L’Opificio Pietre Dure protagonista del Salone fiorentino del Restauro

L’Opificio delle Pietre Dure sarà tra i più attesi protagonisti della nona edizione del Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze, dal 25 aprile al primo maggio, alla Fortezza da Basso.

La presenza dell’Istituzione fiorentina è tra le più attese della manifestazione fieristica: gli operatori italiani ed internazionali del restauro apprezzano la presenza dell’OPD per l’opportunità di confrontarsi con chi da secoli (l’Opificio è l’espressione di una tradizione che risale al lontano 1588) realizza interventi che divengono esemplari nel variegato mondo del restauro dei beni culturali.

Il 26 e 30 aprile l’Opificio Pietre Dure
protagonista del Salone fiorentino del Restauro

Per rispondere a tanto interesse l’Opificio sarà al Salone per l’intera giornata del 26 aprile. Giornata intensissima di interventi, confronti e idee. Con anche una appendice il giorno 30 aprile.
Nella mattinata di venerdì 26 (dalle 9:30 nella Sala della scherma alla Fortezza da Basso) Emanuela Daffra, Soprintendente dell’Opificio accanto a  Cristina Acidini, Presidente dell’Opera di Santa Croce e Presidente della Fondazione Roberto Longhi, oltre che dai responsabili dei settori in cui si articola l’Istituzione fiorentina,  illustreranno avanzamento e risultati di alcuni recenti grandi progetti di conservazione effettuati su capolavori fiorentini, selezionati per la notorietà delle opere d’arte, per la complessità degli interventi e per le ricerche e la metodologia messe in campo.

Il primo focus sarà sul progetto di studio e restauro degli affreschi di Giotto nella Cappella Bardi, con interventi di Renata Pintus e Maria Rosa Lanfranchi. Per illustrare poi La “memoria sepolcrale al grande Alfieri” di Antonio Canova in Santa Croce. Il restauro e lo studio della tecnica costruttiva interverranno Riccardo Gennaioli, Camilla Mancini, Franca Sorella e Paola Lorenzi. 

Dall’antico al contemporaneo con l’illustrazione del Restauro di ‘Guerriero con scudo’ di Henry Moore: problematiche interne ed esterne di un grande bronzo del Novecento con interventi di Renata Pintus, Stefania Agnoletti, Maria Baruffetti, Merj Nesi e Aurea Restauro.

“La seconda sessione (con inizio alle 11:30) sarà dedicata – anticipa la Soprintendente Daffra – ai risultati delle tesi di diploma discusse negli ultimi due anni alla Scuola di Alta Formazione e Studio (SAFS) dell’OPD, di sicuro interesse, soprattutto per gli addetti ai lavori, per l’approccio fortemente sperimentale e gli elementi di innovazione usualmente connessi ai lavori di tesi presso la SAFS: Nuovi professionisti e inediti percorsi di ricerca. Tesi discusse alla SAFS dell’OPD.

Coordina gli interventi Letizia Montalbano, Direttore tecnico del Settore restauro Materiali cartacei e membranacei, già Direttrice della SAFS. 

La parola passerà quindi agli autori delle singole tesi: Alessia Bianchi, che ha indagato Il restauro del “Libro di disegni” di Baldassarre Franceschini detto Il Volterrano della Fondazione Roberto Longhi di Firenze; Selene Chersicla che ha approfondito Il Modello per il pannello in pietre dure “Vaso con Fiori” di Edoardo Marchionni del Museo dell’Opificio delle Pietre Dure; Giulia Ciabattini che propone Il fondo Leonardo Savioli: dal Centro Pecci allo studio dell’artista. Restauro strutturale di un dipinto su compensato; Giorgia Mori: Un codice miniato trecentesco: il Laudario di Santo Spirito alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, mentre il caso de Il manifesto di Alphonse Mucha per l”Imprimerie cassan fils della Collezione Salce: problematiche del ‘de-restauro’ del patrimonio effimero è trattato da Lavinia Nasoni; “Il restauro del primo fondo di pellicole fotografiche appartenente alla Commissione Vinciana relative al manoscritto di Leonardo da Vinci “Dell’anatomia” è il tema di Matilde Ticci; Il Trittico di Nocria della cerchia di Paolo da Visso, a Castelsantangelo sul Nera, danneggiato dal sisma del 2016 è stato l’oggetto di indagine di Petra Farioli. 

Gli interventi di restauro, per poterli realizzare, necessitano di chi li finanzi. Tema da sempre di evidente attualità. Uno dei mezzi per reperire fonti finanziarie sicuramente è l’Art Bonus.

