Gli amici Fauves di Matisse: Charles Camoin e Jean Puy

di Sergio Bertolami

49 – I protagonisti

Charles Camoin, Autoritratto

Charles Camoin (Marsiglia 1879 – Parigi 1965) arriva a Parigi da Marsiglia e con Matisse, Marquet e Rouault, frequenta lo studio di Moreau nei pochi mesi che precedono la morte del maestro. Durante il servizio militare, nel 1899, conosce Cézanne rimanendo con lui in corrispondenza epistolare. La stretta amicizia con Cézanne porta Camoin a moderare le sue tendenze espressive orientate ai Fauve, fino a farlo avvicinare a Manet, in quanto a composizioni (Ritratto di Albert Marquet, 1904; Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna). Nel 1903 espone per la prima volta al Salon des Indépendants e l’anno successivo apre la sua prima mostra personale alla galleria di Berthe Weil a Parigi.

Charles Camoin, Natura morta
Charles Camoin, Il raccolto
Charles Camoin, Paesaggio, Intorno alla Villa Tournevent
Charles Camoin, La Petite Lina, 1907

Trasferitosi nel 1905 a Saint-Tropez, località che molto aveva influenzato i pittori fauves, vi trascorre gran parte della propria vita dipingendo principalmente paesaggi, nature morte, marine e ritratti: tutte opere di gusto tardo-impressionista nelle quali recupera alcuni elementi dell’arte di Renoir. Se gli esordi artistici di Camoin erano stati caratterizzati dall’uso vigoroso del colore, ora le sue opere possono dirsi caratterizzate per un certo equilibrio di toni soprattutto riguardo alla distribuzione della luce dagli effetti estremamente delicati. Legato a Matisse da sincera amicizia, in sua compagnia, tra il 1912 e il 1913, compie un viaggio in Marocco, da cui ricava nuovi spunti per i suoi dipinti.

In questi stessi anni che precedettero la guerra accadde un fatto rimasto alla memoria come “l’affare Camoin”. Il pittore, alla ricerca di una forma espressiva artisticamente più appagante, lacerò una sessantina di tele che non lo soddisfacevano e ne gettò i brandelli nel bidone della spazzatura del suo palazzo. Uno straccione, uso a raccattare tra i rifiuti gli scarti degli abitanti del quartiere, li raccolse e dopo averli ricomposti alla bene in meglio se li rivendette al marché aux puces, mercato alla periferia di Parigi in cui si trovano beni da rigattiere e abiti di seconda mano. Lo stesso Apollinaire sul Paris-Journal del 25 luglio 1914 raccontava l’episodio: “Il pittore Camoin, insoddisfatto dei suoi dipinti, voleva distruggerli. Li ha tagliati in quattro e li ha buttati via. Ma il loro destino non era finito perché sono stati raccolti e venduti da un dilettante che li ha fatti riadattare… Questi dipinti sono tra le opere più interessanti di questo pittore…”. L’archivio che raccoglie l’opera di Camoin ha finora potuto identificare 15 dipinti che riportano i segni distruttivi camuffati da restauratori più o meno esperti, tra cui “L’indochinoise” dipinto intorno al 1905 attualmente in una collezione privata, “Le Moulin Rouge aux fiacres” del 1910 attualmente depositato presso il Museo di Belle Arti di Mentone, e un Autoritratto del 1910 di proprietà privata.

Charles Camoin, Autoritratto, 1910

Nel 1925 il pittore fu messo a conoscenza che alcune sue opere erano state ricostruite e vendute da Francis Carco, giornalista e scrittore, ricordato per i suoi romanzi, reportages, souvenirs, raccolte di poesie, ed opere teatrali. Reclamò in tribunale i diritti sulle sue opere protette, a suo avviso, da copyright. Con sentenza della Corte di Cassazione del 26 febbraio 1919, fu stabilito che “la proprietà letteraria non è suscettibile di possesso materiale”. In tal senso si è pronunciato il Tribunale Civile della Senna, con sentenza del 15 novembre 1927. Con tale sentenza veniva riconosciuto a Charles Camoin che i diritti di sfruttamento di un’opera artistica rimangono all’autore, finché non li avrà ceduti, anche nel caso non avesse più l’opera materialmente in mano.

Ritratto di Jean Puy dipinto da Jules Migonney (1910)

Anche Jean Puy (Roanne 1876 – Roanne 1960) approda al Fauvismo attraverso il rapporto con Matisse. Nato sulla Loira, dopo gli studi di architettura a Lione, si trasferisce a Parigi nel 1898 e studia dapprima all’Accademia Jiulian, poi nell’atelier di Eugène Carrière. Entrato in rapporti di amicizia con Matisse e Derain, si orienta verso la pittura dei fauves e dal 1901 al 1908 espone regolarmente al Salon des Indépendants, al Salon d’Automne e in altre collettive, distinguendosi per qualità di impostazione formale ed esuberanza cromatica non troppo eccessiva (Paesaggio di Saint-Alban-les-Eaux, 1904, Parigi, Musée National d’Art Moderne).

Jean Puy, Paesaggio, 1901
Jean Puy, Passeggiando sotto i pini, 1905
Jean Puy, Rovine del ponte romano a Saint Maurice, 1909

Nel 1907 presenta le sue opere nella prima mostra personale tenuta alla galleria Eugène Blot di Parigi, alla quale faranno seguito molte altre esposizioni in varie città francesi. La sua formazione è influenzata da principio dall’Impressionismo, quindi dai Nabis, per essere coinvolto infine dallo stile dei Fauves, come dimostra col quadro Il pittore la modella sotto il parasole a Belle-Ile del 1905. Pur tuttavia le soluzioni formali non valicano i limiti della pittura naturalistica. Anche i colori vivaci, che ritroviamo sulle tele dei suoi compagni Fauves, si presentano più contenuti lasciando spazio ad atmosfere velate da tinte più fredde. Negli anni successivi al conflitto, a partire dal 1920 la sua visione artistica verrà influenzata dall’intimismo di Vuillard. Le sue forme saranno semplificate e il sapiente uso dei colori puri tenderà a rivelare un rinnovato interesse d’impianto Nabis.

