Genova, Galleria La Bertesca: Arte Povera e Sudafricana a confronto

Il Consolato Generale d’Italia a Johannesburg

presenta

ARTE POVERA AND SOUTH AFRICAN ART

IN CONVERSATION

JohannesburgWits Art Museum

31 ottobre 2023 – 9 dicembre 2023

Per celebrare i 55 anni dalla definizione di Arte povera,

un duplice progetto espositivo costituito da

ARTE POVERA 1967-1971

a cura di Ilaria Bernardi

e

INNOVATIONS IN SOUTH AFRICAN ART, 1980S-2020S

a cura di Thembinkosi Goniwe

Il 27 settembre 1967 a Genova, presso la Galleria La Bertesca, Germano Celant presenta la mostra “Arte povera Im-spazio” in occasione della quale conia la definizione di Arte povera per indicare, come scrive in catalogo, il processo linguistico di alcuni artisti italiani che “consiste nel togliere, nell’eliminare, nel ridurre ai minimi termini, nell’impoverire i segni, per ridurli ai loro archetipi”.

Il duplice progetto espositivo intitolato “Arte Povera and South African Art: In Conversation“, promosso dal Consolato Generale d’Italia a Johannesburg presso il Wits Art Museum di Johannesburg dal 31 ottobre al 9 dicembre prossimi, intende celebrare i 55 anni da quella prima esposizione e definizione nel 1967, proponendo da un lato, un primo approfondimento sull’Arte povera nel Continente africano; dall’altro, una prima riflessione sulla sua influenza oltre i confini nazionali, nello specifico in Sudafrica.

Il progetto presenta pertanto due componenti tra loro in dialogo: la mostra “Arte Povera 1967-1971”, a cura della curatrice italiana Ilaria Bernardi, e la mostra “Innovations in South African Art, 1980s-2020s”, a cura del curatore sudafricano Thembinkosi Goniwe.

Arte Povera 1967-1971“, a cura di Ilaria Bernardi, rappresenta la prima mostra dell’Arte povera sul Continente africano e la prima mostra sull’Arte povera dopo la scomparsa del suo teorizzatore, Germano Celant, avvenuta nel 2020. Ha pertanto un’importante valenza storica.

La mostra accoglie le opere dei 13 artisti che sono considerati gli esponenti canonici dell’Arte povera: Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Gilberto Zorio.

La curatrice Ilaria Bernardi, anziché proporre una retrospettiva generale sulle ricerche di questi artisti, ha preferito adottare un concept più originale, meno scontato, capace di restituire la vivacità e il dialogo esistenti tra artisti e opere nella seconda metà degli anni Sessanta. Al Wits Art Museum saranno perciò esposte opere datate perlopiù tra il 1967, anno in cui Celant conia il termine Arte povera, e il 1971, anno in cui egli postula che l’etichetta Arte povera deve dissolversi affinché ogni artista possa assumere la sua singolarità. La mostra desidera dunque approfondire la prima fase di quella ricerca definibile “povera”, ma al contempo si propone di coglierne i comuni denominatori che hanno portato Celant a definirla tale. Da qui l’aggiunta di alcune opere realizzate negli anni immediatamente precedenti al 1967. Accanto alle opere, la mostra includerà un ampio apparato fotografico e documentario al fine di fornire un approfondimento cronologico, storico e critico dell’Arte povera e delle ricerche dei suoi artisti.

La mostra Innovations in South African Art, 1980s-2020s, curata da Thembinkosi Goniwe, sottolinea invece la traiettoria di sperimentazione, scoperta e improvvisazione nel lavoro di un gruppo selezionato di artisti sudafricani. Il loro lavoro è radicato a livello locale ma orientato a livello internazionale nelle sue esplorazioni visive parallele, sovrapposte e intersecate con movimenti artistici come l’Arte povera. Gli artisti in mostra sono: Jane Alexander, Willem Boshoff, Bongiwe Dhlomo-Mautloa, Kay Hassan, David Thubu Koloane, Moshekwa Langa, Bill Mandindi, Senzeni Marasela, Kagiso Pat Mautloa, Thokozani Mthiyane, Lucas Seage, Usha Seejarim, Kemang Wa Lehulere.

In linea con le politiche e gli obiettivi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e in continuità con l’azione portata avanti dall’Ambasciata d’Italia a Pretoria e dal Consolato Generale d’Italia a Johannesburg in questi anni, il progetto “Arte Povera and South African Art: In Conversation” ha l’obiettivo di sviluppare ulteriormente i ponti tra Italia e Sudafrica, stimolando un dialogo interculturale e uno scambio di esperienze tra due regioni geo-culturali. Mediante l’utilizzo di un linguaggio universale quale è l’Arte, delinea un dialogo implicito tra l’arte italiana e quella sudafricana per dimostrare come l’interscambio culturale sia necessario per un proficuo sviluppo artistico transnazionale.

Il progetto “Arte Povera and South African Art: In Conversation” sarà accompagnato da un libro/catalogo illustrato, edito da Silvana Editoriale, bilingue (italiano/inglese) e “doppio”, da sfogliare in due versi. Il primo verso del volume sarà dedicato alla mostra sull’Arte povera curata da Ilaria Bernardi e includerà un suo ampio saggio, approfondimenti sulle opere e sui 13 artisti e una cronologia delle più importanti mostre dell’Arte povera dal 1967 a oggi. Il secondo verso sarà dedicato all’esposizione curata da Thembinkosi Goniwe e includerà un suo saggio, nonché approfondimenti sulle opere e sugli artisti sudafricani esposti.


Wits Art Museum

Il Wits Art Museum (WAM), connesso all’University of the Witwatersrand (“Wits University“) di Johannesburg, è il più importante museo d’arte di Johannesburg dedicato all’arte africana. La sua collezione comprende oltre 13.000 opere d’arte africana ed è nata da una piccola collezione didattica dipartimentale avviata all’inizio degli anni ’50 da due professori, Heather Martienssen e John Fassler, entrambi del Dipartimento di Architettura di Wits. Alla fine degli anni ’60, Norman Herber donò ingenti fondi per l’acquisizione di opere, consentendo alle collezioni storiche e contemporanee di crescere in modo sostanziale. Nel 1978 le prime opere d’arte classica africana furono donate dall’italo-sudafricano Vittorio Meneghelli e l’anno successivo fu avviata la Standard Bank African Art Collection e John Schlesinger donò una grande collezione di oltre 100 opere. Altre importanti aggiunte alle collezioni includono la Collezione del Wits Museum of Ethnology (2001), l’Archivio Neil Goedhals (1993), l’Archivio delle stampe di Robert Hodgins (2007), la Collezione Sekoto (2010), gli archivi di Walter Battiss (2017) e Judith Mason (2017). Attualmente il museo include anche il Jack Ginsberg Centre for Book Arts che ospita oltre 3000 libri d’artista, di cui 400 sudafricani, nonché un archivio unico di 3000 oggetti sulla storia e lo sviluppo di genere dell’arte del libro, oltre a una vasta biblioteca di monografie sull’arte sudafricana. L’edificio in cui si trova il Wits Art Museum è stato progettato dagli architetti Nina Cohen, Fiona Garson e William Martinson, che sono stati premiati con il Visi Magazine Architecture Award 2012 proprio per il loro lavoro per WAM.


