Il Comune di Conversano e Arthemisia presentano la prima grande mostra di Antonio Ligabue in Puglia

Antonio Ligabue
Autoritratto con sciarpa rossa, s.d., (1952- 1962)
Olio su tavola di faesite, cm 91×74,5
Collezione privata

“ANTONIO LIGABUE”

25 marzo – 8 ottobre 2023
Polo Museale Castello Conversano

Il Comune di Conversano e Arthemisia presentano la prima grande mostra di Antonio Ligabue in Puglia.
Dal 25 marzo nelle sale del Castello aragonese di Conversano saranno ospitate oltre 60 opere di uno degli artisti più straordinari e commoventi del Novecento

Le tigri, i leoni, i galli, gli autoritratti e tutto lo spettacolare mondo di Antonio Ligabue riempiranno di magia le splendide sale del Castello di Conversano a partire dal 25 marzo 2023, in quella che si prefigura essere una delle più belle mostre mai realizzate sull’artista.

Non si può parlare dell’arte di Ligabue senza conoscerne la vita, né si possono capire le sue opere se non si entra nel mondo di quel piccolo uomo sfortunato e folle, pieno di talento e poesia.

Nato a Zurigo nel 1889 da madre di origine bellunese e da padre ignoto, viene dato subito in adozione ad una famiglia svizzera. Già dall’adolescenza manifesta alcuni problemi psichiatrici che lo portano, nel 1913, a un primo internamento presso un collegio per ragazzi affetti da disabilità.
Nel 1917 viene ricoverato in una clinica psichiatrica, dopo un’aggressione nei confronti della madre affidataria Elise Hanselmann che, dopo varie vicissitudini, deciderà di denunciarlo ottenendo l’espulsione di Antonio dalla Svizzera il 15 maggio del 1919 e il suo invio a Gualtieri, il comune d’origine del patrigno (il marito della madre naturale, che odierà sempre).
Ligabue non parlava l’italiano, era incline alla collera e incompreso dai suoi contemporanei, veniva soprannominato “el Matt” dagli abitanti di Gualtieri che ne rifiutavano i dipinti e il valore artistico, costringendolo a prediligere la via dell’alienazione e della solitudine.
Dopo tormentati e inquieti anni di vagabondaggio in cui vive solamente dei pochi sussidi pubblici e si rifugia nell’arte per esprimere il suo disagio esistenziale, a cavallo tra il 1928 e il 1929 incontra Renato Marino Mazzacurati (importante artista della Scuola Romana) che ne comprende il talento artistico e gli insegna ad utilizzare i colori.
Con singolare slancio espressionista e con una purezza di visione tipica dello stupore di chi va scoprendo – come nell’infanzia – i segreti del mondo, Ligabue si dedica alla rappresentazione della lotta per la sopravvivenza degli animali della foresta; si autoritrae in centinaia di opere cogliendo il tormento e l’amarezza che lo hanno segnato, anche per l’ostilità e l’incomprensione che lo circondavano; solo talvolta pare trovare un po’ di serenità nella rappresentazione del lavoro nei campi e degli animali che tanto amava e sentiva fratelli.
Nel 1937 viene nuovamente ricoverato presso l’ospedale psichiatrico di San Lazzaro a Reggio Emilia per autolesionismo e per “psicosi maniaco-depressiva” nel marzo del 1940.
È il 1948 quando comincia a esporre le sue opere in piccole mostre e ottenendo, sotto la guida di Mazzacurati, qualche riconoscimento e a guadagnare i primi soldi.
Ma il successo è breve: dopo essersi permesso solo qualche lusso, nel 1962 viene sopraggiunto da una paresi e ricoverato all’ospedale di Guastalla dove continua a dipingere e dove termina la sua vita il 27 maggio del 1965.

Tra i pittori più amati del Novecento, Antonio Ligabue è considerato il pittore naïf per antonomasia, l’artista visionario, autodidatta e sfortunato che è riuscito a entrare nell’animo del grande pubblico.
È stato capace di parlare con immediatezza e genuinità a tutti, a chi ha gli strumenti per capirne il valore storico-artistico, così come a chi semplicemente gode della bellezza assoluta delle sue opere.

Antonio Ligabue
Leone con leonessa, s.d. (1932-1933), P. I
Olio su tavola di compensato, cm 50×65
Collezione privat

Una storia umana e artistica straordinaria e unica, che negli anni ha appassionato migliaia di persone, tanto da essere diventato addirittura protagonista di film e sceneggiati televisivi, sin dagli anni ’70.
Memorabile lo sceneggiato RAI di Salvatore Nocita del 1977 con Flavio Bucci, così come il recente film “Volevo nascondermi” del 2020 di Giorgio Diritti con la magistrale interpretazione di Elio Germano.

Tutto questo è raccontato perfettamente nella grande mostra di Conversano.
Attraverso oltre 60 opere, la mostra propone il racconto della vita e dell’opera di Ligabue, l’uomo che fece della sua arte il riscatto della sua stessa esistenza.

La mostra permette di approfondire i nuclei tematici dell’artista, pochi soggetti sempre ripetuti da cui emergono con forza la sua straordinaria sensibilità e la dolcezza della sua anima fragile. Sofferenza e talento che trovano nella creatività il mezzo per riempire il vuoto dell’abbandono e superare il disagio dell’emarginazione e della malattia mentale.

Seguendo una ripartizione cronologica, sono narrate le diverse tappe dell’opera dell’artista a partire dal primo periodo (1927-1939), quando i colori sono ancora molto tenui e diluiti, i temi sono legati alla vita agreste e le scene con animali feroci in atteggiamenti non eccessivamente aggressivi; pochissimi gli autoritratti.
Il secondo periodo (1939-1952) è segnato dalla scoperta della materia grassa e corposa e da una rifinitura analitica di tutta la rappresentazione.
Il terzo periodo (1952-1962) è la fase più prolifica in cui il segno diventa vigoroso e continuo, al punto da stagliare nettamente l’immagine rispetto al resto della scena. È densa in quest’ultimo periodo la produzione di autoritratti, diversificati a seconda degli stati d’animo.

Tra i capolavori esposti vi sono Carrozza con cavalli e paesaggio svizzero (1956-1957), Autoritratto con sciarpa rossa (1952- 1962) e Ritratto di Marino (1939- 1952), accanto a sculture in bronzo come Gufo con preda (1957-1958).
In mostra anche una sezione dedicata alla produzione grafica con disegni e incisioni quali Civetta (1952-1962), Iena (1952-1962) e Autoritratto con berretto da fantino (1962) e una sezione sulla sua incredibile vicenda umana.

Ad arricchire ulteriormente l’esposizione, la presenza di documenti sulla vita dell’artista, la proiezione del film documentario di Raffaele Andreassi del 1961 e diverse foto risalenti agli anni Cinquanta.

Con il patrocinio del Comune di Conversano, la mostra Antonio Ligabue è curata da Francesca Villanti ed è prodotta e organizzata da Arthemisia.
È stato richiesto il Patrocinio ai seguenti Enti: Ministero della Cultura, Regione Puglia, Città Metropolitana di Bari, Pugliapromozione.

La mostra vede come mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale.
Il catalogo è edito da Skira.

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Il TEFAF Museum Restoration Fund va a Neue Galerie, New York, e al Museo Reale di Belle Arti di Anversa

TEFAF MAASTRICHT 2023
Maastricht, MECC 
11 – 19 marzo 2023

TEFAF NEW YORK 2023
New York City, Park Avenue Armory
12 – 16 maggio 2023

TEFAF (The European Fine Art Foundation) è lieta di annunciare che Neue Galerie New York, USA, e il Museo Reale di Belle Arti di Anversa (KMSKA), Belgio, sono i beneficiari per il 2023 del TEFAF Museum Restoration Fund, donazione annuale mirata a supportare il lavoro indispensabile che la comunità internazionale dell’arte svolge per preservare il patrimonio artistico e culturale.