Jean Puy, Harfleur, 1920

In questo breve e veloce ritratto del gruppo stretto intorno a Matisse potrei continuare a citare altri nomi, non è possibile però non parlare dei tre di Le Havre e con loro concludere queste veloci puntate sui Fauves (Continua).

IMMAGINE DI APERTURA – L’orologio al Musée D’Orsay – Foto di Guy Dugas da Pixabay 

Messina, Teatro Vittorio Emanuele: Il multiforme e versatile universo estetico di Piernicola Musolino

Da sabato 11 a martedì 21 giugno nella prestigiosa cornice del Teatro Vittorio Emanuele di Messina il pittore Piernicola Musolino esporrà i suoi ultimi lavori. Lo farà in un ambiente nato per celebrare lirica e teatro, ma che in questi ultimi decenni ha aperto le sue sale espositive ai migliori artisti in grado di animare i più importanti circuiti espositivi e culturali in Italia e all’estero per la valorizzazione dell’arte contemporanea. È il caso di Piernicola Musolino, messinese doc: architetto, designer, computational designer, non dimentico della tradizione pittorica seppure immaginata in nuove accurate raffigurazioni.

Teatro Vittorio Emanuele di Messina
11 giugno – 21 giugno

L’ECLETTICO UNIVERSO ESTETICO
di Piernicola Musolino

Ragazza in gamba
Piernicola Musolino

Il sole a mezzogiorno
Piernicola Musolino

Donna del Quattrocento
Piernicola Musolino

Orfeo Carpinelli, critico d’arte e pittore lui stesso, interpreta con queste parole la passione espressa da Musolino: «Artista impegnato nella ricerca di un’arte molto personale ed espressiva. Fantastiche e significative le sue composizioni pittoriche elaborate con tecnica maestria, dalla sua garbata tavolozza di colore». Un colore che trova il suo fulcro sapiente nel divisionismo italiano e negli storici capolavori di Previati, Medardo Rosso, Segantini, Morbelli, Pellizza da Volpedo, Boccioni. In altre parole, Musolino continua una sperimentazione figurativa nata tra Otto e Novecento, evolvendo nel segno della contemporaneità quella stagione culturale che ha contrassegnato il percorso della pittura italiana verso un’arte europea moderna e d’avanguardia. Vale stralciare un passo dalla scheda critica che accompagna il lavoro di Piernicola Musolino in esposizione al Teatro Vittorio Emanuele di Messina: «La sua tecnica sulla scia del “Divisionismo” trasforma e traduce le immagini in pure vibrazioni cromatiche. Attraverso la fisicità dei pigmenti da voce alle proprie emozioni privilegiando il colore sul disegno e il ritmo sull’armonia. Usa le forme in modo lirico e non descrittivo. La sua arte rivela una passione per le forme pure, una pittura mediatica e ragionata che guida l’osservatore in un mondo fantastico dove domina la fantasia e l’irrazionale. La ricomposizione dell’immagine avviene attraverso l’emotività e la sensibilità dell’individuo».

Piernicola Musolino – Note biografiche

Piernicola Musolino

Le attività principali di Piernicola Musolino sono l’architettura e il design. In questi ultimi anni ha deciso di dare più spazio alla pittura, incentivando il suo lavoro al cavalletto. Ha partecipato a varie mostre anche di prestigio:
• Cavaliere accademico della Federazione Italiana Arti Figurative Thyrus.
• Senatore accademico della Federazione Italiana Arti Figurative Thyrus.
• Artista selezionato dal portale Artoweb
• Artista selezionato OK Milano
• Artista selezionato e premiato da artoteque, diploma of excellence (HONORABLE AWARD)
• Arista vincitore di un “murale per ricordare” Messina
• Concorso Nazionale per la progettazione e realizzazione di opere d’arte, nell’area esterna del nuovo palazzetto dello sport. Messina
• Premio ambiente (Giulianova Teramo)
• Concorso per l’ideazione del logotipo di “Messina 0808” pubblicato su città e territorio

Maurizio De Giovanni – Un volo per Sara

Un piccolo aeroplano turistico diretto in Sardegna si schianta nel mar Tirreno con a bordo diverse persone. Tra loro, un noto imprenditore che ha rilasciato la sua ultima intervista poco prima del decollo, con il vociare degli altri passeggeri sullo sfondo, tutti tranquilli e sorridenti, ignari dell’imminente tragedia. Quando l’agente dei Servizi in pensione Andrea Catapano sente le voci delle vittime – lui che non vede ma sa ascoltare meglio di chiunque altro – un ricordo nitido riaffiora. Così decide di chiamare l’ex collega Teresa Pandolfi, ora a capo dell’Unità investigativa. Il disastro potrebbe celare un mistero che risale agli anni di Tangentopoli. E se la caduta del velivolo non fosse stata un incidente, ma il nesso tra una vicenda degli anni Novanta e il nostro presente? L’unica che può scoprire la verità è la donna invisibile, Sara Morozzi. Affiancata dall’ispettore Davide Pardo e da Viola, Mora si trova a investigare su personalità pubbliche intoccabili, scavando dentro gli ingranaggi del potere d’Italia a suo rischio e pericolo, senza paracadute. (Tratto dalla scheda editoriale su IBS).

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IMMAGINE DI APERTURA – copertina del libro 

Al via la XXVII edizione del Salone Internazionale del Restauro a Ferrara Fiere

Oltre 100 eccellenze, un ricco programma congressuale, eventi B2B con operatori esteri per tre giornate dedicate all’economia, alla conservazione, alle tecnologie e alla valorizzazione dei Beni Culturali e Ambientali

8-10 giugno 2022

Ferrara Fiere

Via della Fiera 11, Ferrara

Dall’8 al 10 giugno il Salone Internazionale del Restauro torna nella storica sede di Ferrara Fiere con un programma ricco di novità e prestigiose partnership. La XXVII edizione di Restauro si conferma la prima e più importante manifestazione del settore presente fin dal 1991 nel panorama fieristico internazionale, dedicata all’Economia, Conservazione, Tecnologie e Valorizzazione dei Beni Culturali e Ambientali.

Sarà una tre giorni a ingresso gratuito (con registrazione obbligatoria) di scambio e crescita di un settore imprescindibile per lo sviluppo economico e culturale italiano che guarda al futuro, con un palinsesto imperdibile di stand espositivi, momenti congressuali, eventi, mostre, incontri b2b con operatori esteri.

