San Lucido (CS): FOTOGRAFIA CALABRIA FESTIVAL 2024 – Annunciate date e nomi della III ed.

Annunciata la III edizione di Fotografia Calabria Festival, il primo Festival diffuso dedicato alla fotografia contemporanea in Calabria, ideato e promosso dall’Associazione Culturale “Pensiero Paesaggio”. Dal 26 luglio al 25 agosto il comune di San Lucido (CS), uno tra i più suggestivi centri del basso Tirreno calabrese, si prepara ad accogliere tra le proprie strade e i vicoli del centro storico, in location uniche e speciali, i numerosi progetti – alcuni inediti, altri in anteprima italiana – dei fotografi internazionali ospiti del Festival, oltre ad eventi, talk e workshop dedicati al mondo della fotografia.

Fotografia Calabria Festival 2024
Annunciata la III edizione del primo Festival diffuso dedicato alla fotografia contemporanea in Calabria.
 
Dal 26 luglio al 25 agosto – San Lucido (CS)

Fotografia di famiglie è il tema e il titolo di Fotografia Calabria Festival 2024. Una scelta non casuale in cui singolare e plurale non hanno solo un senso grammaticale, ma anche sociale. La fotografia scelta come il linguaggio attraverso cui osservare il tema della famiglia e delle sue rappresentazioni, un linguaggio che in ogni parte del mondo viene utilizzato all’interno dei nuclei familiari proprio per fissare dei momenti, per custodire piccole e grandi storie. Un medium che ci permette di riappropriarci di istantanee che spesso restano cristallizzate nei database dei nostri devices o negli album lasciati in qualche mobile di casa, che riaccendono la nostra memoria.

Fotografia di famiglie indaga questo universo fatto di emozioni e di memorie, non solo digitali, trattando i temi della malattia, delle relazioni tra parenti – anche con l’intelligenza artificiale, inevitabile specchio del nostro tempo – e le storie di tutte quelle famiglie che si discostano dai modelli tradizionali e che esistono al di là dei legami di sangue.  

Come consuetudine il Festival indice anche per questa edizione il concorso per fotografi emergenti, Premio Fotografia Calabria Festival.       In linea con il tema di quest’edizione, il concorso si propone di individuare e premiare un lavoro fotografico capace di esplorare e narrare storie di famiglia. Tutti i dettagli per iscriversi e partecipare sono alla pagina: www.fotografiacalabriafestival.it/ita/premio, la scadenza per partecipare al concorso è fissata per il 19 maggio. Al vincitore sarà riconosciuto un premio in denaro, oltre alla produzione e all’allestimento della mostra e alla pubblicazione nel catalogo del festival. A giudicare i lavori una giuria d’eccezione composta da: Anna Catalano (fondatrice e direttrice artistica Fotografia Calabria Festival), Gabriella Macchiarulo (responsabile mostre Archivio Luce Cinecittà), Antonio Mirabelli (art advisor, docente LUISS e giornalista), Maysa Moroni (photo editor Internazionale), Diego Orlando (direttore artistico InsideSouth e curatore).

Sono dieci i fotografi e le fotografe, provenienti dall’Italia e dal resto del mondo, che presenteranno i propri progetti al Festival. A partire da Josh Kern, dalla Germania, con Räuber, progetto ospite del Festival grazie al supporto dell’Ambasciata di Germania e realizzatograzie alla curatela di Lars Lindemann, organizzatore, art director, nei board e nelle giurie di alcuni tra i più importanti festival di tutto il mondo (World Press Photo Award, Prix Carmignac, Hamburg Portfolio Review, Cortona On The Move). Räuber è un progetto che documenta il rapporto del fotografo con il suo fratellastro minore, Jascha, una finestra attraverso cui conoscersi e indagare le proprie rispettive infanzie. La fotografa Sofia Uslenghi, nata a Reggio Calabria e considerata uno dei nomi più interessanti nel panorama contemporaneo italiano, presenta My Grandmother and I, progetto che, in linea con i temi della sua produzione, documenta il rapporto con le sue radici, in questo caso con la figura della nonna materna: sovrapponendo i suoi autoritratti con le fotografie delle nonna il progetto presenta una grande carica emotiva ed affettiva. Tim Smith, fotografo documentarista che risiede nel Manitoba, in Canada, porta al Festival In The World But Not Of It, un lavoro di ricerca e documentazione in corso da oltre quindici anni sulla comunità degli Hutteriti del Nord America, gruppo anabattista la cui cultura si preserva tramite uno spontaneo isolamento dalla società e un’economia basata sull’autosufficienza. Dal Canada proviene anche la fotografa Catherine Panebianco che in No Memory Is Ever Alone sceglie di utilizzare le diapositive Kodak scattate da suo padre negli anni ’50 e ’60, mantenendole fisicamente nel proprio panorama odierno, restituendoci una storia d’amore sulla propria famiglia, una mappatura lunga una vita intera fatta di matrimoni, viaggi in strada, bambini, vacanze, notti di gioco. Filippo Venturi, fotografo documentarista e artista visivo, è tra i nomi italiani più riconosciuti nel campo delle sperimentazioni visive con l’Intelligenza Artificiale, a Fotografia Calabria Festival porta in mostra He Looks Like You, che vede protagonisti suo padre Giorgio e suo figlio Ulisse mentre giocano e condividono momenti ed esperienze: si tratta però di falsi ricordi, visto che il padre è morto cinque anni prima della nascita del figlio. Una serie di momenti che non sono mai esistiti, in luoghi che non saranno mai raggiungibili, un tentativo di trovare consolazione e di superare le frontiere dell’esistenza attraverso l’arte e la tecnologia, generando immagini che fondono illusione, sogno e ricordo. 

Altra fotografa calabrese, proveniente nello specifico da Catanzaro, è Noemi Comi, protagonista con Album di Famiglia, progetto che è stato realizzato su commissione di Fotografia Calabria Festival 2024 in partnership con Lomography Italia. Il progetto ha visto protagoniste, su tutto il territorio nazionale, famiglie composte da coppie omosessuali, monogenitoriali, con figli nati con la tecnica della fecondazione in vitro o adottati, ma anche famiglie senza figli: tra le famiglie compaiono Luca Trapanese con la figlia Alba, Fabian Albertini, fotografa e artista di fama internazionale e tante altre, Album di Famiglia propone una riflessione necessaria alla luce dei diritti civili ottenuti negli ultimi anni in tema di matrimonio, adozione e maternità che vanno a portare una profonda modificazione del tessuto sociale del nostro Paese. Hyun-min Ryu, nato a Daegu in Corea del Sud, dove vive e lavora, presenta Kim Sae-hyun, progetto – le cui foto sono state anche scelte per il visual della nuova edizione del Festival – in cui l’artista ha voluto catturare la crescita di suo nipote e in cui le caratteristiche del ritratto tradizionale sono mescolate con un’operazione concettuale “autoreferenziale”, interessato alla somiglianza e alla distorsione tra il soggetto della fotografia e il risultato finale della stessa. La fotografa australiana Carole Mills Noronha con The place he goessceglie invece di documentare il percorso del padre attraverso l’Alzheimer e la demenza, un modo per generare dei ricordi più duraturi della sua vita e del suo lento svanire nel corso del tempo. Pierluigi Ciambra, fotografo nato in Sicilia e con base a Cosenza, presenta al Festival le foto del suo libro edito da 89Books, Lullaby and last goodbye, un progetto iniziato nel 2013 in cui descrive attraverso la fotografia il processo di crescita delle sue figlie, le dinamiche familiari, lo sviluppo delle identità e le loro diverse personalità, un lavoro già pubblicato in varie riviste ed esposto in diverse gallerie in Italia e in Europa.  La fotografa austriaca Franzi Kreis, con il supporto del Forum Austriaco di Cultura, porta al Festival Generation Beta – The Great Opera, in cui sedici persone di Roma e di Vienna raccontano le storie delle proprie famiglie attraverso tutti gli alti e bassi della vita: le donne illustrano la vita delle proprie madri, gli uomini quella dei propri padri.

Nelle prossime settimane il Festival si prepara a svelare il programma completo dei workshop e dei talk che arricchiranno il palinsesto di questa edizione.

