I fratelli Goncourt ovvero l’arte sublime della sincerità

La newsletter che non spediremo mai

A cura di Sergio Bertolami

Edmond e Jules de Goncourt

Le segrete memorie del Journal


Idealmente le righe di questa newsletter si ispirano a Jules ed Edmond de Goncourt. Gli stessi letterati ai quale è intitolato il Prix Goncourt, che a novembre del 2021 è stato assegnato al senegalese Mohamed Mbougar Sarr per La plus secrète mémoire des hommes, romanzo che, a quanto ne so, non è stato ancora tradotto in italiano. Edmond de Goncourt aveva espresso nel suo testamento la volontà di istituire un premio letterario annuale che dal 1903 è assegnato all’inizio di novembre dall’Académie Goncourt. Questo perché fin dal 1862 i fratelli Jules ed Edmond de Goncourt avevano deciso che, dopo la loro morte, la casa (che avevano acquistato con l’eredità della madre) e tutti i preziosi arredi in essa contenuti, non avendo eredi diretti, sarebbero stati oggetto di una vendita e gli interessi utilizzati dal loro cenacolo letterario, per premiare «un ouvrage d’imagination en prose

Il Prix Goncourt 2021 attribuito a Mohamed Mbougar Sarr

paru dans l’année». Qual era – per parafrasare lo scrittore senegalese – la più segreta memoria di due uomini come i fratelli Goncourt? In qualche modo era il loro Journal, che raccoglieva le annotazioni che i fratelli facevano, per lo più a tarda notte. Utilizzavano un metodo tutto loro, che chiamavano “doppio dettato”. Uno dettava all’altro che prendeva nota, e viceversa. Poi si alternavano nelle correzioni. «Questo diario – scriverà Edmond – è la nostra confessione di ogni sera: la confessione di due vite inseparabili nel piacere, nel lavoro, nel dolore, di due pensieri gemelli, di due menti che ricevono dal contatto con uomini e cose impressioni così simili, così identiche, così omogenee, che questa confessione può essere considerata come l’espansione di un singolo me e di un solo io».

Mercoledì 23 febbraio 2022

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Alphonse Daudet e sua moglie Julia. ©Foto Josse/Leemage
La saga della famiglia Daudet su Le Figaro

A che servono gli amici se non a questo!


Ancora piccolo ho conosciuto Alphonse Daudet da mio padre che mi raccontava delle avventure prodigiose di Tartarino di Tarascona. Che cosa strana a sfogliare quelle pagine ingiallite, oggi che non c’è più mio padre a raccontarmele. Daudet era amico stretto di Edmond de Goncourt. Alphonse Daudet ha un suo merito, a proposito del Journal des Goncourt. Alla data del 20 gennaio 1870, Edmond aveva deciso di sigillare l’opera, ritenendola conclusa con le ultime righe tracciate dalla mano di Jules.

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Edmond e Jules de Goncourt

Ci avevano lavorato insieme dal 1851, ma erano memorie rimaste inedite. «Pochi documenti – scrive Tara Isabella Burton su The Paris Rewiew – forniscono una visione così completa o caustica della celebrità come il diario dei fratelli Goncourt, Jules ed Edmond. Raccontando la Parigi letteraria dal 1851 al 1896, il Journal des Goncourt presenta abbastanza frecciate e scandali scottanti da far sembrare Gawker l’opuscolo domenicale della scuola». Per inciso, Gawker era un Blog newyorkese, fondato nel 2003, fonte quotidiana di ogni notizia e pettegolezzo di Manhattan. Le annotazioni dei Goncourt riportavano, invece, amicizie e rivalità nate attorno ai tavolini di qualche caffè sui Grands Boulevards o nei salotti-bene della Parigi dell’epoca. Questo perché chi scrive spesso raccoglie notizie su figure storiche, raffigurate come nei dipinti con i colori freddi della lontananza, mentre i due fratelli volevano restituire dei loro illustri amici letterati «l’ondeggiante umanità nella sua verità momentanea». Ma a

