Messina, Orto Botanico Pietro Castelli – Monti Peloritani: cammini e borghi

Sabato 11 dicembre alle ore 10,00 si svolgerà all’Orto Botanico “Pietro Castelli” un nuovo incontro dedicato ai Monti Peloritani. Si parlerà di itinerari escursionistici-naturalistici per un turismo lento e sostenibile. Nel corso della mattinata saranno presentati il programma escursionistico 2022 dell’Associazione “Camminare i Peloritani” e la guida “Monti Peloritani: borghi, cammini, pellegrinaggi e vie del vino”.

Programma

ore 10,00 – Indirizzo di saluto
Prof. Salvatore Cuzzocrea, Magnifico. Rettore dell’Università di Messina

ore 10,15 – Comunicare i Peloritani
Pippo Trimarchi – editore di “TempoStretto”

ore 10,30 – Presentazione della guida “Monti Peloritani, borghi, cammini, pellegrinaggi e vie del vino”
Don Giovanni Lombardo – direttore artistico “Armonie dello Spirito”
Salvatore Arrigo – responsabile comunicazioni Associazione “Camminare i Peloritani”

ore 11,00 – Cammini e programma escursionistico 2022
Pasquale D’Andrea – Presidente Associazione “Camminare i Peloritani”
Antonio Tavilla – Associazione Culturale San Nilo
Filippo Grasso – Università di Messina, delegato del Rettore al Turismo

ore 11,15 – Conclusioni
Nicola Cicero – Università di Messina

Modererà l’incontro la Prof.ssa Rosella Picone, Direttrice dell’Orto Botanico “Pietro Castelli”

Ingresso libero: orario di apertura dell’Orto Botanico sarà dalle 8,30 alle 12,30
www.ortobotanico.messina.it

pagina facebook “Orto Botanico Pietro Castelli di Messina”

L’evento si svolgerà in ottemperanza alle normative vigenti anti Covid

Una fondazione per Bottega Finzioni – La prima Fondazione narrativa italiana

Dopo 10 anni di intensa attività nell’ambito della narrazione, Bottega Finzioni, la nota scuola di scrittura e casa di produzione si trasforma e diventa una Fondazione.

Dopo un’attività decennale nell’ambito della scrittura narrativa, televisiva, radiofonica e cinematografica, Bottega Finzioni (con sede a Bologna) si trasforma in Fondazione Bottega Finzioni: è la prima fondazione narrativa italiana, direttamente ispirata alle grandi realtà internazionali, quali 826 Valencia di San Francisco, Ministry of Stories di Londra, Narrative Initiative di New York, Letterenfonds di Amsterdam.

Fondazione Bottega Finzioni nasce in memoria del prof. Paolo Fabbri, noto semiologo e intellettuale italiano. Gli intensi legami umani e professionali nati negli anni tra il Direttore Michele Cogo, Paolo Fabbri e Umberto Eco hanno portato allo sviluppo dell’attività di Bottega Finzioni: un amore e una passione per la parola accomunata dalla voglia e necessità di trasmettere sapere e conoscenza. Nelle aule di Bottega si respira ancora questa grande eredità e la narrazione continua a trarre ispirazione da curiosità, ironia, creatività e impegno sociale.

Fondazione Bottega Finzioni, che si avvale del Patrocinio della Regione Emilia-Romagna, vanta tra i soci fondatori il Comune di Bologna, l’Università di Bologna, Fondazione Finanza Etica di Banca Etica, l’attrice Matilda De Angelis oltre a due grandi società di produzione italiane quali IBC Movie ed Indigo Film, solo per citarne alcuni. Sostengono il progetto della Fondazione: Banca di Bologna, FAAC, CER GAS e Fondazione Unipolis che sostiene Bottega Finzioni dal 2014.

PERCHÈ UNA FONDAZIONE?

Bottega Finzioni in questi oltre dieci anni di attività è diventata un punto di riferimento a livello nazionale nell’ambito della scrittura di mestiere; un prestigio confermato dalle numerose collaborazioni, come quella con Sky Arte, Rai Fiction, Mondadori, La Feltrinelli e molte altre, e dai numerosi progetti sviluppati all’interno delle aule: dalle produzioni per cinema e tv, agli albi illustrati per bambini e ragazzi, fino ad arrivare a racconti, romanzi, documentari, programmi radio e corti. Da questo bagaglio di esperienza (letteraria, cinematografica televisiva, radiofonica, teatrale, giornalistica, pubblicitaria, multimediale) e dal grande know how acquisito negli anni, Bottega Finzioni ha scelto di trasformarsi in una Fondazione per “ampliare il proprio raggio d’azione”, mettendo a disposizione la grande fucina di talenti e la creatività al servizio della comunità e del terzo settore, in ambiti differenti della società e apparentemente “lontani” dal mondo della scrittura, come la sanità e il sociale.

Fondazione Bottega Finzioni nasce con l’obiettivo principale di promuovere, divulgare ed applicare la narrazione come strumento imprescindibile di crescita ed evoluzione della persona e delle comunità, soprattutto in relazione alle cosiddette aree di fragilità.

La narrazione è infatti una pratica sociale ed educativa che da sempre risponde a molteplici e complesse funzioni: dal “fare memoria” alla condivisione di esperienze collettive, dall’apprendimento al puro intrattenimento. Fondazione Bottega Finzioni diventa quindi promotrice di questo importante strumento di crescita, sviluppo e innovazione culturale, sociale ed economica, preparandosi ad affrontare le nuove sfide del futuro con nuovi modelli di governance. 

