ENIT, Wedding Tourism, in Italia nel 2022 oltre 11mila “sì” per oltre 2 milioni di presenze

WEDDING TOURISM, IN ITALIA NEL 2022 OLTRE 11MILA “SÌ”
 
AUMENTANO GLI STRANIERI CHE SCELGONO LA PENISOLA PER SPOSARSI
 
ENIT E CONVENTION BUREAU ITALIA PRESENTANO I DATI DEL SETTORE

2 MILIONI DI PRESENZE, 599 MILIONI DI FATTURATO.

TOSCANA IN TESTA, SEGUONO LOMBARDIA, CAMPANIA, PUGLIA, SICILIA E LAZIO

Wedding tourism, in Italia nel 2022 oltre 11mila “sì”
Aumentano gli stranieri che scelgono la penisola per sposarsi
Enit e Convention Bureau Italia presentano i dati del settore: 2 milioni di presenze, 599 milioni di fatturato. Toscana in testa, seguono Lombardia, Campania, Puglia, Sicilia e Lazio

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1 Febbraio 2023

Il “per sempre” fa tappa fissa in Italia. Il turismo del wedding premia la Penisola che nel 2022 è stata scenario di oltre 11mila matrimoni stranieri. I viaggiatori internazionali hanno scelto un viaggio nel Bel Paese per celebrare le nozze. E’ espressione di un settore in ripresa. Il destination wedding, infatti, si riallinea ai numeri del pre- pandemia.

I dati emergono dall’Osservatorio Destination Weddings in Italy, condotto da Centro Studi Turistici e finanziato dal Ministero del Turismo, presentati oggi a Roma da Enit e Convention Bureau Italia. Sulla base della durata del soggiorno delle coppie e degli invitati alla cerimonia (3,3 notti in media), per il 2022 l’Osservatorio stima in 619mila gli arrivi e in oltre 2 milioni le presenze turistiche collegate al destination wedding, producendo un fatturato stimato di 599 milioni di euro, circa l’11% in più rispetto ai livelli stimati nel 2019, ultimo anno pre-Covid. Nel 2022 è cresciuta la quota di coppie che hanno scelto di sposarsi con rito simbolico, oggi il 54,1% del totale. Per il 2023 l’incremento stimato è di oltre 1.000 eventi in più rispetto all’anno passato, con una previsione di crescita del +9,5%.

La Toscana, con le sue bellezze paesaggistiche e artistiche, si conferma la regione italiana più richiesta dalle coppie straniere, col 21% del totale: la seguono in ordine di frequenza Lombardia, Campania, Puglia, Sicilia, Lazio.
Nel 2022 gli Stati Uniti sono stati il principale Paese di provenienza (29,2%) delle coppie straniere che hanno deciso di celebrare il matrimonio in Italia, ma oltre il 57% degli eventi sono stati generati da coppie di sposi residenti in Paesi europei.

È rilevante anche il movimento turistico generato dagli sposi italiani all’interno dei nostri confini: si stima che nel 2022 siano stati più di 7.160 i matrimoni di coppie italiane celebrati in una regione diversa dalla propria. Secondo l’Osservatorio Destination Weddings in Italy, infatti, dopo gli anni della pandemia le scelte appaiono più green, con una maggiore consapevolezza intorno all’ambiente, alla tradizione, ai prodotti.

“L’industria del wedding incide con notevoli benefici sulla filiera del comparto turistico ampliando le occasioni di scelta di un viaggio in Italia nonché la notorietà dell’immagine del brand Italia. Occorre essere pronti e potenziare il network con pacchetti all inclusive dedicati“, dichiara Ivana Jelinic, ceo di Enit.

“Dal Dopoguerra ad oggi i viaggiatori che hanno scelto di sposarsi in Italia sono stati gli statunitensi per poi diffondersi ovunque. Un target sempre esigente che connota l’Italia non solo come culla della cultura ma anche dei sentimenti” sostiene Sandro Pappalardo, consigliere cda Enit.

“Il principale motivo che induce una coppia a scegliere di sposarsi all’estero è dato spesso da un legame speciale con una destinazione, al punto da sceglierlo come luogo perfetto per il proprio matrimonio. Un modo alternativo per vivere la meta” commenta Maria Elena Rossi, direttore marketing Enit.

“La ripresa del destination wedding è stata registrata in tutte le regioni italiane, grazie al forte desiderio di ricerca di scenari unici come quelli toscani, di luoghi insoliti come i trulli, e di tipicità locali come le masserie”, spiega Carlotta Ferrari, presidente di Convention Bureau Italia.

Gli effetti della pandemia sono però visibili nella modifica di alcuni trend della domanda a cominciare da una maggiore attenzione al budget soprattutto da parte della coppie straniere, alla ricerca sempre più di tipicità e luoghi unici” afferma Alessandro Tortelli, direttore di Cst Firenze.