giugno del 1870 Jules era morto e Edmond aveva perso con lui una parte della sua anima. A luglio con profonda tristezza aveva messo in vendita la casa nella quale non voleva più rientrare. Continuava però a scrivere, anche se aveva preso un’altra decisione drastica, oltre a quella illogica della vendita: «Ce journal ne devait paraître que vingt ans après ma mort», questo diario non sarebbe stato pubblicato che vent’anni dopo la sua morte. Fortunatamente, Edmond cambiò presto idea. Mentre si trovava in campagna, con Alphonse Daudet, gli aveva letto qualche passo dal taccuino sul quale annotava quel suo particolare diario, che per l’insistenza del suo amico scrittore aveva portato con sé. Daudet si è talmente divertito ad ascoltare da riuscire con «dolce violenza» a convincere Edmond, a pubblicarne qualche stralcio. Ne ha parlato al loro comune amico, Francis Magnard, per pubblicarli su Le Figaro, di cui da semplice giornalista diverrà uno dei tre proprietari.
Mercoledì 23 febbraio 2022

Sono nerissimi i pensieri delle notti bianche


Le memorie della vita letteraria dei fratelli Goncourt si chiudono lunedì 30 dicembre 1895, con riferimento alla Mostra di Bing di cui ho già parlato in uno degli articoli sull’arte del Novecento. L’intenzione mia è, però, di tornare a leggere e commentare molte di queste pagine che mettono in vetrina 44 anni della vita culturale di uno dei cuori europei dell’Ottocento qual è Parigi. Sapete perché? Perché se è vero che «Sono nerissimi i pensieri delle notti bianche», come c’è scritto sul Journal, un insonne lettore di Experiences potrebbe trovarci qualche

spunto d’interesse, come per chi rimane sul sito oltre un’ora al giorno o lo visita centinaia di volte all’anno. Allora qualcuno potrà scoprire che gli epigrammi colorati estratti in figurina da Facebook o da Pinterest restituiscono un’immagine pallida dei grandi artisti che a centinaia sono stati ricordati dai Goncourt, nomi famosissimi ai loro tempi, ma cancellati dalla memoria dei posteri. Forse, qualche testa pensante, su di una scaletta per cambiare la lampadina, potrebbe ponderare per quanti anni rimarrà in luce prima che si fulmini.
Mercoledì 23 febbraio 2022

2 dicembre 1851 (primo giorno del Journal des Goncourt). — Nel giorno del giudizio finale, quando le anime saranno portate alla sbarra (del Tribunale) da grandi angeli, i quali, durante i lunghi dibattiti, dormiranno, come i poliziotti, il mento poggiato sui loro due guanti d’ordinanza, e quando Dio Padre – con la sua augusta barba bianca, come lo dipingono i membri dell’Istituto nelle cupole delle chiese – quando Dio mi interrogherà sui miei pensieri, sulle mie azioni, sulle cose a cui ho prestato la complicità dei miei occhi, quel giorno: «Ahimè! Signore – risponderò – io ho visto un colpo di Stato!»

Nota: Il 2 dicembre 1851 fu anche il giorno in cui Napoleone III attuò il suo colpo di Stato, imponendo la legge marziale a Parigi. Ma fu anche il giorno in cui, per ironica disgrazia, i due fratelli pubblicavano il loro primo romanzo. Loro sognavano edizioni di giornali, con critiche favorevoli “à la Dumas pere”, ma nel tumulto generale il romanzo passò quasi inosservato.

Milano, Palazzo Reale – Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano

Questa mostra parla della donna dipinta da Tiziano e dai suoi contemporanei: di bellezza, eleganza e sensualità, e del ruolo tutto particolare che la loro rappresentazione acquistò nella Venezia del Cinquecento.
(Sylvia Ferino)

Mostra promossa e prodotta dal Comune di Milano e Skira editore,
con il supporto di Fondazione Bracco, Main Partner

A cura di Sylvia Ferino

TIZIANO 
Ritratto di Eleonora Gonzaga della Rovere, 1537 circa
Olio su tela, 114×103 cm – Firenze, Galleria degli Uffizi
LE SEZIONI DELLA MOSTRA

Palazzo Reale apre il 2022 con una grande mostra dedicata all’immagine della donna nel Cinquecento nella pittura del grande maestro Tiziano e dei suoi celebri contemporanei quali Giorgione, Lotto, Palma il Vecchio, Veronese e Tintoretto.

