Torino, Biblioteca Reale: Il genio e il suo tempo. A tu per tu con Leonardo

Torino, Biblioteca Reale: Il genio e il suo tempo. A tu per tu con Leonardo –
Leonardo da Vinci, Studi di carri falcati, 1485 circa

IL GENIO E IL SUO TEMPO
A TU PER TU CON LEONARDO

Biblioteca Reale
Torino, Piazza Castello 191
7 aprile – 9 luglio 2023

La Biblioteca Reale presenta tredici opere di Leonardo da Vinci, tra cui i celebri fogli con l’Autoritratto, il Volto di fanciulla, la Testa virile di profilo incoronata d’alloro, e il Codice sul volo degli uccelli.

Una rara selezione didisegni, incisioni, manoscritti, incunaboli, antiche carte geografiche illustrano gli eventi epocali che accompagnarono la vita di Leonardo dal 1452 al 1519.

Dal 7 aprile al 9 luglio 2023, la Biblioteca Reale di Torino propone un’occasione unica per conoscere ed esplorare da vicino l’opera di Leonardo da Vinci, grande protagonista del Rinascimento italiano, attraverso i suoi disegni, il taccuino dedicato al volo degli uccelli e altre rarissime testimonianze legate al suo tempo.

La mostra dal titolo Il genio e il suo tempo. A tu per tu con Leonardo è sostenuta da SMARTART Torino e da OMT – Officine Meccaniche Torino, realizzata in collaborazione con CoopCulture e con il patrocinio dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e della Città di Torino. Il percorso espositivo è allestito nei due caveaux della biblioteca, realizzati negli anni 1998 e 2014 con il sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.

Torino, Biblioteca Reale: Il genio e il suo tempo. A tu per tu con Leonardo – Enrica Pagella e Vittorio Sgarbi alla Biblioteca Reale – @ Davide Bozzalla

“Con questo percorso espositivo i Musei Reali – afferma la direttrice, Enrica Pagella – proseguono nell’impegno di garantire al pubblico, nei limiti concessi dai protocolli per la tutela, l’incontro con il grande patrimonio di opere grafiche conservato nelle collezioni della Biblioteca Reale e, in particolare, con le inestimabili testimonianze del genio di Leonardo da Vinci”.

La prima sezione segue il filo degli avvenimenti che hanno scandito la vicenda umana e artistica di Leonardo, dal 1452, anno della sua nascita a Vinci, fino al 1519, data della morte in Francia.

Un periodo storico in cui convergono e s’intrecciano i destini di personalità del calibro di Michelangelo e Raffaello, Lorenzo de’ Medici e Cesare Borgia, sullo sfondo di eventi di portata epocale, che hanno trasformato l’assetto sociale, culturale e artistico dell’Europa moderna: la caduta dell’Impero Romano d’Oriente, l’invenzione della stampa a caratteri mobili, il grandioso cantiere di San Pietro e della Cappella Sistina a Roma. Sessantasette anni di luoghi, fatti e persone evocati attraverso opere rare e preziose: manoscritti, come il Trattato di architettura civile e militare di Francesco di Giorgio Martini (1486) e le Storie di San Gioachino, miniate da Cristoforo De Predis per Galeazzo Maria Sforza (1476); incunaboli unici, come il foglio della Bibbia di Gutenberg, il primo libro a caratteri mobili, e il trattato De re militari di Roberto Valturio (1483); antiche carte geografiche, come la Carta dell’Italia e la Geocarta nautica universale di Giovanni Vespucci; disegni, come lo Studio per la Sibilla Cumana di Michelangelo.

Il percorso prosegue nel caveau Leonardo, con la sezione A tu per tu con Leonardo in cui sono esposti tredici disegni di Leonardo, il Codice sul volo degli uccelli e una selezione di 5 fogli di artisti vicini a Leonardo, dal suo maestro Andrea del Verrocchio agli allievi, che tramite l’esercizio del disegno si appropriavano del linguaggio espressivo di Leonardo.

La collezione di grafica della Biblioteca Reale conta oltre 2500 disegni, con un nucleo di 1585 fogli di antichi maestri italiani ed europei venduti nel 1840 al re Carlo Alberto da Giovanni Volpato, piemontese di Chieri, conoscitore e mercante d’arte vissuto tra Francia e Inghilterra. Fulcro del fortunato acquisto, in cui sono presenti anche fogli di Michelangelo, Rembrandt, Guercino, Canova, è il nucleo di autografi di Leonardo da Vinci, databili tra il 1480 e il 1515, che documentano l’attività e gli interessi del maestro dalla giovinezza alla piena maturità. Alcuni rimandano a celebri capolavori, come i nudi per la Battaglia d’Anghiari, i cavalli per i monumenti Sforza e Trivulzio, lo studio per l’angelo della Vergine delle Rocce, noto come Volto di fanciulla; altri, come le Proporzioni del volto e dell’occhio, testimoniano le sue ricerche sull’anatomia e sui “moti dell’animo”, di cui Leonardo è stato maestro indiscusso. Fino all’unicum, l’Autoritratto, una delle icone più celebri della storia dell’arte italiana. Infine, il Codice sul volo degli uccelli donato da Teodoro Sabachnikoff al re Umberto I nel 1893. Il taccuino, redatto tra il 1505 e il 1506, raccoglie in maniera organicale riflessioni di Leonardo per la realizzazione della macchina volante, oltre a pensieri in materia di meccanica, di idraulica, di architettura, di disegno di figura, intersecando questioni cruciali dei suoi studi.

Torino, Biblioteca Reale: Il genio e il suo tempo. A tu per tu con Leonardo – Allestimento della mostra

Dal 7 al 16 aprile, l’esperienza di visita, che si rinnova ogni anno in occasione delle feste pasquali, permette di ammirare le opere del genio di Vinci conservate a Torino. Dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19, le guide di CoopCulture accompagnano il pubblico alla scoperta della Biblioteca Reale e del suo grande patrimonio vinciano.

Dal 18 aprile al 9 luglio, il percorso continua grazie alle riproduzioni al vero dei disegni, frutto di un’accurata preparazione di ogni replica attraverso il confronto con gli originali e sulla base di approfondite conoscenze sui materiali acquisite con le indagini diagnostiche condotte negli ultimi anni con la collaborazione dell’Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro.

Al pari dei gabinetti di disegni dei grandi musei di tutto il mondo, i Musei Reali sono oggi in grado di proporre riproduzioni scientificamente corrette e di alta qualità, che consentono di rendere fruibile un patrimonio fragile per natura, come il disegno, preservandolo a beneficio delle generazioni future.

IL GENIO E IL SUO TEMPO
A TU PER TU CON LEONARDO

Torino, Biblioteca Reale (Piazza Castello, 191)
7 aprile – 9 luglio 2023

Orari: da martedì a domenica 9-19 (la biglietteria chiude alle ore 18).

Dal 7 al 16 aprile l’ingresso è consentito solo con visita guidata al costo di € 20 (ingresso gratuito per bambini da 0 a 6 anni, possessori di Abbonamento Musei, Torino + Piemonte Card e Royal Pass) per gruppi composti da massimo 25 visitatori ciascuno.

Dal 18 aprile al 9 luglio l’ingresso è consentito con visita libera al costo di € 13 o con biglietto integrato con il percorso dei Musei Reali al costo di € 20 (riduzioni e gratuità vigenti).

Aperture straordinarie: lunedì 10 e 24 aprile, lunedì 1 maggio e venerdì 2 giugno.

Il percorso della mostra è arricchito da contenuti audio di guida alla visita in italiano, inglese e francese, scaricabili gratuitamente tramite QR Code. Presso il Museum Shop dei Musei Reali e nel corner bookshop della Biblioteca Reale è disponibile la guida a stampa dell’esposizione, riccamente illustrata.


