ARTE KUNST VAL TARO PLUS 2022 – Una sfida per promuovere e incentivare il territorio attraverso l’arte contemporanea

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ARTE KUNST VAL TARO PLUS 2022

dal 29 luglio al 23 ottobre 2022

a cura di Bianca Maria RIZZI

UN PIANO STRATEGICO DI RIGENERAZIONE CULTURALE E CREATIVA PER LE ALTE VALLI DEL TARO E DEL CENO – PARMA

Il Progetto AKVT plus si pone la sfida di promuovere ed incentivare il territorio in Emilia Romagna dell’Alta Val Taro e Val Ceno da un punto di vista turistico e culturale, utilizzando l’arte contemporanea.

Ideato dall’Associazione “Serpaglio Lichtenberg” in collaborazione e con il sostegno dei Comuni di Bedonia, Tornolo e Bardi con il supporto di associazioni del territorio e in contatto col Centro Studi Val Ceno, l’attuale edizione si inserisce in una strategia di sviluppo a medio/lungo termine.

Il Festival proseguirà anche, dall´8 al 23 ottobre 2022 con una mostra finale a Bardi nella Val Ceno che presenterà i lavori degli Artisti partecipanti creati durante le loro residenze nelle botteghe, questa esposizione rappresenta il PLUS nel nome del festival ARTE KUNST VAL TARO PLUS grazie all’adesione della Val Ceno rispetto all’edizione 2021.

L’evento è patrocinato della Provincia di Parma e sostenuto dalla Fondazione Cariparma.

ll Festival quest’anno, riprende l’iniziativa di marketing territoriale della precedente edizione con l’utilizzo dei negozi sfitti come Residenza d’Artista, ampliandola attraverso alcuni driver:

Intensificazione della comunicazione in particolare sui social

– Introduzione di nuove tecnologie applicate all’Arte

– L’utilizzo continuativo dei negozi sfitti per tutto l’anno al fine di rafforzare la percezione del territorio come luogo di offerta culturale non solo in estate.

Si vuole così rispondere in parte ai problemi del territorio, lo spopolamento che deriva dalla presenza di botteghe artigiane e negozi ormai sfitti che avevano funzione oltre che commerciale anche sociale come luoghi di relazione e il senso di isolamento dovuto alla mancata inclusione dei nuovi residenti, italiani e stranieri (in particolare Olandesi), e degli emigranti di ritorno.

Crediamo fortemente che la cultura e la creatività siano elementi di unione e arricchimento sociale.

Gli Eventi collaterali nel periodo sono:
– 6 Concerti
– 2 Conferenze su argomenti tematici legati all’Arte
– 3 Workshop tenuti da artisti
– 2 Mostre collaterali dei fotografi noti a livello internazionale

        Dina Goldstein e Kai Schäfer
– Mostra finale delle opere realizzate a Bardi

Gli artisti partecipanti quest’anno sono:
Angelo Barile, Dea Buscola, Giovanni Buzzi, Andrea Gallo, Lele Gastini, Fabio Iemmi, Marco Minotti, Deborah Pellegrino, Tina Sgrò.

Lavoreranno nelle botteghe di Bedonia avvicendandosi: Giovanni Buzzi (4-11/8), Andrea Gallo (2-8/8), Fabio Iemmi (29/7-2/8), Tina Sgrò (4/8-11/8), Marco Minotti (29/7-11/8), Deborah Pellegrino (29/7-3/8).

Lavoreranno nelle botteghe di Tornolo e Tarsogno per l’intero periodo del festival:

Angelo Barile, Dea Buscola e Lele Gastini.

Ogni bottega è contrassegnata da un grande forex con la scritta ARTE KUNST VAL TARO PLUS.

Mostra collaterale di Dina Goldstein – In the Dollhouse

La serie In the Dollhouse ed è stata realizzata nel 2012.
Si svolge con una narrazione sequenziale in dieci parti, fotografata in una casa delle bambole costruita su misura dall’artista. Non è più una casa per adolescenti, ma piuttosto per un pubblico più cresciuto. Questa volta Dina si cimenta con uno dei simboli più potenti della cultura occidentale: Barbie e Ken, l’amata e idealizzata coppia americana. Più di ogni altra disposizione o valore dell’infanzia, Barbie rappresenta il concetto che la “bellezza” è il tratto più importante e necessario per raggiungere il potere e la felicità. Il suo coprotagonista Ken, intrappolato in un matrimonio imposto, scopre il suo io autentico e finalmente esprime la sua individualità, dopo diversi decenni di narrazione tradizionale. Il destino di Barbie è triste nelle mani di Goldstein, mentre Barbie crolla e si confronta con sé stessa e la sua vita effimera. Dina sovverte il mito della “perfezione umana” attraverso la satira ed esplora il concetto idealistico e instabile di perfezione.

