Bologna, Museo civico del Risorgimento: “Arriva Vittorio Emanuele! Dai festeggiamenti del 1860 alle celebrazioni del 1888”

G. Riccio, Vittorio Emanuele II, Litografia, 1860 ca.
Bologna, Museo civico del Risorgimento
© Museo Civico del Risorgimento di Bologna

Arriva Vittorio Emanuele!
Dai festeggiamenti del 1860 alle celebrazioni del 1888

A cura di Mirtide Gavelli e Otello Sangiorgi

20 maggio – 16 luglio 2023
Museo civico del Risorgimento
Piazza Carducci 5, Bologna

www.museibologna.it/risorgimento

In collaborazione con 8cento APS e Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano – Comitato di Bologna

Inaugurazione venerdì 19 maggio 2023 ore 17.30

Il Museo civico del Risorgimento di Bologna prosegue nell’attività di valorizzazione della propria collezione di oggetti di interesse storico-artistico e dell’ingente patrimonio bibliografico e documentario relativo alla storia d’Italia – e di Bologna in particolare – dalla fine del XVIII secolo alla Seconda Guerra Mondiale, dedicando un progetto espositivo a una pagina fortemente significativa della storia della città: la visita di Re di Sardegna Vittorio Emanuele II avvenuta nel 1860 in un clima di gioiosa partecipazione popolare.

La mostra Arriva Vittorio Emanuele! Dai festeggiamenti del 1860 alle celebrazioni del 1888, a cura di Mirtide Gavelli e Otello Sangiorgi, e promossa in collaborazione con 8cento APS e Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano- Comitato di Bologna, si inaugura venerdì 19 maggio e resterà visibile fino al 16 giugno 2023.

Il 1860 fu un anno decisivo per l’Unità d’Italia: vennero annesse al Regno di Sardegna prima l’Emilia, le Romagne e la Toscana, poi le Marche, l’Umbria e, in seguito alla Spedizione dei Mille, tutta l’Italia meridionale. Ma ancor più dei Plebisciti per l’Annessione e delle imprese di Garibaldi, rimase impressa nella memoria collettiva cittadina la visita di Re Vittorio Emanuele II a Bologna, che si svolse nell’arco di quattro giorni dall’1 al 4 maggio 1860.

I diversi momenti che scandirono la fitta agenda di impegni vennero organizzati accuratamente, secondo un cliché che si andava consolidando, in  modo che ciascuno dei diversi – e a volte contrapposti – segmenti sociali in cui Bologna era suddivisa potesse essere raggiunto, coinvolto, indotto a manifestare il proprio consenso e a riconoscersi così, insieme agli altri, parte di una stessa comunità politica, quella nata dalle lotte per l’Indipendenza: l’Italia di Vittorio Emanuele. L’ingresso trionfale in città insieme al Ministro dell’Interno Luigi Carlo Farini, accolti dal sindaco Luigi Pizzardi e da un vero bagno di folla in una città addobbata a festa, l’incontro con le autorità, il ricevimento dei notabili alla festa da ballo nel Teatro Comunale, la parata militare, l’incontro con i poveri, largamente beneficati per l’occasione, la visita “turistica”, a San Luca e, ovviamente, alla Certosa, un evento specifico dedicato alle donne… a tutti questi eventi venne dato ampio risalto sulla stampa, e, nel tempo, vennero ricordati in incisioni, litografie, dipinti, tesi a perpetuare la memoria delle giornate reali.  

Anche i grandi eventi del 1888 – VIII Centenario dell’Università ed Esposizione Emiliana – si svolsero nel segno di Vittorio Emanuele II, morto esattamente dieci anni prima: l’11 giugno fu inaugurato nella piazza principale della città (dedicata a lui fin dal 1859) un grandioso monumento equestre in bronzo eseguito da Giulio Monteverdi, mentre per le solenni celebrazioni universitarie venne scelto il 12 giugno, giorno in cui Bologna veniva liberata dalle truppe austriache e dal dominio papale.

La stessa Esposizione Emiliana, volta a celebrare il progresso nelle arti, nell’economia, nell’industria, nacque «sotto gli auspici e alla memoria del Padre della Patria» perché, come ebbe a dire Carducci, «gli auspici per l’avvenire» andavano derivati «dalle glorie del passato».

Attraverso oggetti e documenti conservati al Museo del Risorgimento, la mostra ripercorre questi  momenti fondamentali per la storia della città che, anche grazie alla presenza e alla memoria di Vittorio Emanuele II, in quei giorni si collocò al centro della scena nazionale.

