Per Pasquetta andavamo ad Èmmaus

Gite fuori porta il lunedì dell’Angelo

Per Pasquetta andavamo ad Èmmaus

La chiamiamo comunemente Pasquetta, perché è il giorno dopo la Pasqua, detta perciò anche piccola Pasqua. Quindi, come la Pasqua, neppure questa festa ha una data fissa, ma cade sempre tra il 23 marzo e il 26 aprile. Nei primi secoli cristiani, la Pasqua si celebrava per un’intera settimana dopo la domenica solenne, ma nella maggior parte dei Paesi in seguito è stata ridotta a un solo giorno. Di fisso la Pasquetta ha che cade sempre di lunedì. Tuttavia, la domanda più ricorrente è sapere quale sia il motivo questo lunedì sia diventato una festa solenne. La risposta è legata al suo significato liturgico.

Sappiamo bene che ogni evangelista segue una narrazione propria, ma in questo caso, tutti concordano che il terzo giorno Gesù Cristo sia risorto dal sepolcro. I Sacri testi, però, non sono in grado di descrivere l’evento miracoloso, ma possono testimoniare che la tomba era vuota quando un gruppo di donne giunse nel luogo della sepoltura con l’intento di completare l’imbalsamazione del cadavere di Gesù. Imbalsamazione sospesa il venerdì sera, inizio del sabato, sul calare del sole. Secondo il racconto del Vangelo di Marco, Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Maria di Salome, all’alba del giorno dopo il sabato, cioè la domenica mattina, trovarono che il macigno che avrebbe dovuto serrare la tomba era stato rimosso e il sepolcro si presentava del tutto vuoto. Ecco, però, che un angelo apparve alle tre donne e le rassicurò dicendo loro di non avere alcun timore, perché Gesù il Crocifisso era risorto esattamente come aveva predetto. Gesù, parlando di sé stesso, aveva detto: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme» (Luca). Poi l’angelo raccomandò alle donne di andare subito a riferirlo agli apostoli ed esse non mancarono di farlo.

La nostra festa del Lunedì dell’Angelo prende, quindi, il nome da questo episodio evangelico nel quale è annunciata la Resurrezione di Gesù Cristo. A seconda delle versioni non tutti i Vangeli concordano sul numero dei presenti all’apparizione dell’angelo e neppure fanno chiarezza se ad apparire sia stato un solo angelo o più di uno. Inoltre, tacciono del tutto sul perché le guardie non si fossero accorte di un evento sbalorditivo come la resurrezione di un morto. Infatti, su indicazione di Pilato, era stato ordinato da parte delle autorità locali che la tomba venisse «vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!» (Matteo).

Leggiamo lo stesso episodio davanti alla tomba vuota, secondo il Vangelo di Matteo: «Dopo il sabato, verso l’alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l’altra Maria andarono a vedere il sepolcro. Ed ecco si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra. Il suo aspetto era come di folgore e la sua veste bianca come neve. E, per lo spavento che ne ebbero, le guardie tremarono e rimasero come morte. Ma l’angelo si rivolse alle donne e disse: «Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva. E andate presto a dire ai suoi discepoli: “Egli è risuscitato dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, ve l’ho detto».

Salta all’occhio, però, che i testi Sacri fanno riferimento a «dopo il sabato, verso l’alba del primo giorno della settimana» (Matteo), quindi raccontano di fatti avvenuti nel giorno di domenica. Noi stiamo parlando, invece, di Lunedì dell’Angelo. Il suo annuncio avvenne nel “giorno dopo Pasqua”, che per noi è chiaramente lunedì. Ma questo non corrisponde con l’esattezza temporale narrata dai Vangeli, giacché la Pasqua ebraica si celebra di sabato e il giorno successivo non può che cadere di domenica, com’è espressamente scritto nei Vangeli. In compenso la nostra Pasqua si festeggia proprio di domenica, perché nei Vangeli è riportato che il sepolcro vuoto di Gesù Cristo fu scoperto il giorno successivo al sabato. Insomma, i testi cristiani, come quelli ebraici, seguono gli evangelisti quando chiamano la Pasqua anche Domenica della Resurrezione. Ma poi i cristiani inventano un lunedì di troppo quando narrano dell’apparizione dell’angelo che sarebbe avvenuta di lunedì anziché di domenica.

Per raccontare la Resurrezione, forse conviene cambiare prospettiva e ricorrere ad altre apparizioni, in tal caso da parte dello stesso Gesù. Tra queste apparizioni emerge l’episodio riferito a Maria di Magdala. Conviene per l’esattezza leggere direttamente il testo dell’evangelista Giovanni: «Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?”. Rispose loro: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto”. Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi, ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”. Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo”. Gesù le disse: “Maria!”. Ella si voltò e gli disse in ebraico: “Rabbunì!” – che significa: “Maestro!”… Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: “Ho visto il Signore!” e ciò che le aveva detto».

Tra le apparizioni potremmo citare quella agli undici apostoli oppure, come ulteriore esempio, l’apparizione all’incredulo Tommaso. Leggiamo in Giovanni: «Poi disse a Tommaso: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!”. Gli rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”».

Nondimeno, l’apparizione ai discepoli di Èmmaus può offrire una diversa prospettiva degli eventi e spiegare anche perché la tradizione popolare cristiana abbia legato al lunedì di Pasquetta le immancabili gite fuoriporta. Seguiamo il racconto. Due discepoli, fra i tanti che accompagnavano Gesù e che assistettero alla sua morte in croce, lasciarono Gerusalemme e si misero in cammino verso il proprio villaggio, che si chiamava Èmmaus, distante pochi chilometri da Gerusalemme. Lungo la strada vennero avvicinati da uno sconosciuto, che chiese loro di cosa stessero discutendo con tanta tristezza.

Leggiamo, a questo proposito, il racconto che ne fa l’evangelista Luca: «Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: “Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?”. Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: “Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?”. Domandò loro: ”Che cosa?”. Gli risposero: “Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto»

Scrive Luca: «Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: “Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto”». I discepoli invitarono l’uomo a fermarsi in una locanda e a cenare con loro. A tavola lo sconosciuto spezzò il pane, ripetendo immancabilmente il rito eucaristico dell’ultima cena, e in quel momento i due discepoli riconobbero in lui Gesù. «I loro occhi si aprirono» (Luca). Tuttavia non fecero in tempo a parlargli, perché egli scomparve davanti ai loro occhi. Nella sua lettera apostolica Mane nobiscum Domine, Giovanni Paolo II così commentava: «Il volto di Gesù scompare, e si fa strada quello del Maestro che sta con loro, nascosto nello spezzare del pane che apre gli occhi a riconoscerlo… Quando le menti sono illuminate ed i cuori sono ingentiliti, i segni iniziano a parlare».

Nella locanda Gesù Cristo si fece, dunque, riconoscere per dimostrare di essere veramente risorto, e poi scomparire per tornare dal Padre Suo. A Maria di Magdala aveva detto, infatti, di riferire a tutti: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. Esterrefatti, i due si rimisero in viaggio e tornarono immediatamente a Gerusalemme, dove giunsero la notte stessa e raccontarono agli altri discepoli, lì riuniti, la loro esperienza. Asserirono, convintamente, di avere incontrato Gesù di Nazareth risorto dalla morte.

Dal racconto si comprende facilmente, perciò, che l’andare fuori città perpetua il ricordo del percorso a piedi, fatto dai due discepoli uscendo da Gerusalemme per recarsi verso Èmmaus e poi fare ritorno di nuovo a Gerusalemme. Una scampagnata per pranzare (o cenare) in un bel pic-nic all’aria aperta è, dunque, un modo allegro e popolare di ricordare questo momento conviviale di fratellanza.

Buona Pasqua in Mostra! – Imperdibili opportunità offerte a chi, girovagando per l’Italia, cerca anche il piacere dell’arte

EXPERIENCES e
Studio ESSECI
Augurano a tutti
una Serena Pasqua

e propongono una piacevole “Pasqua in Mostra”.
Suggerendo alcune imperdibili opportunità a chi, girovagando per l’Italia, cerca anche il piacere di ammirare una bella mostra.