In Italia di Fondazioni narrative come Fondazione Bottega Finzioni non ce ne sono, e a Bologna mancava del tutto una realtà culturale che sapesse coniugare i linguaggi della narrazione a finalità sociali e inclusive. Da qui è nata la necessità di diventare una Fondazione, giuridicamente competitiva e moderna: Fondazione Bottega Finzioni è difatti la prima Fondazione di partecipazione bolognese, racchiudendo in sé alcuni elementi propri della fondazione, combinati con peculiarità dell’associazione. In questo modo realizza un nuovo modello di organizzazione sociale, rappresentando una sintesi dove possono trovare posto gli enti pubblici, le società e le organizzazioni con scopi non lucrativi.

In un momento di crisi”, ha affermato Maurizio Marinelli, Presidente della Fondazione Bottega Finzioni, “ci siamo detti che dovevamo istituzionalizzare questa attività per metterla in una relazione più coerente con gli interlocutori che ne possono comprendere la funzione sociale e culturale. Un’attività che ha l’obiettivo di creare professionalità attraverso la scrittura. Il nostro scopo è dunque quello di costruire le basi solide e sostenibili di un progetto estremamente potente all’interno dell’industria culturale, perché l’Emilia Romagna, e Bologna in particolare, è un importante centro di produzione culturale e la scrittura ne è la base”.

La Fondazione Bottega Finzioni ha lo scopo di dare continuità e sostenibilità nel tempo alle azioni e agli obiettivi intrapresi da Bottega Finzioni fin dalla sua nascita: realizza percorsi narrativi e formativi in ambito professionale e sociale, con particolare attenzione per le cosiddette aree di fragilità e per la lotta alla povertà educativa, sia tra bambini che tra adulti. Si ispira alle fondazioni narrative presenti all’estero,le qualiusano il potere delle storie per creare empatia tra le persone di ogni età e per combattere la povertà educativa con le armi della scrittura.

Ritrovandosi in questa filosofia, la Fondazione amplierà il suo raggio d’azione perseguendo finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale attraverso lo svolgimento di attività d’interesse generale nei campi dell’educazione, dell’istruzione, della ricerca, della sanità e della formazione, e attività culturali di interesse sociale con finalità educativa.

La Fondazione Bottega Finzioni è nata e cresciuta sotto l’impulso e l’accompagnamento di Paolo Fabbri” – così dichiara Michele Cogo, Direttore di Fondazione Bottega Finzioni – “È stato un mio professore, poi amico, e maestro di molti di noi. Un Maestro è qualcuno che ti cambia la vita in meglio, non solo per poche ore o per qualche mese, ma per sempre.

Purtroppo è venuto a mancare in giugno scorso, e ci pareva giusto dedicargli questa fondazione narrativa, alla quale lui teneva tanto, perché pensava potesse essere utile per usare la scrittura e la narrazione come strumenti di trasformazione e di crescita personale e sociale. Grazie a Paolo Fabbri ho incontrato ormai venticinque anni fa anche Umberto Eco, con il quale ho collaborato per diversi progetti, ultimo dei quali quello su Francesco Griffo, che con Bottega Finzioni abbiamo sviluppato in diverse direzioni, dal fumetto al documentario. Spero che Fondazione Bottega Finzioni conservi il gusto della sperimentazione, dell’approfondimento e del divertimento, tutte cose che hanno sempre contraddistinto il lavoro di Paolo Fabbri”.

All’interno del Consiglio d’Amministrazione di Fondazione Bottega Finzioni si annoverano personaggi di spicco provenienti dal mondo della cultura e non: il Presidente Maurizio Marinelli, Presidente di Baskerville (Bologna); il Direttore Michele Cogo, ideatore e fondatore di Bottega; il Presidente Onorario Ermanno Cavazzoni; Roberto Grandi, Presidente dell’Istituzione Bologna Musei; Antonella Grassigli, Business Angel e Advisor per startup e PMI; Giacomo Manzoli, Direttore Dipartimento delle Arti – UNIBO; Annapaola Tonelli, Avvocato esperto in trust, terzo settore e diritto dell’arte.

TRA PRESENTE E FUTURO

Bottega Finzioni nasce nel 2010 a Bologna, da un’idea di Michele Cogo, come scuola di scrittura, studio professionale e casa di produzione cinematografica e televisiva. Un luogo pieno di storie che si ispira alle botteghe rinascimentali dove si lavora insieme, allievi e maestri, al materiale vivo delle narrazioni.

Bottega Finzioni: una scuola di scrittura d’eccellenza nel panorama nazionale

Dal 2015 Bottega Finzioni è ente di formazione accreditato presso la Regione Emilia- Romagna; dal 2016 alcuni dei suoi corsi annuali sono interamente finanziati dal Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Emilia-Romagna: caratteristica, questa, che fa di Bottega Finzioni una tra le poche scuole italiane di narrazione con corsi ad accesso gratuito. Grazie a questo aspetto la selezione dei candidati è basata esclusivamente su criteri di meritocrazia, sulle reali capacità e sul talento.

Ogni anno Bottega Finzioni propone corsi incentrati sulla narrazione, declinandola in ogni sua forma: letteraria, cinematografica, televisiva, radiofonica, multimediale.

4 sono le aree didattiche:

  • Autore di fiction cinematografiche e seriali (Fiction);
  • Autore di programmi televisivi e documentari (Non Fiction);
  • Autore di produzioni audiovisive e multimediali per bambini e ragazzi;
  • Letteratura (Romanzo e Racconto).

Rispetto alle altre scuole di scrittura, Bottega Finzioni si distingue per il metodo di insegnamento: attraverso il modello della writers’ room, la classe diventa laboratorio in cui i docenti e gli allievi sviluppano insieme idee e spunti che, lungo il percorso didattico, si concretizzano, si perfezionano, si ottimizzano. Da progetti, attraverso precisi processi, le idee diventano prodotti.

