Messina, Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” – Rime Peloritane di Antonio Cattino

La Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina, attende i suoi fruitori, presso il Salone Eventi, venerdì 10 dicembre 2021, alle ore 17.00. Nel rispetto di ogni misura anti-Covid e previa esibizione di Green Pass, presenterà “Rime Peloritane”, silloge poetica del messinese Antonio Cattino, IX volume della collana Florilegio del Cenacolo Culturale Hortus Animae, con introduzione del Prof. G. Rando e conclusioni della scrittrice e poeta M. G. Genovese.

L’iniziativa culturale si aprirà con i saluti istituzionali e l’introduzione della Direttrice della Biblioteca Regionale,Dott.ssaTommasa Siragusa, alla quale seguiranno i contributi del Prof. Giuseppe Rando, già Ordinario di Letteratura italiana UNIME e della Dott.ssa Maria Grazia Genovese, Presidente del Cenacolo Culturale “Hortus Animae”. Interverrà l’Ingegnere Enzo Colavecchio componente del Direttivo Regionale Lega Ambiente Sicilia e socio del Circolo Lega Ambiente dei Peloritani. Sarà presente l’Autore.

Durante l’incontro, saranno rese letture tratte dal testo – suddiviso in sei compiute sezioni – che, cucito sui sogni e sentimenti personali dell’autore e sulle crude tematiche politico-sociali, specchio dell’animo sensibile del messinese Antonio Cattino, spronerà gli astanti alla riflessione, e, alla chiusura dei lavori, a un proficuo confronto. Liriche intimiste, intrise di stupore verso il mistero dell’Universo, e a sfondo civile e di denuncia, odi alla Terra di Sicilia e alla Città peloritana, anche di taglio epico… con una cifra sempre personale di impegno e grande dignità e toni ora sommessi, ora accorati o veementi, sovente intrisi di indomito ardore. In ogni caso la dimensione della Sua ispirazione è sempre solidale e la forza etica supporta i versi rendendoli atti a stimolare una coscienza identitaria.

Antonio Cattino, Vice Presidente del Cenacolo culturale “Hortus Animae”, scrive in Lingua Italiana, Siciliana e in Dialetto Messinese. Segue i maggiori poeti siciliani che scrivono in lingua madre, studia il Siciliano nei suoi scrittori e poeti del passato. Punti di riferimento contemporanei per il dialetto messinese sono le compiante poetesse Maria Costa e Iolanda Insana, con specifico riguardo alle tematiche sociali, mentre per la lingua poetica siciliana i suoi riferimenti sono Giovanni Meli ed il contemporaneo, poeta e filologo Salvatore Camilleri, recentemente scomparso.

Notevole la Sua produzione letteraria poetica, accolta positivamente dalla critica e dal pubblico. Inoltre, insieme al regista e artista multidisciplinare Antonello Irrera, ha dato vita  alla sceneggiatura per un lungometraggio su Colapesce,ampiamente tratto dal proprio racconto Cola ‘U Pisci, la cui presentazione è stata trasmessa su RAI 3 Sicilia. Cattino che da sempre ha carpito l’attenzione della stampa locale e non solo, vanta al Suo attivo numerosi importanti riconoscimenti e premi.

Il poeta Cattino, che ha fatto di “penna e calamaio” l’arma bianca per colpire a “suon di versi” il lettore e risvegliarne i moti, frequentemente sopiti, dell’animo di fronte alle tante sofferenze e ingiustizie, nato il 10 dicembre 1948, festeggerà nel modo più consono ad uno scrittore la ricorrenza del Suo compleanno.

Post dell’evento sono presenti sulle pagine social della Biblioteca:

https://www.facebook.com/bibliotecaregionaledimessina/?ref=bookmarks
https://www.instagram.com/bibliotecaregionalemessina/?hl=it

Chi non potrà prendere parte all’evento in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere all’Autore durante l’incontro.

Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Per INFO   
Ufficio Relazioni con il Pubblico
tel.090674564
urpbibliome@regione.sicilia.it

IMMAGINE DI APERTURA – Locandina

Vincenzo Scolamiero a Siena – Del silenzio e della trasparenza. Pittura, musica, poesia e oro in mostra

Sotto le volte medievali si alternano 60 grandi tele, lavori su carta, libri d’artista, video e altri materiali, frutto di una rigorosa ricerca che muove dalla forza astraente della poesia e della musica e prende forma in una pittura lenta, sedimentata, allo stesso tempo concreta e misteriosa. 