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Bologna, Padiglione de l’Esprit Nouveau: Main project ART CITY Bologna 2023 – Jonas Mekas. Under the Shadow of the Tree

Jonas Mekas, Under the Shadow of the Tree, veduta della mostra
al/exhibition view at Padiglione de l’Espirit Nouveau
Foto / Photo Ornella De Carlo
courtesy Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Il cinema, come ogni altra arte, è come un grande albero con molti rami, alcuni vecchi e grandi, altri piccoli e giovani, e le punte sono gemme e foglie che designano diverse forme, contenuti, tecniche; e i rami più piccoli, i più giovani, sono come foglie e gemme. Il corpo principale può essere sostenuto dalle radici, ma sono i piccoli rami, le foglie e le gemme fresche che portano il sole e la vita all’albero. Un albero non può sopravvivere senza foglie. 
(Jonas Mekas)

Jonas Mekas
Under the Shadow of the Tree
Main project ART CITY Bologna 2023

2 febbraio – 26 marzo 2023
Padiglione de l’Esprit Nouveau | Piazza della Costituzione 11, Bologna
Mostra a cura di Francesco Urbano Ragazzi
Promossa da MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Istituto di Cultura Lituano, Ambasciata di Lituania in Italia
In collaborazione con Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia
Nell’ambito del programma Jonas Mekas 100!

artcity.bologna.it

La mostra Under the Shadow of the Tree, allestita presso il Padiglione de l’Esprit Nouveau di Bologna dal 2 febbraio al 26 marzo 2023, prosegue e si inserisce nell’ambito di Jonas Mekas 100!,il programma internazionale di iniziative celebrative per il centenario dalla nascita di Jonas Mekas (Biržai 1922 – New York 2019), figura imprescindibile nella storia del cinema d’avanguardia americano.
Curata dal duo Francesco Urbano Ragazzi e promossa da MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Istituto di Cultura Lituano e Ambasciata di Lituania in Italia, in collaborazione con Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia,l’esposizione pone in dialogo l’edificio – prototipo abitativo realizzato nel 1925 da Le Corbusier e Pierre Jeanneret, ricostruito in copia fedele a Bologna nel 1977 da Giuliano e Glauco Gresleri con José Oubrerie – con un corpus di opere che porta fuori dal grande schermo i diari filmici per cui Jonas Mekas è conosciuto.
L’iniziativa rientra nel main program di ART CITY Bologna 2023,programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali, promosso da Comune di Bologna e BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.

Come fosse una cassa armonica, l’intero padiglione bolognese è riempito dai suoni degli audio-diari con cui l’artista ha registrato lo scorrere della vita a New York. Momenti memorabili come le discussioni sul cinema tra Peter Kubelka e Stan Brakhage si succedono a canti e rumori quotidiani. Tutto diventa parte di una chiassosa sinfonia in cui i frammenti di epoche diverse si fondono in un unico e infinito presente.
L’albero che svetta al centro dell’architettura, attraversandone il soffitto, è invece l’elemento attorno a cui ruota una riflessione per immagini sul ruolo della natura nell’opera del cineasta. Sulle ampie finestre che danno luce all’edificio è stampata una serie di scansioni da pellicola che producono l’effetto di una vetrata policroma. Diventando superfici di proiezione, i fiori, le piante e i paesaggi immortalati nella serie fotografica si animano, testimoniando il costante esercizio di attenzione che Mekas si è impegnato a compiere con la cinepresa. È filmando la vegetazione che miracolosamente cresce a New York che il regista, profugo lituano negli Stati Uniti dal 1949, ritrova nella metropoli i boschi del proprio villaggio.
Quello dell’albero, però, è un motivo che non ha un significato solo. Mekas paragonava infatti il cinema stesso a una pianta rigogliosa di cui i filmmaker indipendenti rappresentavano le foglie più alte. Ecco allora che alcuni documenti tratti dall’archivio dell’artista mettono in pagina questa metafora. Le ramificazioni tracciate dalla mano di Mekas schematizzano la sua personale storia del cinema d’avanguardia, ma descrivono anche gli sforzi compiuti per promuoverla attraverso istituzioni come New American Cinema Group, Film-makers’ Cooperative e Anthology Film Archives, di cui l’artista fu fondatore.
A costellare il percorso di mostra ci sono infine disegni, film e video che riflettono la multiforme opera di Mekas nel suo intreccio di poetico e politico. Se il cinema del filmmaker è stato descritto come un atto di resistenza al gigantismo di Hollywood, queste opere ce lo mostrano come un instancabile lavoro di ecologia dei media e delle immagini. Nelle opere di Mekas i momenti più piccoli e insignificanti dell’esistenza vengono glorificati come l’essenza del mondo.

Per la rassegna ART CITY Cinema promossa da Fondazione Cineteca di Bologna nell’ambito di ART CITY Bologna 2023, mercoledì 1 febbraio alle ore 20 al Cinema Lumièreviene proiettato il film documentario sul grande regista lituano Fragments of Paradise(USA/2022) di KD Davison (98′). Introduce Sebastian Mekas (The Estate of Jonas Mekas).
Dal suo arrivo come sfollato a New York nel 1949 alla sua morte nel 2019, Jonas Mekas ha documentato la propria vita nei suoi film-diario. Proprio a partire dalle migliaia di ore di girato in essi contenuti, unitamente a riprese e registrazioni inedite, KD Davison ci offre uno sguardo intimo sulla vita e il lavoro del regista lituano e sulla sua incrollabile fiducia nel potere catartico del cinema: “C’è qualcosa da imparare dalla sua insistenza quasi religiosa sull’importanza delle cose momentanee e fragili come essenza di una vita felice”. Versione originale con sottotitoli in italiano.

