Genova, Palazzo ducale: La finalissima del X campionato mondiale di pesto genovese al mortaio

Il Campionato è una grande gara, una festa, una genuina manifestazione di orgoglio della cultura ligure che fra pochi giorni si proporrà alla città e al mondo con lo stesso entusiasmo di 23 anni fa. Tutte le informazioni sui 100 della sfida, le eliminatorie in Italia e all’estero, gli eventi collegati e nuovi input per buongustai, curiosi e operatori del settore. 

I 100 finalisti della X edizione del campionato Mondiale di Pesto al Mortaio sono uomini al 65% e donne al 35 e hanno una età media di 51 anni. Il più giovane è uno studente romano di 23 anni. La concorrente più anziana è una veterana genovese del Campionato (compresa l’edizione digitale del 2021) che quest’anno compie 90 anni.

La selezione è avvenuta come sempre seguendo i tempi di iscrizione e inserendo di diritto i vincitori di gare eliminatorie che sono state 24, di cui 13 in Italia e 11 all’estero alcune delle quali al seguito del Comune di Genova nelle tappe di Ocean Race. I paesi toccati da questa edizione sono stati Francia, Inghilterra, Spagna, Olanda, Stati Uniti, Brasile, Niger e il Sudafrica, con l’intento di promuovere l’immagine di Genova, la sua cultura e i suoi prodotti, in particolare per difendere l’identità e la qualità del pesto originale. La metà delle gare disputate in Italia si sono avute in Liguria sia nelle piccole delegazioni che nelle grandi occasioni di visibilità come il Festival di Sanremo.  Sono già in programma due importanti eliminatorie a Milano ad aprile e a Parigi a maggio valide per la prossima edizione del 2026.

La vincitrice

Nei 100 della X finalissima come sempre accade data la natura del Campionato tutte le professioni sono rappresentate: artigiani impiegati manager imprenditori e consulenti, professori e studenti, casalinghe e pensionati, cuochi e ristoratori, ingegneri ricercatori e tecnici, giornalisti e medici a cui si aggiungono quest’anno un regista una attrice una receptionist e una persona che si è qualificata come “maestro di casa”. I liguri sono 55 e il resto degli italiani 25. Sono di provenienza straniera 20 persone che in questa edizione provengono per nascita o residenza da Stati Uniti, Giappone, Francia, Spagna, Inghilterra, Olanda, Germania, Sudafrica, Brasile, Malta e Svizzera.

Il concorrente più lontano arriva da Itajaì una cittadina nel Sud del Brasile che è stata tappa di Ocean Race e con i suoi 9.846 chilometri sulle spalle per arrivare a Genova batte di poco il concorrente proveniente da Tokio aggiudicandosi la targa che l’Associazione “A Compagna” riconosce a chi arriva al campionato da più lontano.  Il concorrente più vicino abita in Via Cairoli poco distante da Palazzo Ducale!

La giuria è formata da 30 chef gastronomi opinion leader e giornalisti provenienti da tutta Italia, selezionati per esperienza, competenza e attivismo nel mondo del food. Quest’anno in particolare la X finalissima accoglie fra i giudici una delegazione della scuola Alma ritenuta il più autorevole centro di formazione della Cucina e dell’Ospitalità Italiana a livello internazionale.

L’evento sarà condotto da Roberto Panizza Direttore del Campionato coadiuvato da Marisa Passera storica conduttrice di Radio Deejay.

Partecipanti all’opera

Gli altri eventi della giornata sono:

Il Campionato dei Bambini organizzato dal Consorzio del Basilico Genovese DOP non competitivo cui partecipano in 40 (2 per mortaio) seguiti da 6 giudici di poco più adulti

Il Coro Lollipop con 20 coristi di tutte le età guidati dalla cantautrice Antonella Serà, direttrice della scuola di musica genovese “A.L.C.A.demia” che interpreteranno l’Inno del Campionato Mondiale scritto dai Buio Pesto.

La consegna della targa A’Compagna per il concorrente che arriva da più lontano che, come da tradizione, verrà consegnata al momento della proclamazione dei 10 finalisti.

5 Corner informativi di consorzi e associazioni liguri nel settore del food collocati nella Sala del Minor Consiglio: Il Consorzio del Basilico Genovese DOP, il Consorzio dell’Olio Extravergine di Oliva della Riviera Ligure DOP, la Cooperativa dell’Aglio di Vessalico, il Presidio Slow Food della Liguria, l’Enoteca Regionale.

Il Pesto Talk, il “Salotto del Campionato”, piccola area attrezzata per ricevere commenti, interviste, riflessioni sul Pesto, sulla cultura ligure dell’alimentazione e sul Campionato del Mondo.