Sito internet: visita il sito

Prenotazioni
La prenotazione è vivamente consigliata:
E-mail: info.torino@coopculture.it
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Roma: LA__LINEA Arte Contemporanea presenta “Connessioni” con opere su carta dei due artisti Anna Di Fusco e Giovanni Mangiacapra

Anna Di Fusco, incisione e stampa su tetrapak 2023, cm 35×50.
Giovanni Mangiacapra- matie e acrilico su carta, 2023, cm 35x50JPG

Connessioni

Anna Di Fusco Giovanni Mangiacapra

a cura di Virginia Carbonelli 

Inaugurazione giovedì 20 aprile 2023, ore 18.00
Dal 20 aprile al 4 maggio 2023

Lunedì – venerdì – sabato  su appuntamento
Martedì – mercoledì – giovedì ore 16.30-19.30

Gli spazi de La Linea saranno allestiti con una serie di opere su carta di media dimensione che vedono come protagonisti Anna Di Fusco e Giovanni Mangiacapra, due artisti che hanno già collaborato con l’Associazione LA__LINEA in mostre e attività di stampa e incisione.

LA__LINEA Arte Contemporanea inaugura giovedì 20 aprile 2023 alle ore 18.00 Connessioni, una mostra duale di opere su carta che sancisce la collaborazione con Connessioni Aps, Associazione culturale con sede a Napoli che promuove artisti ed esposizioni nazionali ed internazionali. Gli spazi de La Linea saranno allestiti con una serie di opere su carta di media dimensione che vedono come protagonisti Anna Di Fusco e Giovanni Mangiacapra, due artisti che hanno già collaborato con l’Associazione LA__LINEA in mostre e attività di stampa e incisione.

Entrambi gli artisti si esprimono principalmente attraverso la materia pittorica e in questo progetto espositivo sono state selezionate opere su carta che prediligono in Anna Di Fusco la forma e nei lavori di Giovanni Mangiacapra il segno.

Anna Di Fusco per l’occasione ha eseguito delle stampe in bianco e nero su carta incidendo e lavorando il tetrapak senza mettere da parte la pittura, sua prescelta tecnica espressiva, che primeggia soprattutto nei monotipi esposti insieme alle incisioni. Le carte disegnate con graffi e segni dal gesto deciso e raffinato di Giovanni Mangiacapra si contrapporranno alla forma e alla geometria della Di Fusco, invitandoci ad entrare nei grovigli di “fili” colorati disegnati sulle opere dell’artista napoletano.


la__lineaartecontemporanea
Via di San Martino ai Monti, 46 – 00184, Roma
lalinea.arte@gmail.com
instagram: @lalineaartecontemporanea
T. 389/2729418

Il Museo Davia Bargellini di Bologna espone il dipinto restaurato di Lavinia Fontana “Giuditta con la testa di Oloferne” prima del prestito alla National Gallery of Ireland

Lavinia Fontana, Giuditta con la testa di Oloferne, 1600, olio su tela, cm 130 × 110
Bologna, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
A destra prima del restauro, a sinistra dopo il restauro.
Courtesy Laboratorio di Restauro Ottorino Nonfarmale S.r.l.

Lavinia Fontana
Giuditta con la testa di Oloferne

5 – 12 aprile 2023
Esposizione del dipinto restaurato in occasione del prestito per la mostra Lavinia Fontana: Trailblazer, Rule Breaker(National Gallery of Ireland, Dublino | 6 maggio – 27 agosto 2023)

Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Bologna
Strada Maggiore 44, Bologna

www.museibologna.it/arteantica

Restituito alla raffinatezza dei valori cromatici originari dopo un complesso e delicato restauro, il dipinto di Lavinia Fontana Giuditta con la testa di Oloferne torna ad essere visibile dal 5 al 12 aprile 2023 presso il Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini di Bologna, in anteprima alla grande mostra personale Lavinia Fontana: Trailblazer, Rule Breaker che la National Gallery of Ireland di Dublino dedicherà alla celebre artista bolognese dal 6 maggio al 27 agosto 2023.
Con questa esposizione, i Musei Civici d’Arte Antica | Settore Musei Civici Bologna intendono presentare al pubblico della città gli ottimi esiti ottenuti dall’intervento conservativo eseguito dal Laboratorio di Restauro Ottorino Nonfarmale S.r.l. e salutare l’opera prima che abbiano inizio la fasi funzionali al trasferimento verso l’Irlanda a partire dal 13 aprile.

La mostra Lavinia Fontana: Trailblazer, Rule Breaker
Tra i massimi rappresentanti della pittura tardo-manierista in Europa, Lavinia Fontana (Bologna, 1552 – Roma, 1614) è considerata da molti la prima donna artista a raggiungere il successo professionale al di fuori dei confini di una corte o di un convento. La pittrice fu la prima donna a gestire una propria bottega e la prima a dipingere pale d’altare pubbliche e nudi femminili. Mantenne una carriera attiva, dipingendo per molti mecenati illustri e assumendo al contempo il ruolo di moglie e madre. Esplorando la straordinaria vita di Fontana attraverso i suoi dipinti e disegni, la mostra Lavinia Fontana: Trailblazer, Rule Breaker,a cura di Aoife Brady, offrirà una visione del clima culturale che le permise di prosperare come artista donna dell’epoca. La mostra di Dublino sarà la prima monografica ad esaminare il lavoro di Fontana in oltre due decenni e la prima a concentrarsi sui suoi ritratti. Sarà riunita una selezione delle sue opere più apprezzate, provenienti da collezioni pubbliche e private internazionali, insieme al celebre La visita della regina di Saba a re Salomone, proveniente dalla collezione permanente del museo nazionale irlandese.
Comeimmagine guida per la comunicazione dell’esposizione la scelta è ricaduta proprio sul dipinto Giuditta con la testa di Oloferne del Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini. L’olio su tela, firmato e datato LAVINIA FONTANA DE ZAPPIS FECE 1600, appartiene alla maturità della pittrice, che affronta il soggetto biblico di ambientazione notturna con grande padronanza degli effetti luministici e con una sensibile attenzione alla resa analitica dei dettagli, di gusto fiammingo. Il volto dell’eroina, come quello della fantesca, paiono restituire tratti fisionomici peculiari, tanto da suggerire che possano identificarsi in due ritratti, come per altro accade in altri dipinti di analogo soggetto prodotti in area bolognese negli stessi anni (ad esempio da Agostino Carracci). Giuditta, vedova audace e pia, che osa sedurre il tiranno per ucciderlo e liberare così il proprio popolo, si presta infatti a fornire i sembianti per un travestimento in veste biblica, essendo modello di virtù femminile apprezzato nell’età di Controriforma, tanto da divenire tema fra i più ricorrenti nei quadri da stanza destinati agli interni dei palazzi nobiliari.