Carlo Bossoli (Lugano, 1815 – Torino, 1884), Ingresso in Bologna di S.M. il Re, 1° maggio 1860, Galleria d’Arte Moderna di Torino, conservata al Museo Nazionale del Risorgimento di Torino
© Fondazione Torino Musei

Tra i pezzi esposti si segnala la bardatura da cavallo appartenuta a Vittorio Emanuele II, che venne spedita alla Marchesa Brigida Fava Ghisilieri Tanari dalle Regie Scuderie di Torino per «servire di modello di quella che coteste Signore hanno in animo di regalare al nostro Augusto ed Amatissimo Sovrano». Il manufatto era stato prodotto dal sellaio torinese Pietro Rigolino. La gualdrappa, in tessuto ricamato con fili d’argento, reca la figura di un leone con elmo alato, una catena spezzata al collo, e stemma Savoia schiacciante una serpe: si tratta di uno dei simboli più noti della Casa Reale. Due fonde da sella finemente decorate, fissate anteriormente all’arcione, servivano per alloggiare le pistole. La bardatura che fu offerta dalle donne dell’Emilia Romagna al Re Vittorio Emanuele nel corso della sua visita nel 1860 – molto più preziosa di questa – è oggi conservata al Gabinetto Storico del Palazzo del Quirinale di Roma.

Sono esposti inoltre componimenti poetici (spesso scritti in dialetto bolognese) e caricature relative alla visita pubblicate nei giornali satirici locali nonché le fatture e altri documenti relativi alla Grande Festa che si svolse al Teatro Comunale il 2 maggio 1860: un evento grandioso, allietato da un abbondante buffet allestito dalla già nota pasticceria Majani, che si protrasse fino alle cinque del mattino e alla quale parteciparono circa 5.000 persone.

Saranno inoltre esposte le fotografie originali dell”inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II svoltasi l’11 giugno 1888, e della celebrazione ufficiale dell’VIII Centenario dell’Università, svoltasi il giorno successivo in Archiginnasio, col discorso tenuto da Giosuè Carducci, e i biglietti di invito alla cerimonia.

Grazie a codici QR, è inoltre possibile accedere al portale www.storiaememoriadibologna.it, con notizie e approfondimenti sugli oggetti esposti e le vicende narrate:
Il Re a Bologna
Monumento a Vittorio Emanuele II
Il Gran Ballo in onore del re d’Italia
Vittorio Emanuele II
Bardatura da cavallo
Fava Ghisilieri Brigida
Il Diavoletto – Giornale fantastico
Guardia Nazionale di Bologna
La ditta di marmisti Davide Venturi & Figlio

Durante il periodo di apertura sono organizzate le seguenti attività di mediazione ed educazione per il pubblico degli adulti e dei bambini, incluse nel biglietto di ingresso al museo:

venerdì 16 giugno e venerdì 7 luglio ore 17.30
visite guidate alla mostra

venerdì 9 giugno ore 15 e 16.30
laboratorio per bambini Desideri passeggeri – Realizza il tuo taccuino di viaggio.

La mostra fa parte di Bologna Estate 2023, il cartellone di attività promosso da Comune di Bologna e Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.


Titolo mostra
Arriva Vittorio Emanuele!
Dai festeggiamenti del 1860 alle celebrazioni del 1888

A cura di
Mirtide Gavelli e Otello Sangiorgi

Promossa da
Settore Musei Civici Bologna | Museo civico del Risorgimento

Periodo di apertura
20 maggio – 16 luglio 2023

Inaugurazione
Venerdì 19 maggio 2023 ore 17.30

Orari di apertura
Martedì e giovedì 9-13
Venerdì 15-19
Sabato, domenica e festivi 10-18
Lunedì chiuso

Biglietti
Intero € 5 | ridotto € 3 | ridotto speciale visitatori > 18 anni e ≤ 25 € 2 | gratuito possessori Card Cultura

Informazioni
Museo civico del Risorgimento
Piazza Carducci 5 | 40125 Bologna
Tel. + 39 051 225583
www.museibologna.it/risorgimento
museorisorgimento@comune.bologna.it
Facebook: Museo civico del Risorgimento – Certosa di Bologna
YouTube: Storia e Memoria di Bologna

Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
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Ufficio Stampa Settore Musei Civici Bologna
Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
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Forum Pa, Jelinic (Ceo ENIT): “Sos personale, il turismo non è un ripiego”

FORUM PA, JELINIC (ENIT): “MANCANZA DI PERSONALE NEL TURISMO? STIAMO SBAGLIANDO LA NARRAZIONE DELLE COMPETENZE. È DISINCENTIVANTE. SÌ A MAPPATURA E FORMAZIONE. LAVORARE NEL TURISMO NON È UN RIPIEGO” 