Ed è proprio questa la forza di Bottega Finzioni: le idee, le storie, i progetti che nascono assieme ai corsisti diventano prodotti narrativi di successo, tra format tv, fumetti, romanzi, saggi, racconti, iniziative editoriali, prodotti di storytelling aziendale, progetti multimediali.

Negli anni Bottega Finzioni ha avuto l’onore di ospitare grandi nomi della letteratura, del cinema e, più in generale, della cultura nazionale e internazionale. Tra questi: Umberto Eco, il semiologo Paolo Fabbri, il noto attore Giampaolo Morelli, la giornalista e scrittrice Loredana Lipperini, la scrittrice Simona Vinci, il giornalista Armando Traverso e lo scrittore e sceneggiatore Francesco Piccolo.

Grazie alle collaborazioni sviluppate con numerose case editrici, come Mondadori, La Feltrinelli, Rizzoli, Castelvecchi, Il Castoro e molte altre, nelle aule di Bottega Finzioni sono nati numerosi libri.  Ad oggise ne contano oltre 50, tra albi illustrati, libri per bambini e ragazzi, romanzi, fumetti, saggi e racconti. Ricordiamo ad esempio Ouroboros (Sergio Bonelli, 2013), Stelle di panno (Lapis, 2017), Depistaggi (Castelvecchi, 2018), L’isola è piena di rumori (L’Ultima spiaggia 2018), Inciso nel sangue (Sergio Bonelli, 2018), Il potere delle parole (Pulce edizioni, 2019), Matti di guerra (Morellini editore, 2019), Servizio cacche per posta (Il Castoro, 2019).

Dalla scrittura alla produzione: Bottega Finzioni Produzioni

Dal 2015 Bottega Finzioni diventa una casa di produzione televisiva e cinematografica, nata per concretizzare i progetti audiovisivi ed editoriali sviluppati nelle aule della scuola: progetti di film, format televisivi, documentari, prodotti editoriali e per il web. Una “filiera produttiva” che inizia dalla ricerca delle risorse necessarie per lo sviluppo dei progetti e arriva al suo compimento.

Bottega Finzioni può vantare la collaborazione con importanti broadcaster nazionali come Sky Arte e con società di produzioni d’eccellenza tra le quali IBC Movie, Echivisivi e molte altre.

Numerose, inoltre, sono state le produzioni e i progetti di successo sviluppati da Bottega Finzioni e dai suoi allievi durante gli anni: tra questi la scrittura di una sceneggiatura (Copkiller) per la nota serie tv  L’Ispettore Coliandro (2016), in collaborazione con Rai Fiction; i due format tv originali, scritti e realizzati da Bottega Finzioni per Sky Arte, Muse Inquietanti (2014-2017) e Inseparabili (2018-2019); il docu-film Qualcosa di noi di Wilma Labate, realizzato con gli allievi di Bottega, distribuito da Istituto Luce – Cinecittà e vincitore del Premio speciale alla migliore protagonista nel cinema del reale 2014 ai Nastri d’argento documentari 2015.

Nozioni tecniche: cos’è una fondazione di partecipazione

Fondazione Bottega Finzioni è una fondazione di partecipazione: a metà tra una fondazione tradizionale e un’associazione, è in grado di fondere le esigenze di supervisione e controllo degli enti pubblici locali e le necessità di efficienza, efficacia ed economicità della gestione sociale.

Le fondazioni di partecipazione nascono come mezzi operativi per rispondere all’insufficienza dello schema giuridico della fondazione tradizionale disciplinato dal codice civile: si tratta di una fondazione non più istituita da un singolo soggetto, ma da più soggetti che condividono le stesse finalità.

La fondazione di partecipazione è una figura giuridica atipica, di natura dottrinaria, che racchiude in sé alcuni elementi propri della fondazione, combinati con peculiarità dell’associazione. In questo modo realizza un nuovo modello di organizzazione sociale, rappresentando una sintesi dove possono trovare posto gli enti pubblici, le società e le organizzazioni con scopi non lucrativi.

Questa tipologia di fondazione è uno strumento utile in mano agli enti pubblici per realizzare gli interessi della collettività (attività sociali o di assistenza alle persone con disagio, attività culturali, attività di ricerca scientifica, iniziative tese a facilitare lo sviluppo economico di zone disagiate).

In questo modo c’è la possibilità di coinvolgere i privati e attirare capitali e capacità di gestione che altrimenti sarebbero difficilmente ottenibili.


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Su Sky Arte IL MIO NOME È LEGGENDA: Giovanni Aldini – Frankenstein / Helen Kane – Betty Boop

presenta

IL MIO NOME È LEGGENDA

Primo episodio: Giovanni Aldini – Frankenstein
“Frankenstein sono io“

Secondo episodio: Helen Kane – Betty Boop
“La ragazza del Boop-Boop-a-doop“

In onda martedì 7 dicembre 2021 dalle 21.15 su Sky Arte
Disponibile anche On demand e in streaming su NOW

Primo episodio: Frankenstein sono io

Al via Il mio nome è Leggenda, la nuova produzione originale Sky Arte con Matilda De Angelis ideata e realizzata da Bottega Finzioni. La prima puntata andrà in onda martedì 7 dicembre 2021 alle 21:15 su Sky Arte: protagonista la storia di Giovanni Aldini, scienziato bolognese dal quale la nota scrittrice Mary Shelley ha preso ispirazione per la figura del dott. Frankestein. La serie, grazie alle parole e alla narrazione dell’attrice bolognese Matilda De Angelis, esplora le storie vere di illustri sconosciuti dai quali sono nati alcuni dei personaggi più noti dell’immaginario collettivo contemporaneo.