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Bologna, Collezioni d’Arte: “Guercino e i suoi allievi. Dalle ‘teste di carattere’ ai ritratti”

Si è avviato il progetto diffuso “Itinerari Guerciniani” con una serie di iniziative, attività e itinerari per scoprire le opere di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino conservate nei numerosi luoghi sul territorio emiliano-romagnolo – dove la sua arte ancora oggi vive e splende ai vertici della pittura barocca del Seicento europeo – in una prospettiva di creazione del sistema museale cittadino e metropolitano e di rafforzamento delle collaborazioni culturali nel contesto del sistema museale regionale dell’Emilia-Romagna.

Evento di apertura di una programmazione, che si propone di valorizzare il patrimonio artistico permanente del genio nato a Cento, è la mostra Guercino e i suoi allievi. Dalle ‘teste di carattere’ ai ritratti visibile alle Collezioni Comunali d’Arte del Settore Musei Civici Bologna dall’8 ottobre 2023, con inaugurazione sabato 7 ottobre alle ore 11.00.

Nasce da una volontà tra Comune di Bologna, Città metropolitana di BolognaComune di Cento, Regione Emilia-Romagna e altri importanti partneril nuovo progetto diffuso degli “Itinerari Guerciniani” che celebra il grande maestro della pittura barocca Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento, 1591 – Bologna, 1666).

Espressione di un tavolo congiunto dedicato a Guercino che coinvolge numerose amministrazioni, istituzioni culturali e organizzazioni pubbliche e private – coordinato da Eva Degl’Innocenti, direttrice del Settore Musei Civici Bologna – la rete è stata istituita con l’obiettivo di avviare un percorso di valorizzazione territoriale del genio di origine centese come simbolo di un territorio custode di un patrimonio artistico di eccezionale rilevanza, destinato a permanere nel tempo.

Il progetto mira a rafforzare le collaborazioni culturali, contribuendo alla creazione del sistema museale cittadino e metropolitano di Bologna nell’ambito di un più ampio sistema museale della Regione Emilia-Romagna, coinvolgendo le numerose realtà territoriali che ospitano opere di Guercino, con l’obiettivo di creare degli itinerari che restino a disposizione sia delle comunità locali, sia degli altri visitatori, in modo permanente.

L’iniziativa è promossa in accompagnamento a due importanti occasioni per la divulgazione e la diffusione della conoscenza dell’artista: la riapertura al pubblico nel novembre 2023 della Civica Pinacoteca di Cento “Il Guercino”, con il riallestimento delle opere dell’artista in essa conservate, dopo la grave ferita dell’inagibilità causata dagli eventi sismici del 2012, e la mostra Guercino nello studio che si apre alla Pinacoteca Nazionale di Bologna dal 28 ottobre 2023, a cura di Barbara Ghelfi e Raffaella Morselli in collaborazione con lo staff del museo.
A testimonianza di un rinnovato interesse per la tradizione artistica bolognese ed emiliana, e per la figura del Guercino in particolare, altre importanti sedi museali nazionali organizzeranno esposizioni e percorsi sul grande maestro della pittura barocca tra il 2023 e il 2024.

Gli “Itinerari Guerciniani” si declineranno in una serie di progettiitinerariconnessioni culturali e destinazioni turistiche che dalla città di Bologna si estenderanno a diversi siti della Regione Emilia-Romagna, in una prospettiva di rafforzamento delle collaborazioni culturali nel contesto del sistema museale metropolitano di Bologna e regionale dell’Emilia-Romagna.
Attraverso il coinvolgimento delle numerose realtà territoriali che conservano opere di Guercino, della sua bottega e di artisti che furono influenzati dalle sue opere, saranno proposti publicprogrampercorsi di visita, laboratori ed esperienze culturali rivolte a diverse tipologie di pubblici, dai cittadini delle comunità locali al pubblico di prossimità ai turisti, che resteranno a disposizione in via permanente.

A supporto delle risorse e competenze messe a disposizione da ognuna delle realtà istituzionali coinvolte nel progetto di sinergia culturale, le iniziative di promozione turistica del territorio saranno sostenute da una co-progettazione tra Bologna Welcome, Tavolo turistico territoriale della Pianura Bolognese, Territorio Turistico Bologna-Modena e Azienda di Promozione Turistica della Regione Emilia-Romagna. Con l’obiettivo di incentivare l’incoming delle presenze turistiche, collaboreranno inoltre le imprese ricettive associate a Federalberghi Bologna – Associazione Albergatori Città metropolitana Bologna di Confcommercio Ascom Bologna – con il coordinamento di Giancarlo Morisi, proprietario e direttore di Boutique Hotel Il Guercino -attraverso attività mirate di comunicazione e marketing verso la propria clientela.

Dopo la positiva esperienza realizzata nel 2021 per la promozione della Bologna rinascimentale come una delle principali capitali artistiche italiane durante il Quattro e il Cinquecento, Bologna Welcome curerà la realizzazione di un minisito web e un pieghevole dedicati ai principali luoghi guerciniani. Entrambi i supporti saranno disponibili da fine ottobre, in lingua italiana e inglese.
Sempre da fine ottobre 2023, il Territorio Turistico Bologna-Modena proporrà, in collaborazione con Bologna Welcome, una serie di tour guidati alla scoperta di alcuni dei più importanti luoghi guerciniani, da Cento a Pieve di Cento, da San Giovanni in Persiceto a Bologna, con la possibilità di approfondire la figura e il percorso del grande artista sul territorio.

Evento inaugurale della programmazione diffusa è il progetto espositivo Guercino e i suoi allievi. Dalle ‘teste di carattere’ ai ritratti allestita nella maestosa Sala Urbana delle Collezioni Comunali d’Arte dall’8 ottobre al 26 novembre 2023, con inaugurazione sabato 7 ottobre alle ore 11.00.
Promossa dai Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna, grazie ai prestatori ASP Città di Bologna: La Quadreria di Palazzo Rossi Poggi Marsili e UniCredit Art Collection di Palazzo Magnani, Bologna, la mostra a cura di Silvia Battistini è intesa ad approfondire alcuni aspetti della produzione del maestro e degli artisti che si formarono presso di lui e la sua bottega.
L’inaugurazione si svolge sabato 7 ottobre 2023 alle ore 11.00 presso la Cappella Farnese e la Sala Urbana di Palazzo d’Accursio.