18 Maggio 2023

“Il sistema del turismo ha agito finora con limiti. Solo da un anno finalmente esiste un Ministero del turismo ad hoc con portafoglio proprio per sostenere il valore e il peso che il settore ha per tutto il comparto economico. La cattiva rappresentazione della filiera e la narrazione sbagliata della nomenclatura e della considerazione delle competenze a livello sociologico è stata finora disincentivante. Essere impiegati nel settore è da troppo tempo visto come un ripiego lavorativo. Non esiste lavoro di serie a e serie b. Di base c’ è un problema culturale.  Ci vuole una mappatura delle competenze e l’abbattimento della discrezionalità formativa lasciata a enti di formazione, presidi e camere commercio. Si genera frammentazione. 
Il tema della concorrenza è un tema importante dobbiamo essere competitivi e capaci di farci scegliere a livello internazionale tenendo presente che nel turismo la competizione non è tre imprese all’interno della nazione ma tra destinazioni quindi tra l’Italia e altre mete nel mondo. 
Se il turismo vale il 13 per cento del pil, numero anche ridimensionato rispetto alla portata se si tiene conto dell’indotto va tradotto in scelte politiche mirate e centrali perché è un comparto che genera valore a tutta l’economia. In questo contesto il sistema camerale e del mondo delle imprese è andato a colmare un gap che c’era e a cui la politica prima non dava risposte. 
Siamo qui oggi per cercare strumenti da tradurre in decisioni con politiche di formazione e riqualificazione del personale in qualità di risorsa strategia del settore”. Così Ivana Jelinic Presidente e Ceo Enit intervenuta a Forum Pa. 
 
Riscontri positivi arrivano direttamente dal ministero del turismo con Barbara Casagrande Segretario Generale – Ministero del Turismo che rileva con entusiasmo la nascita di nuove sinergia per questa prima volta del Ministero al Forum Pa che “ha scelto di esserci insieme alle parti sociali. 
I due punti fondamentali con cui si vuole fare turismo è quello di mettere al centro le persone per fare rete e ascoltare. 
Perché finzioni il sistema non bisogna dimenticare le persone. Siamo persone che credono nel nostro Paese e che vogliono che il nostro Paese sia conosciuto. Vogliamo che si venga a scoprirlo e vogliamo condividerlo, non tenerlo per noi. Abbiamo avviato i contatti con i rettori italiani per un lavoro di ricognizione dei percorsi frammentati sul turismo e intanto stiamo avviando un master ma resta da lavorare sulla formazione di primo livello oltre ad essere partito il liceo del Made In Italy. Tutto atterrerà sul portare del turismo digitale che nel 2026 sarà uno strumento straordinario”. 
 
Il tema della sostenibilità del mercato del lavoro turistico del reperimento del personale al centro del dibattito organizzato da Enit con il Ministero del turismo, Federalberghi, Federturismo. Una fotografia che rileva una carenza strutturale che deve indurre a divenire più attrattivi. 

“Va uniformato il percorso professionale perché altrimenti i territori si orientano senza una rotta e tutto è lasciato al buon senso degli operatori di turno. Anche se il turismo è stato un grande ascensore sociale perché spesso i direttori sono diventati tali facendo gavetta dal basso, è giusto anche che venga strutturato in considerazione dei volumi d’affari forti e lo sforzo di emergere rispetto alle altre nazioni.
Attualmente i problemi sono due: mancanza personale e quindi sarebbe necessario un intervento del governo sui compensi dei lavoratori e incentivi fiscali. E poi sul lungo periodo la situazione puó essere risolta a livello governativo disegnando percorsi di formazione standardizzati per tutte le categorie del turismo” afferma Marina Lalli Presidente – Federturismo Confindustria.

Un fenomeno non solo italiano quello della difficoltà di reperire personale qualificato. Lo segnala Alessandro Massimo Nucara Direttore Generale – Federalberghi e Presidente – Ente Bilaterale Nazionale del Turismo “è un problema è esploso ancora di più con la pandemia. La chiave di lettura è creare relazioni salde con i collaboratori  Lavorare mentre gli altri si divertono non è facile non è da tutti non è per tutti. E si entra nell’ottica di considerare il lavoro nell’ambito turistico come una missione oppure è necessario attivare delle politiche incentivanti”
 
Va incontro al tema la proposta della presidente di Isnart Loretta Credaro puntando “ad una certificazione delle competenze con credenziali individuate dopo un confronto pubblico e privato. La creazione di un’ academy che allinei la formazione per ridefinire il modello. Senza turismo non c’ è commercio. Occorre far crescere la consapevolezza in un sistema critico. Stiamo cercando di portare avanti percorsi di alternanza e affianchiamo nelle imprese turistiche e percorsi per le competenze trasversali”. 