Del silenzio e della trasparenza

Pittura, musica, poesia e oro in mostra
Vincenzo Scolamiero a Siena
Palazzo Pubblico – Magazzini del Sale

SIENA, PALAZZO PUBBLICO – MAGAZZINI DEL SALE
27 NOVEMBRE – 9 GENNAIO 2022
INAUGURAZIONE 27 NOVEMBRE ORE 11.30-17

Siena, Palazzo Pubblico – Magazzini del Sale


Ufficio stampa Melasecca PressOffice
Roberta Melasecca
tel. + 39 3494945612-
email: info@melaseccapressoffice.it


SCHEDA INFO

Titolo mostra: Vincenzo Scolamiero – Del silenzio e della trasparenza

Luogo Museo: Palazzo Pubblico – Magazzini del Sale – Piazza del Campo 1, Siena

Apertura al pubblico: Inaugurazione 27 novembre 2021 h.11.30 – 17.00

Promossa da: Comune di Siena,

Ideazione e cura: inner room, Siena

In collaborazione con:                                  
Fondazione Accademia Musicale Chigiana,
Galleria Edieuropa – QUI arte contemporanea
Museo Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona – Arte Contemporanea

Con il patrocinio di: Accademia di Belle Arti di Roma

Catalogo: De Luca Editori d’Arte in Roma

Info Mostra: 27 novembre 2021 / 9 gennaio 2022

Servizi museali


SPONSOR SISTEMA MUSEI CIVICI

ORARI:
dal lunedì alla domenica dalle ore 10, 00 alle 18,00 (chiusura biglietteria 17, 15)
Natale: Museo chiuso
Capodanno: 12.00 – 18.00

BIGLIETTI (Museo Civico + Magazzini del Sale)
Intero € 10,00
Ridotto € 9,00
– ragazzi da 12 a 19 anni, over 65, studenti universitari non iscritti ad istituzioni universitarie senesi, militari, categorie convenzionate
Biglietto famiglia (2 adulti+minori da 11 a 18 anni) € 22,00

Gratuito:
– residenti nel Comune di Siena, minori di 11 anni, scuole pubbliche ed universitarie senesi, docenti accompagnatori, accompagnatori gruppi, portatori di handicap e relativo accompagnatore, giornalisti
biglietti cumulativi: Museo Civico + Santa Maria della Scala € 14,00
Biglietti integrati: Museo Civico + Santa Maria della Scala + Pinacoteca Nazionale di Siena € 20,00

INFO E PRENOTAZIONI
Tel.: 0577-292614/15
E-mail: ticket@comune.siena.it
on line:  B-ticket

I biglietti cumulativi sono prenotabili su: ticket@comune.siena.it  
sul sito del museo civico e al 0577292615
oltre che sul sito del SMS al 0577286300  
sienasms@operalaboratori.com 

Roma, Teatro Arciliuto – 12 Apostoli Takeawaygallery 2009/2021

12 Apostoli Takeawaygallery 2009/2021

Curata e ideata da Takeawaygallery

Artisti: Vito Bongiorno, Gerald Bruneau, Angelo Cricchi, Claudio Di Carlo, Mauro Magni, Marco Milia, Giancarlo Neri, Dino Pedriali, Massimo Rizzuto, Massimo Scognamiglio, Ugo Spagnuolo, Alberto Timossi

La mostra rientra nella 17° edizione della Giornata del Contemporaneo – AMACI

Inaugurazione giovedì 9 dicembre 2021 dalle 18.30 in poi

Teatro Arciliuto
Piazza Montevecchio 5 – Roma 

Presentazione catalogo gennaio 2022
con un Omaggio a Dino Pedriali e testi di: Mario de Candia, Barbara Martusciello, Carlotta Monteverde