Era una notte buia e tempestosa del 1816, “l’anno senza estate”. A villa Diodati in Svizzera sono riuniti per le vacanze estive Mary Shelley con suo marito Percy, Lord Byron e il medico Polidori. La pioggia incessante li costringe in casa. Per passare il tempo inventano un gioco: scrivere un racconto del terrore. Mary all’inizio non riesce a scrivere nulla poi l’ispirazione folgorante a seguito di un incubo. Nasce così il personaggio di Frankenstein.

Quello che Mary ha sognato però non è fantasia, ma proviene da qualcosa che ha visto. Lo scienziato pazzo del suo romanzo esiste veramente e si chiama Giovanni Aldini. Mary Shelley, oltre che ai propri sogni, ha attinto a piene mani dalla realtà per costruire il suo personaggio fantascientifico: è infatti noto che la giovane immaginò gli esperimenti del dott. Frankestein ispirandosi alle ricerche dello scienziato bolognese Luigi Galvani sulla stimolazione muscolare, che avevano aperto la strada a una nuova teoria, il galvanismo . Proprio a questi studi Shelley fa esplicito riferimento al termine del secondo capitolo del noto libro. Il trait d’union tra la scrittrice e Galvani pare sia stato il nipote di quest’ultimo, Giovanni Aldini, trasferitosi in Inghilterra, patria della Shelley, per proseguire gli esperimenti dello zio.

Ma chi è Giovanni Aldini?

Aldini vive a Bologna dove insegna fisica. Nipote di Luigi Galvani, è un acceso sostenitore della possibilità di rianimare i morti tramite corrente elettrica . Tanto che alla vita da insegnante rispettabile ne affianca presto un’altra, molto più oscura. Aldini, seguendo le orme dell’illustre nonno, comincia a fare esperimenti su cadaveri di animali . Le rane però non gli bastano e si sposta su teste di mucche o altri animali di grossa taglia. Fa dimostrazioni pubbliche durante le quali richiama sempre più gente. Gli esperimenti consistono nel sottoporre le teste a stimoli elettrici ottenuti grazie a una grande pila. Il risultato sono mascelle che si spalancano, lingue che si dibattono, occhi che si spalancano.

Il successo spinge Aldini ad alzare la posta. Così comincia a usare teste e corpi umani. Sono quelli dei condannati a morte, che lo scienziato preleva direttamente dai luoghi dell’esecuzione oppure sottrae alla sepoltura facendo accordi con polizia e autorità. Le sue dimostrazioni scientifiche si trasformano presto in veri spettacoli. Accorrono folle numerose di curiosi che alla fine vanno via inorriditi e stupefatti per quello che hanno visto. Si diffonde la voce che Aldini sia a un passo dall’impresa di riportare in vita i morti. Lo scienziato però non è ancora soddisfatto: i corpi dei condannati per decapitazione sono quasi del tutto privi di sangue, quindi meno reattivi al passaggio della corrente elettrica. È questo il motivo per cui non è ancora riuscito ad animare completamente un cadavere.

Così si reca a Londra dove trova il soggetto perfetto: George Forrest, un giovane di estrazione sociale molto bassa, sospettato di omicidio della moglie e del figlio. Passano 6 soli giorni tra l’inizio del processo e la condanna a morte di Forrest. Anche se non ci sono prove, si dice che Aldini abbia fatto pressione sui giudici per ottenerne rapidamente la condanna a morte. Sono invece sono certe le pressioni di Giovanni Aldini sul medico delle carceri, il dottor Halmond, affinché gli conceda l’uso del cadavere di Forrest. Infatti, subito dopo l’esecuzione, Aldini e il suo assistente prelevano il corpo dal patibolo e lo portano in un ambulatorio accanto alla prigione. Quello che accade dopo lascia i presenti senza fiato. Il corpo di Forrest, attraversato da potenti scariche elettriche, si scuote, sobbalza, gli occhi si aprono, il respiro riprende e anche il battito cardiaco . Almeno fintanto che la pila scarica energia. Poi il cadavere ritorna immobile. Il dottor Halmond è inorridito, ed è convinto di aver visto tornare in vita il povero ragazzo. Così scappa a casa in preda ad agitazione e muore d’infarto due ore dopo tra le braccia della moglie, alla quale racconta l’accaduto. La moglie chiama la polizia e racconta tutto ai giornali, che danno ampio spazio alla vicenda. È così che Mary Shelley, ancora bambina, viene a sapere di tutta questa storia. Dai giornali che legge suo padre. È l’inizio di un incubo che porterà alla nascita di un mito. Per Aldini invece è la fine di un sogno, la dimostrazione un fallimento, e da quel momento cesserà gli esperimenti.

Dopo la sua morte, Aldini dona tutti gli averi alla fondazione della Scuola di Scienze Naturali di Bologna. È ricordato come un grande scienziato e un uomo generoso, dedito alla ricerca. Questa immagine, tuttavia, non considera il suo lato oscuro, quello di uno scienziato sempre alla ricerca di cadaveri e pronto a tutto per realizzare i suoi esperimenti. In fondo, un’incarnazione delle paure dell’epoca, proprio come Victor Frankenstein, il protagonista del romanzo di Mary Shelley che deve il suo successo alla rappresentazione efficace dei timori legati al progresso tecnologico e alle sue conseguenze imprevedibili.

La prima puntata de Il mio nome è Leggenda vedrà la partecipazione del mass-mediologo Roberto Grandi e della storica Elena Pirazzoli.

Il mio nome è Leggenda è una produzione originale Sky Arte, ideata e realizzata da Bottega Finzioni. Un programma di Michele Cogo, Giuseppe Cassaro, Gianmarco Guazzo e Antonio Monti, scritto da Michele Cogo e dagli ex-allievi di Bottega Finzioni Gianmarco Guazzo, Alberta Lepri e Silvia Pelati, con la produzione esecutiva di Giuseppe Cassaro e la regia di Antonio Monti. Hanno partecipato in forma di partnership il Comune di Bologna e Bologna Welcome, mettendo a disposizione una delle location più suggestive della città: il Salone del Podestà a Palazzo Re Enzo.

