Roma, Festival Spiritualia 2023 – San Carlo alle Quattro Fontane. Architettura: musica congelata

Festival Spiritualia 2023

In viaggio da Krónos a Kairós

Concerti, mostre, performance sulla spiritualità

25 febbraio – 31 marzo 2023
Sedi varie – Roma 

Presentazione stampa 23 febbraio 2023 ore 11.00
S. Maria in Cappella

Via Pietro Peretti 6 – Roma

Dal 25 febbraio al 31 marzo 2023 la Città Eterna sarà sede di Spiritualia, un Festival multidisciplinare ed interculturale incentrato sui temi della spiritualità, grazie al dialogo tra musica, arti e scienza. Ospitato in sedi di particolare interesse storico, artistico e architettonico, dalle barocche San Carlo alle Quattro Fontane e Sant’Agnese in Agone all’antichissima S. Maria in Cappella dell’XI secolo e alla rinascimentale S. Maria dell’Orto nel Rione Trastevere, il Festival Spiritualia si articola in diverse sezioni – Musica, Architettura, Fotografia, Video, Arte, Teatro, Danza, Scienza – e concentra la sua attenzione sul tema “In viaggio da Krónos a Kairós”: partendo da Krónos, l’implacabile scorrere del tempo, ci si muoverà alla volta di Kairós, il momento giusto, l’occasione, che nei vari appuntamenti del festival si manifesterà attraverso la musica, la voce, il suono, che in ogni cultura sono principio vitale, dall’OM dei buddisti al vertiginoso incipit del Vangelo di Giovanni. 

Il Festival offre un terreno comune a tradizioni e culture diverse, che qui possono incontrarsi e arricchirsi vicendevolmente, esprimendosi in lingue attuali o antichissime, e nel linguaggio universale della musica. Ogni momento del ricco programma è, dunque, un’esperienza immersiva, un’occasione per leggere attraverso lo sguardo della spiritualità le inquietudini del tempo presente, scosso da conflitti e cambiamenti epocali. 

Il Festival Spiritualia è promosso dall’Associazione Culturale Novartes, fondata e diretta da Stefano Sabene, musicista e fotografo, e si avvale della collaborazione di Roma Opera Omnia, della Fondazione Santa Francesca Romana, del Festival del Tempo e di Panzoo

Festival Spiritualia

Programma Festival Spiritualia

Programma Festival Spiritualia

/ 25 febbraio 2023 ore 18.30
San Carlo alle Quattro Fontane – Via del Quirinale 23 Roma
Architettura: musica congelata
Interazioni tra spazio architettonico e composizione musicale nel barocco romano.
Luca Ribichini, docente di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma
Luigi Polsini, Viola da gamba e Canto armonico
Lorenzo Sabene, Tiorba e Chitarra barocca

Le relazioni tra musica e architettura sono molteplici, sebbene la prima si attui nel dominio del tempo, la seconda in quello dello spazio. Entrambe si organizzano in strutture formali codificate: un rigore che tuttavia lascia spazio all’estro e alla creatività dell’architetto e del compositore. Lo spazio architettonico è anche un manufatto acustico, soprattutto nelle chiese del barocco romano, dove le liturgie erano corredate da un ricco e variegato mondo sonoro, dalla policoralità al virtuosismo strumentale. La relazione tra spazio, liturgia, musica era tanto stretta da condizionare la natura delle composizioni stesse, spesso dettate dalle risonanze dell’edificio sacro, o dalla disposizione delle cantorie. L’evento si apre con una singolare performance di canto armonico dello specialista Luigi Polsini, che svelerà in chiave esperienziale l’architettura interna del fenomeno che conosciamo come suono. Il pubblico sarà invitato a partecipare attivamente alla performance, producendo collettivamente il suono fondamentale da cui si muoverà il canto armonico. Gli interventi dell’architetto Luca Ribichini si inseriranno nel percorso d’ascolto proposto dal liutista Lorenzo Sabene e dal gambista e cantore Luigi Polsini. In programma musiche di Johann Jeronimous Kapsberger, Ferdinando Valdambrini, Francesco Corbetta, Lelio Colista, Gaspar Sanz.

/ 5 marzo 2023 ore 19.30
S. Maria in Cappella – Via Pietro Peretti 6 – Roma
Musica, il respiro del tempo
Dialogo tra musica 3D, fotografia e fisica teorica. Uno spettacolo olistico sulle identità del tempo.
Stefano Sabene, performer del Traverse consort (Flauti traversi rinascimentali), fotografo
Paolo Modugno, ingegnere del suono
Giovanni Mirarchi, fisico teorico

Un metronomo al centro della chiesa: così inizia il viaggio esperienziale sulle diverse identità del tempo di questo programma. Un musicista e un fisico teorico accompagnano il pubblico in questo viaggio ideale tra Krónos – lo scorrere implacabile del tempo che scandisce la nostra esistenza – e Kairós, il momento giusto, quello nel quale avviene l’evento che decide una fase della nostra vita, o la cambia per sempre. L’installazione sonora esplora il tempo da una prospettiva uditiva: senza il tempo non c’è musica e questa è un’arte performativa che per definizione non può prescindere dal tempo per attuarsi. Ma quale tempo? L’installazione vive di materiali sonori campionati in diversi tempi, eppure tutti presenti nella performance live, che prende vita in una veste 3D. La fisica teorica esplora la natura del tempo nella sua relazione con lo spazio: un approccio che dalle scoperte di Albert Einstein a oggi ha rivelato realtà spesso distanti dalla nostra percezione del fenomeno. Anche la fotografia, che ha nel tempo d’esposizione un’ulteriore manifestazione di questa grandezza, concorre all’indagine condotta attraverso l’installazione sonora, l’arte figurativa e la fisica teorica. Le immagini fotografiche sono state realizzate  su un treno ad alta velocità, con tempi vicini al millesimo di secondo, e si contrappongono a immagini realizzate con tempi lunghissimi d’esposizione, evidenziando l’incidenza del tempo nella creazione dell’immagine. Il dialogo tra le diverse componenti dà così vita a un’esperienza olistica, multisensoriale, che apre a ulteriori sviluppi di questo progetto artistico  “work in progress”.
Programma musicale: Anonimo (IV sec. a.C.) Inno di Seikilos; Diego Ortiz: Recercada primera; Josquin Desprez: La Spagna; Michael Praetorius: Canario; Giovanni Pierluigi da Palestrina: Improperium; Diego Ortiz: Recercada segunda; Girolamo Frescobaldi: Capriccio sul Cucho; Adrian Willaert: Vecchie letrose. 

/ 11 marzo 2023 ore 19.30
S. Maria in Cappella – Via Pietro Peretti 6 – Roma
Io chi sono? in viaggio con Franco Battiato
Docufilm di Lino Pinna, preceduto da un incontro con l’autore
Conduce Stefano Sabene – Intervengono Lino Pinna, autore e regista del docufilm; Mizio Vilardi, cantautore

Il docufilm si muove nelle direttrici del tema proposto da quest’edizione del festival Spiritualia: il viaggio, la ricerca spirituale, il suono e la musica: tutte realtà che il grande artista siciliano ha vissuto con grande intensità e rigore. La proiezione, presentata per la prima volta a Roma, sarà preceduta da una conversazione con il regista, che è anche autore dei testi e delle musiche. Parteciperà alla conversazione, interpretando con alcune sue canzoni dal vivo, il cantautore Mizio Vilardi. La chiave narrativa su cui poggia il docufilm sono i quattro punti cardinali: Nord, Oriente, Occidente e Sud. Durante la sua vita, Franco Battiato ha viaggiato metaforicamente verso quattro direzioni. NORD: luogo verso cui è partito da ragazzo per emanciparsi dalle sue origini siciliane; da qui l’esordio artistico milanese e il periodo delle prime canzoni anni ’60, fino alla sperimentazione degli anni ’70. ORIENTE: punto fondamentale per la sua formazione umana e per la ricerca spirituale ispirata ai maestri indiani, alla mistica cristiana e islamica. OCCIDENTE: momento della vita in cui si serve di razionalità e pragmatismo per diffondere e divulgare alle masse i contenuti spirituali attraverso il linguaggio semplice e immediato della canzone. SUD: luogo del ritorno alle radici, alla contemplazione della natura nella sua terra d’origine, la Sicilia. Rappresenta inoltre l’ultima parte della sua vita, la preparazione alla morte intesa come abbandono del corpo materiale e del trapasso verso la dimensione divina. Nel docufilm è Battiato stesso che parla in prima persona attraverso la voce di due attori, scenicamente avvolti in un’atmosfera rarefatta che simboleggia l’aldilà (UOMO: Nord e Occidente, DONNA: Oriente e Sud). Come Franco Battiato, ciascuno ha dentro di sé una parte maschile e una femminile, una parte razionale e una intuitiva. Le direzioni del meraviglioso viaggio della vita sembrerebbero essere solo quattro, all’inizio, ma in realtà sono sei: ci sono anche l’Alto e il basso. E dipende sempre dall’uomo vedere anche l’Alto e il basso. Il film è integrato da interviste e inserti di alcuni collaboratori di Battiato, tra cui Filippo Destrieri, suo tastierista storico, e Gianfranco D’Adda, batterista e percussionista.