Fotografia Calabria Festival rinnova anche nel 2024 il sostegno e il patrocinio dell’Università della Calabria, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, corso di studi in Media e Società Digitale, con cui sono state aperte delle posizioni anche per dei tirocini, e la partnership con Archivio Luce Cinecittà. Quest’anno, in collaborazione con il Comune di San Lucido, Fotografia Calabria Festival lancia anche un Concorso per la scuola, destinato agli alunni della scuola Primaria e secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo di San Lucido,con l’obiettivo di coinvolgere anche i più giovani e di avvicinarli al linguaggio della fotografia.

Il Sindaco del Comune di San Lucido, Cosimo De Tommaso, sottolinea: “Siamo molto contenti di questa terza edizione del Fotografia Calabria Festival, iniziativa di respiro mondiale, quest’anno incentrata sul tema della famiglia. La partecipazione di artisti internazionali sicuramente arricchisce molto l’evento, rendendolo un’opportunità unica di entrare in contatto con diverse prospettive culturali e artistiche. È bello anche sapere che, attraverso un linguaggio universale, qual è quello della fotografia, potranno essere raccontati gli aspetti più semplici e caratteristici della nostra società, portandoci alla riscoperta delle nostre radici”.


Fotografia Calabria Festival, nato nel 2022 come Fiumefreddo Photo Festival ed evolutosi a partire dallo scorso anno sotto la sua nuova sigla, si propone come spazio, fisico e non solo, in cui riflettere sulla fotografia come linguaggio dell’epoca contemporanea in grado di coglierne tutte le mutevolezze e le trasformazioni, ma anche di metterne in luce le diverse declinazioni sociali, culturali e artistiche. 


CONTATTI
www.fotografiacalabriafestival.it
www.instagram.com/fotografiacalabriafestival/
info@fotografiacalabriafestival.it
 
UFFICIO STAMPA
Daccapo Comunicazione
info@daccapocomunicazione.it
(Ester Apa) / (Marcello Farno)

Jazzinsieme 2024 – Il centro di Pordenone si tinge di Jazz

Inizia il 23 Maggio la nuova edizione di JAZZINSIEME, festival che dal 2019 porta a Pordenone il meglio della scena mondiale jazz e non solo, e che quest’anno si terrà nei giorni tra il 23 maggio e il 2 giugno11 giorni di Festival musicale diffuso, giunto ormai alla sua 6^ edizione, che animerà il centro storico di Pordenone con concerti a ingresso libero e a pagamento in Piazzetta Calderari e nei locali cittadini, DJ Set in location esclusive, approfondimenti, visite guidate tematiche e molto altro

AZZINSIEME 2024:
PORDENONE SI TINGE DI JAZZ

Dal 23 Maggio al 2 Giugno il centro di Pordenone si anima con concerti ed eventi collaterali. Tra i grandi artisti l’inedito trio Calderazzo, Patitucci, Weckl 

Si salda inoltre sempre di più il legame della manifestazione con il settore turistico: grazie alla collaborazione tra Jazzinsieme, Promoturismo FVG e Pordenone Turismo, in occasione del festival, chi soggiornerà almeno una notte in una delle strutture convenzionate con il consorzio riceverà in regalo la FVG CARD e potrà assistere gratuitamente ai concerti e scoprire il Friuli Venezia Giulia tramite mostre, attività e siti di interesse in tutta la regione. 

Si parte giovedì 23 maggio al PalaGurmé, dove a partire dalle ore 18:30 DJ SirTaylor animerà l’aperitivo in terrazza che inaugurerà Jazzinsieme 2024. L’occasione per sentirsi sul rooftop di un grattacielo newyorkese, tra cocktail, finger food e selezioni musicali ricercate. Evento organizzato in collaborazione con The Italian AffairIngresso liberoMercoledì 29 maggio invece si terrà il concerto solidale di questa edizione presso il CRO di Aviano, con le fisarmoniche del Duo Dissonance che presenteranno un repertorio di colonne sonore provenienti da capisaldi della Storia del Cinema riarrangiate con gusto. Il concerto, dedicato esclusivamente ai pazienti della struttura, vuole mettere in evidenza il fortissimo valore sociale della musica come forza capace di alleviare i dolori, trasportando chi ascolta in luoghi lontani e meravigliosi. 

Main Stage

Giovedì 30 maggio
ore 20:30 P.tta Calderari
Op.Act GIUDI e QUANI
LEBRON JOHNSON
 
Venerdì 31 maggio
ore 21:30 P.tta Calderari
THE NEXT MOVEMENT
 
Sabato 1° giugno
ore 20:30 P.tta Calderari
Op.Act – ROB DAZ per la sezione Young
IZO FITZROY
 
Domenica 2 giugno
ore 21:30 P.tta Calderari
CALDERAZZO, PATITUCCI, WECKL
 
In caso di pioggia i concerti del Main Stage si svolgeranno al Capitol. 

I sabati e le domeniche dal 25 maggio al 2 giugno avranno quindi due appuntamenti fissi.

Alle ore 11:00 si terranno le visite guidate alla città con la formula Jazz IconsAccompagnati da Enrico Merlin e da guide turistiche professioniste, i turisti scopriranno nuovi angoli sconosciuti di Pordenone e personaggi che hanno fatto la storia della musica del ‘900, quest’anno ritratti a fumetti grazie alla collaborazione con PAFF! International Museum of Comic Art. I percorsi, organizzati in collaborazione con PromoTurismo, Pordenone Turismo e Rotary Pordenone, partiranno dalla loggia del Municipio. 

Alle ore 17:00, presso Palazzo Badini nello Spazio Oesse si terranno invece gli approfondimenti musicali, appuntamenti di spettacolo e divulgazione in cui Merlin, attraverso aneddoti e storie raccontati con il suo distintivo stile accattivante e coinvolgente, esplorerà vita e caratteristiche di artisti e generi musicali. I temi in programma saranno Jimi Hendrix, John Coltrane, gli elementi fondativi della musica e la nascita ed evoluzione di rap e hip-hop.  



Ufficio Stampa A-Z Press
info@a-zpress.com

TEFAF NEW YORK e le opere di punta dell’edizione 2024

The European Fine Art Foundation (TEFAF) è lieta di presentare le 37 opere di arte moderna e contemporanea, gioielleria, antiquariato e design in mostra in questo momento a TEFAF New York. Ospitata nell’iconica Park Avenue Armory, TEFAF New York ha aperto le sue porte con una giornata VIP solo su invito, e si conclude oggi 14 maggio.

Presented by Robilant+Voena
Alexander Calder
Composition, 1947
Oil on canvas
61 x 46 cm
Signed and dated ‘A.Calder ’47’

“Proprio come si possono comporre colori, o forme, così si possono comporre movimenti.” (Alexander Calder citato in: Alexander Calder: Performing Sculpture, catalogo della mostra, Londra, 2015, p. 24). Nonostante sia meglio conosciuto per le sue sculture cinetiche, spesso definite mobili dopo l’uso di questo termine da parte di Marcel Duchamp nel 1931, Calder creò anche dipinti e stampe per tutta la sua vita. Mentre alcuni dei suoi dipinti potrebbero essere visti come studi per successive opere tridimensionali o addirittura come base per le sue litografie che divennero sempre più popolari negli anni Quaranta e Cinquanta, questo dipinto a olio è un’opera d’arte a pieno titolo.

Sei forme attentamente bilanciate, tre forme nere e tre cerchi colorati, sono sospese su uno sfondo fluido composto da tre tonalità contrastanti che sono state lentamente graduate dall’artista per creare un’armonia complessiva. La posizione variabile delle forme solide suggerisce un movimento di rimbalzo o oscillazione, simile all’effetto ottenuto dalle sue delicate sculture mobili. Sebbene molte di queste forme, in particolare i cerchi, fossero comuni nella pratica litografica di Calder, quest’opera conserva una qualità decisamente pittorica, con pennellate visibili e passaggi di fusione evidenti soprattutto sullo sfondo. Questo è caratteristico dei suoi dipinti ad olio di questo periodo, visibile in opere come Seven Black, Red and Blue (!947, Calder Foundation, New York). Calder, da sempre artista intraprendente e adattabile, ha risposto alla carenza di metalli che di solito impiegava nelle sue sculture causata dal coinvolgimento degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale, adattando la sua pratica, creando opere tridimensionali in legno e una maggiore numero di dipinti ad olio. Quest’opera risale ad un periodo particolarmente prolifico della vita dell’artista all’apice del suo successo; nel 1943 il Museum of Modern Art di New York allestisce un’importante retrospettiva dell’opera dell’artista e nel 1946 l’importante mostra alla Galerie Louis Carré di Parigi, organizzata da Marcel Duchamp e con un saggio in catalogo di Jean-Paul Sartre, consolidò la posizione di Calder come uno degli artisti più stimati non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa.