“Frankenstein sono io“ – testi di Michele Cogo.

Secondo episodio: “La ragazza del Boop-Boop-a-doop“

É il 1927 ed Helen Kane è una celebrità: madre del motto “Boop-boop-a-doop”, con la sua voce da usignolo e il suo sorriso ammiccante è diventata il simbolo dell’età del jazz. Ma l’arrivo di Betty Boop le ruberà la scena e il ruolo di vamp degli Anni Ruggenti. Eppure, Betty è proprio una caricatura di Helen. É questa storia protagonista della seconda puntata de Il mio nome è Leggenda, la nuova produzione originale Sky Arte con Matilda De Angelis ideata e realizzata da Bottega Finzioni. L’episodio andrà in onda martedì 7 dicembre 2021 alle 21:45 su Sky Arte , e disponibile anche on demand e in streaming su NOW.

La serie Il mio nome è Leggenda racconta le storie dei personaggi reali che hanno dato vita ai miti che tutti conosciamo. In questo caso si tratta di Helen Kane, la reginetta del charleston che ispirò il personaggio di Betty Boop. L’attrice fece causa a Max Fleischer, il creatore del suo alter ego animato, per aver sfruttato illegalmente la sua immagine. Ma mentre il tribunale nega ad Helen i diritti sul proprio mito, l’America conservatrice del tempo censura Betty Boop perché troppo osé per la televisione.

Helen Kane debutta nel mondo dello spettacolo come cantante e ballerina di varietà. Nel 1922 arriva a Broadway, dove nel 1927 recita nel musical teatrale A Night in Spain. Lo spettacolo ottiene un successo clamoroso, tanto che la compagnia mette in scena ben 174 repliche tra maggio e novembre di quell’anno.

Una volta finito il tour, Helen viene invitata ad esibirsi al Paramount Theatre di Seattle, ed è qui che nasce il suo mito. Per la sua prima performance canta That’s my Weakness Now ed esegue, per la prima volta, il suo celebre scat “boop-boop-a-doop”. Nel 1928 diventa ancora più celebre grazie alla sua canzone I Wanna Be Loved By You, uno dei brani più popolari del XX secolo che fu poi riadattata da Marilyn Monroe.

Nel 1932 compare per la prima volta Betty Boop. Siamo in un periodo di lotte per le donne, che chiedono più diritti e cercano di emanciparsi anche attraverso atteggiamenti e abiti più provocanti. Betty è una flapper girl, simbolo dell’età del jazz: è allo stesso tempo mascolina e maliziosa, indossa abiti succinti che lasciano scoperte le spalle, le gambe e l’immancabile giarrettiera, mentre i capelli corti sono acconciati secondo la moda dell’epoca.

Nei cartoon in cui appare Betty Boop sembra sempre in balia degli uomini. Ma questo stile di vita non passa inosservato all’America conservatrice, che costringe i suoi ideatori alla censura.

Negli ultimi anni Betty diventa una casalinga dallo stile molto più sobrio, per poi sparire dalle scene nel 1939: era infatti considerata un modello diseducativo e pericoloso per la pubblica morale.

Quando Helen Kane vede per la prima volta Betty Boop si riconosce immediatamente: quella donnina ammiccante che, con voce da usignolo, canticchiava il suo celebre motto le somiglia fin troppo nell’aspetto e nello stile. É evidente, Betty Boop è la sua caricatura. Nel 1932 fa quindi causa a Max Fleisher, chiedendo 250.000 dollari di risarcimento per aver sfruttato illegalmente la sua immagine. Ma nel 1934 la causa è vinta da Fleischer Studios: secondo il tribunale l’estetica di Betty Boop è ispirata al patrimonio della cultura americana. Inoltre, la sentenza afferma che l’invenzione del booping sia da attribuire alla cantante Baby Eshter, ascoltata anni prima dalla Kane.

La seconda puntata de Il mio nome è Leggenda vedrà inoltre la partecipazione del mass-mediologo Roberto Grandi e dell’antropologo Davide Domenici.

Il mio nome è Leggenda è una produzione originale Sky Arte, ideata e realizzata da Bottega Finzioni. Un programma di Michele Cogo, Giuseppe Cassaro, Gianmarco Guazzo e Antonio Monti , scritto da Michele Cogo e dagli ex-allievi di Bottega Finzioni Gianmarco Guazzo, Alberta Lepri e Silvia Pelati, con la produzione esecutiva di Giuseppe Cassaro e la regia di Antonio Monti. Hanno partecipato in forma di partnership il Comune di Bologna e Bologna Welcome, mettendo a disposizione una delle location più suggestive della città: il Salone del Podestà a Palazzo Re Enzo.

“La ragazza del Boop-Boop-a-doop“ – testi di Michele Cogo e Silvia Pelati.

Nota dell’autrice Silvia Pelati:

Scrivere la storia de “La ragazza del boop-boop-a-doop” è stato come fare una passeggiata per Broadway negli affascinanti anni ’30, con un’accompagnatrice speciale. Ho guardato quella ragazza cantare, ballare, recitare finché ho capito che la diva sul palcoscenico aveva dei conti in sospeso con la vita reale. Forse era questo il segreto del suo talento.


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IMMAGINE DI APERTURA dal programma di Sky Arte con Matilda De Angelis

L’Anpi di Messina si dà una nuova dirigenza

L’hanno voluta chiamare “memoria attiva” quella della Resistenza, e si sono schierati non solo a difesa, ma anche per la piena attuazione della Costituzione: questi i risultati politici del congresso provinciale dell’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani d’Italia.