Il Pesto Party, che si terrà su invito dalle ore 20 alle 22 circa con una decina di ristoranti di “Genova Liguria Gourmet” che proporranno i loro piatti in degustazione con vini liguri e l’esibizione musicale de “i Cugini della Corte”

“Fuori Campionato”: giovedì 21 e venerdì 22 marzo

“Essenza di botanica. Viaggio nei profumi, dalla tavola al verde pubblico”. Enrica Roccotiello dell’Università di Genova con visita guidata all’orto botanico (giovedì 21 marzo ore 15,30-17.00 presso Orto botanico Corso Dogali 1M)  

“Meraviglie al microscopio di una foglia di basilico”. Laura Cornara dell’Università di Genova (venerdì 22 marzo ore 11,30/12 presso Regione Liguria Sala Trasparenza P.zza De Ferrari 1)

Il Fuori Campionato prosegue nel pomeriggio di venerdì dalle 15 alle 16,30, sempre in Sala Trasparenza, con:

“Pesto Genovese Revealed” presentazione del libro di Craig Wales, viaggiatore e fotografo

“What makes a good pesto al mortaio? Insights from participant questionnaires from 2022 pesto championship” ricerca scientifica coordinata da Ben Thuriaux analista e ricercatore

 “Il Pesto che non esiste” conversazione di Roberto Panizza (Associazione Culturale Palatifini) sulle prospettive di mercato, la competizione dei non pesti e la qualità del Pesto

“Pesto&Genovese” Sergio Di Paolo (Associazione Culturale Palatifini) ricerca sull’immagine e la comunicazione del Pesto Genovese nel mondo

Ancora in Sala Trasparenza, alle 16,30: “Pesto Last Minute” brevi lezioni e dimostrazioni per come si produce il vero Pesto Genovese al mortaio

“Un’ora nel Centro Storico, tra curiosità e botteghe”, itinerario turistico gratuito nei caruggi del Centro Storico Genovese, a cura di Confartigianato Liguria (appuntamento venerdì 22 marzo ore 17.15 presso Palazzo Ducale)

La Settimana del Pesto dei Ristoratori Liguri, che aderiscono alla promozione della cucina tradizionale in collaborazione con Ascom, Confesercenti e Genova Liguria Gourmet.

“Vetrine in gara”, concorso a tema di addobbo delle vetrine, sul Pesto e il Campionato in collaborazione con Ascom e Confesercenti. Il negozio vincente verrà premiato durante il Pesto Party.

Wiki Loves Pesto Genovese 2024 concorso fotografico (Regolamento e bando di concorso sulla pagina ufficiale di “Wiki Loves Pesto Genovese 2024” (conclusione il 31 marzo)

I partecipanti esultano

Il campionato mondiale di pesto genovese al mortaio – commenta il Presidente della Camera di Commercio Luigi Attanasio – è un marchio della Camera di Commercio di Genova che è diventato il portabandiera di Genova e del suo territorio durante tutte le tappe della Ocean Race e poi ancora durante la Clia Cruise Week. Un risultato non banale, che lega il nostro prodotto più famoso al suo territorio d’origine e agli ingredienti certificati a partire dal basilico DOP, di cui la Liguria ha prodotto nel 2023 ben 829.000 bouquet, il 56% dei quali in provincia di Genova”

Prosegue l’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Liguria Alessio Piana: “Una manifestazione che, come Regione, non abbiamo mai smesso di sostenere, nemmeno negli anni della pandemia, e che continuiamo oggi, a 17 anni di distanza dalla prima edizione, a valorizzare. Ringrazio Camera di Commercio e l’associazione culturale Palatifini per aver saputo creare, in questi anni, un momento di partecipazione della cittadinanza e condivisione di uno dei tesori della nostra cucina. Il pesto, infatti, nell’immaginario collettivo è un richiamo iconico di tutto quello che di ‘buono’ la Liguria può offrire per arricchire le tavole. E di come, partendo da materie semplici, siamo riusciti a farci conoscere in tutto il mondo”.

“Chi fa il pesto più buono del mondo? –  commenta l’Assessore al commercio del Comune di Genova Paola Bordilli – La domanda solletica quell’orgoglio genovese che tutti condividiamo quando si tratta di rivendicare la paternità di questo straordinario prodotto tipico della nostra tradizione gastronomica.  Con i nostri ingredienti autentici e genuini grazie al Campionato preserviamo la nostra identità culturale ed economica e riusciamo a dare voce e immagine all’intero territorio ligure e alle sue eccellenze. Un lavoro di sinergia pubblico privato che negli anni è sempre più cresciuto e va tutelato e valorizzato”

Chiude il Direttore del Campionato Roberto Panizza: “Quasi vent’anni di lavoro sul Campionato mondiale di pesto al mortaio hanno cambiato la percezione che il mondo ha della nostra salsa. La strada è ancora lunga ma pensiamo di avere supportato attivamente questa crescita: quando abbiamo iniziato trovar il pesto in molti ristoranti di fascia medio alta era quasi impossibile, mentre oggi anche i locali più prestigiosi lo propongono ai clienti. Il lavoro del campionato per promuovere la tradizione del pesto e la sua ricetta è quindi a buon punto e siamo attrezzati per affrontare i prossimi vent’anni.”



Melina Cavallaro 
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma 
Valerio De Luca resp. addetto stampa cell. 393 9482876  
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L’isola di Saint Barth – Fu Cristoforo Colombo a donarle il nome di suo fratello Bartolomeo

CHAMPAGNE SAINT BARTH

Saint Barth (Saint Barthélemy è il suo nome per intero) – nei meravigliosi Caraibi –  è ricca di vegetazione, insenature e collinette che dominano il mare. Personaggi del calibro di Madonna, Naomi Campbell e Claudia Schiffer, nel corso degli anni ’80 e ’90 hanno fatto conoscere al mondo questo piccolo paradiso che da allora è diventato una delle mete più costose e chic del mondo.

