre dedicate a Jago e a Leandro Erlich, propone progetti nuovi e visionari sulla scienza dell’arte contemporanea in Italia.
La mostra vede come sponsor Generali Valore Culturaspecial partner Ricolamobilitypartner Atac e Frecciarossa Treno Ufficialemedia partner Urban Vision e partner Mercato Centrale Roma.

Il catalogo è edito da Skira.


Titolo
SEMBRA VIVO!
Sculture iperrealiste dei più grandi artisti contemporanei


Sede
Palazzo Bonaparte
Piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso)
00186 – Roma

Date al pubblico
26 maggio – 8 ottobre 2023

Biglietti
Intero
 € 16,00
Ridotto
 € 15,00

Informazioni e prenotazioni
T. + 39 06 87 15 111

Sito
www.mostrepalazzobonaparte.it
www.arthemisia.it

Social e Hashtag ufficiale
@arthemisiaarte
@mostrepalazzobonaparte
#IperrealismoRoma

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it 
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306

Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it
+39 345 7503572

Ortigia (Siracusa) Palazzo del Vermexio: Argentovivo. Un viaggio immersivo nella cultura antica

Argentovivo: un viaggio immersivo nella cultura antica a Palazzo del Vermexio a Ortigia

Dal 30 marzo al 31 ottobre 2023

Palazzo del Vermexio, Ortigia, Siracusa

Fino al 31 ottobre 2023 Palazzo del Vermexio a Ortigia si trasforma nel palcoscenico di un’esperienza senza precedenti, ospitando la mostra Argentovivo. Esperienza, sogno, racconto: Argentovivo è questo e molto altro. Difficile dare una definizione a quello che a tutti gli effetti è un viaggio immersivo nella cultura antica, una mostra dove l’esperienza è conoscenza e il sogno si mescola alla realtà.

Un perfetto connubio di tradizione e tecnologia, grazie alla quale le protagoniste dell’esposizione – le monete del Medagliere del Museo Archeologico Paolo Orsi – prendono vita e ci accompagnano a scoprire i grandi miti del passato. Dalla superficie metallica a quella digitale, in mostra si rincorrono, alla stregua di giochi illusionistici, racconti di ninfe, eroi, dei e mortali, che trovano una nuova dimensione in un viaggio dal sapore epico. Questo connubio magico tra passato e presente fornisce un’opportunità unica di esplorare e conoscere la cultura antica in modo mai visto prima.

Queste monete ricche di storie aprono una finestra sulla vita dell’epoca trasportando fisicamente il visitatore nei miti e nelle leggende che le corredano. Un modo alternativo di raccontare la mitologia grazie ad un linguaggio contemporaneo, trasversale e poetico al tempo stesso, capace di ammaliare il visitatore di ogni età. Sia gli appassionati di storia che i curiosi ma anche i bambini potranno godere di un’esperienza coinvolgente interattiva. Argentovivo si propone di offrire un nuovo modo di vivere la storia, combinando tradizione e tecnologia.

Arrivato alla sua seconda edizione, Argentovivo è un invito ad intraprendere un percorso che permette di toccare con mano le grandi culture del passato, avvolgendo il viaggiatore nelle spire della storia e coinvolgendolo come mai una mostra ha fatto prima.


INFORMAZIONI UTILI

Titolo: Argentovivo
Promossa da: ADITUS CULTURE
Sede: Palazzo del Vermexio, Ortigia (SR)
Date: 30 marzo – 31 ottobre 2023
Orari: lunedì chiuso; martedì – venerdì 10 – 19; sabato, domenica e festivi 10 – 19.
Per le aperture serali visitare il sito Aditus culture
Ingresso: 4€ a persona. Riduzioni e gratuità su Aditus culture

Info al pubblico: info@aditusculture.com | www.aditusculture.com

Si ringrazia: Il Comune di Siracusa e il sindaco Francesco Italia; Assessore Tutela e valorizzazione dei Beni e Attività Culturali Benedetto Fabio Granata; Dirigente settore Cultura e turismo Enzo Miccoli; Responsabile servizio cultura e turismo Nunzio Marino; Funzionario ufficiale gabinetto del sindaco Emanuela Sipione; un ringraziamento speciale va alla Dott.ssa Angela Maria Manenti

UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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Al M9 Vitruvio Virtual Reality presenta la nuova video installazione “Nel Tumulto” nell’ambito della mostra “Rivoluzione Vedova”

NEL TUMULTO
Situazioni contrastanti simultanee La nuova video installazione di Vitruvio Virtual Realityper la mostra “Rivoluzione Vedova” all’M9 – Museo del ‘900 di Mestre. Un omaggio all’artista Emilio Vedova che coniuga in maniera creativa il linguaggio artistico informale con la tecnica di computer grafica 3D.

Fino al 26 novembre 2023M9 – Museo del ‘900
Via Giovanni Pascoli 11, Venezia-Mestre

In occasione della mostra “Rivoluzione Vedova” ideata e progettata da Fondazione Emilio e Annabianca Vedova e coprodotta con M9 – Museo del ‘900Vitruvio Virtual Reality ha curato, ideato e realizzato la video installazione site specific e l’area immersiva di proiezione per celebrare l’arte di Emilio Vedova. L’esposizione, a cura di Gabriella Belli, è visitabile fino al 26 novembre 2023 al terzo piano dell’M9 – Museo del ‘900 di Mestre.