A 10 anni dalla sua entrata in vigore, l’Art Bonus ha consentito a numerose amministrazioni pubbliche di realizzare importanti interventi di protezione, manutenzione e restauro del patrimonio culturale pubblico grazie al supporto di aziende, fondazioni bancarie e privati cittadini. In questo incontro ALES S.p.A., società responsabile del programma di gestione e promozione dell’Art Bonus per conto del Ministero della Cultura, approfondirà gli aspetti applicativi della norma e dialogherà con alcuni enti beneficiari di Art Bonus tra i più rappresentativi nel panorama nazionale per qualità e numero di interventi realizzati con il sostegno finanziario di mecenati: l’Opificio delle Pietre Dure, la Direzione Regionale Musei Toscana MiC, il Comune di Firenze”.

Dalle 14:30 alle 16:00, nella Sala incontri MiC, si discuterà perciò su “La sostenibilità economica dei progetti di restauro attraverso l’Art Bonus“, a cura di ALES Arte Lavoro e Servizi S.p.a. in collaborazione con Opificio delle Pietre Dure, Direzione Regionale Musei della Toscana e Comune di Firenze. Sono previsti gli interventi di Lucia Steri, Responsabile Comunicazione Art Bonus Ales S.p.A.; Emanuela Daffra, Soprintendente OPD e Direttore DRM Lombardia; Fabrizio Vallelonga, Funzionario MiC DRM Toscana e Direttore del Museo Nazionale Etrusco di Chiusi; Giorgio Caselli, Dirigente Servizio Belle Arti del Comune di Firenze.

I contributi dell’OPD al Salone del restauro proseguono nel pomeriggio alle 17:15 in Sala Sottani per presentare le novità editoriali della collana dell’Opificio “Problemi di Conservazione e Restauro” edita da Edifir edizioni Firenze. Una collana, fondata da Marco Ciatti, che ha una lunga e gloriosa tradizione, tant’è che ad essere presentato è il suo 63^ volume, dedicato a “Il restauro del fregio di Andrea Pucci Sardi da Empoli” a cura di Matteo Ceriana, Riccardo Gennaioli, Sandra Rossi (Firenze, 2024). Interverrà Paola D’Agostino, già Direttore dei Musei del Bargello, dove il fregio è custodito, alla presenza degli autori e curatori del volume.

Altro appuntamento, martedì 30 aprile dalle 14:00 alle 15:30, a cura della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, nella Sala incontri MiC. Tema: “Restauro e ricerche; attività della Soprintendenza ABAP di Firenze“.

  “La Cappella Brancacci nella chiesa del Carmine a Firenze: un protocollo per la diagnostica, la manutenzione, il monitoraggio e lo studio delle pitture murali. La conclusione del cantiere” è il titolo di un denso racconto che darà conto dei risultati di circa due anni di osservazioni su uno dei capolavori del primo rinascimento fiorentino. Intervengono: Antonella Ranaldi, SABAP per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato; Alberto Felici, SABAP per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato; Emanuela Daffra, Opificio delle Pietre Dure; Sara Penoni, Opificio delle Pietre Dure; Giorgio Caselli, Comune di Firenze; Cristiano Riminesi, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR); Simonetta Brandolini D’adda, Friends of Florence.

“Una presenza articolata dunque” sottolinea Emanuela Daffra “che non solo dà conto dei molteplici fronti su cui l’Istituto si impegna, ma anche della sua fisionomia naturalmente polidisciplinare, del suo essere luogo dove operatività altissima, ricerca e formazione procedono affiancate”



Ufficio Stampa Opificio delle Pietre Dure: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
tel. +39. 049.663499
simone@studioesseci.net (rif. Simone Raddi)
 
Ufficio Promozione culturale Opificio delle Pietre Dure:
Maria Emilia Masci opd.promozioneculturale@cultura.gov.it

Foiano. Madonna della Cintola di A. della Robbia. Moretti ne documenta il restauro

Il restauro della Madonna della Cintola (1502) di Andrea della Robbia, custodita nella Collegiata di San Martino e Leonardo a Foiano della Chiana (AR), è stato completato da un volume edito da DARTE per Tau Editrice che ne racconta la storia e l’importanza grazie alle ricerche di Tommaso Mozzati. L’intervento è stato finanziato da Fabrizio Moretti, mercante d’arte internazionale, ma da sempre legato a Foiano, luogo di origine del padre Alfredo.