/ 12 marzo 2023 ore 19.30

S. Maria in Cappella – Via Pietro Peretti 6 – Roma
Come un fiume d’acque celesti
Storie, immagini, musica sulle orme di S. Francesca Romana
Progetto a cura di Stefano Sabene e Massimiliano Floridi
Con la partecipazione degli anziani dell’Ospitale S. Francesca Romana
Fotografie di Sofia Iacobini, Federica Sarto
Supervisione al progetto fotografico e curatela della mostra “Come un fiume d’acque celesti”: Patrizia Genovesi
Conduce Massimiliano Floridi
Musiche di Autori Vari dal ‘400 all’800 eseguite da
Luigi Polsini, Viola da gamba
Stefano Sabene, Traversiere
Franco Todde, Chitarra romantica

Storie raccontate dalla viva voce dei protagonisti nello stesso sito ove iniziò e che tuttora continua l’opera di S. Francesca Romana. Proprio in questa antichissima chiesa nel cuore di Trastevere, Francesca iniziò la sua opera volgendosi agli ultimi, i poveri, gli ammalati, alle persone ai margini della società, di cui nessuno si prendeva cura. Canonizzata nel 1608 da Paolo V con la bolla Caelestis aquae flumen (da qui il titolo), si vuole rendere omaggio a questa grande donna con una performance che mette al centro della scena, per una volta, proprio gli ultimi. Tramite le loro voci si entrerà nel vivo della carne piagata dalla solitudine, dalla malattia, dalla povertà. La musica sarà per una volta lontana dal centro della scena, e, provenendo da diversi punti della chiesa, farà da contrappunto all’avvicendarsi dei racconti. Il progetto fotografico, coordinato da Patrizia Genovesi, farà da corollario alla performance, e darà vita alla mostra fotografica “Come un fiume d’acque celesti”.

/ 18 marzo 2023 ore 18.00

S. Maria dell’Orto – Via Anicia 10 – Roma

La cetra di Davide
I Salmi in musica, dalle cantillazioni in ebraico alla polifonia romana. Per attore, voce recitante ed ensemble “a Cappella”
Ensemble Opera Omnia 
Paola Alonzi, Cantus
Micaela Parrilla, Altus
Marco Ciardo, Tenor
Franco Todde, Tenor
Stefano Sabene, Bassus e Direzione
Olek Mincer, Cantillazione in ebraico e Recitazione

La destinazione dei Salmi, raccolta di 150 composizioni dell’omonimo libro biblico, era per gli ebrei il canto monodico o corale accompagnato da strumenti, tra i quali il salterio (questo strumento è sinonimo di salmi) e la cetra, strumento suonato dal re Davide, cui le composizioni sono attribuite. Nel I Libro delle Cronache esiste una descrizione quasi fotografica della prassi esecutiva, dove “Davide e tutto Israele cantavano a gran voce suonando cetre, salteri, cimbali e corni”. In questo programma vengono eseguiti alcuni versetti in lingua originale nella prassi ebraica della cantillazione, mentre l’Ensemble Opera Omnia presenta la grande produzione polifonica del rinascimento e del barocco sui medesimi testi. La recitazione completa il percorso dedicato al libro forse più amato della Bibbia. Il concerto vuole mettere in evidenza la profondità del rapporto tra il credente e Dio, che ha fornito con i Salmi le parole stesse con cui Egli desidera entrare in relazione con l’uomo nella preghiera personale e comunitaria. In programma musiche di Giovanni Pierluigi da Palestrina, Cristobàl de Morales, Tomàs Luìs de Victoria, Giuseppe Ottavio Pitoni.

/ 25 marzo 2023 ore 19.30
Fondazione S. Francesca Romana – Via Pietro Peretti 6 – Roma

Dammi il dono del fuoco
Azione scenica su musiche e testi di Hildegard von Bingen. Per danzatrice, attrice, soprano, baritono e strumenti medievali
Progetto artistico di Stefano Sabene – Testi a cura di Chiara Bellaveglia – Azione coreutica e costumi a cura di Sabina Domanico

Artisti

Chiara Bellaveglia (Hildegard), voce recitante
Sabina Domanico (Visione), danzatrice
Ensemble Opera Omnia
Serena Lanzalonga, Voce
Luigi Polsini, Viella / Ribeca / Salterio 
Lorenzo Sabene, Liuto medievale
Stefano Sabene, Voce / Traversa medievale / Percussioni

L’azione scenica si basa su musiche e testi di Hildegard von Bingen (1098-1179), mistica, teologa, musicista, figura tra le più pregnanti del medio evo. Le melodie originano dalle visioni che la santa riceve interiormente, in uno stato psico-fisico perfettamente vigile. La mistica ascolta, e poi riporta in notazione musicale quanto udito. Le musiche di Hildegard, autrice anche dei testi, sono concepite per la vita liturgica nei monasteri di cui era badessa, e hanno una natura originalissima, per non dire straordinaria, relativamente ai canoni dell’epoca, quanto a estensione vocale e dilatazione dei melismi, spinti talvolta ai limiti dell’eseguibilità. La selezione dei brani, effettuata su un corpus assai cospicuo di composizioni, è stata condotta in chiave narrativa espressamente per quest’azione scenica, presentata in prima esecuzione assoluta in occasione del festival Spiritualia. I testi sono stati curati dalla medievalista Chiara Bellaveglia, che riveste anche il ruolo di voce recitante. La coreutica, curata da Sabina Domanico, rappresenta lo sviluppo dinamico della visione, originando un flusso espressivo che insieme alla musica converge sui testi selezionati, esaltando la ricchezza e la potenza delle immagini evocate e sposandone la portata spirituale. L’Ensemble Opera Omnia, in assetto vocale e strumentale, realizza l’apparato sonoro sul quale l’azione si dipana, in una veste filologica quanto al parco strumenti utilizzato e alla prassi esecutiva su basi storiche.

Programma musicale

Hildegard von Bingen, da “Symphonia harmoniae caelestium revelationum”: O vis eternitatis, Karitas habundat, Vos flores rosarum, O pulcre facies, O pastor animarum, O frondens virga, Spiritus Sanctus vivificans

/ 28 marzo 2023 dalle ore 17.00 alle ore 20.00
Fondazione S. Francesca Romana – Via Pietro Peretti 6 – Roma
Quando viene la sera.
Performance e installazione di Anahi Mariotti
A cura di Roberta Melasecca

Inaugurazione e presentazione al pubblico dell’installazione “Quando viene la sera“, frutto della performance dell’artista Anahi Mariotti, realizzata interagendo con gli anziani e i volontari che se ne prendono cura, spaziando nell’ambiente circostante, il rione di Trastevere, il fiume. Una creazione singolare e coinvolgente, presentata al pubblico in questo evento che porta a compimento il percorso iniziato con il progetto e la mostra fotografica “Come un fiume d’acque celesti“, e si concentra sul cuore, sede dei sentimenti, degli affetti, delle pulsioni. Dell’esperienza, vissuta in chiave emozionale e performativa, l’artista lascia una traccia tangibile e irripetibile, rielaborando tracciati cardiaci, disegni, appunti, frammenti audio, dando vita all’installazione che porta l’osservatore a entrare in empatia con un mondo di stimoli sensoriali e affettivi. Curato da Roberta Melasecca, il progetto dell’artista Anahi Mariotti si struttura in due fasi: un primo momento performativo e un secondo installativo-espositivo. Nel corso di un tempo di 24 ore l’artista registra tramite un Holter cardiaco le prestazioni del suo cuore: a sovrapporsi al ritmo del tempo c’è sempre il ritmo del nostro cuore, il ritmo del pulsare delle vene, della respirazione. Il tempo, le ore che passano, 24h. Il cuore, il battito cardiaco, le pulsazioni. Quanto incide ciò che accade fuori da noi sul nostro corpo? Può una conversazione, una situazione, un pensiero, variare il nostro ritmo interiore? Può un elettrocardiogramma essere letto come uno spartito? Cosa l’artista ha fatto, cosa ha visto  nella performance verrà poi svelato durante il momento espositivo: foto, disegni, oggetti, nonché il grafico dell’elettrocardiogramma permetteranno al pubblico di entrare in contatto con una parte intima del corpo dell’artista. Tutti gli elementi realizzati saranno esposti nel museo-ex dormitorio dell’Ospitale della Fondazione Francesca Romana, come fossero momenti di una giornata ricordati prima di andare a dormire. Infatti il luogo espositivo è stato scelto proprio per la sua specificità, in quanto in esso coesistono momenti di una passata intimità con teche di vetro e registri antichi: l’intimo si svela e induce l’osservatore ad entrare in relazione con ciò che ha visto, sentito, odorato, perfino con il ritmo dell’organo più intimo e incontrollabile: il cuore. La ricerca artistica di Anahi Mariotti, da tempo centrata sul tema della “relazione”, anche in questo progetto si concentra sulla connessione con i visitatori e ancora prima con gli ospiti dell’Ospitale della Fondazione.