TEFAF NEW YORK 2024
New York, Park Avenue Armory
10 – 14 maggio 2024

Alla Fiera partecipano circa 90 tra le maggiori gallerie mondiali, provenienti da ben 15 nazioni e 4 continenti, con un’offerta di opere di qualità museale esaminate dagli esperti di ciascun settore. La varietà dei pezzi in mostra e gli altissimi standard dell’evento attirano a questo caposaldo dell’arte newyorchese un pubblico internazionale.

TEFAF New York è inoltre la sola fiera d’arte che si svolge nelle 16 sale storiche dell’Armory. Nel corso della Fiera, la Veterans Room – completata nel 1881 – ospiterà un ricco programma di conferenze di artisti, curatori, responsabili di musei, giornalisti e luminari circondati dalle opere di Louis Comfort Tiffany, Stanford White, e altri ancora.

Tutte le principali informazioni su TEFAF New York sono disponibili su www.TEFAF.com.



Ufficio stampa l’Italia
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Contatto: Roberta Barbaro
roberta@studioesseci.net
www.studioesseci.net

Il Castello di Rivoli aderisce all’International Museum Day 2024 – Il 18 maggio straordinaria

Sabato 18 maggio 2024, il Castello di Rivoli aderisce all’International Museum Day 2024 promosso da ICOM con un’apertura prolungata e un aperitivo al tramonto con live-set serale in Manica Lunga. Le attività della giornata rientrano nel nuovo programma Museo dal vivo, che promuove forme di sperimentazione transdisciplinare in cui arte visiva, musica e cinema si fondono con le dinamiche della vita. Il programma riflette sulla duplice natura della parola live (in italiano ‘dal vivo’ e ‘vivere’) comune a queste diverse pratiche per sottolineare il legame indivisibile tra arte e vita partecipata al Museo. Incentrata sul ruolo del documento tra campionamento sonoro, strumento fotografico, e saggio visivo, la giornata del 18 maggio propone ai diversi pubblici del Museo un fitto palinsesto di attività.

Sabato 18 maggio il Castello di Rivoli aderisce all’International Museum Day 2024 con apertura straordinaria sino alle ore 22.00.

Per celebrare la giornata, le Artenaute del Dipartimento Educazione propongono una serie di visite guidate alle mostre recentemente inaugurate negli spazi del Museo. Alle ore 11 il pubblico potrà partecipare alla visita guidata alla mostra Paolo Pellion di Persano. La semplice storia di un fotografo allestita nella Sala 18 al secondo piano, mentre alle ore 14 saranno le opere fotografiche della nuova mostra Expanded With allestita in Manica Lunga a essere protagoniste della narrazione. Alle ore 16 si prosegue invece con la visita guidata alla mostra di Rossella Biscotti Titolo primo, Ho sognato, Clara e altre storie allestita al terzo piano, seguita alle ore 17 dalla proiezione inedita dei film dell’artista nel Teatro del Museo.

Alle ore 18, nell’atrio juvarriano i visitatori sono accolti da un re-enactment dell’opera Entrevidas (Tra le vite), 1981-2010, di Anna Maria Maiolino, vincitrice del Leone d’Oro alla Carriera della 60. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia e la cui opera fotografica è attualmente presentata nella mostra Expanded With allestita al terzo piano della Manica Lunga.

Dalle ore 18 alle 22 aperitivi speciali proposti dalla Caffetteria del Museo.
Dalle ore 19 sino alla chiusura del Museo, presso il Ristorante si terrà un dj set dell’artista e music producer Agostino Quaranta che proporrà brani di ‘Tecnopizzica’, una forma di sperimentazione sonora che mescola campionamenti ritmici e linguistici della danza popolare salentina, arricchendoli con la ritmicità distintiva del genere musicale techno, originario di Detroit.

Dalle ore 18 alle 22 il pubblico potrà accedere al Museo e partecipare agli eventi acquistando il biglietto d’ingresso al prezzo speciale di € 2,00.


Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

Le attività del Castello di Rivoli sono realizzate primariamente grazie al contributo della Regione Piemonte.
Facebook | Twitter | Instagram

Ufficio Stampa Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Manuela Vasco | press@castellodirivoli.org | tel. 011.9565209
 
Consulenza Stampa
Stilema | anna.gilardi@stilema-to.it | tel. 011.530066

Von Buren Contemporary – Arcadia – Vittorio Iavazzo

Von Buren Contemporary è fiera di presentare Arcadia, la mostra personale del giovane scultore napoletano Vittorio Iavazzo.

L’Arcadia, antica regione greca del Peloponneso, è divenuta nell’immaginario collettivo un luogo senza tempo, simbolo di un mondo idilliaco e distante, dove a regnare non è il caos, ma la natura e i paesaggi bucolici. Vittorio Iavazzo attinge all’iconografia antica e mitologica adattandola al mondo contemporaneo; l’immagine ideale e romantica dell’Arcadia non rappresenta una via di fuga dalla realtà, quanto un elemento simbolico, una guida invisibile, un luogo ideale da rendere visibile attraverso l’arte.

ARCADIA
 
mostra personale di
VITTORIO IAVAZZO
 
Vernissage
Giovedì 16 e venerdì 17 maggio 2024
dalle 18:00 alle 21:30

Testo critico: Anna Gasperini

Curatrice e organizzazione: Michele von Büren

La mostra resterà aperta fino al 12 giugno 2024
orari: 11:00-13:30 e 16:00-19:30; domenica e lunedì su appuntamento
 
Von Buren Contemporary
Via Giulia 13, 00186 Roma

Le opere dell’artista – che vanno dalla scultura, alla pittura ed al disegno – ritraggono figure mitologiche che tracciano un percorso allegorico, un viaggio interiore che va dalla perdita alla rinascita. Apollo e Dafne aprono il tragitto, colti nel momento più drammatico, quando ormai la ninfa, pur di non essere posseduta dal Dio, si trasforma in alloro, lasciando un rametto tra le mani di lui.

Per le sculture, l’artista sperimenta tecniche diverse, unendo l’uso della carta pesta a quello di materiali che riportano all’immaginario del mondo classico. Le sculture di Apollo e Dafne sono trattate con ossidi che danno alle opere un aspetto antico, simile a quello dei bronzi di San Casciano, usurati dal tempo e dagli agenti atmosferici. Marte e Atena, invece, sono realizzati con l’unione di carta e polvere di terracotta, tecnica che riconduce all’aspetto materico degli antichi vasi greci.

I dipinti esposti, in continuità con il viaggio pensato dall’artista, sono popolati da figure che emergono dal mondo ideale dell’Arcadia, come ninfe, fauni e divinità pagane. Anche nella realizzazione dei quadri Iavazzo sperimenta materiali come il caffè e l’ossido di rame, volti a dare alle immagini un’aura di antichità.

Vittorio Iavazzo è nato a Napoli nel 1991. Si è laureato in Illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 2014 e poi ha completato il biennio in Arte Grafica. Ha realizzato installazioni per scenografie teatrali, campagne pubblicitarie ed eventi religiosi ed esposto in gallerie e musei di tutta Italia, ottenendo sempre più riconoscimenti per la maestria tecnica e la connessione emotiva delle sue opere realizzate principalmente in cartapesta e resine ecologiche.


Ufficio stampa

Alessandra Lenzi
+39 320.5621416
alessandralenzi.press@gmail.com

Bologna: a Palazzo Albergati dal 18 settembre 2024 la grande mostra su “Antonio Ligabue”

Dal prossimo 18 settembrePalazzo Albergati ospita la prima grande mostra antologica a Bologna dedicata a uno degli artisti più straordinari e commoventi del Novecento: Antonio Ligabue.