La mostra, aperta dal 23 febbraio al 5 giugno 2022, è promossa e prodotta da Comune di Milano–Cultura, Palazzo Reale e Skira editore, in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna. La Fondazione Bracco è Main Partner dell’esposizione, mentre il Corriere della Sera è il Media Partner. VeraLab è Social Media Partner. L’allestimento e la grafica sono progettati da Pierluigi Cerri Studio. La mostra è curata da Sylvia Ferino, già direttrice della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum, coadiuvata da un prestigioso comitato scientifico internazionale composto da noti studiosi del settore, quali Anna Bellavitis, Jane Bridgeman, Enrico Maria Dal Pozzolo, Wencke Deiters, Francesca Del Torre, Charles Hope, Amedeo Quondam. Il libro che accompagna la mostra è pubblicato da Skira in tre edizioni, italiana, tedesca e inglese.

Oltre un centinaio le opere esposte di cui 47 dipinti, 16 di Tiziano, molti dei quali in prestito dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, cui si aggiungono sculture, oggetti di arte applicata come gioielli, una creazione omaggio di Roberto Capucci a Isabella d’Este (1994), libri e grafica.

L’esposizione – afferma la curatrice – aspira a riflettere sul ruolo dominante della donna nella pittura veneziana del XVI secolo, che non ha eguali nella storia della Repubblica o di altre aree della cultura europea del periodo.

A partire dal volume di Rona Goffen Titian’s Women, pubblicato nel 1997, sono innumerevoli gli studi che si sono concentrati sull’universo femminile nel Rinascimento veneziano. Questa indagine non è tuttavia mai stata posta al centro di una mostra.

La struttura portante dell’esposizione affronta dunque un argomento eternamente valido ma anche completamente nuovo, presentando l’immagine femminile attraverso tutto l’ampio spettro delle tematiche possibili e nel contempo mettendo a confronto gli approcci artistici individuali tra Tiziano e gli altri pittori del tempo.

Partendo dal tema del ritratto realistico di donne appartenenti a diverse classi sociali, passando a quello fortemente idealizzato delle così dette “belle veneziane” si incontrano via via celebri eroine e sante, fino ad arrivare alle divinità del mito e alle allegorie.

Inclusi nella mostra anche i ritratti e gli scritti di famosi poeti che cantarono l’amore ed equipararono la ricerca del bello all’esaltazione della donna e della bellezza femminile, come anche ritratti delle donne scrittrici, nobildonne, cittadine e anche cortigiane.
Sono analizzati anche l’abbigliamento e le acconciature femminili sfoggiate nei ritratti, sia reali che ideali, esaminando la moda contemporanea con la sua predilezione per tessuti sontuosi, perle e costosi gioielli.


Informazioni online e social
www.palazzorealemilano.it
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Uffici stampa
Skira
Lucia Crespi | 02 89415532 | lucia@luciacrespi.it
Comune di Milano
Elena Conenna
| elenamaria.conenna@comune.milano.it

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Marcello Grottesi. Vita e arte sul filo della memoria. La biografia

Giovedì 24 febbraio 2022, negli spazi di Micro Arti Visive di Paola Valori a Roma, si inaugura alle 18.30 la mostra “Marcello Grottesi. Vita e arte sul filo della memoria”, occasione per riaprire un capitolo degli irripetibili anni ’70 e per mettere a fuoco il protagonismo di uno dei suoi migliori interpreti. Eccentrico, disallineato, artista tra i più versatili (regista, pittore, scultore, attore, performer), Marcello Grottesi è un personaggio chiave della Romadi quegli anni, quando la città, dopo Parigi e New York, torna ad essere uno dei più importanti centri di sperimentazione dell’arte contemporanea in Italia.

