Milano: Al via la 3a edizione di Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani 

Sebastião Salgado, Yanomami shaman converses with the spirits before the ascent to Mount Pico da Neblina. Amazonas state, Brazil, 2014. Ph. © Sebastião Salgado/Contrasto

Associazione Genesi
presenta

Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore
Dal 27 febbraio 2024

a cura di Ilaria Bernardi

Gubbio, Logge dei Tiratori della Lana, 1 marzo-7 aprile 2024

Pavia, Horti – Almo Collegio Borromeo, 4 maggio-2 giugno 2024

Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, 20 giugno-13 ottobre 2024

Cesano Maderno, 27 settembre-1 dicembre 2024

Associazione Genesi presenta la terza edizione di Progetto Genesi. Arte e Diritti Umanigrande iniziativa espositiva ed educativa dedicata al tema dei diritti umani, ideata e curata da Ilaria Bernardi, nella convinzione che l’arte contemporanea possa assumere il ruolo di ambasciatrice dei diritti umani. Parallelamente Progetto Genesi si propone di trasformare il format tradizionale della mostra in un vero e proprio museo itinerante che si sposta di città in città con la propria collezione, attività espositiva e attività educativa.

Le sue prime due edizioni, rispettivamente nel 2021-2022 e nel 2023, hanno presentato le opere della collezione d’arte contemporanea dell’Associazione ( la Collezione Genesi), costituta da artisti provenienti da tutto il mondo e di diverse generazioni, che trattano rilevanti questioni sociali e ambientali coeve. Inizialmente, la Collezione includeva 37 opere, alle quali nel corso del 2021-2022 si sono aggiunte 15 nuove acquisizioni presentate nel 2023 in occasione della seconda edizione del Progetto.  

L’ultima tappa della sua seconda edizione, a Brescia nel novembre 2023, anziché presentare l’intera Collezione Genesi, ne ha inclusa solo una parte, utilizzandola come introduzione a una mostra tematica sull’Iran con opere prese in prestito da importanti collezionisti, musei e gallerie internazionali. Questo nuovo format espositivo si è ulteriormente sviluppato nelle successive due esposizioni realizzate nel novembre 2023 ad Alba, presso la Banca d’Alba, in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, e nel dicembre 2023 a Ginevra, presso Palais des Nations, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Ciascuna di queste due mostre, infatti, ha coinvolto un ristretto numero di opere della Collezione Genesi, per includere opere di provenienze differenti (prestate cioè da artisti, musei, gallerie e altre collezioni) al fine di sviluppare un percorso espositivo dedicato a un tema specifico: ad Alba la violenza sulle donne e a Ginevra al rapporto tra l’arte italiana e i diritti umani.

La terza edizione di Progetto Genesi segna un’ulteriore evoluzione del format espositivo tematico sviluppato a Brescia, Alba e Ginevra. Sarà infatti caratterizzata da quattro mostre, una differente dall’altra, sia per opere esposte sia per tema trattato ma unite da un filo rosso: un focus sulla condizione femminile nel mondo.

Il focus sulla condizione femminile nel mondo sarà presente in ciascuna delle quattro mostre mediante un approfondimento su una diversa artista di fama internazionale, ma di differente provenienza e generazione; rispettivamente: Simone Fattal (Damasco, Siria, 1942), Shirin Neshat (Qazvin, Iran, 1957); Monica Bonvicini (Venezia, Italia, 1965), Binta Diaw (Milano, Italia, di origini senegalesi, 1995). La scelta delle quattro artiste non deriva soltanto dalla qualità del loro lavoro ma soprattutto dal loro interesse nei confronti del corpo e delle esperienze delle donne in differenti contesti geografici e sociali. Gli approfondimenti su queste quattro artiste sono al contempo un modo per avvicinarsi a un importante progetto a cui l’Associazione Genesi sta lavorando e che sarà annunciato soltanto nell’autunno 2024.

Nella prima mostra, presso le Logge dei Tiratori della Lana a Gubbio dal 1 marzo al 7 aprile 2024, l’approfondimento su Simone Fattal fungerà da intermezzo tra a una sezione espositiva costituita dalle più importanti opere della Collezione dedicate al tema della condizione femminile già presentate nelle prime due edizioni di Progetto Genesi, e una diversa sezione espositiva costituita dalle nuove 15 nuove acquisizioni entrate nella Collezione Genesi nel corso del 2023 e a Gubbio presentate per la prima volta. Le artiste e gli artisti delle nuove acquisizioni sono: Diane Arbus (New York, USA, 1923-1971), Nadira Azzouz (Mosul, Iraq, 1927 – Londra, UK, 2020); Anna Boghiguian (Il Cairo, Egitto, 1946); Yoan Capote (Pinar del Río, Cuba, 1977); Binta Diaw (Milano, Italia, 1995); Irene Dionisio (Torino, Italia, 1986); Petrit Halilaj (Kostërrc, Skenderaj-Kosovo, 1986); Shadi Harouni (Hamedan, Iran, 1985); Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, Italia, 1937); patricia kaersenhout (Den Helder, Amsterdam, Paesi Bassi, 1966); Elena Mazzi (Reggio Emilia, Italia, 1984); Margorzata Mirga-Tas (Zakopane, Polonia, 1978); Francis Offman (Ruanda, 1987); Silvia Rosi (Scandiano, Italia, 1992), Sebastião Salgado (Aimorés, Minas Gerais, Brasile, 1944).

Silvia Rosi, Self Portrait as my Mather on the Phone e Self Portrait as my Father on the Phone, 2019. Ph. © Silvia Rosi

Nella seconda mostra, agli Horti del Collegio Borromeo di Pavia dal 4 maggio al 2 giugno 2024, l’ approfondimento su Monica Bonvicini sarà introdotto da un nucleo opere della Collezione Genesi legate al tema dell’ambiente, realizzate prevalentemente da artiste donne.

In occasione della terza mostra, presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino dal 20 giugno al 13 ottobre 2024per la prima volta l’Associazione Genesi si fa committente di un’opera: a Binta Diaw ha commissionato la realizzazione di un video sul tema di donna e migrazione, creato durante una residenza in Senegal sostenuta dall’Istituto Italiano di Cultura di Dakar. L’opera verrà presentata in mostra a Torino nella forma di video installazione site-specific, realizzata grazie alla collaborazione della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, per poi entrare a far parte della Collezione Genesi.