Jonas Mekas, The Seasons, still from video, 2017

Biografie

Jonas Mekas

Jonas Mekas (Biržai, 1922 – New York, 2019) è stato un regista, poeta e artista lituano i cui film sono considerati pietre miliari del cinema indipendente in tutto il mondo.
Nel 1944, Jonas e suo fratello Adolfas furono deportati dai nazisti nel campo di lavoro di Elmshorn, in Germania. Alla fine del 1949 l’Organizzazione Internazionale dei Rifugiati portò entrambi a New York, dove si stabilirono a Williamsburg, Brooklyn. Grazie all’amicizia con il connazionale George Maciunas, Mekas divenne subito attivo nel gruppo Fluxus.
Nel 1949, due mesi dopo il suo arrivo a New York, l’artista acquista la sua prima cinepresa Bolex. Ben presto è profondamente coinvolto nell’avanguardia cinematografica americana. Nel 1954 fonda la rivista Film Culture, che diventa rapidamente la più importante pubblicazione di cinema degli Stati Uniti. Nel 1958 inizia la leggendaria rubrica Movie Journal su The Village Voice. Alla fine del 1960 firma il New American Cinema Manifesto, che riunisce un’intera generazione di cineasti indipendenti come Stan Brakhage, Jack Smith, Kenneth Anger, Andy Warhol tra gli altri. Sviluppando le idee espresse nel manifesto, nel 1962 Mekas fonda la Film-Makers’ Cooperative e nel 1964 la Film-Makers’ Cinematheque, che alla fine diventerà l’Anthology Film Archives, uno dei più grandi e importanti archivi di cinema d’avanguardia del mondo.
Jonas Mekas è largamente riconosciuto tra gli iniziatori del genere del film-diario. Il suo secondo film, The Brig, ha ricevuto il Gran Premio Leone di San Marco alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1963. La sua filmografia comprende capolavori come Walden (1969), Reminiscences of a Journey to Lithuania (1972), Lost Lost Lost (1976), As I was Moving Ahead I saw Brief Glimpses of Beauty (2000), A Letter from Greenpoint (2005), Sleepless Nights Stories (2011) and Out-takes from the Life of a Happy Man (2012).
Le sue opere sono state esposte nelle principali manifestazioni internazionali d’arte contemporanea: da Documenta XI e XIV a La Biennale di Venezia (Utopia Station nel 2003; Padiglione lituano nel 2005). Negli ultimi 15 anni sono state organizzate mostre retrospettive su Mekas nei più importanti musei del mondo, tra cui Museum Ludwig (Colonia 2008), Serpentine Gallery (Londra 2012), Centre Pompidou (Parigi 2012), MUAC (Città del Messico 2013), Museo dell’Ermitage (San Pietroburgo 2013), MMCA (Seoul 2017), Jewish Museum (New York 2021), National Gallery of Art (Vilnius 2021).

Francesco Urbano Ragazzi 

Francesco Urbano Ragazzi è un duo curatoriale fondato a Parigi nel 2008. Attraverso la piattaforma The Internet Saga, il duo ha inventato formati espositivi tra arte e realtà lavorando a stretto contatto con pionieri come Jonas Mekas, Kenneth Goldsmith, Miltos Manetas, Cheryl Donegan per citarne alcuni. Tra i progetti commissionati si ricordano le collaborazioni con MMCA (Seoul), Kunstnernes Hus (Oslo), CERN (Ginevra), Biennale di Bucharest, Maraya Art Centre (Sharjah), Centro Ricerca Castello di Rivoli (Torino), Iscp (New York), Centre d’Art Contemporain Gèneve, La Loge (Bruxelles), La Casa Encendida (Madrid), Futura (Praga), Ruya Foundation (Baghdad), Emirates Foundation (Abu Dhabi). Dal 2017 il team ha diretto l’archivio dell’artista femminista Chiara Fumai. Nel 2021 con Carlo Antonelli ha pubblicato FUORI!!! 1971-1974 (Nero Editions), un’antologia dedicata al movimento di liberazione omosessuale. Nel 2022 Francesco Urbano Ragazzi ha diretto la XVII edizione della LIAF Biennial in Norvegia. Nello stesso anno ha curato Images Are Real, la più grande retrospettiva in Europa dedicata all’opera di Jonas Mekas nell’anno del centenario dalla sua nascita.


SCHEDA TECNICA

Titolo mostra:

Jonas Mekas
Under the Shadow of the Tree

A cura di:

Francesco Urbano Ragazzi

Promossa da:

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Istituto di Cultura Lituano
Ambasciata di Lituania in Italia

In collaborazione con:
Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia

Nell’ambito di:
ART CITY Bologna 2023
Jonas Mekas 100!