Con un piccolo consiglio: prima di raggiungere una mostra o un museo, controllate sui loro siti giorni di apertura e orari, perché la situazione è decisamente variegata.

Buona visita!

VENEZIA:

Venezia, Palazzo Ducale, Appartamento del Doge, sino al 18 giugno:
VITTORE CARPACCIO. Dipinti e disegni


Sono passati sessant’anni dall’ultima grande mostra italiana su Carpaccio. Sarà quindi una vera emozione poter ammirare in Palazzo Ducale un nucleo così importante di opere del grande maestro del Rinascimento veneziano. Le sue opere, forse più di quelle di altri artisti i del tempo, rappresentano l’essenza della “venezianità”, ossia lo spettacolo sfarzoso e la mitologia della Repubblica Serenissima, in quel momento all’apogeo economico e culturale.

Venezia, Ca’ Pesaro- Galleria Internazionale d’Arte Moderna, sino al 10 aprile:
ILEANA RUGGERI. Riverberi


Il focus della mostra è riservato alle opere donate da Ileana Ruggeri al Comune di Venezia per le collezioni di Ca’ Pesaro. Inserite in un’esposizione omaggio alla produzione dell’artista veneziana. Le atmosfere dei riflessi della laguna e le infinite sfumature del colore che caratterizzano la qualità artistica di Ruggeri emergono attraverso una raffinata selezione di opere su carta, dove si esprime lo sguardo interiore, poetico e onirico, dell’artista.

Venezia, Museo di Palazzo Mocenigo Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo, sino al 20 agosto:
TRAMALOGIE. Donazione Anna Moro – Lin


Sino al 20 agosto, il Museo di Palazzo Mocenigo – Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo, propone “Tramalogie. La Donazione di Anna Moro- Lin”, mostra a cura di Chiara Squarcina, promossa dal Comune di Venezia – Fondazione Musei Civici di Venezia, a poco più di due anni dalla scomparsa dell’artista. Lidense, ma ligure di origine, Anna Moro-Lin è stata tra i grandi protagonisti italiani della Fiber Art, l’Arte Tessile.

Venezia, Museo di Palazzo Mocenigo, sino al 26 novembre:
MATTHIAS SCHALLER. Tessuto urbano. In collaborazione con Sonnabend Gallery, New York


Matthias Schaller, traendo spunto da un merletto del Seicento della Collezione del Museo di Burano, racconta uno dei più antichi e prestigiosi “saper fare” veneziani e le molteplici relazioni, passate e presenti, che legano quest’arte alla città lagunare. Lo ha fatto attraverso 7 immagini che metaforicamente vogliono proporre un’immagine topografica della città lagunare, aggiungendo così una nuova rappresentazione urbana alla tradizione iconografica della città.

Venezia, Museo di Palazzo Grimani, sino la 4 giugno:
INGE MORATH. Fotografare da Venezia in poi


È stato l’amore, semplicemente l’amore, a condurre nel novembre del 1951 Inge Morat e Lionel Burch, neo sposi, a Venezia. E sono stati il maltempo in Laguna e Robert Capa, a far diventare lei, che con la fotografia non aveva dimestichezza, la prima donna fotografa dell’Agenzia Magnum. La mostra propone i due celebri reportage che la fotografa austriaca realizzò in Laguna, nel ’51, appunto, e 4 anni dopo, quando tornò a Venezia per illustrare un reportage della mitica Mary McCarthy.

TREVISO:

Treviso, al Museo Luigi Bailo, sino al 30 luglio:
ARTURO MARTINI. I capolavori


Arturo Martini sta al ‘900, come Canova all’800, Tiepolo al ‘700 o Tiziano e Palladio al ‘500, uno dei grandi del firmamento dell’arte. Nel 75° anniversario dalla morte, Il Museo Bailo di Treviso ospita la più grande mostra su Martini mai realizzata, un evento che raduna grandi capolavori in marmo, bronzo, terracotta, quelle per dirla alla Martini “che pesano tonnellate e sembrano leggere come una piuma”. Non manca il Martini più inedito, quello della grafica, della maiolica, e della pittura. Insomma un evento straordinario per conoscere a fondo la portata rivoluzionaria dell’arte di uno dei massimi protagonisti dell’arte europea.

CONEGLIANO (Treviso):

Conegliano, Palazzo Sarcinelli sino all’11 giugno:
VIVIAN MAIER. Shadows and Mirrors


93 autoritratti: una lunga, intensa e talvolta giocosa seduta di autoanalisi della celebre tata-fotografa. Documenti di una ricerca incessante di trovare un senso e una definizione del proprio essere. Anche in questa mostra la Maier trasporta i visitatori per le strade di New York e Chicago, dove i continui giochi di ombre e riflessi mostrano la presenza-assenza dell’artista che, con i suoi autoritratti, cerca di mettersi in relazione con il mondo circostante.

PADOVA:

Padova, Centro Culturale Altinate San Gaetano. Sino al 4 giugno:
FRIDA KAHLO e DIEGO RIVERA


Frida Kahlo e Diego Rivera: una delle più travolgenti storie d’amore e di passione dell’intera storia dell’arte. A Padova, una grande mostra racconta i due artisti messicani, assurti a miti a livello planetario. Unica tappa italiana di uno storico tour mondiale. È una esposizione corale, quella che viene proposta al San Gaetano. Accanto alla grande pittura (ben 23 le opere di Frida Kahlo e 9 quelle di Diego Rivera), a essere proposta, e non a caso, è anche la fotografia. Con le firme di grandi interpreti.

VICENZA:

Vicenza, Palladio Museum, sino al 9 luglio:
RAFFAELLO. Nato architetto


Tutto il mondo conosce Raffaelo pittore. Non altrettanto la sua influenza nel campo dell’architettura. Insieme a Palladio, Raffaello è uno dei più influenti architetti del Rinascimento. È Raffaello a definire lo status teorico e pratico del disegno architettonico, con cui si sono progettati gli edifici per i cinque secoli successivi, fino alla rivoluzione del disegno al computer. La mostra proposta dal Palladio Museum riunisce per la prima volta le testimonianze originali di questo aspetto tutt’altro che secondario della produzione di Raffaello.

ROVIGO:

Rovigo, Palazzo Roverella, sino al 25 giugno:
RENOIR. L’alba di un nuovo classicismo


L’Impressionismo, che pur lo aveva affascinato, comincia a non convincerlo più. E per trovare nuove strade, l’allora quarantenne Pierre Auguste Renoir decide di guardare indietro, alla grande arte italiana. Nel 1881 inizia un suo personale Grand Tour, per studiare – così come aveva da poco fatto il collega Ingres – i maestri del Rinascimento. E per la sua pittura fu una rivoluzione. A raccontarla, una grande mostra che non ha precedenti in Italia.

Rovigo, Palazzo Roncale, sino al 25 giugno:
VIRGILIO MILANI e l’Arte del ‘900 in Polesine


È una mostra corale quella dedicata a Virgilio Milani, il più importante scultore rodigino del Novecento. Accanto a lui, ad essere raccontati sono artisti come Mario Cavaglieri, Leone Minassian, Edoardo Chendi sino a Paolo Gioli, insieme alla figura del critico Giuseppe Marchiori. A delineare un viaggio nell’arte ma anche nella storia e nelle storie dal primo dopoguerra agli anni Ottanta del Novecento polesano.

BASSANO DEL GRAPPA (Vicenza)

Bassano del Grappa (Vi), Museo Civico, sino al 10 settembre:
I BASSANO. Storia di una famiglia di pittori


Nessun pannello storico artistico, nessuna didascalia che vada oltre l’essenzialità, solo le meravigliose creazioni dei Bassano e l’intenso filo del racconto di Melania Mazzucco della vita dei Dal Ponte, poi noti al mondo appunto come “i Bassano”, protagonisti indiscussi della pittura del Rinascimento veneto. Per vivere la dinastia dei Bassano attraverso più di 40 loro capolavori, oltre a oggetti e documenti preziosi, sull’onda emotiva delle parole della scrittrice.

