Roma, Spazio Urano: Silvia Valeri – d’Anima e d’Animali – Testo critico di Roberta Melasecca

Silvia Valeri – d’Anima e d’Animali

Silvia Valeri
d’Anima e d’Animali

A cura di Roberta Melasecca

Inaugurazione 31 gennaio 2023 ore 18.00

Spazio Urano
Via Sampiero di Bastelica 12 – Roma

Fino al 18 marzo 2023

Come vivremo insieme?

Testo critico di Roberta Melasecca

Corri canecavallo, corri dietro / agli aironi che sorvolano / in pattuglia la laguna. / Non ha importanza alcuna / che sfuggano alla presa; correre / è l’unica gioia, l’unica fortuna. / Raspa, perlustra con la zampa / il ciuffo d’erica in cerca / del tesoro di lucertole che cela. / Saetta la tua coda / mentre si alza il canto / solenne di cicale. / Cerchi e sei pago di cercare – / in fondo, per te come per me / senz’altro più importante che trovare. / Corri canecavallo. Fruga annusa / fiuta, spendi le tue energie di vita / prima che cali il sole.”1

How will we live together? Come vivremo insieme? Il titolo posto già dalla Biennale Architettura 2021, nel cuore degli ultimi eventi pandemici, è un interrogativo antico che trova l’inizio del suo immaginario dalla Torre di Babele ad Aristotele, alle rivoluzioni francese, americana ed industriale fino ai nostri tempi contemporanei in cui il cambiamento climatico e la rapida trasformazione tecnologica e delle norme sociali hanno reso ancora più urgente individuare una pluralità di risposte. Come vivremo insieme sposta il centro del problema da una visione esclusivamente antropocentrica ad una realtà ampliata nella quale l’essere umano è parte di un ecosistema dilatato e complesso. Come vivremo insieme si inserisce, anche, all’interno di un serrato dibattito filosofico, etico, scientifico e religioso che riguarda tutti noi in prima persona, sia come singoli individui che come come componenti di organizzazioni sociali e culturali: il crescente divario tra lavoro e capitale, l’azione di modernizzazione e massimizzazione dei profitti hanno determinato, infatti, lo sfruttamento violento del suolo, dell’ambiente, delle piante e degli esseri non umani, portando così ad uno squilibrio totale che sta mettendo in pericolo la vita stessa sul pianeta.

Il progetto espositivo del Padiglione Israeliano alla stessa Biennale 2021 denota, ad esempio, come la metafora biblica di una terra di latte e miele, quale profezia e promessa di prosperità, si è poi trasformata un un sistematico piano d’azione che ha profondamente segnato il territorio israeliano, rimodellando addirittura il paesaggio con danni irreparabili all’ambiente e compromettendo la convivenza tra i popoli. L’emblematica ed evocativa immagine dei cassetti dell’armadio-frigo in acciaio inox, contenenti animali imbalsamati estinti o che hanno dovuto lasciare il loro habitat in risposta agli interventi umani, esprime la consapevolezza che è venuto il tempo di ricercare un nuovo equilibrio nella relazione tra esseri non umani, esseri umani e natura, come già evidenziato da tempo dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