Sede:
Padiglione de l’Esprit Nouveau
Piazza della Costituzione 11, Bologna

Periodo di apertura:
2 febbraio – 26 marzo 2023

Orari di apertura:
Dal 2 al 5 febbraio 2023 h 10-20
Dall’11 febbraio al 26 marzo 2023 sabato e domenica h 15-18

Ingresso:
gratuito

Siti web:
artcity.bologna.it | www.mambo-bologna.org | jonasmekas100.com

Social media:
Facebook Art City Bologna
Instagram @artcitybologna
#artcitybologna

Ufficio stampa ART CITY Bologna 2023:
Settore Musei Civici Bologna
Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Con la collaborazione di Ornella De Carlo
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampaARTCITYBologna@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it

Ufficio stampa programmaJonas Mekas 100! in Italia:
Maria Cristina Bastante
Tel. +39 339 5853057
giuliettaneri@gmail.com

Main project ART CITY Bologna 2023 promosso da

Roma, MICRO ARTI VISIVE: Spazio, luce, colore nell’opera di Marcello Grottesi – In mostra oltre 35 opere e 3 scatti degli anni ‘70

“Spazio, luce, colore nell’opera di Marcello Grottesi”

a cura di Pier Paolo e Clarissa Grottesi in collaborazione con Paola Valori 

In mostra oltre 35 opere e tre scatti fotografici che raccontano il percorso dell’artista nei controversi anni ‘70

Opening 9 febbraio 2023 ore 18.00

MICRO ARTI VISIVE
Viale Mazzini 1 – Roma

Fino al 16 febbraio 2023

Torna negli spazi di Micro a distanza di un anno l’opera di Marcello Grottesi, con un percorso espositivo completamente nuovo, arricchito di opere e fotografie inedite. Il ciclo di mostre – voluto dai figli Pier Paolo e Clarissa Grottesi con il supporto organizzativo di Paola Valori – ha lo scopo di mettere in luce a rotazione gran parte dei lavori conservati nell’Archivio Grottesi, con sede nella casa studio del grande artista. Un progetto, partito a febbraio 2022, che riunisce anche quest’anno opere emblematiche degli anni ’70, periodo artisticamente molto fecondo per Grottesi. 

In quegli anni l’arte è nelle mani di pochi critici e galleristi che hanno sconvolto lo scenario artistico imprimendo una svolta al linguaggio del contemporaneo. Di questa fase sono ben note le cronache, i nomi, le vicende e le opere di molti artisti. Meno conosciuta, o meglio, meno presa in considerazione è invece l’altra faccia, la strada poco battuta da altri interpreti, quella, ad esempio, di Marcello Grottesi e del Laboratorio di via Brunetti (cui fece parte per poco tempo anche De Dominicis) che negli stessi anni dava il via a un altro tipo di rivoluzione.

Nell’intricata vicenda di quegli anni, occorre dunque riaprire i documenti e fare luce, perché la storia dell’arte va spesso riscritta per indagare più a fondo e scoprire alcuni risvolti inaspettati.

Il progetto di riabilitazione sulla figura di Grottesi è iniziato nel 2022 con la prima personale “Vita e arte sul filo della memoria” curata da Paola Valori e i figli. Quest’anno si replica con la mostra “Spazio, Luce, Colore nell’opera di Marcello Grottesi” sempre negli spazi di Micro Arti Visive con il rinnovato intento di cercare di offrire uno spaccato diverso di quegli anni a Roma e fare il punto su un artista fondamentale e controverso come Marcello Grottesi.L’esposizione porta al pubblico un ricco corpus di opere inedite del grande maestro insieme ad alcuni scatti fotografici anch’essi mai esposti. “Ripensare a un’eredità come quella di Grottesi, collocarla nella giusta dimensione e rivalutarne il portato, è il senso di una professione come quella che svolge una gallerista: soppesare il valore di un artista in un corretto contesto storico critico di riferimento” sostiene la curatrice e gallerista romana Paola Valori.

La mostra sarà inaugurata giovedi 9 febbraio 2023 alle 18, e resterà visitabile fino al 16 febbraio negli orari di galleria. Ingresso libero.


INFO
“Spazio, luce, colore nell’opera di Marcello Grottesi”
a cura di Pier Paolo e Clarissa Grottesi
in collaborazione con Paola Valori 
Opening 9 febbraio 2023 ore 18.00
Fino al 16 febbraio 2023
Orari
: dalle 15.30 alle 19.30 
MICRO | Arti Visive
Viale Mazzini 1 – Roma
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Paola Valori
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Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
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Roma, Canova22: Per il bicentenario di Canova, CRISALIDE di Fiorenzo Zaffina nell’antica fornace del grande scultore

Fiorenzo Zaffina
CRISALIDE

A cura di Alberto Dambruoso

Inaugurazione 9 febbraio 2023 ore 18.30

Canova22 – Antica Fornace del Canova
Via Antonio Canova 22 — Roma

Fino all’11 marzo 2023

Il giorno 9 febbraio 2023 alle ore 18.30, all’interno delle Celebrazioni del Bicentenario della morte di Antonio Canova, inaugura presso Canova22, l’antica Fornace del Canova, “CRISALIDE” di Fiorenzo Zaffina a cura di Alberto Dambruoso. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Bordeaux edizioni, con i testi di Alberto Dambruoso, Giuseppe Pansini, Antonella Marrone, Mara Luzzatto e Elisabetta Serpi, la quale ha curato anche le musiche che accompagnano l’installazione all’interno dello spazio espositivo. 