Durante la conferenza stampa di presentazione di Restauro 2022 Andrea Moretti Presidente di Ferrara Fiere Congressi ha affermato “Il Salone del Restauro è una fiera internazionale e raccoglie le migliori eccellenze del settore. È un punto di riferimento importante non solo per la città di Ferrara ma per tutto il comparto dei beni culturali e ambientali. La fiera, con oltre 100 espositori e circa 140 convegni, diventerà un luogo di incontro e di confronto”; Marco Gulinelli Assessore alla Cultura del Comune di Ferrara ha aggiungo “Io credo che il Salone Internazionale del Restauro sia uno snodo importante per la tutela, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali del nostro Paese. Quest’anno ci sarà anche l’occasione di fare un bilancio a dieci anni dal sisma dell’Emilia-Romagna”. Presente alla conferenza stampa anche Paolo Calvano, Assessore al Bilancio, Personale, Patrimonio e Riordino Istituzionale della Regione Emilia-Romagna “I temi approfonditi nel Salone Internazionale del Restauro di Ferrara sono di grande rilevanza anche rispetto alla fase straordinaria che stiamo vivendo nel nostro Paese: il tema del restauro è una tematica che attraversa in modo diretto e indiretto i fondi del PNRR”; ad intervenire anche Corrado Azzollini Segretario Regionale Emilia-Romagna del Ministero della Cultura “Il Salone Internazionale di Ferrara ci permette di portare all’attenzione tutte quelle che sono le attività dei nostri uffici. Quest’anno c’è sicuramente una voglia di tornare a vivere la fiera in presenza, tant’è che più di 50 uffici del Ministero della Cultura saranno presenti all’interno del Salone: dai musei autonomi ai segretariati regionali, gli archivi di stato, le biblioteche, le direzioni generali e naturalmente anche gli istituti nazionali”. Claudio Pasqualucci Direttore Agenzia ICE Beirut ha dichiarato “Il tema del restauro e del recupero architettonico è uno dei settori che rendono grande il nostro Paese nei mercati internazionali. Dall’Italia esportiamo il knowhow, l’innovazione, la tradizione”; ha aggiunto Alessandro Bozzetti Presidente di Assorestauro “Tutti i soci di Assorestauro hanno visto da sempre nel Salone un momento di confronto. Anche quest’anno la Restoration Week farà tappa al Salone del Restauro di Ferrara per due giornate ricche di dibattiti, incontri e convegni, per fare il punto sul restauro italiano”. A concludere gli interventi della conferenza stampa Alessandro Ippoliti Presidente del Comitato Tecnico-Scientifico del Salone Internazionale del Restauro “Il Comitato Tecnico-Scientifico del Salone Internazionale del Restauro – formato da studiosi, professionisti del settore e personalità di altissimo profilo ha due finalità specifiche: la prima è quella di individuare dei temi di assoluta attualità da approfondire attraverso dei convegni; il secondo obiettivo è quello di cercare di alimentare ancora di più la collaborazione con alcune realtà chiave come ad esempio l’Università, il Ministero della Cultura, le imprese, i professionisti e il Comune di Ferrara”. Presente in conferenza stampa anche Omar Marcacci, capo progetto del Salone Internazionale del Restauro.

MIC MINISTERO DELLA CULTURA

Questa ventisettesima edizione vede confermata la prestigiosa presenza del MIC – Ministero della Cultura, con un ricco programma di workshop e convegni in cui si porterà all’attenzione dei visitatori e degli addetti ai lavori i progetti più recenti, alla presenza di Direzioni, Istituti, Musei, Parchi e Segretariati Regionali.

Centrale sarà il tema legato alla ricostruzione post-sisma, focus principale del convegno di giovedì 9 giugno “A dieci anni dal sisma in Emilia: il lavoro svolto dagli istituti del Ministero della cultura, lo stato dell’arte e degli orizzonti futuri” a cura del Segretariato Regionale del MIC per l’Emilia- Romagna in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio della città Metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.

RESTORATION WEEK 2022

Dal 2019, grazie al potenziamento della partnership con Assorestauro (prima Associazione italiana per il restauro architettonico, artistico e urbano, tra i produttori di materiali, attrezzature e tecnologie e fornitori di servizi e imprese specializzate), e alla collaborazione e al contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ed Agenzia-ICE, il Salone Internazionale del Restauro ospita il Progetto “RESTAURO MADE IN ITALY”, per la promozione e la valorizzazione del restauro italiano nel mondo, che proporrà anche per quest’anno la Restoration Week, uno spettacolare tour itinerante tra i principali cantieri di restauro italiani, dedicata ad esperti del settore del restauro del patrimonio culturale e dell’architettura. La Restoration Week 2022 farà tappa al Salone Internazionale del Restauro, evento centrale del tour, accogliendo 58 delegati internazionali provenienti da 13 paesi (Albania – Arabia Saudita – Azerbaijan – Bosnia Erzegovina – Croazia – Cuba – Giordania – Iran – Israele – Libano – Stati Uniti – Turchia – Uzbekistan) per consentire l’approfondimento del settore del restauro italiano. Al Salone i delegati saranno parte attiva della manifestazione, ospitati nell’International Area del Pad. 4, appositamente allestita nell’ampio open-space del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Agenzia-ICE “RESTAURO MADE IN ITALY”, e dove avranno la possibilità di interagire con gli espositori presenti in manifestazione per lo svolgimento degli incontri b2b di networking. Inoltre, a loro disposizione un’area eventi che permetterà lo svolgimento dei “WORKSHOP PAESE”, momenti di discussione e confronto dove ciascun Paese presente avrà l’opportunità di presentare lo stato dell’arte del proprio paese e le progettualità di investimento e collaborazione.