Come vivremo insieme è la domanda che dobbiamo, dunque, porci ogni giorno nelle nostre scelte quotidiane quali responsabili dell’angolo di mondo in cui viviamo ed operiamo. Come vivremo insieme è anche la domanda che ha mosso le istanze artistiche di Silvia Valeri nella sua ricerca d’Anima e d’Animali, nell’esigenza di riflettere sia su di un piano etico e sia sul concetto di riappropriazione di un’anima sensitiva che riconosce agli animali non umani l’essere uno con il proprio corpo, valore che va affermato e rispettato. Riportando l’attenzione all’origine etimologica della parola “animale” derivante da anima, soffio vitale, e allontanandosi dalla riduzione ad animus, ovvero lo spirito contrapposto al corpo, pensiero versus bestialità, che nega la possibilità ai non umani di provare sentimenti e dolore – teoria che ha condotto alla scomparsa di molte specie e alla distruzione dei nostri sistemi ambientali – l’etica animale oggi problematizza le relazioni tra umani e non umani considerando questi ultimi come esseri in grado di provare sensazioni in linea di continuità con gli umani. L’anima animale allora ci svela territori spesso negati: mentre emerge il ricordo atavico di un tempo in cui gli animali erano déi, simboli sacri e primordiali di esistenza e morte, si staglia evidente la percezione nuova di uno spazio condiviso al cui centro è l’anima trascendente come principio che consente un approccio meno soggettivo ai diritti degli animali non umani in relazione a quelli degli animali umani.

Se lo scrittore ed esploratore sudafricano Laures van des Post poteva così affermare che gli animali non umani rendono possibile la coscienza riflessiva perchè sono l’immagine riflessa di noi stessi, nelle opere di Silvia Valeri si assiste non ad un processo di antropomorfizzazione degli animali ma, al contrario, ad un percorso di riscoperta dell’animalità nell’animale umano come personificazione di uno spirito comune a tutti gli esseri. L’artista, dunque, sembra riprendere, nelle diverse serie di acquerelli realizzati tra il 2020 e il 2022, l’ontologia basata sul tema dello sguardo, come la descrive la filosofa Élisabeth de Fontenay: lo sguardo degli animali si posa su di noi in modo disarmante, ci convoca e ci interroga. Il mondo dello sguardo è il mondo del significante, un mondo possibile, aperto, nel quale entrare in contatto con la realtà animale senza tentare di dominarla. È una poetica del volto che permette di elaborare e realizzare un nuovo umanesimo che abbatte il confine dell’universo sensibile e di quello interiore per fondare una diversa consapevolezza collettiva. I volti degli animali appaiono, nelle opere di Silvia, nella dimensione del sogno e dell’altrove, nelle profondità spirituali e psichiche, incarnando quanto affermava lo psicoanalista, saggista e filosofo statunitense James Hillman: «Se c’è un’Anima del Mondo e noi ne facciamo parte, allora ciò che accade nell’anima esterna accade anche a noi. L’estinzione degli animali, come quella delle piante, è una sofferenza insita nel mondo. Noi siamo parte dell’anima mundi e intimamente soffriamo della sofferenza che vi si sta producendo.»

Così i volti delineati dall’artista hanno le sembianze zoomorfe di un non-umano onnipresente come sovra-umano nel sentimento religioso2 e raccontano di una animalità che attraversa continuamente le nostre vite, dell’animale presente fuori e dentro di noi. Silvia Valeri realizza un bestiario sommerso che dipinge mediante il filtro dell’animalità e che interpreta il rapporto simbiotico tra il paesaggio umano e quello animale alla luce di un sentimento “sacro” di bellezza. Riprendendo quanto afferma Theodor W. Adorno – la pace è lo stato di differenziazione senza potere, nel quale ciò che è differenziato reciprocamente partecipa dell’altro3 solo in un ordine conciliato che superi l’antitesi tra natura e cultura il rapporto tra umano e non umano potrà superare l’erronea alternativa tra identità e differenza assolute – tra riduzionismo biologista e spiritualismo – le quali invece si aprono e lasciano spazio all’alterità nella forma della reciproca comunicazione e comprensione.4

Scopriremo in d’Anima e d’Animali un piccolo, intenso e non esaustivo atlante filosofico- artistico, in mutevole divenire, che l’artista distribuisce a piccoli tratti, disseminando ombre e colori, celando occhi, svelando anime. Ci sentiremo osservati nel mentre continueremo a chiederci come vivremo insieme.