Scheda critica a cura di Vera Fortunati
Lavinia affronta con audace originalità anche soggetti mitologici e biblici di eroismo femminile per giungere al genere più ambito della pittura di historia. È il caso delle due Giuditte, tema iconografico che gode di grande fortuna nel clima religioso e politico dopo il Concilio di Trento: nel 1586 con grande successo Tommaso Garzoni pubblica Le vite delle donne illustri della Scrittura Sacra, dove Giuditta viene con enfasi rilanciata suggerendo diverse interpretazioni. Nel 1592 circa Lavinia dipinge per la famiglia Ratta (Urbini, 1994) la Giuditta e Oloferne (Bologna, Fondazione del Ritiro di San Pellegrino), dove non sceglie l’acme del tragico racconto, ma raffigura la bellissima, pia vedova di Betulia, stante con in mano la testa di Oloferne posata su un tavolo, mentre alle spalle si intravvede il corpo decapitato del generale. Il modello di confronto è il dipinto di analogo soggetto (Bologna, UniCredit), attribuito ad Agostino Carracci (Benati, 1999), ma del tutto innovativa è l’ambientazione notturna, a “lume di torcia” secondo l’espressione di Malvasia (1679): il raffinato sperimentalismo luministico di matrice veneta, bassanesca, mette in risalto i filamenti luminosi delle preziose vesti della protagonista, fino ad evidenziare sulla spada il grumo di sangue (Biancani, 2022). Sono gli anni in cui la pittrice è particolarmente attenta alla pittura di Jacopo Bassano, conosciuta su esemplari conservati nelle collezioni bolognesi, come si può vedere nella bellissima Natività della Vergine (Bologna, chiesa della Santissima Trinità). In questa versione nel volto di Giuditta, gli occhi rivolti al cielo, vive lo slancio mistico di chi ha agito affidandosi interamente alla volontà divina che l’ha ispirata e guidata. Per la studiosa Murphy (2003) si tratterebbe di un cripto-ritratto di Laerzia Rossi Ratta, moglie del defunto Carlo Ratta, madre di Lorenzo erede di Monsignore Dionisio Ratta.
Sul finire degli anni ’90 la Giuditta e Oloferne del Museo Davia Bargellini si distanzia sia per una rilettura alternativa del testo sacro sia in seguito al recente restauro per una più matura assimilazione della pittura veneta, in direzione di Paolo Veronese, secondo un’ipotesi verisimile di un viaggio della pittrice a Venezia. Ma procediamo con ordine. L’avvenente eroina avanza verso lo spettatore, mostrando orgogliosa la testa del tiranno: è consapevole di aver salvato il suo popolo con il tragico gesto. È già la femme forte secondo l’immagine classica e biblica che sarà in auge nella letteratura femminista del Seicento europeo. Il restauro ha evidenziato l’eccezionale resa dei superbi accordi cromatici, debitori di una luce e di un colore non solo carracceschi ma anche veneti e la fresca vitalità di un lume otticamente meditato che fa risaltare la consistenza delle sete, dei veli, dei broccati e la lucentezza delle perle bianche, alcune fanno ombra, e la fastosa preziosità dei gioielli. Si segnala soprattutto il grande pendaglio, emblematico esempio dell’alta qualità dell’oreficeria presente a Bologna, con l’immagine del pavone, simbolo di generosità e lealtà d’animo (Cantaro, 1989; Urbini, 1994). Da notare anche la cesta con il panno bianco rimboccato, sorretta dalla giovane ancella Abra, compagna d’avventura: sembra già un brano di una natura morta. Anche se la firma e la data sono state ridipinte, questo capolavoro, a mio parere, è da collocare alla fine del Cinquecento, perché la protagonista, di una bellezza neoveronesiana, è simile ad alcune dame della corte della regina di Saba nel grande dipinto Visita della regina di Saba a Salomone (cm 256 x 325) di Dublino, National Gallery, originariamente nella collezione bolognese della famiglia dei conti Berò (Chiodini, 1999): la stessa liquida stesura cromatica esalta la profusione di ricami, di cascate di damasco e di velluti, di trine, come la lucentezza dei gioielli e delle pietre preziose.
Questi eccezionali risultati si ritrovano nell’ultima attività a Roma dove la pittrice si reca nel 1604. Vicina alla bionda Giuditta del Museo Davia Bargellini è anche la Samaritana nel dipinto Cristo e la Samaritana di Napoli, Museo di Capodimonte, firmato e datato 1607: le accomuna la stessa raffinata descrizione degli abiti e delle ricercate acconciature dei capelli, del tutto femminili, perché frutto di chi conosce per personale esperienza le sottili arti della seduzione.
Ma forse la vera erede della Giuditta Bargellini è la Minerva ignuda (collezione privata), celebrata nel poemetto di Ottaviano Rabasco (1605) con dedica a Marco Sittrico Altemps IV, futuro arcivescovo di Salisburgo (Tosini, 2019) e grande amico del cardinale Scipione Borghese: è la Minerva Pacifera, una iconografia in voga alla corte di Rodolfo II a Praga, è la dea nuda che governa le arti di pace dopo essersi spogliata del peplo, dell’elmo e della corazza.
Entrambe sono accomunate da un repertorio di sottili invenzioni erotiche (vedi i ricami dorati del velo trasparente…) che rimandano ai maliziosi prototipi dell’Ecole de Fontainebleau e della scuola rudolfina, ma soprattutto in entrambe il corpo della donna diviene per la prima volta campo espressivo di specifici, femminili stati d’animo, volti alla seduzione, esibiti senza compiacimento retorico ma con spontanea, istintiva naturalezza.
Per la Giuditta Bargellini alcuni studiosi, senza riferimento ad alcun documento di archivio, avanzano l’ipotesi che sia il ritratto di Costanza Bianchetti, la vedova di Galeazzo Bargellini.

Lavinia Fontana, Giuditta con la testa di Oloferne, 1600, olio su tela, cm 130 × 110
Bologna, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Particolare di pulitura
Courtesy Laboratorio di Restauro Ottorino Nonfarmale S.r.l.

Il restauro conservativo
L’opera in generale presentava uno stato conservativo mediocre, restituendo una visione generale molto cupa, attenuata nelle tonalità e offuscata anche da depositi superficiali che riducevano notevolmente le qualità stilistiche e pittoriche della grande pittrice. Si è ritenuto che tale situazione conservativa sia stata dettata e abbia coinciso anche con le modifiche dimensionali subite dall’opera.
L’intervento di restauro, eseguito dal Laboratorio di Restauro Ottorino Nonfarmale S.r.l. sotto la direzione tecnica di Giovanni Giannelli, è stato finalizzato al recupero di quei dettagli figurativi molto raffinati, quel colorismo, a quelle luci e tonalità accese e vivaci che contraddistinguono l’artista bolognese.
Eseguite le verifiche sul retro e riscontrata la funzionalità del telaio di supporto ma in particolare della tela di rifodero e rinforzo si è proceduto con l’analisi sul fronte del dipinto.

L’analisi attenta e articolata per il conseguimento del recupero cromatico originale, è iniziata con i consueti test di prova per individuare la corretta metodologia da applicare. Le operazioni di pulitura sono risultate molto complesse e delicate in quanto per rimuovere in sicurezza i vari strati di vernice sovrapposte si è reso necessario procedere con piccoli tamponi. Ultimata la fase di pulitura della superficie pittorica sono state verificate attentamente le stuccature presenti a integrazione di lacune materiche e realizzate a spessore con gesso di Bologna e colla di coniglio. Riscontrata la perfetta adesione al supporto, la compattezza e verificata la stabilità, si è ritenuto opportuno il mantenimento delle stesse e integrarle per riottenere i giusti livelli e riprodurre con specilli in acciaio le crettature che caratterizzano la superficie. Applicata a pennello vernice mastice diluita in essenza di trementina su tutta la superficie pittorica si è proceduto con la fase di integrazione pittorica delle lacune. Preliminarmente con integrazione delle zone perimetrali con tonalità adeguate e rifinite in continuità con i piani le forme corrispondenti. Le lacune sulla superficie pittorica originale sono state integrate a carattere mimetico per poter ottenere una visione di insieme uniforme e un equilibrio formale finalizzato alla massima valorizzazione dell’opera di elevatissima qualità.
L’imponente cornice presenta condizioni conservative buone e quindi è stata sottoposta a un intervento di manutenzione straordinaria con una pulitura per la rimozione superficiale del deposito polveroso parzialmente aggregato. Le piccole lacune e fessurazioni sono state colmate con gessatura preparatoria per l’integrazione eseguita con oro zecchino. L’attuale cornice è il frutto di un assemblaggio di tre elementi di diversa fattura: la cimasa superiore e la cassetta applicata dal retro, con una semplice chiodatura negli angoli alla cornice più antica e raffinata che circonda il dipinto. Questo intervento con molta probabilità coincide con uno dei restauri a cui è stata sottoposta l’opera in oggetto, con l’intento di dare maggiore sontuosità al dipinto.
Una particolarità riscontrata durante il restauro è stato il rinvenimento di un’ulteriore firma, immediatamente sotto a quella già presente. L’iscrizione è particolarmente abrasa ma leggibile in LAV FON. Con molta probabilità si tratta di quella originale, in quanto l’altra LAVINIA FONTANA DE ZAPPIS FECE 1600 appare molto incerta e grossolana. Questa deduzione si può riscontrare ingrandendone le dimensioni reali. Si potrà notare con chiarezza il tratto realizzativo molto incerto rispetto a quella rinvenuta durante il restauro che diversamente appare realizzata con molta cura e perizia. La scelta adottata in accordo con la direzione dei lavori di mantenerle entrambe risulta coerente in tema di conservazione, in quanto l’una ormai storicizzata, l’altra riportata alla luce in una visione di ritrovamento e motivo di studio e di riscontro su altre opere della pittrice che verranno sottoposte a interventi diagnostici o interventi di restauro.
L’opera ora restituisce quei dettagli raffinatissimi che si possono cogliere nel velo che scende sulle spalle dal capo, nei gioielli e nell’abito che indossa Giuditta. Il fondale non più cupo, ma luminoso e vibrato, le due figure, la mano destra con la spada e la sinistra con la testa di Oloferne ci riconsegna quella profondità e prospettiva scenica creata da Lavinia Fontana.