GORIZIA:

Gorizia, Palazzo Attems Petzenstein, sino al 27 agosto:
ITALIA CINQUANTA. Moda e design. Nascita di uno stile


Il mito dell’Italian Style prese corpo 70 anni fa, negli anni ’50, quando l’Italia, fresca delle ferite della Guerra, scelse di aggredire il futuro. Questa grande esposizione rilegge quel momento storico alla luce di due specifiche componenti: la moda ed il design, comprendendo in quest’ultimo anche la tradizione delle arti applicate, punto di forza della produzione italiana, più artigianale in epoche passate. A latere un terzo “fattore”, il cinema, che di quell’Italian Style fu un potentissimo mezzo di amplificazione planetaria.

GRADISCA D’ISONZO (Gorizia):

Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Galleria Regionale d’arte Contemporanea Luigi Spazzapan, sino al 30 aprile:
SOTTSASS/SPAZZAPAN


“Sottsass/Spazzapan” è una di quelle occasioni realmente da non perdersi per tutti coloro che studiano o semplicemente apprezzano i due maestri, diversissimi per origine, formazione, destino. Eppure strettamente vincolati da un fondamentale momento di tangenza. Avvenuto a Torino tra il pittore friulano, già nel pieno della sua attività, e il giovanissimo Sottsass, appena giunto dal Trentino. Un incontro che l’allievo più volte riconobbe essere stato per lui fondamentale.

BOLOGNA:

Bologna, Museo Civico Archeologico, sino al primo maggio:
I PITTORI DI POMPEI


Una mostra per scoprire da vicino le figure dei pictores, ovvero gli artisti e gli artigiani che realizzarono gli apparati decorativi nelle case di Pompei, Ercolano e dell’area vesuviana. L’importantissimo patrimonio di immagini che questi autori ci hanno lasciato – splendidi affreschi dai colori ancora vivaci, spesso di grandi dimensioni – restituisce infatti il riflesso dei gusti e i valori di una committenza variegata e ci consente di comprendere meglio i meccanismi sottesi al sistema di produzione delle botteghe.

FERRARA:

Ferrara, Palazzo dei Diamanti, sino al 19 giugno:
RINASCIMENTO A FERRARA. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa


Palazzo dei Diamanti, a conclusione di un complesso intervento di restauro e riqualificazione, riapre i battenti con una grandiosa esposizione dedicata a due grandi maestri ferraresi del Rinascimento: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa. Le oltre cento opere esposte, provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, offrono al pubblico un’occasione unica, e forse irripetibile, per scoprire (o riscoprire) l’arte di due dei maggiori protagonisti del Rinascimento italiano.

MAMIANO DI TRAVERSETOLO (PARMA)

Mamiano di Traversetolo (Pr), Fondazione Magnani-Rocca, sino al 2 luglio:
FELICE CASORATI. Il concerto della pittura


La mostra ripercorre l’intero arco della pittura di Felice Casorati, iscrivendone il percorso entro la storia dell’arte del Novecento. Ricostruisce l’itinerario dell’artista, dagli anni d’esordio alla maturità, con oltre sessanta opere – molti i capolavori assoluti – provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private. La Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma) prosegue così nell’approfondimento dei protagonisti della pittura italiana del secolo scorso.

Mamiano di Traversetolo (Pr), Fondazione Magnani-Rocca, sino al 2 luglio:
FELLINI. Cinema è sogno


Nel trentennale della morte di Federico Fellini, la mostra focus allestita dalla Fondazione Magnani-Rocca intende omaggiare il celeberrimo regista nella dimora che ebbe come ospite Nino Rota, autore delle più celebri colonne sonore dei suoi film, quali quelle per 8½, Giulietta degli spiriti, Satyricon, Roma, Amarcord, Il Casanova. L’esposizione presenta sontuosi costumi, appartenenti allo CSAC di Parma, realizzati per i film e indossati da celebri attori come Marcello Mastroianni e Donald Sutherland, le locandine dei film stessi, vere pietre miliari della storia del cinema e della grafica, oltre a sorprendenti disegni del regista e a rare fotografie d’epoca.

COLORNO (Parma):

Colorno, nella Reggia, sino al 10 aprile:
UGO NESPOLO. Wandering about New York


Ugo Nespolo, pittore e artista, esploratore di ogni mezzo espressivo, presenta alla Reggia le fotografie da lui scattate a New York nel corso degli anni ottanta e novanta con una piccola Leica. I graffiti che cominciano ad apparire sui muri, le vetrine dei negozi, gli interni delle gallerie e dei musei (immagini che poi transiteranno nei suoi dipinti). Le fotografie di Nespolo esposte nella Reggia di Colorno documentano quegli anni mitici a New York e, la scelta dei soggetti e delle inquadrature da lui compiuta all’epoca aiutano a comprendere alcune radici della stessa sua attività di pittore.

Colorno: Reggia, sino al 10 aprile:
NINO MIGLIORI. L’arte di ritrarre gli artisti. Ritratti di artisti di un maestro della fotografia italiana.


Si possono ammirare 86 opere inedite di Nino Migliori, quasi tutte ritratti di artisti da lui frequentati, realizzate tra gli anni cinquanta ed oggi, che consentono di ripercorrere, attraverso le diverse tecniche adottate, le ricerche e le esplorazioni del mezzo fotografico condotte nel corso di oltre settant’anni di attività. Davanti alle fotografie di Nino Migliori occorre ricordare che con lui nulla deve essere dato per scontato: la macchina fotografica, la pellicola (e ora il supporto digitale), le carte su cui vengono stampate le immagini non sono asservite a una funzione prestabilita, ma essa può sempre essere ridefinita ed esplorata in nuove direzioni.

CASALE MONFERRATO (Alessandria):

Casale Monferrato, nelle sale del Secondo piano del Castello sino all’11 giugno
Middle MonFest 2023. MARIA VITTORIA BACKHAUS. I MIEI RACCONTI DI FOTOGRAFIA OLTRE LA MODA


Per l’anno d’intermezzo della Biennale di Fotografia di Casale Monferrato, il Comune di Casale e il Direttore artistico Mariateresa Cerretelli annunciano la prima stagione del Middle MonFest con una grande esposizione dedicata alla brillante personalità creativa di Maria Vittoria Backhaus, dai suoi esordi negli Anni Settanta al contemporaneo. Le immagini rispecchiano interpretazioni nuove e controcorrente realizzate per la Moda, il Design e la Ritrattistica, con una fantasmagorica produzione di Still life e di Costruzioni artistiche che esprimono la versatilità di una grande protagonista italiana della fotografia.

VERCELLI:

Vercelli, Arca ed ex Chiesa di San Vittore, sino al 21 maggio:
GIACOMO MANZÙ. “La scultura è un raggio di luna”


La mostra riunisce oltre trenta sculture di Giacomo Manzù, alcune monumentali, che spaziano dagli anni Quaranta sino al 1990, un anno prima della sua scomparsa, evidenziando l’attualità di un grande Maestro dell’arte plastica seguendo le differenti tematiche che ne caratterizzano la poetica.

CREMONA:

Cremona, Padiglione Andrea Amati del Museo del Violino, sino al 21 maggio:
PICTURA TACITUM POEMA. Miti e paesaggi dipinti nelle domus di Cremona


È una mostra di storie, oltre che di Grande Storia, come quelle splendidamente raccontate sui muri delle ricche residenze cremonesi, dilaniate dalla violenza della battaglia e annerite dagli incendi. Testimoniate da migliaia e migliaia di frammenti riemersi, un ventennio fa, dal sottosuolo. Frammenti recuperati, restaurati e riconnessi, messi in dialogo con reperti eccezionali provenienti da tutta Italia.