Nella quarta mostra, presso il Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno dal 27 settembre al 1 dicembre 2024, l’approfondimento su Shirin Neshat sarà introdotto dall’esposizione dell’ intera Collezione Genesi ad oggi costituita da 67 opere, suddivise nelle sue sei principali aree tematiche: La memoria di un popoloUn’identità multiculturaleLe vittime del PotereIl colore della pelleLa condizione femminileLa tutela dell’ambiente.

Accanto alle quattro mostre, parte altrettanto fondativa di Progetto Genesi è l’attività educativa, distribuita in un ricco programma di visite guidate e workshop, inclusivi e partecipativi, in presenza nelle sedi espositive, destinati a bambini, ragazzi e adulti. Il programma educativo include anche un public program realizzato in collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore, FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, Fondazione Gariwo, la foresta dei Giusti, e RFK Italia – Robert F. Kennedy Human Rights. Le date del programma educativo e del public program saranno comunicate nel corso di Progetto Genesi sul sito dell’Associazione.

La terza edizione di Progetto Genesi gode del patrocinio di Rai Per la Sostenibilità ESG, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, del FAI Ponte tra Culture, della Fondazione Gariwo, la foresta dei Giusti, e di RFK Italia – Robert F. Kennedy Human Rights.

Media partner è Rai Cultura.

Partner è illycaffé.

Main sponsor sono Eni, Intesa Sanpaolo Gens.

La tappa a Gubbio è realizzata con il sostegno di Fondazione Perugia, la tappa a Pavia gode del contributo di Fondazione Banca del Monte di Lombardia, la tappa a Torino gode del contributo della Fondazione Pirelli, e la tappa a Cesano Maderno gode del contributo di Brandart.

La terza edizione di Progetto Genesi è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e inglese) dal titolo “Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani. 3a edizione” edito da Silvana Editoriale e curato da Ilaria Bernardi.


L’Associazione Genesi, nata nel 2020 per volontà di Letizia Moratti, è impegnata nella difesa dei diritti umani attraverso la valorizzazione delle differenti culture e dell’ambiente. Obiettivo dell’Associazione è di contribuire, attraverso l’arte contemporanea, alla creazione di una cittadinanza più responsabile e socialmente attiva. Per questa ragione, l’Associazione Genesi ha dato vita alla Collezione Genesi, selezionando opere di artisti di tutto il mondo e di diverse generazioni, che riflettono sulle urgenti, complesse e spesso drammatiche questioni culturali, ambientali, sociali e politiche del nostro tempo. L’Associazione è inoltre Fondatore – insieme a Università Cattolica, Mapei, WeBuild e Associazione Always Africa – di E4Impact Foundation, per lo sviluppo dell’imprenditorialità in Africa, a cui partecipano anche Intesa Sanpaolo, ENI, Montello, Carvico, CONFAPI, Coldiretti, Filiera Italia e, a titolo personale, Diana Bracco e Michele Carpinelli. E4Impact offre programmi in impact entrepreneurship in 20 Paesi africani, con un triplice obiettivo: formare nuovi imprenditori a forte impatto sociale; collaborare con le università africane per offrire formazione innovativa, orientata all’azione; favorire le partnership tra le imprese italiane ed europee e imprese africane, sempre nella prospettiva della sostenibilità.


Associazione Genesi
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Roma: La Fondazione Bertugno-Moulinier invita a PLATEIA CLOSING EVENT

La Fondazione Bertugno-Moulinier invita a

Sabato 10 febbraio 2024 ore 15.00 – 20.00

Casa Khan (ex casa del custode, Scuola Pisacane)
Via dell’Acqua Bullicante 28 – ROMA

La Fondazione Bertugno-Moulinier invita all’appuntamento conclusivo del progetto PLATEIA – Comunità per la rigenerazione verde e urbana, un momento di condivisione e restituzione delle azioni realizzate, dal mese di giugno 2023 al mese di febbraio 2024, che hanno avuto come principale obiettivo quello di riunire comunità formali ed informali per rigenerare una piazza, Largo Perestrello, nella periferia di Roma, nel cuore del quartiere Tor Pignattara/Marranella, riconquistando il senso di comunità ed appartenenza e rendendo possibili nuovi modelli sostenibili e locali di rigenerazione urbana.

Durante il pomeriggio di PLATEIA CLOSING EVENT, il 10 febbraio dalle 15.00 alle 20.00, verranno presentati i risultati del Progetto Plateia, dando l’opportunità alla cittadinanza e agli interessati di partecipare attivamente alla definizione del futuro di Largo Perestrello. Seguirà un buffet per celebrare insieme gli esiti del progetto.

Il progetto, vincitore del bando “New European Bauhaus Call for Proposals for Co-Creation of public space through citizen engagement”, è sostenuto dall’European Institute of Innovation and Technology (EIT), un organismo dell’Unione Europea, ed è realizzato da un Consorzio costituito da artisti, architetti, leader di comunità, educatori e curatori che lavorano mediante un approccio transdisciplinare insieme a diverse comunità con l’unico scopo di creare uno spazio inclusivo: la Fondazione Bertugno-Moulinier, in qualità anche di promotrice, il Municipio V di Roma Capitale, l’Associazione Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros APS, il collettivo di architetti orizzontale e l’Associazione Pisacane 0-99, con il supporto della BCC di Roma.

Il percorso di partecipazione di PLATEIA ha visto, infatti, l’attivazione di numerosi workshop, laboratori creativi e di co-design, laboratori di auto-costruzione con l’obiettivo di rendere Perestrello una piazza tattica da cui far emergere linee guida per interventi futuri più strutturali e duraturi: riprogettare la piazza sulle indicazioni e le necessità dei suoi abitanti, per costruire un modello di self-governance, riportando il verde come elemento di benessere, e restituendo così alla città e al suo quartiere un’agorà, un luogo di incontri e scambio, di gioco per i bambini, di cultura ed espressione, un centro attivo di dialogo e sperimentazione interculturale, voluto dalle comunità e nato da un progetto comune.

Dall’evento iniziale, Mapping Perestrello con il laboratorio e mostra dell’Erbario del selvatico urbano, al workshop di design thinking “Immagina Largo Perestrello” al Laboratorio di visioning per la co-gestione degli spazi, ai laboratori per la cittadinanza Perestrello Conviviale, svoltosi a novembre, Perestrello Ludico svoltosi a dicembre e Perestrello Selvatico del mese di gennaio, il progetto è arrivato alla sua conclusione con l’ultimo laboratorio, Zolle, dispositivo partecipativo di piantumazione per il regreening della piazza e con la festa finale, Plateia Closing Event, durante la quale tutta la comunità si stringe intorno ad un progetto che l’ha vista protagonista di un percorso decisionale fondamentale per il proprio futuro. Infatti, immaginare insieme una piazza vuole dire prima di tutto abitarla: solo abitandola è possibile comprenderne le reali necessità, scambiando e condividendo pensieri, idee e visioni.