Il programma completo del Salone Internazionale del Restauro 2022
in continuo aggiornamento è disponibile su
www.salonedelrestauro.com


INFORMAZIONI UTILI:

EVENTO: RESTAUROSalone Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali – XXVII Edizione
DATE: Dall’8 al 10 giugno 2022
ORARI: Mercoledì 8 e giovedì 9 giugno dalle 9.30 alle 18.30; venerdì 10 giugno dalle ore 9.30 alle 15.00
DOVE: Ferrara Fiere, Via della Fiera 11, Ferrara

Ingresso gratuito previa registrazione obbligatoria da effettuarsi sul sito della manifestazione www.salonedelrestauro.com

PATROCINI: MIC – Ministero della Cultura; ALA Assoarchitetti; AIDI – Associazione Italiana di Illuminazione; AIPnD – Associazione Italiana Prove Non Distruttive; ANCE – Associazione Nazionale Costruttori Edili; Camera di Commercio di Ferrara; CNA Ferrara; Comune di Ferrara; Confartigianato; Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori; Consiglio Nazionale degli ingegneri; Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati; ENEA – Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile; LogisticaArte; Provincia di Ferrara, Regione Emilia-Romagna

SPONSOR: Agosti Nobilium Thermapanel e Enel X

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Numeri da record per la Genova BeDesign Week – Insieme al Festival del Tempo alla terza edizione

Oltre 12 mila visitatori, record di eventi (120) e di punti espositivi (72), un nuovo tema, il tempo, il gemellaggio con l’Università di Edimburgo e le sinergie con il Festival del Tempo, l’Università di Genova, Confindustria Nautica e l’Ordine degli Architetti di Genova: è la terza edizione della Genova BeDesign Week che ha registrato il pieno di turisti e visitatori durante tutti i cinque giorni della manifestazione, dal 18 al 22 maggio 2022.

Il Festival del Tempo ha voluto contribuire in modo determinante allo sviluppo del tema proposto presentando le quattro installazioni di Ars Ruralis, Coquelicot Mafille, Diego Repetto e Jonida Xherri -risultanti dal Call Internazionale promossa insieme al Dide Distretto del Design-, l’installazione di Design Differente e promuovendo la partecipazione straordinaria dell’artista sudcoreana Jaye Rhee, curata dalla direttrice artistica del Festival, Roberta Melasecca, e dal curatore Edoardo Marcenaro, con il patrocinio di Cittadellarte Fondazione Pistoletto.

Inoltre la terza edizione del Festival del Tempo si è avvalsa del supporto della nuovissima startup Artistico (www.artistico.live), piattaforma per l’arte moderna e contemporanea che lavora per promuovere le ricerche emergenti e più innovative attraverso nuove formule di condivisione e valorizzazione e che ha premiato e promosso l’installazione Flow time di Diego Repetto.

Ars Ruralis (Valentina Grossi e Simone Mulazzani) hanno presentato, in Piazza Sauli, l’installazione in legno, edera, canapa, Pòrtàle Altrove: realizzata in elementi lignei e rivestita di edera, l’opera è un elemento effimero e simbolico, legato alla sua natura metafisica e ad una dimensione nella quale l’idea di tempo viene sovvertita, dilatata, fermata, sottratta alle funzioni più apparenti, riconsegnata all’ambito del sacro, in un ricongiungimento con l’originale, l’aurorale, l’altrove. Pòrtàle Altrove è lo strumento di un’esperienza sensoriale mediante la quale il corpo, tempio del nostro essere, ritorna ad essere misura e incarnazione di un macrocosmo che viene esperito dai nostri sensi, con i quali abitiamo i luoghi e gli spazi, e medium per una trasformazione attraverso l’ascolto e l’immaginazione. Il portale diventa il simbolo di una trasmutazione sensoriale da un luogo urbano e antropizzato ad uno naturale e non antropizzato.

Coquelicot Mafille ha presentato, nell’atrio di Via Mascherona, l’installazione Corpi danzanti: realizzata con carte viniliche utilizzate solitamente nell’arte urbana e che Coquelicot Mafille denomina “ricami dipinti”, Corpi danzanti è costituita da linee tratteggiate e sottili che raffigurano immagini di corpi danzanti e fluttuanti. Il ricamo, intriso di memoria e tempo, si trasforma in scrittura, in linea che delicatamente si posa sulle pareti, sulle pelli degli edifici. E nelle cavità vuote dell’atrio, spazio di transizione tra interno ed esterno, tra pubblico e privato, i corpi volteggiano e girano, sentono e gioiscono, respirano e cantano in un’onda sinuosa di emozioni e suoni.

Diego Repetto ha messo in atto una nuova versione del progetto Flow time, installazione interattiva immersiva audio-video con il concept narrativo di Davide Mazzocco, lo sviluppo software interattivo di Marco Brianza e l’ambiente sonoro di Flavio Ferri. L’installazione, in via di San Bernardo 34, sviluppata in collaborazione con un team creativo transdisciplinare, nasce per riflettere sulle strategie di resilienza che siamo chiamati a mettere in atto per difenderci dalla costante predazione di tempo messa in atto dall’attuale sistema socioeconomico e per generare, negli attori-spettatori, uno sguardo più profondo sugli aspetti critici del progresso tecnologico. Cosa accade quando gli esseri umani provano ad adattarsi a tecnologie che accelerano i ritmi della vita a livelli insostenibili? Quali errori, nevrosi e patologie vengono generate da questa asincronia fra tempo biologico e tempo tecnologico? Nell’installazione sperimentale visiva e sonora è proprio l’essere umano l’algoritmo che determina il tempo, acquisendo nuove consapevolezze, introducendo nuove dinamiche percettive nello spazio e favorendo un impatto emotivo sulla memoria collettiva.

Jonida Xherri ha realizzato l’installazione Intrecci di sogni con la partecipazione della cittadinanza e delle comunità locali. Il workshop, svoltosi in Piazza Giustiniani dal 14 al 17 maggio, ha visto la realizzazione di un arazzo che è stato poi esposto a Santa Maria di Castello. Il progetto è costruito sulla base di tre narrazioni: la prima rimanda all’immagine dei gomitoli di lana che venivano srotolati dagli emigrati dei primi del ‘900 al momento della partenza delle navi; la seconda è la raffigurazione disegnata del desiderio dell’artista, di origine albanese, che da bambina sognava di venire in Italia, su una barca; la terza narrazione è incentrata su quanto accaduto nel 2018 quando alla nave Aquarius con 629 migranti, tra i quali 7 donne incinte, venne vietato lo sbarco in Italia. Le tre narrazioni si fondono nel numero 7 intrecciando storie di immigrazione che si ripetono nel tempo e unendo cultura, arte, storia e vita delle persone di tutto il mondo in un messaggio di speranza e di coraggio.