Un rapporto speciale quello tra Arthemisia e Antonio Ligabue, nato nel 2017 con una grande mostra al Complesso del Vittoriano di Roma e seguita dalle esposizioni di Conversano e Trieste che hanno riscosso un grandissimo successo di pubblico e critica contribuendo alla divulgazione e conoscenza dell’opera di un artista che oggi è tra i più richiesti nel panorama nazionale.

DA SETTEMBRE A
PALAZZO ALBERGATI DI BOLOGNA
ARRIVA LA GRANDE MOSTRA

“ANTONIO LIGABUE”


Per la prima volta a Bologna arriva la grande mostra dedicata a uno degli artisti più emozionanti del ‘900: Antonio Ligabue.

100 opere accompagneranno il visitatore alla scoperta di un uomo dalla vita tormentata ed emarginato dalla società,
ma alla costante ricerca di un riscatto sociale come uomo e come artista.

Paesaggi, fiere, scene di vita quotidiana e numerosi e intensi autoritratti: 100 opere – tra oli, disegni e sculture – saranno protagoniste di un percorso espositivo unico dove, attraverso la fortissima carica emotiva delle tele, sarà possibile conoscere la vita di un artista visionario e sfortunato ma che, da autodidatta, fu ed è tutt’oggi capace di parlare a tutti con immediatezza e genuinità.

Antonio Ligabue, con la sua vita così travagliata, escluso dal resto della sua gente, legato visceralmente al mondo naturale e animale e lontano dal giudizio altrui, riuscì a imprimere sulla tela il suo genio creativo; un uomo, talmente folle e unico, che con la sua asprezza espressionista riesce ancora oggi a penetrare nelle anime di chi ammira le sue opere.
Una storia umana e artistica straordinaria e unica, che negli anni ha appassionato migliaia di persone, tanto da essere diventato addirittura protagonista di film e sceneggiati televisivi, sin dagli anni ’70.

La mostra, prodotta e organizzata da Arthemisia e curata da Francesco Negri e Francesca Villanti, racconta la vita e l’opera di un uomo che ha fatto della sua arte il riscatto della sua stessa esistenza.

Non si può parlare dell’arte di Ligabue senza conoscerne la vita, né si possono capire le sue opere se non si entra nel mondo di quel piccolo uomo sfortunato e folle, pieno di talento e poesia.
Nato a Zurigo nel 1889 da madre di origine bellunese e da padre ignoto, viene dato subito in adozione ad una famiglia svizzera. Già dall’adolescenza manifesta alcuni problemi psichiatrici che lo portano, nel 1913, a un primo internamento presso un collegio per ragazzi affetti da disabilità.

Nel 1917 viene ricoverato in una clinica psichiatrica, dopo un’aggressione nei confronti della madre affidataria Elise Hanselmann che, dopo varie vicissitudini, deciderà di denunciarlo ottenendo l’espulsione di Antonio dalla Svizzera il 15 maggio del 1919 e il suo invio a Gualtieri, il comune d’origine del patrigno (il marito della madre naturale, che odierà sempre).

Ligabue non parla l’italiano, è incline alla collera e incompreso dai suoi contemporanei, viene soprannominato “el Matt” dagli abitanti di Gualtieri che ne rifiutano i dipinti e il valore artistico, costringendolo a prediligere la via dell’alienazione e della solitudine.

Dopo tormentati e inquieti anni di vagabondaggio in cui vive solamente dei pochi sussidi pubblici e si rifugia nell’arte per esprimere il suo disagio esistenziale, a cavallo tra il 1928 e il 1929 incontra Renato Marino Mazzacurati (importante artista della Scuola Romana) che ne comprende il talento artistico e gli insegna ad utilizzare i colori.

Con singolare slancio espressionista e con una purezza di visione tipica dello stupore di chi va scoprendo – come nell’infanzia – i segreti del mondo, Ligabue si dedica alla rappresentazione della lotta per la sopravvivenza degli animali della foresta; si autoritrae in centinaia di opere cogliendo il tormento e l’amarezza che lo hanno segnato, anche per l’ostilità e l’incomprensione che lo circondavano; solo talvolta pare trovare un po’ di serenità nella rappresentazione del lavoro nei campi e degli animali che tanto amava e sentiva fratelli.
Nel 1937 viene nuovamente ricoverato presso l’ospedale psichiatrico di San Lazzaro a Reggio Emilia per autolesionismo e per “psicosi maniaco-depressiva” nel marzo del 1940.

È il 1948 quando comincia a esporre le sue opere in piccole mostre e ottenendo, sotto la guida di Mazzacurati, qualche riconoscimento e a guadagnare i primi soldi.

Ma il successo è breve: dopo essersi permesso solo qualche lusso, nel 1962 viene sopraggiunto da una paresi e ricoverato all’ospedale di Guastalla dove continua a dipingere e dove termina la sua vita il 27 maggio del 1965.


Ufficio Stampa Arthemisia

Hashtag ufficiale
LigabueAlbergati

Ufficio Stampa
Arthemisia

Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332
Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it

Bologna: Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition 2024 – Presentati artiste e artisti

Sono arrivati sul territorio e sono in fase di insediamento nelle rispettive sedi dei sei Distretti culturali dell’area metropolitana di Bologna le artiste e gli artisti selezionati con avviso pubblico per il Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition 2024: Gianlorenzo Nardi (Giulianova, Teramo, 1995) – Distretto culturale Savena-Idice, Loiano, Marco Mandorlini (Pontedera, Pisa, 1998) – Distretto culturale Pianura Est, San Marino di Bentivoglio, Andrea Di Lorenzo (Varese, 1994) – Distretto culturale Montagna, Grizzana Morandi, Adele Dipasquale (Torino, 1994) – Distretto culturale Imolese, Imola, Gaetano Palermo (Catania, 1998) – Distretto culturale Pianura Ovest, Calderara di Reno e Letizia Lucchetti (Ancona, 1999) – Distretto culturale Reno Lavino Samoggia, Madonna di Rodiano, Valsamoggia.

Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition 2024:
le artiste e gli artisti selezionati si sono insediati negli spazi dei sei Distretti culturali della Città metropolitana di Bologna che li ospiteranno fino al 28 luglio 2024

Nato dall’innovativa esperienza del Nuovo Forno del Pane, promossa nel 2020 dal MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna per supportare la comunità artistica durante l’emergenza Covid-19 offrendo loro uno spazio di ricerca e produzione, il Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition su iniziativa della Città metropolitana di Bologna e del Comune di Bologna, per impegno della delegata alla Cultura, dal 2023 è diventato un’azione permanente della politica culturale metropolitana che mira al sostegno della produzione artistica, favorendo la formazione di comunità creative diffuse nel territorio metropolitano.

I nomi dei 6 vincitrici e vincitori dell’avviso pubblico sono stati annunciati lo scorso 11 aprile e sono stati selezionati, tra una rosa di 86 candidature provenienti da tutta Italia, da una commissione presieduta dal direttore del MAMbo, Lorenzo Balbi, e composta da membri esperti interni allo staff del museo. Artiste e artisti si sono insediati negli spazi a loro assegnati e vi lavoreranno fino al 28 luglio 2024.

Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition, giunto alla sua seconda edizione, offre alle artiste e agli artisti selezionati l’opportunità di sviluppare progetti artistici individuali e condivisi interagendo con il territorio ospitante grazie a una significativa e attiva collaborazione dei Distretti culturali della Città metropolitana, che si manifesta in particolare attraverso la proposta di iniziative e servizi culturali i quali rispondono agli interessi dei sei vincitrici e vincitori del bando. Le artiste e gli artisti selezionati saranno, dunque, invitati a partecipare a eventi culturali e della tradizione locale e a incontri con artisti e realtà impegnate nella valorizzazione della città metropolitana di Bologna.

In occasione del 60° anniversario della morte di Giorgio Morandi, il Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition 2024 ha riservato, in rappresentanza del Distretto culturale Montagna, uno spazio di lavoro presso i Fienili del Campiaro, nel Comune di Grizzana Morandi, luogo molto amato e spesso riprodotto dal pittore bolognese nella sua prolifica produzione artistica. La novità si inserisce nell’ambito del Tavolo Morandi, progetto promosso dal Comune e dalla Città metropolitana di Bologna, dal Comune di Grizzana Morandi, dalla Casa Museo Giorgio Morandi e dal Settore Musei Civici Bologna con il Museo Morandi e il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, che valorizza l’universo del maestro attraverso la realizzazione di eventi e la proposta di itinerari nei luoghi da lui vissuti. 