Una delle proposte principali si è focalizzata, pertanto, sull’idea di fondere le due piazze adiacenti, Largo Perestrello e la piazza del mercato, in un sistema unificato mantenendo tuttavia destinazioni differenti: l’area del mercato con chioschi fissi per servizi di accoglienza, biblioteca e ristoro, mentre per il “grande spazio” di Largo Perestrello sono emerse e condivise proposte di interventi fluidi e leggeri e attrezzature temporanee. Nei diversi momenti di discussione si è anche approfondita la problematica della gestione degli spazi, prendendo in considerazione la possibilità di una piazza gestita in modalità collettiva, dove i fruitori, i singoli cittadini, le associazioni locali e le diverse amministrazioni potessero essere protagonisti e gestire così i luoghi mediante un presidio fisso oppure temporaneo, in forma organizzata o libera.

PLATEIA consolida, dunque, e porta a compimento un processo iniziato da anni dalle tante realtà presenti sul territorio e dalle numerose comunità provenienti da diversi paesi quali Bangladesh, Cina, Filippine, Romania, Egitto e Perù. E lo fa attraverso lo strumento dell’arte che, proprio per la sua capacità di comunicazione immediata, rappresenta il medium ideale per stabilire un’interazione costruttiva e partecipata ma anche ludica, multiculturale e transgenerazionale. Responsabilizzare una comunità, dandole un ruolo centrale nel plasmare il futuro dei luoghi in cui vive ed opera, permette così di incentivare i valori della solidarietà, dell’inclusione, della partecipazione.

PLATEIA CLOSING EVENT
Presentazione dei risultati del Progetto Plateia
Opportunità di partecipare attivamente alla definizione del futuro di Largo Perestrello
Buffet festoso per celebrare insieme
10 febbraio 2024 ore 15-20
Casa Khan (ex casa del custode, Scuola Pisacane)
Via dell’Acqua Bullicante 28 – ROMA


PLATEIA – Comunità per la rigenerazione verde e urbana
Promosso da
: Fondazione Bertugno – Moulinier
Partner Consorzio: Municipio V di Roma, Associazione Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros APS, Associazione culturale orizzontale, Associazione Pisacane 0-99
Progetto vincitore del bando New European Bauhaus
Il progetto PLATEIA – Communities for green and Urban regeneration-, è sostenuto dal European Institute of Innovation and Technology (EIT), un organismo dell’Unione Europea.
Progetto finanziato dallIstituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT)
Con il supporto della BCC di Roma
 
Fondazione Bertugno-Moulinier
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Municipio V Roma
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Ecomuseo Casilino
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Associazione Pisacane 0-99
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Orizzontale
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New European Bauhaus
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Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT).
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Iniziative per la Festa degli Innamorati

Alberto Martini, Ritratto del conte Emanuele Castelbarco Pindemonte Rezzonico, collezione privata

UN AMORE DI MUSEO

14 febbraio 2024, Festa degli innamorati

Treviso, Museo Santa Caterina

Un selfie e una promessa di amore eterno davanti a Wally ed Emanuele: quando la passione non conosce ostacoli.

Nella Festa degli Innamorati è diventata una tradizione baciarsi al Museo, con immancabile e indimenticabile selfie.
Di anno in anno lo scenario muta: l’Amore e Psiche di Antonio Canova, tre San Valentino fa, Adamo ed Eva di Arturo Martini, lo scorso anno.

Per questa edizione due autentici capolavori di Alberto Martini, i ritratti davvero emblematici di una grande, “impossibile”, storia d’amore: quella tra Wally, figlia secondogenita del maestro Arturo Toscanini, e il conte Emanuele di Castelbarco, biondo nobiluomo ben più attempato della frizzante figlia del compositore e, cosa peggiore, già da tempo sposato e padre di 3 figli. Tra loro fu subito colpo di fulmine. Per le famiglie e per la società la loro era una “tresca” che non doveva esserci, in ogni caso del tutto sconveniente, una unione scandalosa.

La determinazione di Wally portò al lieto fine: nel 1931 Emanuele si separò dalla moglie e chiese la nazionalità ungherese (stratagemma ideato con l’aiuto di Gabriele D’Annunzio) per potersi unire a Wally Toscanini, mettendo anche così a tacere le chiacchiere attorno a quella relazione scandalosa per quei tempi. Castelbarco rappresenta così il nome dell’amore proibito e ostinato da parte di Wally, ma anche l’esempio più manifesto di emancipazione, di moderna determinazione della propria volontà rispetto a quella paterna e della società in generale, con il lieto fine: uscito dai margini dello scandalo, il blasonato, affascinante e assai più vecchio di lei, coniugato e con prole, Emanuele si legò a Wally in matrimonio, celebrato in Ungheria, dal quale nacque Emanuela.

Un selfie accanto a questi due innamorati è davvero speciale e non potrà, quindi, che essere di buon auspicio!

Lo assicurano il sindaco Mario Conte, il neo assessore Teresa De Gregorio, grandi cerimonieri di questa Festa dell’Amore.

È il direttore dei Musei Civici, Fabrizio Malachin, a introdurci alla coppia.

“Lei, Wally, sarà al Museo Santa Caterina nel magnifico, potente ritratto che le ha dedicato Alberto Martini, opera considerata tra i capolavori italiani del Deco. Si tratta di un grande pastello alto 131 centimetri e largo 204, è del 1925. Lei vi compare nel vestito da ballo di seta gialla indossato per una serata mondana in Casa Visconti. Lui la ritrae sdraiata su un raffinato divano, il volto incorniciato da un curioso copricapo, 4 fili di perle.   Bellissima, altera, una dea sicura della propria bellezza e del suo potere sugli uomini”.    

“Lui – continua Malachin -, egualmente ritratto da Alberto Martini nello stesso 1925, appare come un posato, affascinante nobiluomo del tempo, vestito da cavaliere con una appariscente giacca rossa e con un gruppo di libri poggiati sul tavolo alla destra (cavalli e libri, le sue passioni), in un grandioso pastello di 238 x 130 cm. Si tratta di una coppia di veri capolavori che tornano visibili assieme dopo quasi 40 anni: furono esposte in coppia solo due volte, alla Biennale di Venezia del 1926 e alla mostra milanese del 1985-1986”.