L’installazione Il Tempo della pace di Design Differente (Davide Crippa, Carlo Scardigno, Manila Baldelli), in Piazza Negri, è costituita da una serie di quattro opere composte da segni grafici e lettere estratte da insegne e allestimenti in disuso della storica azienda Eliosneon. Mediante la collaborazione con la startup NonSiButtaViaNiente, la prima piattaforma di riciclo, sharing e rigenerazione di allestimenti e giacenze, ispirata ai principi dell’economia circolare, le singole lettere che compongono le parole, ispirate ai 30 articoli della Dichiarazione dei Diritti Umani, sono recuperate da alcune insegne utilizzate in passato da vari marchi internazionali. L’installazione vuole rendere i cittadini partecipi di una riflessione, quanto mai attuale, riguardo ai temi della pace, scegliendo i seguenti articoli: art. 1 Freedom, art.7 Equality, art. 9 Justice, art.28 Peace.

Jaye Rhee, artista sudcoreana di base a New York, ha presentato, in Piazza Sauli, le sue riflessioni sul tempo attraverso la videoinstallazione Once Called Future,che narra di un tempo utopico, del tutto irraggiungibile, che si materializza mediante l’immagine della Futuro House, prototipo progettato nel 1968 dal finlandese Matti Suuronen e realizzato in serie in 80 esemplari. L’artista ha effettuato le riprese del video in due piccole città del Texas, Royse City e Corsicana, dove ha ritrovato una Futuro House abbandonata e alcuni strumenti da addestramento della NASA: questo oggetto futuristico diventa veicolo che trasporta dal passato a un futuro che c’è già stato o forse che non è mai esistito; e l’intero lavoro è un viaggio per rivelare i meccanismi della memoria e dell’immaginazione e spiegare come tali meccanismi possano dare un senso al presente.

Il Festival del Tempo continua, così, il lavoro assiduo sui 17 Obiettivi ONU concentrando l’attenzione sulla rigenerazione sociale, urbana e umana attraverso l’arte e la cultura e trovando nell’associazione Dide Distretto del Design e nella Design Week genovese il partner ottimale per lo sviluppo della propria mission di sostenibilità umana, culturale ed economica.

Il Festival del Tempo ringrazia tutti i partecipanti al festival, i collaboratori, i partner del Dide Distretto del Design, dando appuntamento a prossimi spazi e tempi da condividere.

Tutte le installazioni sono sul sito: www.festivaldeltempo.it


INFO

Festival Tempo
Associazione culturale blowart
Direttrice artistica Roberta Melasecca
tel. +39 3494945612
info@festivaldeltempo.itwww.festivaldeltempo.it

Ufficio Stampa Festival del Tempo
mail: press@festivaldeltempo.it

Genova Design Week
Associazione Distretto del Design APS
Via Chiabrera, 33 R – Genova
Tel.: +39 0102367619
segreteria@didegenova.ithttps://www.didegenova.it

Ufficio stampa DiDe Distretto del Design
mail: tomaso.torre@libero.itpress.didegenova@libero.it

Jesolo, arriva al J Museo una mostra internazionale pensata per divertirsi: Selfie Fun House Experience

Fino al 18 settembre, a scaldare l’estate del litorale di Jesolo, arriva al J Museo una mostra internazionale pensata per divertirsi e tutta da condividere: Selfie Fun House Experience.

Dopo il successo mondiale di New York, Londra, Los Angeles, Milano e Barcellona, a Jesolo apre la prima “Fun House Experience” del nord est da vivere tutta d’un fiato.

Fino al 18 settembre 2022
J MUSEO, Jesolo (VE)

Selfie Fun House Experience

Allestimento Selfie House a Jesolo

Il J Museo di Jesolo apre le sue porte alla prima Fun House Experience del nord-est in Italia.

Un luogo dove far scatenare la fantasia e l’immaginazione per consumare la bruciante passione dell’autoscatto. Uno spazio inedito in cui i visitatori sono liberi di esprimere la propria creatività con fotografie, immagini e videoclip memorabili da condividere con i propri amici.

Tra stanze tematiche, innumerevoli sfondi e fantastiche ambientazioni, il visitatore viene catapultato in un’esperienza immersiva unica, in un mondo colorato e divertente pensato per divertirsi e condividere momenti memorabili e foto da sogno in cui chi scatta è a sua volta artista.

Fun House Experience è un evento organizzato da Superfly LabPiuma e Arthemisia in collaborazione con il Comune di Jesolo.

SUPERFLY LAB


I temi varieranno dalle ambientazioni che ripropongono paesaggi, illusioni ottiche, giochi di specchi, neon design, interior design e trend stilistici.
In un’epoca in cui imperano l’uso dei social network e la voglia di condivisione delle proprie esperienze, l’obiettivo di Selfie Fun House è proprio quello di stimolare la fantasia, creare i propri contenuti in maniera originale e del tutto personale, fare rete tramite le foto e i video che diventano
Superfly Lab, che dal 2015 progetta strategie di marketing per raggiungere gli obiettivi dei brand. Sviluppando storytelling, contenuti online e offline, comunicazione integrata creando pubblicità tradizionali e strategie social. Sono inoltre proprietari di format di eventi che coinvolgono ogni anno 250.000 persone.

ARTHEMISIA


Arthemisia, i professionisti dell’Arte: azienda leader nella produzione, organizzazione e allestimento di mostre d’arte a livello nazionale, Arthemisia vanta di uno strutturato e fortemente integrato team di esperti garantendo un’esperienza straordinaria, un alto livello di affidabilità e il massimo coinvolgimento.


La mostra sarà aperta al pubblico dalle 19.00 alle 24.00 (ultimo ingresso ore 23.00).