Dal 9 dicembre 2021 al 6 febbraio 2022

La Takeawaygallery, in occasione dei 12 anni della Galleria, ha voluto invitare 12 artisti con cui collabora da anni ad esporre al Teatro Arciliuto. Coerente con il proprio percorso e giocando con i numeri, presenta l’evento con il titolo “12 Apostoli”. La mostra non vuole essere un approfondimento o una critica del Cenacolo di Leonardo o dell’iconografia dei 12 Apostoli, ma una rivisitazione e una riflessione sul Cenacolo visto in chiave contemporanea: gli artisti si confronteranno con il tema guardando soprattutto al futuro. E ancora una volta la Takeawaygallery presenta le opere in una location non convenzionale: già in passato aveva organizzato rappresentazioni teatrali all’Hawtan Space, “Solo Anna” con Lidia Vitale (2013) e l’evento musicale in occasione dei 10 anni della galleria al Teatro Parioli (2019). È la volta adesso del Teatro Arciliuto, per una nuova collaborazione che vuol essere anche una spinta e un sostegno alla ripresa del cinema, del teatro e del mondo dello spettacolo.

Il Teatro Arciliuto, “Teatro della Musica e della Poesia” nel cuore della Roma antica, è un luogo unico nel suo genere. A detta del pubblico, ma soprattutto degli artisti che lo frequentano, è un luogo magico per la musica dal vivo e per pièce teatrali particolari e negli ultimi anni anche per le mostre d’arte. Ha una programmazione snella che viene definita a breve, quasi di mese in mese, per lasciare anche la disponibilità alle richieste di eventi personalizzati di tipo privato.

È situato nell’antico e nobile “Palazzo Chiovenda”, nella piccola piazzetta di Montevecchio, compresa tra Via dei Coronari, il Chiostro del Bramante e Via della Pace, ed al suo interno sono presenti e visibili reperti artistici di alto valore storico. Al piano di ingresso il salottino musicale, e poi la sala teatro ed altre sale accoglienti per degustazioni, aperitivi e cene. Il Teatro ha una capienza complessiva di 100 persone. Il Teatro Arciliuto, aperto nel 1967 dall’artista musicista e poeta Enzo Samaritani, ed oggi con la direzione artistica e organizzativa di Giovanni Samaritani, è un’attività di successo familiare che appartiene alla storia di Roma.

Gli artisti selezionati rappresentano il percorso fatto dalla Takewaygallery in questi 12 anni, dalla pittura, alla fotografia ma soprattutto dalle installazioni site specific ai grandi interventi di installazioni ambientali. Oltre 40 le location, con la peculiarità di una programmazione dinamica anche fuori dalle mura della galleria, sia in spazi canonici, sia fuori dal circuito consueto dell’Arte.

Takeawaygallery ha organizzato mostre di pittura o installazione pittorica, come “Oh My Dog” di Claudio di Carlo all’AURUM di Pescara (2012) o “Nostos” di Vito Bongiorno al Museo di Arte Contemporanea di Alcamo TP (2019); installazioni site specific alle Case Romane del Celio con “In Aere in Aquis” di Marco Milia (2013) e “Latinorum” di Giancarlo Neri (2014); ed ancora “Stringhe” di Massimo Rizzuto ad Opera Unica dove per oltre 3 anni e mezzo si sono alternati oltre 100 artisti (2010/2013). Si continua poi con un intervento di Arte Urbana, “Vuoti di Memoria” di Ugo Spagnuolo, allestimento permanente presso la MetroA fermata di Porta Furba a Roma (2018). Vi sono poi le grandi installazioni ambientali, “Illusione” alle Cave Michelangelo di Carrara (2015) e “Fata Morgana” (2017) nel lago del Col d’Olen in Valle d’Aosta entrambe con Alberto Timossi, e l’ultima installazione scultorea eolica permanente “Horus” con Mauro Magni a Pietrapertosa PZ (2021). Si chiude la lista con i fotografi: da Gerald Bruneau, con la “Paolina in Vetrina” ad Opera Unica (2013), a “Punk Aristocracy” alla TAG Tevere Art Gallery di Massimo Scognamiglio nel 2016, e ancora “Leuko” di Dino Pedriali (2014), che dopo una lunga malattia ci ha lasciato circa un mese fa, e fece l’unica personale presentata nella storica sede di Via della Reginella Roma, ed infine ad Angelo Cricchi, sempre presente nelle collettive di fotografia da “Chiudere un Occhio” allo Studio Abate, San Lorenzo (2009), a “I Love Music” al Room26 Eur a Roma (2010/2011) a “La verità è nuda” da One Piece Art a Via Margutta Roma (2012). E tutti e quattro i fotografi hanno partecipato alla collettiva “Atto Secondo” presso Palazzo Velli Expo a Trastevere (2017).