Candidate e candidati sono stati selezionati sulla base della documentazione presentata; particolare peso ha avuto il portfolio, la lettera motivazionale e l’idea progettuale che è stata valutata in base a fattibilità, originalità e impatto della proposta sul sistema culturale metropolitano.

Durante il periodo di residenza, le artiste e gli artisti saranno coinvolti in approfondimenti dedicati alle loro ricerche individuali, in un’ampia attività relazionale fatta di portfolio review, studio visit e relazioni pubbliche sui progetti realizzati, oltre a un programma pubblico di workshop e conferenze. Le esperienze realizzate saranno raccontate tramite i canali di comunicazione dei soggetti coinvolti nel Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition 2024.

Una specifica attenzione sarà riservata alla creazione di un programma di autoformazione, concepito dalle artiste e dagli artisti insieme allo staff del museo, al fine di condividere collettivamente nuove pratiche, conoscenze e desideri. 

Le opere e i progetti eventualmente prodotti rimarranno di proprietà delle artiste e degli artisti.

Prima dell’inizio del periodo di permanenza, ai 6 vincitrici e vincitori è stata offerta l’opportunità di conoscere i servizi e le vocazioni del territorio e dei sei Distretti culturali, grazie a un accompagnamento mirato realizzato in collaborazione con Bologna for Talent, il servizio della Città metropolitana di Bologna e del Comune di Bologna dedicato allo sviluppo di progetti per l’attrazione e la valorizzazione dei talenti.

Il progetto della nuova edizione del Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition rappresenta un contributo di grande importanza per lo sviluppo del sistema culturale e museale metropolitano nel suo rapporto con la creatività contemporanea e con il territorio quale spazio di produzione e di comunità creativa” evidenzia Eva Degl’Innocenti, direttrice del Settore Musei Civici Bologna.

Grazie al Nuovo Forno del Pane Outodoor Edition, con il rinnovo della messa in rete dei centri di produzione culturale dei Distretti della Città metropolitana di Bologna e del coinvolgimento di giovani artiste e artisti meritevoli ai quali si offrono spazi di lavoro e opportunità di ricerca, il museo consolida la sua capacità di alimentare nuove energie creative e di rinnovare relazioni con il territorio. – spiega Lorenzo Balbi, direttore del MAMbo – Quando si pensa a un progetto, la vera sfida da vincere è quella legata alla sua continuità nel tempo e il Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition giunge quest’anno alla sua seconda edizione”. 

Questa seconda edizione del Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition, forte di una maggiore consapevolezza e del desiderio di far emergere dai Distretti quelle eccellenze culturali metropolitane talvolta non conosciute al pubblico così come quei luoghi in grado di essere da ispirazione per poter dare nuove letture artistiche, mette in essere un tipo di residenza che ha come intento intrinseco non solo quello di far dialogare l’artista con il territorio circostante ma anche di valorizzare l’incontro tra diverse generazioni così come tra tradizione e innovazione, dando sempre più importanza al contributo che i giovani possono dare. – dichiara Giovanna Trombetti, dirigente Area Sviluppo Economico della Città metropolitana – È  quindi per noi un evento davvero importante che abbiamo realizzato con grande entusiasmo e che va a inserirsi tra quelle progettualità fondamentali nell’ottica di costruire un sistema culturale metropolitano in continua, dinamica crescita, capace di attrarre nuovi talenti artistici”. 

Il Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition è a cura di Lorenzo Balbi, Caterina Molteni e Sabrina Samorì, coordinato da Giulia Pezzoli con la collaborazione di Cristina Ropa e Giovanna Trombetti e con l’assistenza alla curatela e alla comunicazione di Margherita Falqui.

L’edizione 2024 dell’iniziativa riconferma l’identità visiva del 2023, ideata da Giulio Ferrarella (al mare.Studio), che trae ispirazione dalle ciminiere dell’edificio Ex Forno del Pane, oggi sede del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, e alimenta, a livello simbolico, l’idea di produzione e condivisione che sta alla base del progetto.Si ringrazia T-per per la sponsorship tecnica.


Cenni biografici artisti e artiste (in ordine alfabetico)

Andrea Di Lorenzo (Varese, 1994) si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna conseguendo il diploma e la specializzazione in Scultura. La sua ricerca si sviluppa sul rapporto tra opera e ambiente. Ne risulta un lavoro componibile in cui materiali industriali e scultorei intessono una relazione con lo spazio, elementi naturali e iconografici. Il suo lavoro è stato esposto in mostre personali e collettive tra cui: BISCOTTO, a cura di Brace Brace e Thomas Ba, con il supporto di Frantoio sociale, Spazio Contemporanea, Fondazione Clerici, Brescia, 2023; Andirivieni, a cura di Davide Ferri, Galleria Fuocherello, Volvera (TO), 2022; Gestus I atto: rifare il corpo, a cura di Laura Lamonea e Thomas Ba, Teatrino di Palazzo Grassi, Venezia, 2021; Un anno lungo un giorno, a cura di Pier Luigi Tazzi, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato, 2018. Nel 2023 partecipa al progetto di residenza Made In, realizzato e promosso da Artissima Fair, a cura di Sonia Belfiore.

Adele Dipasquale (Torino, 1994) è un*artista visiva. Nella sua pratica ricorre all’uso di diversi media – immagini in movimento, film analogico, sperimentazioni vocali e scrittura – per dare forma e rappresentazione alle politiche del linguaggio. Il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale in luoghi d’arte e film festival come Sonnenstube (CH), The Clemente (US), Marres (NL), Kurzfilmtage Oberhausen (DE), Page Not Found (NL), WORM (NL), Filmhuis Den Haag (NL), 1646 (NL). Il suo lavoro è stato sostenuto da borse di ricerca e premi da istituzioni come Mondriaan Fonds (NL), Cripta747 (IT), Stroom Den Haag (NL). Recentemente, il suo ultimo film, Lose Voice Toolkit (2024), è stato presentato in anteprima mondiale all’International Film Festival Rotterdam (NL). È anche parte del collettivo e laboratorio Rotterdam Filmwerkplaats, un gruppo di artisti che si concentra sull’uso della pellicola analogica nelle pratiche artistiche contemporanee.

Letizia Lucchetti (Ancona, 1999) si forma con Luca Bertolo presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove attualmente frequenta il biennio di Pittura. Nella sua pratica artistica, incentrata sul medium pittorico, sviluppa immaginari, figure e narrative personali dall’apparenza semplice e naïf. I sorrisi esagerati dei suoi personaggi, i colori pastello, gli animali antropomorfi e l’uso simbolico di oggetti inanimati, caratteristiche distintive delle sue opere, trasformano rapidamente quei contenuti così candidi e amichevoli in inquietanti, misteriosi e tragicomici. Nel 2022 ha ricevuto il premio Art Up Opentour Award e ha esposto, tra gli altri, presso NEVVEN Gallery, Bologna (2024), MLAC, Roma (2024), Adiacenze, Bologna (2023), RizzutoGallery, Palermo (2023), e LABS Contemporary Art, Bologna (2022). 

Marco Mandorlini (Pontedera, Pisa, 1998) si è formato presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nel Dipartimento di Arti Visive. La sua ricerca indaga quegli aspetti storici e culturali che raccontano un luogo tramite una visione ideologica e stereotipata. Interessato al mondo rurale e alle pratiche folkloristiche, realizza installazioni, sculture e fotografie in cui rielabora oggetti-reperti che rimandano, per identità e forma, a un paesaggio. Ha esposto presso SPARC Spazio Arte Contemporanea, Venezia (2023) e Officina Giovani, Prato (2022). Ha inoltre vinto il premio Combat Prize nella sezione Grafica (2023).