Lavinia Fontana, Giuditta con la testa di Oloferne, 1600, olio su tela, cm 130 × 110
Bologna, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Particolare della firma dopo il restauro
Courtesy Laboratorio di Restauro Ottorino Nonfarmale S.r.l.

Bologna città delle donne artiste
Dal Medioevo al Novecento il ruolo femminile a Bologna è significativo sia nel campo delle arti figurative che in quelli della letteratura e delle scienze, anche per la specificità del contesto storico cittadino dove la presenza dello Studium precocemente è promotrice di valori alti femminili nella cultura. Bologna può essere considerata a tutti gli effetti la città delle donne artiste: Properzia de’ Rossi (Bologna, 1490 circa – Bologna, 1530), Lavinia Fontana (Bologna, 1552 – Roma, 1614), Ginevra Cantofoli (Bologna, 1618 – Bologna, 1672), Elisabetta Sirani (Bologna, 1638 – Bologna, 1665), Anna Morandi Manzolini (Bologna, 1714 – Bologna, 1774) e Clarice Vasini (Bologna, 1732 – Bologna, 1823) sono tra le più celebri protagoniste della storia dell’arte, tutte vissute nel capoluogo emiliano.
Nelle collezioni permanenti dei Musei Civici d’Arte Antica si conservano importanti testimonianze del fenomeno della donna artista: dallo Stemma della famiglia Grassi di Properzia de’ Rossi al Museo Civico Medievale al Ritratto di Gonfaloniere di Artemisia Gentileschi, a Giuditta con la testa di Oloferne di Lavinia Fontana del Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini. Nel museo situato nel Palazzo Bargellini sono inoltre conservati il piccolo gruppo in terracotta con la Madonna con il Bambino e Santi di Clarice Vasini, nominata Accademica Clementina ad honorem nel 1770, l’opera Fanciulla con pecorella (Sant’Agnese?), riferita su base stilistica alla mano di Ginevra Cantofoli, pittrice attiva nella bottega della celebre Elisabetta Sirani, la cui identità artistica è recentemente riemersa grazie agli studi critici, e alcuni lavori di ricamo e cucito provenienti dal Conservatorio delle Putte di Santa Marta, dove le orfane ospiti dell’istituto di assistenza hanno elaborato veri e propri capolavori d’arte, in genere destinati a committenti privati. Tra questi, merita di essere menzionato per l’altissimo valore artistico il piccolo quadretto del XVII secolo con il Miracolo di San Benedetto, realizzato in filo di seta policroma ricamata a punto piatto, che rientra nel capitolo della fortuna figurativa riservata, fra Sei e Settecento, al celebre affresco col Miracolo di San Benedetto realizzato da Ludovico Carracci nel Chiostro del Monastero di San Michele in Bosco, purtroppo andato perduto.


SCHEDA TECNICA

Esposizione
Lavinia Fontana
Giuditta con la testa di Oloferne

Periodo
5 – 12 aprile 2023

Sede
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44, Bologna

Orari di apertura
Martedì, mercoledì, giovedì ore 10-15
Venerdì ore 14-18
Sabato, domenica, festivi ore 10-18.30
Chiuso lunedì non festivi

Ingresso
gratuito

Informazioni
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44 | 40125 Bologna
Tel. +39 051 236708
museiarteantica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/arteantica
Facebook: Musei Civici d’Arte Antica
Instagram: @museiarteanticabologna
TiKTok: @museiarteanticabologna
Twitter: @MuseiCiviciBolo

Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
Instagram: @bolognamusei

Ufficio Stampa Settore Musei Civici Bologna
Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it

Venezia, Spazio SV: SINFONIE – Personale di Bianca BEGHIN

Bianca Beghin, LONGING Desiderio nostalgico, 2metrix3, tecnica mista, 2021

SINFONIE
Personale di BIANCA BEGHIN

02-04 / 11- 04-2023

Centro Espositivo SpazioSV  – Scoletta San Zaccaria

Campo San Zaccaria, 30122 VENEZIA

Sabato 01 aprile 2023 è stata inaugurata la  personale “Sinfonie” di Bianca Beghin, esposizione che permetterà di mettere in luce personalità e aspetti del pensiero intimo e creativo dell’artista e sarà visitabile fino all’11 Aprile. 

Dal saggio critico di Lucia Spolverini: “Gli alberi sono come noi: “radici per terra e testa verso il cielo”. Oltre a permettere la vita, ne sono anche la perfetta “metafora”, il respiro dell’anima che rimanda all’esistere. Sono l’essenza dell’essere umano, che il mondo vegetale incarna straordinariamente, come lo sa incarnare l’artista Bianca Beghin. Il tratto poetico del suo colore diviene segno che muta da una rappresentazione del reale, per dare spazio a giochi informali in cui l’artista sembra far convergere emozioni travolgenti e calme interiori. Colori che richiamano l’attaccamento alla terra, alla vita, da far supporre che l’artista auspichi una riconciliazione ed una “sinfonia” ancor più profonda tra uomo e natura. Colori che sembrano spicchi di terra, di alberi, ritagli di natura a cui aggrapparsi, a cui conferire luci e linguaggi diversi. Le sue Sinfonie pittoriche sono intrise di poesia e melodie cromatiche. Il cardine della sua arte è “il vero” visibile agli occhi ma comprensibile nella sua profondità ed interezza solo con l’ausilio dei sentimenti che risiedono nei suoi dipinti descritti da cromie, gesti e espressioni accompagnate dal fascino di un silenzio musicale. Ogni tocco pittorico racchiude un simbolico silenzio, in cui l’uomo riscopre se stesso, ritrovando quel dettaglio nascosto che è il “quid” della propria esistenza nel mondo, e l’arte di Bianca Beghin ne è l’ausilio fittissimo per l’anima. Sinfonie, poesia e pittura rimandano
alla sua arte narrante, in cui ognuno può ravvisare un proprio e intimo dettaglio.”