Il restauro della Madonna della Cintola di Andrea della Robbia
Foiano della Chiana (AR), 27 aprile ore 18.30

In occasione della celebrazione del restauro, il 27 aprile alle ore 18.30 all’interno della Collegiata di San Martino e Leonardo di Foiano della Chiana (AR), verrà presentato il volume Andrea della Robbia. Storia e restauro della Madonna della Cintola di Foiano con un interessante saggio di Tommaso Mozzati, professore associato dell’Università degli Studi di Perugia, e un testo di Nicoletta Marcolongo e Angela Tascioni dello Studio Ardiglione di Firenze che ha curato il restauro dell’opera sotto la direzione di Jane Donnini Funzionario Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Siena, Grosseto e Arezzo.

Una delle opere più straordinarie custodite nel borgo di Foiano della Chiana, luogo di nascita del padre di Fabrizio e per il quale lui stesso ha un legame molto profondo, sarà da questo momento – secondo lo stesso Fabrizio – “visibile ai visitatori nello splendore di come quando il capolavoro uscì dalla bottega del maestro”.

In memoria di suo padre Alfredo, Fabrizio si è infatti impegnato a finanziare il restauro di quest’opera, un importante elemento all’interno di uno spazio civico dedicato alla gente di Foiano e proprietà della comunità locale. Mosso dal desiderio non solo di “restituire alla comunità un capolavoro di Andrea della Robbia attraverso un accurato restauro” ma anche di onorare la memoria di suo padre, che “ha sempre tenuto stretta al cuore la sua città natale”, le intenzioni di Fabrizio sottolineano il significato unico della Madonna della Cintola. In quest’opera di grande importanza, la silhouette maestosa della Vergine Maria, sostenuta da sei angeli, appare ai Santi Tommaso e Leonardo all’interno di una mandorla di cherubini ed è incoronata dalla figura di Dio Padre, le cui braccia sono aperte in un gesto di accoglienza e protezione. È quindi profondamente significativo che la Madonna della Cintola, segnata dai tratti di una complessa storia conservativa, possa ora essere restituita alla gente di Foiano nella piena e radiosa chiarezza, grazie al generoso contributo di Fabrizio Moretti. Questo gesto permette così di perpetuare una narrazione plurisecolare, strettamente legata agli eventi della comunità di Foiano della Chiana e all’essenza stessa della sua identità sociale e culturale.


Informazioni
Collegiata dei Santi Martino e Leonardo
Foiano della Chiana (Arezzo)
Sabato 27 aprile ore 17
Ingresso libero

Ufficio Stampa
STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Via San Mattia 16, 35121 Padova
Tel. +39.049.663499
www.studioesseci.net

Il programma del 27 aprile di ARTEVENTO CERVIA

Prosegue ARTEVENTO CERVIA

Il secondo weekend della 44° edizione del Festival Internazionale dell’Aquilone inizia con la celebrazione dell’anno del drago attraverso i focus su Cina e Giappone e l’edizione speciale della “Notte dei Miracoli” per i 700 anni dalla morte di Marco Polo. Il programma di sabato 27 aprile 2024.



INFORMAZIONI UTILI
44° ARTEVENTO CERVIA FESTIVAL INTERNAZIONALE DELL’AQUILONE
DOVE: Cervia, Spiaggia di Pinarella e altre location
QUANDO: dal 20 aprile al 1° maggio 2024
 
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SITO: https://artevento.com/
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Biblioteca Regionale di Messina: “Il Maggio dei Libri”- “Il libro…la nostra libertà”. 

Biblioteca Regionale di Messina – Quattordicesima edizione della campagna nazionale di promozione alla lettura “Il Maggio dei Libri”- “Il libro…la nostra libertà”. Palinsesto eventi programmati – dal 23 aprile al 31 maggio 2024.

L’opera “Insegnami a volare” realizzata dall’illustratrice Nicole Tecchio, vincitrice del contest “Disegniamo il Maggio”, indetto dal Festival internazionale del fumetto, animazione, cinema e games “Romics”, potrebbe ben rappresentare la linea di azione della Biblioteca Regionale di Messina.

Guardando in prospettiva “a volo d’uccello”- per rimanere in tema- in occasione della quattordicesima edizione de Il Maggio dei Libri, si è realizzato un palinsesto che sotto l’egida “Se leggi ti lib(e)ri” possa abbracciare i tre filoni in cui è declinato il tema principale: “Lib(e)ri di conoscere”    “Lib(e)ri di sognare”     “Lib(e)ri di creare”.