1 Franco Marcoaldi, Animali in versi, Canecavallo, Einaudi Editore, 2022
2 Tutti gli animali che incontriamo nei nostri sogni, La Repubblica, 2016, recensione Presenze animali di James Hillman, Adelphi.
3 Theodor W. Adorno, Parole chiave, SugarCo, Milano 1974, p. 214
4 cit. Marco Maurizi, L’animale dialettico: la critica del dominio nella Scuola di Francoforte, 2008

Silvia Valeri – Note biografiche

Silvia Valeri nasce a Roma nel 1981. Artista, arte terapeuta e operatrice sociale, dopo aver studiato restauro dei dipinti e degli affreschi alla scuola delle arti ornamentali “San Giacomo” del Comune di Roma, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si diploma in Pittura presso la cattedra del Prof. Orti e della Prof.ssa Tiziana D’Acchille, e successivamente al biennio specialistico in Arte per la Terapia dove studia prevalentemente i processi e i medium dell’arte visiva in funzione alla relazione d’aiuto in contesti psichiatrici e di disabilità. I suoi mezzi espressivi sono principalmente quelli del disegno e della pittura e dell’installazione. Oltre alla sua personale ricerca artistica, porta avanti lo studio dell’arte intesa anche come strumento privilegiato e funzionale nella relazione d’aiuto, nell’integrazione e in contesti di disagio e/o crescita personale. Da diversi anni insegna disegno e pittura privatamente in scuole e associazioni culturali di Roma e provincia, crea e conduce laboratori di arte terapia, lavora come operatrice sociale, collabora con diversi artisti, non solo appartenenti al mondo delle arti visive, ma anche del teatro, della musica, della performance.


Silvia Valeri
d’Anima e d’Animali
a cura di Roberta Melasecca

Inaugurazione 31 gennaio 2023 ore 18.00
Fino al 18 febbraio 2023
Orari
: dal 1 al 17 febbraio su appuntamento 3476694422 – 3494945612

Spazio Urano
Via Sampiero di Bastelica 12 – Roma
tel. 3290932851
info@spaziourano.com
www.spaziourano.com

Silvia Valeri
tel. 3476694422
silvia.val@hotmail.it

Roberta Melasecca
tel.3494945612
roberta.melasecca@gmail.com
www.interno14next.it

Venezia, Galleria Alice Schanzer: ALLE 7 IN MARE – Guenda NOCENTINI

Guenda NOCENTINI
ALLE 7 IN MARE 

02.02.2023 > 02.03.2023

Vernissage 02.02.23 ore 18.30

Galleria Alice Schanzer
Campo S. Margherita, Dorsoduro 3061, Venezia

Giovedì 2 febbraio alle 18.30 inaugurerà la nuova mostra alla Galleria Alice Schanzer di Venezia intitolata “Alle 7 in mare”, personale di Guenda Nocentini a cura di Silvia Previti. 

Fino al 2 marzo saranno visibili i lavori della giovane studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, una novità per la Galleria Alice Schanzer che, con questo invito, rinnova e rimarca il progetto di apertura ai talenti, più o meno giovani. 

La Galleria di Venezia, che porta il nome della poetessa e critica letteraria Alice Schanzer (1873-1936), nasce per volontà del pronipote Marco Schanzer come luogo di trasmissione dei valori culturali umanistici, svincolati dagli attuali sistemi dell’Arte.

Guenda Nocentini
BLU SINCERO
Tecnica mista su tela cm 33×35 – agosto 2022

Guenda Nocentini, ventiduenne fiorentina, con questa esposizione realizza la sua prima vera mostra personale svincolata dai progetti prettamente accademici, interfacciandosi al pubblico con 7 dipinti su tela di recente realizzazione e tutti accomunati da una precisa atmosfera: “alle 7 in mare”, così come suggerisce il titolo della mostra, ripreso a sua volta da un’opera esposta.

Iniziando al liceo a prediligere gli acquerelli, il metodo di lavoro di Guenda Nocentini si concentra sull’analisi dell’espressività grafica e sui possibili risultati da ottenere nell’utilizzo di colori e dell’acqua in rapporto con la superficie. 

