Frascati (Roma), Giardino L’Olivella: tredici vite – l’arte contemporanea abita la terra – A cura di Chiara Guidoni

tredici vite
l’arte contemporanea abita la terra

A cura di Chiara Guidoni

Inaugurazione 18 giugno 2023 ore 18.30

Giardino L’Olivella – Azienda Agricola L’Olivella
Via Colle Pisano 5 – Frascati (RM)

Fino al 3 settembre 2023

Domenica 18 giugno 2023 inaugurerà, a partire dalle 18.30, la mostra collettiva tredici vite – l’arte contemporanea abita la terra, presso il Giardino L’Olivella – Azienda Agricola L’Olivella in via Colle Pisano 5 a Frascati.
Il progetto, ideato da Francesco Petrone e curato da Chiara Guidoni, organizzato in collaborazione con Andrea Carfagna, direttore artistico del Giardino L’Olivella, accoglie le opere di Bankeri, Mauro Cuppone, Paolo Garau, Pino Genovese, Roberta Mandoliti, Veronica Montanino, Monica Pennazzi, Francesco Petrone, Maria Pia Picozza, Toni Ripa, Massimo Ruiu, Alberto Timossi e Raffaele Vitto

La mostra, attraverso le opere di tredici artisti, propone un’indagine sul tema della traccia, dell’orma che detiene il principio di passaggio e di circolarità, delle trasformazioni del tempo e della vita stessa. Nell’analisi della traccia l’uomo si pone al centro, in particolare nel suo rapporto con la natura e con la vita: la traccia che l’uomo lascia sul mondo e le tracce che il mondo lascia sull’uomo rappresentano il terreno di indagine per questo percorso che si vuole focalizzare più che sull’essere, sulle relazioni dell’essere, sui rapporti e sulle forze che regolano i movimenti del cosmo.

Nelle opere presentate in mostra, la storia della natura e la storia dell’uomo si intrecciano, si scambiano e si riflettono: i comportamenti e le caratteristiche della storia personale si sovrappongono alla storia del creato, della natura, di cui l’essere umano sembra essere parte, ma che spesso osserva come qualcosa di altro. La traccia assume così aspetti differenti: diventa ricordo, diventa identità, diventa tradizione, diventa territorio, diventa ferita, diventa appropriazione, diventa malattia e cura. Il rapporto con la natura e con l’ “aperto”, in ogni sua forma tangibile e intangibile,  diventa un cardine di una narrazione che spazierà da opere ambientali e inserite nel contesto del giardino, della terrazza panoramica e dell’uliveto e, quindi, in stretto contatto con la natura e con il paesaggio circostante, a opere inserite negli spazi della grotta, un percorso sotterraneo che attraversa la tenuta, e racconta la storia del luogo e delle sue pratiche.

L’obiettivo è quindi quello di tessere relazioni fra uomo e natura, di lasciare che l’uno permei l’altra e viceversa, in uno scambio vicendevole nel segno dell’apertura e del dialogo. In un contesto che ha fatto del rapporto virtuoso con la natura la sua forma di vita e sostentamento, il percorso si configura come una naturale conseguenza di un racconto che prende le mosse dalle buone pratiche legate all’agricoltura e si intreccia con le buone pratiche legate all’arte.

Nella giornata del 18 giugno, all’inaugurazione e alla presentazione della mostra da parte della curatrice, seguirà una cena con gli artisti tra i filari della vigna.

BIOGRAFIE DEGLI ARTISTI

Bankeri

Diplomato in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma e attivo sulla scena artistica italiana da più di quindici anni, Bankeri (Roma, 1978) ha partecipato a diverse mostre – collettive e personali – in gallerie e musei, residenze d’artista e progetti multidisciplinari. Nel corso degli anni, il suo lavoro ha attraversato tecniche e supporti differenti senza soluzione di continuità: muri, tele, stampe fotografiche o installazioni, partendo sempre dal disegno – e dal segno – Bankeri scompone, ricompone e “collega” reperti della quotidianità (giornali, riviste o cartelloni pubblicitari) a frammenti di un immaginario collettivo primordiale (la scultura classica e l’anatomia animale) che generano mondi onirici paralleli e condivisi: un’archeologia pop in cui l’attualità diventa classica e il presente si sposta sul parallelo di un mondo senza tempo in cui bestie, mongolfiere e volte celesti si alternano a un’interpretazione personale eppure in costante evoluzione della ritrattistica più intima. Ne scaturisce una galleria di opere in cui la serialità fa da piccolo contrappunto a opere uniche che forzano i limiti dello spazio e della tecnica in un equilibrio perfetto di addizione per sottrazione.