Marcello Grottesi.
Vita e arte sul filo della memoria

a cura di Pier Paolo Grottesi e Clarissa Grottesi
in collaborazione con Paola Valori

Inaugurazione 24 febbraio 2022 ore 18.30

MICRO Arti Visive
Viale Mazzini 1 Roma

Fino al 3 marzo 2022

LA MOSTRA
Marcello Grottesi, 1998

Marcello Grottesi nasce a Roma l’8 Marzo 1939.  Sin da giovanissimo, si dedica al disegno come scoperta e rifugio creativo. Il 1952 segna l’avvio al cinema in occasione del primo film di Dino Risi: Vacanze col gangster.

Nel 1960 è a Nizza dove soggiorna nel corso degli anni seguenti in Avenue de Provence, a Cimiez, dove frequenta il Museo dedicato all’artista francese Matisse. Nell’ armonia essenziale delle figure della Cappella di S.Paul de Vence trova taciti riferimenti al modo spontaneo di fare pittura. Nel 1965 a Roma la prima mostra “Attimi”: forme astratte in Via del Babuino, suscita molta provocazione. Seguiranno tantissime altre manifestazioni sempre nel segno della ricerca di Forma e Sostanza del linguaggio pittorico. 

Nel 1968 fonda Il Gruppo di Via Brunetti, Laboratorio ’70, con Gianfranco Notargiacomo e Paolo Matteucci, in seguito si unirà Gino De Dominicis, vivacizzando la scena artistica romana con performance d’Avanguardia molto provocatorie, di carattere ambientale spostando l’espressione artistica dal luogo tradizionalmente deputato a contenerla, la galleria d’arte, verso le piazze e le strade: dalle Pillole Pincus anticoncezionali lanciate a Piazza San Pietro, alla Ghigliottina trasportata in Piazza del Popolo e molti altri. Nel 1969 Palma Bucarelli Sovrintendente alla Galleria Nazionale d’ Arte Moderna decide di proiettare il film Zoomtrack nelle sale della Galleria. Il gruppo è poi invitato anche alla Sixième Biennale de Paris. Sul finire del 1969 lo scioglimento del gruppo.

Tra il 1968 e il 1971 Grottesi realizza due lungometraggi in qualità di autore e regista: Time e Il Gesto, presentati alla Qinzaine des Rèalisateurs di Cannes. È invitato poi al Festival di Mannhein. Nel 1972 riceve il Titano d’ Argento per il film Il Gesto, Repubblica della città di San Marino, partecipa al Festival di Avignone e al Festival di Parigi. Nel 1976 gli viene consegnato il Premio Europa, per il miglior cortometraggio a colori: Oltre Concerto, Bruxelles. Ancora nel 1976 è a Venezia con alcune mostre in: Campo Santo Stefano e Frezzeria. Alcuni incontri: a Venezia Turcato lo vuole accanto a sé in una delle sue mostre veneziane; Mario De Luigi ne scriverà entusiasta: “ Marcello! Quel quadro nero, guardalo! È un capolavoro”, offrendogli uno spazio per dipingere in laguna. Nel 1977 conosce il regista A. Lattuada che gli scrive il testo in occasione della stampa di una cartella di litografie. Sempre nel 1977, l’Assessore alla Cultura di Roma, Renato Nicolini, invita Grottesi a presentare una mostra personale di film documentari sul Barocco Romano, proiettati in Piazza Margana. Tra le mostre: nel 1985 Emozione della Materia al Museo di Castel Sant’Angelo a Roma, grande successo di pubblico internazionale. Nel 1995 a Roma alla Galleria di Palazzo Falconieri, Accademia d’Ungheria in Via Giulia, la mostra di pittura Realtà dell’Assenza altro successo di pubblico: i Tedeschi esclamavano “Wunderbar”, gli Americani si entusiasmavano, un prete Spagnolo pronunciò: “ quell’artista ha superato il computer”, i Giapponesi esprimevano consenso con il loro continuo fotografare, gli Inglesi scrivevano: “Amazing”.