Attorno a questi due punti, e sollecitati dal documento nazionale dell’Associazione, si è sviluppato un appassionante dibattito con l’intervento di molti dei delegati, nominati nelle assemblee cittadine delle sezioni di Barcellona, Capo d’Orlando, Messina, Milazzo e Raccuja. Un movimento democratico in crescita quello dell’Anpi provinciale, ha sottolineato nella sua relazione il fiduciario Fausto Clemente; un riconoscimento del valore delle istanze democratiche da parte dei rappresentanti di sindacati, partiti e associazioni intervenuti per portare saluti e contributi al congresso.

La discussione congressuale ha toccato diversi punti della situazione locale, ma ha pure allargato il suo respiro internazionale, data la crisi generalizzata delle democrazie. Così un primo ordine del giorno sollecita l’Anpi italiana a farsi promotrice di una Federazione antifascista a livello europeo; un secondo ordine del giorno invita sempre l’Anpi italiana a conferire la tessera onoraria a Vanessa Nakate e a Greta Thunberg, giovanissime attiviste del movimento mondiale che intreccia giustizia ambientale e giustizia sociale.

Un momento del congresso nel Salone delle bandiere del Municipio di Messina

Passando agli adempimenti statutari, previsti in vista del congresso nazionale del 24-27 febbraio 2022, l’assemblea per acclamazione ha nominato Federico Martino presidente onorario. Il delegato al congresso nazionale sarà Fausto Clemente. Dal voto dei delegati è poi emersa la nuova composizione del Comitato provinciale dell’Anpi nelle persone di: Giuseppe Barone, Tindaro Bellinvia, Adelina Bertilone, Santino Bonfiglio, Elisa Calabrò, Patrizia Caminiti, Sostine Cannata, Oriana Civile, Marco Corrao, Renato De Luca, Francesco Di Stasio, Beniamino Ginatempo, Antonio Isgrò, Nicola Isgrò, Lamberto La Rosa, Giuseppe Martino, Alessio Micale, Alessandra Minniti, Lina Panella, Fabio Perdichizzi, Daniele Pompejano, Giuseppe Restifo, Dario Russo e Lucio Tuccio.

Dopo le conclusioni di Vincenzo Calò, della segreteria nazionale dell’Anpi, che ha illustrato temi e contenuti del prossimo congresso nazionale, si è riunito il neo-eletto comitato provinciale. Questo ha deciso di nominare presidente Giuseppe Martino, al quale si affiancano i due vice-presidenti Elisa Calabrò e Giuseppe Restifo, il segretario Beniamino Ginatempo e il tesoriere Sostine Cannata. Nominati pure il revisore dei conti (Rosario Duca) e i componenti del Comitato di Garanzia (Giuseppe Barone, Patrizia Caminiti e Lamberto La Rosa).

IMMAGINE DI APERTURA – Nella foto di Pippo Martino, Federico Martino presidente onorario Anpi Messina

Al Dipartimento di Economia dell’Università di Messina: “Il Sud in Italia, nel Mediterraneo e in Europa”

Il Mezzogiorno e il Mediterraneo sono contesti territoriali destinati a stare insieme. Esistono ragioni storiche e culturali, ma anche motivi inerenti lo studio di una comune strategia euro-mediterranea di crescita e sviluppo. Prendendo spunto da questi temi rilevanti, si è svolto presso l’aula 7 del Dipartimento di Economia il seminario “Il Sud in Italia, nel Mediterraneo e in Europa”.
 
Dopo l’introduzione da parte del prof. Michele Limosani (direttore del Dipartimento di Economia) e del prof. Bruno Sergio Sergi, sono seguite due importanti interventi. La relazione del prof. Cosimo Inferrera (già professore ordinario di Anatomia Patologica presso il nostro Ateneo, socio emerito della Classe II^ Scienze Medico Biologiche dell’Academia Peloritana dei Pericolanti, presidente dell’Associazione Europea del Mediterraneo) si è incentrata su “Il dialogo territoriale a tutto campo di Pierpaolo Maggiora per la Sicilia, Piazza degli Scambi del Mediterraneo nel III^ Millennio” e la relazione dell’Arch. Pierpaolo Maggiora (presidente dell’Associazione ARGE) dal titolo “Progetto di Sistema per il Sud con particolare riferimento a morfologia, funzione e finalità dei cluster territoriali”.

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IMMAGINE DI APERTURA di Gerd Altmann da Pixabay 

LA PRESENTAZIONE DEL PROF. COSIMO INFERRERA

Bologna – PVT, Pier Vittorio Tondelli tra parole, luoghi e fauna galattica

SAVE THE DATE

PVT, Pier Vittorio Tondelli
tra parole, luoghi e fauna galattica

Sabato 11 Dicembre, ore 15:00: passeggiata per i luoghi tondelliani in città condotta da Enrico Brizzi e Psicoatleti.
Ospite: Bebo de Lo Stato Sociale.
Evento conclusivo alle ore 17 in Salaborsa (iscrizioni: segreteria@psicoatleti.org)

Mercoledì 15 Dicembre, ore 18:00 in Salaborsa a Bologna
A trent’anni dalla morte dello scrittore un incontro per ricordarlo e continuare a tenerlo tra noi.
Con: Andrea Adriatico, Roberto Grandi, Giulio Iacoli, Maurizio Marinelli, Piergiorgio Paterlini, Marco Zanardi ‘Orea Malià’ e altri in attesa di conferma.