Il curatore, Alberto Dambruoso, presenta l’opera nel testo “Amore e Psiche secondo Fiorenzo Zaffina”: 

“In occasione del bicentenario della morte del sommo scultore neoclassico Antonio Canova, un altro scultore -Fiorenzo Zaffina- gli rende omaggio reinterpretando una delle sue sculture più note ed apprezzate: Amore e Psiche. 

FOTO UFFICIALE CRISALIDE

Il tributo a Canova da parte di Zaffina viene tra l’altro compiuto proprio in uno dei luoghi cari al Canova per la creazione delle sue opere, ovvero all’interno della fornace in cui modellava i bozzetti in creta. Nel corso degli ultimi due secoli sono stati molti gli scultori che si sono ispirati ad Amore e Psiche, offrendo differenti versioni del mito raccontato da Apuleio nelle Metamorfosi, ma nessuno di questi prima di Zaffina si era spinto al punto da creare un d’après dell’opera trasparente. Sì perché il gruppo scultoreo creato da Zaffina è costituito da dei blocchi di plexiglass sui quali l’artista è intervenuto scolpendo in negativo.

Zaffina si è distinto negli ultimi trent’anni per un tipo di ricerca in cui ha saputo coniugare forme e modi della scultura classica con un approccio da archeologo del contemporaneo. Per anni lo scultore di origini calabresi ma romano d’adozione, ha scavato in pareti, muri, rocce facendo affiorare dalle crepe circuiti elettrici, computer e in generale elementi appartenenti alla civiltà tecnologica. […]Il classico e il contemporaneo sono quindi due poli sui quali l’artista ha da sempre incentrato la sua attenzione e che possiamo ritrovare pienamente anche in questa scultura: classico è il tema del racconto, classica o meglio neoclassica anche la forma ricavata dalla scultura del Canova ma contemporanea è sia la tecnica esecutiva, sia il materiale con il quale è stata plasmata. […]”

Mentre Giuseppe Pansini nel testo in catalogo “Crisalide, d’Anima è corpo di Fiorenzo Zaffina”: “[…] Nell’opera di Fiorenzo Zaffina le figure non sono “blocchi” di pietra contrapposti ma diafani pensieri scavati, estratti dal profondo della sua, della nostra “Anima”. Sono frammenti di Sé, del Sé collettivo, che s’integrano nella promessa d’un bacio, d’un bacio d’Amore. Il bacio d’Amore che prende la finitezza d’ogni essere umano e la innalza, spiegando le sue ali, portandola sulle vette dell’eterna esistenza dei nostri multi-versi. […]”

Fiorenzo Zaffina

Fiorenzo Zaffina, nato a Lamezia Terme, vive e lavora a Roma dal 1970. Dopo aver frequentato il liceo artistico nelle città di Reggio Calabria e Roma, consegue il diploma a Catanzaro. Tornato nella capitale prosegue l’attività espositiva, iniziata in Calabria, con una serie di collettive e due personali ricevendo premi e riconoscimenti. Si iscrive alla Facoltà di Architettura e continua gli studi presso l’Accademia di Belle Arti e la Scuola Libera del Nudo. Nel 1993, quando prende parte al Premio Marche curato da Renato Barilli, ha già avviato una propria ricerca volta alla “dissezione” dei muri e alla conseguente rivelazione di anfratti, scenari segreti, realtà insondabili se non attraverso un gesto che, non finalizzato a ferire, contribuisce a creare una dimensione spaziale altra. Nel 2016, dopo quattro anni di sperimentazione su un nuovo materiale l’artista presenta per la prima volta in assoluto al Museo MAON di Rende (Cosenza), dei blocchi di plexiglass scavati, scoprendo ancora una dimensione. 


INFO

Fiorenzo Zaffina
CRISALIDE
A cura di
Alberto Dambruoso
Testi in catalogo di Alberto Dambruoso, Giuseppe Pansini, Antonella Marrone, Mara Luzzatto e Elisabetta Serpi
Promossa da Canova 22 – Antica Fornace del Canova
Grafica di Paolo Residori
Fotografie di Roberto Vignoli, Alberto Guerri, Enrico De Bernart
Musica di Elisabetta Serpi
Video di Enrico De Bernart
Catalogo Bordeaux edizioni
Inaugurazione 9 febbraio 2023 ore 18.30
Fino all’11 marzo 2023
Orari: dal martedì a domenica 17.00 – 20.00

Canova22 – Antica Fornace del Canova
Via Antonio Canova 22 — Roma
canova22press@gmail.com
0623481237
www.canova22.com
Fiorenzo Zaffina
www.fiorenzozaffina.it
zafio@icloud.com 
Ufficio Stampa 
Roberta Melasecca Melasecca PressOffice – Interno 14 next
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Bologna, MAMbo: Yuri Ancarani. Atlantide 2017 – 2023