Tavolo Guercino
Promotori
Comune di Bologna
Città metropolitana di Bologna
Comune di Cento
Regione Emilia-Romagna
Pinacoteca Nazionale di Bologna

Coordinamento

Settore Musei Civici Bologna

Componenti
Arcidiocesi di Bologna
ASP Città di Bologna: La Quadreria di Palazzo Rossi Poggi Marsili
UniCredit Art Collection
Genus Bononiae. Musei nella Città
SMA – Sistema Museale di Ateneo Università di Bologna
Francesca Sinigaglia
Confcommercio Ascom Bologna
Federalberghi Bologna – Associazione Albergatori Città metropolitana Bologna
Boutique Hotel Il Guercino
Civica Pinacoteca “Il Guercino”
Centro Studi Internazionale Il Guercino
Comune di Pieve di Cento
Comune di San Giorgio di Piano
Comune di San Pietro in Casale
Comune di San Giovanni in Persiceto
Unione Reno Galliera

Con il supporto di
Bologna Welcome
Tavolo turistico territoriale della Pianura Bolognese
Territorio Turistico Bologna-Modena
Azienda di Promozione Turistica della Regione Emilia-Romagna



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Prende il via l’ottava edizione di ROME ART WEEK, con oltre 400 eventi e mostre

Prende il via il 23 ottobre 2023 l’ottava edizione di
ROME ART WEEK, la settimana dell’arte contemporanea, con oltre 400 eventi e mostre

 

23-28 ottobre 2023 | Roma

Dal 23 al 28 ottobre 2023 la Capitale si tinge di viola: torna Rome Art Week, la settimana dedicata all’arte contemporanea che animerà la Città Eterna con un ricco calendario di mostre personali e collettive, open studio, performance, talk, eventi e visite guidate, mettendo così in rete artisti, gallerie, fondazioni, istituti di cultura stranieri, spazi indipendenti, curatori e amanti dell’arte. 

Rome Art Week 2023 non solo conferma il successo delle passate edizioni ma entra nel panorama culturale capitolino con le sue 837 partecipazioni tra gallerie, istituzioni, artisti, curatori e collettivi e con le oltre 400 proposte artistiche e culturali diffuse in tutta l’area metropolitana (e i numeri sono in costante e continuo aggiornamento). 

Ogni rione ed ogni quartiere della Città eterna sarà, infatti, animato da una molteplicità di iniziative alle quali il pubblico potrà partecipare in forma totalmente gratuita e scegliendo tra eventi, mostre e appuntamenti, percorsi e visite guidate anche attraverso la piattaforma www.romeartweek.com, un vero e proprio portale attivo tutto l’anno che giorno per giorno segnalerà i diversi progetti inseriti nei vari Municipi di Roma, le inaugurazioni, gli eventi menzionati dai “punti di vista” – curatori e critici che evidenzieranno le eccellenze della manifestazione -, gli open studio che daranno la possibilità di “toccare con mano” il lavoro degli artisti e dei collettivi di artisti, nonché le realtà internazionali presenti a Roma, come l’Accademia di Ungheria, la Casa Argentina, l’European School of Economics, l’Istituto Cervantes, l’Istituto Bulgaro, Real Academia de Espana, la Temple University of Rome. Per tutta la settimana molti rioni del centro storico e alcune aree non centrali, quali Garbatella, San Lorenzo, Pigneto saranno animate da visite guidate, suddivise per zone o aree tematiche, che si svolgono a piedi, in piccoli gruppi che vengono accompagnati nelle strutture espositive e negli studi degli artisti. Attiva anche la la sezione dedicata alle strutture alberghiere al fine di favorire la crescita economica e qualitativa del settore ricettivo, ampliando la rete di visitatori provenienti dall’estero. 

Rome Art Week 2023 inaugura la settimana dedicata all’arte contemporanea con due eventi di apertura: RAW 2023 Starting Party, presso l’Hotel Parrasio domenica 22 ottobre dalle ore 19.00, in collaborazione con Digital Girls, un’opportunità unica per connettersi con menti creative, collezionisti e appassionati d’arte, immergendosi in un’atmosfera ricca di ispirazione e scoperta; e, lunedì 23 ottobre alle ore 17.00, la mostra internazionale Simbolismi della Visione, organizzata direttamente da RAW, nella prestigiosa location di Villa Altieri della Città Metropolitana di Roma, a cura di Massimo Scaringella, Roberta Melasecca e Fabio Milani, che vedrà 50 artisti italiani e stranieri dialogare con la storia e la memoria della Città Eterna. All’interno della mostra anche il progetto Beyond the clouds, curato da Ghislain Robert Mayaud e Art Shares: l’artista ucraino Aljoscha e l’artista russo Ilya Fedotov-Fedorov si incontreranno a Roma, all’interno di Villa Altieri, per disegnare, realizzare e rendere fruibile al pubblico un’installazione frutto di una collaborazione carica di significati, forza espressiva, valore comunicativo. 

LE PRIME ANTICIPAZIONI DELL’OTTAVA EDIZIONE DI ROME ART WEEK

23 ottobre

Mucciaccia Gallery presenta il lavoro di due artiste di origini africane, astri nascenti della scena internazionale, Tiffanie Delune (Parigi, Francia, 1988) e Sola Olulode (Londra, UK, 1996), che espongono per la prima volta insieme nella mostra Touching the Sky, a cura di Catherine Loewe. 

Dal Creative Studio DFB con il dialogo tra il Maestro Alberto di Fabio e i giovani artisti Mattia Polidori e Giovanni Martinini, una riflessione che si estende allo spazio collettivo del Pigneto, Rione Placido: a cura di Greta Alberta Tirloni la mostra Inarrestabili latitudini nell’era dell’Antropocene; mentre nella Galleria Fidia Materia d’urto presenta al pubblico una selezione di sculture di Alberto Timossi, parte di una produzione più recente in cui l’artista esplora il concetto di urto e scontro tra materiali naturali e industriali.

Gagosian presenta, invece, August, una mostra di nuovi dipinti di grandi dimensioni e opere su carta di Sabine Moritz, prima mostra dell’artista con la galleria e la sua prima in Italia; alla Galleria della Biblioteca Angelica continua la mostra Ritorno al blu dell’artista argentino-portoghese Maria Pacheco CibilsCanova22 presenta due nuove opere di Pierluigi Pompei nella mostra Ceramica & Suono, un omaggio allo scultore veneziano Antonio Canova.