Dagli acquerelli il passaggio intermedio è stato approdare all’utilizzo dell’olio per giungere oggi alla sperimentazione con gli acrilici. Iniziato il percorso di studi all’Accademia di Belle Arti a Venezia, da subito immersivo, Nocentini ha iniziato ad assorbire le diverse sollecitazioni in un ambiente, quello dell’atelier di pittura, sempre stimolante e aperto al confronto. 

Dopo l’interessante esperienza di workshop al Padiglione Antares del Vega di Marghera nell’estate 2022, Guenda Nocentini sente di aver fatto un grosso salto qualitativo e di aver prodotto lavori importanti, tra i quali troviamo in mostra una piccola tela intitolata “Blu sincero”, tratta dalla tavolozza di colori di un’opera precedentemente realizzata. 

Un lavoro attento e certosino avviene nell’analisi dei dettagli e dei materiali sia da utilizzare sia da ricreare su tela. Il metodo, che Guenda Nocentini ha già interiorizzato e fatto suo nonostante la giovane età, costruendosi una propria sintassi espressiva, è riconoscibile nei suoi lavori sia per impronta sia per raffinatezza. 

Il suo interesse è rivolto all’osservazione e riproduzione dello spostamento della materia sulla superficie, a come il colore possa essere spostato senza l’utilizzo del pennello. “Come la corrente può spostare masse di colore sulla superficie della tela?”: è con questa domanda che attualmente si approccia ai suoi lavori, spesso lavorando con lo spruzzino ad acqua su colore, tecnica che comporta un grosso grado di imprevedibilità che la affascina sia nel processo, sia nel risultato.

Nel nucleo di dipinti esposti si trovano le opere “estive”, dove il focus è stato indirizzato sullo studio dei materiali naturali che si trovano negli ambienti marini: l’osservazione della sedimentazione organica, la rifrazione della luce sulla superficie liscia delle conchiglie, la madreperla cangiante, i movimenti impercettibili dei granelli di sabbia e della loro trasformazione in altra materia nel tempo. In questa fase, importante è stato darsi un contesto tematico e compositivo per mantenere una direzione certa.

Altro gruppo di opere presenti in mostra fanno parte invece di una produzione più recente, dove Nocentini ha deciso di liberarsi della tematica per lasciarsi andare ad un lavoro più astratto, dove il segno si è liberato e il colore è diventato atmosfera palpabile e texture rarefatta. 

Filo conduttore della mostra è senz’altro l’acqua che diventa quella già citata “corrente” capace di spostare masse di colori. 

Nocentini con la sua mostra vuole ricreare un mood, uno stato della mente, una sollecitazione tangibile e per farlo a pieno, si è affidata a Gaia Campesato per la realizzazione di un racconto che verrà consegnato ai visitatori, per esplicitare a parole il contesto che fa da fondale a tutta l’esposizione.

Un invito a chi guarda a lasciarsi indietro la noiosa realtà della routine e a farsi immergere in un’atmosfera altra, dove i pensieri fluttuano lievi.

Guenda Nocentini
TERESA
Tecnica mista su tela cm 90×90 – luglio 2022

BIOGRAFIA

Nata nel 2001 e cresciuta a Firenze, Guenda Nocentini ha frequentato il Liceo Artistico dell’IIS Alberti-Dante della sua città.
Dopo una breve esperienza in Germania, decide di iscriversi nel 2021 all’Accademia di Belle Arti di Venezia, indirizzo pittura, dove attualmente frequenta il secondo anno.

Partecipa a delle piccole esposizioni già al liceo, in particolare nel 2019 con un’esposizione di una serie di acquerelli e inchiostro su carta e qualche tela. Successivamente espone a due mostre collettive e realizza una live performance a Firenze con pittura ad olio su tela.