Bianca Beghin, ABBANDONARSI, 100×80 tecnica mista, 2020

Note sul percorso dell’Artista

Il Veneto e la sua “policromia” morfologica fanno da culla a Bianca Beghin: quel suolo, così unico, sembra intrecciare un giaciglio naturale, che la predispone, indi, sin dalla tenera età, a percepire un legame simbiotico con la Natura, mater genera et magistra vitae. Essa stessa depone, tra le sue mani, un intuitivo talento, che sboccia, allora, sulle tele, durante l’adolescenza. In concomitanza agli studi classici, che la vedono conseguire una laurea in lettere, affronta, nel tempo, studi, con maestri di nota fama, tra cui si distinguono Andreas Kramer, col quale approfondisce la personalità del colore, e Vittorio Bustaffa, pittore e illustratore padovano. Le tecniche, così, si raffinano, evolvendo in interessanti composizioni estetiche: gesto e colore, ivi, si uniscono, maturando una cifra distintiva unica. Il lato fisico si perde, quando il colore, tra le mani dell’artista, si eleva a virtuosismi tonali, la cui sinergia, con la forza segnica, evoca stati poco emozionali, che coinvolgono l’osservatore, laddove la pittura è esperienza trascendentale. Il suo temperamento artistico trova, immediatamente, consensi, e da parte della critica e da parte del pubblico, dapprima in Italia e, poi, all’estero; numerose le performance d’arte collettive, che la vedono esperirsi, tra la penisola, la Germania, l’Austria, la Spagna e gli Stati Uniti. Attualmente, vive e lavora a Selvazzano Dentro, in provincia di Padova (Maria Marchese)


INFORMAZIONI

Vernissage: Sabato 01 aprile 2023, ore 17:00
Presentazione: Lucia Spolverini, Critica d’Arte

Apertura al pubblico: 02.04.2023 fino a 11.04.2023

Giorni: da Martedì a Domenica
Orari: Mattino 10:30-12:30 / Pomeriggio 16:00-19:00

CENTRO ESPOSITIVO “SPAZIO SV” – Scoletta San Zaccaria
CAMPO SAN ZACCARIA, 30122 VENEZIA
INGRESSO MOSTRA GRATUITO

CONTATTI
Christian Palazzo 
info@spaziosv.com 

Messina, FORO G gallery: GENERAZIONE A – Sul filo della memoria la mostra di Ilaria Rosselli del Turco e Chiara Smedile, a cura di Mariateresa Zagone e Roberta Guarnera

Due delle opere in mostra presso FORO G gallery
realizzate da Ilaria Rosselli del Turco (a sinistra) e Chiara Smedile (a destra)

Una doppia mostra personale dedicata alle vincitrici dell’open call “Segnalibro d’Artista” ,  “GENERAZIONE A” di Ilaria Rosselli Del Turco e Chiara Smedile. La mostra, curata da Mariateresa Zagone e Roberta Guarnera, si terrà nei locali di FORO G gallery giorno 15 aprile dalle ore 18:00.

Sabato 15 aprile, presso la FORO G Gallery di Messina (Ganzirri), alle ore 18:00 avrà luogo l’opening della mostra GENERAZIONE A, bipersonale delle vincitrici dell’open Call “Segnalibro d’Artista” a cura di Mariateresa Zagone e Roberta Guarnera con testo critico di Mariateresa Zagone.

GENERAZIONE A è la mostra meno fortemente curatoriale proposta in questi due anni dalla FORO G Gallery in quanto frutto di una Open Call le cui due vincitrici, mai conosciutesi e appartenenti a differenti generazioni, hanno personalità diverse con altrettanto differenti approcci e linguaggi. Due artiste le cui produzioni sono intrecciate in sottili trame, tra oggetti di uso comune e fotografie d’archivio; due viaggiatrici cui se ne accompagna una terza che le tiene per mano, una bellissima titanide, un archetipo potente: Mnemosine.

Il filo conduttore è quello della memoria, elemento comune della ricerca di entrambe, intesa come guscio accogliente che preserva i valori fondamentali della vita individuale e collettiva, una funzione che si assolve con tutto l’essere. Possiamo raggruppare i lavori delle due artiste in questa macroarea ma, volendoli intelligere, potremmo individuare il leitmotiv di Ilaria Rosselli del Turco nel ricordo, nella memoria quello di Chiara Smedile. La prima artista, genovese di origini ma vivente a Londra, presenta una serie di mezzetinte in cui si dispiegano piccoli oggetti di uso comune; la seconda, comasca, un archivio fotografico della Messina bombardata durante la seconda Guerra mondiale in cui il filo ricuce e ricrea i frammenti di pietre e di intonaci.

La mostra sarà visitabile fino a sabato 29 aprile. ° Si prega di seguire on line gli orari di visita


FORO G gallery
foroggallery.com
Via Lago Grande 43B 98165 Ganzirri (ME)

Instagram: @forog.gallery

Capitale italiana della Cultura 2025: Agrigento è la città vincitrice

Agrigento è la Capitale Italiana della Cultura 2025, con la seguente motivazione: Agrigento assume come centro del proprio dossier di candidatura la relazione fra l’individuo, il prossimo e la natura, coinvolgendo l’isola di Lampedusa e i comuni della provincia e ponendo come fulcro il tema dell’accoglienza e della mobilità. Il progetto risponde in modo organico all’obiettivo di presentare a un pubblico vasto un programma di grande interesse a livello territoriale, ma anche nazionale e internazionale. Il ricco patrimonio culturale del territorio è il volano con cui si valorizza la variegata offerta culturale proposta in un’ottica di innovazione, promozione e, di conseguenza, di un successivo sviluppo socio-economico, che trova ispirazione nei concept tecnologici più moderni. Il coinvolgimento attivo delle giovani generazioni potrà promuovere la cultura come caposaldo della crescita individuale e comunitaria. La Giuria, pertanto, raccomanda la città di Agrigento per il titolo di Capitale italiana della cultura per l’anno 2025.

Agrigento è la Capitale italiana della Cultura 2025.

A proclamarla è stato il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, nel corso della cerimonia che si è svolta oggi a Roma, nella Sala Spadolini del Ministero, alla presenza della giuria presieduta da Davide Maria Desario e composta da Salvatore AdducePaolo AstiLuca BruneseMaria Luisa CatoniLuisa PiacentiniIsabella Valente, e dei rappresentanti delle dieci città finaliste: Agrigento, Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant’Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia). In collegamento anche i sindaci delle città di Bergamo e Brescia, Capitali della cultura in carica, di Pesaro, città a cui passeranno il titolo il prossimo anno e di Gorizia, Capitale europea della cultura 2025 insieme a Nova Gorica. 

La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, potrà mettere in mostra, per il periodo di un anno, i propri caratteri originali e i fattori che ne determinano lo sviluppo culturale, inteso come motore di crescita dell’intera comunità. 

Queste le motivazioni della scelta della giuria, maturata al termine della procedura di selezione condotta in piena autonomia dai componenti: “Agrigento assume come centro del proprio dossier di candidatura la relazione fra l’individuo, il prossimo e la natura, coinvolgendo l’isola di Lampedusa e i comuni della provincia e ponendo come fulcro il tema dell’accoglienza e della mobilità. Il progetto risponde in modo organico all’obiettivo di presentare a un pubblico vasto un programma di grande interesse a livello territoriale, ma anche nazionale e internazionale. Il ricco patrimonio culturale del territorio è il volano con cui si valorizza la variegata offerta culturale proposta in un’ottica di innovazione, promozione e, di conseguenza, di un successivo sviluppo socio-economico, che trova ispirazione nei concept tecnologici più moderni. Il coinvolgimento attivo delle giovani generazioni potrà promuovere la cultura come caposaldo della crescita individuale e comunitaria. La Giuria, pertanto, raccomanda la città di Agrigento per il titolo di Capitale italiana della cultura per l’anno 2025”.

Essere la capitale italiana per un anno – ha dichiarato il Ministro – consente di accendere i riflettori sulle realtà territoriali. Una grande ricchezza dell’Italia, dovuta alla sua storia, è la pluralità dei luoghi che la caratterizza, ognuno portatore di ricchezza. L’Italia è una superpotenza culturale. Dobbiamo essere orgogliosi delle nostre città e dei nostri territori. L’Italia ha due grandi pilastri su cui puntare: da una parte l’impresa, dall’altra la cultura all’interno dei territori. Ognuno è uno scrigno di tesori”. 

Le 10 città con i loro progetti – ha detto il Presidente della giuria, Desario – hanno dimostrato capacità organizzativa, visione, ma non hanno voluto nascondere le loro fragilità, anzi le hanno messe al centro dei progetti facendole diventare punti di forza. Abbiamo visto e sentito professionalità, passione, convinzione: la qualità complessiva dei progetti si è innalzata sensibilmente, segno che l’iniziativa sta crescendo sempre di più. I progetti delle altre nove città non meritano di andare dispersi, anzi vanno sostenuti. Tutte insieme queste splendide città fanno la nostra nazione: vanno supportate, aiutate, ma soprattutto ascoltate“.