Inoltre, Takeawaygallery vuole ringraziare con chi, in questi 12 anni e in questa avventura, ha avuto l’onore e il piacere di collaborare: Achille Bonito Oliva, Lorenzo Canova, Maria Cavuoti, Luciano Corvaglia, Enzo Fiammetta, Marina Giustini, Barbara Martusciello, Luciano Massari, Carlotta Monteverde, Andrea Beck Peccoz, Salvatore Savoca.


INFO

12 Apostoli Takeawaygallery 2009/2021
Curata e ideata da Takeawaygallery

Artisti: Vito Bongiorno, Gerald Bruneau, Angelo Cricchi, Claudio Di Carlo,
Mauro Magni, Marco Milia, Giancarlo Neri, Dino Pedriali,
Massimo Rizzuto, Massimo Scognamiglio, Ugo Spagnuolo, Alberto Timossi

La mostra rientra nella 17° edizione della Giornata del Contemporaneo – AMACI

Inaugurazione giovedì 9 dicembre 2021 dalle 18.30 in poi

Teatro Arciliuto
Piazza Montevecchio 5 – Roma

Dal 9 dicembre 2021 al 6 febbraio 2022
Orari: tutti i giorni da giovedi a domenica ore 18.30 / 23.00; su appuntamento: 06 6879419 / 333 8568464

Presentazione catalogo gennaio 2022
con un Omaggio a Dino Pedriali e testi di:
Mario de Candia, Barbara Martusciello, Carlotta Monteverde

Partner tecnici: JEG LIVE, Romana Telai di Cantagalli Fausto

Contatti:
info@arciliuto.it tel. 066879419 / 3338568464 takeawaygallery@gmail.com tel. 3889921616

Ufficio stampa
Roberta Melasecca_Interno 14 next/Melasecca PressOffice roberta.melasecca@gmail.com
tel. 3494945612
www.interno14next.itwww.melaseccapressoffice.it

Ancona – Dialogo tra arte contemporanea e opere antiche del territorio restaurate dopo il sisma di cinque anni fa

Cinque anni fa un terremoto ferì l’Italia centrale provocando ingenti danni e numerosi morti. Le Marche furono una delle regioni più colpite e la città di Ancona fu tra le prime a interrogarsi sulle forme di aiuto da portare ai territori coinvolti.

Gli interventi iniziali si concentrarono proprio sul recupero dei capolavori d’arte antica danneggiati, per i quali vennero immediatamente messi a disposizione gli spazi della Mole Vanvitelliana in cui furono da subito ospitati e custoditi per essere esaminati e restaurati: un’azione tempestiva che vide fianco a fianco il Comune di Ancona, il Ministero dei Beni Culturali, il Nucleo Tutela dei Carabinieri.

Da questa azione, nacque l’idea di realizzare un progetto che facesse dialogare queste opere con quelle di alcuni dei protagonisti dell’arte contemporanea.

E così, la Mole Vanvitelliana, struttura sanitaria e difensiva, che sorge come una spettacolare isola artificiale pentagonale, progettata nel 1732 da Luigi Vanvitelli nel porto di Ancona, diventerà dal 27 novembre all’8 maggio 2022, il centro di questo progetto che aiuterà il pubblico anche a riflettere sul rapporto tra natura e uomo.

ANCONA | MOLE VANVITELLIANA
27 NOVEMBRE 2021 – 8 MAGGIO 2022

TERRA SACRA

Il progetto fa dialogare le opere antiche del territorio, restaurate dopo il sisma di cinque anni fa che ha colpito le Marche e il Centro Italia, e l’arte contemporanea.

Esposti 120 lavori, alcuni site specific, di 35 autori: da Gina Pane a Quayola, da Titina Maselli a Leonardo Cremonini, da Gregorio Botta a Flavio Favelli, da Salvo a Zerocalcare, e molti altri ancora.