A maggio 2022 partecipa con una decina di lavori su carta e due piccole tele alla Residenza d’arte del Palmierino a Firenze.

Nell’estate 2022 prende parte alla terza edizione di Extra Ordinario Workshop, promossa da Vulcano Agency in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia negli spazi del Padiglione Antares al VEGA di Marghera. Nocentini è stata infatti tra i novanta artisti tra studenti e artisti già affermati dell’Atelier F che hanno lavorato per tre mesi in un continuo confronto tra colleghi, coordinati da Daniele Capra, Nico Covre, Carlo Di Raco e Martino Scavezzon. Dal 22 ottobre fino al 13 novembre 2022 il padiglione ha aperto le porte al pubblico per vedere gli esiti della ricerca condotta dagli artisti.


“Come può la corrente spostare masse di colore?”

TESTO CRITICO a cura di Silvia Previti

Scenari evanescenti, abissi distopici, stati ipnotici e sognanti dell’osservazione della materia.

Una freschezza e al contempo una lucidità sublimate insieme dall’entusiasmo, tipiche di chi si approccia alla sperimentazione pittorica inconsapevole di aver già strutturato in sé una sintassi linguistica, caratteristica che solitamente contraddistingue i giovani talenti.

Guenda Nocentini, ventiduenne fiorentina, con questa esposizione realizza la sua prima vera mostra personale svincolata dai progetti prettamente accademici, interfacciandosi al pubblico con 7 dipinti su tela di recente realizzazione e tutti accumunati da una precisa atmosfera: “alle 7 in mare”, così come suggerisce il titolo della mostra, ripreso a sua volta da un’opera esposta.

Iniziando al liceo a prediligere gli acquerelli, il metodo di lavoro di Guenda Nocentini si concentra sull’analisi dell’espressività grafica e sui possibili risultati da ottenere nell’utilizzo di colori e dell’acqua in rapporto con la superficie. 

Dagli acquerelli il passaggio intermedio è stato approdare all’utilizzo dell’olio per giungere oggi alla sperimentazione con gli acrilici. 

Iniziato il percorso di studi all’Accademia di Belle Arti a Venezia, da subito immersivo, Nocentini ha iniziato ad assorbire le diverse sollecitazioni in un ambiente, quello dell’atelier di pittura, sempre stimolante e aperto al confronto. 

Dopo l’interessante esperienza di workshop al Padiglione Antares del Vega di Marghera nell’estate 2022, sente di aver fatto un grosso salto qualitativo e di aver prodotto lavori importanti, tra i quali troviamo in mostra una piccola tela intitolata “Blu sincero”, tratta dalla tavolozza di colori di un’opera precedentemente realizzata. 

Un lavoro attento e certosino avviene nell’analisi dei dettagli e dei materiali sia da utilizzare sia da ricreare su tela. Il metodo, che Nocentini ha già interiorizzato e fatto suo nonostante la giovane età, è riconoscibile nei suoi lavori sia per impronta sia per raffinatezza. 

Il suo interesse è rivolto all’osservazione e riproduzione dello spostamento della materia sulla superficie e a come posa avvenire senza l’utilizzo del pennello. 

“Come la corrente può spostare masse di colore sulla superficie della tela?”: è con questa domanda che attualmente si approccia ai suoi lavori, spesso lavorando con lo spruzzino ad acqua su colore, tecnica che comporta un grosso grado di imprevedibilità che la affascina sia nel processo, sia nel risultato.

Nel nucleo di dipinti esposti si trovano le opere “estive”, dove il focus è stato indirizzato sullo studio dei materiali naturali che si trovano negli ambienti marini: l’osservazione della sedimentazione organica, la rifrazione della luce sulla superficie liscia delle conchiglie, la madreperla cangiante, i movimenti impercettibili dei granelli di sabbia e della loro trasformazione in altra materia nel tempo. In questa fase, importante è stato darsi un contesto tematico e compositivo per mantenere una direzione certa.