Mostra collaterale di Kai Schäfer – Worldrecords

Kai Schäfer, attraverso le sue opere, mette in evidenza i grandi album della storia della musica su giradischi che, in parte, sono diventati anche leggendari.

Il suo progetto WORLDRECORDS vuole essere un omaggio all’arte sonora analogica, un omaggio al più caldo, forse al più sensibile dei portatori di suono. In un certo senso – e questo rende la serie fotografica così speciale – è anche una personale macchina del tempo per lo spettatore: la musica come impulso per ricordare episodi della propria storia personale, la liberazione dei pensieri e dei sentimenti di un tempo. La colonna sonora della tua vita.

Ariston Michael Jackson Thriller 47,3×35,4 cm

Artisti partecipanti

Marco Minotti (Bedonia dal 29/7 all`11/8 2022)

Nei suoi lavori spesso gioca ad inventare nuove specie animali. Unisce animali con animali, animali con l’essere umano. Spesso lega, unisce, vincola gli animali a nubi tossiche, magma che altro non è che la rappresentazione dell’effetto “uomo” sulla natura.

Le sue opere ci vogliono far riflettere, non vogliono stupire o terrorizzare, vogliono farci pensare. Vogliono per un istante, farci capire, attraverso metafore, giochi di ruolo ed immagini, cosa stiamo facendo, cosa stiamo combinando.

La sua ricerca, infatti, è denuncia degli effetti che l’uomo può produrre sulla natura, della manipolazione genetica, dell’inquinamento e delle altre cause che l’artista crede porteranno ad una ribellione della natura stessa.

Gli antichi pregavano Dei fantasiosi, come la Medusa, il Basilisco, la Chimera che altro non erano che animali e uomini uniti fra di loro, “noi oggi siamo in grado di farlo realmente e presto ci ritroveremo a pregarli”.

Angelo Barile

Il modello umano delle figure di Angelo Barile (Tornolo dal 29/7 all`11/8 2022) e la loro poetica è vibrante e ricco di rosate e scure giovani donne surreali e neopop.

Un immaginario leggermente horror e fiabesco si snoda sulle tele di Barile con profondi significati simbolici.

Qui a Bedonia e Tornolo, viene presentato il concetto del “bozzetto capovolto”, dove il disegno di prova è grande rispetto al lavoro finale colorato.

Dea Belusco

Pittrice e scultrice Dea Belusco (Tornolo dal 29/7 al 9/8 2022) gioca con l’inconscio umano che fa riaffiorare nelle sue opere.

Il suo pennello è selvatico e ci porta in paesaggi immaginari popolati da mostri buoni e fatine maliziose. Il suo bestiario è bizzarro e quasi innocente in un’epoca travagliata come la nostra.

Giovanni Buzzi

Il privilegio dell’artista di “cogliere l’attimo” è ben rappresentato da Giovanni Buzzi (Bedonia dal 4/8 all`11/8 2022)

Egli è inserito nella tradizione realista, guardando al vero e al quotidiano.

Una forte emozione pervade lo spettatore che si ritrova spesso dinnanzi personaggi equivoci o turbati. Prevale una componente individualistica ed esistenziale nei suoi quadri in una visione spesso angosciata.

L’impianto resta solido e ben costruito e con una grande vivacità cromatica.

Andrea Gallo

Il lavoro di Andrea Gallo (Bedonia dal 2/8 all`8/8 2022) gioca sul potere evocativo della pittura. Tramite la raffigurazione abbozza storie che non ricercano un effetto di senso o di verosimiglianza e non si sviluppano in una concatenazione logica. I soggetti e gli eventi che rappresenta derivano da immagini attinte da archivi fotografici privati, riviste e giornali d’epoca. Immagini insieme anonime e confidenziali. Il risultato di questa ricombinazione è una sorta di enigma visivo che chiunque guarda può interpretare e risolvere liberamente.

Le sue immagini sembrano prendere forma da un film di Hitchcock o si possono anche sentire gli influssi di David Lynch.

Tra i personaggi spesso aleggia una mancanza di comunicazione, anche se questa sarebbe dovuta per il rapporto di parentela che lega le figure.

Lele Gastini
Illustratore e visual artist classe 1993. (Tarsogno, Albergo Plaza dal 29/7 all`11/8 2022). Amante del bianco e nero, crea le sue opere a mano o in digitale, sui muri e su tutto ciò che può essere decorato, cercando di dare forma alle immagini che riempiono la sua mente. La continua esplorazione del bianco e del nero sono la base della sua ricerca artistica. Dal 2022 nel mondo magico degli Nfts.