Grazie all’aiuto economico di TEFAF, Neue Galerie New York restaurerà Town among Greenery (The Old City III) (1917) di Egon Schiele (1890-1918), opera che il museo ha ricevuto in dono nel 2006. Precedentemente, il dipinto era appartenuto per 90 anni alla collezione di famiglia di Otto e Marguerite Manley, importanti collezionisti ebrei fuggiti da Vienna nel 1937, a cui le autorità concessero di inviare il dipinto negli Stati Uniti nel 1948 a patto che fosse incluso nella Biennale di Venezia.

Town among Greenery (The Old City III) (1917) di Egon Schiele

Questo olio su tela è considerato uno dei paesaggi più significativi di Schiele e si tratta inoltre di uno degli ultimi dipinti completati prima della sua morte. La composizione mostra una fitta vegetazione che incornicia una visione dall’alto di una cittadina medievale (probabilmente un’interpretazione immaginaria della città austriaca di Krumau, dove nacque la madre del pittore) connotata da facciate colorate e figure che animano le stradine di questa immagine ad alta densità. L’inclusione di figure all’interno di un dipinto di paesaggio è pratica inusuale per Schiele.

Il restauro dell’opera stabilizzerà la superficie del dipinto. Il contributo economico di TEFAF supporterà inoltre uno studio scientifico dell’opera per confrontarla con altri paesaggi di Schiele al fine di comprendere la scelta, a fine carriera, di aggiungere figure in alcune opere.

Queste le parole di Renée Price, Direttrice di Neue Galerie New York: “Egon Schiele ultimò Town among Greenery circa un anno prima della sua morte, nell’ottobre del 1918. Si tratta di un esempio eccezionale e insolito di un paesaggio dipinto dall’espressionista austriaco. Tutti noi di Neue Galerie siamo estremamente grati a TEFAF per averci destinato il TEFAF Museum Restoration Fund. Il restauro di Town among Greenery assicura al nostro museo di preservare, e presentare in sicurezza, questa opera incredibile di Schiele per molti anni a venire”.

Two Girls as Saints Agnes and Dorothea (ca.1650) di Michaelina Wautier

Il Museo Reale di Belle Arti di Anversa utilizzerà il supporto economico di TEFAF per restaurare Two Girls as Saints Agnes and Dorothea (ca.1650) di Michaelina Wautier (1604–1689), opera che la galleria detiene dal 1910. Sebbene Wautier godesse di molta considerazione durante la sua attività, inizialmente la provenienza di questo dipinto fu attribuita prima a un maestro anonimo, e poi a Thomas Willeboirts Bosschaert (1614-1654). Solo nel 2003 P-Y Kairis dimostrò con evidenze stilistiche che si trattava di certo di un’opera di Wautier.

Il ritratto dimostra il rifiuto di Wautier di limitarsi ai soggetti domestici che le artiste donne erano costrette a studiare. Intenta ad accarezzare un agnello, la fanciulla bionda interpreta la parte di Sant’Agnese, mentre l’altra è Santa Dorotea, che depone rose intorno a un cesto di mele e tiene in una mano una palma del martirio.

Il restauro, il secondo che interesserà l’opera, si concentrerà sulle aree deformate e le ammaccature sulla superficie del dipinto, nonché sulle bruciature e sull’ingiallimento sopraggiunto negli ultimi anni. Il processo di conservazione includerà un’indagine e della documentazione preliminari ad alcune misure quali, ad esempio, il consolidamento degli strati di pittura, la depolveratura e la pulizia della superficie, il trattamento strutturale, il riempimento e il ritocco.

“Nel XVII secolo Michaelina Wautier si fece un nome come artista di generi molto diversi: non si limitò infatti ai soggetti classicamente femminili, come nature morte e ritratti. Dall’inizio degli anni 2000 l’artista ha cominciato a riacquistare fama, ed è giusto che venga fortemente mostrata nel museo insieme alle opere dei pittori a lei contemporanei. Quest’anno restaureremo non solo Two Girls ma anche il suo Portrait of a Young Man. Occuparsi contemporaneamente di due opere dello stesso artista ha già dimostrato di fornire valore aggiunto alla ricerca e ai progetti di restauro”, ha commentato Carmen Willems, Direttrice Generale del Museo Reale di Belle Arti di Anversa.

Queste le parole di Hidde van Seggelen, Presidente di TEFAF: “Garantire la preservazione delle opere d’arte per le generazioni future è uno dei principi cardine del nostro Museum Restoration Fund, e siamo lieti di supportare questi due splendidi progetti nel 2023. Conservare il dipinto di uno dei più grandi espressionisti austriaci, insieme a quello di una straordinaria artista barocca, dimostra il ruolo cruciale giocato dal Museum Restoration Fund nel rafforzamento dell’impegno di TEFAF  verso la ricerca accademica per tutta la storia dell’arte”.

Il programma di eventi relativi al TEFAF Museum Restoration Fund 2023 includerà una presentazione digitale dell’opera Two Girls as Saints Agnes and Dorothea di Wautier a TEFAF Maastricht il prossimo marzo, e un incontro TEFAF Talk dedicato, in collaborazione con l’International Council of Museums (ICOM-CC). Entrambi gli eventi saranno supportati da Aon, Fair Partner di TEFAF Museum Restoration Fund a Maastricht.

IL TEFAF MUSEUM RESTORATION FUND

Il TEFAF Museum Restoration Fund è stato avviato nel 2012 per supportare e promuovere il restauro professionale, e la relativa ricerca accademica, di importanti opere d’arte appartenenti a collezioni museali. Dedicato all’arte in ogni sua forma, si rivolge ai musei di tutto il mondo e alle opere di qualsiasi epoca. Ogni anno, un massimo di EUR 50.000 viene allocato ai progetti selezionati. Un comitato di esperti indipendenti sceglie generalmente due vincitori che ricevono un massimo di EUR 25.000 ciascuno in supporto del loro progetto di restauro.

NEUE GALERIE NEW YORK

Il Neue Galerie New York è un museo dedicato ad arte e design austriaci e tedeschi di inizio XX secolo. Situato nel Museum Mile di New York, presenta mostre temporanee speciali in rotazione per tutto l’anno. Il museo è stato concepito da due amici con un rapporto lungo oltre trent’anni: il mercante d’arte e organizzatore di mostre Serge Sabarsky, e Ronald S. Lauder. Sabarsky e Lauder condividevano la passione per l’arte moderna austriaca e tedesca, sognando di aprire un musero che ne esponesse i migliori esempi. Dopo la morte di Sabarsky nel 1996, Lauder portò avanti la visione di creare il Neue Galerie New York. Il nome del museo (che significa “nuova galleria”) affonda le radici in varie istituzioni, associazioni di artisti e gallerie commerciali europee, ma soprattutto nella Neue Galerie di Vienna, fondata nel 1923 da Otto Kallir. Tutti questi nomi hanno cercato di catturare lo spirito innovativo e moderno che fu scoperto e abbracciato con l’arrivo del XX secolo.