Il programma, racchiuso sotto l’intitolazione “Il libro…la nostra libertà”, prevede ogni venerdì di maggio interessanti e accattivanti appuntamenti culturali.



Post dell’iniziativa culturale saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:

Chi non potrà prendere parte all’iniziativa in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere all’Autrice.
Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Per INFO: Ufficio Relazioni con il Pubblico
                  tel.090674564

Il programma del 26 aprile di ARTEVENTO CERVIA

Prosegue ARTEVENTO CERVIA

La 44° edizione del Festival più colorato della Romagna continua con lo spettacolo del campionato di volo acrobatico Cervia’s Cup, il Glitch Mob, la presentazione de “Il millepiedi di Iqbal” e della tradizione dell’aquilone sonoro con l’artista vietnamita Quan Hang Cao. Il programma di venerdì 26 aprile 2024.



INFORMAZIONI UTILI
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QUANDO: dal 20 aprile al 1° maggio 2024
 
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Il programma del 25 aprile di ARTEVENTO CERVIA

Prosegue ARTEVENTO CERVIA. In diretta su GEO RAI 3 con il “Volo del fenicottero”, Korea Special Guest, l’annullo celebrativo dedicato a One Sky One World e gli spettacoli mozzafiato degli artisti internazionali Nick James e René Maier: la 44° edizione del Festival Internazionale dell’Aquilone celebra così la Festa della Liberazione. Il programma di giovedì 25 aprile 2024



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Sicilia: nuovi sviluppi per ispirare il futuro di altre città e le politiche di governo

Il progetto stimola lo sviluppo di un processo multidisciplinare di formazione e comunicazione delle conoscenze volto a implementare le “comunità di patrimonio” e mediante pratiche collaborative nel paesaggio. Molti sono stati i focus del workshop “Paesaggi Aperti per Abitare Favara” che si è tenuto a Favara, ponendo al centro l’idea di rigenerazione urbana su cui si fonda il progetto di ricerca “Paesaggi Aperti. Comunicazione, partecipazione, empowerment delle comunità” realizzato in Sicilia dall’Istituto Nazionale di Architettura IN/Arch con la sezione territoriale IN/Arch Sicilia

Paesaggi Aperti
per abitare Favara

Crolli, aree abbandonate, edifici dismessi. Spazi vuoti si trasformano in paesaggi aperti: tanti in Sicilia i contesti da innovare, nei quali soddisfare i bisogni del presente in ascolto e in dialogo con la natura e la tradizione del contesto. Questi alcuni focus del workshop “Paesaggi Aperti per Abitare Favara” che si è tenuto a Favara, ponendo al centro l’idea di rigenerazione urbana su cui si fonda il progetto di ricerca “Paesaggi Aperti. Comunicazione, partecipazione, empowerment delle comunità” realizzato in Sicilia dall’Istituto Nazionale di Architettura IN/Arch con la sezione territoriale IN/Arch Sicilia grazie al bando FRES “Fondo per la ricerca in campo economico e sociale” annualità 2021-22, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Il workshop “Paesaggi Aperti per Abitare Favara” è stato organizzato con il supporto di Farm Cultural Park e il patrocinio del Comune di Favara e dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Agrigento.

Interi quartieri soggetti alla caducità del tempo si stanno sbriciolando silenziosamente nell’attesa di essere rivissuti e di brillare di luce nuova, attraverso azioni di condivisione e coinvolgimento delle comunità. “Paesaggi Aperti” rilegge l’esperienza comunitaria sviluppata da Danilo Dolci in Sicilia a partire dagli anni ’50, con l’obiettivo di valorizzare culture e competenze locali rafforzando la complessa rete di relazioni fisiche, economiche e sociali che attraversano questi territori. Il progetto stimola lo sviluppo di un processo multidisciplinare di formazione e comunicazione delle conoscenze volto a implementare le “comunità di patrimonio” e mediante pratiche collaborative nel paesaggio.

Favara, nuova tappa del progetto Paesaggi Aperti, con il suo concentrato di memorie e forze creative, rappresenta un significativo case study per sviluppare pratiche laboratoriali volte a delineare nuovi paesaggi dell’abitare e nuove visioni urbane capaci di essere rigenerative, inclusive ed innovative. «Oltre a sviluppare un progetto locale per Favara – spiega Mariagrazia Leonardipresidente IN/Arch Sicilia – l’intento è quello di offrire una visione per il futuro di tante altre città, ispirando nuove politiche di Governo che promuovano strategie innovative e complesse per orientare nuovi percorsi di rigenerazione urbana nella società contemporanea». «Ci sono delle sfide che sono più grandi delle singole persone o di una comunità o ancora di più di una municipalità. – spiega Florinda Saieva di Farm Cultural Park, Transition For, RUF Regenerative Urban Farming – In alcuni casi la presenza dello Stato è indispensabile. Il centro storico di Favara è una di queste sfide, ma è anche la più grande occasione per sperimentare dei nuovi modelli di città del nostro sud Italia» sottolinea Saieva anche alla luce dell’accordo di collaborazione tra la Prefettura di Agrigento, il Comune di Favara, SPAB e Farm Cultural Park.