/ 31 marzo 2023 ore 18.30
Chiesa di Sant’Agnese in Agone – Piazza Navona – Roma
Cantico dei cantici
Musiche di Giovanni Pierluigi da Palestrina: una versione “rappresentativa” del Canticum Canticorum
Ensemble Opera Omnia
Paola Alonzi, Sulamita (cantus)
Franco Todde, Salomone (tenor) e Chitarra rinascimentale
Lorenzo Sabene, Liuto rinascimentale
Stefano Sabene, Traversa rinascimentale e Direzione

L’interpretazione proposta dall’Ensemble Opera Omnia mette in luce l’aspetto rappresentativo, scenico, dell’opera palestriniana, di cui lo spettacolo segue la sequenza narrativa. Per questo le concertazioni seguono una via diversa da quella della classica disposizione vocale a Cappella. Solo le linee melodiche dei due protagonisti, Sulamita e Salomone sono cantate; le altre sono invece affidate a strumenti rinascimentali come la traversa, la chitarra e il liuto, dando vita a un ricco tessuto sonoro, caratterizzato dalla capacità di fraseggio e di tenuta del suono delle voci e dello strumento a fiato e dalla cristallina ariosità degli strumenti a pizzico. L’intento rappresentativo viene così a rendere quasi visivamente l’affresco tratteggiato dall’autore del testo sacro, scandito dall’alternarsi delle stagioni, del giorno e della notte, nello spirare dei venti, nel moto degli astri. Un canto mirabilmente reso dalla musica di Palestrina, capace di evocare, più di molte parole ed esegesi, i colori, i suoni, i profumi dell’ambientazione mediorientale nella quale si muovono i protagonisti. La poetessa Chiara Bellaveglia offre la lettura dei versi musicati da Palestrina, per dar modo al pubblico di assaporare, insieme alla grandezza musicale delle composizioni, la sublime liricità del testo.

Programma: Giovanni Pierluigi da Palestrina, Il Quarto Libro dei Mottetti “Canticum Canticorum”

L’Associazione Culturale Novartes è attiva dal 2014: realizza programmi culturali con focus sui rapporti tra musica, arti figurative e scienza, con particolare attenzione ai temi della spiritualità e alle espressioni del sacro nell’arte, nell’architettura, nella musica. Ha all’attivo centinaia di performance, seguite da decine di migliaia di spettatori italiani e visitatori esteri in musei e siti storici di Roma come Palazzo Barberini, Galleria Doria Pamphilj, Villa Farnesina, S. Luigi dei Francesi, Sant’Agnese in Agone, S. Maria del Popolo, Sant’Ivo alla Sapienza. Ha realizzato progetti culturali in collaborazione con Università La Sapienza, Accademia dei Lincei, Accademia di S. Luca, Maxxi, Zètema, e ha preso parte con suoi progetti a trasmissioni televisive e radiofoniche RAI e Radio Vaticana. Ha all’attivo incisioni discografiche e DVD per etichette come de Agostini, Brilliant, Opera Omnia, Chromamedia, Audiovisivi S. Paolo. Stefano Sabene vive e lavora a Roma. È direttore artistico del Festival Roma Opera Omnia e del Festival Spiritualia, dove realizza programmi interdisciplinari tra arte, musica, architettura in musei, chiese e palazzi storici di Roma. Ha realizzato centinaia di concerti nelle migliori stagioni concertistiche internazionali, come direttore d’orchestra e solista di flauto traverso in ambito di musica rinascimentale, barocca e contemporanea. Come direttore principale dell’Orchestra Mozart Sinfonietta ha collaborato con solisti come Boris Bloch, Luìs Bacalov, Carlo Bruno e compositori come Sylvano Bussotti, Luìs Bacalov, René Clemencic, Hans-Juergen Gerung, Luigi Esposito, dirigendo molte prime esecuzioni assolute. È produttore per la label discografica Opera Omnia; compositore; direttore di ensemble filologici come Schola Romana Ensemble ed Ensemble Opera Omnia; ideatore e performer del Traverse Consort. Ha ricevuto il premio internazionale “Foyer des Artistes” per la direzione d’orchestra. Collabora, con i suoi progetti artistici, con Istituzioni, come Università, Accademie, musei, gallerie, ed è invitato a partecipare a trasmissioni RAI e Radio Vaticana. Ha realizzato, come fotografo, mostre personali e collettive, ha pubblicato libri d’artista, saggi, libri fotografici e numerosi CD audio e DVD.

Festival Spiritualia

Lo spazio architettonico dialoga con la musica
nel capolavoro barocco di Francesco Borromini

ARCHITETTURA MUSICA CONGELATA
MUSICA IL RESPIRO DEL TEMPO
DAMMI IL DONO DEL FUOCO
IO CHI SONO IN VIAGGIO CON BATTIATO
LA CETRA DI DAVIDE
CANTICUM CANTICORUM
COME UN FIUME D’ACQUE CELESTI
QUANDO VIENE LA SERA


INFO
Festival Spiritualia 2023
In viaggio da Krónos a Kairós
Concerti, mostre, performance sulla spiritualità
Direttore artistico: Stefano Sabene
Con la collaborazione di: Roma Opera Omnia, Fondazione Santa Francesca Romana, Festival del Tempo
Media Partner: Panzoo
 
25 febbraio – 31 marzo 2023
Sedi varie – Roma – Ingresso gratuito
Gradita la prenotazione

 
Festival Spiritualia
Associazione Culturale Novartes
Viale Aldo Ballarin 16 – 00142 Roma
festival.spiritualia@gmail.com
stefano.sabene@gmail.com
+39 329 065 07 86
www.spiritualia.it
 
Ufficio stampa
Roberta Melasecca – Melasecca PressOffice / Interno14 next
roberta.melasecca@gmail.com – info@melaseccapressoffice.it

A Verolanuova (Brescia), nella Basilica di San Lorenzo, i due dipinti di più ampio formato mai realizzati da Giambattista Tiepolo, freschi di restauro

Verolanuova (BS), Basilica di San Lorenzo

TIEPOLO A VEROLANUOVA

Dal 25 febbraio al 4 giugno 2023, la Basilica di San Lorenzo a Verolanuova (BS), comune situato a pochi chilometri a sud di Brescia, ospita un evento espositivo, curato da Davide Dotti, che presenta i due dipinti di più ampio formato mai realizzati da Giambattista Tiepolo, freschi di restauro.

Dal 25 febbraio al 4 giugno 2023, la Basilica di San Lorenzo a Verolanuova (BS), comune situato a pochi chilometri a sud di Brescia, ospita un evento espositivo, curato da Davide Dotti, che presenta i due dipinti di più ampio formato mai realizzati da Giambattista Tiepolo, freschi di restauro.

L’iniziativa, organizzata dal Comune di Verolanuova, consente ai visitatori di ammirare i due capolavori a pochi centimetri di distanza, seguendo un percorso che li porta a otto metri di altezza, grazie a una struttura costruita appositamente per l’occasione.

Le due monumentali tele, alte dieci metri per cinque di larghezza, conservate sulle pareti laterali della cappella del Santissimo Sacramento, sono state dipinte a olio intorno alla metà degli anni quaranta del Settecento su commissione della nobile famiglia Gambara, e sono caratterizzate da una straordinaria qualità pittorica e fervida creatività compositiva.

I soggetti delle opere – Il sacrificio di Melchisedec e La caduta della manna – richiamano il tema eucaristico per la presenza del pane e del vino – offerti da Melchisedec, re e sacerdote di Salem, antico nome di Gerusalemme, ad Abramo – e dalla manna, il “cibo degli angeli”, disceso per volere di Dio sul deserto per la salvezza degli israeliti dopo l’uscita e la liberazione dalla schiavitù in Egitto.

Gli interventi di restauro sono stati coordinati a livello scientifico e organizzativo da Davide Dotti, realizzati dagli studi di restauro Monica Abeni-Paola Guerra di Brescia e Antonio Zaccaria di Bergamo sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, sono promossi dalla Fondazione della Comunità Bresciana.