Fu Cristoforo Colombo il primo europeo a metter piede sull’isola di Saint Barth nel 1493 e le donò un nome speciale: quello di suo fratello Bartolomeo.

Situata nelle piccole Antille dei Caraibi e abitata a quel tempo da indigeni dediti alla pesca, nel corso dei secoli successivi l’isola di Saint Barth ha assistito al passaggio di numerosi coloni: Svezia, Francia e Ordine di Malta si sono susseguiti negli anni e hanno lasciato il segno in piccoli dettagli. La capitale Gustavia ad esempio, si chiama così per il passaggio di Re Gustav.

In seguito al referendum del 1878 l’isola di Saint Barth torna sotto il controllo della Francia che trasmette tradizioni, leggi e cultura: si ritrova nel profumo di baguette che si sente passando davanti alle boulangeries, nei piatti tipici della cucina francese, nello charme trasmesso dagli abitanti del posto, nell’atmosfera elegante che si percepisce in ogni angolo.

Oggi Saint Barth è un’isola per pochi perché la notevole popolarità data da stilisti, attori, modelle e fotografi, ha reso questo fazzoletto di terra una destinazione d’élite, dove i prezzi di ville affacciate sul mare raggiungono cifre astronomiche e dove gli hotel con meno di 4 stelle si contano sulle dita di una mano. Ma un viaggio da queste parti, merita davvero? Come dicono gli americani, tanto amanti di questa zona del mondo, yes, definitely.


É online il numero 15 di ArtOnWorld.com

In questo nuovo numero di ArtOnWorld.com – rivista sfogliabile online in tutto il mondo compresa l’Asia – è possibile leggere tutte le novità dedicate ai Musei americani, Europei e alle gallerie internazionali.

Particolare attenzione è stata data alle numerose attività che si svolgono durante ArteFiera a Bologna. Il grande fermento culturale e artistico che si prepara a vivere l’Italia con Bologna protagonista, grazie alla storica ArteFiera (dal 2 al 4 febbraio 2024) consentirà a numerosi collezionisti di acquistare opere inedite o realizzate dai Grandi Maestri del’900.

Fra le innumerevoli opere d’arte che vedremo sfilare nelle gallerie espositrici provenienti da tutto il mondo, arriveranno anche i lavori di artisti emergenti; ogni opera presente negli stand della fiera lascerà negli occhi del pubblico e dei collezionisti il piacere di scoprire l’arte in tutte le sue forme.

Il nuovo anno porta con sé tante novità in ogni settore: nell’arte proliferano le rassegne, gli eventi dedicati alla IA aumentano, i corsi per capire il mercato dell’arte invadono le università. In molti vogliono capire di più sulle nuove tecnologie e ArtOnWorld.com si occupa di tutti questi argomenti. In questo nuovo numero non mancano gli articoli scientifici e di psicologia del comportamento umano con il professore Roberto Anchisi.

Per quanto riguarda le notizie dedicate alle gallerie d’arte nel mondo troverete un focus dedicato alla Lilienthal Gallery del Tennessee. L’attenzione nel settore del Design è stata rivolta a una grande artista americana, Barbara Stauffacher Solomon, a cui è dedicata la copertina: all’interno di ArtOnWorld.com potete leggere l’intervista fatta al suo curatore. Nelle pagine del nuovo numero il lettore incontrerà libri d’arte, di fotografia internazionale e tante altre curiosità. Siamo sicuri che anche quest’anno cammineremo insieme nei sentieri sconosciuti dell’arte e della cultura. Grazie a tutti per la stima e sostegno.

This year in the magazine that can be browsed online throughout the world including Asia, it is possible to read all the news dedicated to American and European museums and the activities of international galleries.  Particular attention was given to the numerous activities that take place during ArteFiera in Bologna.  The great cultural and artistic ferment that Italy is preparing to experience with Bologna as the protagonist thanks to the historic ArteFiera which opens its doors on 2nd and closes on 4th February 2024 will allow numerous collectors to purchase unpublished works or works by 20th century masters.

Among the countless historical and modern works of art that we will see parading in the galleries arriving from all over the world, there will also be works by emerging artists and each work present in the stands of the fair will leave in the eyes of the public and collectors the pleasure of discovering the art in all its forms.  The new year brings with it many new features in every sector, art exhibitions proliferate in art, events dedicated to AI increase, courses to understand the art market invade universities.  Everyone wants to understand more about new technologies and artonworld.com deals with all these topics.

In this new issue there is no shortage of scientific articles on the psychology of human behavior with professor Roberto Anchisi.

In this issue regarding news dedicated to art galleries in the world you will find an extraordinary gallery, the Lilienthal Gallery in Tennessee.  Attention in the Design sector has been paid to a great American artist Barbara Stauffacher Solomon to whom we have dedicated the cover; inside you will read an important interview with her curator.  In the pages that the reader will leaf through, he will encounter books on art, international photography and many other curiosities.  We are sure that this year too we will walk together on the unknown paths of art and culture. Thank you all for your esteem and support.