Al workshop di rigenerazione urbana sono stati invitati i progettisti Lillo Giglia (Lillo Giglia Architect); Giovanni FiamingoGiovanna RussoDomenica Benvenga (NextBuild); Salvo Terranova, Giorgia Testa, Arianna Lo Re, Fabrizio Parisi (lineaT studio); Francesco Moncada, Mafalda Rangel (Moncada Rangel); Lucia Pierro (AutonomeForme.Architettura) che, dopo una prima analisi dell’area di Via Reale, hanno iniziato a tracciare un percorso volto a definire una strategia per riabitare quest’area del centro storico che, nonostante, l’incuria ed il degrado diffuso conserva intatta la sua identità ed esprime un grande potenziale di rigenerazione urbana ed umana.

Le prime idee progettuali puntano l’accento sui vuoti generati dai crolli intesi come luoghi densi di possibilità e pronti ad accogliere nuove attività, nuovi spazi verdi e aree pavimentate. Per i progettisti quest’area può infatti diventare un nuovo luogo di relazione con la natura che migliorerà la qualità dell’ambiente urbano mitigando gli effetti del cambiamento climatico e promuovendo una strategia insediativa ecologica, basata sull’uso di fonti energetiche sostenibili, sull’efficientamento idrico e sulle pratiche di riforestazione urbana. Negli edifici recuperabili si propone invece un mix di funzioni residenziali, sociali, culturali, di commercio e piccolo artigianato. Tra i temi trattati anche quello dell’accessibilità e della accoglienza della nuova cittadinanza da attuare mediante progetti di coabitazione, scambi culturali e collaborazioni economiche: lungo Via Reale si potrà sviluppare un esempio di convivenza tra persone di generazioni ed etnie differenti generando una nuova città armoniosa e solidale.  

Paesaggi Aperti” con il workshop “Paesaggi Aperti per Abitare Favara” delinea nuove strategie per realizzare il modello di un quartiere che risponda alle esigenze attuali anticipando anche le domande future. Dopo la prima presentazione pubblica che è servita anche a raccogliere delle nuove sollecitazioni da parte della comunità favarese, i progettisti coinvolti continueranno il lavoro per rigenerare il sistema urbano lungo Via Reale. “Paesaggi Aperti” tornerà a Favara il 21 giugno 2024 quando, nella cornice di Farm Cultural Park, verranno presentati al pubblico gli esiti progettuali.

Le attività del workshop “Paesaggi Aperti per Abitare Favara” si sono svolte al Palazzo Micciché e con sopralluoghi nelle aree del progetto, sono intervenuti Andrea Bartoli, Florinda Saieva (Farm Cultural Park, Transition ForRUF Regenerative Urban Farming) e Mariagrazia Leonardi (Paesaggi Aperti, Presidente IN/Arch Sicilia) ed i progettisti Lillo Giglia (Lillo Giglia Architect); Giovanni FiamingoGiovanna RussoDomenica Benvenga (NextBuild); Salvo Terranova, Giorgia Testa, Arianna Lo Re, Fabrizio Parisi (lineaT studio); Francesco Moncada, Mafalda Rangel (Moncada Rangel); Lucia Pierro (AutonomeForme.Architettura). Sono intervenuti e hanno seguito i lavori anche Antonio Palumbo (Sindaco della Città di Favara) e Rino La Mendola (Presidente Ordine Architetti PPC Agrigento), Miriam Mignemi (Presidente Consiglio comunale Favara). Hanno partecipato ai lavori anche Filippo Romano (Prefetto Agrigento), Giuseppe Guerrera (DARCH Università di Palermo), Luca Lotti (Ecole d’Architecture et de Paysage de Bordeaux), Alberto Biondo (Centro per lo Sviluppo Creativo Danilo Dolci), Martina Palumbo (Fondazione RadicePura), Annalisa Contato (DARCH Università di Palermo) Gianfranco Tuzzolino (Presidente Polo Territoriale Universitario Agrigento, Università di Palermo), Valeria Scavone (DARCH Università di Palermo), Vito Martelliano (DICAR, SDS Architettura Siracusa, Università di Catania), Silvia Covarino (German University Cairo), Graziella Trovato (E.T.S.A. U.P.M. Madrid), Antonio Liotta (Vicesindaco), Nicola Costanza (Presidente SPAB), Giacomo Sorce (Comune di Favara).