Sede
J MUSEO
Via Aldo Policek
30016 – Jesolo (VE)

Date al pubblico
3 giugno – 18 settembre 2022

Orari di apertura
Tutti i giorni dalle 19.00-24.00
(in caso di maltempo aperti tutto il giorno)

Biglietti
Intero € 13,00
Ridotto € 11,00

Informazioni
info@selfiehousejesolo.it
www.selfiehouseexperience.it

Social networks
@selfiehouseexperience
#selfiehouseexperience

Ufficio Stampa
Arthemisia
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Bologna: Matilda De Angelis rende omaggio a Giorgio Morandi visitando il Museo Morandi e lo studio dell’artista a Casa Morandi

Matilda De Angelis rende omaggio al genio di Giorgio Morandi, grande artista che, anche grazie all’intensa attività espositiva del Museo Morandi in Italia e all’estero, non cessa di essere ambasciatore della città di Bologna in Italia e nel mondo. Enorme successo riscuotono ovunque le personali dedicate a Morandi, come le recenti rassegne in Brasile e in Spagna: Giorgio Morandi. O legado de Morandi e Morandi. Resonancia Infinita. Innumerevoli sono inoltre gli artisti contemporanei che a lui si sono ispirati e si ispirano, facendone propria la visione e restituendola attraverso i più diversi linguaggi.

Matilda De Angelis
rende omaggio a Giorgio Morandi

Matilda De Angelis al Museo Morandi, Bologna.
Foto Ornella De Carlo | Courtesy Istituzione Bologna Musei

A una figura così centrale per l’arte ha deciso di accostarsi Matilda De Angelis, attrice nata a Bologna che negli ultimi anni ha visto crescere la propria carriera a livello italiano e internazionale: Matilda ha visitato il Museo Morandi e Casa Morandi in occasione della presentazione al MAMbo della serie Il mio nome è leggenda, produzione ideata e realizzata da Bottega Finzioni in collaborazione con il Comune di Bologna e Bologna Welcome, che ha debuttato con grande successo a dicembre 2021 su Sky Arte.
L’attrice si è avvicinata con curiosità e interesse ai dipinti e alle incisioni di Morandi nelle sale del museo bolognese, la più ampia e rilevante collezione pubblica al mondo di opere dell’artista, così come gli oggetti originali che compaiono nelle composizioni delle celebri nature morte, bottiglie, scatole, conchiglie, vasi conservati nello studio di Casa Morandi in via Fondazza 36.
A colpirla durante la visita sono state in maniera particolare le incisioni, a suo parere “realizzate con una tecnica ineguagliabile“. Del resto, dell’incisione Morandi è stato maestro sia in senso stretto, come docente di Tecnica dell’Incisione all’Accademia di Belle Arti di Bologna, che in senso lato, dati il  rigore e la straordinaria capacità di espressione attraverso questo mezzo.

La vicenda artistica morandiana, nel tempo, ha intersecato in vari modi il mondo del Cinema: il Cinema amava e ama Morandi, sue opere sono visibili o citate in diversi film come La dolce vita, 1960, di Federico Fellini; La notte, 1961, di Michelangelo Antonioni; Il Boom, 1963, di Vittorio De Sica; Io sono l’amore, 2009, di Luca Guadagnino; Frank Gehry – Creatore di sogni, 2005, di Sydney Pollack. Ma anche l’artista da parte sua, pur non viaggiando e preferendo lavorare esclusivamente tra Bologna e Grizzana, amava intrattenere ricche relazioni intellettuali non solo con artisti, letterati, critici, collezionisti ma anche con registi e attori. Celebri in questo senso gli incontri in via Fondazza con Michelangelo Antonioni e Monica Vitti.


Museo Morandi
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Casa Morandi
via Fondazza 36 | Bologna
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Al Museo MARCA (Catanzaro)la FONDAZIONE ROCCO GUGLIELMO presenta “CODEX” di Beatrice Gallori

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FONDAZIONE ROCCO GUGLIELMO presenta:

BEATRICE GALLORI

“CODEX”


a cura di Luca Beatrice

Museo MARCA – Catanzaro

4 giugno 2022 – 31 agosto 2022

Sabato 4 giugno, promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo, in collaborazione con la Provincia di Catanzaro, Fabbrica eos Milano e Aria Art Gallery di Firenze,inaugura al Museo MARCA di Catanzaro “CODEX”, la nuova personale di Beatrice Gallori, a cura di Luca Beatrice e con testo critico di Alessandra Frosini, un’esposizione che si configura come incredibile attraversamento creativo di una lunga ricerca artistica e personale.

Attraverso l’utilizzo di polimeri e di altri materiali, sintetici e non, insistendo sulla sfera come formale opere di Beatrice Gallori esprimono il concetto della trasformazione, della metamorfosi e, al contempo sono capaci di condensare nella materia l’essenza della natura organica delle cose. Con le sue superfici monocrome l’artista rinuncia alla figurazione interessandosi all’osservazione delle strutture primordiali del tessuto di cui è costituito l’universo, microscopico e cellulare, avvalendosi di una scelta estetica minimale, astratta eppure vivacemente pop.

“Le cellule segnate dal tempo rimangono appese infinitamente ai codici della vita” – questo il fulcro del pensiero dell’artista, che trova spazio all’interno della mostra “CODEX”. Nella sua pratica artistica Beatrice Gallori ha costruito, come scrive Luca Beatrice,curatore della mostra, “un suo personale universo fatto di un repertorio coloratissimo di micromondi da cartoon, di pianeti, costellazioni di cellule ispezionate nel suo laboratorio alchemico nel centro storico di Prato. Un universo astratto fatto di forme e colori elementari, di blob gassosi e bolle, nuclei e sezioni inglobati nella parete altrimenti bidimensionale del quadro“.

Ricerca e sperimentazione caratterizzano l’intero percorso della Gallori che, come annota il curatore, “dalle opere di richiamo Nouveau Realisme (per l’inclusione di oggetti, corde, scatole, fili, maglie) è approdata all’uso consapevole del monocromo e della vernice per una versione che può dirsi rivisitazione new pop dello stile materico delle Plastiche di Alberto Burri”.

La mostra al MARCA propone una serie di opere inedite che sono testimoni del percorso di questa appassionata ricerca espressiva, opere realizzate utilizzando acciaio e marmo, medium mai utilizzati finora dall’artista, che trovano spazio accanto a lavori su polimero, tela e ceramica. Opere organizzate in diverse stanze cromatiche: dai colori metallici al bianco, dal rosso al blu.