VIGEVANO (Pavia):

Vigevano, Museo Archeologico Nazionale della Lomellina, sino al 4 dicembre:
LA COLLEZIONE STRADA Quasi 30 secoli di storia in oltre 260 reperti


La più antica delle Scuderie del Castello Sforzesco di Vigevano accoglie l’esposizione completa della collezione Strada, recentemente acquisita dal Ministero della Cultura e da questo affidata al Museo archeologico nazionale della Lomellina. Sono 260 i reperti che vanno dalla preistoria all’età rinascimentale, con particolare riguardo all’età della romanizzazione della Lomellina (II – I secolo a.C.) e alla prima epoca imperiale (I – II secolo d.C.). Raccolti da Antonio Strada e, prima della acquisizione pubblica, custoditi nel Castello di Scaldasole, dimora di famiglia.

TEGLIO (Sondrio):

Teglio (So), Palazzo Besta, sino al 10 aprile
CARLO V, DAGLI UFFIZI A PALAZZO BESTA A TEGLIO


A Palazzo Besta, a Teglio, il grande Ritratto dell’Imperatore Carlo V, attribuito a Tiziano e alla sua bottega, patrimonio della Galleria degli Uffizi, è posto a confronto con il ritratto dello stesso imperatore affrescato nel Salone d’Onore del Palazzo. Il primo appare uomo cupo, in assetto da battaglia. Il secondo è raffigurato in veste di pacificatore, sereno nella sua piena funzione regale. Le due facce del potere insomma.

NUORO:

Nuoro, Museo MAN. Sino al 25 giugno:
ODESSA STEPS. La Scalinata Potëmkin fra cinema e architettura


Il Museo MAN di Nuoro ospita una mostra inedita dedicata alla storia e al mito della scalinata di Odessa, rinominata dalla cultura popolare la “Scalinata Potëmkin” in seguito alla fortuna del celeberrimo film di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, La corazzata Potëmkin del 1925. Il progetto originario della scala, monumentale cerniera di congiunzione fra il mare e la città, fu siglato, negli anni trenta dell’Ottocento, dall’architetto Francesco Carlo Boffo che diede alla città la sua fisionomia moderna. Partendo da Boffo e passando per Ėjzenštejn, la mostra racconta il fascino che Odessa ha esercitato nel ‘900 europeo.


Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
tel. 049663499
www.studioesseci.net
  1. Articolo pubblicato in data 08/04/2023 alle 18:40
  2. Articolo pubblicato in data 09/04/2023 alle 09:00
  3. Articolo pubblicato in data 10/04/2023 alle 14:00

Milano: BG ArtTalent apre la collezione alle opere di Patrizio Di Massimo e Alessandro Pessoli

Alessandro Pessoli, The Justice, 2021

Banca Generali per il quinto anno al fianco del Comune di Milano per ArtWeek 2023

BG ArtTalent apre la collezione alle opere di Patrizio Di Massimo e Alessandro Pessoli

Dall’11 al 16 aprile al via la nuova edizione della settimana dedicata all’arte moderna a Milano di cui BancaGenerali è main sponsor

BG ArTalent – progetto dedicato ai più interessanti artisti italiani – allarga la collezione a tre opere inedite che verranno esposte nella sede di Piazza S. Alessandro 4 a Milano.

Banca Generali al fianco dell’arte contemporanea nella promozione di Milano ArtWeek 2023 e nella crescita del progetto BG ArTalent dedicato agli artisti italiani più interessanti nel panorama mondiale. Per il quinto anno consecutivo la Banca private sarà main sponsor della kermesse in programma dall’11 al 16 aprile, organizzata dal Comune di Milano, rendendosi promotore di un’iniziativa particolarmente sentita e attesa dal pubblico: l’apertura gratuita per tutta la giornata di sabato 15 aprile del Museo del Novecento.

Inoltre l’ArtWeek sarà l’occasione per far conoscere le nuove acquisizioni della propria collezione racchiusa nel progetto BG ArTalent con la mostra nella sede di Piazza S. Alessandro 4.

“Siamo felici di tornare al fianco del Comune di Milano in quella che consideriamo una delle iniziative più importanti per la promozione dell’arte al grande pubblico nel nostro Paese. Milano ArtWeek è una straordinaria vetrina che anticipa MiArt portando lo sguardo non solo degli operatori ma di tutti gli appassionati d’arte sulla nostra città e per questo siamo onorati di supportarne la diffusione e la comunicazione” – dichiara Marco Bernardi, Vice Direttore Generale di Banca Generali, che aggiunge – “Da realtà vicina all’innovazione e allo scambio culturale nell’arte, la banca presenta la propria collezione, racchiusa nel progetto BG ArTalent, che oggi conta su opere originali molto interessanti di sette artisti riconosciuti a livello internazionale che contribuiscono a portare la bandiera del genio italiano nel mondo”.

Giunta alla sua settima edizione, la Milano ArtWeek 2023 si caratterizza per un fitto programma di mostre, retrospettive, installazioni e performance sia fisiche che digitali che coinvolgeranno l’intera città per una settimana.

Le nuove opere della collezione d’arte di Banca Generali
Le opere che entrano a far parte della collezione della Banca, esposte durante la settimana di ArtWeek nella sede di P.za S. Alessandro 4 (visite su prenotazione da martedì al venerdì dalle 8:30 alle 18.00 scrivendo a eventi@bancagenerali.it), sono state selezionate, in continuità con le precedenti edizioni del progetto Bg ArTalent, da Vincenzo De Bellis (Direttore, Fiere e piattaforme espositive Art Basel) e realizzate dagli artisti Patrizio Di Massimo e Alessandro Pessoli. Il primo vive a Londra da anni e rappresenta un nome sempre più riconosciuto a livello internazionale, complici le numerose mostre nel mondo. L’Autoritratto acquistato da Banca Generali vede l’artista assopito tra lenzuola di color verde in compagnia solo di un personaggio elettivo: appoggiato sulle coperte c’è infatti il libro “I paint what I want to see” del pittore statunitense Philip Guston”. Direttamente da Los Angeles provengono invece le opere di Alessandro Pessoli che rappresentano un dittico che fonda in sé cultura pop e immaginario contemporaneo con riferimenti alla storia dell’arte e alla tradizione italiana. Figure eccentriche che si rifanno al mondo della fantascienza, del fumetto, del cinema e del teatro.

BG ArTalent mira a supportare l’arte italiana e a valorizzare il talento nelle sue varie espressioni. In questo contesto si inserisce il recente acquisto delle opere di Pessoli e Di Massimo, esposte presso la sede di piazza Sant’Alessandro, insieme a quelle degli artisti selezionati nelle precedenti edizioni di BG ArTalent (Francesco Arena, Rosa Barba, Enrico David, Lara Favaretto e Linda Fregni Nagler).

Museo del Novecento – ingresso gratuito sabato 15 aprile.
Per avvicinare il grande pubblico ai capolavori dell’arte contemporanea italiana, Banca Generali e il Comune di Milano aprono in via straordinaria per il quinto anno consecutivo le porte del Museo del Novecento di Piazza del Duomo 8. Nella giornata di sabato 15 aprile, il biglietto sarà simbolicamente offerto dalla Banca del leone così da consentire a tutti l’ingresso gratuito agli spazi del più importante museo cittadino d’arte contemporanea. All’entrata del Museo, tutti i visitatori riceveranno in omaggio un leafleat sull’educazione finanziaria sviluppato da Banca Generali, nell’ambito dei propri programmi sociali.

E sempre sabato 15 aprile alle ore 10.30, il Museo ospiterà una tavola rotonda organizzata da Banca Generali, con la presenza di Vincenzo De Bellis, Gianfranco Maraniello (Direttore del Museo del Novecento) e Nicola Ricciardi (Direttore Artistico miart) sul tema “Il valore dell’arte”. L’incontro sarà moderato da Maria Ameli, Head of Corporate, Real Estate, Art Advisory della banca private.