SINTESI DEL PROGETTO VINCITORE

“Il sé, l’altro e la natura. Relazioni e trasformazioni culturali” – Un progetto culturale tra Agrigento, Lampedusa e i Comuni del territorio, che esplora l’armonia e i conflitti tra i 4 elementi di Empedocle. 44 progetti di cui 17 internazionali per indagare le relazioni tra gli esseri umani in una prospettiva di pace con la natura. 

LA PROCEDURA DI SELEZIONE DEL 2025 – 15 le città che hanno presentato il dossier di candidatura al Ministero della cultura. Nello scorso mese di gennaio sono stati resi noti i nomi delle dieci città finaliste. Le singole delegazioni hanno successivamente presentato alla Giuria i progetti elaborati per ciascuna nel corso di audizioni pubbliche, che si sono svolte il 27 e 28 marzo scorsi nella sala del Refettorio di Palazzo Venezia a Roma. 

LE FINALISTE: CANTIERE CITTA’ SECONDA EDIZIONE

Anche in questa edizione di “Capitale italiana della cultura” per l’anno 2025, verrà avviata l’iniziativa “Cantiere città”, dedicata a tutte le città finaliste: un progetto di formazione ed empowerment per consolidare le idee e le competenze delle amministrazioni finaliste. Con questa iniziativa il Ministero della cultura risponde all’esigenza, manifestata dalle stesse città, di non disperdere il loro capitale progettuale. Il Segretariato Generale del Ministero con la Direzione generale Educazione ricerca e istituti culturali e in collaborazione con la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali intendono valorizzare i progetti, di alta qualità, con cui le città hanno partecipato: partendo da quelli, con un percorso di capacity building dedicato, verrà offerto alle finaliste di tutto il territorio nazionale una preziosa occasione di consolidamento delle capacità progettuali,  favorendo la nascita di nuove reti e l’individuazione di soluzioni che ne favoriscano la sostenibilità. Si conferma, con questo progetto, quanto cruciale sia il ruolo della formazione per la crescita del settore culturale e per lo sviluppo sociale ed economico delle città. 

LA STORIA DEL TITOLO CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA

Istituto nel 2014 e di durata annuale, il riconoscimento di Capitale italiana della cultura è stato fin qui detenuto nel 2015 dalle città di Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena – che hanno condiviso l’esperienza nell’edizione d’esordio che ha attribuito il titolo alle finaliste del titolo di capitale europea della cultura vinto da Matera per il 2019. Successivamente è stato attribuito a Mantova (2016), Pistoia (2017), Palermo (2018) e Parma per il 2020, poi esteso anche al 2021 a causa dell’emergenza sanitaria. Per il 2023 Bergamo e Brescia condividono il titolo di Capitali italiane della cultura, una scelta voluta dal parlamento a favore dei territori duramente colpiti dalla prima fase emergenziale della pandemia per Covid-19; nel 2024 toccherà alla già designata Pesaro.  


Ufficio Stampa e Comunicazione Mic

ENIT a Pasqua vacanze più lunghe e in arrivo 142 mila stranieri e oltre 35mila americani

ENIT: A PASQUA VACANZE PIU’ LUNGHE
E IN ARRIVO 141 MILA STRANIERI E OLTRE 35MILA AMERICANI.
ECCO LE DESTINAZIONI

4 Aprile 2023

Saranno almeno sette le notti dei visitatori stranieri che giungono in Italia per la settimana della Pasqua. Le prenotazioni aeree internazionali verso l’Italia sono a quota 141 mila dal 9 al 15 aprile 2023, con un aumento del 29% sul periodo analogo del 2022 (dal 17 al 23 aprile). Tornano anche gli americani: secondo ENIT su dati Forwardkeys al momento, le prenotazioni degli statunitensi sono pari a 35.750 e segnano una crescita del +50% circa rispetto all’anno scorso rappresentando il 25,4% sul totale estero.

Sul podio delle città preferite oltre la Capitale e Milano ci sono Venezia, Napoli, Firenze e Bologna. Previsti a Roma oltre 64 mila arrivi aeroportuali internazionali (+47% sul 2022), il 45,4% del totale. Segue Milano con circa 27 mila prenotazioni (il 19,1%) ed un aumento del +72,2%, il più alto rispetto alle altre destinazioni.

Si sceglie il viaggio in economy a cui è riconducibile l’84% del volume totale e di prenotare direttamente presso la compagnia aerea (54,7% del totale). Si viaggia prettamente in coppia: il 41,8% delle prenotazioni aeroportuali internazionali è attribuibile a 2 passeggeri.
Nel confronto con i principali competitor l’Italia esce a testa alta, con i soli volumi spagnoli leggermente più elevati del Bel Paese: circa 186 mila prenotazioni aeree dall’estero, 45 mila in più rispetto all’Italia. Verso la Francia le prenotazioni internazionali sono 129 mila, ma con un incremento leggermente più alto (+33,2% vs. Italia +29%, Spagna +18,7%). Per la Grecia si contano circa 55 mila prenotazioni estere (+4,9%), abbastanza in linea con il risultato dell’anno scorso.

“L’Italia si conferma tra le mete europee preferite per le vacanze pasquali, siamo secondi solo alla Spagna. L’amore verso la nostra Nazione non è più solo locale, i dati ci dicono che oltre 35 mila prenotazioni vengono dagli Stati Uniti, uno dei target più importanti per il turismo italiano in termini di spesa. Questa è la dimostrazione che stiamo lavorando bene ma che dobbiamo e possiamo fare ancora di più anche perché la vera sfida è destagionalizzare per avere turismo tutto l’anno. Ed è su questo che lavoreremo nei prossimi mesi.”  commenta il Ministro del Turismo Daniela Santanchè 

“L’Italia è quanto mai carica di nuove energie imprenditoriali e attrattive e questo polarizza l’attenzione e l’interesse del mercato turistico nazionale e internazionale. Un bel feedback dell’operato di promozione dell’incoming messo a punto da Enit che valorizza e fa conoscere l’Italia nei principali hub e appuntamenti mondiali” dichiara Ivana Jelinic presidente e ceo Enit.


ENIT – AGENZIA NAZIONALE TURISMO ITALIANO
enit.it

Francesca Cicatelli – resp ufficio stampa Enit –
francesca.cicatelli@enit.it

Direzione Esecutiva
Comunicazione e Ufficio Stampa
VIA MARGHERA 2 – ROMA

TEFAF New York annuncia le gallerie che esporranno a maggio al Park Avenue Armory

IL TEFAF DI NEW YORK TORNA AL PARK AVENUE ARMORY A MAGGIO

La fiera annuncia le 91 gallerie leader a livello mondiale che presentano arte moderna e contemporanea, gioielli, antiquariato e design da tutto il mondo

Please visit 
www.tefaf.com

TEFAF NEW YORK 2023

New York City, Park Avenue Armory

12–16 Maggio 2023

TEFAF New York è lieta di tornare a maggio nella storica Park Avenue Armory. Provenienti da tutto il mondo, 91 prestigiose gallerie parteciperanno alla manifestazione, presentando alcuni dei più bei oggetti di arte moderna e contemporanea, gioielli, antiquariato e design. TEFAF New York sarà visitabile dal 12 al 16 maggio 2023, con una Preview riservata ai collezionisti l’11 maggio 2023.

“È meraviglioso tornare al Park Avenue Armory e far parte dell’incredibile scena artistica di New York”, ha dichiarato Bart Drenth, Global Managing Director. “Ogni anno è unico, ed è emozionante lavorare con una schiera di galleristi di tal livello nel presentare oggetti di qualità museale e portare avanti l’eredità di TEFAF: condividere opere per ispirare gli amanti dell’arte di tutto il mondo”.