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ARTEVENTO CERVIA: Il programma del 24 aprile della 44° edizione

ARTEVENTO CERVIA, la più completa e longeva rassegna di aquiloni d’arte, torna sulla spiaggia di Pinarella di Cervia dal 20 aprile al 1° maggio 2024 con la 44° edizione del Festival Internazionale dell’Aquilone, promuovendo il pluralismo, il dialogo e l’inclusione come strumenti di pace e celebrando al contempo la cultura e le tradizioni legate all’aquilone.



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Messina: 25 aprile in quattro movimenti di Festa

Mai s’è visto un 25 aprile così a Messina, una giornata intera – dalle 9.30 alle 21 – densa di contenuti, di musica, di argomenti, una vera Festa della Liberazione.
Non mancherà per la prima volta una iniziativa sulle due ruote: l’Uisp e la Fiab “Messina ciclabile”, in collaborazione con Cgil e altre associazioni, organizzano la “Pedalata resistente”. Il raduno è alle 9.30 in via Pascoli (traversa di via Tommaso Cannizzaro) davanti al rifugio antiaereo Galleria Santa Marta e la pedalata durerà fino alle 11.

L’itinerario prevede l’attraversamento delle vie del centro città, con sosta in piazza Francesco Lo Sardo, detta anche piazza del Popolo, per ricordare l’antifascista messinese fatto morire in carcere dal regime. Un’altra sosta avverrà sul lato di via Cesare Battisti della Facoltà di Giurisprudenza, dove una lapide ricorda l’espulsione degli Ebrei da Messina.

Una delegazione dell’Anpi, guidata dal presidente Giuseppe Martino e con il labaro dell’Associazione portato da Paola Fazio, sarà alle 10 in piazza Unione europea, per partecipare alla cerimonia ufficiale per il 79° anniversario della Liberazione. Lo stesso presidente Martino svolgerà l’intervento rappresentativo dei significati, passati e presenti, della Liberazione.

Dalle 11 alle 12.30 in piazza dell’Unione Europea, dopo l’arrivo della pedalata e la conclusione della manifestazione ufficiale, ci saranno letture collettive di poesie, brani di letteratura sulla Resistenza, sulla libertà e sulle biografie di alcuni partigiani messinesi. Si esibirà il corpo bandistico “Santa Cecilia” di Villafranca Tirrena e liberamente si canterà “Bella ciao” e altri canti pregnanti della Resistenza.

A conclusione della giornata presso il Parco Horcynus Orca di Torre Faro si terrà il concerto per la Festa della Liberazione, direttore artistico il noto Giacomo Farina, presentatore Giampiero Neri.

L’evento, in cui sia alterneranno vari artisti e artiste, inizierà alle 17. Prenderanno la parola Pietro Patti per la Cgil, Gaetano Giunta per la Fondazione di Comunità, Anna Ricevuto dell’Udu, Annamaria Garufi per l’Anpi e Antonella Vadalà in memoria di un partigiano messinese.

Si esibiranno le artiste e gli artisti Paola Fazio, Germano Di Gregorio, David Cuppari, Erika La Fauci, Olivia Cinquemani, Ensemble A. Morabito & G. Fichera, Sicilia e Dintorni. Durante il Concerto per il 25 Aprile sarà letto il monologo di Antonio Scurati che lo stesso scrittore avrebbe dovuto recitare in una trasmissione Rai. La partecipazione di Scurati è stata annullata a meno di 24 ore dalla messa in onda. Il monologo sarà interpretato dalla coppia di attori di teatro Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi.

Arriva il 25 aprile a Messina e vede protagonisti, oltre l’Anpi, Cgil, Rete degli studenti, Udu, Fondazione Messina, Associazione culturale Arb, Emergency, Arcigay, Parco Horcynus Orca, Libera, Fiab Messina Ciclabile, Uisp e Feltrinelli Point.

Anche quest’anno Anpi e Cgil vogliono festeggiare il 25 Aprile organizzando un concerto che si terrà nel Parco Horcynus Orca, a Capo Peloro, a partire dalle 17.