Oltre 100 giovani coinvolti nella formazione vitivinicola

In Sicilia è iniziata la formazione per le nuove leve della filiera vitivinicola con il programma di azioni di Vino Connect Sicilia, il progetto nato per mettere in rete cantine, scuole, istituzioni, imprese, associazioni e professionisti del settore. Tra vigne, aziende e laboratori formativi, saranno oltre 100 gli studenti coinvolti grazie al nuovo acceleratore di conoscenza della cultura enologica, per tramandare, innovare e potenziare il know how e gli effetti a lungo termine necessari per il futuro delle terre dei vini.Ai laboratori pratici e didattici, saranno accostati i seminari su enoturismo, accoglienza, enogastronomia, sanità ambientale; le attività di formazione sulla gestione e sull’economia della cantina faranno conoscere i metodi di accesso al credito per fare impresa e le diverse competenze delle figure professionali che ruotano intorno alla filiera vitivinicola. Dall’innesto alla potatura, dalla spollonatura alla legatura, dalla vendemmia all’ospitalità in cantina. Coinvolgere le nuove generazioni nella viticoltura è uno dei più importanti obiettivi di Vino Connect Sicilia: l’intento è creare nuovi stimoli, mappare il territorio e far scoprire i tratti distintivi dei borghi del vino. «È un momento importante e storico per il territorio – spiega Walter Guarrasi, presidente Vino Connect Sicilia e Vivi Vinum Pachino – i giovani impareranno a gestire la vigna e a conoscere a fondo le cantine, le strategie di sviluppo e di accoglienza della filiera, che alimenta l’economia della comunità. Le aziende vitivinicole e le imprese coinvolte potranno attingere nuove risorse con competenze mirate. Facendo network creeremo nuovi scambi enogastronomici ed esperienziali con altri territori regionali, nazionali ed internazionali e costruiremo le condizioni per dare impulso all’enoturismo».Gli studenti che beneficeranno dei laboratori didattici e formativi alla scoperta delle uve, dei tralci e delle pregiate radici saranno accolti dalle cantine già partner e da quelle che stanno manifestando nuovi interessi per svolgere attività formative e informative. Gli alunni fanno parte delle terze, quarte e quinte classi dell’istituto superiore P.Calleri di Pachino (indirizzo agrario e alberghiero). Vino Connect Sicilia vedrà anche il coinvolgimento dell’istituto superiore Michelangelo Bartolo e degli istituti comprensivi Silvio Pellico e Giovanni Verga per l’educazione alle tradizioni, alle arti e mestieri della filiera. I giovani saranno coinvolti in stage presso le aziende e le strutture di servizi.«Stiamo coltivando nuove competenze e investendo sulle nuove generazioni – afferma Maurizio Campo, direttore di progetto per Vivi Vinum Pachino – per dare una svolta culturale, sociale ed economica alla produzione, per favorire nuove condizioni di sviluppo creando opportunità di lavoro, per garantire un futuro alla vocazione vitivinicola siciliana». Vino Connect Sicilia nasce attraverso il progetto “Il Credito Cooperativo acceleratore per lo sviluppo nelle aree dalla Val di Noto alla Val Di Mazara: terre dei vini”, gestito e coordinato dall’associazione Vivi Vinum in sinergia con la Bcc Pachino e la Bcc di San CataldoFedercasseConfocooperative Sicilia, supportato da Azure Consulting e finanziato da Fondo Sviluppo Spa. Grazie all’intesa tra le cantine siciliane già aderenti, Vino Connect Sicilia contribuirà a potenziare nel tempo la performance della Sicilia del vino.


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I francesi “tradiscono” le loro bollicine, ma solo un poco

Dom Pérignon il monaco che inventò lo champagne
LEGGI ALCUNI ANEDDOTI

Fra pochi giorni sicuramente fra i nostri lettori qualcuno festeggerà una ricorrenza. Lo farà stappando una bottiglia di champagne? A leggere le cronache, tuttavia, il vino nato dal talento di Dom Pérignon (1638 – 1715), monaco cantiniere dell’abbazia benedettina di Hautvillers in Francia, sembra perdere terreno proprio sul mercato interno francese.
Secondo i dati diffusi dall’associazione dei produttori di champagne, la Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (CIVC), nel 2023 le vendite in Francia sono diminuite del 3,5%, raggiungendo quota 233 milioni di bottiglie. A beneficiare di questa tendenza sono gli altri spumanti, come il prosecco italiano, che ha registrato un aumento delle vendite del 10% nel 2023. Anche gli spumanti francesi, come il crémant d’Alsace, stanno guadagnando un aumento delle vendite del 4%.

Le ragioni di questa tendenza sono molteplici. Innanzitutto, lo champagne è un prodotto molto costoso, con una media di 40 euro a bottiglia. Anzi è spesso un prodotto di lusso, con prezzi che possono superare anche i 100 euro a bottiglia. In secondo luogo, il prosecco è diventato sempre più popolare negli ultimi anni, grazie al suo gusto fresco e fruttato e al suo prezzo più accessibile.

Il prosecco è diventato sempre più popolare in Francia negli ultimi anni, anche grazie allo spritz, cocktail a base di prosecco, Aperol o Campari e soda. Lo spritz è, infatti, una bevanda molto diffusa, sia nei bar che nelle case, e ha contribuito a diffondere la conoscenza del prosecco tra i francesi.