IL MUSEO REALE DI BELLE ARTI DI ANVERSA

Il Museo Reale di Belle Arti di Anversa è il maggiore museo d’arte delle Fiandre, ed espone capolavori assoluti che spaziano dai Primitivi fiamminghi al Barocco di Anversa, fino alla vasta collezione di arte moderna con artisti come Rik Wouters, Henri de Braekeleer e René Magritte. Il museo offre due mondi in uno, con maestri antichi nelle gallerie storiche, e moderni nella nuova sezione. Il fiore all’occhiello è la collezione più ampia del mondo di opere di James Ensor, il quale rappresenta il punto di svolta tra i due mondi. Viene inoltre curato un vario programma di attività esperienziali per tutti i gusti: dal digitale all’analogico, per giovani o adulti, per chi vuole ascoltare o fare. In qualità di centro creativo, collabora attivamente con il settore culturale seguendo sempre il proprio principio guida, detto The Finest Feeling.

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TEFAF

TEFAF è una fondazione no profit che sostiene l’esperienza e la varietà della comunità globale dell’arte, come dimostrano gli espositori selezionati per le sue due Fiere annuali di Maastricht e New York. TEFAF si pone come guida esperta per i collezionisti privati e istituzionali del mercato globale dell’arte, ispirando appassionati e compratori d’arte di tutto il mondo.

TEFAF MAASTRICHT

TEFAF Maastricht è ampiamente riconosciuta come la fiera d’arte, antiquariato e design più importante del mondo. Con oltre 280 espositori di spicco provenienti da più di 20 nazioni, TEFAF Maastricht è la vetrina delle opere d’arte più prestigiose disponibili ogni anno sul mercato. Oltre alle sezioni tradizionali come dipinti degli Antichi Maestri, antichità e opere classiche, che interessano circa metà della Fiera, propone ai visitatori anche arte moderna e contemporanea, fotografia, gioielleria, design del XX secolo e opere su carta.

TEFAF NEW YORK

TEFAF New York è stata fondata all’inizio del 2016, originariamente come due fiere d’arte annuali a New York presso il Park Avenue Armory – TEFAF New York Fall e TEFAF New York Spring. Oggi, TEFAF New York è un’unica fiera annuale che presenta arte moderna e contemporanea, gioielli, antiquariato e design, con circa 90 espositori di spicco provenienti da tutto il mondo. Tom Postma Design, studio famoso per soluzioni innovative ideate per importanti musei, gallerie e fiere d’arte, ha sviluppato un allestimento che interagisce con gli spazi spettacolari dell’edificio storico dando loro un aspetto più leggero e contemporaneo. Gli stand degli espositori si estenderanno su tutto l’edificio simbolo dell’Armory, comprendendo la Wade Thompson Drill Hall, il primo e secondo piano con le sale d’epoca dell’Armory, dando vita ad una fiera elegante nei dettagli e di impatto senza precedenti a New York.

AXA XL

TEFAF e AXA XL, suo Partner Principale, condividono la stessa filosofia: nell’arte, c’è molto più di ciò che si vede.

AXA XL, divisione di AXA specializzata nella gestione dei rischi più complessi, fornisce prodotti e servizi assicurativi e di gestione del rischio ad aziende di varie dimensioni, da quelle medie fino alle grandi multinazionali, oltre a soluzioni di riassicurazione per le compagnie assicurative a livello globale. Collaboriamo con chi fa progredire il mondo. Per saperne di più: www.axaxl.com.


Uffici stampa TEFAF nel mondo:

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ITALY
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TMRF MAASTRICHT FAIR PARTNER

La Rimini di Fellini, meta turistica d’eccellenza per gli amanti del cinema grazie al Fellini Museum e ai soggiorni tematici dedicati al grande regista

Museo Fellini – ph. Lorenzo Burlando


La Rimini di Fellini

Rimini si conferma meta turistica d’eccellenza per gli amanti del cinema grazie al Fellini Museum e ai soggiorni tematici dedicati ad uno dei più grandi registi italiani

Rimini è la località turistica che attira ogni anno amanti dell’arte, del cibo, del cinema e del mare da ogni parte d’Italia e del Mondo: una destinazione di viaggio perfetta da vivere 365 giorno l’anno grazie alle numerose attrazioni, la lunga storia, i suoi luoghi suggestivi, le antiche tradizioni ma anche la tipica ospitalità romagnola. Forte infatti del suo patrimonio artistico e culturale, la Città di Rimini ha lanciato la sua candidatura a Capitale Italiana della Cultura per il 2026.

Rimini punta sul turismo culturale, proponendo numerose esperienze di viaggio uniche e su misura capaci di soddisfare ogni tipologia di pubblico, dai più giovani alle famiglie. Assoluta novità per i turisti che visitano la città è l’ART CARD, un pass che permette di visitare 4 musei di Rimini, veri e propri gioielli del patrimonio artistico nazionale: il Fellini Museum, il Museo della Città, la Domus del Chirurgo e il Museo PART.

Rimini è… Fellini

Rimini ha uno stretto legame con Federico Fellini che qui nacque il 20 gennaio del 1920 e che proprio a Rimini ambientò alcune delle sue pellicole più famose, tra cui quella più personale e autobiografica che nel 1975 gli valse il premio Oscar: “Amarcord” (1973). Con “Amarcord” (“Mi ricordo” in dialetto romagnolo) Fellini racconta la Rimini degli anni 30, la sua giovinezza, gli amici e l’inseparabile Luigi “Titta” Benzi, il fascismo e tutti quei personaggi che popolavano la realtà romagnola di quei tempi. Rimini entra nel mito anche grazie al cinema di Federico Fellini, il grande regista amato da tutti per il suo sguardo smaliziato, divertito e onirico.

Ed è proprio Rimini che ospita il Fellini Museum, l’unico museo al mondo interamente dedicato Federico Fellini. Inaugurato nell’estate del 2021 e inserito dal Ministero della Cultura tra i grandi progetti nazionali dei beni culturali, il Fellini Museum riunisce in “un unicum concettuale e ideale” più luoghi, è un polo museale diffuso che tocca tre dei luoghi più suggestivi del centro storico: un’area visionaria e magica racchiusa tra Castel Sismondo, il Palazzo del Fulgor e la Piazza Malatesta, uno spazio di esperienza immersiva e di conoscenza per esaltare l’eredità culturale del Maestro.

Il Fellini Museum nel 2022 è stato incoronato come uno dei migliori nuovi musei al mondo, unico per l’Italia, nella classifica redatta dai giornalisti di tutte sette le edizioni mondiali di Conde Nast Traveller. Un riconoscimento internazionale che conferma l’unicità del Fellini Museum, una vera chicca per tutti gli appassionati di cinema e non solo.


INFORMAZIONI UTILI

Tutte le informazioni e i pacchetti turistici sono consultabili e acquistabili sul sito www.visitrimini.com

Rimini Felliniana e il Fellini Museum
Rimini nell’immaginario felliniano

UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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In mostra a Gorizia ITALIA CINQUANTA. Moda e design. Nascita di uno stile

ITALIA CINQUANTA
Moda e design.
Nascita di uno stile

Gorizia, Palazzo Attems Petzenstein
21 marzo – 27 agosto 2023

Mostra a cura di Carla Cerutti, Enrico Minio Capucci e Raffaella Sgubin

Ideata e promossa da ERPAC FVG (Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia) – Museo della Moda e delle Arti applicate di Gorizia

Il mito dell’Italian Style prese corpo 70 anni fa, negli anni ’50, quando l’Italia, reduce dalle ferite della guerra, scelse di aggredire il futuro. Presto sarebbe arrivato il cosiddetto “Miracolo italiano”, con le sue grandezze e fragilità, ma quel mito non si è mai offuscato, qualificandosi progressivamente sino ad imporsi come il plus del nostro Paese nei settori più diversi.