Sette le proposte musicali che renderanno magico l’evento, che si preannuncia già di grande livello alla luce del valore e dello spessore degli artisti che avranno modo di esibirsi. Direttore artistico Giacomo Farina, a presentare e guidare la manifestazione sarà Giampiero Neri.

Aprirà il concerto la cantante Paola Fazio, seguiranno David Cuppari, quindi Germano De Gregorio, Erika La Fauci, il duo composto da Angelo Morabito & Gianfranco Cogliandro Fichera e il gruppo di musica popolare “Sicilia e Dintorni”. Ma l’edizione di quest’anno si caratterizza per il ritorno sulle scene di una grande cantante, Olivia Cinquemani.

E ora conosciamo meglio gli artisti che interverranno alla festa. A cominciare da Paola Fazio, giovane interprete messinese già molto conosciuta. A lei è affidata l’apertura della parte artistica della Festa con canti della Resistenza. David Cuppari è una vecchia conoscenza della scena musicale messinese e non solo per i suoi trascorsi da batterista.

Negli ultimi anni ha sviluppato un energico stile cantautorale esibendo una grande duttilità vocale. Germano De Gregorio è il leader fondatore della band sperimentale degli anni ’90 Lilly for Gulliver. Da qualche anno è tornato in città dopo esperienze all’estero. All’Horcynus si presenta con un repertorio originale cantautorale accompagnato alle percussioni da Marco Macrì. Erika La Fauci è una pianista molto conosciuta ed apprezzata sia in ambito classico, jazz e pop, che ama divertirsi sfoderando doti canore molto apprezzate. Olivia Cinquemani è un’artista straordinaria che torna in pista proprio in occasione del concerto per la Festa della Liberazione. Le sue doti vocali ne fanno una delle cantanti più apprezzate in Italia, grazie alle esibizioni come interprete dei più fortunati e popolari musical messi in scena nel nostro paese, a cominciare da “Jesus Christ Superstar”. Si esibirà in duo con Erika La Fauci prima e subito dopo con un inedito quanto atipico ensemble formato da Giovanni Alibrandi (violino), Gianfranco Cogliandro Fichera (chitarra solista), Giacomo Farina (organetto diatonico), Marco Macrì (chitarra ritmica) e Luigi Polimeni (theremin). Il pomeriggio continuerà con Angelo Morabito & Gianfranco Cogliandro Fichera, due artisti che fanno della musica una vera e propria ragione di vita. Entrambi chitarristi provetti ed entrambi appassionati di blues hanno alle spalle carriere invidiabili e un presente solidissimo fatto di serate e concerti molto partecipati. A chiudere, come lo scorso anno, il gruppo “Sicilia e Dintorni” magistralmente guidato da Giovanni Bombaci. Senza ombra di dubbio possiamo dire che è forse il gruppo più autenticamente popolare della nostra città senza nessuna concessione allo stile folkloristico e alle modernità della world music.


Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia
Comitato provincia di Messina
Comunicato stampa 23 aprile 2024

Cimitero della Certosa: torna a splendere il monumento funerario al fabbro Gaetano Simoli, simbolo della dignità del lavoro

Un significativo progetto di restauro, realizzato con il contributo di Bologna Servizi Cimiteriali che attraverso questa iniziativa continua a promuovere la valorizzazione, la conservazione e la promozione del patrimonio storico artistico del Cimitero monumentale della Certosa favorendone la fruizione da parte della comunità.

Presentato il restauro del monumento funerario al fabbro Gaetano Simoli, primo lavoratore ad aver avuto accesso a una sepoltura monumentale nella storia della Certosa di Bologna

In occasione della prossima ricorrenza del Primo Maggio, Festa del Lavoro, è stato presentato oggi, lunedì 22 aprile 2024, alle ore 11.00 presso il Pantheon del Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna, il 
restauro della tomba
 di Gaetano Simoli, primo lavoratore nella storia della Certosa ad aver avuto accesso a una sepoltura monumentale.

La scultura in marmo, situata nel Chiostro VII, è stata realizzata da 
Tullo Golfarelli
 (Cesena, 1852 – Bologna, 1928), 
tra i principali protagonisti della scultura bolognese tra Otto e Novecento, ed è nota come uno dei capolavori più celebri e iconici presenti all’interno del complesso monumentale della Certosa.