A cura di Flavio Arensi

Maurizio Cannavacciuolo, Lazy Ceramist Violet, Sunflower VS Green, 2021,
olio su tela, 200 x 200 cm, Photo: Maria Enquist / Allucinazione

La mostra, dal titolo TERRA SACRA, curata da Flavio Arensi, organizzata e prodotta dal Comune di Ancona e dal Museo Tattile Statale Omero, con il Fondo Mole Vanvitelliana, con la collaborazione della Soprintendenza delle Marche, il sostegno della Regione Marche e della Fondazione Cariverona attraverso il bando Valore Territori, con il patrocinio di ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, è nata proprio nell’ottobre del 2016 quando, durante l’inaugurazione dell’esposizione Ecce Homo sulla condizione umana attraverso la scultura figurativa, si percepirono le maggiori scosse del terremoto che stava colpendo la regione.

“La genesi della mostra l’ha resa ancora più potente – commenta Paolo Marasca, Assessore alla Cultura di Ancona – e l’attesa ci ha spinto a gestire una riflessione che parte dal trauma del terremoto per includere l’intero rapporto tra l’umanità, le sue forme di relazione e il pianeta in cui vive. Un rapporto totalmente messo in discussione dal COVID. Si legano, così, le opere antiche e le comunità che le possiedono, che stiamo coinvolgendo tramite ANCI, e un presente che non ci saremmo mai aspettati. L’arte diventa una chiave di lettura indispensabile. Ancona accetta una grande sfida, che sarà utile a tutto il Paese”.

TERRA SACRA – afferma Flavio Arensi – non ha tuttavia alcuna intenzione di confrontarsi con i fatti materiali, con le perdite e i crolli del terremoto, con il lutto o la paura in senso stretto. Si tratta, invece, di un recupero e di una restituzione della vita”.

Il percorso espositivo che si dispiega per tutti i luoghi della Mole Vanvitelliana, dalle mura alla corte, dal Magazzino Tabacchi al deposito della Soprintendenza delle Marche, presenta le 120 opere di 35 artisti, portavoce di linguaggi espressivi, spesso molto diversi tra loro: Claudio Abate, Guido Airoldi, Giovanni Albanese, Peppe Avallone, Gianfranco Baruchello, Matteo Basilè, Mirella Bentivoglio, Renato Birolli, Gregorio Botta, Andrea Bruno, Silvia Camporesi, Maurizio Cannavacciuolo, Leonardo Cremonini, Gino de Dominicis, Franco Fanelli, Flavio Favelli, Piero Fogliati, Paolo Icaro, Titina Maselli, Pietro Masturzo, Marco Mazzoni, Zoran Music, Gina Pane, Luca Pancrazzi, Filippo Piantanida, Franco Piavoli, Franco Pinna, Pasquale Palmieri, Roberto Pugliese, Quayola, Salvo, Giorgio Santucci, Pierantonio Tanzola, Alessandro Tesei, Zerocalcare.

“Questa mostra – commenta Giorgia Latini, Assessore regionale alla Cultura -, nata da una felice intuizione che, a partire dal terremoto e dalle opere ferite e ricoverate all’interno della Mole, ha immaginato un percorso che indaga il rapporto fra uomo e natura, è la testimonianza della forza di reazione che da sempre ha contraddistinto la nostra regione. Una forza che diventa, come in questo caso, anche uno stimolo alla riflessione: l’uomo ha sempre avuto come riferimento della sua opera la natura, l’arte ne è stata una delle forme espressive più alte. Nell’opera artistica ritroviamo le contraddizioni e le affinità con ciò che ci circonda. La pandemia ci ha introdotti in una nuova necessaria speculazione di questo rapporto. Ripartire dal concetto di Terra Sacra è il giusto modo per rientrare in una relazione che assuma uno sguardo profondo sulla natura, sul paesaggio, sull’uomo, lo sguardo dell’arte, contemplativo, anzitutto pieno di rispetto e di cura”.

La mostra intende partire dal territorio di Ancona e in particolare dalla Mole, che ormai da anni si è confermata uno degli spazi culturali più importanti del centro-sud della Penisola, anche in virtù delle contaminazioni fra cultura (le mostre), psicoanalisi e scienze umane (Festival KUM!), musica (La mia generazione festival), e innovazione nell’ambito dell’accessibilità (Museo Omero).

A tal proposito, il grande Cavallo rosso di Mimmo Paladino, installato sulle mura della Mole cinque anni fa come elemento di un progetto di arte urbana, segna il primo importante legame fra arte e città. La mostra si apre con una gigantografia del Mediterraneo del fotografo Filippo Piantanida, luogo di transito, scoperta, pellegrinaggio e speranza raccontato dalle saghe antiche e dalle cronache contemporanee.