Mauro Cuppone

L’arte di Mauro Cuppone è un melting pot di linguaggi (pubblicità, design, fotografia digitale, ecc.) incentrato sul valore estetico e concettuale della contraddizione: cortocircuiti visivi in cui parole e immagini hanno la consistenza degli oggetti. Artista irriverente e divertente, malgré lui, riesce a strappare un sorriso perfino alla morte che spesso richiama nei suoi lavori, come metafora di una contemporaneità senza tempo (“essere” insieme a “non essere”). Molti suoi lavori sembrano pronti per la grande distribuzione, agendo una provocazione talmente assurda da sembrare plausibile. Il senso delle opere di Cuppone non è mai dato; lo statement ironico che le contraddistingue cambia il significato dei suoi lavori rendendoli sempre “mimetici”. Nato a Mantova (1960). Combinando oltre vent’anni di esperienze creative trasversali tra Arte, Musica, Design, Cinema e Advertising, dal 2008 si dedica completamente all’Arte. @jack_maurocuppone

Paolo Garau

Paolo Garau nasce nel 1975 a Roma dove vive e lavora. Nel 1998 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma sezione scultura e nel 1999 frequenta il Corso TAM di scultura del metallo a Pietrarubbia (PU), presieduto da Arnaldo Pomodoro. Si dedica principalmente alla scultura ed al disegno e la sua ricerca artistica è incentrata sulla figura umana che utilizza per la realizzazione di nuove composizioni formali incentrate sull’aspetto spirituale e meditativo dell’umano.  Dal 2003 è docente di scultura nelle scuole superiori; l’insegnamento è per lui fonte di stimolo creativo e ulteriore sperimentazione.

Espone con frequenza in mostre collettive, due diverse opere sono in esposizione permanente nei parchi di “Sculture in Campo” in Bassano in Teverina e “Terra Arte a Blera”. Nel 2022 espone nel palazzo della FAO a Roma per il World Food Forum.

Pino Genovese

Figlio d’arte: suo padre, lo scultore Rocco Genovese, lo segue nei primi insegnamenti del disegno. Lo coinvolge anche nelle fotografie di alcune sue opere. Amante del fumetto, realizza illustrazioni surreali e disegni che lo ispireranno poi nella composizione delle sue sculture. Si diploma come designer all’ISIA di Roma, nel primo corso, diretto dallo scultore Aldo Calò. Inizia a lavorare nello studio di graphic design di Alfredo De Santis. Lavora anche in uno studio per audiovisivi. Entra nella compagnia teatrale “La Zattera di Babele” di Carlo Quartucci e Carla Tatò, lavorando per cataloghi, allestimenti e scenografie. Comincia a lavorare più approfonditamente per se stesso nello studio di Lavinio, sua nuova casa, e la natura e il mare sono le sue accompagnatrici di ispirazione. Dopo un periodo dedicato alla  scultura, senza mai tralasciare il disegno suo accompagnatore di sempre, comincia a lavorare nel campo delle installazioni, fotografando tutti i suoi lavori con una  rolleycord 6 x 6, eredità paterna. Il suo attaccamento alla natura lo porta a  scrivere, disegnare e realizzare opere con materiale trovato in spiaggia, levigato, e nel sottobosco delle pinete. Grazie ai viaggi in Africa, (Mauritania, Mali, Niger, Marocco, Tunisia), si rafforza l’interesse per la natura arcaica e antropologica. 