Gianlorenzo Nardi (Giulianova, Teramo, 1995) si è formato presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, ha partecipato al XXVII CSAV Artists’ Research Laboratory presso la Fondazione Antonio Ratti di Como e ha svolto un Erasmus presso Villa Arson – École Nationale Supérieure d’Arts de Nice in Francia. La sua pratica, principalmente scultorea e installativa, si sviluppa a partire da un interesse per il paesaggio con una particolare attenzione al contesto rurale. Spesso decide di lavorare in determinati luoghi per la presenza di specifiche caratteristiche ambientali che contribuiscono ad attivare le sue opere. I suoi lavori sono stati esposti in diversi contesti, tra i quali: Fondazione Zucchelli, Bologna (2024); Corneraholic II, Bologna (2023); Galleria P420, Bologna (2022); Adiacenze, Bologna (2022).

Gaetano Palermo (Catania, 1998) è artista, coreografo e regista. La sua ricerca indaga l’ontologia della performance e il confine tra realtà e finzione. Studia Filosofia a Bologna e Teatro e Arti Performative all’Università Iuav di Venezia. Nel 2019 frequenta il corso di alta formazione Il Ritmo Drammatico diretto da Societas. Nel 2021/22 è performer della mostra Bruce Nauman – Contrapposto Studies presso Punta della Dogana a Venezia. Nel 2023 vince il bando Biennale College Teatro – Performance Site Specific con la performance Swan, attualmente in distribuzione in Italia e all’estero, cui è stato riconosciuto anche il premio Danza Urbana XL e Dancescapes Mobility Grant. Nello stesso anno vince con il progetto The Garden il bando Eretici. Le strade dei teatri, con il supporto del Centro di Residenza Emilia-Romagnae del Ministero della Cultura. Nel 2024 è stato selezionato, insieme a Michele Petrosino, tra gli artisti vincitori del concorso “CosmoGiani: un atlante sensoriale”, indetto dal Settore Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna, per la performance Still.

Spazi residenza
Distretto culturale Imolese
Località: Imola
Nome struttura: Casa Quadrilumi
Indirizzo: Via Musa 6
Sito internet: www.quadrilumi.com

L’area di lavoro si trova tra le colline dell’imolese, al piano terra di un ex fienile ristrutturato. L’area è condivisa con lo studio di design e architettura Quadrilumi ed è dotata di Wi-Fi e varie attrezzature di lavoro. All’interno di questo ampio spazio, sarà messa a disposizione un’area con tavolo/scrivania e piani di appoggio per l’artista residente. L’alloggio è un piccolo appartamento di circa 40 m² all’interno dello stesso stabile dell’area di lavoro. È dotato di un angolo cottura, una camera da letto, un bagno e una lavanderia. Presente anche uno spazio esterno in condivisione con Quadrilumi.

Distretto culturale Montagna
Località: Grizzana Morandi
Nome struttura: Fienili del Campiaro
Indirizzo: area di lavoro in località Campiaro | alloggio in località Poggio Mezzano 99/A
Sito internet: www.comune.grizzanamorandi.bo.it 

L’area di lavoro, di circa 50 m², è situata al piano interrato del primo fienile del Campiaro ed è dotata di un ingresso indipendente dal Museo Allievi, a cui è collegata internamente. Le pareti della stanza sono in sasso a vista con strette finestre e porta d’ingresso vetrata. Il locale è dotato di due tavoli da lavoro, sedie, Wi-Fi tramite dispositivo portatile, riscaldamento e raffreddamento centralizzati. L’appartamento, un trilocale di 70 m² con piccoli dislivelli interni, è situato in un immobile storico in sasso a vista nella località di Poggio Mezzano, “luogo morandiano” raffigurato più volte da Giorgio Morandi nelle sue incisioni.


Distretto culturale Pianura Est

Località: San Marino di Bentivoglio
Nome struttura: Istituzione Villa Smeraldi – Museo della Civiltà Contadina
Indirizzo: Via San Marina 35
Sito internet: www.museociviltacontadina.bo.it 

L’area di lavoro è un ambiente di circa 40 m², si trova al primo piano dell’Atelier Trame Tinte d’Arte (ex casella della canapa), è dotata di un tavolo e di sedie, di un impianto di riscaldamento e raffreddamento autonomo e di Wi-Fi libero e gratuito e dista dal complesso museale di Villa Smeraldi circa 30 metri. L’alloggio si trova all’interno del parco del complesso museale di Villa Smeraldi ed è un appartamento di circa 60 m² al piano terra dell’ex stalla, edificio storico dotato di portico e sede della sezione museale della canapa, barbabietola e miele.

Distretto culturale Pianura Ovest 
Località: Calderara di Reno* 
Nome struttura: Culturara/Casa della Cultura Italo Calvino
Indirizzo: Via Roma 29
Sito Internet: www.culturara.it/casa-della-cultura

L’area di lavoro si trova all’interno della Casa della Cultura Italo Calvino, un centro culturale inaugurato nel 2018 e situato nel cuore di Calderara di Reno, ed è dotata di Wi-Fi. Luogo d’incontro e di fermento culturale in dialogo con gli altri spazi di Calderara, la Casa della Cultura mette a disposizione dell’artista residente l’utilizzo dell’Auditorium con Punto Ristoro, una Sala Laboratori con lavabo e forno per la ceramica oltre ad una Sala Prove Musicali completamente attrezzata e insonorizzata.

*Rispetto a quanto comunicato in precedenza, la sede di lavoro del Distretto culturale Pianura Ovest è stata spostata per ragioni tecniche da Studio di decorazione di Nives Storci di Sant’Agata Bolognese a Culturara/Casa della Cultura Italo Calvino di Calderara di Reno.

Distretto culturale Reno Lavino Samoggia 
Località: Madonna di Rodiano, Valsamoggia 
Nome struttura: Casa Vallarmà 
Indirizzo: Via delle Serre 2403 
Sito internet: www.instagram.com/lavanda_rodiano

L’area di lavoro è un ambiente di circa 40 m² e si trova al primo piano di un edificio destinato a laboratorio artistico-sperimentale, con un’entrata a livello strada. L’eventuale riscaldamento è fornito da una stufa a pellet. Lo spazio, ben illuminato, è dotato di tavoli e sedie. Disponibili anche spazi di lavoro all’aperto. Internet è presente tramite Wi-Fi portatile. L’alloggio è una casa indipendente costituita da un piano terra di circa 33 m² con zona cucina dotata di piastra a induzione e zona soggiorno con divano letto. Al primo piano, anch’esso di circa 33 m², si trovano la camera da letto con armadio, tavolo, sedie e un bagno con doccia.


Distretto culturale Savena – Idice
Località: Loiano
Nome struttura: INAF-OAS/Stazione Astronomica di Loiano
Indirizzo: Via Nazionale 11
Sito internet: www.oas.inaf.it/it/chi-siamo/loiano-it

L’area di lavoro è costituita da un ufficio al piano terreno dell’edificio del telescopio storico della Stazione Astronomica di Loiano, a 5 minuti di distanza dalla foresteria. A essa si accede attraverso alcuni gradini ed è fornita di sedia e scrivania. Il Wi-Fi è presente in tutta la struttura. Alla stazione sono in servizio un astronomo, un tecnologo (entrambi con ufficio all’interno della foresteria) e due collaboratori tecnici. L’alloggio è una stanza da letto doppia al primo piano della foresteria della Stazione Astronomica.


Informazioni
www.nuovofornodelpane.com
Instagram: @nuovofornodelpane
Facebook: Nuovo Forno del Pane

Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna
e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it
Elisabetta Severino – Tel. +39 051 6496658 e-mail elisabetta.severino@comune.bologna.it
Silvia Tonelli – Tel. +39 051 2193469 e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it

Ufficio stampa e comunicazione Città metropolitana di Bologna
e-mail stampa@cittametropolitana.bo.it
Tel. +39 051 6598340

Al MAN di Nuoro, DIORAMA – Generation Earth

Il MAN di Nuoro annuncia per l’estate una grande mostra che trasformerà tutte le sale del museo in uno spazio dinamico e sensibile, fatto di narrazioni e visioni, memorie della terra e nuovi orizzonti.

Il MAN, come un gigantesco diorama – illusione in scatola di un mondo verosimile, dispositivo usato soprattutto nei musei di storia naturale per illustrare gli ambienti della biosfera – tornerà a proporre al pubblico una esperienza di “attraversamento” del museo, già sperimentata nel 2022 con la mostra SENSORAMA, interrogandosi ancora una volta su temi di attualità. Derivato dal greco dià (attraverso) e òrama (visione), DIORAMA significa “vedere attraverso” o “all’interno di qualcosa“.