L’artista sceglie materie sintetiche per costruire e ricoprire le superfici concave e convesse ottenute per colatura e sovrapposizioni di forme influenzate, in questo, dalla cultura 2.0 di visioni digitali e di una stagione cromatica plastificata e virtuale.  L’effetto lucido e patinato conduce lo spazialismo di Beatrice Gallori nel mondo più contemporaneo di una cultura post-internet e della glitch art, dove la palette cromatica di Photshop detta le regole per una nuova scala pittorica.

“Rapportandosi con la storia dell’arte e con quella sociale e culturale del suo tempo Beatrice Gallori presenta una visione indipendente e centrata, un racconto aniconico di come la pittura può rinnovare linguaggio, stile e tecniche preservando l’efficacia di una narrazione che crede nell’astrazione ma non rinuncia al fascino di raccontare la vera natura del mondo sensibile”.

Beatrice Gallori, webres

BEATRICE GALLORI – biografia

Beatrice Gallori nasce a Montevarchi nel 1978. Nel 2001 concretizza la sua passione per la moda ed il design frequentando l’Istituto Polimoda di Firenze specializzandosi in Fashion Design e Maglieria. Il suo lavoro è monocromatico e volumetrico, la sua ricerca è incentrata sullo studio del movimento, che ricrea sia in tela che in scultura. Collabora stabilmente con diverse gallerie italiane e internazionali e le sue opere sono presenti in varie collezioni pubbliche e private. Attualmente sta portando avanti la sua ricerca sul mondo cellulare, sperimentando con diversi materiali e tipi di pigmentazioni.

FONDAZIONE ROCCO GUGLIELMO

La Fondazione Rocco Guglielmo è considerata nel panorama dell’arte contemporanea una tra le più importanti istituzioni culturali del Sud Italia. Costituita nel 2010 a Catanzaro, dal Notaio Rocco Guglielmo, è un’istituzione culturale aperta, un laboratorio d’idee, con un articolato programma di attività nel settore delle arti visive volte a favorire la conoscenza dei linguaggi contemporanei: mostre, workshop, seminari, reading, appuntamenti tematici e giornate di studio. Coniugando rigore scientifico e interesse per la ricerca, in questi anni la Fondazione ha realizzato importanti mostre monografiche a carattere storico. Tra esse ricordiamo “Corpo Elettronico” (la prima mostra interamente dedicata alla videoarte italiana); “Lo Sguardo Espanso” (retrospettiva dedicata alla storia del cinema italiano d’artista); “Artisti nello Spazio” (collettiva dedicata alla storia dell’arte ambientale italiana). Numerose sono, poi, le mostre personali dedicate ad artisti di grande rilievo come Aurelio Amendola, Alberto Biasi, Cesare Berlingeri, Aron Demetz, Chiara Dynys, Giosetta Fioroni, Pino Pinelli, Turi Simeti, Emilio Scanavino e molti altri. Tutte le iniziative proposte sono concepite secondo una logica di programmazione “glocal”, capace cioè di trattare i contenuti culturali da una prospettiva globale – incline alla contaminazione internazionale – ed agire, per la loro valorizzazione, in maniera locale – facendo leva sulle risorse del territorio, le professionalità in esso presenti e le sue eccellenze.


Beatrice Gallori: “Codex”
Museo MARCA, Catanzaro
4 giugno 2022 – 31 agosto 2022
Inaugurazione: Sabato 4 giugno 2022

INFO:
Museo MARCA
Via Alessandro Turco 63, 88100 – Catanzaro
Telefono: +39 0961 746797
info@museomarca.com / www.museomarca.info
Orari: 9.30-13.00 e 15.30-20.00, chiuso il lunedì
Ingresso intero Euro 4,00 – ridotto Euro 3,00

Fondazione Rocco Guglielmo
Corso Mazzini 4, 88100 – Catanzaro
www.fondazioneroccoguglielmo.it / info@fondazioneroccoguglielmo.it
Telefono: +39 0961745517 

UFFICIO STAMPA
Daccapo Comunicazione
www.daccapocomunicazione.it / info@daccapocomunicazione.it
Telefono: +39 3408288293 (Ester Apa) / +39 3397050840 (Marcello Farno)

Trieste, Museo Revoltella: Prorogata la mostra “Monet e gli Impressionisti in Normandia” fino al 26 giugno

Visto il grande successo e a grande richiesta, proroga fino al 26 giugno la mostra Monet e gli Impressionisti in Normandia al Museo Revoltella di Trieste.
Un’occasione unica per conoscere e poter apprezzare un eccezionale corpus di oltre 70 opere che racconta il movimento impressionista e i suoi stretti legami con la Normandia.
Pittori come MonetRenoirDelacroix e Courbet – in mostra insieme a molti altri – colgono l’immediatezza e la vitalità del paesaggio normanno imprimendo sulla tela gli umori del cielo, lo scintillio dell’acqua e le valli verdeggianti della Normandia, culla dell’Impressionismo.

Monet e gli Impressionisti in Normandia

Prorogata fino al 26 giugno

Edouard Vuillard
Il giardino ad Amfreville,
1905 1907 ca.
Olio su cartone su tavola, 41,5×37 cm, Caen, Collection Peindre en Normandie, dépôt
à la Ville de Deauville, Les Franciscaines © Région Normandie/Inventaire général/Patrick
Merret
Jacques Villon
Sotto la tenda, sulla spiaggia, Blonville, 1906 ca.
Olio su tela, 50×61 cm, Caen, Collection Peindre en Normandie, dépôt à la Ville de Deauville, Les Franciscaines © Région Normandie/Inventaire général/Patrick Merret
Eugène Boudin
Trouville, il molo con l’alta marea, 1888-1895 ca.
Olio su tavola, 27×21,8 cm
Caen, Collection Peindre en Normandie, dépôt à la Ville de Deauville, Les Franciscaines ©
Région Normandie/Inventaire général/Patrick Merre

La mostra “Monet e gli Impressionisti in Normandia” è incentrata soprattutto sul patrimonio della Collezione Peindre en Normandie – tra le collezioni più rappresentative del periodo impressionista – affiancata da prestiti provenienti dal Belvedere di Vienna, dal Musée Eugène-Boudin di Honfleur e da collezioni private e ripercorre le tappe salienti della corrente artistica: opere come Falesie a Dieppe (1834) di DelacroixLa spiaggia a Trouville (1865) di CourbetTramonto, veduta di Guernesey (1893) di Renoir – tra i capolavori presenti in mostra – raccontano gli scambi, i confronti e le collaborazioni tra i più grandi artisti dell’epoca che – immersi in una natura folgorante dai colori intensi e dai panorami scintillanti – hanno conferito alla Normandia l’immagine emblematica della felicità del dipingere.