Yuri Ancarani
Atlantide 2017 – 2023

A cura di Lorenzo Balbi
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Sala delle Ciminiere
2 febbraio – 7 maggio 2023
Opening mercoledì 1 febbraio 2022 h 18

immagine guida Atlantide 2017-2023

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna trasforma ancora una volta lo spazio della Sala delle Ciminiere per accogliere il nuovo progetto espositivo di Yuri Ancarani (Ravenna, 1972): Atlantide 2017 – 2023La mostra, a cura di Lorenzo Balbi, è un main project di ART CITY Bologna 2023, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso da Comune di Bologna e BolognaFiere in occasione di Arte Fiera, inaugura mercoledì 1 febbraio 2023 alle h 18 e rimarrà aperta al pubblico dal 2 febbraio al 7 maggio 2023
Il progetto pensato per il MAMbo da Ancarani, artista visivo e regista, si pone come un’ “esplosione” del film Atlantide, presentato in anteprima nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 e, a seguire, in numerosi festival internazionali: un viaggio all’interno del processo di ricerca e dei numerosi materiali prodotti nell’arco di circa sei anni, prima, durante e dopo la realizzazione del film, sui quali l’artista ha operato una selezione, dando loro una nuova formalizzazione.
In un’atmosfera avvolgente e immersiva il pubblico potrà seguire una extra-narrazione che va oltre il lungometraggio, grazie a una serie di contenuti inediti prodotti per la mostra.

Atlantide 2017 – 2023 si realizza con il sostegno del Trust per l’Arte Contemporanea, grazie al main sponsor Gruppo Hera, in partnership con il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e IWONDERFULL, in collaborazione con I Wonder PicturesDugong Films e Rai Cinema. Si ringrazia Emilia-Romagna Film Commission per la collaborazione.

“La nostra collaborazione con ART CITY prosegue ormai da vari anni – commenta Giuseppe Gagliano, direttore centrale relazioni esterne Gruppo Hera – e la scelta di sostenere l’evento anche in questa edizione, come main sponsor della mostra di Ancarani, testimonia la nostra volontà di sostenere linguaggi artistici che sensibilizzano su temi importanti. In questo caso il degrado dell’ambiente e delle relazioni, due fattori che si potenziano a vicenda, ma che occasioni culturali come questa contribuiscono a porre in primo piano, invitandoci a riflettere su quello che ciascuno di noi può fare per contrastarli”

Il film Atlantide – una produzione Dugong Films con Rai Cinema in coproduzione con Luxbox e Unbranded Pictures – ha come protagonistaDaniele, un giovane di Sant’Erasmo, un’isola della laguna di Venezia. Vive di espedienti, ed è emarginato anche dal gruppo dei suoi coetanei, i quali condividono un’intensa vita di svago, che si esprime nella religione del barchino: un culto incentrato sulla elaborazione di motori sempre più potenti, che trasformano i piccoli motoscafi lagunari in pericolosi bolidi da competizione. Anche Daniele sogna un barchino da record, che lo porti in testa alla classifica. Ma tutto ciò che fa per realizzare il suo sogno e guadagnarsi il rispetto degli altri finisce per rivoltarglisi contro, tragicamente. Il degrado che intacca le relazioni, l’ambiente e le pratiche di una generazione alla deriva viene osservato attraverso gli occhi del paesaggio senza tempo di Venezia. Il punto di non ritorno è una balorda, residuale storia di iniziazione maschile, violenta e predestinata al fallimento, che esplode trascinando la città fantasma in un trip di naufragio psichedelico.

Atlantide è stato costruito e realizzato attraverso le relazioni che il regista ha sviluppato nel tempo con i ragazzi entrati a far parte del cast, quasi tutti non-attori, le loro vicende di vita, il rapporto con Venezia.
Racconta Ancarani: “Atlantide è un film nato senza sceneggiatura. I dialoghi sono rubati dalla vita reale, e la storia si è sviluppata in divenire durante un’osservazione di circa quattro anni, seguendo la vita dei ragazzi. Questo metodo di lavoro mi ha dato la possibilità di superare il limite di progettazione tradizionale nel cinema: prima la scrittura e poi la realizzazione. Così il film ha potuto registrare in maniera reattiva questo momento di grande cambiamento di Venezia e della laguna, da un punto di vista difficile da percepire, attento allo sguardo degli adolescenti. Il desiderio di vivere così da vicino le loro vite, dentro i loro barchini, ha reso possibile tutto il resto: il film si è lentamente costruito da solo” (L’Atlantide di Yuri Ancarani, su cinematografo.it, 2 settembre 2021).

Nel film, sebbene la narrazione ruoti intorno a Daniele e agli altri ragazzi, emerge come grande protagonista l’unicità della città lagunare. Così anche al MAMbo il fulcro è la Venezia-Atlantide ricreata dall’artista. Una città difficilmente definibile, soffocata dallo sfruttamento turistico, costantemente sotto minacce ambientali che interessano tutto il pianeta ma qui diventano particolarmente pregnanti. Un luogo i cui abitanti, ormai ridotti a meno di 50.000, vivono in bilico tra la necessità di lottare per non essere sommersi dalle acque lagunari e dalle ondate turistiche inarrestabili e la tentazione di abbandonare la lotta e lasciare la città al suo destino.
Al contempo, in un’ottica più ampia, la Venezia di Ancarani perde la sua connotazione geografica e urbana, diventa un simbolo, una rappresentazione ideale della decadenza del capitalismo, un luogo esemplare per raffigurare un problema globale. Alla fine del percorso ci si rende conto di come questi problemi, queste tematiche, non riguardino solo Venezia o i veneziani, ma ci coinvolgano tutti da vicino.