Dopo sette mesi di attento restauro, il monumento dedicato al fabbro municipale Gaetano Simoli e a sua moglie Liberata Morini, situato all’interno del Cimitero della Certosa (Campo del Chiostro VII, numero 48), torna al suo antico splendore.
Il monumento, realizzato nel 1895 dall’artista Tullo Golfarelli, rappresenta un simbolo tangibile dell’orgoglio di classe del defunto. Bologna Servizi Cimiteriali – che ha stanziato complessivamente 27mila euro per la realizzazione dell’intervento – ha scelto di sostenere il progetto per preservare e riportare in piena luce questa importante testimonianza artistica che costituisce un’eccellenza del patrimonio culturale di Bologna, offrendo l’occasione per scoprire e ripercorrere una tappa della storia cittadina.

Una presentazione e una restituzione alla comunità che non a caso cade prossima alla ricorrenza del Primo Maggio, festa dei lavoratori. La tomba con l’imponente effige del fabbro, che raffigura l’uomo con tenuta e attrezzi da lavoro, si erge come emblema eloquente della dignità artigiana e del più autentico saper fare. L’artista Tullo Golfarelli, con la sua opera scultorea, ha immortalato l’essenza stessa del lavoro, conferendo al monumento a Gaetano Simoli un significato profondo e duraturo.

L’intervento effettuato ha consentito di restituire al pubblico il prezioso monumento che si stava deteriorando a causa dell’inquinamento atmosferico e dell’insediamento di muschi e licheni nelle porosità del marmo.

Il delicato intervento conservativo è stato realizzato dal Laboratorio di Restauro Ottorino Nonfarmale e si è svolto sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le Province di Modena, Ferrara e Reggio Emilia e con la collaborazione del Settore Musei Civici del Comune di Bologna. I lavori di restauro hanno preso il via da una prima pulitura del monumento, con la rimozione di licheni, muffe e alghe, per poi passare alla stuccatura e riadesione delle parti distaccate. Successivamente è stata consolidata l’intera superficie, inclusa la parte marmorea, ed è stato rinforzato il lapidone di chiusura. A completamento dell’opera, la cancellata in ferro è stata oggetto di revisione della ortogonalità degli elementi e delle giunzioni, pulitura della superficie, eliminazione delle vernici residue e della ruggine, consolidamento e protezione finale.

La presentazione e la restituzione di questo monumento, a pochi giorni dalla festa dei lavoratori, offre un’opportunità unica per riflettere sull’eredità di Gaetano Simoli, punto di riferimento per la comunità bolognese, che incarna i valori di dedizione e impegno verso il proprio lavoro, contribuendo a preservare la memoria storica della nostra comunità”, dichiarano Simone Spataro e Cinzia Barbieri, presidente e direttore generale di Bologna Servizi Cimiteriali “L’intervento, di particolare rilevanza anche sul piano civile, si inserisce a pieno titolo nel piano finalizzato alla tutela e valorizzazione del patrimonio monumentale della Certosa, museo a cielo aperto della città e patrimonio UNESCO”.

Dedicato al fabbro municipale Gaetano Simoli e a sua moglie Liberata Morini, il monumento funerario rappresenta sicuramente l’opera di maggior successo dello scultore Tullo Golfarelli (1853-1928). La scultura, così celebre da essere lodata persino da Giovanni Pascoli nel 1906, testimonia l’ispirazione dell’artista, ma anche il suo impegno nei confronti degli ideali progressisti e di lotta di classe cui era fortemente legato.

Il monumento, di dimensioni naturali, ritrae un giovane fabbro dall’aspetto fiero, altero, severo, ma al tempo stesso sereno. Tullo Golfarelli lo ritrae in un momento di pausa dal lavoro, mentre appoggia il martello sull’incudine e l’altra mano è rilassata sull’anca. Il fabbro indossa indumenti semplici e modesti: calzature chiuse con dei lacci, pantaloni ampi e comodi con risvolto, una camicia semplice e leggera. A caratterizzare l’abbigliamento il grembiule in cuoio, utilizzato per proteggere i vestiti dalle bruciature e il corpo dalle ustioni provocate dalle schegge roventi prodotte dalla battitura del ferro.

L’opera fu commissionata per volontà testamentaria dello stesso Gaetano Simoli che con il suo lavoro acquistò una modesta agiatezza, risparmiando quanto necessario per realizzare il sogno di un monumento che ne tramandasse la memoria ai posteri.

Ai piedi della statua si trova la scritta ‘labor‘, che Golfarelli stesso definì come la “statua raffigurante il lavoro, a simboleggiare l’orgoglio di classe del defunto, diventato un simbolo dell’esaltazione del lavoro”.

Sul basamento è collocato un medaglione con l’effige dei due coniugi ritratti in tarda età.


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