Questa grande esposizione, curata da Carla Cerutti, Enrico Minio Capucci e Raffaella Sgubin, affiancati nel lavoro da un nutrito gruppo di importanti specialisti, rilegge quel momento storico alla luce di due specifiche componenti: la moda e il design, comprendendo in quest’ultimo anche la tradizione delle arti applicate, punto di forza della produzione italiana, più artigianale in epoche passate. A latere un terzo “fattore”, il cinema, che di quell’Italian Style fu un potentissimo mezzo di amplificazione planetaria.

La mostra “Italia Cinquanta. Moda e design. Nascita di uno stile” è promossa e organizzata da ERPAC FVG – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia, attraverso il suo Museo della Moda e delle Arti applicate di Gorizia. Si potrà ammirare nel sontuoso Palazzo Attems Petzenstein, nel cuore di Gorizia (futura Capitale europea della cultura insieme a Nova Gorica nel 2025) dal 21 marzo al 27 agosto 2023.

L’arco temporale preso in esame è idealmente quello che intercorre tra le elezioni del 18 aprile 1948 e le Olimpiadi di Roma del 1960, un periodo di rinascita economica e culturale, di grande fecondità sia dal punto di vista industriale che artistico e artigianale, momento aurorale del design italiano che sarebbe divenuto celebre come “Made in Italy”.

La sezione dedicata al design e alle arti applicate spazierà dai mobili alle lampade, dalle ceramiche ai vetri, dai metalli alle stoffe d’arredamento, ai tappeti e agli arazzi, scegliendo tra le eccellenze più esemplificative del periodo, sia dal punto di vista creativo che innovativo: i mobili disegnati da Franco Albini, Gio Ponti, Osvaldo Borsani, Gastone Rinaldi, Carlo Mollino, Ico Parisi, Marco Zanuso, Vico Magistretti, Luigi Caccia Dominioni, realizzati da Poggi, Cassina, Fornasetti, Arflex, Azucena, Tecno, Fontana Arte, Rima, le lampade all’avanguardia di Gino Sarfatti, Angelo Lelii, Max Ingrand e dei fratelli Castiglioni, le ceramiche affidate alla produzione industriale da Guido Andlovitz, Antonia Campi, Giovanni Gariboldi, Piero Fornasetti, Ettore Sottsass e quelle più “di nicchia” create da Guido Gambone, Guerrino Tramonti, Salvatore Meli, Pietro Melandri, Alessio Tasca, la San Polo o, ancora, quelle “d’autore” di Lucio Fontana, Fausto Melotti e Leoncillo Leonardi. La ricchissima e straordinaria produzione muranese verrà esemplificata attraverso il meglio della Venini & C. (Fulvio Bianconi e Paolo Venini), di Aureliano Toso (Dino Martens), di Barovier & Toso (Ercole Barovier), e di Archimede Seguso, oltre ai vetri sommersi di Flavio Poli per Seguso Vetri d’Arte e le preziose reazioni policrome di Giulio Radi. Completano il quadro innovativo dell’arredamento preziosi smalti di Paolo De Poli e dello Studio Del Campo, alcuni su disegno di Gio Ponti, argenti di Lino Sabattini, Eros Genazzi e la nuova produzione industriale in acciaio di Sambonet e di Alessi. Non potevano mancare, a corredo di tutto ciò, stoffe, tappeti e arazzi: dalla rutilante fantasia di Piero Fornasetti ai bozzetti, ai tessuti e agli arazzi di Oscar e Fausto Saccorotti, Enrico Paulucci ed Emanuele Rambaldi per MITA, i cotoni stampati di JSA e della MTS, i tappeti “d’autore” del laboratorio di Renata Bonfanti. Contribuiscono a ricreare l’atmosfera degli anni del boom alcuni esempi iconici di design industriale, come il televisore orientabile Phonola 17/18 del 1956, l’orologio meccanico Cifra 5 di Solari e inoltre la macchina da scrivere Olivetti Lettera 22 del 1950 e la macchina da cucire Necchi Mirella del 1957, entrambe disegnate da Marcello Nizzoli e premiate con il Compasso d’Oro, il più autorevole premio mondiale di design, istituito nel 1954. A questo tema sarà dedicata una sezione della mostra.

Gli anni Cinquanta rappresentano anche per la moda un decennio di fondamentale importanza, tanto che al 1951 si fa risalire la nascita ufficiale della moda italiana, grazie all’iniziativa illuminata di Giovan Battista Giorgini, imprenditore che ebbe l’intuizione di riunire a Firenze i più importanti talenti creativi del momento, selezionati tra quelli che sceglievano di non ispirarsi alle tendenze provenienti da Parigi, che sin dal Settecento era considerata la patria della moda. Cominciava così la favolosa stagione della Sala Bianca di Palazzo Pitti, scenografia d’eccezione di sfilate che radunavano i compratori di tutto il mondo ponendo le basi del fenomeno dell’Italian Fashion. Sarà esposta una selezione dei più significativi modelli del periodo, abiti e accessori, tra i quali creazioni di Emilio Pucci, Emilio Schuberth, Roberto Capucci, Simonetta, Alberto Fabiani, Sorelle Fontana, Jole Veneziani, Gattinoni, Biki, Curiel, Marucelli, Gucci e Salvatore Ferragamo. Queste firme annoveravano tra la propria clientela le stelle del cinema hollywoodiano come Ava Gardner, Marilyn Monroe, Elizabeth Taylor, Esther Williams, oltre alle dive “nostrane” come Sophia Loren, Gina Lollobrigida ed Elsa Martinelli. Al termine del decennio aprirà il suo atelier Valentino, che impronterà del suo stile i decenni successivi.

Roberto Capucci, abito da cocktail, A/I 1956-57, Collezione Enrico Quinto e Paolo Tinarelli, Foto Fabio De Benedettis

Nella promozione della nascente moda italiana sul piano internazionale si miscelavano sapientemente ingredienti unici come il patrimonio culturale italiano, un’artigianalità di altissimo livello e la vetrina offerta dalle produzioni cinematografiche. Se le capitali nazionali della moda erano Roma, Firenze e Milano, a nordest si preparavano dei talenti creativi destinati a grandi successi. Il triestino Renato Balestra, nel periodo considerato, era un apprezzato disegnatore per Schuberth e le Sorelle Fontana, ma avrebbe aperto un proprio atelier alla fine del decennio; a Milano già operava Gigliola Curiel. Mila Schön e Ottavio Missoni, entrambi dalmati, si affacciavano sulla scena della moda proprio negli anni Cinquanta per trionfare nel decennio successivo.

Gino Valle, orologio da tavolo/muro Cifra 5, 1956, Solari Udine, metallo e materiali polimerici, 15×28×11 cm. Noleggiocose di Andrea Moscardi

La sezione Design e Arti Applicate ospiterà circa 150 pezzi, provenienti da collezioni pubbliche e private, sarà curata da Carla Cerutti, già co-curatrice con Raffaella Sgubin della mostra “Futurismo. Moda. Design” del 2009, e si avvarrà della consulenza scientifica dell’Associazione degli Archivi delle Arti Applicate Italiane del XX secolo.

La sezione Moda sarà curata da Enrico Minio Capucci e Raffaella Sgubin con la partnership della Fondazione Roberto Capucci e la collaborazione dell’Archivio della Moda italiana di Giovan Battista Giorgini e dello CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione) dell’Università di Parma. I capi in mostra arriveranno dalla Collezione Enrico Quinto e Paolo Tinarelli, dalla Fondazione Roberto Capucci e dagli archivi delle maison, come ad esempio il Museo Salvatore Ferragamo, l’Associazione Germana Marucelli, la Fondazione Micol Fontana, la Fondazione Archivio Emilio Pucci.