La disperazione dell’adolescenza, la decadenza di Venezia, il degrado dell’ambiente e delle relazioni sono i grandi temi che attraversano anche la mostra Atlantide 2017 – 2023, che può essere letta come un’unica opera corale: il film viene presentato in una sala del museo come tassello di un progetto più ampio che include una serie di nuovi lavori.
Scrive Lorenzo Balbi sull’esposizione: “Nella Sala delle Ciminiere e attorno ad essa Ancarani ricrea un luogo irreale, forse emerso o forse sommerso, pervaso dall’oscurità, da nebbia e luci al laser. In questo non-luogo i visitatori entrano fisicamente in contatto con la Venezia-Atlantide dell’artista: un luogo immaginario o forse reale, fatto di immagini semplici ma spiazzanti: un prete che spazza inesorabilmente l’acqua sotto un portego con la scopa, un musicista improvvisato che strimpella con una fisarmonica su una fondamenta davanti ad un vaporetto in secca, due ragazzi sul barchino che si rivestono dopo aver consumato un rapporto in laguna, una ragazza che viene portata bendata a vedere l’adesivo con il proprio nome appena attaccato sul barchino del fidanzato. Sono immagini qualunque di vita veneziana, immagini apparentemente fuori dall’ordinario ma per questo ancora più reali ed efficaci“.

I materiali presentati sono vari e in alcuni casi si tratta di veri e propri cortometraggi, frutto anche del lavoro documentaristico svolto da Ancarani a Venezia (è il caso, ad esempio, delle riprese della manifestazione contro le grandi navi in laguna o del trasporto in barca di un elettrodomestico da Burano a Rialto, visto tramite i movimenti di una cimice sulle funi di fissaggio).
Un passaggio particolarmente forte della mostra è la doppia video-installazione allestita al centro della Sala delle Ciminiere, mentre nella “navata” destra il pubblico ritroverà il carattere psichedelico del finale di Atlantide, con scene inedite, fasci di luci colorate del barchino di Daniele che si proiettano sui palazzi veneziani e la musica di Sick Luke e Lorenzo Senni/Francesco Fantini.

In occasione di Atlantide 2017 – 2023 è prevista l’uscita per Edizioni MAMbo della sceneggiatura inedita di Atlantide, adattata da Marco Alessi e Marta Tagliavia (Dugong Films), che hanno creato un testo successivo alla realizzazione del film, nato appunto senza sceneggiatura, con dialoghi spontanei. La pubblicazione è arricchita da un testo inedito di Lorenzo Balbi, da una selezione di still del film e da disegni di Alessandro Montelli.

Ancarani sarà a Bologna anche ad Arte Fiera 2023: è lui infatti al centro della prima edizione di Led Wall Commission, che vedrà la presenza all’ingresso di Piazza Costituzione di un mega-schermo di 5 x 9 metri su cui saranno visibili suoi contenuti video per chi attraversa la soglia del quartiere fieristico. Nell’ambito dei Book Talk organizzati da Arte Fiera, inoltre, il 4 febbraio alle h 17 verrà presentata la sceneggiatura in pubblicazione per Edizioni MAMbo.
L’artista sarà poi protagonista con Lorenzo Balbi e Marinella Paderni dell’appuntamento di ARTalk CITYall’Accademia di Belle Arti sabato 4 febbraio alle h 10.30 e la stessa sera alle h 22, durante IWONDERFULL NIGHT (Pop Up Cinema Medica 4k), presenterà il suo film Atlantide insieme a Lorenzo Balbi.

Ad Ancarani sarà infine dedicata una mostra antologica al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milanodal28 marzo all’11 giugno 2023, curata da Diego Sileo e Iolanda Ratti con catalogo edito da Silvana Editoriale, che sottolineerà il dialogo e la connessione tra le due esposizioni, bolognese e milanese.