La situazione è particolarmente preoccupante per i produttori di champagne, che stanno cercando di contrastare la tendenza a favore degli altri spumanti. Il CIVC ha lanciato una campagna di marketing per promuovere lo champagne come un prodotto di qualità, adatto a tutte le occasioni.

“Lo champagne è un prodotto unico, con un sapore e una storia inimitabili”, ha dichiarato Jean-Marie Barillère, presidente del CIVC. “Stiamo lavorando per far conoscere questo prodotto ai consumatori francesi e per convincerli a sceglierlo, anche per occasioni meno formali”. È comprensibile, perché il prodotto riveste grande importanza economica per la Francia, con un fatturato di circa 5 miliardi di euro l’anno.

Ne consegue che i produttori francesi stanno cercando di contrastare questa tendenza, puntando a ridurre i costi di produzione e a promuovere lo champagne come prodotto di grande prerogativa. La sfida per i produttori di champagne è quella di riuscire a mantenere l’appeal del prodotto sul mercato interno, senza rinunciare al suo prestigio e alla sua qualità.

Alla scoperta dei migliori Champagne

Il caffè solubile? Buono sì, chi lo ha inventato?

Metti semplicemente un cucchiaino di Nescafè in una tazza, aggiungi acqua bollente, in un batter d’occhio scoprirai il sapore più raffinato che tu abbia mai assaggiato, deliziosamente diverso dal normale caffè, con tutta la ricchezza e la bontà dei caffè più pregiati al mondo.
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Satori Kato, un chimico giapponese naturalizzato statunitense, che lavorava a Chicago, fino a pochi anni fa è stato considerato il padre del caffè solubile. Tuttavia, come ogni invenzione di rispetto, cercando e ricercando, si scopre sempre qualche precedente. Taluni, infatti, sostengono che il caffè solubile fu inventato e brevettato il 7 marzo 1881 con il numero 141520 dal francese Alphonse Allais. Inoltre, nel 1890, David Strang di Invergill (in Nuova Zelanda) mise in vendita un caffè solubile, anche questo munito di brevetto, con il nome di “Strang’s Coffee”. La lista degli inventori, però, è considerevole e per questo forse è meglio concentrarsi sul caffè solubile di Satori Kato prodotto inizialmente sul territorio statunitense.

Fino ad allora Satori Kato era famoso per avere inventato il tè solubile, prima che Thomas Sullivan proponesse quello in bustina, consumato usualmente. A cavallo del Novecento un importatore americano chiese a Kato di sperimentare una identica soluzione anche per il caffè oltre che per il tè. Nel 1901, Kato brevettò un processo per produrre una polvere di caffè solubile che poteva essere preparata semplicemente aggiungendo acqua calda. Il suo metodo prevedeva la torrefazione del caffè, la macinatura e la solubilizzazione in acqua calda. La soluzione veniva quindi evaporata, lasciando un residuo di polvere solubile.

Frontespizio di una brochure dell’Esposizione Panamericana, pubblicata da Kato Coffee Co., una delle prime aziende a sviluppare il caffè istantaneo.

Kato brevettò il metodo per produrre il caffè solubile in polvere e presentò il suo nuovo prodotto all’Esposizione panamericana di Buffalo del 1901, dove riscosse un grande successo. Tuttavia, la sua invenzione non fu immediatamente commercializzata su larga scala. Kato fondò la Kato Coffee Company, ma l’azienda non ebbe un gran successo.

Il caffè solubile di Kato al contrario fu molto apprezzato soprattutto tra i soldati americani che combattevano nella guerra ispano-americana. Il suo metodo di produzione era, infatti, relativamente semplice e veloce, e il caffè solubile si poteva facilmente preparare rispetto al caffè tradizionale.

Nel 1910, un altro chimico, George Constant Louis Washington, imprenditore olandese, perfezionò il processo di Kato. Washington arrivato a New York nel 1903 da Anversa in cerca di fortuna. Aveva idea di sviluppare una sua intuizione scaturita osservando le incrostazioni che si formavano sul bricco in argento da cui si versava il caffè.

A conclusione delle sue ricerche Washington fondò la Red E Coffee Company e iniziò a commercializzare il suo caffè solubile. Washington utilizzò un metodo di essiccazione a spruzzo che produceva una polvere di caffè più fine e solubile. Il suo caffè, chiamato Red E Coffee, fu un successo commerciale e contribuì a diffondere il caffè solubile in tutto il mondo.

Pubblicità del G. Washington Coffee
apparsa sul New York Tribune del 22 giugno 1919

Il caffè solubile, sia di Kato come di Washington, ha contribuito a diffondere la cultura del caffè nel mondo. La sua praticità e semplicità di preparazione lo hanno reso una bevanda popolare in particolare nei paesi occidentali. Il processo di produzione è rimasto sostanzialmente lo stesso da quando è stato inventato da Kato. I principali cambiamenti riguardano l’utilizzo di tecnologie più moderne ed efficienti.