24 ottobre

La Temple University of Rome presenta la mostra di Giorgio BenniFotografare l’arte contemporanea, che ripercorre 35 anni di lavoro del noto fotografo; negli spazi di Casa Argentina si potrà visitare il progetto Bahia – Roma – Buenos Aires / L’architettura di Lina Bo BardiGalleria Continua presenta nei suoi spazi romani di Via Vittorio Emanuele Orlando la prima mostra personale di JR, che riunisce per la prima volta le opere della più grande e iconica anamorfosi dell’artista: le Brecce, diventate simboli virali dell’inaccessibilità della cultura durante la pandemia. 

La Galleria Anna Marra presenta al pubblico The Visitors, a cura di Alessandro Romanini, prima personale italiana del giovane artista nigeriano Adegboyega Adesina (Lagos, 1998); nell’Open Studio Gallery Patrizia Genovesi, L’intelligenza artificiale nel mondo delle immagini, un salotto di discussione tra esperti e appassionati; mentre alla Casa dell’Architettura – Acquario Romano inaugura la mostra Geometrie di Carta con i lavori recenti dell’artista Roberto Mannino.
 

Rome Art Week è un progetto culturale totalmente indipendente e no profit promosso da Kou – Associazione per la promozione delle Arti visive, nella quale tutto lo staff organizzativo, da otto anni, mette a disposizione le proprie competenze in forma totalmente gratuita e volontaria, credendo fermamente nella possibilità di generare una vera rete tra tutti gli operatori culturali romani che lavorano nel contemporaneo. 

Rome Art Week si avvale: del patrocinio del Ministero della Cultura, Regione Lazio, Roma Capitale Assessorato alla Cultura, Sapienza Università di Roma, Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia Storia e Storia dell’arte in Roma, CIU Confederazione Italiana Unione delle professioni Intellettuali; con il supporto e collaborazione di: Roma Capitale Assessorato ai Grandi Eventi Sport Turismo e Moda. Sostenitori: Poste Italiane, Idea Positivo. Partner: Certart, Menexa, Art Shares. Media partner: Dimensione Suono soft, E-zine, The Art Libido, Prima Pagina News. Partner tecnici: Hotel Parrasio. Iniziative partner: Miami New Media Festival. Ufficio stampa di supporto: Incandenza (partner e patrocini aggiornati alla data 18 ottobre 2023).


INFO

#romeartweek 23-28 ottobre 2023
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Ideazione e organizzazione
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Ufficio Stampa di supporto
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Milano, Libreria Scatola Lilla: Presentato “Operaprima” di Simone Salomoni

Un romanzo ad alta tensione narrativa

Operaprima

di Simone Salomoni

Mercoledì 18 ottobre ore 18.30

Presso la libreria Scatola Lilla – Via Privata della Braida 5 – Milano

L’esordio letterario di Salomoni è un romanzo inesorabile, in grado di fuggire il genere (linguistico, letterario, sessuale…) e fonde irrimediabilmente i confini tra l’amore e la disumanità.

Martedì 18 ottobre alle ore 18.30 presso la libreria Scatola Lilla di Cristina Di Canio, in via Privata della Braida 5 a Milano, si terrà la presentazione del primo romanzo di Simone SalomoniOperaprima (Alter Ego Edizioni). Dialogano con l’autore Giuseppe Nibali, scrittore, poeta e direttore responsabile di “Poesia del nostro tempo”.

Salomoni, docente della scuola Bottega di Narrazioni ci consegna un romanzo ad alta tensione narrativa dove i confini tra l’amore e la disumanità si fondono irrimediabilmente.

Prima ancora della storia, per descrivere il romanzo di Salomoni, si deve parlare delle scelte dello scrittore. Salomoni fugge ogni genere (linguistico, letterario, sessuale…): gioca con le parole astraendo la loro natura tanto da lasciare al lettore l’interpretazione. L’autore crea un vuoto attorno alle chiare descrizioni di genere a cui siamo sempre stati abituati, usando la lingua italiana in modo cesellato tanto da riuscire ad allontanare la natura di queste senza ricorrere ad asterischi o schwa.

Monghidoro, Appennino bolognese. Un pittore quarantenne con problemi di erezione è intento a preparare la mostra che dovrebbe cambiargli la carriera quando Marie Bertrand – avvocato quarantenne e madre di Simone Salomoni, frutto adolescente di una relazione passata – affitta per l’estate la porzione di casa adiacente alla sua. Marie resta affascinata dal pittore: acquista alcune opere, commissiona il ritratto di Simone, tenta di sedurlo. Anche Simone subisce il fascino dell’uomo: poco per volta si apre con lui, gli confessa gli abusi patiti nel passato, gli mostra un presente di autolesionismo e sessualità promiscua, lo lascia entrare nella propria caverna profonda permettendogli di leggere i suoi racconti. Il pittore si trova così costretto a scegliere fra la voglia di farsi cura per Simone – diventandone mentore e guida – e il bisogno di ritrovare la potenza sessuale e l’ispirazione artistica perdute.

Operaprima è un romanzo inesorabile, Salomoni racconta una storia che, come dice lo scrittore Fabio Bacà: “è un tratteggio limpido e inebriante della follia, dell’azzardo, della provocazione, della colpa, dell’ossessione, della brutalità e del coraggio che sovrintendono alla poiesi di qualunque opera d’arte degna di essere definita tale“. Con uno stile meticoloso l’autore sorprende il lettore con una struttura originale. Al centro di tutte le vicende vi è l’arte, che, per dirlo con le parole dell’autore, “Quando scegli (l’arte), non puoi amare le persone come le persone vorrebbero essere amate, non puoi avere la grazia dell’amore e la gloria dell’arte, non puoi perché non appartieni completamente a te stesso e quindi non puoi appartenere del tutto a nessuno.

Una narrazione che lascia senza respiro: Operaprima racconta una storia che rimane impressa nella mente, non tanto per gli interrogativi che ci pone, ma per la sua composizione in grado di andare al di là di ogni categorizzazione.

L’AUTORE

Simone Salomoni è nato a Bologna nel 1979. Laureato in Letteratura italiana contemporanea, sceneggia spot pubblicitari, video ed esperienze di realtà virtuale immersiva. Una sua installazione è stata proiettata nel cortile di Palazzo Foscari in occasione della Venice Art Night 2021. Insegna tecniche di narrazione e storytelling nel corso per Expert Mixed Reality di FITSTIC (Fondazione ITS Tecnologie Industrie Creative) ed è docente della Bottega di narrazione diretta da Giulio Mozzi. Operaprima è il suo primo romanzo.