IMMAGINE DI APERTURA – Invito

Roma: seminario Vision & Global Trends – AUKUS Il ritorno dell’anglo-america sfera e le sue conseguenze

AUKUS
Il ritorno dell’anglo-america sfera e le sue conseguenze

Giovedì 23 dicembre 2021 – Orario: 14:30 – 19:00

Palazzo Theodoli Bianchelli, Sala Conferenze – Camera dei deputati

Ingresso: Piazza del Parlamento 20-21
Ingresso consentito a partire dalle 14:00
Per accedere alla Sala è richiesto abbigliamento formale, per gli uomini giacca e cravatta
L’ingresso è consentito soltanto ai partecipanti muniti di Green Pass

Per partecipare: registrarsi scrivendo a info@vision-gt.eu entro giovedì 16 dicembre
Sito web

Programma

14:30 – Saluti istituzionali

On. Pino Cabras – Camera dei deputati, Commissione Esteri

Dott. Tiberio Graziani – Vision & Global Trends

Relazioni

Prof. Rodolfo Bastianelli – Docente a contratto di Storia delle Relazioni internazionali
L’intesa dell’AUKUS. Implicazioni politiche e strategiche nello scenario regionale dell’Asia-Pacifico ed in quello globale

Gen. Marco Bertolini – Generale (aus) di C.A.
AUKUS dalla prospettiva italiana e euroatlantica

Amb. Alberto Bradanini – saggista, già ambasciatore a Pechino
Usa-Cina. La nuova guerra fredda: possibilità e impossibilità di un’alternativa

Prof. Giuliano Luongo – United Nations UniPace – Vision & Global Trends
Aukus, il nodo francese e rivalità storiche

Dott. Alessandro Politi – NDCF, NATO Defence College Foundation, Direttore
Indo-Pacifico: pace o/e guerra

Dott. Maurizio Vezzosi – analista geopolitico
L’asse Londra-Washington contro il multipolarismo. Le implicazioni per lo spazio continentale ed il Mediterraneo.

Biblioteca Fregene Gino Pallotta (Roma): incontro su “Arte e vita quotidiana ai tempi di Dante”

La Biblioteca Fregene Gino Pallotta concluderà le iniziative dell’anno 2021 offrendo al pubblico due eventi su Dante Alighieri e aprirà la stagione culturale del 2022 con uno dei più conosciuti ed amati artisti internazionali, Gustav Klimt.

Infatti, in occasione delle grandi mostre in corso a Roma, “Inferno” alle Scuderie del Quirinale e “Klimt. La Secessione e l’Italia” a Palazzo Braschi, la Biblioteca ha organizzato tre incontri, curati dallo storico dell’arte Sandro Polo, che mirano ad approfondire le tematiche delle esposizioni ancorandole ai contesti storici sociali, artistici e culturali.

Biblioteca Fregene Gino Pallotta
Incontro

Arte e vita quotidiana ai tempi di Dante

A cura di Sandro Polo

27 novembre 2021 ore 18.00

Casa della Partecipazione
Via del Buttero, 10 – Maccarese (Fiumicino – RM)

Il giorno 27 novembre alle ore 18.00 presso la Casa della Partecipazione di Maccarese si svolgerà l’incontro “Arte e vita quotidiana ai tempi di Dante”: Sandro Polo parlerà delle scoperte scientifiche, degli usi, dei costumi e dei grandi cantieri fiorentini dell’epoca di Dante, espressione di quel nuovo modo di pensare che costituirà la premessa alla nascita del Rinascimento toscano. Nel Duecento e per buona parte del Trecento Firenze vive un momento di straordinaria fioritura culturale, economica e demografica che la trasformarono in una delle metropoli più grandi e importanti dell’epoca: in questo contesto dinamico e creativo vivono e si esprimono i due principali artefici di una nuova, rivoluzionaria cultura: Dante e Giotto. Nell’anno in cui ricorre il settimo centenario della morte di Dante la conferenza rappresenta un omaggio della Biblioteca al Poeta.

Il giorno 11 dicembre alle ore 18.00 presso la Casa della Partecipazione di Maccarese, l’incontro “L’immaginario dantesco nella storia dell’arte” costituisce un’introduzione alla mostra “Inferno” -visitabile fino al 9 gennaio 2022- che racconta l’iconografia del mondo dei dannati, dal Medioevo ai nostri giorni. Sandro Polo illustrerà, contestualizzandoli, alcuni fra gli oltre 200 capolavori esposti alle Scuderie del Quirinale e si soffermerà sulla diffusione e il senso del revival gotico che ha caratterizzato buona parte dell’architettura eclettica ottocentesca italiana. Coloro che vorranno approfondire ulteriormente il percorso della mostra potranno visionare il catalogo in biblioteca.

Infine, il 5 gennaio alle ore 18.00, sempre presso la Casa della Partecipazione di Maccarese, la Biblioteca apre la nuova stagione culturale con l’incontro “Klimt e la Secessione Viennese”. A cavallo tra Ottocento e Novecento Vienna appare come una capitale europea elegante e pacata dolcemente sospesa tra i valzer e le operette di Strauss e Lehar. Dietro questa facciata rassicurante la città è scossa da forti tensioni sociali che ne stanno minando le fondamenta. Una stupefacente presenza di artisti e intellettuali intercetta e indaga le inquietudini e i sottili cambiamenti in corso alla luce delle sconvolgenti novità freudiane. L’opera di Klimt rispecchia fedelmente le contraddizioni di questo periodo: il suo lavoro, pur risplendendo di aurea bellezza, è attraversato da linee e immagini nervose, da un eros potente e misterioso che ammalia e allarma. Klimt non va oltre, rimane uno splendido e irrequieto tramonto sulla Storia; saranno i drammatici linguaggi di Schiele, Kokoschka, Schoenberg e molti altri ad anticipare quell’abisso verso cui Vienna e tutta l’Europa stanno inesorabilmente scivolando: la I Guerra Mondiale. Coloro che vorranno approfondire ulteriormente il percorso della mostra potranno visionare il catalogo in biblioteca. Per rispettare adeguatamente le norme anti-Covid la Biblioteca ha deciso di organizzare gli incontri presso la Casa della Partecipazione di Maccarese che garantisce un sereno distanziamento. È necessaria la prenotazione: scrivere a bibliofregene@libero.it.