Altro gruppo di opere presenti in mostra fanno parte invece di una produzione più recente, dove Nocentini ha deciso di liberarsi della tematica per lasciarsi andare ad un lavoro più astratto, dove il segno si è liberato, il colore è diventato atmosfera palpabile e texture rarefatta. 

Filo conduttore della mostra è senz’altro l’acqua che diventa quella già citata “corrente” capace di spostare masse di colori. 

Nocentini con la sua mostra vuole ricreare un mood, uno stato della mente, una sollecitazione tangibile e, per farlo a pieno, si è affidata a Gaia Campesato per la realizzazione di un racconto, per esplicitare a parole il contesto che fa da fondale a tutta l’esposizione.

Un invito a chi guarda a lasciarsi indietro la noiosa realtà della routine e a farsi immergere in un’atmosfera altra, dove i pensieri fluttuano lievi. 

Nei lavori dell’esposizione “Alle 7 in mare” è racchiusa tutta la freschezza giovanile, la leggerezza del lasciarsi rapire dalle sensazioni sollecitate dalla brezza marina, dal gioco magico di un sasso che rimbalza sulla superficie dell’acqua e poi si lascia cadere nelle profondità, dall’osservazione dei riflessi delle conchiglie, dalla danza ricreata da manciate di sabbia gettate in acqua. 

Aspetti che tutti abbiamo nel nostro immaginario mnemonico ma che Guenda Nocentini ha saputo ricreare su tela con una lucida interpretazione e traduzione espressiva, indice di un giovane talento dal quale sgorga pura arte sorgiva. 


SCHEDA INFORMATIVA

ALLE 7 IN MARE
Di Guenda Nocentini
02.02 > 02.03.2023
Vernissage 02.02.2023 ore 18.30

DOVE
Galleria Alice Schanzer, Campo S. Margherita, Dorsoduro 3061, Venezia

ORARI DI VISITA
Orari apertura mostra: 10.30 – 12.30 / 16.30 – 19.30
Per appuntamento: 347 70 30 568

UFFICIO STAMPA
CRISTINA GATTI
cristina.gatti@fg-comunicazione.it
mob.338 6950929

Venezia, Spazio THETIS: per i giovani artisti e per i curatori under 35, l’esposizione PANGEA

PANGEA

SPAZIO THETIS 
Bacini-Arsenale Novissimo-Venezia

02-15 febbraio 2023  
INAUGURAZIONE
02.02 ore 11.30 

Lo Spazio Thetis, luogo noto per le importanti mostre di arte contemporanea ospitate o organizzate e per la sua attenzione verso i giovani offre ai vincitori del Premio Accademie Arte Emergente della Biennale di Viterbo Arte Contemporanea 2022 l’opportunità di confrontarsi, e sperimentare per la prima volta  l’organizzazione di una mostra.

Grazie al nostro partner Thetis S.p.A., e alla supervisione della responsabile culturale Antonietta Grandesso, i giovani vincitori del Premio Accademie Arte Emergente della Biennale di Viterbo Arte Contemporanea 2022 hanno l’opportunità di confrontarsi, e sperimentare per la prima volta  l’organizzazione di una mostra, proprio nella città di Venezia, sede anche della Biennale d’Arte, presso Spazio Thetis luogo da tempo noto per  le importanti mostre di arte contemporanea ospitate o organizzate e per la sua attenzione verso i giovani. 

Verrà presentata PANGEA, esposizione che rientra nel più ampio progetto – Art Crossing Borders – per giovani artisti e curatori under 35, presentato da A.P.A.I. alla Regione Lazio nell’ambito di Lazio Contemporaneo.

I giovani artisti, con la curatela degli altrettanto giovani Victor Albano e Irene De Sanctis, sono stati invitati a confrontarsi con il concetto di Pangea, inteso come l’insieme delle sfaccettature che caratterizzano l’Essere, l’Individuo, i legami umani e sociali, per tracciare lo spaccato di una visione collettiva e individuale allo stesso tempo. 