Le iniziative di Banca Generali per Milano ArtWeek sono consultabili anche sul sito internet di Banca Generali e sui profili ufficiali di Banca Generali su Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn e YouTube.

Banca Generali
Banca Generali è una banca private leader in Italia nella pianificazione finanziaria e nella tutela patrimoniale dei clienti, forte di una rete di consulenti-private bankers ai vertici del settore per competenze e professionalità. La strategia della società si basa su quattro elementi chiave: la consulenza qualificata di professionisti specializzati nella protezione della ricchezza delle famiglie e nel supporto alla pianificazione del loro futuro; un portafoglio prodotti all’avanguardia con soluzioni su misura per le esigenze personali, servizi innovativi nel wealth management per la cura del patrimonio non solo finanziario, e strumenti innovativi che tramite la tecnologia valorizzano la relazione di fiducia tra consulente e cliente. La mission della banca evidenzia il ruolo di Persone di fiducia al fianco del cliente nel tempo per costruire e prendersi cura dei suoi progetti di vita. Quotata alla Borsa di Milano dal novembre del 2006 gestisce circa 83 miliardi di euro di masse (dati al 31 dicembre 2022) per conto di oltre 300 mila clienti. Presente in modo capillare sull’intero territorio nazionale dispone di 48 filiali bancarie e 171 uffici a disposizione degli oltre 2150 consulenti finanziari, e di un evoluto digital contact service per l’operatività. L’impegno a sostegno del mondo dell’arte è parte del dna di Banca Generali fin dalla sua nascita. La Banca promuove infatti mostre gratuite di artisti legati al territorio all’interno delle proprie sedi in tutta Italia con l’obiettivo di allargare i tradizionali canali di fruizione dell’arte e coinvolgere un pubblico sempre maggiore.

Patrizio Di Massimo, Autoritratto

Patrizio Di Massimo

Patrizio Di Massimo (Jesi, 1983) vive e lavora a Londra, dove si è diplomato alla Slade School of Art. Per il giovane artista di Jesi, la pittura è l’origine di ogni espressione dell’arte contemporanea. Ha esposto con mostre personali presso importanti gallerie e musei nazionali e internazionali, tra cui: Castello di Rivoli, Rivoli (2021); François Ghebaly, Los Angeles (2021); Palazzo Ducale, Urbino (2019); ChertLüdde, Berlino (2018); Rodolphe Janssen, Bruxelles (2017); NICC, Bruxelles (2016); Monteverdi, Toscana (2015); T293, Roma (2014); Kunsthalle Lissabon, Lisbona (2014); Gasworks, Londra (2013), Villa Medici, Roma (2012); Stedelijk Museum, Amsterdam (performance) (2012).

Alessandro Pessoli, Jung William Blake, 2021

Alessandro Pessoli

Alessandro Pessoli (1963, Cervia) vive e lavora a Los Angeles. In oltre trent’anni di lavoro ha creato un corpo di opere di grande rilievo a testimonianza di una radicata convinzione nelle possibilità della pittura e delle sue derive in altri mezzi espressivi. Ha esposto con mostre personali presso importanti istituzioni in Italia e all’estero, tra cui: Basilica of Sant’Eustorgio, Milan (2021); MAN, Nuoro (2016); Villa Paloma, NMNM, Monaco (2015-2016) San Francisco Museum of Modern Art (2012), Nottingham Contemporary, Nottingham, UK (2010), MACRO Museo d´Arte Contemporanea Roma (2009), Chisenhale Gallery, London (2005), The Drawing Center, New York, NY, USA (1997). Ha partecipato alla 3rd Thessaloniki Biennale of Contemporary Art, Thessaloniki, Grecia (2011) e alla 53rd Biennale d’arte di Venezia (2009).


Informazioni
BG ART TALENT | PATRIZIO DI MASSIMO e ALESSANDRO PESSOLI
Milano, Banca Generali Private (via S. Alessandro 4)
11 – 16 aprile 2023
Visite su prenotazione da martedì al venerdì dalle 8:30 alle 18.00 scrivendo a eventi@bancagenerali.it
www.bancagenerali.it
 
Ufficio stampa
Direttore Marketing
Michele Seghizzi
Tel. +39 02.6076.5683
michele.seghizzi@bancagenerali.it
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
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Tel. + 39 02 36755700
anna.defrancesco@clp1968.it

Roma, Von Buren Contemporary: Mitografie – Lorenzo Bruschini – Vernissage 20 aprile 2023

Lorenzo Bruschini, Evocazione, 2023
Tecnica mista su tela incollato su tavola 24 x 18 cm

Von Buren Contemporary presenta

MITOGRAFIE
mostra personale di
Lorenzo Bruschini

Vernissage
Giovedì 20 aprile 2023
dalle 18:00 alle 21:00

Testo critico: Marta Spanò
Lettura di poesie di Maura Del Serra: Daniela Cavallini

Presentazione della cartella Mitografie con la poetessa Maura Del Serra

Editore: De Luca Editori d’Arte
Giovedì 4 maggio 2023
dalle 17:00 alle 21:00

La mostra resterà aperta fino al 9 maggio 2023

Von Buren Contemporary
Via Giulia 13, 00186 Roma

Von Buren Contemporary è lieta di presentare MITOGRAFIE, la mostra personale di Lorenzo Bruschini.
Mitografia significa la rappresentazione dei miti nell’arte – titolo doppiamente appropriato per questa mostra, in cui l’artista torna alla sua esplorazione del mondo della mitologia greca ma presenta anche una preziosa cartella dallo stesso titolo, che unisce una selezione dei suoi disegni a poesie della nota poetessa e drammaturga italiana Maura Del Serra.

L’arte di Bruschini continua a rimanere fresca, anche se ritorna più volte sugli stessi soggetti: creature, dei e dee preannunciati dalla mitologia classica; uccelli, animali e pesci mistici che convivono su un piano di parità con gli esseri umani, come nell’antica arte rupestre; la propria immagine, che ci guarda con aria innocente ma interrogativa; tutto amalgamato insieme, come in un sogno, per mezzo della sua tavolozza contenuta e minimalista. È questa instancabile spontaneità̀ che consente al lavoro di Bruschini di continuare a lanciare il suo incantesimo.

Lorenzo Bruschini, Il sogno, 2021
china su carta 21 x 15 cm

La mostra è composta di quadri nuovi di Bruschini, creati specificamente per Mitografie, e da opere provenienti dalla sua retrospettiva museale del 2021 al Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro, ora esposte per la prima volta a Roma. Inoltre ci sono i disegni, fra cui quelli scelti per la cartella realizzata insieme a Maura Del Serra e edita da De Luca Editori d’Arte. La raccolta, che consiste di sette poesie di Del Serra e sette disegni di Bruschini, è pubblicata in una edizione limitata, firmata e numerata, di 100 copie, e sarà formalmente presentata in galleria giovedì 4 maggio, presenti la poetessa e l’editore.

Lorenzo Bruschini è nato a Frascati nel 1974. Dopo aver frequentato come borsista la prestigiosa École Nationale Supérieure des Arts Décoratifs di Parigi, nel 2007 si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Le opere di Bruschini sono presenti in varie collezioni private e museali in Italia e all’estero, tra le quali quella del poeta francese Yves Bonnefoy, il Museo Civico di Taverna, la Fondazione Andrea Cefaly a Catanzaro, la Pinacoteca Civica di Jesi, e la Fondazione Mario Moderni a Roma.