INFO

Incontro
Arte e vita quotidiana ai tempi di Dante

A cura di Sandro Polo
27 novembre 2021 ore 18.00

Incontro
L’immaginario dantesco nella storia dell’arte

A cura di Sandro Polo
11 dicembre 2021 ore 18.00

Incontro
Klimt e la Secessione Viennese

A cura di Sandro Polo
5 gennaio alle ore 18.00

Casa della Partecipazione
Via del Buttero, 10 – Maccarese (Fiumicino – RM)
È necessaria la prenotazione: scrivere a bibliofregene@libero.it.
Ingresso con Green Pass

Biblioteca Fregene Gino Pallotta
Viale della Pineta 140 – Fregene

Tel. 06/65210745 – 06/65210744
bibliofregene@libero.it
www.bibliotecafregene.com

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca Melasecca PressOffice – Interno 14 next

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Roma, Fondazione Toti Scialoja: Arte e identità della specie umana di Gabriele Simongini

Presentazione del libro

Arte e identità della specie umana

di Gabriele Simongini

Intervengono:
Arnaldo Colasanti – Claudio Crescentini – Alberto Dambruoso

29 novembre 2021 ore 18.00

Fondazione Toti Scialoja
Via di S. Maria in Monticelli 67 – Roma

Colophon e sommario del libro

Il giorno 29 novembre 2021 alle ore 18.00 la Fondazione Toti Scialoja ospita la presentazione del libro Arte e identità della specie umana (Manfredi Edizioni) di Gabriele Simongini. Interverranno, oltre all’autore, il Presidente della Fondazione Arnaldo Colasanti, e gli storici dell’arte Claudio Crescentini e Alberto Dambruoso. L’evento costituisce la prima di una serie di presentazioni che coinvolgeranno diversi protagonisti del mondo dell’arte, affrontando di volta in volta un tema specifico del saggio.

L’arte è oggetto di una aggressione parassitaria da parte della moda, del design, dei social network, della speculazione finanziaria e del marketing che è parallela alla costante, progressiva cancellazione della memoria e della natura alla quale stiamo assistendo passivamente. Nel segno di un pluralismo polifonico che superi e purifichi l’ego autoriale, in questo saggio Gabriele Simongini ricorre ad una sorta di dialogo ideale e ad un montaggio di voci autorevoli, diverse e disseminate nel tempo, che hanno colto quasi profeticamente i segni dell’annichilimento di arte, natura e memoria che caratterizza la nostra epoca. L’obiettivo, tenendo conto che l’ibridazione fra gli esseri umani e la tecnologia è ormai inevitabile, è quello di ipotizzare come proprio l’arte possa salvaguardare l’identità della specie umana riallacciando legami profondi, primigeni e ramificati con la memoria e con la natura, svincolandosi il più possibile dall’abbraccio mortale dell’intrattenimento e della strategia puramente speculativa del sistema finanziario ma anche contrastando la colonizzazione del vivente da parte delle macchine.

Al termine della presentazione sarà possibile visitare la sede della Fondazione, dimora di Toti Scialoja negli ultimi suoi anni, che conserva alcune sue opere nonché la sua biblioteca.

Gabriele Simongini insegna Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Collabora con “Il Tempo”. Fa parte dei Comitati scientifici della Fondazione Toti Scialoja, della Libera Associazione Vasco Bendini e dell’Archivio Vinicio Berti. È stato Commissario nella XIV Quadriennale Nazionale d’Arte (2004-2005). Ha fatto parte del Comitato di Studi per il Padiglione Italia della 54a Biennale Arti Visive di Venezia (2011). È stato consulente artistico della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale. Ha curato numerose mostre in musei italiani e stranieri, dedicando cataloghi e monografie anche a gruppi e sodalizi come l’Art Club, “Forma 1” e la Scuola di piazza del Popolo. Ha pubblicato, fra l’altro, il “Catalogo Ragionato dell’Opera Incisa (1962-1993) di Piero Dorazio” (1996) e il libro “Astrattismo italiano” (2004).


INFO
Gabriele Simongini
Arte e identità della specie umana

Manfredi Edizioni

Fondazione Toti Scialoja
Via di S. Maria in Monticelli 67 – Roma
info@totiscialoja.it – tel. +39 06.68809900
https://totiscialoja.it

Ufficio Stampa
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IMMAGINE DI APERTURA – Invito

Pisa, Museo della Grafica: Un pomeriggio d’autunno al museo tra opere d’arte, carta e penna

Il Museo della Grafica organizza il laboratorio per famiglie:

UN POMERIGGIO D’AUTUNNO AL MUSEO
TRA OPERE D’ARTE, CARTA E PENNA 

Domenica 28 novembre, ore 16:00
Età consigliata: 6 – 11 anni

Come moderni cantastorie e con l’aiuto di alcune carte speciali, inventeremo un’originale storia ispirandoci alle opere della mostra Lo scrigno svelato. Tesori d’arte dalle collezioni pisane.

E non dimenticate di portare via con voi le carte speciali per poter creare tante altre storie divertenti insieme ai vostri amici e in famiglia!

Età consigliata per i bambini: 6 – 11 anni (età scolare)
Costo: 4 €
Partecipazione su prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili all’indirizzo e-mail: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it
Scadenza prenotazioni: venerdì 26 novembre, ore 13:00.
È richiesta la presenza di un adulto accompagnatore per tutta la durata dell’attività. 
Per maggiori informazioni clicca qui
Telefono: 050 2216059/70 – Email: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it

Per accedere al Museo è necessaria la certificazione verde COVID-19 per gli adulti accompagnatori

IMMAGINE DI APERTURA – Invito