In questo caso, attraverso spaccati di mondi naturali e innaturali, popolati di creature e vegetazioni reali o ricreate, in una prospettiva che rende sempre più ambiguo il limite fra autentico o generato dall’intelligenza artificiale, possibile o impossibile.

DIORAMA
Generation Earth
MUSEO MAN, NUORO
5 luglio – 10 novembre 2024

Apertura alla stampa, giovedì 4 luglio ore 11-14
Inaugurazione, venerdì 5 luglio ore 19
 
A cura di Chiara GattiElisabetta Masala
in collaborazione con Storyville
con un testo a catalogo di Felice Cimatti

In un’epoca di mutamenti ecologici e sociali senza precedenti, con impatti che si estendono in maniera inedita attraverso tempo e spazio, è importante ripensare il nostro rapporto con il mondo e le sue rapide metamorfosi. Siamo di fronte ad una trasformazione ecologica globale che impone una riflessione profonda sulla condizione dell’essere umano, sulla storia della terra e sul nostro legame con le altre specie viventi. Ripensare la nostra relazione con il pianeta implica la ricerca di nuovi linguaggi e nuove forme di comunicazione, essenziali per rinnovare le connessioni tra il mondo umano e quello non umano.

È dalla convinzione di dover partecipare attivamente a questo processo di reinvenzione che nasce DIORAMA – Generation Earth. L’idea di essere la prima generazione che si confronta con la possibilità realistica dell’estinzione della propria specie comporta un forte senso di inquietudine. Partendo da questa condizione di smarrimento, DIORAMA esplora, senza la pretesa di essere analitica ed esaustiva, l’attuale scenario, proponendo possibili visioni che riflettano su tematiche tanto urgenti.

Gli artisti selezionati, italiani e internazionali, offrono attraverso le loro opere, fra dipinti e sculture, installazioni e video, un ventaglio di interpretazioni che spaziano dalla creatività mimetica alla trattazione del post-naturale, dall’ibridazione interspecifica alla tassidermia da wunderkammer, dall’invenzione del paesaggio naturale alle inesplorate visioni dell’intelligenza generativa.

Attraverso le opere, DIORAMA – Generation Earth intende suscitare un dialogo critico e incentivare una riflessione sulla nostra posizione all’interno della biosfera e invitare a una rinnovata relazione con essa. Gli artisti si pongono così come catalizzatori di un cambiamento radicale, con la loro capacità di vedere oltre il visibile, ci invitano a gettare le basi di un immaginario diverso, che possa guidarci verso un futuro inclusivo e rispettoso di tutte le forme di vita.

“L’origine” è il prologo del percorso, il formarsi della terra e della galassia. Il visitatore assiste allo spettacolo della genesi di quell’amalgama composta da materia ed energia oscura. All’insegna di parole chiave, quale organico e inorganico, natura/arte e le sue trasformazioni, artiste e artisti si appropriano, lungo le sale, della “natura”, racchiudendola all’interno di un loro sistema/contenuto che la imita, e al tempo stesso la conserva, la re-immagina.
Come una produzione in serra, il mondo naturale viene ricreato e imitato. Mimesi e rappresentazione animano le opere di Barragão, Kusumoto, Roberti, Illenberger, Bauer. Il mondo naturale, fissato in una forma scultorea o sigillato nel circuito del tessuto, riproposto dalla sensibilità dell’uomo o dall’intelligenza artificiale, acquisisce un insolito dinamismo e una nuova realtà.
Ibridazioni, interspecismo e eco-distopia, sono scenari di un futuro prossimo che occupano la sezione dove germinano ecosistemi alieni, esiti del post-naturale, incontri con una alterità che impone di ridimensionare la prospettiva antropocentrica. Un tunnel di luce evoca un laboratorio per creature ibride (di Massoulier, Grünfeld, Chiamenti) e culmina con una grande opera di Wangechi Mutu, madre terra fluida, che sovrasta un universo nel quale si fondono umani, animali e piante, alieni e terrestri, femminile e maschile; un trionfo del termine “intertwined”: esseri viventi appartenenti a un mondo che non prevede divisioni tra razze, generi e specie.


Ufficio Stampa
STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Via San Mattia 16, 35121 Padova
Tel. +39.049.663499
referente Simone Raddi, simone@studioesseci.net
www.studioesseci.net
 
MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro
Via Sebastiano Satta 27 – 08100 Nuoro
tel +39.0784.252110
Orario estivo: 10:00 – 20:00
(Lunedì chiuso)
info@museoman.it

Milano: Asta di beneficenza dei primi album d’artista Artonauti presso la Fondazione Corrente

Il Progetto nasce dall’incontro tra Artonauti, il primo album di figurine dedicato ai capolavori dell’arte e Fraternità e Amicizia, storica realtà milanese che affianca persone con fragilità intellettiva.

Accompagnati dal racconto dell’album dedicato all’arte nei 4 elementi, le persone che frequentano i laboratori artistici- espressivi della cooperativa sono diventati dei veri Artonauti: hanno raccolto la sfida di ritrovare l’anello di re Salomone attraverso Terra, Aria, Acqua e Fuoco e hanno percorso un viaggio esperienziale fatto di giochi, cacce al tesoro e percorsi in giro per la città.

Un progetto di arte integrata
 
Album d’artista
per la prima volta in mostra e all’asta


Sabato 18 maggio 2024, si terrà l’asta benefica di Fraternità e Amicizia dei primi album d’artista Artonauti presso la Fondazione Corrente in via Carlo Porta, 5 Milano alle ore 17.00.

I partecipanti ai laboratori espressivi di Fraternità e Amicizia hanno lavorato, affiancati da educatori, artisti-terapisti e arte-terapeuti, direttamente sull’album attraverso interventi creativi nel segno, nel colore, nel materiale.

Ogni album ha vita propria e le opere d’arte proposte nell’album si fondono all’immaginazione dei ragazzi della cooperativa per dare vita a tante altre storie, fatte di emozioni, pensieri e parole non dette.

Gli album rielaborati sono passati poi nelle mani di artisti professionisti, i quali, sulla base delle suggestioni ricevute, hanno creato una nuova copertina.

Hanno aderito all’iniziativa: Pietro Canepa, Sara Carusone, Caterina Crepax, Franco Duranti, Laura Fiume, Geremia Renzi, Laetitia Ricci, Lucia Rosano, Antonio Sammartano e Carmen Vetere.

Sono stati creati così dei veri e propri album d’artista, degli album d’arte integrata, nei quali l’espressività dei ragazzi si è unita alla creatività dei professionisti, per dare vita a dei pezzi unici.

Le opere verranno esposte alla Fondazione Corrente  il 18 Maggio 2024, in una mostra, al termine della quale seguirà un’asta, il cui ricavato, sarà reinvestito in progetti di vita sostenuti dalla cooperativa.

Sarà possibile partecipare all’acquisto delle opere anche attraverso un’asta online su Ebay a partire dall’11 maggio. Dalla sinergia tra Artonauti e Fraternità e Amicizia è nato un progetto innovativo, carico di forza e bellezza, la bellezza dell’arte e della fragilità.

PROGRAMMA 18 MAGGIO 2024
h. 15.00 – Visita guidata dello studio Treccani e della collezione della Fondazione Corrente
h. 16.00 – Visita guidata dello studio Treccani e della collezione della Fondazione Corrente
h. 17.00 – Asta degli album d’artista a favore della Coop Fraternità e Amicizia
h. 18.00 – Seguirà Cocktail party
 
Posti limitati, per partecipare inviare conferma a: info@artonauti.it

La Fondazione Corrente è nata nel 1978 su iniziativa di Ernesto Treccani e di Lidia De Grada Treccani con lo scopo di incrementare lo studio del periodo di rinnovamento culturale che va dal Movimento di Corrente al Realismo. La Fondazione ha sede nella cosiddetta Casa delle Rondini, con la facciata interamente decorata da maioliche policrome a opera di Ernesto Treccani, in via Carlo Porta 5 a Milano. Il Centro culturale conserva una biblioteca specializzata e diversi fondi archivistici e organizza ogni anno un ricco programma di mostre temporanee e conferenze.