Lo charme di Wally è manifesto nel pastello di Martini. “Dalla vita ho avuto tutto, e senza meriti, ho cercato solo di vivere generosamente. Ho tentato di capire, ho sofferto, ho amato e ho donato”, dirà lei ricordando i tre imperativi che si era imposta sin da ragazza: vivi, ama e ridi.

Carnagione bianchissima, cappelli corvini, un trucco che metteva in risalto occhi e labbra, un volto quasi zingaresco e una esuberanza che poteva, all’epoca, passare per sfrontatezza. Gabriele d’Annunzio, il poeta Guido da Verona, persino Charlie Chaplin, tra i tanti altri, si misero ai suoi piedi. Riferendosi a lei il padre disse: “è l’unica opera che non ho mai saputo dirigere”.

Wally, va ricordato, non fu solo una ragazza ribelle e bellissima, una donna controcorrente. Il suo carattere, la sua determinazione, le sue relazioni sociali le mise a servizio di molte cause, dalla Resistenza, a Nomadelfia, al sociale, alla raccolta fondi per la rinascita e l’attività del Teatro alla Scala.

Una grande donna e non solo una bella donna! E su questo binomio sui muove la mostra “Donna in scena. Boldini Selvatico Martini” che sarà a Santa Caterina dal 13 aprile.

Sarà una mostra dedicata alla donna protagonista di un’epoca. La sua entrata in scena è contrassegnata da battaglie di natura politica (il diritto al voto), sociale (affrancamento rispetto al ruolo subalterno al maschio), economico e più in generale di emancipazione per diritti che oggi consideriamo acquisiti. Una mostra d’arte, ma rivolta a comprendere il significato più profondo della femminilità, fatta di battaglie e sofferenze, ma anche tenerezza e successi.


Apertura: dal 9 al 14/02 (chiuso il lunedì), ‘per l’entrata coppia, paghi uno!’ – il giorno 11/02 apertura straordinaria gratuita  
 
Info:
MUSEO SANTA CATERINA
Piazzetta Botter, 1 – Treviso
prenotazioni e visite guidate: prenotazioni@visitmuseumtreviso.com
T 0422 658951
www.museitreviso.it
www.museicivicitreviso.it
 
 Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo +39 049 663499
Ref. Roberta Barbaro – roberta@studioesseci.net

Un manufatto a maglia da “guinness”: ecco la coperta della nonna a Villa Giulia (Bologna)

Il gruppo di lavoro

UN CROCHET DA “GUINNESS” A VILLA GIULIA,È LA COPERTA DELLA NONNA: 700 MATTONELLE COLORATE, IN LANA RICICLATA, REALIZZATE DALLE MANI DELLE NONNE.

La prima creazione in crochet di questo 2024, realizzata all’uncinetto dalle residenti della CRA Villa Giulia, è una coperta matrimoniale. Un’opera di creatività e sostenibilità in linea con i trend che la residenza diretta dalla dott.ssa Ivonne Capelli , porta avanti dal primo anno della pandemia per fare del bene agli anziani e al prossimo. Il ricavato della coperta, così come di ogni manufatto in crochet, è infatti dato in beneficenza.

Dalle ore di laboratorio di artigianato creativo, avviato dal 2020 negli spazi di Villa Giulia, CRA e Centro Diurno di Pianoro Vecchio (Bologna), ma soprattutto dalle sapienti mani di un gruppo di residenti, prende vita un manufatto unico per fattezze e dimensioni. Un’opera che diventa un simbolo di bellezza a 360 gradi visto che a realizzarla, con pazienza e grande dedizione, sono ultraottantenni.

La dott.ssa Ivonne Capelli, amministratrice di Villa Giulia,
con l’OSS Magda

Ad oggi sono state realizzate ponci, mantelle, cuscini, sciarpe, borse, top e gonne. Questa però è la prima coperta della nonna di Villa Giulia tessuta a mano, attraverso l’arte del crochet.

A commissionarla è stata un’operatrice della struttura, Magdalena Kruszewska.

Il copriletto in questione si presenta come un’aggregazione di 700 mattonelle realizzate ai ferri e cucite insieme tra loro. L’attività di assemblaggio delle stesse mattonelle ha richiesto, in termini di tempo, 175 ore che equivalgono a 10.500 minuti.

All’assemblamento hanno pensato la signora Anna Guidetti e l’animatrice Graziella Todaro.

Il gruppo di lavoro è invece composto da Alfredina Toselli, madre di Mariella Mancin OSS di Villa Giulia, e da Raffaella Querzoli. Altre residenti, appassionate di crochet, hanno partecipato alla scelta dei colori e in generale alla disposizione cromatica delle mattonelle.

Il progetto della moda solidale vede in questi anni, un’evoluzione dell’iniziativa stessa all’insegna della sostenibilità. In particolare, uno degli aspetti sostenibili riguarda il riutilizzo di gomitoli di lana, donati alla struttura da alcuni parenti. Materiali riciclati acquistano una seconda vita diventando il rivestimento di vecchi cuscini oppure di borse in disuso che assumono valenza etica e sociale.

Una residente di Villa Giulia e la coperta della nonna

Un altro valore insito nel progetto è la solidarietà. Infatti, il ricavato di ciascun manufatto è sempre devoluto in beneficenza ad associazioni o enti no profit, come Il Piccolo Principe di Bologna che si prende cura di bambini e adolescenti in difficoltà, promuovendone il reinserimento nel tessuto sociale.

“Iniziative come il progetto della coperta della nonna si prefiggono diversi obiettivi, da quello terapeutico per il benessere degli anziani grazie all’esercizio della manualità a quello marcatamente solidaleLa promozione del riuso come abitudine sostenibile, la solidarietà e la creatività come pratica terapeutica e di cura per chi è fragile sono le ricadute sociali virtuose non solo per chi vive Villa Giulia ma per la collettività in senso più ampio” – dichiara la dott.ssa Ivonne Capelli amministratrice della CRA di Pianoro.

Il progetto di artigianato creativo proseguirà per tutto il 2024, aprendo le porte al territorio, alla comunità e alle sue realtà associative, promuovendo il concetto di moda solidale che è duplice simbolo: di sostenibilità ambientale e di terapia del benessere nella terza e quarta età.