DATI

Pagine: 172 | Formato: 14×21.5 | Prezzo: 16.00 € | ISBN: 9788893332460


Ufficio Stampa
Claudia Cervellini
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Aperta a Matera la mostra sul Futurismo in presenza del Ministro Sangiuliano

Inaugurazione del 20 ottobre. Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano taglia il nastro

FUTURISMO ITALIANO.
Il Contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento

Matera, Museo Nazionale di Matera
20 ottobre 2023 – 10 gennaio 2024

Mostra ideata da Annamaria Mauro e Daniele Ferrara e curata da Massimo Duranti, promossa dal Museo nazionale di Matera in collaborazione con la Direzione regionale Musei Veneto – Museo nazionale Collezione Salce.

È stata inaugurata, oggi a Matera, al Museo nazionale, alla presenza del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e del Direttore generale Musei, Massimo Osanna, la mostra “Futurismo Italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento”.

“Il Futurismo, movimento che dall’Italia si affermò in tutto il mondo, seppe lasciare tracce a tinte forti anche nel Meridione nel segno di una sfida culturale al rinnovamento e alla creazione di una modernità – ha detto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – Ricostruire i passaggi a Sud di questi visionari delle avanguardie è una delle sfide vinte dagli organizzatori della mostra che hanno centrato innanzitutto l’obiettivo del recupero conoscitivo di questo fenomeno che ha contagiato tutte le discipline artistiche, lasciando un’eredità di pensiero e di creatività ancora attuale”.

Ad essere proposti a Palazzo Lanfranchi sono più di 130 dipinti, sculture, disegni, provenienti da musei pubblici, fondazioni, archivi e collezioni private. Completano il percorso documenti d’archivio editi e inediti provenienti da diverse istituzioni. Dal Museo nazionale Collezione Salce sono giunti alla mostra di Matera ben 25 manifesti futuristi, a conferma della collaborazione tra il Museo nazionale di Matera e la Direzione regionale Musei Veneto intorno al progetto “Futurismi”.

La mostra, ideata da Annamaria Mauro e Daniele Ferrara, curata da Massimo Duranti, è promossa dal Museo nazionale di Matera in collaborazione con la Direzione regionale Musei Veneto.

Per il Direttore generale Musei, Massimo Osanna: “La vocazione del Museo nazionale di Matera come centro di ricerca e memoria della tradizione storica e culturale del Meridione trova piena espressione nella mostra dedicata al Futurismo. L’esposizione focalizza l’apporto degli artisti del Mezzogiorno nella nascita e nello sviluppo di questa importante esperienza artistica del secolo scorso. La collaborazione del Museo nazionale di Matera con la Direzione regionale Musei Veneto e la pluralità dei prestatori rappresentano le potenzialità del lavoro corale e dello spirito di cooperazione che anima il Sistema museale nazionale“.

Una rilettura del ruolo avuto dal Mezzogiorno nella diffusione ed elaborazione del Movimento che vuole riprendere il discorso dell’Italia, dalla Campania e dall’Abruzzo in giù e fino alle isole maggiori, come il più grande ‘luogo’ del Futurismo, luogo animato non solo dai futuristi nati e vissuti nel Mezzogiorno, ma anche da tutti i futuristi italiani che negli eventi e manifestazioni svoltesi nel Meridione parteciparono attivamente da protagonisti, comprimari e attori“, evidenzia la direttrice del Museo nazionale di Matera, Annamaria Mauro.

Nel catalogo – sottolinea il curatore Duranti – nell’ambito degli esiti della ‘Ricostruzione futurista dell’Universo’, è richiamato il manifesto del 1915, firmato da Giacomo Balla e Fortunato Depero, che segna la continuità e l’evoluzione della prima stagione ‘eroica’ del Futurismo e che teorizzava l’interesse del movimento per ogni forma di espressività e dunque letteratura, poesia, cinema, teatro, musica, arredo, cucina. Per questo motivo, una sezione della mostra è dedicata alle arti applicate: mobili, arazzi, abiti, maioliche. Importante è la presenza dell”Intonarumori’ di Russolo, nella ricostruzione di Pietro Verardo che ripropone sonoramente l’invenzione del futurista in materia di musica-non musica. Accanto a questo apparato e sempre in materia musicale, vengono esposti gli spartiti, conservati al Conservatorio di musica Lorenzo Perosi di Campobasso, di Nuccio Fiorda.

Accanto ai nomi dei protagonisti Boccioni, nativo della Calabria, Balla, Severini, Carrà, Depero, Prampolini, Dottori, Benedetta ci sono anche quelli di personaggi meno noti, ma non meno significativi come Roherssen, Bologna e Castellana.

Per quanto riguarda gli aeropittori, saranno presenti opere di numerosi futuristi le cui peculiarità furono declinate da Marinetti stesso nel 1939: Prampolini e Crali inseriti nella “Aeropittura stratosferica cosmica biochimica”; Fillia e Diulgheroff nell’ “Aeropittura essenziale, mistica ascensionale simbolica”; Dottori, Benedetta, Bruschetti, Peruzzi, Tano e Angelucci in quella trasfiguratrice lirica spaziale; Tato nella “sintetica e documentaria”. Opere di Dottori, Fillia e Bruschetti rappresentano l’Arte Sacra Futurista, codificata dal manifesto del 1931.

Oltre all’Aeropittura, negli sviluppi futuristi si manifesta la tendenza meccanicistica che viene rappresentata da opere di Depero, Pannaggi e Prampolini che manifesterà poi l’idealismo cosmico, presupposto dell’astrattismo. Particolare attenzione è riservata in mostra, guardando specificatamente al Meridione, ai “Circumvisionisti”, il gruppo dei futuristi campani attivi già dal 1914: pittori, poeti paroliberi, scrittori e intellettuali che animarono la presenza futurista a Capri e Napoli. Vengono così presentate opere dei fratelli Francesco e Pasqualino CangiulloBuccafusca, Cocchia, Peirce, LeporeMaino protagonisti di un percorso culturale che dal Futurismo giunge al teatro napoletano di Antonio De Curtis.

Un focus è riservato al contributo al Futurismo della Lucania: ad essere esposte sono due rarissime opere di Joseph Stella, nativo di Muro Lucano, ma trasferitosi a 19 anni negli Stati Uniti, definito “il primo futurista d’America”.

La mostra rimarrà aperta fino al 10 gennaio 2024.