Fabio Lemmi

Nell’ambito della pittura astratta italiana Fabio Iemmi (Bedonia dal 29/7 al 2/8 2022) si esprime con la sua capacità di forgiare uno spazio ampio e puro con materie e tecniche inconsuete.

Lo spazio viene riempito da un senso ritmico del movimento ed i rapporti ora armonici ora contrastati del colore e delle forme, assurgono alla pienezza estetica dell’opera. In una concezione dell`”Arte spaziale” egli dona al colore un valore espressivo in sé e per sé.

Deborah Pellegrino

Una fumettista, generalmente comica, ma si dedica anche ad altri generi. Si dedica anche all’illustrazione, spaziando dai paesaggi, al nudo e al creepy.

Tina Sgrò

Le emozionanti immagini di Tina Sgrò (Bedonia dal 4/8 all`11/8 2022) ci rimandano alla sfera del ricordo, del raccoglimento e della “melancholia” che viene da lontano. Tina che, con il suo pennello ci presenta ambienti misteriosi, è una poetessa innamorata del mondo e del suo fantastico quotidiano antico ed intimo.


INFO

Evento: Arte Kunst Val Taro Plus 2022
29 luglio – 11 agosto 2022

Promotore evento: Associazione artistico-culturale Serpaglio Lichtenberg

A cura di: Bianca Maria Rizzi

Organizzazione: Matthias Ritter

Graphic Design: Cristian Ducceschi

Artisti partecipanti: Angelo Barile, Dea Buscola, Giovanni Buzzi, Andrea Gallo, Lele Gastini, Fabio Iemmi, Marco Minotti, Deborah Pellegrino, Tina Sgrò.

Gli orari di apertura al pubblico degli atelier artistici sono:
mattina h. 10.00/12.00 – pomeriggio h. 16.00/18.00

Mostre collaterali:
Dina Goldstein – In the Dollhouse
Kai Schäfer – Worldrecords

Per informazioni, domande e approfondimenti:
Matthias Gernot Ritter [+39 3661830031]Bianca Maria Rizzi [+39 3664695525]

Associazione Artistico-Culturale
Serpaglio Lichtenberg
Via Serpaglio, 18
43041 Bedonia (PR)

UFFICIO STAMPA 
FG Comunicazione – Venezia 
Cristina Gatti 
cristina.gatti@fg-comunicazione

02- Letture estive: “Feria d’agosto” di Cesare Pavese – Fine d’agosto

La scelta delle letture estive è talmente impegnativa che si preferirebbe essere già a settembre. Naturalmente stiamo scherzando, perché i suggerimenti offerti sono talmente tanti che potremmo trascorrere tutto il tempo a passarli in rassegna. La Redazione Il Libraio, ad esempio, fornisce una lunga e documentata lista di Libri da leggere: oltre 200 consigli per l’estate 2022. Dovete solo acquistare il libro che preferite e portarvelo sotto l’ombrellone.

In verità, l’espressione “libro da ombrellone” sembra alquanto irriverente trattandosi di letture, che certo non vorremmo fossero del tutto disimpegnate e superficiali. La proposta che vi facciamo è, quindi, (ri)scoprire un bel libro di un grande autore italiano del Novecento. Un libro solo, da leggere, capitolo dopo capitolo, dovunque voi siate.

Feria d’agosto di Cesare Pavese, raccoglie brevi racconti incentrati sugli anni giovanili dell’autore: la vita in campagna, le vigne, l’infanzia in contrapposizione col mondo degli adulti, la voglia di lasciare quelle colline e conoscere il mondo. Infine, la città, le case, le feste, le amicizie. Sono temi che si ritrovano anche in altri capolavori di Cesare Pavese. Sono i temi che per tutto il mese d’agosto ci accompagneranno sulle pagine di Experiences. Buona lettura e buone ferie, per voi e per noi.

Parte prima: Il mare

Fine d’agosto

Una notte di agosto, di quelle agitate da un vento tiepido e tempestoso, camminavamo sul marciapiede indugiando e scambiando rade parole. Il vento che ci faceva carezze improvvise, m’impresse su guance e labbra un’ondata odorosa, poi continuò i suoi mulinelli tra le foglie già secche del viale. Ora, non so se quel tepore sapesse di donna o di foglie estive, ma il cuore mi traboccò improvvisamente, tanto che mi fermai.