I due principali metodi di produzione del caffè solubile si possono sintetizzare in poche parole:

  • Il metodo dell’estrazione: il caffè viene tostato, macinato e poi estratto con acqua calda. La soluzione viene quindi evaporata, lasciando un residuo di polvere solubile.
  • Il metodo della liofilizzazione: il caffè viene tostato, macinato e poi congelato. La soluzione viene quindi evaporata sottovuoto, lasciando un residuo di granuli solubili.

Il caffè solubile prodotto con il metodo dell’estrazione è più economico, ma ha un sapore meno intenso rispetto al caffè prodotto con il metodo della liofilizzazione, che costituì la vera e propria svolta del caffè solubile. Nel corso degli anni Trenta, il Brasile, grande produttore di caffè, cercava di risolvere il modo di smaltire le enormi eccedenze di produzione. Il problema fu risolto dalla Nestlé, grazie al gruppo dei suoi ricercatori, guidato da Max Morgenthaler. Sulla base dell’invenzione di Kato, in sette anni di lavoro, fu sviluppato un processo di nebulizzazione ed essiccazione.

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Nel 1938, di conseguenza, la Nestlé mise sul mercato il Nescafé, un caffè solubile prodotto col metodo della liofilizzazione. Il nuovo processo di essiccazione consentiva di preservare le proprietà organolettiche del caffè. Il successo del Nescafé contribuì a diffondere definitivamente il caffè solubile in tutto il mondo.

Nonostante tutto, il caffè solubile è una bevanda controversa. Alcuni lo considerano una bevanda artificiale e di scarsa qualità, mentre altri lo apprezzano per la sua praticità e semplicità di preparazione.


Compie 80 anni Massimiliano Fuksas, l’architetto che ha progettato una nuvola

Massimiliano Fuksas (ismolasresort.com)

Oggi, 9 gennaio 2024, Massimiliano Fuksas compie 80 anni. In occasione del suo compleanno, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. «Il mio non sarà un compleanno speciale, semplicemente non voglio festeggiarlo, perché sarebbe come dire “devo iniziare a sistemare le cose” — precisa all’inizio della conversazione —, perché non ho mai fatto un bilancio e perché non posso pensare a quello che potevo fare e non ho fatto, ma piuttosto a quello che ancora farò».

Nato a Roma nel 1944, Massimiliano Fuksas è uno dei più importanti architetti italiani contemporanei. La sua opera, presente in tutto il mondo, è caratterizzata da un linguaggio innovativo indirizzato all’architettura internazionale. Fuksas ha iniziato la sua carriera negli anni ’70, collaborando con molti architetti di grande fama. Apre il suo primo studio nel 1967, il GRANMA e da qui avvierà una considerevole carriera, realizzando importanti progetti in Italia e all’estero.

Site de Pierrefitte-sur-Seine. Architecte Massimiliano Fuksas. Archives nationales (France). (Wikipedia)

L’architetto romano è anche un artista e un designer. Ha ideato numerose installazioni e opere d’arte, e ha collaborato con diversi marchi di moda e design. Ma la sua attività primaria è l’architettura attraverso la quale mette in atto forme fluide e sinuose, che creano un forte impatto visivo e restituiscono un senso di movimento e dinamismo.

Armani Ginza Tower, at Ginza Tokyo Japan, design by Doriana & Massimiliano Fuksas & Kajima Construction in 2007. (Wikipedia)

I suoi progetti sono, infatti, caratterizzati da un linguaggio architettonico originale e innovativo, che combina elementi classici e contemporanei. Ciò che tuttavia lo caratterizza maggiormente è che Fuksas è un architetto che non teme di sperimentare, di utilizzare nuovi materiali e tecnologie, e le sue opere sono spesso fonte di dibattito e di ispirazione, ma anche di contestazione.

Per tale motivo il suo lavoro ha contribuito a rinnovare il linguaggio architettonico e a dare nuova linfa alla cultura architettonica del nostro tempo. Ma pur operando nel clima intellettuale contemporaneo, la sua visione dell’architettura guarda al futuro. Fuksas ha sempre parlato di questa sua visione dell’architettura come forma d’arte, e come tale libera e creativa, ben distante da regole o convenzioni, sicuramente non legata a stantii localismi, bensì aperta al mondo.

Nuovo Centro Congressi a Roma EUR, durante la rassegna editoriale Più libri, più liberi. All’interno è visibile la famosissima “Nuvola”. (Wikipedia)

Anche nell’intervista al Corriere della Sera, alla domanda di Stefano Bucci , “cos’è per Fuksas l’architettura?”, ha risposto: «Curiosità. Io sono sempre affascinato dall’idea di conoscere nuove realtà, per me l’architetto deve avere come primo cliente l’umanità intera».

Per questo ha aggiunto “La mia città ideale è una città surrealista”, ricordando gli anni giovanili, quando iniziò a lavorare nell’atelier di Giorgio de Chirico, pittore surrealista. Forte è stata l’influenza del maestro, anche se all’epoca come apprendista gli toccava semplicemente rassettare il suo studio. Oggi quelle prime esperienze – che sempre costituiscono un imprinting – gli fanno immaginare architetture e città dove tutto è possibile e l’immaginazione regna sovrana. Città dove le persone possono vivere e lavorare in armonia con la natura e con l’ambiente.