Entrando nello spazio del Magazzino Tabacchi il visitatore incontra il bosco digitale di Quayola: le immagini degli alberi saranno accostate a un lacerto di una scultura classica, rivisitata in chiave tecnologica, che richiama il Gruppo del Laocoonte, associando due degli elementi significativi dell’esposizione, la natura e l’uomo, a partire dalla riflessione che il grande paesaggista francese Gilles Clément fa a proposito del Terzo Paesaggio.

Sezione I. Pittura

Baruchello, Birolli, Cannavacciuolo, Cremonini, de Dominicis, Maselli, Pancrazzi, Pane, Salvo

La prima sezione è dedicata alla pittura che analizza il tema del territorio come luogo di vita, in un percorso che dagli anni cinquanta del secolo scorso giunge fino ai nostri giorni; come per le altre sezioni il curatore ha mescolato periodi e linguaggi, andando a riscoprire autori talvolta dimenticati o poco conosciuti. Dalle Donne addormentate al sole di Leonardo Cremonini ad Anversa di Renato Birolli, fino a un inedito di Maurizio Cannavacciuolo, passando dall’Autostrada di Titina Maselli alla Sicilia di Salvo, ripresa da Luca Pancrazzi, ai luoghi minimi di Gianfranco Baruchello, fino a un raro e delicato ritratto di Gina Pane e un misterioso Gilgamesh di Gino de Dominicis. Uomo e natura che si incontrano.

Sezione II. Antropologia dello spazio

Abate, Fogliati, Icaro, Pinna

Con le immagini di Franco Pinna, che accompagnò l’antropologo Ernesto de Martino nel suo studio sui riti e la magia del Sud Italia, il tema dello spazio sacro o sacrale della Taranta si declina nel luogo dell’immaginazione artistica con la tarantola di Pino Pascali fotografata da Claudio Abate, in un gioco di specchi che prende la forma e la rende eterea nell’opera di Paolo Icaro, elemento di luce in Piero Fogliati.

La terra sacra, è l’ultimo luogo in cui sopravviveva la tradizione orale/sperimentale del sapere, dell’atto magico: un mondo impossibile da replicare con la parola. Consapevoli del guadagno avuto dall’evoluzione storica, possiamo meditare onestamente su quanto abbiamo perso come società.

Sezione III. Luoghi degli altri

Avallone, Camporesi, Favelli, Masturzo, Palmieri, Tanzola, Tesei

La sezione parla dei luoghi e dei confini: dalla Persia di Flavio Favelli, all’Iran di Pietro Masturzo, qui con una selezione di immagini tratte da luoghi di conflitto. In particolare, la sua fotografia che mostra la protesta notturna delle donne di Teheran (vincitrice del World Press Photo 2010) che salgono sul tetto a cantare contro il regime, è un anelito di libertà. Atlas Italiae di Silvia Camporesi è un atlante della metafisica più̀ geografico. Pasquale Palmieri racconta l’uomo nel suo territorio mentale e fisico, mentre Peppe Avallone è uno straordinario testimone del terremoto che colpì negli anni ’80 Napoli, con l’insorgenza artistica legata a Terraemotus (ideata da Lucio Amelio): la cultura che diventa megafono civile. Il video di Pierantonio Tanzola racconta invece i luoghi della stessa tragedia, ma nella loro spettrale caducità. Alessandro Tesei, regista e videomaker è presente con un montato su Fukushima e il disastro naturale che toccò il Giappone. In questa sezione spiccano anche le piccole opere di Mirella Bentivoglio con le sue lettere per destinatari sconosciuti.

Sezione IV. La casa, i senzatetto

Airoldi, Albanese, Basilé, Botta, Bruno, Bentivoglio, Music, Santucci, Zerocalcare