Informazioni
TIEPOLO A VEROLANUOVA
Verolanuova (BS) | Basilica di San Lorenzo
25 febbraio – 4 giugno 2023
Per informazioni: www.tiepoloverolanuova.it | info@tiepoloverolanuova.it
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche

Marta Pedroli, T. +39 02.36755700
marta.pedroli@clp1968.it
www.clp1968.it

A Milano un’imperdibile Mostra – Il testo critico di Kira Perov: “La fascinazione di BILL VIOLA per il mondo della videoarte”

Dal 24 febbraio al 25 giugno 2023 Palazzo Reale di Milano presenta un’importante esposizione dedicata a quello che è considerato già dagli anni Settanta il maestro indiscusso della videoarte: BILL VIOLA.

La mostra , promossa dal Comune di Milano-Cultura, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale Arthemisia con la collaborazione del Bill Viola Studio e ripercorre l’intera carriera artistica dell’artista.

Bill Viola, The Quintet of the Silent, 2000
Color video on flat panel display mounted on wall,
72,4×120,7×10,2 cm
16:28 minutes
Performers: Chris Grove, David Hernandez, John
Malpede, Dan Gerrity, Tom Fitzpatrick
Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

La fascinazione di BILL VIOLA per il mondo della videoarte

di Kira Perov
Curatrice della mostra, moglie dell’artista e direttore esecutivo del Bill Viola Studio

La fascinazione di Bill per il mondo del video risale al 1960, quando fu nominato “Capitano della squadra TV” nella scuola elementare del Queens, a New York, e gli fu assegnato il compito di spostare un televisore su un carrello da un’aula all’altra per le lezioni dei bambini. Rimase affascinato dal bagliore blu del monitor: aveva solo nove anni.

Fin dai primi anni settanta si è impegnato a creare opere per quel medium espressivo che negli ultimi sessant’anni ha assistito a innumerevoli cambiamenti in termini di forma, strumentazione e in relazione alla sua stessa natura. Il recente passaggio dal video analogico al formato digitale ha rappresentato una svolta epocale a livello globale, paragonabile alla rivoluzione in campo pittorico introdotta dalla tecnica acrilica che ha profondamente modificato la tradizione della pittura a olio. Sebbene Bill abbia tenuto il passo con i cambiamenti tecnici (che spesso hanno ispirato nuove serie di opere), l’obiettivo principale della sua pratica artistica consiste nell’esplorare il modo in cui l’immagine in movimento può catturare ed esprimere l’essenza della nostra esistenza. La mostra “Bill Viola” testimonia il suo impegno nei confronti del pubblico e del percorso che ha intrapreso, per oltre quarantacinque anni, per incarnare quell’essenza nella sua arte e nella sua vita.

Il legame di Bill con l’Italia è ben noto. Il nonno paterno era nato a Due Cossani, in provincia di Varese. All’età di ventitré anni, dopo la laurea, ha lavorato per diciotto mesi a Firenze presso art/tapes/22, uno dei primi centri italiani di produzione di videoarte. Nel corso degli anni sono arrivati diversi inviti per mostre da Roma, Varese, Torino, Firenze e Venezia. Uno dei momenti più salienti della sua carriera è stato quando ha rappresentato gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia del 1995.

Siamo felicissimi che il legame personale di Bill con l’Italia prosegua con “Bill Viola” a Palazzo Reale. È una grande fortuna poter presentare le sue opere in uno spazio così propizio: ci dà la possibilità di ricordare la storia feconda degli artisti e architetti che ci hanno preceduto. Davanti a noi si aprono sale e stanze magnifiche, splendidamente decorate, che ci permettono soprattutto di elevare lo spirito. Questo antico edificio arricchisce la nostra esperienza rispetto alle videoinstallazioni, accolte in un ambiente storico con una importante narrazione alle spalle.

Nel susseguirsi delle sue sale è stato creato un itinerario affinché i visitatori si trovino a contemplare i temi profondi della vita che Bill esplora con immagini di luce in movimento. Accediamo alla mostra attraverso un elegante salone adorno di lampadari. Qui troviamo alcune installazioni della serie Passions, quali The Quintet of the Silent (2000), Catherine’s Room (2001) e The Greeting (1995), opere che si ispirano a uno dei massimi periodi dell’arte occidentale, ovvero l’epoca del Rinascimento italiano, espressione di eccezionali capacità pittoriche e in cui la nozione di umanesimo era un tema centrale. Questa sala e la successiva presentano opere – proiezioni e schermi piatti – che, grazie allo slow motion, catturano ed estendono le innumerevoli sfumature delle emozioni umane altrimenti impossibili da cogliere in tempo reale.

Nell’ambiente seguente è esposta un’opera nata a Venezia nella piccola chiesa sconsacrata di San Gallo, che racchiude i fantasmi del passato. Ocean Without a Shore (2007) descrive la soglia metaforica

del momento di transizione quando la vita diventa la morte. Proseguendo, scopriamo un’installazione scultorea sospesa al soffitto, composta da sette grandi velari di tessuto trasparente attraversati da due proiezioni che ritraggono un uomo e una donna che si incontrano solo come Sé virtuali fra i veli. Un diluvio improvviso e spaventoso è al centro di The Raft (maggio 2004), visibile nella sala adiacente; l’opera ci ricorda che l’umanità può lavorare insieme per sopravvivere a catastrofi naturali o politiche inaspettate. Nello spazio successivo è descritta la coraggiosa lotta di quattro individui stretti nella morsa degli elementi, mentre gradualmente riescono ad accettare la loro inevitabile morte. In una piccola stanza sono esposte due lastre di granito nero su cui è proiettata l’immagine a grandezza naturale di un uomo e una donna anziani che cercano sui loro corpi nudi i segni della morte. Le ultime due opere, che fanno parte della serie Tristan, sono grandi proiezioni raffiguranti l’intensità visiva e sonora della trasfigurazione attraverso il fuoco e l’acqua.

Gli elementi, in particolare quelli del fuoco e dell’acqua, sono spesso utilizzati da Bill per rappresentare il passaggio dalla vita alla morte, oppure da questa vita a quella successiva. Il mondo digitale, un mondo visivo e non materiale, in quanto la sua esistenza dipende da impulsi elettrici, ci ricorda la nostra fragilità e l’impermanenza. Per questo il visitatore ha bisogno di tempo per riflettere, e in tal senso le opere di Bill Viola sono davvero un dono.

È stato un gran piacere lavorare di nuovo con Iole Siena, presidente di Arthemisia, e Teresa Emanuele, la loro straordinaria coordinatrice. Siamo profondamente grati a Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale, che ci ha dato questa opportunità unica e meravigliosa di presentare le opere di Bill a Milano. Per la realizzazione della mostra, desidero ringraziare Bobby Jablonski, responsabile delle esposizioni e designer del Bill Viola Studio, la cui esperta conoscenza delle installazioni e delle loro esigenze tecniche è stata fondamentale per selezionare le opere più adatte a queste sale storiche. Un ringraziamento particolare va all’architetto Corrado Anselmi, nonché ai team di Arthemisia, Palazzo Reale e 235 Media, per la loro maestria e dedizione nell’allestimento degli spazi.

Valentino Catricalà, curatore insieme a me di questo volume, è stato essenziale per le sue non comuni doti di guida, che lo hanno portato a elaborare un discorso approfondito sull’evoluzione del lavoro di Bill. Il contributo di Valentina Valentini ha inoltre arricchito la nostra comprensione delle idee e della filosofia dell’artista. E le descrizioni di Bill delle opere in mostra aggiungono un’ulteriore comprensione ai profondi misteri contenuti nelle installazioni esposte in questo eccezionale e storico edificio.



Informazioni e prenotazioni
T +39 02 892 99 21
www.palazzorealemilano.it
www.arthemisia.it
Hashtag ufficiale
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Biglietti
Intero
€ 15,00 Ridotto € 13,00


Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T +39 06 69380306
Ufficio Stampa Comune di Milano
Elena Conenna elenamaria.conenna@comune.milano.it
Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it

Il Museo MAN di Nuoro annuncia il programma espositivo 2023

L’anno 2023 sarà coronato da un tema che intende valorizzare, in linea con il programma della 18. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia Il laboratorio del Futuro, il binomio arte-architettura, accanto al consueto alternarsi di maestri dell’avanguardia e autori interpreti di nuovi linguaggi. I rapporti allacciati con alcune istituzioni europee, fra cui il Museo Reina Sofia di Madrid, il Musée Matisse di Nizza e la Kunsthaus di Zurigo, saranno arricchiti da gemellaggi virtuosi con centri di studio, come il Polo Universitario di Palermo e Agrigento, il Monte Verità di Ascona e le Università di Cagliari e Alghero, oltre allo straordinario riscontro appena ricevuto dall’Università di Leopoli (Ucraina) e dagli Archivi di Stato della Regione di Odessa al centro della prima mostra in agenda.