Un esempio è il suo prossimo progetto: tre chilometri e mezzo di The Line, una città lineare larga appena 200 metri ma lunga 170 chilometri. Nascerà entro il 2030 all’interno dell’area di Neom (nella provincia di Tabuk, nel Nord dell’Arabia Saudita) e accoglierà oltre 9 milioni di residenti. Non ci saranno auto convenzionali, e i servizi di quartiere saranno raggiungibili a piedi in 5 minuti.

Rendering inediti The Line firmati Studio Fuksas. in alto, la vista di due “pocket park” sviluppati in altezza (Sole24ore)

Naturalmente, una città dall’impronta utopica a misura di una società ideale. Oggi non esiste ancora niente di simile, in altre parole una città che soddisfi perfettamente tutti i suoi cittadini. Tuttavia, è importante lavorarci, come fa Fuksas, per avvicinarsi sempre più a questo ideale.

In conclusione, Fuksas è un architetto che ha contribuito finora a cambiare il volto dell’architettura contemporanea. Tuttavia, come abbiamo ascoltato dalle sue stesse parole, la sua opera è un esempio di creatività e innovazione, e, ne siamo certi, continuerà a ispirare architetti e designer per molti anni a venire.


Il 2024 è un anno pieno di ricorrenze. Elenchiamone alcune fra le più importanti

Il 2024 sarà un anno ricco di anniversari, sia storici che culturali. Proviamo a ricordare, seppure sommariamente, gli avvenimenti più importanti dell’anno sui quali torneremo a parlare prossimamente

  • 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi, inventore italiano della radio.
  • 90 anni dalla morte di Marie Curie, scienziata polacca naturalizzata francese premio Nobel per la fisica e per la chimica.
  • 120 anni dalla nascita di J. Robert Oppenheimer, fisico americano esperto di fisica nucleare
  • 80 anni dalla fondazione della RAI, l’emittente radiotelevisiva pubblica italiana.
  • 75 anni dalla fondazione della NATO, organizzazione politico-militare dei paesi dell’Europa occidentale e del Nord America.
  • 35 anni dalla caduta del Muro di Berlino, evento che ha segnato la fine della Guerra Fredda.
  • Ricorrono altresì i 700 anni dalla morte di Marco Polo, esploratore veneziano che viaggiò in Asia e scrisse il libro “Il Milione”.
  • 150 anni dalla nascita di Lucy Maud Montgomery, scrittrice canadese autrice del romanzo “Anna dai capelli rossi”.
  • 100 anni dalla morte di Franz Kafka, scrittore ceco autore di opere come “La metamorfosi” e “Il processo”.
  • 100 anni dalla morte di Joseph Conrad, scrittore polacco-britannico autore di opere come “Cuore di tenebra” e “Lord Jim”.
  • 70 anni dalla pubblicazione di “Il Signore degli Anelli”, romanzo fantasy di J.R.R. Tolkien.
  • 50 anni dalla morte di Aldo Palazzeschi, scrittore e poeta autore di opere come “Il codice di Perelà” e “Il Palio di Siena”.
  • 20 anni di Facebook, il social network più popolare al mondo.

Questi sono solo alcuni dei tanti anniversari che ricorreranno nel 2024. Come si può constatare è un anno ricco di eventi da ricordare e celebrare.


Il caffè e l’arte: dalla letteratura al cinema

Il caffè è una bevanda che ha da sempre affascinato gli artisti, che l’hanno rappresentata nelle loro opere in modi diversi. Dalla letteratura al cinema, il caffè è stato utilizzato per esprimere emozioni, idee e atmosfere.
Nella letteratura, il caffè è spesso associato alla creatività e all’ispirazione. In molti romanzi e racconti, è la bevanda preferita di scrittori, poeti e artisti. Marcel Proust nella Recherche du temps perdu descrive in modo vivido le proprie abitudini. Il romanziere francese era, infatti, un grande appassionato di caffè e lo consumava regolarmente per stimolare memoria e immaginazione.
Un altro esempio letterario è il personaggio di Sherlock Holmes, che nei racconti di Arthur Conan Doyle è sempre accompagnato da una tazza di caffè, elemento essenziale della sua routine quotidiana per rimanere concentrato e lucido durante le sue indagini.

Una scena del film “Sherlock Holmes: A Game of Shadows” di Guy Ritchie

Il caffè è anche un luogo di incontro e di confronto, dove le idee prendono forma e le storie prendono vita. Nel romanzo “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde, il protagonista, Dorian, è solito trascorrere le giornate nei caffè di Londra, discutendo di arte e letteratura con gli amici. È qui, in un caffè, che Dorian incontra il suo amico Lord Henry Wotton e con lui discute di bellezza e moralità. Il caffè diviene perciò per il protagonista del romanzo un luogo di piacere e di svago, ma anche un luogo dove riflettere sulla propria vita e sulle proprie ambizioni.

Una scena del film I Vitelloni di Federico Fellini

Come spesso abbiamo visto al cinema, il caffè è utilizzato per creare un’atmosfera di rilassamento e convivialità. In molte scene di film, i personaggi si incontrano in un caffè per parlare, per scambiare idee o semplicemente per trascorrere del tempo insieme. Un esempio è il film I Vitelloni di Federico Fellini, in cui i protagonisti si ritrovano quotidianamente al bar per discutere di vita, di amore e di lavoro. Oppure un altro esempio è il film La Dolce Vita, sempre di Federico Fellini, nel quale i personaggi della Roma bene si ritrovano al Caffè Greco per celebrare la vita notturna della città.