Samantha Mattiuzzi
Web Marketing
samantha.mattiuzzi@artonauti.it

Bologna, Maison laviniaturra: “Beati come rane su una foglia di ninfea” di Serena Piccinini

La pluripremiata artista Serena Piccinini porta avanti la sua intensa carriera approcciandosi ancora una volta all’idea di fanciullezza e sensibilità, con un’inedita mostra dal titolo “Beati come rane su una foglia di ninfea” che inaugurerà a Bologna giovedì 16 maggio dalle ore 18.00 presso Maison laviniaturra, il celebre atelier-salotto di moda fondato dalla talentuosa fashion designer Lavinia Turra. La mostra s’inserisce in un ciclo di esposizioni ideate e realizzate in collaborazione con artiste donne che hanno affinità, sia espressiva ma anche materica, con il mondo della moda.

Maison laviniaturra presenta la mostra
“Beati come rane su una foglia di ninfea”
di Serena Piccinini

Opening giovedì 16 maggio 2024 dalle 18.00 alle 21.00 Dal 16 maggio al 16 luglio 2024
Da lunedì a venerdì su appuntamento
Dalle ore 17.00 alle 19.00
Maison laviniaturra
Via dei Sabbioni 9, Bologna

L’esposizione presenterà cinque suggestive istallazioni realizzate con materiali “poveri” facilmente manipolabili, come il legno naturale, la corda, il vetro, il velluto, il plexiglass, ma soprattutto la carta, elemento prediletto dall’artista perché in grado di donare delicatezza e levità alle sue opere. All’interno dello spazio, dal 16 maggio al 16 luglio 2024, i visitatori avranno l’opportunità di immergersi in un universo onirico, fluttuante e leggero, allestito curando ogni dettaglio con l’obiettivo di far emergere quell’idea di respiro tipica delle installazioni e sculture dell’artista, le quali si fondono con il mondo della flora e della fauna assumendo titoli che evocano un’atmosfera

magica. Serena spiega: “Il pensiero dietro la mia ricerca è quello che ormai mi accompagna da diversi anni: mi piacerebbe creare nuovi modi di vedere i paesaggi familiari e pensare alle possibilità affinché il territorio e la natura ci vengano restituiti in forme diverse, attraverso gli elementi che prediligo e che uso nei miei lavori come la leggerezza, l’immaginazione aerea, l’aspetto ludico e onirico delle cose.”

Le creazioni di Serena Piccinini stravolgono il concetto di realtà oggettiva: tutto ciò che lei immagina prende forma divenendo reale. Attraverso la minuziosa piegatura di carta candida e colorata, l’artista dà vita a personaggi bizzarri, ibridati, che parlano direttamente al bambino interiore che risiede dentro ognuno di noi. Serena Piccinini tende a dare una forma ai sogni, lasciando allo spettatore la sensazione che qualcosa di magico ed inaspettato possa sempre accadere, restituendo per un attimo l’anima più genuina a chi è convinto di averla dimenticata. A tal proposito l’artista afferma: “Penso per immagini e con le mie opere desidero regalare uno sguardo poetico sul mondo, fatto di candore: ricerco la leggerezza e il movimento, il fluttuare di elementi piccoli e mobili, senza mai svelare il mistero che li circonda. Amo i materiali poveri: carta, cartone, legno naturale, i materiali plastici. Purezza e semplicità, due punti irrinunciabili.”

Una delle installazioni che i visitatori potranno ammirare s’intitola “Giardino Della Vita Immobile”, una collezione di piccolissimi insetti e fiori sgargianti facenti parte di un giardino immaginario abitato da creature inaspettate. Ognuna di queste creature, fatte di carte colorate pregiate, è speciale e preziosa e ha un nome che ne esalta le caratteristiche e la personalità. Esse sono custodite in piccole teche appositamente create per contenerle, come se fossero gioielli. Ogni teca si differenzia nella forma e nella dimensione ed è realizzata con diversi materiali, scelti con attenzione dall’artista: dal vetro al metallo, dal legno al plexiglass, alcune sono foderate di morbido velluto in altre invece prevale la freddezza del metallo.

La collaborazione con la stilista Lavinia Turra è nata in modo naturale, poiché: “Dell’opera di Serena Piccinini da subito mi ha colpito la semplicità e al tempo stesso la sublime eleganza, unita alla capacità di rendere l’immaginario realtà. Il meccanismo è il medesimo che da sempre applichiamo nel nostro lavoro quando creiamo e perché da sempre la semplicità è la base dello chic insieme alla cura per la scelta del materiale e del dettaglio. Nel dare vita ai tanti piccoli animali e fiori che non esistono ma si fanno veri sotto le sue mani, Serena crea per il nostro spazio un suo personale mondo da ‘Alice nel paese delle meraviglie’ che si fonde e diventa un tutt’uno con la scelta di nostri capi leggeri e colorati, quasi impalpabili ed hand made.”

Con “Beati come rane su una foglia di ninfea”, Serena Piccinini regala al pubblico l’occasione unica di tornare bambino, attraverso un viaggio emozionale fatto di fantasia e profonda sensibilità all’interno delle sue ammalianti opere contemporanee.

Nata a Bologna, cresciuta fra donne che tagliavano e cucivano, ha frequentato da bambina antiche sartorie e imparato l’amore per questo lavoro. Il suo mestiere nasce e cresce con l’uso delle mani, che conoscono e usano non solo i colori e le matite, ma soprattutto le stoffe e i tessuti, adoperando forbici, ago e filo. Arriva a questo lavoro attraverso un’attrazione e una lunga strada di “connivenze” e “complicità” legate all’arte, alla pittura, al teatro.

Curiosa per natura, la relazione personale e l’ascolto sono alla base del suo modo di “vestire” perché l’abito, “deve rappresentare la donna e non travestirla”. Nel 2017 fonda Maison laviniaturra, sentendo la necessità di uno spazio che non solo offra ma accolga, come solo una “casa” sa fare.

L’apertura della Maison coincide anche con l’inizio della collaborazione creativa con la figlia Cecilia Torsello, rinnovamento e fresca energia del brand. Un prodotto 100% Made in Italy, tessuti di ricerca, forme timeless e dettagli all’avanguardia: Maison laviniaturra propone una propria idea di lusso, legato all’etica di produzione, all’individualità e ispirata alla cultura del bello.

Dopo aver conseguito le lauree in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna e in Scienze Antropologiche presso l’Università di Bologna, Serena Piccinini intraprende sin dall’inizio della sua carriera la ricerca dell’effimero e la costante proiezione di un mondo fantasioso, in cui ogni adulto ha l’opportunità di rivivere l’essenza del meraviglioso viaggio della fanciullezza.

Dal 1998 si cimenta nell’esposizione delle sue installazioni poetiche divenendo protagonista di numerose mostre personali, collettive ma anche workshop e progetti speciali, vantando importanti collaborazioni con noti curatori come Alberto Zanchetta, Leonardo Regano, Viviana Siviero, Angela Madesani, Peter Weiermair, Igor Zanti, Daniele Capra, Matteo Galbiati, Federica Patti, Concetto Pozzati, Martina Cavallarin.



INFORMAZIONI UTILI
 
TITOLO: Beati come rane su una foglia di ninfea
DI: Serena Piccinini
DOVE: Maison laviniaturra, via dei Sabbioni 9, Bologna
OPENING: Giovedì 16 maggio 2024 dalle 18.00 alle 21.00
QUANDO:Dal 16 maggio al 16 luglio 2024
ORARI: Da lunedì a venerdì su appuntamento dalle ore 17.00 alle 19.00
Su appuntamento. Per visitare la mostra è necessario telefonare al 320 9188304
 
 
CONTATTI MAISON LAVINIATURRA
FACEBOOK: Maison laviniaturra
INSTAGRAM: maisonlaviniaturra
SITO: maison laviniaturra
 
CONTATTI SERENA PICCININI
MAIL: victoryaplum@gmail.com
 
UFFICIO STAMPA: CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126             
info@culturaliart.com
www.culturaliart.com
Facebook: Culturalia 
Instagram: Culturalia_comunicare_arte
Linkedin: Culturalia di Norma Waltmann  
Youtube: Culturalia