Progetto allestimento: Roberto Festi
Grafica in mostra: Studio Polo 1116, Sergio Brugiolo e Chiara Romanelli
Volume edito da Antiga Edizioni su progetto grafico di Studio Polo 1116
 
Palazzo Attems – Petzenstein
Gorizia, piazza Edmondo De Amicis 2
0481 385335
musei.erpac@regione.fvg.it
 
ORARI:
dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00
Chiuso lunedì
Ogni prima domenica del mese ingresso gratuito
(La mostra sarà chiusa domenica di Pasqua ma aperta il lunedì di Pasquetta)
 
 
Biglietti d’ingresso:
Biglietto intero: 6 euro
Biglietto ridotto: 3 euro (ragazzi tra i 18 e i 25 anni; gruppi di almeno 10 persone; nuclei familiari con minorenni; soci Coop; soci Cec; soci FAI)
 
Ufficio Stampa della Mostra
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
www.studioesseci.net +39 049.6634999
roberta@studioesseci.net (rif. Roberta Barbaro)

PAFF! allarga il proprio orizzonte e diventa INTERNATIONAL MUSEUM OF COMIC ART

Giulio De Vita – Luca Raffaelli – Ivo Milazzo

«L’apertura del museo rappresenta un altro petalo nella rosa di attività espositive didattiche e di formazione proposte dal PAFF! che si conferma a soli quattro anni dalla sua nascita, realtà di spicco in Europa in ambito culturale e interlocutore internazionale nel panorama museale.»

Giulio De Vita, Presidente e Direttore Artistico PAFF! International Museum of Comic Art

«L’idea di mostra e di museo sposata da Giulio De Vita e dal PAFF! è unica e innovativa e permetterà di vivere il fumetto come un mezzo di comunicazione completo e allo stesso tempo capace di interagire con le altre arti. Gli originali ci saranno e, come si vede dalla prestigiosa lista degli autori, sono di altissimo livello. Ma i visitatori li potranno ammirare solo dopo aver osservato le loro riproduzioni.»

Luca Raffaelli, curatore esposizione permanente PAFF! International Museum of Comic Art

PAFF! INTERNATIONAL MUSEUM OF COMIC ART

Inaugura il 10 marzo a Pordenone il nuovo museo internazionale dedicato alla nona arte.

Il PAFF! (Palazzo Arti Fumetto Friuli) allarga il proprio orizzonte e diventa International Museum of Comic Art. L’innovativo contenitore culturale che ha sede a Pordenone e organizza, promuove e ospita mostre temporanee di importanza nazionale e internazionale dei grandi maestri del fumetto mondiale, il 10 marzo 2023, con il patrocinio del Ministero della Cultura, inaugura l’esposizione permanente, arricchita da una bibliomediateca ed entro la fine dell’anno da un archivio con deposito climatizzato. Il Centro va così a completare la sua già corposa offerta che dal 2018, con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e del Comune di Pordenone, coniuga cultura, formazione, educazione, didattica, ricerca e intrattenimento attraverso lo strumento divulgativo del fumetto.
Sotto la direzione artistica del suo fondatore, Giulio De Vita, il PAFF! International Museum of Comic Art è una realtà unica in Italia che trova analogie, per concept e dimensioni, solo nelle capitali europee (Parigi, Bruxelles).

L’esposizione permanente, la cui curatela è stata affidata dal Direttore Artistico a Luca Raffaelli (esperto e storico del fumetto), offre attraverso un allestimento multimediale e interattivo l’opportunità di ammirare circa 200 tavole originali dei più famosi fumettisti di tutti i tempi e oltre 500 fra schizzi, fogli di sceneggiatura, pubblicazioni storiche e rare, costumi di scena utilizzati in film tratti da fumetti, scenografie e filmati provenienti da tutto il mondo tramite acquisti, prestiti e donazioni.
Collocata all’interno dei 2.200 metri quadrati di spazi espositivi del PAFF!, la collezione si estende su uno dei piani del museo, è suddivisa in 9 differenti sezioni e comprende tavole originali di numerosissimi maestri e disegnatori straordinari come Carl Barks, Milton Caniff, Giorgio Cavazzano, Will Eisner, Floyd Gottfredson, Chester Gould, Benito Jacovitti, Magnus, Milo Manara, George McManus, Andrea Pazienza, Hugo Pratt, Alex Raymond, Charles M. Schulz, Art Spiegelman. Sarà inoltre esposta una scultura di Ivan Tranquilli, mentre Davide Toffolo per il Museo ha realizzato la tavola introduttiva sul protofumetto, ovvero quelle storie illustrate (che ornano la Colonna Traiana o che erano pubblicate a disegni sui periodici dell’Ottocento), che anticipano la nascita dell’industria e del successo del fumetto.

Luca Raffaelli ha dato una chiave di lettura originale alla narrazione del percorso espositivo: quella dei diversi formati con cui il fumetto – nei suoi oltre cento anni di vita – è stato letto, conosciuto e amato in ogni angolo del pianeta, a seconda delle culture, delle condizioni economiche e delle abitudini sociali dei lettori. È così che in America sono nate prima le tavole domenicali nei supplementi a colori dei quotidiani statunitensi, poi le strisce e i comic book. In Italia troviamo invece il formato giornale (quello del primo “Corriere dei Piccoli”) e le strisce di “Tex”, poi portate al successo dal formato che porta il suo nome; in Francia i volumi chiamati “albùm” in Giappone i tankobon, libretti dove vengono pubblicati i manga di successo.Il PAFF! si connota dunque come l’unico Museo al mondo dedicato al fumetto che ponga al centro dell’attenzione il raffronto tra le tavole originali e le riproduzioni, i giornali, gli albi, i libri su cui i fumetti vivono.In questo modo vengono poste in evidenza le sorprendenti declinazioni nelle quali alcune tavole sono state pubblicate, mostrando le interazioni che i fumetti hanno avuto con altre discipline (cinema, pittura, moda, design, avanguardie, teatro, letteratura) e settori (educational e entertainment), e chiarendo come mai prima d’ora il rapporto tra fumetto e industria della comunicazione, permettendo così a fasce di pubblico diverse per cultura, età e provenienza di aprire uno sguardo nuovo su tematiche e linguaggi. La maggior parte dei fumetti nasce per una destinazione editoriale precisa, che detta spazi e tempi di narrazione. Ma poi la storia e il successo possono cambiare tutto. Ne è un esempio la tavola domenicale di Flash Gordon, grande e dagli impressionanti colori, ridimensionata in formato pocket in bianco e nero. Oppure “L’eternauta”, fumetto di fantascienza nato nel formato orizzontale argentino negli anni Cinquanta (celebre per aver predetto le tragedie dei desaparecidos) diventato un successo italiano nel formato verticale di “Lanciostory”, vent’anni dopo. O ancora il “Maus” di Spiegelman, nato come inserto di una rivista underground venduta in poche migliaia di copie e diventato uno dei romanzi a fumetti più noti al mondo, vincitore di un Premio Pulitzer nel 1992.Nell’esposizione permanente la tavola originale viene mostrata in tutto il suo percorso editoriale, chiarendo come mai prima d’ora il rapporto tra fumetto e l’industria della comunicazione, permettendo a fasce di pubblico diverse per cultura, età e provenienza di aprire uno sguardo nuovo su quest’arte anche nel rapporto con le altre discipline artistiche e i loro linguaggi.Particolarmente ricca e curata è infine la componente multimediale del Museo, che comprende 56 schermi touch screen, collegamento wi-fi con server dedicato per i monitor interattivi, neckbands e tablets di ultima generazione per permettere ai visitatori di vivere un’esperienza interattiva sulle arti del fumetto unica nel suo genere.