Per orari di apertura e tutte le info: https://www.museonazionaledimatera.it/


In collaborazione con
Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499; www.studioesseci.netsimone@studioesseci.net,
referente Simone Raddi

Portopiccolo: Le opere in pietra carsica dei giovani scultori in residenza e apertura della mostra

REPORTAGE – ph Massimo Goina

IL FAVOLOSO VIAGGIO NELLA PIETRA D’AURISINA
Inaugurazione delle opere realizzate dai giovani scultori in residenza e apertura della mostra documentativa.
Il programma degli eventi di sabato 21 ottobre a Portopiccolo (Duino Aurisina-Ts)

Nell’ambito della rassegna “L’Energia dei Luoghi – Festival del vento e della pietra“, 
sabato 21 ottobre, alla Portopiccolo Art Gallery a Sistiana (Duino Aurisina – Ts) sono in programma una serie di eventi su “Il favoloso viaggio nella pietra d’Aurisina. Verso Kamen”, dedicato alle Residenze e laboratori di scultura contemporanea ad Aurisina e al progetto KAMEN – Museo Diffuso delle Cave e della Pietra di Aurisina / Muzej Nabrežinskega Kamna in Kamnolomov.

Dopo una passeggiata creativa “Per l’antica cava” di Portopiccolo, con partenza alle ore 10.00 dalla Art Gallery per visitare e conoscere la storia della suggestiva location (prenotazione obbligatoria: info@estplore.it | tel. 3407934805), alle 11.00 è prevista l’inaugurazione delle opere realizzate in pietra carsica dai giovani scultori in residenza Tjaša Cigoj (Srečko Kosovel Sežana), Christoph Conrad e Anna Theresa Pöll (Akademie der bildenden Künste Wien), Celeste Magnolini (Accademia Belle Arti Venezia), Greta Fila (Accademia Belle Arti Carrara). Alla presenza del Sindaco di Duino Aurisina Igor Gabrovec e della Presidente del Circolo Culturale Sloveno SKD Igo Gruden Jasna Simoneta, la curatrice Eva Comuzzi – con i maestri scultori Edi Carrer e Alberto Fiorin – illustrerà le opere ispirate dalla poesia I cavatori di Aurisina di Igo Gruden. Seguirà alle 11.30 l’apertura della mostra documentativa delle Residenze e laboratori di scultura “Viaggio nel favoloso”, con le fotografie di Massimo Goina.

“Al termine della poesia sui cavatori di Aurisina – anticipa Eva Comuzzi – “Ivo Gruden parla dell’impronta sull’ardito progresso della storia. L’impronta. Che cosa rimane? Che cosa rimarrà di tutto ciò?” – si chiede la curatrice intendendo del progresso. “Dall’altro lato, L’Ardore di Roberto Calasso, a cui la parola ardito mi ha richiamata” – aggiunge Eva Comuzzi – “racconta dei popoli antichi del Nord del subcontinente indiano che non lasciarono né oggetti, né immagini ma soltanto parole. Parole che tramandano, che raccontano come lo fa la poesia, che svanisce con il suono, ma prende poi forma nella pietra. Sfogliando il libro, ritrovo una scultura di donna acefala. È seduta sulle gambe incrociate e tiene le mani unite a coppa proprio sul ventre. Impronte e ancora mani. Le mani degli operai nelle miniere e quelle degli scultori che cercano di lasciare tracce e dare luce a ciò che luce non ha ancora”.

“I giovani scultori hanno saputo tradurre egregiamente sulla pietra i versi del Poeta di Aurisina” – sottolinea Fabiola Faidiga, presidente dell’Associazione Casa C.A.V.E. Contemporary Art Visoglianovižovlje Europe – per ricordarci il duro lavoro dei cavatori, uomini semplici, che hanno contribuito a rendere famosa la bella pietra di Aurisina in tutto

il mondo. In questi anni, insieme a Maddalena Giuffrida, responsabile delle Residenze  – “abbiamo imparato molto da questa pietra, vero simbolo del nostro Carso che ha sempre più bisogno di opportunità artistiche che la colleghino verso collaborazioni esterne. E con questo sguardo proiettato verso il mondo, proprio come la nostra pietra ci ha insegnato, abbiamo ospitato artisti provenienti non solo dall’Italia, ma anche dalle vicine Slovenia e Austria, facendo un piccolo passo verso quella conoscenza reciproca, che è il fondamento di ogni comunità”.

REPORTAGE – ph Massimo Goina

Le opere realizzate in questa edizione – grazie alle aziende marmifere Gramar e Caharija, che con generosità hanno aperto le porte dei loro laboratori, e all’azienda Zenith C, che anche in questa occasione ha donato i blocchi di pietra di scarto, che hanno preso nuova vita sotto le mani dei giovani artisti – andranno ulteriormente ad arricchire il Parco Sculture di Portopiccolo, dove i versi di Igo Gruden risuoneranno assieme a quelli di Dante e Pasolini, motivi ispiratori delle passate edizioni delle Residenze.

Le Residenze rappresentano un altro tassello nell’ambito del Geoparco del Carso, verso il progetto KAMEN – Museo diffuso delle Cave e della Pietra di Aurisina / Muzej nabrežinskega kamna in kamnolomov, e si realizzano grazie alla Fondazione Pietro Pittini Fondazione Kathleen Foreman Casali. Il progetto vanta inoltre l’importante contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e del Comune di Duino Aurisina-Devin Nabrezina e la fondamentale collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, dell’Istituto tecnico professionale di Sesana Srečko Kosovel sezione disegno in pietra / Šolski Center Srečka Kosovela – Sežana (Slovenia), dello Studio Carrer di Pietrasanta, del Circolo culturale sloveno SKD Igo Gruden di Aurisina e dell’Agriturismo Juna.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
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Chiasso (Svizzera), m.a.x. museo: FORTUNATO DEPERO e GILBERT CLAVEL. Futurismo = Sperimentazione. Artopoli

m.a.x. museo

FORTUNATO DEPERO e GILBERT CLAVEL
Futurismo = Sperimentazione
Artopoli

mostra a cura di Luigi Sansone Nicoletta Ossanna Cavadini

23.10.2023 – 07.04.2024

Inaugurazione domenica 22 ottobre 2023, ore 18.00

il m.a.x. museo sarà eccezionalmente aperto lunedì 23 ottobre 2023, primo giorno di mostra

La mostra si inserisce nel filone dei maestri del XX secolo proponendo un affondo sulla collaborazione creativa fra lo studioso svizzero Gilbert Clavel e il futurista roveretano Fortunato Depero: in particolare viene esaminato il loro apporto nel contesto della colonia artistica formatasi  a Capri e Anacapri a partire dagli anni ’15 del Novecento denominata “Artopoli”, frequentata attivamente  da Filippo Tommaso Marinetti, Benedetta Cappa, Enrico Prampolini, Francesco Cangiullo, Julius Evola e per un breve  periodo anche da Pablo Picasso e Jean Cocteau, senza dimenticare Michele Semenov, Sergej Djaghilev  e il ballerino Léonide  Massine. L’esposizione si concentra sulla ricerca pittorica e intellettuale di Depero, a partire dalle illustrazioni realizzate per Clavel per poi approdare all’apice della sperimentazione teatrale che sfocia nei Balli Plastici.