Nel 1993, è invitato in Germania per una serie di mostre: Echo Welle Geometrie, personale di pittura alla Scarpati’s Galerie, Wuppertal, Kunst Auf der Talsohle, itinerario di pittura e scultura, Wuppertal, Ursprung, Galerie L, personale di pittura a Moenchengladbach, Dusseldorf, 1996.

Nel mese di Marzo 2002 è ospitato negli spazi quattrocenteschi della Sala del Bramante di Piazza del popolo a Roma con una mostra Antologica di opere pittoriche del 1990 al 1996, patrocinata dall’Assessore alle Politiche Culturali di Roma.

Nell’ aprile del 2002 viene invitato dall’Assesorato alle Politiche Culturali di Prato ad esporre con la mostra: Origine, la prima fase dell’ultima ricerca pittorica. Nel 2003, Grottesi decide di scrivere la sua biografia che viene stampata dopo due anni di lavoro per i tipi della Pieraldo Editore Roma. Nell’ Aprile del 2006, il libro è presentato su

iniziativa del Sindaco di Roma Walter Veltroni e l’Assessore Gianni Borgna presso la Sala Pietro da Cortona in Campidoglio. Nel Maggio 2010 a cura di Achille Bonito Oliva, si inaugura il nuovo Museo MAXXI a Roma e viene presentata in esclusiva una video installazione Esperienze 1968 di tutto il gruppo di Via Brunetti. Nel Settembre del 2011, Grottesi è invitato con il corto Zoomtrack alla 68 Biennale di Venezia Cinema Orizzonti anni ’60-70. Nel 2012 La Cineteca Nazionale e il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dedica un “Grottesi Day” con proiezione del suo ultimo film “Oltre” del 2010 al Cinema Trevi, Roma. Sempre nel 2012 Mostra Personale I Magazzini della Memoria 1968-2012, proiezione del film Oltre, Antico Palazzo della Pretura, Castell’Arquato.

Nel 2012 VII Edizione del Festival del Film di Roma Anarchitaly film documentario di D. Farina

Nel Maggio 2013 è a Palazzo Trinci, Foligno con la Performance “Colazione sull’ Erba 2013”,

a cui segue la proiezione del film Time all’Isola del Cinema, Roma, sempre nel 2013 realizza il film

Controvento“. Nel 2014 la mostra ” Natura Notturna” con Proiezione del Film Oltre, presso la Galleria Angelica, Roma. Nel Marzo 2015 avviene la Prima della proiezione del film ” Un Tocco di Colore” Cinema Azzurro Scipioni Roma. Il 6 Maggio 2016 esce il nuovo film “Galleria del Tempo” prima al Cinema Azzurro Scipioni Roma. Nell’Ottobre 2017 la prima di Roma la Toppa al Cinema Azzurro Scipioni, Roma. Venerdi 1 Dicembre 2017 viene proiettato il film Oltre in ricordo della amatissima Mariolina scomparsa il 4 Marzo dello stesso anno. Del 2018 Respiro dell’Orso e la Mostra Paesaggi della Memoria, alla Galleria Angelica Roma. Febbraio 2019 la sua ultima Mostra Altre Visioni, alla Virus Art Gallery di Roma. Maggio 2019 il suo ultimo film Il Giudizio Strappato prima al Cinema Azzuro Scipioni Roma. Il Grande maestro ci lascia il 17 Gennaio 2020.


INFO

“Marcello Grottesi. Vita e arte sul filo della memoria”
a cura di Pier Paolo Grottesi e Clarissa Grottesi
in collaborazione con Paola Valori

Inaugurazione 24 febbraio 2022 ore 18.30

Fino al 3 marzo 2022
Orari: dal lunedì al sabato 15.30 -19.30 – domenica chiuso

MICRO | Arti Visive
Viale Mazzini 1 – Roma
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Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
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