Ufficio Stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
tel. 049663499
Referente Simone Raddi: simone@studioesseci.net

Milazzo, Cantieri Zeta: “Syntassi. Unità in esposizione”, uno spaccato esemplare di 12 sintetiche biografie per immagini

“Syntassi. Unità in esposizione”

Fino al 4 marzo 2023
Dalle 17.30 alle 20.30

La mostra, allestita negli spazi espositivi dell’associazione Cantieri Zeta di Milazzo, è stata inaugurata il 18 febbraio 2023. Si tratta dello spaccato esemplare di 12 sintetiche biografie per immagini.

Opere di: Maria Berenato, Sabrina Busà, Giulio Conti, Giusy Giorgianni, Alessandro Maio, Mantilla, Alessandro Mancuso, Alessandro Papetti, Anna Parisi, Bruno Samperi, Alfredo Santoro, Piero Serboli.

Cantieri Zeta
Via dei Mille 40 – 98057 Milazzo
+39 090 240113 cantierizeta@gmail.com

L’associazione culturale Cantieri Zeta, in collaborazione con l’editore Alessandro Mancuso, presenta “Syntassi. Unità in esposizione”. In mostra più di trenta opere tra opere su carta, tele, tavole, fotografie, di artisti di diverse generazioni e provenienze che pongono l’attenzione sull’importanza cruciale che il ritratto ha e ha avuto all’interno del loro processo creativo.
Una tipologia di mostra che parrebbe esiliata dal pensiero corrente dove i delicatissimi acquerelli e schizzi preparatori da vedere da vicino con un’attenzione sconosciuta alla frenetica fruizione cui siamo abituati si fronteggiano con le grandi opere di Alfredo Santoro e Piero Serboli.
A differenza di altri progetti basati sulla poetica del definitivo, qui le opere prima delle risposte pongono una domanda: si può raccontare una storia attraverso i ritratti? È possibile – attraverso le varietà del ritratto, considerato non solo nella corrispondenza dell’aspetto e dell’espressione abituale del volto ma altresì in quegli aspetti le cui caratteristiche sottintendono e mostrano inclinazioni e temperamento e, attraverso l’aspetto, fanno entrare in una storia e in un ambiente – disegnare un profilo identitario comune?

Il ritratto come materia sensibile e varia su cui agire attraverso il segno, dove concretizzare le proprie idee, accompagna la vita e le esperienze di gran parte degli artisti. La sperimentazione
è il suo luogo d’elezione, il luogo in cui si misura la ricchezza e la novità dell’ispirazione dell’artista stesso.
Le opere esposte rivelano come un’incomparabile testimonianza della fertile immaginazione e del duro lavoro degli artisti, uno spaccato delle infinite possibilità offerte da una ricerca antica che, anche in questa occasione, non manca di rivelare la sua attualità.
In altre parole il ritratto non cerca una coerenza legata a un’idea del mondo fisso, bloccato in un’ideologia, ma cede al dubbio, alla distrazione, tenendo così sotto controllo il concetto di arte che il mondo ha ratificato, complicandolo e ponendo obiezioni.
Prendendo spunto da un’intuizione dello storico dell’arte Alberto Boatto che ha parlato delle differenze esistenti tra l’uso di un segno su fondo bianco, chiaro dominio concettuale, e un segno su fondo nero, viscerale, espressionista e quindi pittorico, Syntassi, presenta un’analisi di entrambe le tendenze che entrano a far parte di un’area di invenzione molto vasta, che diventa allo stesso tempo una sfera di riflessione e immaginazione.
Inquieti e instancabili contemplatori del mondo e sfrenati inghiottitori di tutte le sensazioni che esso produce, gli artisti in mostra riescono a squarciare il tutt’altro che sottile velo di tenebra che li separa da ciò che è convenzionale, banale o già noto, una sottile linea d’ombra che è ciò che divide le fasi della vita, la bellezza dalla banalità, la poesia dallo squallore, la geometria dal caos e l’opera umana dalla natura, che poi se ne riappropria. Si tratta di un confine labile e confuso, di una linea sottile che non è una barriera ma una frontiera che ci permette di vivere in bilico o di tuffarci in una direzione ben definita, è il filo che collega menti, persone e vite diverse, altrimenti destinate a rimanere estranee.
Il percorso della mostra parte da questo concetto e si sviluppa su due sale dei Cantieri Zeta creando una casa comune degli artisti che dal ritratto sono accomunati, oltre che dal tentativo di rappresentare il mondo che li circonda attraverso di esso, mostrando senza intermediari il significato della linea d’ombra e della vita stessa, fatta proprio di questi momenti.

Nell’impaginazione sulle pareti di Cantieri Zeta le opere presentate sono perlopiù inedite o poco note, alcune provenienti da collezioni private.

JDL, nota street artist olandese, firma il suo ultimo murale a Roma – Una dedica all’ambiente

JDL firma il suo ultimo muro a Roma: un imponente murale di 40 metri tra i più grandi della Capitale nell’ambito di Street Art for Rights Forum Festival

È dedicato all’ambiente il nuovo murales della nota street artist olandese

sul palazzone del Nuovo Corviale

Già inaugurato giovedì 16 febbraio alle ore 15

Via Ettore Ferrari – Roma

Porta la firma di JDL (Judith de Leeuw) – la nota street artist olandese apprezzata in tutto il mondo – il nuovo imponente murale di 40 metri realizzato nell’ambito di Street Art for Rights Forum Festival sulla parete Nord-Est del palazzone di Corviale a Roma, il famoso “Serpentone”, uno dei muri “più simbolici” della Capitale. 

I lavori sono iniziati lo scorso 15 dicembre e dopo oltre un mese di lavoro tra gelo e pioggia Corviale è la sede di una delle opere più grandi e significative della città realizzata da JDL con il supporto operativo degli street artists Spike, Smok, Marqus, Boogie, Joys e  dell’inossidabile team di Street Art For Rights che ha reso possibile un’altra grande opera murale che si aggiunge alle oltre 30 realizzate negli ultimi anni (vedi www.streetartforrights.it).

Credit © Emidio Vallorani

JDL è conosciuta a livello internazionale per il suo attivismo nel diffondere messaggi sociali attraverso la street art, lavorando su temi come LGBTQIA+, razzismo e salute mentale, raccontandole sui muri del mondo con attenzione e lirismo, grazie al suo inconfondibile tratto. Anche per Street Art for Rights Forum Festival ha scelto di sensibilizzare le persone sull’attuale tema dell’ambiente, approfondendo con il suo lavoro la tendenza autodistruttiva della società moderna che supera i confini della natura. 

Al centro del nuovo muro – forse l’opera più alta della città – c’è un rimando al mito di Icaro. Icaro è colui che, incurante dei propri limiti, volò troppo vicino al Sole con le ali di cera e precipitò in mare. Metafora di una società accecata dal profitto che si sta dirigendo verso l’autodistruzione, che punta ad avere il massimo oggi non curante del futuro. 

Nell’opera JDL raffigura due donne: una ricoperta di olio precipita nel vuoto, l’altra invece lotta, riuscendo a divincolarsi e a ritrovare la libertà volando. La donna sulla sinistra diviene simbolo dei tantissimi uccelli che si ritrovano invischiati nel petrolio in mare per colpa dell’uomo; quella sulla sinistra invece rappresenta chi ce la fa, con forza e tenacia. Un’opera che diventa un auspicio per il futuro e un simbolo di speranza per il quartiere di Corviale e per tutti. L’artista inoltre, nella realizzazione della sua opera, ha scelto di non cancellare alcune scritte create dai ragazzi del quartiere, poste alla base del grande palazzo. Un chiaro segnale di mantenere vivo il legame con il territorio, senza voler “snaturare” l’anima popolare di Corviale. 

Credit © Emidio Vallorani

Il muro di JDL avrà una durata temporanea di circa due anni, in quanto il Palazzone è interessato dalle attività di ristrutturazione del PNRR; in questo arco di tempo però, prima che verrà distrutta, sarà trasformata in NFT, in modo che possa comunque continuare ad essere visibile e vivere in rete nel mondo digitale della blockchain. I ricavati dalla vendita dell’opera saranno devoluti in beneficenza a varie associazioni benefiche che operano nello stesso quartiere.