Il piccolo cunicolo del deposito Tabacchi è uno svincolo: ad accogliere chi entra c’è l’installazione Heimat di Guido Airoldi che pone il tema del luogo natio, e indica il territorio in cui ci si sente a casa propria perché vi si è nati, vi si è trascorsa l’infanzia o vi si parla la lingua degli affetti. A ricordare, tuttavia, il pericolo dei confini e delle piccole patrie, è posto uno dei “morti” di Zoran Music per ricondurre la memoria alla follia dei campi di concentramento e alcune tavole di Andrea Bruno prese da Cinema Zenit, dove la protagonista si muove in una città fatta di macerie non solo fisiche. A ciò segue da un lato l’Armata dei Senzatetto di Giovanni Albanese che racconta di un popolo senza dimora, che però ha casa ovunque. Centrale la grande madre che spinge la carrozzina, simbolo di speranza. Dall’altro lato, Orbite di Gregorio Botta, una poetica installazione con alcune campane tibetane che riporta all’attenzione il dramma di un popolo che non può avere una identità. Sono le Macerie prime di Zerocalcare a chiudere questo percorso in cui si racconta la difficoltà di crescere, di scoprire il proprio ruolo nella società, di non perdere i legami che contano. Mentre Matteo Basilé apre lo sguardo a un territorio più misterioso, quello dello spazio, dove infine si trovano i protagonisti disegnati da Giorgio Santucci, i “grigi”, i più noti “extraterrestri”.

Sezione V. Paesaggio interiore paesaggio esteriore

Fanelli, Mazzoni, Pane, Piavoli, Pugliese

L’ultima sezione è Paesaggio interiore paesaggio esteriore dove si trovano le fotografie Pierres déplacées di Gina Pane in dialogo con i grandi tronchi sonori di Roberto Pugliese, l’Erbario di Franco Piavoli, il regista amato da Andrej Tarkovskij ed Ermanno Olmi, autore di Nostos (film su Ulisse) e Il Pianeta azzurro, cui si specchia il bestiario inedito di Marco Mazzoni, e un’opera grafica di Franco Fanelli, uno degli incisori più importanti del panorama artistico odierno.

La mostra si chiude nella Corte della Mole, dove è allestita una selezione di ventotto fotografie firmate dai soci dell’Associazione Ascosi Lasciti (Jesi), a cura di Alessandro Tesei, che propone alcune suggestive immagini di luoghi abbandonati per una riflessione sul fenomeno della Urban exploration (Urbex), oltre a otto fotografie di Danilo Garcia di Meo estratte dal progetto Quatrani che si è interessato di indagare l’adolescenza dei ragazzi dopo il terremoto dell’Aquila del 2009.

Per le persone con disabilità visiva è previsto un percorso ad hoc, appositamente studiato dal Museo Omero, con sei opere da toccare e innovative didascalie tattili a rilievo, ottenute da un processo di sintesi dell’immagine, che consentono a visitatori non vedenti o ipovedenti di scoprire alcune delle opere esposte. Fra queste il piccolo prezioso disegno di Gina Pane, “Moment de l’action Little Journey (Garçon au poisson)”.

Il disegno a rilievo è un processo di sintesi dell’immagine, durante il quale il disegno viene semplificato nelle linee e arricchito di texture per differenziare le aree, e viene quindi tracciato in nero su un particolare foglio dotato di innumerevoli microcapsule di materiale plastico. Quando il foglio viene esposto a una fonte di calore, le parti in nero del disegno si rigonfiano creando il rilievo.

Accompagna la rassegna, un catalogo, edito da Skira, con testi di Flavio Arensi, dell’antropologa Piera Talin e dei documentaristi Alessandro Tesei e Danilo Garcia Di Meo.


TERRA SACRA
Ancona, Mole Vanvitelliana (Banchina Giovanni da Chio, 28)
27 novembre 2021 – 8 maggio 2022

Orari:
da mercoledì a venerdì, 15.00-19.00
sabato e domenica, 10.00-19.00
lunedì e martedì chiuso
Ultimo ingresso ore 18.15

Green pass obbligatorio

Biglietti:
Intero: € 8.00
Ridotto: € 6.00

Informazioni: terra sacra@lamoleancona.it

Catalogo: Skira

Sito internet: www.lamoleancona.it/terrasacra

Social:
facebook.com/laMoleAncona/
instagram.com/lamoleancona/
vimeo.com/lamoleancona

Ufficio stampa
Comune di Ancona
T. +39 071 2222361
T. +39 071 2222316
T. +39 071 2222321
ufficio.stampa@comune.ancona.it

CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco, T. +39 02 36755700; M. +39 349 6107625
anna.defrancesco@clp1968.it; www.clp1968.it

IMMAGINE DI APERTURA Silvia Camporesi, Atlas Italiae 112 fotografie a colori installazione misure variabili