TEFAF New York offre spazi elegantemente curati all’interno delle sale d’epoca dell’Armory, oltre all’imponente Wade Thompson Drill Hall di 15.000 metri quadrati. La fiera offre un’entusiasmante programma culturale con voci di spicco del mondo dell’arte internazionale e un’edizione concomitante di TEFAF Online con una selezione dei capolavori esposti dal vero.

“Siamo lieti di continuare a sostenere il TEFAF di New York anche quest’anno”, ha dichiarato Drew Watson, responsabile dei servizi per l’arte di Bank of America. “In qualità di partner e collaboratore di lunga data, condividiamo l’impegno di TEFAF nei confronti della vivace comunità culturale di New York”. Bank of America Private Bank and Merrill, con la sua lunga storia e il suo impegno a favore della comunità artistica, offre a collezionisti e istituzioni una serie di servizi artistici, tra cui il prestito d’arte, la cessione d’arte, la pianificazione artistica e le soluzioni filantropiche.

Il programma 2023 comprende 78 gallerie che ritornano e 13 nuove gallerie che espongono quest’anno. Questo prestigioso gruppo di gallerie rappresenta 13 Paesi e porta a New York una straordinaria selezione di opere.

Lista complete delle gallerie partecipanti a TEFAF New York 2023

Adrian Sassoon (United Kingdom)
Almine Rech (United States)
Anthony Meier Fine Arts (United States)
Applicat-Prazan (France)
Ariadne (United States)
Axel Vervoordt (Belgium)
Beck & Eggeling International Fine Art (Germany)
Ben Brown Fine Arts (United Kingdom)
Bernard Goldberg Fine Arts, LLC (United States)
Boghossian (Switzerland)
Cardi Gallery (United Kingdom)
Carpenters Workshop Gallery (United Kingdom)
Charles Ede (United Kingdom)
Dansk Møbelkunst (Denmark)
David Tunick, Inc. (United States)
David Zwirner (United States)
Demisch Danant (United States)
Di Donna Galleries (United States)
Didier BV (United Kingdom)
Donald Ellis Gallery (United States)
Edward Tyler Nahem (United States)
Eykyn Maclean (United States)
FD Gallery (United States)
Fergus McCaffrey (United States)
Friedman Benda (United States)
Gagosian (United States)
Galeria Nara Roesler (Brazil)
Galerie Chantal Crousel (France)
Galerie Chastel-Maréchal (France)
Galerie Chenel (France)
Galerie Georges-Philippe & Nathalie Vallois (France)
Galerie Gisela Capitain (Germany)
Galerie kreo (France)
Galerie Lefebvre (France)
Galerie Maria Wettergren (France)
Galerie Max Hetzler (Germany)
Galerie Mitterrand (France)
Galerie Nathalie Obadia (France)
Galerie Patrick Seguin (France)
Galleria Continua (Italy)
Galleria d’Arte Maggiore g.a.m. (Italy)
Gallery Hyundai (South Korea)
Gana Art (South Korea)
Geoffrey Diner (United States)
Gladstone Gallery (United States)
Hazlitt Holland-Hibbert (United Kingdom)
Hemmerle (Germany)
Hostler Burrows (United States)
Jacksons (Sweden)
kamel mennour (France)
Karma (United States)
Laffanour / Galerie Downtown (France)
Landau Fine Art (Canada)
Leon Tovar Gallery (United States)
LGDR (United States)
Lisson Gallery (United Kingdom)
Luhring Augustine (United States)
Marcelpoil (France)
Massimo DeCarlo (Italy)
Mayoral (Spain)
Mazzoleni (United Kingdom)
Mignoni (United States)
Mnuchin Gallery (United States)
Modernity Stockholm (Sweden)
Offer Waterman (United Kingdom)
Otto Jakob (Germany)
Pace Gallery (United States)
Perrotin (France)
Peter Freeman, Inc. (United States)
Petzel Gallery (United States)
PKM Gallery (South Korea)
R & Company (United States)
Richard Green (United Kingdom)
Richard Nagy Ltd. (United Kingdom)
Yves Macaux (Belgium)
Robilant+Voena (United Kingdom)
Sean Kelly (United States)
Skarstedt (United States)
Templon (France)
Thaddaeus Ropac (United Kingdom)
The Mayor Gallery (United Kingdom)
Thomas Gibson Fine Art (United Kingdom)
Tina Kim Gallery (United States)
Tornabuoni Arte (Italy)
Vallois (France)
Van de Weghe (United States)
Vedovi Gallery (Belgium)
W&K-Wienerroither & Kohlbacher (Austria)
Waddington Custot (United Kingdom)
White Cube (United Kingdom)
Yares Art (United States)
 
In grassetto le nuove gallerie a TEFAF New York


BANK OF AMERICA

Bank of America è una delle istituzioni finanziarie leader a livello mondiale, al servizio dei singoli consumatori, delle piccole e medie imprese e delle grandi aziende con una gamma completa di prodotti e servizi bancari, di investimento, di gestione patrimoniale e di altri prodotti e servizi finanziari e di gestione del rischio. L’azienda offre una convenienza senza pari negli Stati Uniti, servendo circa 67 milioni di clienti e piccole imprese con circa 3.900 centri finanziari al dettaglio, circa 16.000 sportelli bancomat e una pluripremiata banca digitale con circa 56 milioni di utenti digitali verificati. Bank of America è leader mondiale nella gestione patrimoniale, nel corporate e investment banking e nel trading in un’ampia gamma di asset class, al servizio di aziende, governi, istituzioni e privati in tutto il mondo. Bank of America offre un supporto leader del settore a circa 3 milioni di piccole imprese attraverso una serie di prodotti e servizi online innovativi e di facile utilizzo. L’azienda serve i clienti attraverso operazioni negli Stati Uniti, nei suoi territori e in circa 35 Paesi. Le azioni di Bank of America Corporation (NYSE: BAC) sono quotate alla Borsa di New York.

TEFAF

TEFAF è una fondazione no profit che sostiene l’esperienza e la varietà della comunità globale dell’arte, come dimostrano gli espositori selezionati per le sue due Fiere annuali di Maastricht e New York. TEFAF si pone come guida esperta per i collezionisti privati e istituzionali del mercato globale dell’arte, ispirando appassionati e collezionisti di tutto il mondo.
TEFAF Maastricht si è tenuto al MECC Maastricht dall’11 al 19 marzo 2023. Il 9 e 10 marzo solo su invito.
Il TEFAF di New York si terrà al Park Avenue Armory dal 12 al 16 maggio 2023. L’11 maggio solo su invito.

TEFAF MAASTRICHT

TEFAF Maastricht è ampiamente riconosciuta come la fiera d’arte, antiquariato e design più importante del mondo. Con oltre 280 espositori di spicco provenienti da più di 20 nazioni, TEFAF Maastricht è la vetrina delle opere d’arte più prestigiose disponibili ogni anno sul mercato. Oltre alle sezioni tradizionali come dipinti degli Antichi Maestri, antichità e opere classiche, che interessano circa metà della Fiera, propone ai visitatori anche arte moderna e contemporanea, fotografia, gioielleria, design del XX secolo e opere su carta.

TEFAF NEW YORK

TEFAF New York è stata fondata all’inizio del 2016, originariamente come due fiere d’arte annuali a New York entrambe allestite presso il Park Avenue Armory ovvero: TEFAF New York Fall e TEFAF New York Spring. Oggi, TEFAF New York è un’unica fiera annuale che presenta arte moderna e contemporanea, gioielli, antiquariato e design, con circa 90 espositori di spicco provenienti da tutto il mondo. Tom Postma Design, studio famoso per soluzioni innovative ideate per importanti musei, gallerie e fiere d’arte, ha sviluppato un allestimento che interagisce con gli spazi spettacolari dell’edificio storico dando loro un aspetto più leggero e contemporaneo. Gli stand degli espositori si estenderanno su tutto l’edificio simbolo dell’Armory, comprendendo la Wade Thompson Drill Hall, il primo e secondo piano con le sale d’epoca dell’Armory, dando vita ad una fiera elegante nei dettagli e di impatto senza precedenti a New York.