Street Art for Rights: da Roma all’Europa

Street Art for Rights si è affermato in questi anni sempre di più come un punto di riferimento per la street art in Italia con oltre 30 opere realizzate a Roma nei quartieri periferici di Corviale e Settecamini creando due musei a cielo aperto e nel Lazio tra CassinoFiumicino e Latina. Il traguardo più grande, però, è arrivato quest’anno con il riconoscimento dell’Unione Europea nell’ambito del Programma Europa Creativa che inaugura un nuovo ciclo triennale di opere e iniziative legate alla street art che varcheranno i confini Italiani per raggiungere la Francia, grazie all’associazione Pick Up Production, e la Grecia con l’associazione Anazitites Theatrou.

Il festival di street art, ideato e diretto da Giuseppe Casa, curato da Oriana Rizzuto per MArteGallery e prodotto dall’Associazione Culturale ARTmosfera, è nato come progetto speciale della Biennale MArteLive nel 2014 e in questi 8 anni ha sviluppato un percorso condiviso sul territorio fondendo insieme la promozione di valori sociali importanti attraverso l’arte urbana. Questo percorso ora si apre a una dimensione europea e internazionale che riserverà molte sorprese.

La prima tappa del progetto è l’Italia – precisamente a Corviale (Roma), luogo in cui hanno già avuto inizio le attività legate al progetto e che più volte ha ospitato iniziative e opere di Street Art For Rights. Prima opera ad inaugurare il progetto europeo è stata proprio quella di JDL. 

Grazie al patrocinio del Municipio XI, al presidente Gianluca Lanzi e alla giunta, ai comitati e alle associazioni di quartiere, ai partner Roma Best Practice e Mitreo Iside, al centro Nicoletta Campanella e ai partner tecnici Baiocco, MinguzziBricoferSikkens per il loro contributo.


INFO
www.streetartforrights.it
www.streetartforrights.eu www.martegallery.it www.martesocial.org

UFFICIO STAMPA – Culturalia
Norma Waltmann

Culturalia

email: info@culturaliart.com
web: www.culturaliart.com

SICILIA in FIORE: ad Agrigento torna il “Mandorlo in fiore”

75° Mandorlo in Fiore
Dal 5 marzo ad Agrigento una settimana di eventi ed emozioni

Torna in Sicilia dopo 4 anni l’evento internazionale il “Mandorlo in Fiore” un Festival Internazionale dove confluiranno gruppi provenienti da ben 28 Nazioni che rappresenteranno i Patrimoni Immateriali Unesco. È la più importante festa di primavera della Città della Valle dei Templi AG  (5 – 12 marzo).
In BIT è stata presentata anche la candidatura di Agrigento a Capitale Italiana della Cultura 2025.

Danza, musica, spettacoli, concerti, mostre, parate, animazione, intrattenimento, enogastronomia. Gli ingredienti ci sono tutti per la più gioiosa festa di primavera, il Mandorlo in Fiore, che si svolgerà ad Agrigento dal 5 al 12 marzo, e sarà ricchissimo di eventi ed emozioni.

La manifestazione, giunta alla 75^ edizione, torna dopo 4 anni e saluta il risveglio della natura con i mandorli in fiore e diffonde messaggi di speranza, di fratellanza e di amore, nella città siciliana in cui svetta maestoso da secoli nella Valle dei Templi, il Tempio della Concordia.

Il Mandorlo in Fiore presenterà i Patrimoni Immateriali Unesco e le tradizioni popolari di ogni parte del mondo, oltreché una serie di mostre e approfondimenti sul tema della mandorla e dei suoi derivati.

Il programma è fitto di appuntamenti con una lunga preview che avrà l’avvio il 21 febbraio in coincidenza del Carnevale e si prolungherà di una giornata, il 13 marzo, nel vicino borgo della barocca Naro, detta “la Fulgentisima”, lì dove ebbe origine la festa di primavera.

Tra gli eventi di spicco, non può di certo mancare l’emozionante “Fiaccolata dell’Amicizia”, in calendario venerdì 10 marzo, che suggella la partecipazione in pace, fratellanza e amicizia dei gruppi rappresentanti di una trentina di nazioni di Africa, America, Asia, Europa.

Grandi artisti in concerto: Banco del Mutuo Soccorso, lo storico gruppo musicale rock progressivo italiano fondato a Roma nel 1968; Francesco Buzzurro, definito da Ennio Morricone “tra i più grandi al mondo perché capace di rendere fruibile a tutti la musica colta”; Tom Sinatra, musicista che ha rivoluzionato le tecniche del mandolino ed ha rappresentato la Sicilia nei grandi teatri, in tv, in paesi lontanissimi riscuotendo sempre grande successo di pubblico e di critica; ma anche l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “Toscanini” di Ribera.

Sfilata del mandorlo in fiore

Per accontentare grandi e piccini non manca l’intrattenimento e gli spettacolo per le famiglie: in occasione dell’ultimo giorno di Carnevale, la sfilata dei carri allegorici allestiti  dalle scuole, a cura della Pro Loco; poi la bellezza del teatro con il musical “Nella magia delle Fate” di Marco Savatteri, al Teatro Pirandello; e ancora spettacoli di musica e danza dei gruppi partecipanti al “20° Festival dei Bambini del Mondo” provenienti da Bulgaria, India, Korea, Lituania, Macedonia, Messico, Panama, Perù, Sri Lanka e Turchia.

Tanto lo spazio riservato anche all’enogastronomia con la terza edizione del contest “Agrigento Cooking Show” – in collaborazione con Valle dei Templi Film Commision – a cui saranno presenti ospiti di spicco del panorama gastronomico nazionale come Giorgio Barchiesi, oste più amato d’Italia e protagonista del famoso programma televisivo “Giorgione – Orto e Cucina”.

E poi Mandorlara, lo show cooking “La mandorla a tavola” e per tutti i buongustai, anche il Mandorlo in Fiore Village Food in centro città.

E poi ancora le parate e gli spettacoli del “65° Festival Internazionale del Folklore” con Albania, Armenia, Bulgaria, Cile, Costa d’Avorio, Croazia, Georgia, Giappone, Grecia, India, Italia, Kenya, Kirghizistan, Korea, Malesia, Macedonia, Messico, Polonia, Scozia, Serbia, Spagna, Stati Uniti d’America, Thailandia, Uzbekistan.

Tutti i dettagli sugli spettacoli, le parate e sui Patrimoni Unesco sono disponibili su www.mandorloinfioreagrigento.com

Il Mandorlo in Fiore è organizzato dal Comune di Agrigento con il Parco Archeologico della Valle dei Templi, la DMO Distretto Turistico Valle dei Templi, la Fondazione Teatro Luigi Pirandello e con il sostegno del Ministero del Turismo e della Regione Siciliana.

In BIT è stata presentata anche la candidatura di Agrigento a Capitale Italiana della Cultura 2025, dopo essere rientrata nella lista ristretta di dieci città in corsa per il titolo, con un programma intenso di eventi.

Nazioni Partecipanti Al 65° Festival Internazionale Del Folkore:
Albania – Arabia Saudita – Armenia – Bulgaria – Cile – Croazia – Egitto – Georgia – Grecia – India – Kenya – Kirghizistan – Korea – Malesia – Macedonia – Polonia – Romania – Serbia – Spagna – Thailandia – Uzbekistan

Nazioni Partecipanti Al 20° Festival Internazionale “I Bambini Del Mondo”:
Bulgaria – India – Korea – Lituania – Macedonia – Messico – Panama – Perú – Sri Lanka – Turchia



Per maggiori informazioni:
·       Servizio Turistico Regionale di Agrigento di via Empedocle n. 73,  Tel. 0922 20391
·       Info Point Pro Loco Agrigento di Via Atenea n. 274, Tel. 0922 590141 (ore 9-13; 15-19)

Melina Cavallaro 
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma 

A Roma alle 18,00 di oggi il punto di FERPI Lazio su Cerimoniali e Relazioni Pubbliche

Oggi, 23 febbraio, a Roma il punto su Cerimoniale e Relazioni Pubbliche

Evento FERPI Lazio “Il Cerimoniale pontificio è Comunicazione”.

23 Febbraio 2023 ore 18,00

Roma – Rome Business School – Via Giuseppe Montanelli, 5

Anche in diretta streaming

Forma e sostanza

Se le Relazioni Pubbliche sono l’insieme di quelle attività che contribuiscono in maniera determinante alla definizione della sfera sociale, spazio “in cui le comunità politiche, culturali, tecnologiche ed economiche della società interagiscono”, creando relazioni reciprocamente utili fra le organizzazioni e i loro pubblici in un’ottica di sostenibilità e di rendicontazione permanente, si capisce bene l’importanza, in tali attività, della conoscenza di regole formali per gestire la relazioni stesse. Il Cerimoniale rappresenta un vero e proprio codice comunicativo, leva relazionale qualificante all’interno del proprio contesto lavorativo e al servizio degli stakeholder di riferimento. Conoscerlo e appropriarsi dei suoi principi base è utile, perché le sue regole di forma sono “ciò che dà sostanza ad un incontro” [1], facilitano e distendono le relazioni in vista dell’obiettivo. Anche le Relazioni Pubbliche.