Per maggiori informazioni sui lavori creativi di Villa Giulia è possibile inviare una mail a direzione@villagiulia.bo.it


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Venezia: allo Spazio SV – Centro espositivo San Vidal , la mostra retrospettiva “Alchimie su carta” di Alberto Valese

Alberto Valese ritratto

ALCHIMIE SU CARTA

Omaggio al maestro Alberto Valese

A cura di Silvia Previti
16.02 – 27.03.2024
Opening venerdì 16 febbraio ore 18.00

Spazio SV – Centro espositivo San Vidal
Scoletta di San Zaccaria, Venezia

Venerdì 16 febbraio alle 18.00 inaugurerà allo Spazio SV – Centro espositivo San Vidal a Venezia, la mostra retrospettiva Alchimie su carta. Omaggio al maestro Alberto Valese, a cura di Silvia Previti.
Aperta al pubblico fino al 27 marzo, questa esposizione è una dedica ad Alberto Valese (1951-2022), artista poliedrico e raffinato artigiano di fama internazionale, l’unico Maestro Ebrù straniero riconosciuto in Turchia, nonché amatissimo nella sua città, Venezia, dove ha mantenuto il proprio laboratorio, un negozio e la propria dimora.
La sua attenzione per i dettagli, l’alchimia dei colori e l’innovazione che caratterizzano la sua produzione artistica, rendono questa mostra un’occasione preziosa per scoprire un’arte artigiana d’altri tempi, apprezzata a livello nazionale ed internazionale.
Alberto Valese, nato a Venezia nel 1951, si è dedicato per più di quarant’anni alla legatoria ed in particolare allo studio della tecnica della marmorizzazione che inizia da autodidatta, dando vita ad una serie di opere uniche nel loro genere che lo hanno reso noto in tutto il mondo. L’esposizione vuole essere, oltre che un omaggio al maestro veneziano attraverso una selezione ad ampio spettro fra le tipologie di carte da lui prodotte, anche un’occasione per far comprendere, attraverso dei supporti video, il modus operandi di Valese ed il suo immaginario. Carte marmorizzate, suminagashi, ebrù, sono tutte tecniche che convogliano nella realizzazione delle decorazioni, dal floreale all’astratto, di libri pregiati, quaderni, scatole, tessuti e oggetti di ogni tipo. In mostra vi saranno non solo carte marmorizzate ed ebrù, ma anche vere e proprie opere d’arte come le pietre “non infossibili”, finti fossili realizzati fondendo l’ebrù con la modellazione della carta pesta, le piastre oscillanti che assomigliano a piccoli universi in miniatura sospesi da delicate strutture di ferro, i mobile, d’ispirazione calderiana, e ancora sculture a forma di teste ed oggetti di design.
Un artista a tutto tondo, in laboratorio così come nella vita, noto per la sua originalità e visione innovativa che ha riportato nelle sue carte, espressione di un genio di cui in molti sentono la mancanza.
Giampietro Freo, amico e collaboratore di Valese impegnato a portare avanti l’attività, racconta: “Sintetizzerei i passaggi della vita artistica di Alberto e quindi dell’esposizione in questo modo: la sua passione che nasce con le carte marmorizzate (marbled) lo porta a fare innumerevoli viaggi in Turchia fino ad impadronirsi così bene della tecnica Ebrù da diventare addirittura unico “Maestro Ebrù” non turco. Comincia a produrre carte sempre più raffinate, poi sete finissime. Marmorizzava tutto, piramidi piedi, facce, teste, lampade,
sfere, qualsiasi cosa, fino ad arrivare agli oggetti d’arte marmorizzati. La curiosità, la perseveranza, il buon gusto e la meticolosità che si oggettivizzano in termini creativi come un fiume in piena, lo fanno entrare a pieno titolo nell’arte sia con le carte che con gli oggetti ed alla mostra ci si potrà rendere conto di tutto ciò. Questa evoluzione porta la sua sperimentazione a raggiungere apici mai raggiunti da nessuno”.
Ebrù, il negozio di Valese tuttora in Campo Santo Stefano, è stato da subito un luogo d’incontro e confronto, calamita per clienti da tutto il mondo.

Granchio e passarino

Così lo descrive Toni Jop, scrittore e giornalista: “Quella bottega è stata un riferimento certo per migliaia di veneziani e di turisti che si sono infilati più o meno consapevolmente in campo Santo Stefano, Venezia. Le sue vetrine, illuminate proprio di fronte all’ingresso della chiesa del campo, tenevano compagnia, confermavano uno scenario; il suo interno era un luogo di abbracci, di parole, di pensieri, di risate senza limiti, di spritz, di bicchieri, si fumava fuori. Quella vetrina era un luogo eccentrico per una Venezia in cui ormai tutto ciò che è in vendita o in mostra viene prodotto altrove, in coda a gigantesche linee industriali.
(…) Era un posto vero, leale, fuori da ogni scena, da ogni recita, da ogni trucco destinato all’apparire”.
Instancabile e curioso sperimentatore, Valese ha rinnovato di continuo la sua produzione, proponendo anche gioielli colorati e soggetti scultorei con impasti di carta da riciclo, mentre dagli anni Novanta ha collaborato con scenografi, costumisti e artisti italiani. Oggi, nello stesso luogo dove aveva sede il negozio Ebrù in Campo Santo Stefano, si trova l’Antica Legatoria Ofer, bottega che porta avanti nel solco della tradizione l’arte della legatoria tramandando i saperi lasciati da Alberto Valese ad una nuova generazione di giovani artigiane.


ALCHIMIE SU CARTA. Omaggio al maestro Alberto Valese
A cura di Silvia Previti
Dal 16 febbraio al 27 marzo 2024
Vernissage venerdì 16 febbraio ore 18.00
Orario: 10,30 – 12,30 / 15,00 – 18,00 chiuso il lunedì
SPAZIO SV
SCOLETTA DI SAN ZACCARIA (VE)
Entrata libera
Per informazioni
tel: +39 0415234602
mail: info@spaziosv.com

Studio associato di Davide Federici – Ufficio stampa e comunicazione

Al Museo nazionale Collezione Salce di Treviso i decenni dell’aeropittura

Carla Albini: Esposizione aeronautica italiana, 1934

Treviso, Museo nazionale Collezione Salce
(Complesso di San Gaetano)

1 marzo – 30 giugno 2024

Mostra a cura di Elisabetta Pasqualin con la collaborazione di Sabina Collodel

Luigi Martinati: Crociera aerea del decennale, 1933

Treviso. Al San Gaetano, il Museo Nazionale Collezione Salce propone, dal 1 marzo al 30 giugno, “Futurismo di carta”, parte seconda, con il sottotitolo “Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità”. 
La mostra, curata da Elisabetta Pasqualin con la collaborazione di Sabina Collodel, è dedicata agli anni che precedono il secondo conflitto mondiale, quando, tra il  1930 e il 1940, il futurismo raggiunge l’apice del suo sviluppo, con l’aeropittura che, trasposta in grafica, esalta il volo e le imprese aviatorie, la vista dall’alto per riplasmarsi nell’avvicinamento al surrealismo.