Il Vetting

TEFAF si distingue per l’accuratezza dei suoi controlli e per l’impegno a mantenere uno standard di eccellenza. Uno dei principali pilastri del successo e dell’eredità di TEFAF è l’aver creato una situazione ottimale per i collezionisti per l’acquisto di opere d’arte di altissima qualità.

Per ulteriori informazioni sui rigorosi standard di selezione della TEFAF: TEFAF.com/about/vetting.      


PRESS CONTACTS
 
GLOBAL                                                       
Magda Grigorian, magda.grigorian@tefaf.com
 
BELGIUM / LUXEMBOURG – UPR AGENCY
Charlotte De Bruijn | Charlotte@UPRagency.com
 
FRANCE / MONACO / SWITZERLAND
Gaëlle de Bernède | contact@gbcom.media
 
GERMANY / AUSTRIA / SWITZERLAND
Britta Fischer | bfpr@brittafischer-pr.com
 
ITALY
Roberta Barbaro | roberta@studioesseci.net
 
THE NETHERLANDS
Noepy Testa | noepy@entesta.nl
Heidi Vandamme | info@bureauheidivandamme.nl
 
SPAIN
Julián Hernández Miranda | julian.hdez58@gmail.com
Héctor San José | hectorsanjose@live.com
 
UK
Cultural Communications | tefaf@culturalcomms.co.uk
 
USA
Sharp Think | tefaf@sharpthink.com
                       
LEAD SPONSOR TEFAF NEW YORK 

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Roma, Teatro Arciliuto: L’ARTISTA NON SARÀ PRESENTE di Erminio Tilesi – A cura di Francesca Perti

L’ARTISTA NON SARÀ PRESENTE 

di Erminio Tilesi
A cura di Francesca Perti

Inaugurazione 6 aprile 2023
ore 18.30

Teatro Arciliuto
Piazza Montevecchio 5 – Roma

Fino al 4 giugno 2023

Il giorno 6 aprile 2023 la Takeawaygallery presenta al Teatro Arciliuto, storico teatro di Roma dal 1967, la mostra personale di Erminio Tilesi, L’Artista non sarà presente, a cura di Francesca Perti. 
La Takeawaygallery, dopo essersi occupata negli ultimi anni di fotografia e grandi installazioni, torna alla pittura con la prima mostra inedita di Erminio Tilesi, scomparso nel 2013. 

Tilesi nasce ad Amatrice nel 1929, si trasferisce giovanissimo a Roma dove diventa allievo di Duilio Cambellotti, artista che si accostò inizialmente all’Art Nouveau per poi avvicinarsi al futurismo.

Tilesi è un artista libero, di una libertà inaudita, tanto da decidere di non esporre mai le sue opere. La sua è un’arte nascosta, un’azione intima ma, nello stesso tempo, Tilesi si estende oltre, si proietta nel cosmo con suoi mezzi. Semplicemente sente, percepisce, conosce: affina la propria sensibilità, acuisce la conoscenza, perfeziona la tecnica. Nelle opere troviamo tutte le sue passioni: la musica, il canto, i paesaggi che ama e frequenta: Positano e le montagne del Trentino, le sedie, tante sedie, che alludono alla vita come solitudine, ma, nella particolare rappresentazione di Tilesi, lasciano anche immaginare il calore della presenza umana appena svanita. La sedia diventa così un mezzo agile e leggero per sostare sul terreno della memoria. Sedie che invitano a riposarsi per un momento, ascoltando le storie di quelli che si sono riposati prima di noi. E poi bande di musici, scorci di luoghi amati, carretti solitari, anziane donne di paese vestite di nero, un magico bazar di souvenir della biografia personale dell’artista, un incontro ravvicinato con la memoria, la storia, il mito e soprattutto con sé stesso. 

Tilesi si muove come un funambolo tra materia e leggerezza, tra il colore usato come una pasta densa, il colore violento dell’impressionismo nordico e la leggerezza dell’acquarello. Un colore che vuole comunicare per vibrazioni sinestetiche, per istinto e sensualità, là dove intelligenza e sensualità, cultura e istinto convivono. È un artista silenzioso Tilesi che oggi, grazie a sua nipote Paola Morano, torna a parlare. Racconta Morano: “quando poteva amava sostare in una piazza qualsiasi e osservare la gente che passava. La sua gioia era guardare, guardare e dipingere.” Tilesi ci intrappola in un mondo che è al tempo stesso giocoso e malinconico. L’istante che fissa sulla tela diventa denso, immobile ed eterno e lascia a noi il compito di immaginare ogni azione che potrebbe accadere, un futuro che è già un rimpianto.


INFO

L’ARTISTA NON SARÀ PRESENTE
di Erminio Tilesi
A cura di Francesca Perti

Inaugurazione giovedì 6 aprile 2023 ore 18.30

Dal 6 aprile al 4 giugno 2023
Orari: da giovedì a domenica 18:30 alle 23.00
Su appuntamento : 06 6879410 / 3338568464
Ingresso Libero
Aperitivo e Drink

Teatro Arciliuto
Piazza Montevecchio 5 – Roma

Takeawaygallery Associazione Culturale
takeawaygallery@gmail.com
Contatti:
info@arciliuto.it
francescaromanaperti@gmail.com
takeawaygallery@gmail.com 


Ufficio Stampa
Roberta Melasecca – Melasecca PressOffice – Interno 14 next
roberta.melasecca@gmail.com
info@melaseccapressoffice.itinfo@interno14next.it
tel. 3494945612
www.melaseccapressoffice.itwww.interno14next.it

Giovedì Santo 6 aprile. Un vero Cenacolo

Giovedì Santo 6 aprile

Un vero Cenacolo.

Il 6 aprile il Cenacolo Vinciano aprirà programmaticamente a visitatori che non sono tra quelli abituali dei musei. Lo annuncia Emanuela Daffra, Direttrice regionale Musei Lombardia.
“La sera del giovedì Santo, anticipa, grazie alla sponsorizzazione di American Express supportata dal concessionario Verona83, la visita al capolavoro di Leonardo sarà possibile al costo simbolico di un euro e – a coronamento di un percorso con il Carcere di Opera – sarà destinata in prevalenza a chi, per le ragioni più diverse, difficilmente potrebbe accedervi. Tra loro un gruppo di detenuti del Carcere di Opera, con cui la Direzione regionale Musei Lombardia ha in atto un progetto dedicato, e i loro familiari; assistiti e operatori della Caritas Ambrosiana; abitanti delle periferie coinvolti nel progetto Cenacolo Live; cooperative e associazioni che si occupano di facilitazione, accoglienza e intercultura”.

Ad accogliere gli ospiti oltre a Emanuela Daffra ci saranno il direttore del Carcere di Opera, Silvio Di Gregorio, e la direttrice del Cenacolo, Silvia Zanzani.

La visita all’Ultima Cena di Leonardo, in collaborazione con la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, sarà accompagnata dalla musica del maestro Issei Watanabe. Suonerà un violoncello prodotto nel laboratorio di falegnameria del Carcere di Opera riutilizzando il legname dei barconi naufragati al largo delle coste di Lampedusa.

“La visita In Coena Domini che proponiamo in questa occasione dovrebbe diventare una costante, un momento speciale di riflessione da riproporre ogni Giovedì Santo, per sottolineare il valore davvero universale di questo dipinto, la profondità molteplice di significati che racchiude”, auspica la direttrice Daffra.

La serata si inserisce in una programmazione volta a favorire un accostamento non solo superficialmente turistico al capolavoro di Leonardo e rientra nel ciclo di diciassette aperture straordinarie che il Museo del Cenacolo Vinciano ha organizzato grazie alla sponsorizzazione di American Express, per offrire possibilità nuove di visita al capolavoro leonardesco.


Ufficio comunicazione
drm-lom.comunicazione@cultura.gov.it
www.museilombardia.cultura.gov.it
 
Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499
roberta@studioesseci.net, referente Roberta Barbaro