Conoscere il cerimoniale regala una forma mentis che facilita il non scadere mai nella scortesia, imponendo agli altri di fare lo stesso. È quindi un importante strumento di comunicazione, capace di sottolineare qualità e stile di un’organizzazione o, al contrario, di minarne l’immagine se non ben utilizzato. La conoscenza dell’insieme di principi fondamentali, regole scritte, consuetudini e codici comportamentali che regolano un cerimoniale è una disciplina che governa l’attività di relazione fra le cariche pubbliche, fondamentale per impostare corrette Relazioni Istituzionali anche attraverso l’organizzazione di meeting e cerimonie pubbliche, vertici e conferenze di carattere internazionale.

Altresì importante la  Business Diplomacy,  e il Cerimoniale, per aziende private ed organizzazioni, dirigenti e funzionari delle Pubbliche Amministrazioni centrali e di enti pubblici territoriali, delle Università e dei Centri di Ricerca interessati allo sviluppo di partenariati internazionali con Istituzioni pubbliche e Centri di Ricerca internazionali, Executive di aziende private impegnate nello sviluppo di rapporti istituzionali e internazionali,  consulenti e professionisti che operano nel settore delle relazioni pubbliche, uffici stampa e organizzazione di eventi. Il tutto ai fini della migliore progettazione e gestione di iniziative di lavoro caratterizzate da ufficialità, alta qualità ed elevato impatto mediatico e d’immagine.

Un Cerimoniale modello

L’occasione di giovedì prossimo prende le mosse dalla testimonianza su un cerimoniale sui generis, grazie agli interventi di  Mons. Stefano Sanchirico e Andrea Gagliarducci co-autori del saggio “Linguaggi pontifici. Storia, significati, protocollo della più antica istituzione del mondo”.

Anche le Istituzioni parlano e il loro linguaggio è, appunto, il cerimoniale.  Tuttavia, nel caso della Santa Sede, il linguaggio del cerimoniale è qualcosa di più, perché dà voce anche ad una quarta dimensione della comunicazione, la profondità che è data dalla Fede. Il cerimoniale pontificio racconta l’anima dell’istituzione più antica del mondo, con un linguaggio che va compreso non solo nelle sue sfumature, ma nella sua filosofia. Guardare oggi al cerimoniale pontificio significa guardare ad un paradigma che si è sedimentato in duemila anni, e che ha rappresentato un modello per tutti gli altri cerimoniali. Comprendere il significato del cerimoniale pontificio significa anche comprendere come la Chiesa comunica, quali sono i segni da tenere in considerazione. In fondo, conoscere il cerimoniale pontificio è il primo, necessario passo per comprendere tutti i tipi di comunicazione istituzionale e di relazioni pubbliche.


[1] “Linguaggi pontifici, Storia, significati, protocollo della più antica istituzione del mondo”. Stefano Sanchirico e Andrea Gagliarducci

I promotori

È FERPI Lazio, Delegazione regionale della Federazione Relazioni Pubbliche Italiana – in collaborazione con Rome Business School, Accademia di Comunicazione, Ai open mind e PA social e con la Media Partnership di Agenzia di Stampa Nazionale DIRE, Diritto dell’informazioneCittà NuovaMedia Duemila –, ad organizzare l’evento formativo “Il Cerimoniale pontificio è Comunicazione. Regole formali e cerimoniali come valore nelle RP”. E lo fa proprio a partire dal breve saggio “Linguaggi pontifici. Storia, significati, protocollo della più antica istituzione del mondo”, scritto da Mons. Stefano Sanchirico e Andrea Gagliarducci. L’incontro si terrà giovedì 23 febbraio 2023 alle ore 18,00 in presenza a Roma, nella sede della Rome Business School in Via Giuseppe Montanelli 5 e sarà fruibile anche in diretta streaming. In programma, dopo i saluti di Mauro Covino (Ferpi Lazio), Antonio Ragusa (Rome Business School), Michelangelo Tagliaferri (Accademia di Comunicazione), gli interventi di: Mons. Stefano Sanchirico (Archivio Apostolico Vaticano, già Cerimoniere pontificio e prelato di anticamera) Andrea Gagliarducci (Vaticanista), Filippo Romano già capo del Cerimoniale del Quirinale,Sergio Talamo (PA Social). Modera l’incontro:Maria PiaRossignaud, giornalista scientifica, Direttrice ed editrice Media Duemila.

Per partecipare

Per intervenire giovedì 23 febbraio 2023 alle ore 18,00 presso la Rome Business School in Via Giuseppe Montanelli 5 a Roma, fino ad esaurimento dei posti disponibili, è necessario confermare all’indirizzo e-mail: delegazione.lazio@ferpi.it

Per seguire l’evento in streaming, questo è il link: https://fb.me/e/2DEPV9lue

Per informazioni ulteriori e restare aggiornati su questa e altre iniziative con Ai Open Mind:


Diana Daneluz
Consigliere regionale 
FERPI Lazio

Torino, Società Promotrice delle Belle Arti: “Utamaro, Hokusai, Hiroshige. Geishe, samurai e la civiltà del piacere”

Kobayashi Kiyochika, Bellezza dell’era Kyōhō dalla serie “Motivi floreali”, stampa xilografica, 1896

Per quattro mesi, Torino si vestirà
delle luci, dei colori, delle suggestioni del Sol Levante

Il Giappone protagonista a Torino

Dal 23 febbraio al 25 giugno 2023 alla SOCIETÀ PROMOTRICE DELLE BELLE ARTI

SKIRA presenta: Utamaro, Hokusai, Hiroshige. Geishe, samurai e la civiltà del piacere

Il nuovo evento espositivo prodotto da Skira presenta l’universo giapponese attraverso oltre 300 capolavori, alcuni dei quali mai visti in Italia: stampe dei maggiori maestri dell’ukiyo-e, quali Hokusai, Hiroshige, Utamaro, Kuniyoshi, Yoshitoshi, Sharaku, oltre ad armature di samurai, kimono, maschere teatrali, rare matrici di stampa, preziosi ornamenti femminili, sculture in pietra, stendardi.

Dal 23 febbraio al 25 giugno 2023, la Società Promotrice delle Belle Arti di Torino ospita la mostra Utamaro, Hokusai, Hiroshige. Geishe, samurai e la civiltà del piacere.
L’esposizione, curata da Francesco Paolo Campione, direttore del MUSEC  – Museo delle Culture di Lugano, prodotta da Skira, in collaborazione con il MUSEC e con la Società Promotrice delle Belle Arti di Torino, col patrocinio del Comune di Torino, analizza l’universo giapponese attraverso un percorso tematico, suddiviso in nove sezioni, con oltre 300 capolavori, alcuni dei quali mai presentati in Italia: stampe dei maggiori maestri dell’ukiyo-e, quali Hokusai, Hiroshige, Utamaro, Kuniyoshi, Yoshitoshi, Sharaku, oltre ad armature di samurai, kimono, maschere teatrali, rare matrici di stampa, preziosi ornamenti femminili, sculture in pietra, stendardi, provenienti dalle collezioni del MUSEC di Lugano, dal Museo di Arte Orientale di Venezia, dal Museo di Arte Orientale di Torino, dal Civico Museo d’Arte Orientale di Trieste, dalla Fondation Baur Musée des Arts d’Extrême-Orient di Ginevra e da importanti collezioni private.

La rassegna si propone come una originale ricostruzione, in tutti i suoi aspetti, della “civiltà del piacere”, una peculiare stagione storico-artistica del Giappone – il periodo Edo (1603-1868) – in cui il paese, pacificato all’interno dei propri confini e stretto in una politica di isolamento dal resto del mondo (sakoku), portò la ricca classe dei mercanti (chōnin), impossibilitati a comprare beni fondiari, a dedicarsi ai piaceri dell’esistenza, come gli spettacoli del kabuki, la frequentazione delle geishe nelle case da tè e l’acquisto di straordinarie opere d’arte.

“Skira torna a Torino – sottolinea Massimo Vitta Zelman, Presidente di Skira editore -, una delle piazze chiave della propria intensa attività espositiva, e lo fa con un nuovo, grande omaggio all’arte e all’universo giapponese.

Utagawa Hiroshige, Veduta di Suruga dal passo di Satta, dalla serie 36 vedute del Monte Fuji, stampa xilografica, 1855

Le immagini del “mondo fluttuante”, la natura nel suo aspetto più paesaggistico, la civiltà del piacere: una nuova, straordinaria occasione per il pubblico italiano e per i turisti che tornano fortunatamente ad affollare il nostro paese per immergersi nella magia dell’universo giapponese e di quella cultura iconografica che tanto fascino ha esercitato anche sull’arte occidentale. Un’occasione che, ne siamo certi, non andrà perduta”.