La mostra apre un percorso inedito che sceglie l’arte contemporanea come strumento per esplorare e interpretare la storia sociale, culturale, politica ed economica del Novecento, una scelta che sottolinea il ruolo centrale di Emilio Vedova, la cui opera è interprete e testimone di un forte legame storico e civile con gli eventi che hanno segnato il XX secolo, mantenendo oggi la forza di una costante attualità.

In questo contesto ben si inserisce l’installazione di Vitruvio Virtual Reality, studio bolognese specializzato in computer grafica che realizza spot pubblicitari, tour virtuali per mostre o eventi di moda, esperienze di realtà aumentata e virtuale. Vitruvio Virtual Reality recentemente con lo showroom VVR Fashion Metaverse ha guadagnato il posto di unico studio europeo finalista nella categoria Built Experiential del premio internazionale Metaverse Architecture and Design Awards creato dalla rivista statunitense Interior Design Magazine.

L’intervento è una sfida alla rappresentazione, una guida alla scoperta del segno e dei luoghi che hanno caratterizzato la vita dell’artista. Attraverso l’analisi del suo lavoro e del corpus teorico, il team multidisciplinare di Vitruvio Virtual Reality ha portato il proprio tributo con un corto in qualità cinematografica della durata di 3 minuti e 30 secondi pensato per essere proiettato in un apposito spazio immersivo composto da 4 pareti contrapposte (superficie totale 56 mq) che avvolgeranno il visitatore ponendolo al centro dell’immaginario del grande artista veneziano. Una sala immersiva che promette un’esperienza emozionale nel mondo gestuale e creativo di Vedova.

Nel tumulto: il concept

Nel tumulto” è un’opera multimediale site specific che si colloca all’incrocio tra la pittura, la filosofia, l’architettura e i segni di un immaginario visivo mutuato dal genius loci veneziano.

Mediante l’elaborazione tridimensionale dell’immagine restituita con una tecnica apparentemente bidimensionale, in bianco e nero, colori chiave del linguaggio pittorico dell’artista, abbiamo creato un’immedesimazione empatica tra fruitore e artista sotto forma di dialogo introspettivo con il contesto semiotico della città” così dichiara Simone Salomoni coordinatore del progetto e co-fondatore di Vitruvio Virtual Reality.

Il tema centrale dell’installazione è il rapporto tra l’artista e la città, che Vedova ha sempre considerato come fonte d’ispirazione. Il suo lavoro, infatti, è strettamente legato al contesto lagunare, alla sua luce, ai suoi colori e alle sue architetture. Nel video si esplora lo stato emozionale dell’artista, la traslazione semantica tra oggetto e segno, l’impulso cinestesico e la gestualità che diventa un’azione energica, quasi una performance. L’installazione di Vitruvio Virtual Reality completa così il percorso espositivo della mostra che racconta con centotrenta opere il punto di vista di questo grande artista ed intellettuale, mettendoci a confronto, attraverso i suoi lavori, con i capitoli “caldi” della nostra storia recente, dalle macerie della Seconda guerra mondiale agli avvenimenti della politica internazionale che hanno sconquassato il mondo negli anni Sessanta e Settanta e ben oltre, fino alle soglie del Duemila.  

Immergendosi “Nel tumulto” il visitatore, il cui punto di vista coincide anche con il piano pittorico, assisterà a una narrazione sviluppata su due livelli convergenti, scanditi da momenti di immedesimazione nell’azione-gesto in cui strati di segni e di pittura si sommano tra loro e da momenti contemplativi in cui emergono i luoghi e le architetture di Venezia che hanno ispirato i lavori di Vedova.

L’esposizione si avvale del patrocinio della Regione del Veneto e del Comune di Venezia ed è sostenuta in qualità di main sponsor da Generali Valore Cultura, il programma pluriennale di Generali Italia per rendere l’arte e la cultura accessibili a un pubblico sempre più vasto e per valorizzare la comunità e i territori, e dal Gruppo SAVE, sempre attento a promuovere iniziative culturali di rilievo.

Hanno contribuito Venezia Unica, AVA – Associazione Veneziana Albergatori e, in qualità di Official Partner, Camera di Commercio di Venezia Rovigo e Trenitalia.


INFORMAZIONI UTILI:
TITOLO VIDEO INSTALLAZIONE: Nel tumulto. Situazioni contrastanti simultanee
IDEATA E REALIZZATA DA: Vitruvio Virtual Reality
NELL’AMBITO DELLA MOSTRA: Rivoluzione Vedova
MOSTRA REALIZZATA DA: Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, M9 – Museo del ‘900
MOSTRA A CURA DI: Gabriella Belli
DOVE: M9 – Museo del ‘900, Via Giovanni Pascoli 11, Venezia-Mestre
QUANDO: Fino al 26 novembre 2023
ORARI: mercoledì-giovedì-venerdì dalle 10 alle 18; sabato-domenica dalle 10 alle 19; lunedì e martedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima.
COSTO BIGLIETTO MOSTRA: Intero 10 euro, Ridotto 8 euro
 
CONTATTI
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