Clara attese, semivoltata, che riprendessi a camminare. Quando alla svolta c’investí un’altra folata, Clara fece per soffermarsi, senza levare gli occhi, un’altra volta in attesa. Davanti al portone, mi chiese se volevo far luce o passeggiare ancora. Restai un poco fermo sul marciapiede – ascoltai il fruscío d’una foglia secca trascinata sull’asfalto – e dissi a Clara che salisse, l’avrei subito seguita.

Quando, dopo un quarto dora, giunsi di sopra, mi sedetti a fumare alla finestra fiutando il vento, e Clara mi chiese attraverso la porta della stanza se mi ero calmato. Le dissi che l’aspettavo e, un istante dopo, mi fu accanto nella stanza buia, si appoggiò contro la mia sedia e si godeva il tepore del vento senza parlare. In quell’estate eravamo quasi felici, non ricordo che avessimo mai litigato e passavamo lunghe ore accanto prima di addormentarci. Clara capisce tutto, e a quei tempi mi voleva bene; io ne volevo a lei e non c’era bisogno di dircelo. Eppure so adesso che le nostre disgrazie cominciarono quella notte.

Se Clara si fosse almeno irritata per la mia agitazione, e non mi avesse atteso con tanta docilità. Poteva chiedermi che cosa mi fosse preso, poteva tentare lei stessa d’indovinarlo, tanto piú che l’aveva intuito – ma non tacere, come fece, piena di comprensione. Io detesto la gente sicura di sé, e per la prima volta detestai Clara.

Quel turbine di vento notturno mi aveva, come succede, inaspettatamente riportato sotto la pelle e le narici una gioia remota, uno di quei nudi ricordi segreti come il nostro corpo, che gli sono si direbbe connaturati fin dall’infanzia. La spiaggia dove sono nato si popolava nell’estate di bagnanti e cuoceva sotto il sole. Erano tre, quattro mesi di una vita sempre inaspettata e diversa, agitata, scabrosa, come un viaggio o un trasloco. Le casette e le viuzze formicolavano di ragazzi, di famiglie, di donne seminude al punto che non mi parevano donne e si chiamavano le bagnanti. I ragazzi invece avevano dei nomi come il mio. Facevo amicizia e li portavo in barca, o scappavo con loro nelle vigne. I ragazzi delle bagnanti volevano stare alla marina dal mattino alla sera: faticavo per condurli a giocare dietro i muriccioli, sui poggi, su per la montagna. Tra la montagna e il paese c’erano molte ville e giardini, e nei temporali di fine stagione le burrasche s’impregnavano di sentori vegetali e torridi che sapevano di fiori spiaccicati sui sassi.

Ora, Clara lo sa che le folate notturne mi ricordano quei giorni. E mi ammira – o mi ammirava – tanto, che sorride e tace quando vede questo ricordo sorprendermi. Se gliene parlo e faccio parte, quasi mi salta al collo. È per questo che non sa che quella notte mi accorsi di detestarla.

C’è qualcosa nei miei ricordi d’infanzia che non tollera la tenerezza carnale di una donna – sia pure Clara. In quelle estati che hanno ormai nel ricordo un colore unico, sonnecchiano istanti che una sensazione o una parola riaccendono improvvisi, e subito comincia lo smarrimento della distanza, l’incredulità di ritrovare tanta gioia in un tempo scomparso e quasi abolito. Un ragazzo – ero io? – si fermava di notte sulla riva del mare – sotto la musica e le luci irreali dei caffè – e fiutava il vento – non quello marino consueto, ma un’improvvisa buffata di fiori arsi dal sole, esotici e palpabili. Quel ragazzo potrebbe esistere senza di me; di fatto, esistette senza di me, e non sapeva che la sua gioia sarebbe dopo tanti anni riaffiorata, incredibile, in un altro, in un uomo. Ma un uomo suppone una donna, la donna; un uomo conosce il corpo di una donna, un uomo deve stringere, carezzare, schiacciare una donna, una di quelle donne che hanno ballato, nere di sole, sotto i lampioni dei caffè davanti al mare. L’uomo e il ragazzo s’ignorano e si cercano, vivono insieme e non lo sanno, e ritrovandosi han bisogno di star soli.

Clara, poveretta, mi volle bene quella notte come sempre. Forse me ne volle di più, perché anche lei ha le sue malizie. Noi giochiamo qualche volta a rialzare fra noi il mistero, a intuire che ciascuno è per l’altro un estraneo, e così sfuggire alla monotonia. Ma ormai io non potevo più perdonarle di essere una donna, una che trasforma il sapore remoto del vento in sapore di carne.


Edizione completa sulla pagina dedicata a Feria d’agosto di liberliber.it . Testo digitalizzato da Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it, revisionato da Catia Righi, catia_righi@tin.it, e Ugo Santamaria.