Lorenzo Bruschini, L’uomo e il mare, 2010
china su carta 32.5 x 23 cm

Artista poliedrico, fondatore della Scuola d’Arte Les Oiseaux Noirs, i suoi lavori di elevata immaginazione coniugano la dimensione del sogno e del mito con una tavolozza elegante e minimale. Nel 2016 Bruschini tiene la sua personale negli spazi museali delle Scuderie Aldobrandini a Frascati. Lo stesso anno vince la selezione internazionale per il programma di residenza per artisti ArtAmari, che lo porta ad attraversare in un viaggio di ricerca la Grecia fino all’isola di Creta, dove realizza il libro d’artista Scendeva simile alla notte. Nel 2019 all’Accademia di Francia di Villa Medici a Roma, i disegni di Bruschini sono stati proiettati sulla facciata rinascimentale della villa in un progetto creato con lo scrittore franco-venezuelano Miguel Bonnefoy. Nel 2020 riceve il Premio di Operosità da parte del Fondo nazionale PSMSAD (Pittori Scultori Musicisti Scrittori e Autori Drammatici) e nel 2021, il Museo del Complesso Monumentale del San Giovanni a Catanzaro ha tenuto una retrospettiva del lavoro dell’artista.


Ufficio stampa
Alessandra Lenzi | alessandralenzi.press@gmail.com

Fiumefreddo Bruzio e San Lucido (Cosenza): Fiumefreddo Photo Festival diventa “Fotografia Calabria Festival”

Fotografia Calabria Festival I edizione allestimenti

Fiumefreddo Photo Festival diventa: Fotografia Calabria Festival

Il primo festival diffuso di fotografia in Calabria si rinnova e annuncia la sua nuova edizione

dal 21 luglio al 20 agosto

Fiumefreddo Bruzio & San Lucido (CS)

Fiumefreddo Photo Festival diventa Fotografia Calabria Festival, il primo festival diffuso di fotografia in Calabria, ideato e promosso dall’Associazione Culturale “Pensiero Paesaggio”, che torna dopo l’ottimo debutto dello scorso anno non solo con una identità visiva nuova, ma anche con un tassello in più alla sua mission: estendere la sua presenza sul territorio, coinvolgendo diversi comuni della regione e altri enti locali e nazionali.

Il festival avrà luogo dal 21 luglio al 20 agosto a Fiumefreddo Bruzio (già sede della I edizione del festival) e San Lucido, suggestivi borghi del basso Tirreno cosentino pronti ad accogliere mostre, eventi, talk e workshop dedicati alla fotografia. Un’esperienza emozionante per immergersi e scoprire l’autenticità e la bellezza del territorio calabrese attraverso un viaggio culturale unico nel suo genere.“Il cambiamento” è il tema di questa nuova edizione di Fotografia Calabria Festival. Un tema che non è solo legato naturalmente a questa edizione, ma che vuole mostrare il cambiamento come qualcosa che parte da ognuno di noi e che smuove emozioni e sguardi profondi, che sia ricercato e attuato con coraggio da un bambino, accolto e accettato con naturalezza da un anziano, che sia la conseguenza della tensione tra la scienza e il suo sfruttamento commerciale e causa di grandi e piccoli mutamenti del nostro tempo. Un tema che viene affrontato attraverso la fotografia non solo come mezzo d’espressione, ma essa stessa come linguaggio in continua trasformazione, sia nei contenuti che nella forma.  

I fotografi che saranno presenti in lineup raccontano in maniera fortemente diversificata, attraverso uno sguardo molto personale, la loro idea di cambiamento, permettendoci così di pensare a Fotografia Calabria Festival come un unico grande obiettivo attraverso cui osservare l’epoca contemporanea, le sue continue mutevolezze e trasformazioni e mettere in luce le diverse declinazioni di questo processo: interiori, politiche, mediatiche, generazionali, sessuali, storiche, sociali, artistiche e tanto altro ancora” – sottolinea Anna Catalano, fondatrice e direttrice del festival.

Fotografia Calabria Festival I edizione allestimenti

In mostra a Fotografia Calabria Festival ci saranno i lavori di fotografi internazionaliognuno di loro con un approccio diverso al tema del cambiamento. Dall’identità di genere, a cui tende la ricerca della fotografa argentina Gabo Caruso, da sempre impegnata con progetti legati ai diritti umani e alle diversità, che con “Cora’s Courage” racconta il viaggio di transizione di genere della piccola Cora, offrendo uno sguardo positivo su un’esperienza molto intima. Legato al tema di genere ma anche a quello della scienza è “The petunia carnage”, il progetto del fotografo austriaco Klaus Pichler, ospitato con il supporto del Forum Austriaco di Cultura, un lavoro che vuole far ragionare sulle conseguenze devastanti che gli interessi economici, le logiche di marketing e gli interventi di ingegneria genetica sulla natura possono avere sulla biodiversità.

Si concentra sui social media e sulle comunità invece il lavoro di Xiangyu Long, fotografo tibetano, che indaga la metamorfosi delle identità di gruppo nell’ambito della globalizzazione e dell’omologazione. Nel suo “TikTok in Kham” mostra la storia di un pastore tibetano di yak diventato famoso grazie a Tik Tok, la cui fama influenza e trasforma usi e abitudini di tutta la sua comunità. Di comunità, legata al tema della giovinezza, si occupa anche “Island Simmetries”, progetto della fotografa inglese Laura Pammack, che mostra i parallelismi tra giovani che vivono ai lati opposti del mondo, ricordandoci che la gioventù è universale e che crescere in comunità ristrette porta a tendenze, relazioni e comportamenti spesso prevedibili.

Il cambiamento climatico è al centro della collettiva di Climate Visuals, l’unico programma al mondo di fotografia sul cambiamento climatico basato su dati concreti, gestito da Climate Outreach, un team di scienziati sociali e specialisti della comunicazione, che lavora per ampliare e approfondire l’impegno del pubblico nei confronti del cambiamento climatico e che al Festiva sarà presente con “Ocean Visuals”, una nuova raccolta di immagini su oceani e coste, lanciata in occasione della COP27.

Ad approfondire il concetto di cambiamento legato al tema del corpo è la fotografa inglese Arianne Clément, che in “The art of aging” mostra il potenziale emotivo del corpo attraverso la scelta di fotografare le figure di anziani che con naturalezza posano davanti all’obiettivo, ispirando grazia e sensualità. Il territorio invece è al centro di “Far South” di Michele Martinelli, ambientato sugli altopiani della Sila.

Identità e comunità saranno i temi focali del progetto site-specific che verrà sviluppato dal collettivo Vaste Programmerealizzato appositamente su invito di Fotografia Calabria Festival. Il duo di artisti, nato nel 2017 da Giulia Vigna e Leonardo Magrelli, concentra la propria ricerca artistica prevalentemente negli ambiti della post-fotografia e dei nuovi media, e affronterà in questo caso il tema del cambiamento attraverso una più ampia riflessione sul concetto di identità, collettiva e del singolo. Cosa identifica la nostra identità personale all’interno di quella collettiva e come si forma la nostra identità collettiva in relazione a ciascun individuo?

A completare il programma anche una mostra ideata e realizzata da Archivio Luce – Cinecittà che porta, per la prima volta in assoluto, un suo progetto espositivo in Calabria: “Anni Interessanti”. Curata da Enrico Menduni, la mostra racconta gli anni tra il 1960 e il 1975. Anni di grandi cambiamenti sociali, economici e culturali che hanno segnato i decenni successivi fino ai giorni nostri. Un periodo che viene raccontato attraverso gli scatti delle agenzie fotografiche che quotidianamente venivano inviati ai giornali e ai settimanali popolari italiani per essere pubblicati oppure scartati.  
Altra novità importante a Fotografia Calabria Festival 2023 è la sponsorizzazione di Poste Italiane che ha scelto di sostenere il Festival perché crede che la cultura e l’arte siano strumenti essenziali per promuovere lo sviluppo e la crescita del territorio italiano. Il Festival rappresenta un’opportunità unica per scoprire la bellezza e l’autenticità della Calabria attraverso la fotografia, che è un linguaggio universale capace di comunicare emozioni e pensieri senza barriere linguistiche o culturali. Fotografia Calabria Festival quest’anno avrà anche il sostegno e il patrocinio dell’Università della Calabria, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, corso di studi in Media e Società Digitale.