La mostra, promossa e organizzata dal Comune di Trieste – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo, con il supporto di Trieste Convention and Visitors Bureau e PromoTurismo FVG, in collaborazione con BRIDGECONSULTINGpro e Ponte – Organisation für kulturelles management GMBH, è prodotta da Arthemisia ed è curata da Alain Tapié.

La mostra è sostenuta da Generali Valore Cultura, vede come special partner Ricola ed è consigliata da Sky Arte.
Catalogo edito da Skira.


SEDE
Museo Revoltella
Via Armando Diaz, 27
34123 Trieste (TS)

INFORMAZIONI
T. +39 040 982831
www.arthemisia.it
www.triestecultura.it
www.discover-trieste.it

ORARI
Dal lunedì alla domenica e festivi 9:00 -19:00
Martedì chiuso
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Hashtag ufficiale
#ImpressionistiTrieste

UFFICIO STAMPA
Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it | M. +39 392 4325883
press@arthemsia.it | T. +39 06 69308306

Roma, WeGil – Trastevere: THE CAPTURED HOUSE. ROME. 50 artisti ucraini contemporanei documentano la guerra in Ucraina

Roma, 27 maggio 2022 – Dal 10 al 16 giugno 2022, il WeGil di Roma, hub culturale della Regione Lazio nel quartiere Trastevere, gestito dalla società in house LAZIOcrea, ospita THE CAPTURED HOUSE. ROME: 200 opere di artisti ucraini contemporanei che documentano la guerra in Ucraina e incoraggiano il pubblico internazionale a parlare dell’Europa come della “nostra casa comune”.

Il titolo della mostra vuole ricordare quel senso di costrizione alla fuga che sta vivendo il popolo ucraino ed è preso in prestito dal libro di Julio Cortázar, Casa Tomada, il cui protagonista è costretto a fuggire dalla propria casa invasa da una forza sconosciuta e da un male incommensurabile.

THE CAPTURED HOUSE. ROME

10 – 16 giugno 2022
WeGil – Trastevere, Roma

200 Opere di 50 artisti ucraini contemporanei
documentano la guerra in Ucraina

Andrey Bashtovoy, Larysa Oleksandrivna, 75 anni, si trova di fronte alla facciata in rovina della sua casa nella zona residenziale di Pavlove Pole

L’esposizione è promossa dalla Regione Lazio e organizzata dall’Agenzia PORT di Kiev con il supporto del Ministero degli Affari Esteri dell’Ucraina, del Ministero della Cultura e della Politica dell’Informazione dell’Ucraina e vede il coinvolgimento dell’Agenzia Statale dell’Ucraina per l’Arte e l’Educazione Artistica.

Anton Logov, La donna russa è venuta al mercato per comprare carne fresca

Curata da Katya Taylor, che nel 2022 ha creato la Artists Support Ukraine Foundation per aiutare gli artisti ucraini negli hotspot dall’inizio del conflitto, l’esposizione è composta da testimonianze, interpretazioni, ricordi, oggetti che conservano ancora il calore dei loro proprietari e non vuole solamente raccontare gli orrori della guerra, ma essere uno “spazio comune” dove reagire.

Alevtina Kakhidze, Vlada Ralko, Dariia Koltsova, Mikhail Ray, Kinder Album, Evgeniy Maloletka, Maks Levin, Hamlet Zinkivskyi, Ihor Husev, Masha Shubina, Zolotar (Oleksiі Zolotariov), Stas Zhalobniuk, Volodymyr Budnikov sono solo alcuni dei nomi presenti in mostra.
Dopo l’attacco della Russia, molti di questi artisti sono rimasti a lavorare nelle città di Kiev, Kharkiv, Cherson e Donetsk e le loro opere esposte oggi a Roma hanno visto la luce durante l’invasione.

Darya Koltsova, photo by Victoria Metlushko

Il compito della mostra The Captured House non è solo quello di informare il pubblico, ma di immergersi nell’atmosfera in cui si trovano oggi gli ucraini. Questo è l’unico modo per sentire cosa sta realmente accadendo e perchè questa guerra dovrebbe essere fermata immediatamente” – ha affermato Katya Taylor, co-organizzatrice del progetto e curatrice della mostra.

La mostra THE CAPTURED HOUSE. ROME, che ha visto come prima tappa Berlino nella sede dell’Alte Munze Art Center nello scorso maggio e che dopo Roma andrà a Parigi e ad Amsterdam, avvicina il pubblico al popolo ucraino attraverso interpretazioni, simboli e codici culturali immergendo lo spettatore nel tragico momento storico che stiamo vivendo, facendo appello ai valori di pace, giustizia e uguaglianza.


PORT – Agenzia di gestione culturale
Fondata a Kiev nel 2017 dalla curatrice e art manager Katya Taylor, l’agenzia ha organizzato dozzine di progetti artistici su temi socialmente importanti insieme a UN Women, UNICEF, European Anti-Corruption Initiative in Ukraine, Ministero degli Affari Esteri dell’Ucraina e altre organizzazioni internazionali e ucraine.
Nel 2022, Katya Taylor ha creato la Artists Support Ukraine Foundation, che aiuta gli artisti ucraini negli hotspot dall’inizio della guerra.


THE CAPTURED HOUSE. ROME
WeGil
, Trastevere – Largo Ascianghi 5, Roma

Inaugurazione: 10 giugno ore 18.30
Ingresso gratuito
Apertura al pubblico: 10 – 16 giugno 2022; tutti i giorni ore 10.00 – 19.00

Uffici stampa
Angelika Burkina, | M. +39 389 9918808 | slg.ivent@gmail.com
Valeria Radkevich | M. +39 348 3169405 | valeriya.radkevych@gmail.com

Ufficio stampa mostra
Adele Della Sala | M. +39 366 4435942 | ads@ufficiostampa-arte.it
Anastasia Marsella | M. +39 380 3079809 | am@ufficiostampa-arte.it

Sito web https://thecapturedhouse.com/
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