I manifesti, e altrettanto la pittura, riflettono il clima del momento. In un’Italia che sta trasformandosi da paese agricolo a industriale, con l’industria aereonautica e quella automobilista al centro della scena.

Le cronache enfatizzano le imprese solitarie di aviatori italiani, i nuovi eroi popolari. Le ali italiane battono ogni record di velocità, distanza, altezza e diventano la testimonianza evidente di uno stato nuovo, potente, protagonista della scena mondiale. Cresce l’orgoglio nazionale, attentamente catalizzato dalla propaganda del regime fascista.

Restavano ancora nella memoria collettiva l’impresa dannunziana del volo su Vienna del 1918 non meno dei mitici duelli di Francesco Baracca sui cieli del Montello. Colpisce l’impresa di Francesco De Pinedo che plana il suo idrovolante Savoia Marchetti sul Tevere, accolto da Mussolini e da una gran folla, dopo aver raggiunto l’Australia: 55 mila chilometri sul mare o sui grandi fiumi, in 80 tappe. Lo stesso De Pinedo, pochi mesi dopo, vola dall’Italia alle due Americhe, per poi fare ritorno in Italia.  E con De Pinedo, il vicentino Arturo Ferrarin, protagonista del raid Roma-Tokyo e del primato del volo: 58 ore in circuito chiuso. Italo Balbo nel 1931 compie il “volo di massa” verso il Brasile; nel ’33 sarà la volta della Crociera aerea del Decennale, la trasvolata Roma-New York per festeggiare il decennale del regime.  

Lo “spirulare” su città e campagne affascina e coinvolge artisti che, come Depero – che a Rovereto era cresciuto accanto al pioniere dell’aviazione Gianni Caproni – vogliono provare l’esperienza del volo. Ricavandone visioni nuove, allontanandosi dalle cose terrene, a rinnovare la visione del mondo.

“Uno slancio, un salto di livello e valori che si evidenzia in pittura quanto nella grafica pubblicitaria”, anticipa la curatrice Elisabetta Pasqualin. “Permangono i colori accesi e contrastanti che già erano in uso nella prima fase della grafica futurista, ma il lettering diventa meno predominante, partecipa ancora al movimento e alle linee presenti nel manifesto, ma torna anche ad essere corredo esplicativo delle immagini.

Aumenta, naturalmente, il numero di manifesti incentrati sul tema del volo e delle manifestazioni aereonautiche. La mostra, accanto a creazioni di Di Lazzari, Martinati, Garretto, propone il “Manifesto per l’esposizione aeronautica italiana”, opera del 1934 dell’unica artista donna presente in mostra, Carla Albini.

Umberto di Lazzaro: Crociera Aerea, 1933

Si riconferma il binomio automobile-areo espressione di dinamismo e velocità. Nelle macchine, scie di colore, circuiti automobilistici, linee a zig zag e a spirale.

Il cielo, la terra ma anche l’acqua: motoscafi che sfrecciano lasciando profonde scie e lanciano alti spruzzi, eliche in primo piano (Codognato, Riccobaldi Del Bava).

Complice la spinta alle attività sportive, protagonista di molti manifesti di questo momento è   il corpo in movimento, quale strumento dinamico: nuoto, tennis, rugby (Mancioli. Boccasile).

La figura umana viene ancora interpretata in chiave di modernità per impersonare le continue novità dell’industria: l’uomo Fiat di Nizzoli o il meccanismo antropomorfo dello Sniafiocco di Araca (Enzo Forlivesi), per esempio.

Anche il volto umano diventa spesso soggetto di affiche, scomposto in chiave quasi cubista, geometrizzato o reso quasi un sogno, come nel manifesto per Illy Caffè di Xanti).  A proporre una visione onirica e irrazionale, libera da suggestioni logiche. E la grafica si dimostra già pronta a voltare pagina”.


Museo nazionale Collezione Salce (Complesso di San Gaetano)
Via Carlo Alberto, 31, Treviso
+39 0422 591936
drm-ven.collezionesalce@cultura.gov.it
 
Ufficio Stampa: Studio ESSECI
Sergio Campagnolo +39 049 663499
Ref. Simone Raddi simone@studioesseci.net

Brescia, Museo di Santa Giulia: LA SPEDIZIONE DEI MILLE. Memoria e racconto nel reportage pittorico di Giuseppe Nodari

Avea sempre la matita in mano a schizzare dal vero bivacchi, fatti d’arme e figure caratteristiche, delle quali s’ornò poi la casa dove morì medico.

Giuseppe Cesare Abba, scrittore e garibaldino

BRESCIA | MUSEO DI SANTA GIULIA
DAL 27 GENNAIO AL 7 APRILE 2024

L’emozionante impresa della Spedizione dei Mille è documentata nelle memorie grafiche di Giuseppe Nodari, patriota, artista e medico, originario di Castiglione delle Stiviere. Una serie di venti acquerelli e un taccuino costituiscono una preziosa documentazione storica dei fatti vissuti in prima persona dall’autore, e al tempo stesso una testimonianza della sua straordinaria sensibilità artistica.

Dal 27 gennaio al 7 aprile 2024, il Museo di Santa Giulia di Brescia ospita la mostra dedicata a un significativo nucleo di opere di Giuseppe Nodari (1841-1898), patriota, artista, medico originario di Castiglione delle Stiviere (MN). Il racconto della più celebre impresa del Risorgimento italiano, delineato attraverso le opere di Nodari acquistate direttamente presso i suoi eredi dall’Associazione AMICHÆ nel 2022, apre le celebrazioni per il primo anno del nuovo Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia di Brescia.

12 mesi in cui il Museo si è distinto nel panorama della museologia internazionale – due i premi che gli sono stati conferiti, proprio per il valore del percorso che propone, punto di incontro fra la tradizione del museo di collezione e il museo di narrazione, capace di leggere e interpretare le questioni della contemporaneità a partire dalla conoscenza del passato, il Red Dot Award 2023 e l’International Design Awards 2024 – affermandosi come una realtà necessaria per la comunità, con 55.779 visitatori, un numero estremamente significativo soprattutto se lo confronta con il numero di coloro, 7.270, che lo frequentarono nel 2014, ultimo anno prima della chiusura.