Fortunato Depero (Fondo, 30 marzo 1892 – Rovereto, 29 novembre 1960) è uno dei grandi protagonisti del Futurismo. Pittore, illustratore, scenografo e costumista, si adopera per dare vita a un linguaggio di sperimentazione, poetico e astratto. Nel 1917 incontra a Roma lo studioso Gilbert Clavel (Kleinhüningen, 29 maggio 1883 – Basilea, 6 settembre 1927), con il quale stringe – prima ad Anacapri e poi a Positano – un’amicizia fraterna testimoniata da numerose lettere, documenti e ritratti, e che sfocia nella creazione di progetti innovativi. Centrale risulta il rapporto di Depero con la Torre Fornillo, suggestivo edificio di proprietà di Clavel, luogo di arte, poesia e sperimentazione.

Dagli studi per costumi e scenografie realizzati per Le chant du rossignol con musiche di Igor Stravinskij e commissionati da Sergej Djaghilev, le vite di Fortunato Depero e Gilbert Clavel si intrecciano ulteriormente: l’eclettico studioso svizzero incarica infatti l’artista di realizzare le illustrazioni per la novella Un istituto per suicidi. Nel 1917, dalla loro collaborazione nascono i Balli Plastici, che vedono la partecipazione artistica di alcuni noti musicisti dell’epoca, come Alfredo Casella, Gerald Tyrwhitt, Francesco Malipiero e Bela Bartòk (che firmò con lo pseudonimo di Chemenov).

Nelle sale del m.a.x. museo saranno esposte oltre novanta opere tra bozzetti, studi, schizzi, dipinti e marionette di legno, arazzi, una maquette, fotografie vintage e lettere (alcune delle quali inedite) che mettono in rilievo l’intensa relazione fra la concezione estetica di Clavel e l’apporto artistico dell’opera di Depero.

L’esposizione si svolge in collaborazione con il Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e vanta la sinergia con istituzioni prestatrici di grande prestigio, fra cui si annoverano l’Archivio di Stato di Basilea, la Fondazione Clavel di Basilea e la Collezione Hercolani di Roma; essenziali sono anche i prestiti di preziose collezioni private.

Il catalogo edizioni d’arte Skira Milano-Ginevra, in italiano e inglese, presenta un ricco apparato iconografico e di saggi specifici redatti da Luigi Sansone, Gabriella Belli, Francesco Casetti, Federico

Zanoner, Ruedi Ankli e Nicoletta Ossanna Cavadini.

A corollario della mostra si terranno momenti di approfondimento quali conferenze, spettacoli, visite guidate, laboratori didattici per bambini e gite sui luoghi di Depero e Clavel.


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BRUM Messina – “Miti e leggende di Sicilia”. Dipinti di Antonino Siragusa – Vernissage

Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina

MITI E LEGGEDE DI SICILIA
Esposizione di Dipinti dell’Artista Antonino Siragusa

Vernissage Sabato 21 ottobre 2023, ore17 Salone Eventi

(Via Primo Settembre 117-Palazzo Arcivescovile)

Sabato 21 Ottobre 2023, alle ore 17, presso il Salone Eventi della Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” si terrà il vernissage dell’Esposizione “Miti e leggende di Sicilia”, una mostra di dipinti dell’Artista a tutto tondo Antonino Siragusa, quale tributo alla Trinacria, per rivivere attraverso il Suo sentire l’Amore profondo per la Sicilia. L’esposizione pittorica sarà corredata da una decina di poesie composte dallo stesso Maestro Siragusa, quasi a costituire un pamphlet di immagini e versi.

L’inaugurazione si aprirà con i Saluti Istituzionali e l’Introduzione della Direttrice della Biblioteca Regionale Dott.ssa Tommasa Siragusa, alla quale seguiranno, per meglio comprendere la mostra, le riflessioni dell’Art Curator Katia Trapani, Docente di ruolo con esperienza ventennale e supporto nell’organizzazione e valorizzazione del percorso artistico del Maestro. Sarà presente l’Artista.

Messinese, classe anni ’80, dopo la brillante laurea in Filosofia, sceglie di vivere e lavorare nella Sua città. Il poliedrico Antonino Siragusa ama sperimentare sempre nuovi percorsi artistici. Primo fra questi la musica che saggia in qualità di polistrumentista, interprete, raffinato compositore e curatore dell’arrangiamento dei brani più importanti della cultura italiana in stile jazz, genere musicale studiato nella prestigiosa Siena Jazz Academy e che si rivela a Lui particolarmente congeniale anche nell’esecuzione vocale.

Fotografo, videomaker, vanta altresì produzioni discografiche ben recensite dalle principali riviste specializzate (Blow-up, Rocksound) e apparizioni radiofoniche sul circuito italiano, tra cui Radio Rai.

Per meriti musicali e artistici, ha ricevuto numerosi premi. Solo a titolo esemplificativo, “Messina città d’arte”.

Il Suo approccio alle Arti figurative avviene del tutto da autodidatta. Frutto di attenta ricerca stilistica, la pittura di Antonino Siragusa si delinea in chiave moderna. E’ lasciandosi penetrare dal pathos per il soggetto, lo trae dall’animo alla tela, donando poi all’osservatore l’ultima chance di interpretazione. I Suoi dipinti sono stati esposti nelle più prestigiose gallerie e alla ‘Lux Contemporary’ di Manhattan, a fianco di artisti del calibro di Banksy, Keith Haring, Damien Hirst, Takashi Murakami e Mr. Brainwash e sono entrati a far parte delle collezioni private di estimatori in tutto il mondo. Le sue opere sono state inserite in una collezione dei curatori d’arte di Saatchi Art, la più importante galleria d’arte online al mondo con sede a Los Angeles.

In “Miti e leggende di Sicilia”, l’Artista intende dare al visitatore una chiara lettura di quelli che sono i simboli della Sicilia: il paesaggio, gli usi e i costumi del folclore, gli emblemi che la rappresentano e la rendono perenne Musa dal fascino magnetico, concreta e astratta al contempo.

Dopo la giornata inaugurale, l’esposizione resterà fruibile dal 23 ottobre fino al 2 novembre: dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13, e mercoledì, anche di pomeriggio, dalle 15 alle 17:30.
**Visite per gruppi o scolaresche esclusivamente su prenotazione anche in giorni e orari differenti.

