Settore Musei Civici Bologna: RE-COLLECTING. Morandi racconta. Il segno inciso: tratteggi e chiaroscuri

Con l’avvicinarsi di Ferragosto, vi ricordiamo le sedi del Settore Musei Civici Bologna che lunedì 15 agosto 2022 saranno regolarmente aperte per consentire la visita in occasione della giornata festiva:  
– Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) | h 10-19
– Museo Civico Medievale (via Manzoni 4) | h 10-19
– Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) | h 10-18.30
– Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) | h 10-18.30
– MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Minzoni 14) | h 10-19
– Museo Morandi (via Don Minzoni 14) | h 10-19
– Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) h 10-19

Per maggiori informazioni e per le modalità di accesso raccomandate si invita a consultare il sito www.museibologna.it.

Museo Morandi | via Don Minzoni 14

RE-COLLECTING.
Morandi racconta. Il segno inciso: tratteggi e chiaroscuri

A cura di Lorenza Selleri

Giorgio Morandi
Grande natura morta con la lampada a petrolio, 1930
acquaforte su rame
Collezione C.O.Z.
Istituzione Bologna Musei | Museo Morandi
Provenienza: Deposito in comodato gratuito da gennaio 2017
Punte e bulini utilizzati da Giorgio Morandi per incidere
Istituzione Bologna Musei | Casa Morandi

La mostra Morandi racconta. Il segno inciso: tratteggi e chiaroscuri, a cura di Lorenza Selleri, costituisce il quinto ed ultimo appuntamento del ciclo di focus espositivi denominato RE-COLLECTING, ideato da Lorenzo Balbi per approfondire temi legati alle collezioni permanenti del MAMbo e del Museo Morandi, indagandone aspetti particolari e valorizzandone opere solitamente non visibili o non più esposte da tempo. 
L’esposizione si concentra sulla tecnica dell’acquaforte di cui Giorgio Morandi fu maestro eccelso. Maestro in senso stretto, dal momento che dal 1930 diventa docente di Tecnica dell’Incisione all’Accademia di Belle Arti di Bologna, ma anche in senso lato, dato che dalla sua straordinaria capacità tecnica e dal suo rigore non si può prescindere. Egli infatti si dedicò alla grafica, e in particolare all’acquaforte, con un impegno pari a quello dedicato alla pittura (“dipingo e incido paesaggi e nature morte”, dichiarò egli stesso nel 1937), tanto che ne divenne un interprete straordinario, tra i più significativi di tutto il panorama europeo del suo tempo. 
Sette delle quattordici acqueforti esposte entrarono a far parte del patrimonio del Comune di Bologna nel 1961, quando Morandi le donò, conservando l’anonimato, in occasione del riordino delle raccolte della Galleria d’Arte Moderna allora ubicata presso Villa delle Rose. Accanto a queste opere sono presentati alcuni fogli appartenenti a collezioni private, concessi in comodato gratuito al museo in tempi più o meno recenti, e la stampa della sola lastra, ad oggi nota, che Morandi incise con la tecnica della ceramolle.
Completa l’esposizione una selezione di strumenti originali, lettere, fotografie e documenti inediti provenienti dall’Archivio Storico dell’Accademia di Belle Arti.


Museo Morandi | via Don Minzoni 14
RE-COLLECTING. Morandi racconta. Il segno inciso: tratteggi e chiaroscuri
A cura di Lorenza Selleri
Periodo di apertura: prorogata fino al 23 ottobre 2022
Orari di apertura: martedì, mercoledì h 14-19; giovedì h 14 -20; venerdì, sabato, domenica, festivi h 10-19; chiuso lunedì non festivi
Ingresso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale giovani 18-25 anni € 2 | gratuito possessori Card Cultura
Telefono: 051 6496611
Sito: www.mambo-bologna.org/museomorandi

Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
Ufficio Stampa Bologna Musei
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it
www.museibologna.it
Instagram @bolognamusei

Settore Musei Civici Bologna: Davide D’Elia. FRESCO

Con l’avvicinarsi di Ferragosto, vi ricordiamo le sedi del Settore Musei Civici Bologna che lunedì 15 agosto 2022 saranno regolarmente aperte per consentire la visita in occasione della giornata festiva:  
– Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) | h 10-19
– Museo Civico Medievale (via Manzoni 4) | h 10-19
– Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) | h 10-18.30
– Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) | h 10-18.30
– MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Minzoni 14) | h 10-19
– Museo Morandi (via Don Minzoni 14) | h 10-19
– Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) h 10-19

Per maggiori informazioni e per le modalità di accesso raccomandate si invita a consultare il sito www.museibologna.it.

Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini | Strada Maggiore 44

Davide D’Elia.
FRESCO

A cura di Elisa Del Prete

Davide D’Elia
FRESCO, 2022
Installation view della mostra
Museo Davia Bargellini, Bologna
photo © M3S Roma

L’intervento di Davide D’Elia, presentato al Museo Davia Bargellini da NOS Visual Arts Production con la curatela di Elisa Del Prete, è pensato in dialogo con la collezione del museo e i peculiari criteri museografici che ne dettano il percorso espositivo all’interno del palazzo seicentesco dove è situato, raro esempio di collezionismo privato cittadino.
La mostra si compone di otto quadri in plexiglas del ciclo FRESCO realizzati nel corso di un precedente intervento site specific operato da D’Elia nel 2018 sugli affreschi del Salone delle Feste del Palazzo Atti-Pensi di Todi, dimora cinquecentesca che si erge al centro della piazza principale della città umbra, che a Bologna vengono allestiti in relazione ai dipinti e alle sculture commissionate dal mecenatismo dei Bargellini, tra le famiglie bolognesi che ricoprirono importanti cariche nel Senato cittadino.
Da tempo l’artista indaga la relazione tra passato e presente, storia dell’arte e arte contemporanea, pittura accademica e “gesto” pittorico, in un percorso che mette al centro un ripensamento su forma e colore in chiave attuale. Per realizzare il ciclo FRESCO a Todi, l’artista non è intervenuto direttamente sugli affreschi ma vi ha apposto delle strutture in plexiglas appositamente progettate. Ciò gli consente di stendere campiture di pittura “iris blue” celando talvolta gli elementi organici del paesaggio, talvolta  le architetture nell’intento di far emergere la costruzione dei dipinti degli affreschi sottostanti. Una volta rimossi dagli affreschi, gli otto quadri sono diventati pitture astratte – o “assolute”, come le definisce l’artista – su cui si è conservata la traccia dell’indagine compositiva creando un discorso tra “pittura assente” e “pittura presente”.
La mostra a Bologna è completata da due nuovi interventi site specific, Zero e Zero1, su due dipinti della collezione del museo entrambi dal titolo Paesaggio con figure di Vincenzo Martinelli (fine sec. XVIII) esposte nella Sala 1. Zero e Zero1, nel momento in cui lasceranno il luogo originario del Museo Davia Bargellini per essere esposti altrove, attiveranno a loro volta un processo di traslazione portandosi dietro il contesto primario. “Atti” dello stesso componimento poetico, le opere di FRESCO costruiscono nel tempo e nello spazio un dialogo tra luoghi geograficamente distanti tramite un’azione di sovrapposizione in cui la storia e l’identità di ognuno si stratificano sul tassello successivo. Proprio in tale ottica la visita propone un’esperienza di Realtà Virtuale (realizzata da Filippo Pagotto/EL CA BO), tramite cui il visitatore si fa testimone della simultaneità dell’opera ricongiungendo il ciclo alla sua fonte originaria.


Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini | Strada Maggiore 44
Davide D’Elia. FRESCO
A cura di Elisa Del Prete
Periodo di apertura: fino al 25 settembre 2022
Orari di apertura: martedì, mercoledì, giovedì h 10-15; venerdì h 14-18; sabato, domenica, festivi h 10-18.30; chiuso lunedì non festivi
Ingresso: gratuito
Telefono: 051 236708
Sito: www.museibologna.it/arteantica

Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
Ufficio Stampa Bologna Musei
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it
www.museibologna.it
Instagram @bolognamusei

14- Letture estive: “Feria d’agosto” di Cesare Pavese – Risveglio

La scelta delle letture estive è talmente impegnativa che si preferirebbe essere già a settembre. Naturalmente stiamo scherzando, perché i suggerimenti offerti sono talmente tanti che potremmo trascorrere tutto il tempo a passarli in rassegna. La Redazione Il Libraio, ad esempio, fornisce una lunga e documentata lista di Libri da leggere: oltre 200 consigli per l’estate 2022. Dovete solo acquistare il libro che preferite e portarvelo sotto l’ombrellone.

In verità, l’espressione “libro da ombrellone” sembra alquanto irriverente trattandosi di letture, che certo non vorremmo fossero del tutto disimpegnate e superficiali. La proposta che vi facciamo è, quindi, (ri)scoprire un bel libro di un grande autore italiano del Novecento. Un libro solo, da leggere, capitolo dopo capitolo, dovunque voi siate.

Feria d’agosto di Cesare Pavese, raccoglie brevi racconti incentrati sugli anni giovanili dell’autore: la vita in campagna, le vigne, l’infanzia in contrapposizione col mondo degli adulti, la voglia di lasciare quelle colline e conoscere il mondo. Infine, la città, le case, le feste, le amicizie. Sono temi che si ritrovano anche in altri capolavori di Cesare Pavese. Sono i temi che per tutto il mese d’agosto ci accompagneranno sulle pagine di Experiences. Buona lettura e buone ferie, per voi e per noi.