La rassegna La Spedizione dei Mille. Memoria e racconto nel reportage pittorico di Giuseppe Nodari, curata da Giulia Paletti e Enrico Valseriati, promossa in sinergia da Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei e Associazione AMICHÆ, rispecchia a pieno titolo il concept, linea guida del progetto del Museo del Risorgimento bresciano, proponendo un taccuino con disegni e note a penna relativi alla Spedizione dei Mille, e venti tavole acquerellate con scene raffiguranti i momenti più salienti dell’impresa,alla quale Nodari partecipò in prima persona. Accanto agli acquerelli, sono esposte due prove pittoriche dell’artista: un ritratto di Giuseppe Garibaldi e l’Autoritratto di Giuseppe Nodari alla battaglia del Volturno.

Le opere sono allestite nelle Sale dell’Affresco del Museo di Santa Giulia, un luogo estremamente baricentrico all’interno del percorso del Corridoio UNESCO, accessibile a tutti i visitatori, gratuitamente. Una scelta fortemente voluta da Fondazione Brescia Musei proprio per il valore di questa mostra, perché possa essere occasione per il pubblico per avvicinarsi a un periodo storico così dirimente nella storia contemporanea e possa essere spunto e invito a un approfondimento proseguendo la visita al Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia.

Il percorso espositivo si apre proprio con un approfondimento sulla vicenda umana di Giuseppe Nodari, il cui “animo d’artista” fu riconosciuto anche da alcuni suoi compagni d’avventura. Dopo aver combattuto a Solferino nel 1859, Nodari, ancora adolescente e imbevuto dell’entusiasmo conseguente all’annessione della Lombardia al Regno sabaudo, si unì al folto gruppo di giovani che da Bergamo partì alla volta di Genova per imbarcarsi sulla nave Lombardo, uno dei due piroscafi, insieme al Piemonte, usati per raggiungere la Sicilia dagli scogli di Quarto.

Armato di matite e taccuini, Nodari realizzò uno straordinario reportage artistico: i venti acquerelli esposti a Brescia, caratterizzati da una descrizione toccante, vivida e non retorica delle tappe che da Quarto condussero alla presa di Palermo, consentono al visitatore d’immergersi nell’impresa e di cogliere l’entusiasmo che animò i volontari che vi presero parte. Ad arricchire la ricostruzione storica, al centro del percorso, vengono presentati aspetti, aneddoti e curiosità, individuati e redatti dallo storico Carlo Bazzani.

A completare la narrazione, negli apparati didattici di mostra, i vivacissimi e dettagliati acquerelli di Nodari sono posti in dialogo con altre testimonianze che contribuirono a costruire la memoria storica della popolare Spedizione.

Da un lato con la memorialistica bresciana, che, attraverso le parole di Giuseppe Guerzoni, Giuseppe Cesare Abba e Giuseppe Capuzzi, costituisce una fonte di primaria importanza per contestualizzare alcuni episodi narrati graficamente da Nodari. Per l’occasione vengono inoltre esposti un ritratto dipinto di Giuseppe Guerzoni e un busto di Giuseppe Cesare Abba, entrambi delle collezioni dei Musei Civici bresciani.

Dall’altro la fotografia, che contribuì alla costruzione di un immaginario visivo condiviso e alla definizione di una nuova idea di Nazione. Attraverso il confronto tra i primi incunaboli fotografici dei reporter francesi presenti in Sicilia nel 1860 e gli acquerelli di Nodari sarà possibile apprezzare la sua sensibilità artistica e la minuziosa cura dei particolari.

I dettagli più vividi e curiosi degli acquerelli potranno inoltre essere apprezzati in tutta la loro pienezza grazie a un filmato, realizzato dall’azienda tessile Eurojersey per l’Associazione AMICHÆ.

La mostra è corredata di un libretto, che verrà distribuito in omaggio, con testi di Carlo Bazzani, Giulia Paletti ed Enrico Valseriati e da numerose attività di educazione al patrimonio, curate da Fondazione Brescia Musei e dedicate a tutte le fasce di pubblico, comprese le scuole.



Fondazione Brescia Musei è una fondazione di partecipazione pubblico–privata presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov. Fanno parte di Fondazione Brescia Musei Brixia. Parco archeologico di Brescia romana, Museo di Santa Giulia, Pinacoteca Tosio Martinengo, Museo delle Armi Luigi Marzoli, Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia, Castello di Brescia Falco d’Italia e Cinema Nuovo Eden. Fondazione Brescia Musei è con Pinacoteca Tosio Martinengo e Museo del Risorgimento, ente capofila della Rete dell’800 Lombardo. I Musei Civici di Brescia sono inclusi nell’offerta di Associazione Abbonamento Musei.

L’Associazione AMICHÆ nasce nel 2011 su iniziativa dell’allora Sindaco di Milano, Letizia Moratti, che ha cercato di coinvolgere il privato nella valorizzazione di musei estremamente interessanti ma poco conosciuti a livello mediatico e quindi poco frequentati.

L’Associazione si è quindi focalizzata sul sostegno di Palazzo Morando | Costume Moda Immagine e Palazzo Moriggia | Museo del Risorgimento.

Nel 2019 viene approvato il nuovo Consiglio Direttivo composto dal Presidente Laura Colnaghi Calissoni, dalla Vicepresidente Floriana Mentasti Granelli Bianchi, dal Segretario Paolo Dameno Rota e dalla Tesoriera Chiara Trussoni. Nella primavera del 2023, il Presidente raggiunge l’obiettivo che persegue dall’inizio della sua presidenza: includere nell’oggetto sociale dell’Associazione la possibilità di sostenere anche il Museo del Novecento di Milano.

Il Consiglio Direttivo, in sinergia con il suo Comitato Promotore, si propone di realizzare nuove acquisizioni, restauri e interventi specifici sulla base delle necessità dei tre musei e di far conoscere in Italia e all’estero il grande patrimonio artistico e culturale del capoluogo lombardo.

Altro obiettivo è la creazione di un gruppo sempre più numeroso di appassionati d’arte che attorno a un calendario di appuntamenti e incontri, conferenze, proiezioni e mostre, seguano un vero percorso educativo capace di sancire la continuità tra passato e futuro. Un programma che consente ai membri dell’Associazione di instaurare un fervido colloquio e confronto con le istituzioni, gli artisti, i critici e gli storici, i galleristi e i curatori, i direttori di musei italiani ed internazionali.