(a cura di Maria Rita Morgana)


Post dell’iniziativa culturale saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:

Chi non potrà prendere parte all’evento in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere ai Relatori durante l’incontro.
Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Per INFO:     Ufficio Relazioni con il Pubblico
                       tel.090674564

urpbibliome@regione.sicilia.it

Ufficio Relazioni con il Pubblico
La Referente URP Funz. Dir.
Maria Rita Morgana

Calvino. Le iniziative della Direzione regionale Musei Lombardia con l’Institut français Milano

Carlo Ossola
Italo Calvino a Parigi: la città dei destini incrociati

Conferenza

Venerdì 27 ottobre, h. 18,30

Institut français Milano,
Corso Magenta 63

In occasione delle celebrazioni dedicate al centenario della nascita di Italo Calvino la Direzione regionale Musei Lombardia ha progettato una serie di iniziative che rendano omaggio al grande scrittore, così attento ai legami tra parole e immagini, come documentato al seguente link: 

Nell’ambito di questa progettualità si inserisce una collaborazione molto preziosa, quella tra il Museo del Cenacolo Vinciano, diretto da Silvia Zanzani, e l’Institut français Milano, che per la prima volta hanno pensato ad un’azione condivisa. Molte le ragioni di questa scelta, privilegiata anche dalla vicinanza, in quanto sia il Cenacolo che la sede dell’Institut français Milano affacciano su Corso Magenta.

Cosa collega, dunque, la Francia al Cenacolo e a Calvino? Intanto la vita di Leonardo ha nella sua geografia artistica l’importante periodo finale ad Amboise, come Italo Calvino, che soggiornò per tredici anni nella capitale francese. Entrambi sono stati grandi sperimentatori, e al tempo stesso capaci di affermarsi come classici nel loro ambito. Inoltre Calvino più volte ha affrontato la figura del celebre pittore fiorentino e, nei suoi Raccontini giovanili, ha ipotizzato uno struggente dialogo tra Gesù, Giuda e i discepoli. 

A tenere uniti tutti questi fili che si intrecciano, e le due istituzioni coinvolte, è la figura di Carlo Ossola, (1946), filologo e critico letterario italiano, socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei e docente di Letterature moderne dell’Europa neolatina presso il Collège de France. 

Il professor Carlo Ossola ha pubblicato Italo Calvino. L’invisibile e il suo dove (Milano, Vita e Pensiero, 2016), un libro in cui viene ripercorso tutto l’itinerario creativo di questo classico della cultura del Novecento e della letteratura italiana tutta: dall’opera di esordio (Il sentiero dei nidi di ragno, 1947) alla trilogia fantastica (Il visconte dimezzato, Il barone rampante, Il cavaliere inesistente) al Calvino ‘moralista’ delle Città invisibili e di Palomar, fino all’ultimo delle Lezioni americane.

In Calvino, afferma Ossola, la tendenza al realismo e quella al fantastico esprimono uno spirito che colloca l’invenzione letteraria in equilibrio perfetto con il meditare filosofico e l’impegno etico e storico.

“Calvino ha saputo dar forma a una lingua capace dell’universo, precisa, esatta e tuttavia senza confini, classica nel conferire il primato alle idee, il posto giusto agli oggetti, alle forme, ai tempi, allo sguardo che li mette in prospettiva. Come la sua lingua, egli è il nostro classico del Novecento, nella sua capacità di cancellare tutto l’inessenziale, per ottenere il dono supremo dell’arte”.

Per questi legami visibili la Direzione regionale Musei Lombardia e l’Institut français Milano hanno programmato una conferenza, rivolta a tutti ma con un’attenzione particolare al mondo della scuola, in cui il professor Ossola toccherà il tema di Calvino e della Francia, di un soggiorno in cui l’interesse sulla relazione tra parole e immagini si fece molto stringente.

Venerdì 27 ottobre, h. 18,30

Institut français Milano, Corso Magenta 63

Carlo Ossola: Italo Calvino a Parigi: la città dei destini incrociati

Presenta e introduce: Emanuela Daffra, Direttore, Direzione Regionale Musei Lombardia

L’iniziativa è gratuita, ma a numero chiuso, in quanto i posti sono limitati: vi invitiamo a registrare subito la vostra partecipazione compilando il form

Verrà rilasciato al termine dell’evento un attestato di partecipazione a firma congiunta della Direzione Regionale Musei Lombardia e dell’Institut français Milano.

Si ringrazia la Casa editrice Vita e Pensiero di Milano per il sostegno all’iniziativa.


Ufficio Comunicazione
drm-lom.comunicazione@cultura.gov.it
In collaborazione con
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
Referente Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net

Roma: al NEXT MUSEUM la mostra immersiva VAN GOGH EXPERIENCE

Tutte le immagini sono di proprietà di NEXT EXHIBITION SRL, produttore della mostra: ©NEXTEXHIBITION Le persone ritratte hanno partecipato a shooting e/o eventi  organizzati dall’azienda che detiene liberatoria e concessione di utilizzo delle immagini.

Next Exhibitionleader internazionale nella produzione e realizzazione di mostre innovative ed eventi culturali, apre a Roma il Next Museumspazio multimediale, immersivo e tecnologico – nato per accogliere mostre immersive – dove la cultura gioca con la tecnologia.Negli spazi dell’ex Cinema Avila – Corso d’Italia 37/d, a pochi passi da Villa Borghese – Next Museum ospiterà dal 28 ottobre 2023 al 31 marzo 2024 la prima mostra multimediale dal titolo Van Gogh Experience, un viaggio nel tempo che abbraccia il visitatore conducendolo nella vita, nelle suggestioni e nelle opere dell’artista più conosciuto al mondo.L’evento è una produzione internazionale di Next Exhibition, in collaborazione con Associazione Culturale Dreams e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma.Il nuovo Next Museum di Roma è concepito per creare esperienze multisensoriali sull’arte, sulla storia e sulla società: le sale offrono tecnologie avanzate – videomappingimmagini 3Dologrammivisori di realtà virtuale – grazie alle quali la cultura diventa un’esperienza unica, incredibilmente emozionante, accessibile per tutti e adatta per tutta la famiglia.La prima grande mostra multimediale presentata, Van Gogh Experience, è un vero e proprio viaggio nel mondo dell’artista, nei luoghi da lui visitati dove ha vissuto e lavorato, dalla città dell’Aja a Londra, da Amsterdam a Bruxelles, da Anversa a Parigi e infine ad Arles in Provenza.Le opere riprodotte grazie alla realtà virtuale sono le più iconiche di Van Gogh e vanno da La notte stellata ai Girasoli, dalla Notte stellata sul Rodano all’Autoritratto, da I mangiatori di patate a Campo di grano con corvi, e infine la sua Camera da letto ad Arles, uno dei capolavori più conosciuti.



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