CONTATTI
www.fotografiacalabriafestival.it
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UFFICIO STAMPA
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Ester Apa – Marcello Farno

Accadde in Versilia. Plinio Nomellini, Lorenzo Viani e Moses Levy in mostra a Forte dei Marmi

Accadde in Versilia
Il tempo di Plinio Nomellini, Lorenzo Viani, Moses Levy

Forte dei Marmi, Forte Lepoldo I
17 giugno – 5 novembre 2023

“Accadde in Versilia”, la mostra prodotta dalla Società di Belle Arti con il Comune di Forte dei Marmi e Fondazione Villa Bertelli, propone, al Forte Leopoldo I dal 17 giugno al 5 novembre, la lettura in punta di pennello di quel magico momento che la Versilia visse a cavallo tra ‘800 e ‘900. Quando il paesaggio incredibilmente armonioso, il clima e le acque calamitarono qui il beau monde europeo e non solo. Personalità attratte dai bagni, certo, ma anche dall’ambiente culturale creato da chi “in stagione” qui si dava appuntamento, improvvisando cenacoli artistici, letterari e musicali.  

Villeggianti insieme a marinai, contadini, cavatori: mondi diversissimi, spesso solo tangenti. Affascinanti, non meno del paesaggio, agli occhi degli artisti italiani e stranieri che si fecero stregare dalla Versilia: da Puccinelli a Fontanesi, Signorini, Cabianca, Viner, Lear, Vedder, Skovgaard, Poingdestre, tra i molti. 

“Accadde in Versilia” focalizza la sua indagine su tre grandi protagonisti di quel momento magico: Plinio Nomellini, Lorenzo Viani e Moses Levy. Proponendo una raffinata selezione di loro capolavori, alcuni non più visti da tempo, provenienti da collezioni private, ad eccezione dello straordinario Festa al villaggio di Nomellini, concesso dalla Pinacoteca “il Divisionismo” della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona.

Plinio Nomellini: L’ora della cena, 1898 olio su tela, cm 66×68

Plinio Nomellini agli inizi degli anni Novanta orienta il proprio linguaggio verso nuove sperimentazioni, sia divisioniste, grazie alla frequentazione di Pellizza da Volpedo, sia neo impressioniste, importate da Parigi. Il suo incontro del 1903 con Giovanni Pascoli aggiunge una svolta simbolista alla sua pittura.  

La selezione di sue opere per la mostra versiliese è anticipata dalla grande tela di Giuseppe Viner, La semina, parte del trittico Terra Madre, esposto nel 1906 per l’inaugurazione del valico del Sempione.

Nomellini qui racconta la straordinaria quotidianità che trascorre in Versilia. Ecco la costruzione di un bastimento (Cantiere, 1904) o la semplice ritualità domestica, come in L’ora della cena (1898) o in Ore quiete (1898), o il folklore paesano (La chiesa di San Frediano a Lucca, 1930 circa). Immagini di una civiltà contadina, vera protagonista e depositaria di un luogo primigenio, ancora preservato dal rutilante caos della modernità.   

Lorenzo Viani: Sposalizio, 1913-1914 olio su cartone, cm 69×95,5

Le ridenti e pacate immagini della Versilia offerte da Nomellini e, successivamente, da Moses Levy sono bruscamente deviate dal potente e magmatico espressionismo di Lorenzo Viani che mette a punto l’alfabeto più adatto a descrivere, tutt’uno, il volto più scuro di quella terra e il popolo di diseredati che la abita. É il caso della ieratica immagine della Moglie del marinaioSul molo. In attesa del rientro delle barchePeritucco con il fiocco rosso, della scarna china dei Viandanti e di Vecchio pescatore. La sua è un’arte che si ispira, spesso, alla dimensione drammatica della quotidiana vicenda degli umili, di chi fieramente si oppone o con fatica sopporta la durezza della vita. Con il disegno cattura la miseria ma anche la speranza che gli uomini portano scolpite nelle rughe del volto.

Moses Levy: Folla di sera sul lungomare di Viareggio, 1918, olio e tempera su cartone, cm 51×71

La terza sezione è dedicata a uno dei massimi protagonisti della stagione artistica versiliese dei primi tre decenni del ‘900, Moses Levy. Tunisino di nascita, elesse questa terra a sua patria, divenendo uno dei più ammirati e suadenti cantori di quella che potrebbe definirsi come una tarda “belle époque” versiliese, rovescio estetico-iconografico del più grave scenario presentato dall’amico Lorenzo Viani.

La sua pittura si evidenzia per lo stile personalissimo che, pur nutrendosi delle contaminazioni europee cezanniane e cubiste, tanto quanto degli echi metafisici e futuristi, non risulta in alcun modo etichettabile e sarà viatico e spunto per l’arte italiana a venire.

Le opere selezionate coprono circa un trentennio (1911-1938), evidenziando quello “spettacolo fisso in mutazione continua che sarà sempre il linguaggio di Levy”. Tra i capolavori in mostra, Donna con cappello biancoCinema Eolo e Folla di sera sul lungomare di Viareggio, la luminosa serie delle Spiagge, Profilo di giovinetto e Anna e l’amica, che includono a pieno Levy nel contesto artistico italiano degli anni Venti, fino ad arrivare a esiti di stupefacente modernità nell’espressionismo cromatico di gusto matissiano del più tardo Signora in rosso al caffè.

La mostra, dunque, offre al visitatore un nutrito nucleo di opere, sorprendenti per originalità compositiva e forza evocativa, assimilabili a testimonianze poetiche di luoghi geografici e dell’anima che, alle soglie del Novecento, documentano il coraggioso aggiornamento di “questo piccolo mondo antico” con le nuove correnti che stanno spirando d’Oltralpe.


Orario
17 giugno-10 settembre:  tutti i giorni 17.00-23.00 / mer 10.00-13.00
11 settembre-5 novembre:  mer 10.00-13.00 / ven, sab e dom 10.00-13.00 / 16.00-19.30
 
 
Ingresso  
intero € 8,00
ridotto € 6,00 (residenti e giornalisti muniti di tesserino)
gratuito sino ai 18 anni e disabili
 
Info
Ufficio informazioni turistiche
tel. +39 0584 280292
forteinfo@comunefdm.it
www.visitforte.com
 
Società di Belle Arti
Arte Italiana del XIX e XX secolo
 
Viareggio
viale M. Buonarroti, 9
tel. +39 0584 52030
 
Milano
via del Vecchio Politecnico, 9
tel. +39 02 76022713
 
info@sba.it
www.sba.it
 
Ufficio Stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
tel. 049663499
Referente Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net

ENIT, vertice in Albania sul turismo sostenibile

ENIT, VERTICE IN ALBANIA SUL TURISMO SOSTENIBILE

Dal 3 al 5 Aprile 2023

Vertice in Albania sul turismo sostenibile. Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo ha preso parte al Forum Festa a Tirana indetto dal Ministero del Turismo e dell’Ambiente della Repubblica d’Albania, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale del Turismo e con il sostegno di EUSAIR, SASPAC, Interreg, GIZ Albania, UNDP Albania e Risi Albania. All’evento ben 40 rappresentanti di altrettanti Paesi intervenuti in 7 sessioni tematiche.
 
“Siamo ben lieti di avere un momento non solo di confronto ma di sostegno reciproco a livello mondiale sulle politiche di sviluppo sostenibile. Occorre procedere insieme. Avere una visione univoca della strategia di collaborazione segna un nuovo passo che va a migliorare anche l’impatto dei flussi turistici razionalizzandoli” dichiara Ivana Jelinic Presidente e Ceo Enit. 
 