Le tecniche artistiche individuate sono varie e complesse: vanno dalla pittura all’installazione, dal monotipo alla fotografia, dalla scultura al disegno, fino alla performance, abbracciando un’espressività vasta e diversificata.

Le tematiche individuate si riferiscono all’incontro tra le culture, al passaggio del tempo come attivo portatore di memorie degli incontri, al mare come spazio di connessione e condivisione di idee: i 5 popoli mediterranei da sempre hanno creato un’attiva rete di scambio che si è tradotta nella realtà culturale odierna, e che si fa suggeritrice di nuove realtà possibili, che spinge a superare i confini locali e mentali per costruire una nuova visione globale oltre i timori nei confronti del diverso e del lontano. 

Il soggiorno veneziano sarà anche occasione di scambi culturali con gli altri partner del progetto Art Crossing Borders: La Bottega del Tintoretto di Roberto Mazzetto e Palazzo Velli Expo.

I giovani artisti partecipanti

Gabriele Siniscalco ( Premio Accademia Roma), Giuseppe Falcone ( Premio Accademia Torino), 

Valerio Cavallaro (Premio Accademia Roma). 

Menzioni speciali : Marco Bazzotti (Accademia di Roma), Brigdorius (Accademia di Roma), Daniele Culicelli (Accademia di Roma), Eirene (Accademia di Roma), Francesco Filoscia (Accademia Viterbo), Anastasiya Norenko (Accademia Roma), Annalisa Saiu (Accademia Torino), Andrea Santini (Accademia Urbino).


PANGEA – 2/15 febbraio 2023
ARTE CONTEMPORANEA

Location
ARSENALE NOVISSIMO – SPAZIO THETIS
Venezia, Castello, fermata Bacini, 
Vernissage
2 febbraio 2023, h 11.30

Orario di apertura 
Dal lunedì al venerdì dalle 11,30 alle 18,30 

Consultabile online: 
https://www.facebook.com/arteapai/https://www.instagram.com/biennaleviterbo/

Direzione artistica: Laura Lucibello
Press Office Apai Arte: T. +39 3335994451 – info@apaiarte.it

Venezia, Museo di Palazzo Mocenigo: Tramalogie. Donazione Anna Moro – Lin

Tramalogie. Donazione Anna Moro – Lin

Venezia, Museo di Palazzo Mocenigo
Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo

2 febbraio – 20 agosto 2023

Dal 2 febbraio al 20 agosto, il Museo di Palazzo Mocenigo – Centro Studi di  Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo, propone “Tramalogie. La  Donazione di Anna Moro- Lin“, mostra a cura di Chiara Squarcina, promossa dal Comune di Venezia – Fondazione Musei Civici di Venezia, a poco più di due anni  dalla scomparsa dell’artista.

Lidense, ma ligure di origine, Anna Moro-Lin è stata tra i grandi protagonisti della Fiber Art, l’Arte Tessile sviluppatasi a partire dal ventesimo secolo grazie anche  all’artista francese Jean Lurçat, che si rifà all’arazzeria. Già a partire dal 1920 al  Bauhaus si sperimentava l’uso di fibre e materiali come la seta artificiale, il metallo, il  cellophane e la ciniglia nella disciplina di tessitura, tutte tendenze che  hanno dato origine, trent’anni dopo, alla Fiber Art vera e propria. Il boom  creativo effettivo però è stato negli anni 60/70 in cui questa forma d’arte ha raggiunto le sue forme più alte e disparate di espressione.
Il 23 giugno del 2020, Anna Moro-Lin aveva donato alla Città di Venezia un  nucleo di 20 sue opere destinandole al Museo di Palazzo Mocenigo, Centro Studi  di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo.