ENIT – AGENZIA NAZIONALE TURISMO ITALIANO
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Francesca Cicatelli – resp ufficio stampa Enit –
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Direzione Esecutiva
Comunicazione e Ufficio Stampa
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Economia e Inclusione: accordo tra Afrisicilia e CRAL ST Etna Valley di ST Microelectronics 

Economia e Inclusione: accordo tra Afrisicilia e CRAL ST Etna Valley di ST Microelectronics

Agricoltura, una scelta responsabile apre nuove prospettive. Gli ortaggi raccolti dai migranti prossimamente sulle tavole di 5mila soci del CRAL ST Etna Valley dipendenti della ST Microelettronics di Catania. Dal caporalato all’autonomia, l’inclusione passa dall’economia locale.

Inclusione, legalità e lavoro per un futuro certo. Bisogni quasi mai scontati per chi migra. In un campo etneo a coltivarli c’è la nuova cooperativa sociale Afrisicilia impegnata da pochi mesi nella produzione e nella commercializzazione di ortaggi a chilometro zero. I migranti che l’hanno costituita stanno compiendo i loro primi passi costruendo sinergie sul territorio, partendo dalle realtà a loro più vicine. Prossimamente il raccolto di Alioune, Benson, Diao, Fakeba, Mamadou e Seku sarà proposto ai 5mila dipendenti iscritti al Circolo Ricreativo Aziendale dei Lavoratori, grazie a un accordo tra Afrisicilia e il CRAL ST Etna Valley della ST Microelectronics di Catania.

«Cerchiamo sempre di organizzare attività sostenibili e soprattutto locali – spiega Davide Gangi, presidente del CRAL ST Etna Valley – Afrisicilia ha la sua sede di fronte alla ST Microelectronics, quando ci hanno proposto di supportare il loro percorso di contrasto al lavoro nero e di riscatto dallo sfruttamento, siamo stati molto felici di compiere una scelta responsabile. Abbiamo stipulato una convenzione, con l’obiettivo di sostenere le loro attività promuovendo tra i lavoratori iscritti al CRAL l’acquisto degli ortaggi raccolti ogni giorno a pochi passi dallo stabilimento».

Gli ortaggi stagionali saranno venduti a un prezzo equo, potranno essere ordinati e poi consegnati ogni giorno a chilometro zero, nella sede in cui i migranti vivono in cohousing, in Via Pantano d’Arci a Catania, nei campi messi a disposizione dall’Istituto Fermi Eredia di Catania.

«Questo primo accordo che abbiamo stipulato con il CRAL apre nuove importanti prospettive: faremo del nostro meglio per proseguire questo percorso di autonomia e di legalità qui in Sicilia – afferma Diao Diallo, presidente della cooperativa Afrisicilia – quando proponiamo i nostri ortaggi proviamo a diventare parte integrante della comunità e dell’economia locale. Siamo riusciti a coinvolgere i lavoratori iscritti al CRAL, sono tanti e lavorano qui vicino a noi, potranno venire e scegliere il raccolto del giorno. Stiamo già cogliendo per loro lattuga romana, sedano, cipolle, fave, cavolo cappuccio, finocchi e bietola rosa».

Afrisicilia nasce da un percorso formativo coordinato dal Centro per l’Istruzione degli Adulti CPIA Catania 2 in partenariato con l’Istituto Fermi Eredia, il Consiglio Italiano per i Rifugiati e il Centro Orizzonte Lavoro. Tutti i migranti coinvolti sono in possesso del permesso di soggiorno e purtroppo sono state vittime di caporalato, per superare la loro condizione fragile sono stati supportati nella creazione della startup. Hanno fatto propri i diritti del lavoro che fino a poco tempo fa gli erano stati negati: hanno acquisito le tecniche agrarie e le normative del settore ortofrutticolo; hanno superato tutti gli adempimenti burocratici per poter vendere gli ortaggi; finalmente lavorano legalmente e stanno avviando la gestione del budget per generare valore in mezzo ettaro di orto, prima d’ora incolto, sito tra il litorale della Plaia e la zona industriale di Catania. La loro farm è in via di sviluppo, prossimamente saranno recuperate anche delle serre che al momento versano in stato di abbandono. Saranno seminate nuove coltivazioni autoctone e anche quelle tipiche del Paese d’origine, come l’okra gradita e attesa dai loro connazionali.


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