“Nel futuro puntiamo ad un approccio olistico al turismo, ad investimenti dedicati ai giovani e a potenzialre le infrastrutture.  Finora il sostegno italiano nei settori legati al turismo sostenibile è stato costante ed ha interessato, tra l’altro, la gestione responsabile delle aree protette, la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale e il sostegno alle comunità locali”, ribadisce  l’Ambasciatore d’Italia a Tirana, Fabrizio Bucci.
 
Il vertice ha portato alla luce il tema dell’overtourism e la sua disciplina, contemplando l’ipotesi di un contingentamento dei flussi e dell’accesso al patrimonio artistico culturale così come la valorizzazione delle aree meno note.


ENIT – AGENZIA NAZIONALE TURISMO ITALIANO
enit.it

Francesca Cicatelli – resp ufficio stampa Enit –
francesca.cicatelli@enit.it

Direzione Esecutiva
Comunicazione e Ufficio Stampa
VIA MARGHERA 2 – ROMA

Lugano (Svizzera), MUSEC | Museo delle Culture: ATTASIT POKPONG. The Presence

Attasit Pokpong, My Lady with Yellow Glasses, 2023,
olio su tela. 149,5 × 124,5 cm. ©Attasit Pokpong

LUGANO (SVIZZERA)
MUSEC | MUSEO DELLE CULTURE

DAL 7 APRILE ALL’11 GIUGNO 2023

La personale di uno dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea thailandese

ATTASIT POKPONG

L’esposizione, dal titolo The Presence, propone 29 dipinti a olio di grandi dimensioni e 22 acquerelli, raffiguranti volti di donna, realizzati tra il 2008 e il 2023.

La rassegna inaugura il progetto Global Aesthetics del MUSEC, dedicato all’esplorazione del rapporto tra l’arte contemporanea e il contesto ideologico e culturale in cui essa si muove.

Il MUSEC | Museo delle Culture di Lugano (Svizzera) ospita dal 7 aprile all’11 giugno 2023 la personale di Attasit Pokpong (Bangkok, 1977), uno dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea thailandese.

L’esposizione dal titolo The Presence, curata da Giancarlo Ermotti, Paolo Maiullari e Nora Segreto, raccoglie 29 dipinti a olio di grandi dimensioni e 22 acquerelli raffiguranti volti di donna. È questo il soggetto che, dopo la ricognizione sui paesaggi naturali della Thailandia e su quelli urbani di Bangkok, è diventato l’elemento più caratteristico della produzione di Pokpong tra il 2008 e il 2023, nella quale l’artista elabora uno stile tutto personale, diventando anche il precursore di un nuovo modo di proporre il ritratto femminile.

Nei primi mesi del 2023 l’artista ha creato 14 nuove opere appositamente pensate per essere esposte nello Spazio Cielo del MUSEC.

La donna di Attasit Pokpong, i cui lineamenti sono ispirati a quelli della moglie, è quasi sempre impassibile, ritratta in primo piano e frontalmente. Il taglio netto dei capelli incornicia il viso, dove si distinguono le labbra dai toni accesi che sottolineano il suo fascino e i tratti orientali dell’ovale rendono il suo sguardo penetrante, capace di comunicare con lo spettatore.

L’artista thailandese definisce il suo lavoro “un’arte della presenza”, dove la mediazione della figura femminile testimonia l’incontro tra le molteplici specificità del mondo.

Per Pokpong, il volto femminile è il simbolo assoluto dell’emozione e la forma comunicativa per antonomasia, nonché il veicolo espressivo ideale della sua arte, in quanto capace di affascinare e inquietare il suo mondo interiore, accrescendone le potenzialità creative.

Una delle cifre più riconoscibili del lavoro di Pokpong è anche il colore. Dopo un primo periodo in cui l’impatto dei ritratti di donna era centrato sulle labbra, la vividezza cromatica si è estesa a tutto il volto, fino a impossessarsi della superficie intera della tela nelle opere più recenti. Un tale cambiamento corrisponde a un’espansione dell’indagine dell’artista che, attraverso l’estetica femminile, indaga anche la società contemporanea. Le cromie dei suoi dipinti attingono i significati dai colori della storia, della società, della politica e della cultura sia thailandesi sia del mondo globalizzato, assumendo la funzione di un codice che celebra la diversità e auspica un presente di convivenza rispettosa.

Pokpong ha recentemente sperimentato un nuovo registro comunicativo costituito dal riflesso di persone e cose sulle lenti degli occhiali da sole delle sue protagoniste. I soggetti non mostrano solamente la realtà sensibile, ma anche quella interiore, fatta di passato e presente, radici e nuove identità. Attraverso lo specchio Pokpong evoca la società contemporanea, il passato, l’altro, il futuro, il cambiamento e invita lo spettatore a posizionarsi fisicamente dinanzi all’opera e calarsi direttamente nei temi proposti.

La rassegna inaugura il progetto Global Aesthetics del MUSEC, dedicato all’esplorazione del rapporto tra l’arte contemporanea e il contesto ideologico e culturale in cui essa si muove. I primi appuntamenti si soffermano in particolar modo all’Asia e all’Africa, oggi vivaci laboratori di sperimentazione artistica. “Le categorie che hanno sino a oggi circoscritto i diversi generi di museo risultano sempre più insufficienti per definire il complesso delle trasformazioni che investe la cultura – afferma Francesco Paolo Campione, direttore del MUSEC. L’approccio antropologico, alla base del progetto Global Aesthetics, prevede per sua natura il confronto e l’interazione delle diverse discipline con cui leggere la creatività contemporanea e si offre così come una sperimentata metodologia in grado di conciliare le diverse prospettive in gioco”.

Accompagna la mostra un catalogo in lingua inglese pubblicato dalla Fondazione culture e musei.

Attasit Pokpong – Note biografiche

Attasit Pokpong è nato a Bangkok nel 1977. Sin da giovane è attirato verso il disegno, che approfondisce frequentando la Rajamangala University of Technology di Bangkok, dove si diploma in Belle arti nel 1998. La sua carriera inizia subito dopo gli studi. Dal 1999 prende parte a numerose mostre collettive e nel 2009, nella capitale thailandese, apre la Magic Gallery al fine di disporre di uno spazio permanente dove presentare i suoi lavori. Dal 2009 in poi espone in numerose mostre personali che lo portano oltre i confini della Thailandia e dell’Asia, in Paesi quali Cambogia, Cina, Corea, Taiwan, Belgio, Francia, Italia e gli Stati Uniti. L’esposizione del MUSEC è la sua prima personale in Svizzera.

Sensibile al riconoscimento di una nuova realtà multiculturale e conscio dell’apporto costruttivo che l’artista può dare all’attuale contesto segnato da molte fragilità, nel 2012 Pokpong ha inaugurato il progetto V64 Art Studio, un punto d’incontro a disposizione della comunità artistica thailandese, un “luogo della creatività” ben visibile e aperto al mondo.


ATTASIT POKPONG. The Presence
Lugano (Svizzera), MUSEC | Museo delle Culture
Villa Malpensata (via Giuseppe Mazzini 5)
7 aprile – 11 giugno 2023
 
Orari:
martedì chiuso
lunedì-venerdì, 11-18
sabato e domenica, 10-18
 
Biglietti:
Intero (da 16 anni): CHF 15.00
Ridotto (senior; studenti universitari; FAI Swiss): CHF 10.00
Ragazzi (6-15 anni): CHF 5.00
Si accettano pagamenti in Euro (al cambio del giorno)
Promozione MUSEC Mondays: ogni lunedì entrata al museo a ingresso ridotto
 
Inclusa nel costo del biglietto la visita alle altre due mostre temporanee: Arte agli Antipodi. La Collezione Brignoni e La memoria della modernità. Disegni di bambini giapponesi della Raccolta Levoni
 
Informazioni:
Tel. 0041 58 866 69 60; info@musec.ch
 
Sito internet:
www.musec.ch
 
Instagram: museclugano
Facebook: Musec Museo culture Lugano
 
Catalogo FCM (Fondazione culture e musei)
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche 
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