Roberta Mandoliti

(Cosenza, 1985) Vive e lavora a Roma. La sua ricerca artistica si nutre dell’impermanente per rivolgersi all’in-visibile dell’immagine, alla cosa enigmatica in sé che ce la dis-vela incessantemente. Il suo recente lavoro: “In-stabile;  Memorie inverse; La forma del ciel’ho”, è questo declinarsi in possibilità dis-visive. Nel 2014 brevetta le Essenze culturali ottenute per distillazione dei libri stampati, e nel cui merito si ricorda la pubblicazione “Com’è buono l’odore di Borges al mattino. Gli ebook vinceranno? Risposta d’artista: distillare il profumo dei libri e farne essenze culturali”. Nel 2015 vince la residenza d’artista XXVIII Premio Pandosia, “Niente nasce dal nulla, tutto nasce dalla terra, con l’installazione ambientale Attraverso la Porta”, Marano Principato (CS). Nel 2016 è finalista all’ XI Premio Arte Laguna, Venezia. Nel 2020 guida un esperimento di video-performance con la collaborazione di un gruppo studenti-attori-protagonisti del Liceo Artistico G. C. Argan “Da cosa nasce cosa”, con selezione speciale al concorso ILLUSTRATI, Roma.

Veronica Montanino

È artista e docente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha partecipato alla 54° Biennale di Venezia e realizzato numerosi interventi ambientali animati da un profondo dialogo con l’architettura e lo spazio pubblico. Tra le installazioni site-specific, quella nello storico Palazzo dei Capitani ad Ascoli Piceno (2006), e a Palazzo Collicola di Spoleto, dove interviene su mobili, soffitto e pareti perimetrali, creando una stanza che entra a far parte della collezione permanente del Museo Carandente (2010). Altri interventi permanenti sono realizzati dall’artista per la Casa dell’Architettura di Roma, ex Acquario Romano (2013) e per il MARCA Museo delle arti di Catanzaro (2018). Dal 2016 conduce, con la storica dell’arte Anna Maria Panzera, il progetto “Per una ricerca sulla specificità dell’arte [eventualmente] femminile”. Nel 2020-21 il Casino Nobile dei Musei di Villa Torlonia ospita la sua personale “Rami”, con una forte interazione tra antico e contemporaneo. Al suo lavoro sono state dedicate diverse pubblicazioni e video (Rai Arte Cultura, 2015).

Monica Pennazzi

Monica Pennazzi nasce ad Ancona nel 1972. Dopo la formazione in Progettismo di moda presso l’Università di Urbino, inizia a lavorare per diverse aziende affermate di moda come Tombolini e Fornarina. Nel 2002 decide di dedicarsi a tempo pieno alla sua vera vocazione: l’arte plastica. La sua ricerca si esprime attraverso opere a carattere scultoreo e installativo che privilegiano l’utilizzo di fibre sintetiche come poliuretano e silicone fino ad arrivare nei lavori attuali alle corde musicali. Partecipa a numerose esposizioni collettive e Biennali di scultura in Italia e all’estero. @monica_pennazzi

Francesco Petrone

Francesco Petrone (Foggia, 1978) vive e lavora a Roma. Si laurea con lode presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, per anni lavora come scenografo per il teatro e il cinema e è docente di presso il Liceo Artistico Argan di Roma. La sua pratica scultorea, fortemente legata al simbolo e alle sue declinazioni, spazia fra diversi materiali, essi stessi significanti nella sua poetica. A partire dal cemento armato, che nasconde la sua armatura all’interno di una roccia che diventa polvere e torna roccia, passando legno, materiale vivo, fino agli elementi di vita quotidiana, quali pane e peperoncino, racconta un processo temporale e umano di cambiamento e deterioramento, tuttavia in maniera delicata e immediata. La sua poetica si muove costantemente in un regime di reciprocità fra opposti e il confine fra di essi, indagando nello spazio dell’ossimoro una necessità insita nel funzionamento esperienziale di ciascun essere.