Entro la fine del 2023, l’International Museum of Comic Art si arricchirà anche di un archivio con deposito climatizzato per la conservazione delle tavole, dei disegni e delle pubblicazioni facenti parte della collezione del Museo. Il deposito sarà caratterizzato da un impianto di precisione ad alta efficienza energetica per mantenere gli ambienti a una temperatura costante di 18 gradi e a un’umidità relativa non superiore al 45 per cento.



Per maggiori informazioni:
 
ITALIENS PR
Cecilia Sandroni
sandroni@italienspr.com

Francesco Marchetti, Cristina Partenza
cristina.partenza@gmail.com

PAFF!
Palazzo Arti Fumetti Friuli
V.le Dante, 33
33170 Pordenone
www.paff.it

Biblioteca Regionale di Messina -162° Anniversario dell’Unità d’Italia- Programma degli EVENTI

Appuntamenti dal 28 febbraio al 24 marzo 2023

A Messina il 162° anniversario dell’Unità d’Italia

Eventi organizzati d’intesa con la Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo”, Comune di Messina, Comando Brigata “Aosta”, con il supporto del Gruppo Alpini di Messina e altre Associazioni d’Arma

A Messina si svolgeranno diversi eventi nell’ambito del 162° anniversario dell’Unità d’Italia, gli appuntamenti sono stati pianificati d’intesa con la Biblioteca Regionale Universitaria “G. Longo”, Comune di Messina, Comando Brigata “Aosta” e con il supporto del Gruppo Alpini di Messina e altre Associazioni d’Arma. Si inizierà martedì 28 febbraio alle ore 18.00 presso  il Salone delle Bandiere del Comune di Messina, con la cerimonia dedicata all’accoglienza del Sindaco di Noventa Vicentina dott. Mattia Veronese. Presente anche la delegazione dell’IIS “Umberto Masotto” composta dalle prof.sse Donatella Sinigaglia e Paola Rizzo e quella degli Alpini, con il capogruppo di Noventa Vicentina Giuseppe Pulvini. Il 1° marzo alle ore 10.30 partecipazione alla cerimonia in onore dei caduti della Batteria Masotto, lungo la passeggiata a mare, a cura del 24° Reggimento di Artiglieria “Peloritani”, con la presenza di una Batteria di formazione e della Banda Musicale dell’Aosta. Alle ore 12.00 inaugurazione della Mostra bibliografica “La presenza Militare a Messina dall’Unità d’Italia…ad oggi”, realizzata presso il salone eventi della Biblioteca  Regionale Universitaria “G. Longo” via I Settembre, 117 Messina. Il 16 marzo alle ore 10.30 lectio magistralis in occasione del 152° anniversario dell’Unità d’Italia “Il Valore del Ricordo Capitano Umberto Masotto”, che si svolgerà a palazzo Sant’Elia Salone “Raciti” di via del Vespro, isol. 285 (ingresso ad inviti). Il 23 marzo alle ore 17.30 presentazione del volume “Il Valore del Ricordo Capitano Umberto Masotto” presso la Biblioteca Regionale Universitaria “G. Longo” di via I settembre, 117. Infine il 24 marzo ore 11.30 chiusura della Mostra bibliografica dedicata alla presenza Militare a Messina dall’Unità d’Italia ad oggi.


Ufficio Relazioni con il Pubblico
La Referente URP Funz. Dir.
Maria Rita Morgana

urpbibliome@regione.sicilia.it
tel.090674564

Roma, Rotary Club: “Donne d’arte dal Mediterraneo al Mediterraneo allargato”

RACCOLTA ENTELECHIA BY MICHELE COPPOLA
Gorgona, 2012, tecnica mista, cm 100×70

“Donne d’arte dal Mediterraneo al Mediterraneo allargato”

Giovedì 2 marzo 2023 – Roma, Senato della Repubblica Italiana

Su iniziativa del
ROTARY CLUB DI ROMA
e del suo Presidente,
Architetto Alessandro Scaletti

Per la Giornata Internazionale della Donna 8 Marzo 2023

L’evento “Donne d’arte dal Mediterraneo al Mediterraneo allargato”, organizzato dall’Avv. Eleonora Di Prisco, Presidente Commissione Azione Internazionale del Rotary Club di Roma, intende dare voce ed evidenza alle Eccellenze e Professionalità ponte culturale fra Oriente e Occidente e prevede:

– un convegno, che si terrà  giovedì 2 Marzo 2023 dalle 15,00 alle 18,00  a Roma  nella Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva presso il  Senato della Repubblica Italiana (ingresso Piazza della Minerva 38),  in diretta streaming  al link: https://webt.senato.it nonché dal canale YouTube del Senato Italiano: https://www.youtube.com/user/SenatoItaliano;

– una esposizione di opere e un aperitivo conviviale finale, che si terranno dalle 18,00 presso il Chiostrodel Convento di Santa Maria sopra Minerva Ordo Praedicatorum – Piazza della Minerva 42.       

Parteciperanno all’evento il Cavaliere di Gran Croce Donna Rosa Oliva, grazie alla quale la Corte Costituzionale con la storica sentenza 33/60 ha eliminato le principali discriminazioni per l’accesso delle donne alla Pubblica Amministrazione e la Dott.ssa Sarah Tawfeeq Al Mansoor, Secondo Segretario della Ambasciata del Bahrain in Italia.

Architetto Alessandro Scaletti
Presidente Rotary Club di Roma

Il convegno è articolato in due sessioni.   

La prima sessione, introdotta e moderata dall’Avv. Eleonora di Prisco, avrà come Relatrici: la Dott.ssa Alfonsina Russo, Direttrice del Parco Archeologico del Colosseo su “Un mare di culture: il Mediterraneo e la via dell’incenso”; la Dott.ssa Simona Travaglini, esperta di Cultura Islamica e Moda, su “Islam, Moda e Made in Italy”; la Dott.ssa Ethel Santacroce, Storica e Archivista sul tema “Il Mediterraneo allargato nella intuizione architettonica del marchese Ferdinando Panciatichi. Ximenes d’Aragona: il Castello di Sammezzano Alhambra Toscana”; la Dott.ssa Antonella Pagano, Sociologa e Critico Letterario Associazione Internazionale Critici Letterari accreditata UNESCO su “Pulchritudinis. Codice dell’Universo Femminile”.

Avv. Eleonora Di Prisco
Presidente Commissione Azione Internazionale del Rotary Club di Roma

La seconda sessione sarà moderata dalla Dott.ssa Lucia Marchi, Direttrice Biblioteca Casanatense e Condirettore Centro di Ricerca di Eccellenza Diritto d’Autore. Interverranno: l’Avv. Lale Cander,coordinatrice aiuti pervenuti in Turchia-Iskenderun, Chairwoman of Pirelli Turkiye, Chairwoman of Prometeon Industriel Ture Comp. Turkiye, Boardmember of Istanbul Bilgi University; Marcela Szurkalo,Chairw Performer ricercatrice e artista visiva su “Linea Mediterranea. Performance Art”; la Dott.ssa Nicoletta Rossotti, Storica dell’Arte, con un commento dell’esposizione allestita a sua cura nello storico Chiostro dei Domenicani che ospita gli Artisti: Brahim Achir, Simona Capuano, Nadjia Chekoudi, Michele Coppola, Amjed Rifaie e Marzela Szurkalo. All’Onorevole Cinzia Dato le considerazioni conclusive, che precederanno la visita alla mostra con momento conviviale e vini offerti dal Casale del Giglio.