Il percorso espositivo si apre con le “immagini del mondo fluttuante” (ukiyo-e), stampe xilografiche realizzate su matrici in legno che divennero sinonimo di “moderno”, alla moda, e finirono per esprimere una sorta di filosofia incentrata sul gusto di un’esistenza piacevole e, per quanto possibile, appagante dei desideri personali, interpretato da artisti quali Hiroshige, Utamaro, Kuniyoshi, Hokusai; di quest’ultimo, la rassegna presenta i quindici volumi dei Manga, una vera enciclopedia del disegno, nella quale l’artista giapponese ritrae qualsiasi cosa abbia visto o che la sua mente abbia concepito, dai paesaggi agli elementi naturali e sovrannaturali, dalla vita quotidiana agli esseri umani e divinità, dalla flora alla fauna.

La mostra prosegue con le ricognizioni sui soggetti tipici dell’arte giapponese, come quello della natura vista sia nel suo aspetto più paesaggistico, interpretata ad esempio dalle stampe di Hiroshige, sia in quello che venne riconosciuto un genere pittorico vero e proprio di “fiori e uccelli” (kachōga) che, nei loro accostamenti simbolici, fungono anche da elementi segnaletici delle stagioni. I passeri con le camelie invernali fiorite tra la neve simboleggiano l’incipiente primavera che nel calendario tradizionale cadeva tra gennaio e febbraio; i ciliegi in fiore (sakura) sono tipici della primavera inoltrata; le peonie (botan) e gli iris segnalano l’estate; le campanule (kikyō), infine, sono caratteristiche dell’autunno.

Anche i piaceri effimeri furono tra i soggetti più documentati nelle stampe giapponesi; come quello del teatro kabuki, lo spettacolo popolare per eccellenza. A Torino si potranno ammirare le stampe che raffigurano gli attori di queste rappresentazioni. Sono lavori dai tratti eleganti e raffinati che, nel corso del tempo, ebbero una peculiare evoluzione: dalle “primitive” opere del XVII e XVIII secolo volte soprattutto a delineare la fisionomia degli attori e i loro accessori di scena, alle coloratissime, ricche e iper-espressive composizioni a più fogli della fine del periodo Edo, in cui gli artisti cercano di riprodurre tutta la ricchezza scenica.

In questa sezione si troveranno anche un programma ufficiale del 1890 illustrato e stampato in nero con una matrice xilografica, uno stendardo (nobori hata) della metà del XIX secolo in tessuto dipinto a mano, utilizzato come insegna pubblicitaria per gli spettacoli del teatro kabuki, oltre a oltre 30 maschere popolari e del teatro nō e del teatro kyōgen.

Particolarmente interessante è la figura dell’artista Sharaku, sulla cui identità si sprecano supposizioni; c’è chi pensa che fosse un attore, chi propende per uno pseudonimo utilizzato da un gruppo di artisti fortemente innovatori e chi sostiene che dietro al suo nome si nasconda Hokusai. Al di là di tutte le congetture, i volti degli attori del teatro kabuki ritratti nelle opere di Sharaku permettevano d’interpretare la psicologia dei personaggi portati in scena e rivelavano un’emozione temporanea innalzata a un livello spirituale e, talvolta, l’essenza stessa di una personalità.

Anche l’universo femminile venne profondamente indagato; se da un lato si approfondivano gli aspetti della vita quotidiana delle donne di varie epoche, di diversa età ed estrazione sociale, come nelle stampe di Tsukioka Yoshitoshi o nei trittici di Miyagawa Shuntei che ritraevano donne impegnate in attività tipiche affiancate a elementi vegetali per richiamare i vari mesi dell’anno, dall’altro, le xilografie a soggetto erotico (shunga) si affermarono come un genere di primaria importanza; a realizzarle furono i più importanti artisti del tempo. Nelle loro opere si trova una testimonianza diretta e una partecipazione emotiva personale alla rappresentazione dei piaceri della sessualità, arricchita dalla conoscenza e dalla citazione, talvolta anche filologica, di una produzione letteraria piena di sensualità.

La mostra prosegue con la sezione che documenta le stampe raffiguranti guerrieri ed eroi della tradizione giapponese (musha-e). Queste devono il loro tipico aspetto all’opera di Utagawa Kuniyoshi (1798-1861) che, a partire dal 1827, vi dedicò molte delle sue attenzioni. I suoi personaggi sono rivestiti da abiti splendidi e ritratti mentre combattono o compiono gesti eroici, affrontando nemici ed esseri mostruosi rappresentati con straordinaria minuzia, in un paesaggio vivo e ricco di particolari descrittivi.

Saranno inoltre esposti i cosiddetti libri dei guerrieri di Hokusai, veri e propri capolavori di disegno in cui l’artista si muove fra la natura e il sovrannaturale, ponendo l’azione dell’eroe al centro della sua ricerca figurativa.

La rassegna si chiude con una sala dedicata all’eredità iconografica e stilistica dell’ukiyo-e, con una spettacolare installazione immersiva che introduce alla visione della Grande Onda di Hokusai che, da un lato, sintetizza in un’immagine il senso di caducità e provvisorietà della vita umana di fronte alla forza inarrestabile della natura e della storia, dall’altra, esprime il desiderio di non opporsi eroicamente ai fatti della vita, ma di lasciarsi andare, guidati da una filosofia esistenziale fondata sul piacere.



Partner tecnico: Ferrovie dello Stato Italiane.
Ticketing partner: Vivaticket
Sponsor tecnico: AerariumChain
Radio Monte Carlo è la radio ufficiale della mostra.
 
Catalogo e merchandising dedicato Skira.
 
Torino, febbraio 2023
 
Dati tecnici
UTAMARO, HOKUSAI, HIROSHIGE. GEISHE, SAMURAI E LA CIVILTÀ DEL PIACERE
Torino, Società Promotrice delle Belle Arti (viale Diego Balsamo Crivelli, 11)
23 febbraio – 25 giugno 2023
 
Orari:
Lunedì, 14:30-19:30; martedì, mercoledì giovedì e domenica, 10:00-19:30; venerdì e sabato, 10:00-22:30.
La biglietteria chiude un’ora prima
 
Aperture straordinarie:
Domenica 9 aprile (Pasqua), 10:00 – 19:30;
Lunedì 10 aprile (Lunedì dell’Angelo), 10:00 – 19:30;
Martedì 25 aprile (Anniversario della liberazione d’Italia), 10:00 – 19:30;
Lunedì 1° maggio (Festa dei lavoratori), 10:00 – 19:30;
Venerdì 2 giugno (Festa della Repubblica italiana), 10:00 – 22:30
 
Biglietti (diritti di prevendita esclusi):
Open: € 17,00 (Data aperta fino a due settimane prima della chiusura); Intero + audioguida: €15,00; ridotto gruppi: €12,00 (min 15 max 15 persone; prenotazione obbligatoria); Ridotto + audioguida: €13,00 (Visitatori dai 6 ai 26 anni, visitatori oltre i 65 anni; insegnanti); Ridotto II: €10,00 (Disabili con invalidità inferiore al 100%; possessori Red Card Skira); Promo Torino Musei: €10,00 promo Torino Musei, possessori abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta, Torino + Piemonte Card Musei); Ridotto Speciale: €6,00 (Volontari del servizio civile nazionale in servizio presso il Comune di Torino; giornalisti non accreditati (con tessera OdG con bollino dell’anno in corso); dipendenti del Comune di Torino); Family Ticket: €30,00€ (Valido per famiglie composte da 2 adulti + fino a 3 bambini dai 6 ai 14 anni); Tariffa Adulto + Bambino: €18,00 (Valido per famiglie composte da 1 adulto + 1 bambino dai 6 ai 14 anni); Ridotto Scuole: €6,00 (gruppi min 15 max 25 studenti).
 
Prenotazioni:
www.vivaticket.it
Call center Vivaticket: T. 02.58140390 (lunedì 14-18; martedì-venerdì 9-18; sabato 9-13)
Email: preno.skira@vivaticket.com
 
Visite guidate e attività laboratoriali:
Culturalway: Alessia Orofino, T. +39 339 3885984 | Email: info@culturalway.it |
Theatrum Sabaudiae: Massimiliano Zutta, T. +39 335 7534137 | Email: massimiliano.zutta@arteintorino.com |
 
Sito internet:
www.hokusaitorino.it
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche | Anna Defrancesco, T. +39 02 36755700; M. +39 349 6107625 | anna.defrancesco@clp1968.it; www.clp1968.it
 
Organizzazione eventi privati e serate
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