Maria Pia Picozza

Servendosi di molteplici media come disegno, scultura, pittura, fotografia, tessitura, audio, video, animazione, da corpo a grandi installazioni scultoree, racconti- istantanee che non di rado evocano e ritornano allo schizzo originario tradotto nelle tre dimensioni e amplificato di nuovi elementi percettivi. Motivo ricorrente dell’indagine è la memoria, sedimentata, cristallizzata che, attraverso questi racconti tridimensionali, appunti aerei, viene rievocata e tessuta all’interno di tracce, mappe e coordinate reali e immaginarie in cui spazio e tempo si sovrappongono in un unico inscindibile livello.

Toni Ripa

La sua indagine muove dall’idea di realtà che insegue attraverso la scultura e il disegno, una realtà oscillante, che da oggetto di profonda indagine entra a partecipare al processo creativo, plasmando, corrompendo la materia stessa dell’opera, diventandone al tempo stesso musa e strumento. Nell’ambito della scultura predilige materiali plasmabili e la lavorazione dei metalli. Predilezione che riverbera nel disegno, nel segno deciso e ruvido, senza mediazioni narrative, nella capacità di scalpellare dettagli minuti, sorprendentemente precisi che restituisce al caso lasciando che fogli si impregnino della contingenza presente, restando sui pavimenti e sui tavoli o sui muri dove sono stati realizzati. Prima docente di scultura, Anatomia presso l’Accademia di Belle Arti di Viterbo, attualmente docente di Storia dell’Arte, si è occupata di restauro e di formazione cinematografica e ha partecipato a varie mostre personali e collettive in musei e gallerie. (Anna Perrotta)

Massimo Saverio Ruiu

Massimo Ruiu nasce a San Severo (FG) nel 196; si laurea in Lettere presso la cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università di Roma “La Sapienza”. Vive e lavora a Roma. La ricerca artistica ha come costante una tensione poetica che guarda nell’uomo, a volte con ironia, per colmare l’abisso che c’è in lui. Massimo Ruiu rivolge la sua innata vena poetica alla definizione esatta di icone del non-essere. Nell’era dell’iper-immagine Ruiu inventa l’anti-immagine delle “Ombre assolute”, nella stagione del “troppo” medita sul “meno”, sui lati in ombra, invisibili solo ai ciechi.

Alberto Timossi

Alberto Timossi (Napoli 1965, vive e lavora a Roma) pensa la scultura come riflessione sui fenomeni del cambiamento. La sua ricerca recente indaga la possibilità di incontro fra materiali e forme di origine diversa, con sviluppi sia nelle installazioni urbane sia nel campo dell’arte ambientale. Partecipa a numerose mostre personali e collettive, in Italia e all’estero. @albertotimossi

Raffaele Vitto

Raffaele Vitto nato a Canosa di Puglia nel 1993, vive e lavora a Ferrara. Si è diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Cerignola nel 2013. Ha conseguito il Diploma Accademico di Secondo Livello in Scultura nel 2020 presso l’Accademia di Belle Arti di Bari. Il suo lavoro è caratterizzato dal recupero di elementi agresti, appartenenti al proprio vissuto, in particolare la terra, la stessa che coltiva sin da piccolo con la sua famiglia. Questo gli permette di rendere tangibili le sue riflessioni, rivolte in primo luogo al bisogno di ritrovare quell’armonia perduta con l’elemento naturale, sondandole dinamiche che governano il rapporto uomo-natura/contadino-terra. @raffaele.vitto


INFO

tredici vite
l’arte contemporanea abita la terra

A cura di Chiara Guidoni
Ideazione di Francesco Petrone
In collaborazione con Andrea Carfagna, direttore artistico Giardino L’Olivella
Artisti: Bankeri, Mauro Cuppone, Paolo Garau, Pino Genovese, Roberta Mandoliti, Veronica Montanino, Monica Pennazzi, Francesco Petrone, Maria Pia Picozza, Toni Ripa, Massimo Ruiu, Alberto Timossi , Raffaele Vitto

Inaugurazione 18 giugno 2023 ore 18.30

Fino al 3 settembre 2023
Orari: dal martedì alla domenica dalle 18:30 alle 22:00

Giardino L’Olivella
Via Colle Pisano 5 – Frascati (RM)
@giardino_lolivella
@aziendaagricolaolivella

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