La Gorgona – rappresenta la Dott.ssa Nicoletta Rossotti, curatrice dell’esposizione – è stata scelta come sintesi artistica del Convegno: immagine della bellezza per la devozione che rappresenta. Sacerdotessa, scelta dalla Dea Atena come simbolo di buon auspicio sul proprio scudo per chi si impegna con ferma determinazione e convinzione per la vittoria. Il dipinto che la rappresenta fa parte della raccolta Entelechia dell’Artista Michele Coppola. “Entelechia” è un termine che nasce con Aristotele, significa il divenire di tutta l’umanità che trova corrispondenza alla propria natura. Ovvero significa: tu sarai in futuro quello che è già dentro di te”.

“World is changing and we must be ready to change” (Paul Harris 1935)

Gli ospiti possono confermare la propria presenza scrivendo a: rotaryclubroma@rotaryclubroma.com
(info: 06-3226434 – 327-5766622)
I giornalisti devono accreditarsi scrivendo a: dianadaneluz410@gmail.com

L’accesso alla Sala – con abbigliamento consono e, per gli uomini, con obbligo di giacca e cravatta – è consentito fino al raggiungimento della capienza massima. Le opinioni e i contenuti espressi nell’ambito dell’iniziativa sono nell’esclusiva responsabilità dei proponenti e dei relatori e non sono riconducibili in alcun modo al Senato della Repubblica o agli organi del Senato medesimo.

La Cultura della Relazione come bussola
per navigare nel nostro Piccolo Oceano“. 

In queste poche parole dell’Avvocato Eleonora Di Prisco (Presidente della Commissione Azione Internazionale del Rotary Club di Roma fondato il 6 gennaio 1925 e organizzatrice dell’evento) c’è il senso dell’iniziativa.  Il Mediterraneo è il cuore di un unico Continente afro-euro-asiatico. Una pianura fluida, spazio fisico di interconnessione. Dobbiamo oggi più che mai vivere nella relazione. E la relazione comporta la necessità di costruire insieme una Cultura della Relazione: questo vale a livello micro, per i singoli individui, e a livello macro, per le aziende, per le organizzazioni, per interi Paesi.  Una necessità, soprattutto ora che l’orizzonte non è più quello dello storico Mare Nostrum, ma quello di un Mediterraneo “allargato” che ci apre ulteriori possibilità, ma ci chiede nuove soluzioni in tempi rapidi, quasi istantanei. Da qui l’idea di un evento in Italia, Paese che ha una sua centralità geografica oggettiva e, quanto a cultura e capacità di aggregazione, ben può aspirare ad avere una sua centralità nella formazione dei “Cittadini del Mondo”, dei Rotariani del domani.  Un mondo popolato da “Artigiani della Cultura” made in Italy. Un obiettivo ambizioso di cui proprio le Donne possono farsi interpreti. Donne che rappresentano un’eccellenza nella loro professionalità o nella loro vita, pronte a mettersi al servizio della società donando il loro tempo e il loro entusiasmo, capaci di lavorare in squadra per l’obiettivo concentrandosi sull’obiettivo.

Il Titolo:

DONNE perché le donne insieme sono probabilmente le più adatte a costruire ponti su “pianure fluide”.  

ARTE per iniziare, perché l’Arte è una particolare espressione della cultura che può essere comunicata e condivisa facilmente, come linguaggio intuitivo, emotivo, motivazionale capace di abbattere la babele delle lingue. L’Arte è come un cemento a presa rapida e su questa base si potranno pavimentare insieme tutte le strade, anche le più tortuose.  

MEDITERRANEO ALLARGATO perché i Paesi del Nord Africa, del Golfo ed altri preziosissimi come la Turchia certamente faranno parte del nostro futuro, un futuro che siamo chiamati a costruire e condividere insieme, non soltanto dal punto di vista economico, ma anzitutto da quello culturale. E in questa prospettiva è stata scelta la “Gorgona” come sintesi artistica del Convegno: immagine della bellezza per la devozione che rappresenta. Sacerdotessa, scelta dalla Dea Atena come simbolo di buon auspicio sul proprio scudo a indicare chi si impegna con ferma determinazione e convinzione per la vittoria. Il dipinto riportato negli inviti rappresenta appunto la “Gorgona” e fa parte della raccolta Entelechia dell’Artista Michele Coppola. “Entelechia” è un termine che nasce con Aristotele, significa il divenire di tutta l’umanità che trova corrispondenza alla propria natura. Ovvero significa: “tu sarai in futuro quello che è già dentro di te”. E questa immagine della vita che si rinnova e di un albero che cresce e dalle radici che si rafforzano inizia a prendere timidamente forma e poi, mano a mano, cresce con il proprio tronco mettendo su le sue prime foglie e poi finalmente i fiori è l’emozione che al Convegno regalerà la presenza del Cavaliere di Gran Croce Donna Rosa Oliva detta Rosanna Oliva de Conciliis. Se il 2 in un Aula del Senato della Repubblica si parlerà in modo del tutto apolitico di Donne, di Arte e di Mediterraneo Allargato è grazie ad altre donne come Rosa Oliva e al ricorso che, appena laureata, fece alla Corte Costituzionale, grazie al quale la Corte con la storica sentenza 33/60 ottenne l’eliminazione delle principali discriminazioni per l’accesso delle donne alla Pubblica Amministrazione. 

Perché il 2 marzo?
Questo evento è stato fatto per la giornata internazionale della Donna 2023, ma non l’8 marzo. C’è un “perché”. Tutte coloro che hanno assecondato questo progetto condividono una “road map”: un passaggio di testimone dalle donne che hanno combattuto per le pari opportunità alle donne di oggi “del fare” di cui valorizzare “le capacità'” e le “eccellenze”, passando dalla fase della contestazione a quella della costruzione condivisa da protagoniste del mondo che verrà, in altre parole passando alla redazione e stesura del Pulchritudinis Codex, raccontato nel convegno.



Con il Patrocinio di: 
ROTARY DISTRETTO 2080
Ministero degli Affari Esteri 
Assessorato alla Cultura del Comune di Roma
ISMEO (Internazionale Association for Mediterranean and Oriental Studies) 
Biblioteca Casanatense

Ufficio stampa
Diana Daneluz
dianadaneluz410@gmail.com

Dopo Roma, la mostra Santafrika di Sant’Era e Sabrina Poli approda in Kenya nella suggestiva isola di Manda

La mostra Santafrika
di Sant’Era e Sabrina Poli approda in Kenya

Dall’8 al 15 marzo 2023 KENYA – Isola di Manda – BLUE Empire

In mostra numerosi scatti iconici con protagoniste giovani donne keniane vestite con abiti couture originali provenienti dalle note collezioni di Maison Martin Margiela – Artisanal e Comme de Garçons.

Dopo il grande successo dell’anteprima nel 2022 a Roma, la mostra SANTAFRIKA ideatada Sant’Era con gli scatti della visual designer Sabrina Poli approda in Kenya nella suggestiva Isola di Manda all’interno del Cottage Blue Empire dall’8 al 15 marzo 2023. In esposizione una selezione di circa venti fotografie, stampate su alluminio, con protagoniste giovani donne keniane vestite con abiti couture originali provenienti dalle note collezioni di Maison Martin Margiela – Artisanal e Comme de Garçons.