“L’arte di Anna Moro-Lin è stata consegnata alla storia grazie a questa  donazione, afferma la Presidente della Fondazione Maria Cristina Gribaudi. Che  qualifica la Donazione come “Un atto assolutamente generoso che darà l’opportunità, a quanti lo vorranno, di conoscere un capitolo importante della  Fiber Art e cogliere gli sviluppi e le cifre caratteristiche di quest’artista lidense  proveniente da un’antica famiglia veneziana che ha supportato e valorizzato da sempre la cultura e la sua diffusione”.
“L’entità creativa di Anna Moro-Lin permette – ad affermarlo è Chiara Squarcina curatrice della mostra e Direttore del Museo di Palazzo Mocenigo, oltre che del Fortuny – di cogliere il valore assoluto nei confronti del tessile che, proprio grazie  alla Fiber Art, viene sdoganato e assurge a materiale duttile per espressioni artistiche originali”.
“Questo è un punto fermo che riconosce anche la volontà del Museo di Palazzo  Mocenigo di proseguire come Centro Studi. Infatti, le opere donate consentono delle letture trasversali rispetto alle altre collezioni di Fiber Art conservate  sempre a Palazzo Mocenigo. Non possiamo altresì dimenticare che le principali  esponenti di questa corrente artistica nascono e si sviluppano in ambito lagunare contaminando poi realtà nazionali e internazionali”.
“Questa monografica consente approfondire, non solo la cifra creativa  dell’artista ma anche la sua evoluzione intesa come superamento dei limiti che circoscrivevano l’espressività legata alla Fiber Art. Oggi queste opere sono un  tassello determinante per la comprensione della mappatura generale dei  linguaggi che sentono sempre più pressante la necessità di incrociarsi e interagire con il reale e un’ardita e quanto mai possibilistica visionarietà”.
“Con Anna Moro-Lin la tradizione non viene negata bensì assimilata e superata  per tradurre riflessioni e introspezioni psicologiche ancorate al sentire contemporaneo, al disagio, alla solitudine, alla ricerca di un riconoscimento dell’  “io” che non si ritrova più ma che può, in qualche modo, intrecciarsi con la fibra  materiale per ricostruirsi un’identità credibile e veritiera”, chiosa la Direttrice.

Il percorso si snoda in venti sale al primo piano nobile, raddoppiando le aree  espositive aperte nel 1985. È stata inoltre realizzata una nuova sezione dedicata  al profumo con cinque stanze dedicate, dove strumenti multimediali ed esperienze sensoriali si alternano in un percorso di informazione, emozione,  approfondimento.
L’ambiente nel suo insieme evoca diversi aspetti della vita e delle attività del  patriziato veneziano tra XVII e XVIII secolo, ed è popolato da manichini che indossano preziosi abiti e accessori antichi appartenenti al Centro Studi di Storia  del Tessuto e del Costume (ora Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e  del Profumo), annesso al Museo. Moda e costume, con particolare riferimento alla storia della città, caratterizzano dunque da subito la ricerca e l’attività  espositiva del Museo, nel contesto ambientale del palazzo gentilizio dei Mocenigo.

Le attività del Museo di Palazzo Mocenigo oltre a focalizzarsi sulla valorizzazione  del patrimonio tessile attraverso l’accesso e lo studio guidato dei manufatti  conservati presso i depositi, saranno dedicate allo studio della collezione di flaconi Storp che, data in comodato a lungo termine a Fondazione Musei Civici,  consentirà di incrementare il supporto narrativo della sezione dedicata al  profumo. In considerazione del prestigio di questo nucleo saranno proposte anche iniziative specifiche in collaborazione con MAVIVE


Contatti per la Stampa

Fondazione Musei Civici di Venezia
press@fmcvenezia.it
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In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net

Palazzo Mocenigo
Santa Croce 1992
30135 Venezia
Tel +39 041 721798
mocenigo.visitmuve.it