Parte seconda: La città

Risveglio

Quella notte avevo subito una grossa umiliazione: di quelle che ci colgono in mezzo alla gente senza che la gente se ne accorga. Continuammo a sorridere, io e i miei interlocutori, come se nulla fosse avvenuto, e per loro infatti nulla era avvenuto: semplicemente era stata detta una parola che per tutti, me compreso, era uno scherzo. Ma un attimo dopo respiravo a fatica e me ne stavo aggobbito nel mio angolo, stordito e assorto come uno smemorato. Fortuna che nessuno mi badò, e tutti pensavano a parlare e farsi ascoltare. Riuscii anzi poco dopo a interloquire anch’io: cercai di riportare il discorso alla frase di prima; se fosse debolezza, o una sfida alla mia angoscia, non so.

Quando tutti se ne furono andati, io che pure mi mostravo assonnato e cascante, accompagnai verso casa l’amico P. L’amico taceva di buon umore e, visto che non parlavo, mi sbirciava incuriosito. Io mi chiedevo perché mi fossi messo con lui; e anelavo la solitudine del ritorno per abbandonarmi all’avvilimento e toccarne il fondo. C’era qualcosa di non detto tra noi, e la cautela dell’amico inconsapevole aggiungeva disagio alla mia disperazione. Perché quella notte ero davvero disperato.

— E domani, che fai? — disse l’amico, quando fummo per fermarci.

Non so che cosa gli risposi; forse soltanto uno dei gesti d’impazienza abituali tra noi. Dové credere che il malumore mi venisse dal sonno, e se ne andò sul marciapiede echeggiante. Io tesi l’orecchio ai suoi passi, quasi fingendomi che il suo allontanarsi fosse l’ultima voce della vita che mi lasciava, e trovando in questa fantasia come un sollievo disperato. Poi mi volsi e ripresi la strada, abbandonato a me stesso.

Era notte di giugno, e l’oscurità palpitava. Io misuravo la mia angoscia a tanta dolcezza, e scavavo scavavo a ogni passo nel mio dolore come se tutta la tenebra ne fosse intrisa e bastasse avanzare per sentirsene addosso il peso sempre più intollerabile. M’accorsi a un tratto – e mi fermai – che mi era caduta di mente l’innocua parola da cui tutto era cominciato. Ero fermo sul marciapiede di una piazza dove una fontana borbottava. Quel rumore mi parve futile, pure nel suo incanto. Nulla ormai poteva abolire la realtà miserabile della mia esistenza. Della dolcezza dell’ora coglievo soltanto il silenzio, il profumo, la calma. Era notte avanzata, e avevo vagabondato più del solito per distrarre nella novità della cosa la mia umiliazione. Non potevo rassegnarmi all’idea che mi sarei svegliato l’indomani e nel breve dormiveglia dell’alba mi sarei ritrovato in cuore, prima ancora di aprire le palpebre, questo tormento familiare. Ero stanco e indolorito a un punto, che potevo soltanto rimettermi attraverso uno sforzo, una rottura.

Decisi allora di attendere il giorno per le strade, di fare io stesso il giorno, giacché tutta la città era deserta e il cigolìo di qualche carro lontano non era cosa di città ma di campagna. Già il tepore del cielo non accennava più a un’ora notturna. Ripresi a camminare guardandomi intorno, dirigendo i miei pensieri avviliti sul brusio di un mulinello di foglie, sulla nera trasparenza del cielo. Nacque così tra me e la notte un’intimità vaga – vaga, perché ben altro mi pesava nell’anima, e le case, i lampioni deserti, la volta del cielo, mi trascorrevano intorno in silenzio come bava di vento. Nel silenzio il mio grande dolore taceva quasi assopito in vece del corpo. Io continuavo a camminare; passavo viuzze, piazze, viali; tendevo a giungere alla fine di quella strada interminabile, che sarebbe cessata soltanto nel mattino. Avendo uno scopo non temevo più il tempo, e la solitudine stessa aboliva la passata coscienza di me. Il mattino non mi avrebbe più colto a tradimento come usa; l’ora insolita che vivevo ne aveva già assorbito ogni amarezza, e io gli andavo incontro come a qualcosa di mai visto e di mio. Lo salutai dietro una casa di sobborgo.

Quando si svolse e inondò le strade, io cominciavo a rallentare il passo. Ora potevo anche fermarmi e assaporare la stanchezza, abbandonandomi alle voci che lo chiamavano fresche. Ma fermandomi, smettendo di evocarlo e andargli incontro, esso sarebbe diventato una mattina come le altre, come avevo già temuto nella notte. Perciò continuai ad avanzare, opponendo al residuo dolore la mia instancabile volontà di veglia. Passai le ultime case, giunsi a un ponte; di là dal ponte cominciava la campagna. Fissai in fondo alla pianura un’osteria minuscola e bruna e mi disposi a raggiungerla.


Edizione completa sulla pagina dedicata a Feria d’agosto di liberliber.it . Testo digitalizzato da Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it, revisionato da Catia Righi, catia_righi@tin.it, e Ugo Santamaria.