Biografia di Yuri Ancarani

Yuri Ancarani (Ravenna, 1972) è un video artista e film-maker italiano. Le sue opere nascono da una continua commistione fra cinema documentario e arte contemporanea, e sono il risultato di una ricerca spesso tesa ad esplorare regioni poco visibili del quotidiano, realtà in cui l’artista si addentra in prima persona.
I suoi lavori sono stati presentati in numerose mostre e musei nazionali e internazionali, tra cui: Kunstverein Hannover (Germania); Castello di Rivoli (Rivoli Torino, Italia); Manifesta 12 (Palermo, Italia); Kunsthalle Basel (Basilea, Svizzera); Art Basel Unlimited (Basilea, Svizzera); 16° Quadriennale d’Arte Altri tempi, altri miti, Palazzo delle Esposizioni (Roma); 55° Esposizione d’Arte Internazionale, Il Palazzo Enciclopedico, La Biennale di Venezia (Italia); Beursschouwburg (Brussel, Belgio); CAC, Centre d’Art Contemporain Genève (Ginevra, Svizzera); Centre Pompidou (Parigi, Francia); Fondazione Sandretto, Re Rebaudengo (Torino); Hammer Museum (Los Angeles, California); AMACI, Museo del Novecento (Milano); MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo (Roma); R. Solomon Guggenheim Museum (New York, USA); Palais de Tokyo (Parigi, Francia); RaebervonStenglin (Zurigo, Svizzera); Stiftung Insel Hombroich (Neuss, Germania).
E in numerosi Festival, tra cui: New York Film Festival (New York City, USA); Camden International Film Festival (Maine, USA); New Directors/New Films, MoMA (New York, USA); Desert Exhibition of Art (Palm Spring, California); True/False Film Festival (Columbia, Missouri); SXSW South by Southwest (Houston, Texas); Ann Arbor Film Festival (Michigan, USA); Hot Docs (Toronto, Canada); TIFF Toronto International Film Festival (Toronto, Canada); BIM Biennale dell’Immagine in Movimento, Centre d’Art Contemporain Genève (Ginevra, Svizzera); Locarno Film Festival (Locarno, Svizzera); Viennale (Vienna, Austria); 67° e 68°Festival del Cinema di Venezia (La Biennale di Venezia, Italia); IFFR International Film Festival Rotterdam (Rotterdam, Olanda); 23° IDFA International Documentary Film Festival Amsterdam (Amsterdam, Olanda); Cinéma du Réel (Centre Pompidou, Parigi Francia); CPH:DOX (Copenhagen, Danimarca); Festival International du Film de La Roche sur Yon (La Roche sur Yon, Francia); Beat Film Festival (Mosca, Russia); Taipei Film Festival (Taipei, Taiwan).
Ha inoltre ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui: “Premio speciale della giuria CINÉ+” Cineasti del presente, 69° Locarno Film Festival (Locarno, Svizzera); cinque nominations ai Cinema Eye Honors, Museum of Moving Image (New York, USA); “Grand Prix in Lab Competition”, Clermont Ferrand Film Festival (Clermont Ferrand, Francia).


SCHEDA TECNICA
 
Mostra:
Yuri Ancarani. Atlantide 2017 – 2023
 
A cura di:
Lorenzo Balbi
 
Promossa da:
Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Sede:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Via Don Minzoni 14, Bologna
 
Periodo di apertura:
2 febbraio – 7 maggio 2023
Opening mercoledì 1 febbraio 2022 h 18
 
Orari di apertura:
martedì e mercoledì h 14-19; giovedì h 14 -20; venerdì, sabato, domenica e festivi h 10-19
chiuso lunedì non festivi
 
Orari di apertura in occasione di ART CITY Bologna 2023:
2 febbraio h 14-20
3 e 5 febbraio h 10-20
4 febbraio h 10-24
 
Ingresso:
Intero 6 euros| Ridotto 4 euro. Gratuito dal 2 al 5 febbraio in occasione di ART CITY Bologna
Biglietti on line: https://www.midaticket.it/eventi/yuri_ancarani


Informazioni generali:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Tel. +39 051 6496611
www.mambo-bologna.org
info@mambo-bologna.org
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
Twitter: @MAMboBologna
YouTube: MAMbo channel
Settore Musei Civici Bologna:
www.museibologna.it
Instagram: bolognamusei
 
Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna:
e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it 
Elisa Maria Cerra – Tel. +39 051 6496653 e-mail elisamaria.cerra@comune.bologna.it 
Silvia Tonelli – Tel. +39 051 6496620 e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it 
Con la collaborazione di Ornella De Carlo

Roma, Vision & Global Trends – La crescita dell’ecosistema dell’innovazione in Europa e in Italia: prospettiva storica e proiezione futura

Seminario

La crescita dell’ecosistema dell’innovazione in Europa e in Italia: prospettiva storica e proiezione futura

Il seminario, curato da Vision & Global Trends, avrà luogo martedì 21 febbraio p.v., – dalle ore 14:30 alle 17:30 – presso i locali di Spazio Europa, spazio polifunzionale gestito dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea e sito in Via IV Novembre, 149, Roma.

Il presente seminario è il primo evento di un ciclo di azioni che Vision & Global Trends. International Institute for Global Analyses vuole dedicare ai temi dell’innovazione, della ricerca & sviluppo e del trasferimento tecnologico.
Come si evince dal titolo, questo primo appuntamento intende discutere – in una prospettiva storica – i tratti salienti dei processi innovativi attivati negli ultimi tre decenni in Europa e in Italia, al fine di individuare le linee di tendenza che questi stessi processi hanno contribuito a determinare nel tempo e, contestualmente, delineare gli sviluppi futuri dell’ampio e variegato ecosistema dell’innovazione, anche in riferimento agli strumenti introdotti dal PNRR.
Nel corso dell’evento saranno presentate relazioni di prestigiosi esponenti del mondo della ricerca tecnologica, dell’economia, della finanza innovativa e dei servizi avanzati, quali: Prof. Luigi Nicolais, Prof. Fabio Pistella, Ing. Luigi Amati, Dott.ssa Nicoletta Amodio, Dott. Marco Baccanti, Ing. Andrea di Anselmo. Le conclusioni saranno a cura del Dott. Giovanni Zazzerini.

La crescita dell’ecosistema dell’innovazione in Europa e in Italia: prospettiva storica e proiezione futura
Per partecipare, registrarsi scrivendo a info@vision-gt.eu entro lunedì 20 febbraio
Sito Web: https://www.vision-gt.eu/