Il caffè è anche un simbolo di amore e passione. In molti film i protagonisti si incontrano o si innamorano in un caffè. Accade nella storia descritta in “Casablanca” di Michael Curtiz, in cui Humphrey Bogart e Ingrid Bergman si incrociano in un caffè per la prima volta. In molti altri film, ambientati in vari paesi esotici, il caffè è un elemento importante della cultura locale. Bernardo Bertolucci ambienta alcune scene del film “Il tè nel deserto” in un caffè dove si discute intensamente di filosofia e politica.
Un altro classico è un film come “Colazione da Tiffany” di Blake Edwards, in cui Holly Golightly, interpretata da Audrey Hepburn, è una giovane donna che sogna di diventare un’attrice. Il caffè è per lei un luogo di evasione, dove può sognare ad occhi aperti e immaginare un futuro migliore.

‘Il caffè’ di Edouard Manet

Il caffè, in quanto ambiente di ritrovo, è stato rappresentato anche in opere d’arte visive, come dipinti, fotografie e sculture. In questi casi, il caffè è spesso utilizzato per rappresentare la modernità, l’urbanità e la vita quotidiana. Nel dipinto “Il caffè”, Édouard Manet ritrae un gruppo di persone che bevono caffè all’interno di un locale parigino. Un altro esempio è il dipinto “Caffè Greco” di Giovanni Boldini, in cui l’artista ritrae un gruppo di artisti e intellettuali che si riuniscono in un caffè di Roma: un ritratto della vita sociale e culturale di Roma alla fine del XIX secolo.

Edouard Manet al Café Guerboi

In conclusione, il caffè ha sempre avuto un ruolo importante nell’arte, per questo è considerato come un simbolo di ispirazione, creatività, socialità e cultura.


Ricorrono quest’anno i 150 anni dalla nascita dell’Impressionismo

150 ANNI DI IMPRESSIONISMO – Trailer – FR | Museo d’Orsay

In occasione della mostra “Parigi 1874. Inventare l’impressionismo”, il museo d’Orsay ha voluto fare di questo 150° anniversario una celebrazione nazionale prestando circa 180 opere provenienti dalle sue collezioni in tutta la Francia.
Scopri di più su “150 anni di impressionismo. 1874 – 2024 con il museo d’Orsay”

Il 15 aprile 2024 segna il 150° anniversario della prima mostra impressionista, che si tenne a Parigi nel 1874. L’evento, organizzato da un gruppo di artisti rifiutati dal Salone annuale dell’Accademia di Francia, ebbe un impatto rivoluzionario sull’arte occidentale, esponendo oltre duecento opere che furono viste da circa 4.000 persone.
I pittori impressionisti, tra cui Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Camille Pissarro e Alfred Sisley, si opponevano ai canoni dell’arte accademica, che prediligeva soggetti storici o mitologici e una tecnica rigorosa. Questa nuova corrente pittorica, invece, era interessata a catturare la realtà così come la si vedeva, con la sua luce, i suoi colori e le sue atmosfere mutevoli. Per farlo, gli impressionisti utilizzavano pennellate rapide e vibranti, e spesso si concentravano su soggetti quotidiani, come paesaggi, scene di vita urbana e ritratti. Per questo motivo la corrente pittorica ebbe un impatto profondo sull’arte moderna, e influenzò molti movimenti artistici successivi, aprendo la strada al post-impressionismo, al fauvismo, al cubismo e all’espressionismo.

Claude Monet, Impressione, Alba (Impression, soleil levant), 1872; 
il dipinto che ha dato il nome allo stile e al movimento artistico. 
Museo Marmottan Monet , Parigi

L’Impressionismo fu anche un movimento sociale, che rifletteva le idee di cambiamento e modernizzazione che stavano emergendo nella Francia del XIX secolo. Questi artisti erano attratti dalla vita moderna e dalla città di Parigi, che era in rapida trasformazione urbanistica ed espansione. Le loro opere spesso raffiguravano scene di vita quotidiana, come persone che passeggiano per il parco, donne che fanno shopping o lavoratori che svolgono le loro attività. Le opere degli impressionisti sono ancora oggi tra le più famose e ammirate al mondo.

Nel 2024, in tutto il mondo si terranno numerose iniziative per celebrare i 150 anni dell’Impressionismo. In Francia, il Musée d’Orsay di Parigi ospiterà una grande mostra dal titolo “Parigi 1874. L’istante impressionista”. La mostra presenterà oltre 130 opere dei principali artisti preimpressionisti come Manet e Degas e impressionisti, tra cui Monet e Renoir. Altre importanti mostre si terranno in musei importanti di tutto il mondo, basti ricordare il Metropolitan Museum of Art di New York, la National Gallery di Londra e il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.

Inoltre, sono previste numerose pubblicazioni e conferenze sui grandi temi dell’Impressionismo. A ben considerare, si tratta di un’occasione rilevante per conoscere e celebrare uno dei movimenti artistici fondamentali della storia moderna europea che notevoli influssi ha avuto anche oltre Oceano.