Situato sulla fantastica Manda Beach, a pochi metri dal mare e circondato da una lussureggiante vegetazione tropicale, il Blue Empire gode di una vista spettacolare sull’Oceano Indiano, sull’isola di Lamu e sul villaggio di Shela. Il cottage, costruitocon pregiati legni africani e progettato in un raffinato stile esotico, è caratterizzato da tradizionali tetti Makuti e ampie verande ai piedi del mare, dove si possono godere di splendidi tramonti. È proprio in questa location da sogno che la mostra Santafrika trova il suo spazio ideale. Toni charcoal, bianchi, sabbia e rosso vermiglio, caratterizzano le fotografie di Santafrika dove le modelle keniane sono ritratte nell’anima pura e naturale delle bianche spiagge di Watamu. Scatti grafici e netti come se soggetto e ambiente diventassero una superficie all’unisono. Accostamenti inattesi tra abiti sartoriali europei e nipponici, la raffinata eleganza delle modelle e la natura così potente, luminosa, abbagliante. Le acconciature armonizzano e contrastano al tempo stesso con l’ambiente circostante e le modelle interpretano una moda “fuori dal tempo” tra Occidente e Africa.

Il progetto Santafrika, realizzato in Kenya nel 2019, pone al centro dell’attenzione il dialogo tra il nord e il sud del pianeta e l’interconnessione delle due culture espresso tramite l’unione di moda, arte e natura. L’idea di Sant’Era è quella di unire gli opposti di due sue grandi passioni ovvero il rigore concettuale di stilisti nordici di fine secolo come Martin Margiela e l’amore per l’anima autentica del Kenya, luogo in cui Sant’Era ha vissuto.

L’essenza del progetto è il connubio tra due culture opposte che sono in grado di generare una bellezza senza compromessi, attraverso accostamenti contradditori, abiti di alta moda, trecce africane, glitter dorati che rifrangono la luce del sole sul corpo delle modelle. In queste fotografie si può ammirare tutta la naturale bellezza delle donne locali che trasmettono a pieno l’anima della loro terra africana.

Abbiamo fatto un casting con queste bellissime ragazze africane. – dichiara l’ideatrice del progetto Sant’EraSono ragazze comuni che abbiamo fermato per strada, ragazze povere, che difficilmente si vestono con abiti eleganti. Al di là delle bellissime foto scattate, la cosa più emozionante è stata vedere le ragazze così fiere di essere vestite e truccate. Le giovani ragazze si sono sentite protagoniste, fiere di indossare abiti eleganti e di avere un truccatore e un acconciatore tutti per loro. Questa trasformazione, abbinata al loro magnifico portamento naturale, il risultato ha superato ogni aspettativa. “.

SANT’ERA

Sant’era muove i primi passi nel mondo della moda e del beauty negli anni Ottanta, collaborando con aziende leader nel settore cosmetico per capelli. Si trasferisce a Roma, dove lavora con grandi maestri tra cui John Santilli art director di Vidal Sasson: esperienza fondamentale per apprendere le basi e le geometrie del taglio, l’anatomia, il trucco, lo styling.

È punto di riferimento per il mondo cinematografico e quello dello spettacolo. Negli anni Novanta apre il suo primo spazio nasce così Sant’era, a Cesenatico: un ambiente pieno di energia che ospita mostre d’arte, presentazioni di prodotti, eventi per clienti, ospita inoltre amici e chiunque voglia avvicinarsi al suo mondo.

SABRINA POLI

Sabrina Poli, art director e visual designer, lavora nella comunicazione crossmediale. Formatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna e l’Università del Progetto a Reggio Emilia, si dedica da sempre all’arte, design e alla fotografia.

Durante la formazione, master UDP, sviluppa progetti fotografici col maestro Luigi Ghirri, il progetto “Poesie Terapeutiche” con lo scrittore Ermanno Cavazzoni. In seguito collabora a progetti di design con lo studio di architettura Stefano Giovannoni a Milano. Progetta per diversi brand di moda, design e cosmetica tra cui Diego dalla Palma, Fendi Casa e Accademia Bizantina Orchestra.


INFO UTILI
Mostra Santafrika di Sant’era e Sabrina Poli
Dall’8 al 15 2023 – Cottage Blue Empire, Isola di Manda / Kenya

UFFICIO STAMPA CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126            
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Milano, Palazzo Reale: TRE-DI-CI. Sguardi sui musei di Lombardia

©Alessandro Calabrese

Milano, Palazzo Reale
03 Marzo 2023 – 02 Aprile 2023

TRE-DI-CI. Sguardi sui musei di Lombardia

Tredici musei statali lombardi interpretati da tredici giovani artisti italiani, in una committenza pubblica della Direzione regionale Musei Lombardia (Ministero della Cultura), realizzata con la collaborazione scientifica del Museo di Fotografia Contemporanea di Milano – Cinisello Balsamo.

Mostra a cura di: Matteo Balduzzi, Emanuela Daffra, Gabriella Guerci, Giulia Valcamonica

Un progetto ampio durato oltre dieci mesi, che culmina in una mostra promossa da MiC (Direzione regionale Musei Lombardia) e Museo di Fotografia Contemporanea (MUFOCO) con Comune di Milano – Cultura e prodotta insieme a Palazzo Reale in occasione di MuseoCity, aperta al pubblico gratuitamente dal 3 marzo al 2 aprile 2023 nelle sale dell’Appartamento dei Principi della reggia milanese.

Monumenti celebrati in tutto il mondo come il Cenacolo Vinciano e la Certosa di Pavia, realtà archeologiche di epoca romana tra le più importanti d’Europa come le Grotte di Catullo a Sirmione, significative testimonianze medievali e rinascimentali (il Castello Scaligero di Sirmione, Palazzo Besta a Teglio), la Valle Camonica delle incisioni rupestri e della romanizzazione: musei, monumenti, palazzi, parchi che, nel loro insieme, costituiscono il più visitato museo di Lombardia.

Gli artisti coinvolti raccontano questi luoghi eterogenei in modo libero e personale, svelandone un potenziale ancora in parte da scoprire attraverso i linguaggi e le pratiche più diverse, sollevando interrogativi, scoprendo storie inedite, dando voce ai visitatori, ai custodi, agli oggetti e ai paesaggi. I commenti del pubblico di fronte all’Ultima Cena di Leonardo vanno a comporre un poema. La Cappella Espiatoria di Monza, costruita dove fu assassinato il re Umberto I, diventa luogo immaginario di una missione spaziale che accende la luce sui contrasti della storia. La voce di un adolescente racconta la vita quotidiana nella Villa Romana di Desenzano. Gli abitanti di Teglio danno voce e movimento agli affreschi di Palazzo Besta.

Sono esempi, che siamo invitati a scoprire insieme agli sguardi e alle storie dei custodi al Castello Scaligero, alla fauna notturna che popola le incisioni rupestri di Naquane, a una moltitudine di altre storie. L’esposizione presenta immagini (fotografiche a colori e in bianco e nero, di sintesi, in movimento), lavori audio, sculture e altre forme installative, realizzati tra gennaio e luglio 2022.
Approcci variegati, a volte sorprendenti, che compongono un unico percorso: guardare insieme il patrimonio che costituisce la nostra storia e partecipare, oggi, alla costruzione della sua multiforme identità.

Gli artisti in mostra:
Delfino Sisto Legnani, Arianna Arcara, Fabio Barile, Marina Caneve, Alessandro Sambini, Claudio Beorchia, Flavia Rossi, Vaste Programme, Alessandro Calabrese, Caterina Morigi, Federico Clavarino, Rachele Maistrello, Roberto Boccaccino.

Direzione regionale Musei Lombardia
Corso Magenta, 24 – 20123 Milano
Telefono 02.80294401
drm-lom@beniculturali.it
www.musei.lombardia.beniculturali.it

Ufficio Comunicazione
drm-lom.comunicazione@beniculturali.it

In collaborazione con
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
Referente Simone Raddi: simone@studioesseci.net