LA SPEDIZIONE DEI MILLE
Memoria e racconto nel reportage pittorico di Giuseppe Nodari
Brescia, Museo di Santa Giulia (via Musei 81/b)
Sala dell’Affresco
27 gennaio – 7 aprile 2024

Orari
martedì – domenica, 10.00 – 18.00
aperto 1° aprile 2024: lunedì dell’Angelo (Pasquetta)
 
Ingresso gratuito

Fondazione Brescia Musei
tel. 030.2977833 – 834 | cup@bresciamusei.com
Ufficio stampa mostra
CLP Relazioni Pubbliche

Clara Cervia
T. 02 36 755 700
clara.cervia@clp1968.it
Ufficio stampa
Comune di Brescia

Rossella Prestini
T. 39 338 894 8668
r.prestini@comune.brescia.it
Ufficio stampa
Fondazione Brescia Musei

Francesca Raimondi
T. +39 331 8039611
raimondi@bresciamusei.com

Roma, HyunnArt Studio: Vincenzo Scolamiero – di altri luoghi | Mostra personale a cura di Paolo Di Capua

a cura di Paolo Di Capua

Inaugurazione sabato 10 febbraio 2024 ore 18.00

HyunnArt Studio
Viale Manzoni 85/87 00185 Roma
10 febbraio – 15 marzo 2024

HyunnArt Studio presenta, come prima mostra nel 2024, la personale di Vincenzo Scolamiero: di altri luoghi
Dopo avervi già esposto in diverse occasioni, alla soglia del 2000, Vincenzo Scolamiero torna nello HyunnArt Studio con una mostra personale in cui presenta lavori recentissimi, inediti, legati alla sua ultima produzione, esposta nel Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz di Viterbo nel 2023 con la mostra personale Di terra, acqua e vento.

L’attuale mostra è accompagnata da un testo di Paolo Di Capua, artista e fondatore di HyunnArt Studio. Verranno esposte alcune grandi tele e sulla mensola un ‘libro’ pieghevole, esemplare più che unico, che in totale estensione raggiunge i 5 metri di lunghezza.

Nel testo in catalogo Paolo Di Capua evidenzia: “Per le opere che vengono esposte in questa circostanza mi sento di parlare di una pittura plastica di Vincenzo Scolamiero eppure senza pesi, in assenza di qualsivoglia sensazione di gravità, in cui si alternano simultaneamente profondità, delicatezza e trasparenza sullo stesso avvolgente piano percettivo, secondo dinamiche imprevedibili di limpida essenzialità. Sfiorando con lo sguardo le immagini le possiamo sentire estremamente concentrate e dilatate allo stesso tempo, in un insieme di stratificazioni senza soluzione di continuità. Come solari nubi in continuo movimento ci attraggono e ci incantano in grado di ribaltare ogni pregiudizio precostituito. Davanti ai nostri occhi un lirico vento sposta e spiazza il campo visivo, attraversando paesaggi tra sogno e veglia.

Dalla conca dei colori, come fosse un cratere vulcanico, i verdi, i neri e il color dell’oro attingono dalle onde della meditazione, dal fuoco, dalle arie di antiche musiche, da spartiti del tutto contemporanei, da un non so che di raffinatamente orientale, ma anche dalla terra e dal fango, da radici e rami secchi, da contorti tralci di vite con gli appassiti acini, da rimandi letterari di un profondo e libero pensiero, fondendosi in atmosfere notturne, si imprimono e si svelano sulle larghe campiture accuratamente predisposte, per via di gesti ampi e veloci, ma anche a volte lentissimi, scoprendone la meraviglia contrapposta alla caducità della vita”.


INFO
HyunnArt Studio
Viale Manzoni 85/87 00185 Roma
Orari: dal martedì al venerdì ore 16.00-18.30
Per appuntamento:3355477120 – pdicapua57@gmail.com 
Ufficio stampa
 
Simona Pandolfi
pandolfisimona.sp@gmail.com
 
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
tel 349 494 5612 – roberta.melasecca@gmail.cominfo@melaseccapressoffice.it
Cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Milano, Palazzo Reale: le immagini iconiche della Ville Lumière

Brassaï: Soirée Haute couture, Paris 1935 © Estate Brassaï Succession – Philippe Ribeyrolles

Milano, Palazzo Reale
Piazza Duomo 12, Milano
23 febbraio – 2 giugno 2024

Dal 23 febbraio al 2 giugno Palazzo Reale presenta la mostra “Brassaï. L’occhio di Parigi”, promossa da Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Silvana Editoriale, realizzata in collaborazione con l’Estate Brassaï Succession.
La retrospettiva è curata da Philippe Ribeyrolles, studioso e nipote del fotografo che detiene un’inestimabile collezione di stampe di Brassaï e un’estesa documentazione relativa al suo lavoro di artista.

La mostra presenterà più di 200 stampe d’epoca, oltre a sculture, documenti e oggetti appartenuti al fotografo, per un approfondito e inedito sguardo sull’opera di Brassaï, con particolare attenzione alle celebri immagini dedicate alla capitale francese e alla sua vita.

Le sue fotografie dedicate alla vita della Ville Lumière – dai quartieri operai ai grandi monumenti simbolo, dalla moda ai ritratti degli amici artisti, fino ai graffiti e alla vita notturna – sono oggi immagini iconiche che nell’immaginario collettivo identificano immediatamente il volto di Parigi.

Ungherese di nascita – il suo vero nome è Gyula Halász, sostituito dallo pseudonimo Brassaï in onore di Brassó, la sua città natale -, ma parigino d’adozione, Brassaï è stato uno dei protagonisti della fotografia del XX secolo, definito dall’amico Henry Miller “l’occhio vivo” della fotografia.

In stretta relazione con artisti quali Picasso, Dalí e Matisse, e vicino al movimento surrealista, a partire dal 1924 fu partecipe del grande fermento culturale che investì Parigi in quegli anni.

Brassaï è stato tra i primi fotografi, in grado di catturare l’atmosfera notturna della Parigi dell’epoca e il suo popolo: lavoratori, prostitute, clochard, artisti, girovaghi solitari.

Nelle sue passeggiate, il fotografo non si limitava alla rappresentazione del paesaggio o alle vedute architettoniche, ma si avventurava anche in spazi interni più intimi e confinati, dove la società si incontrava e si divertiva.

È del 1933 il suo volume Paris de Nuit (Parigi di notte), un’opera fondamentale nella storia della fotografia francese.

Le sue fotografie furono anche pubblicate sulla rivista surrealista “Minotaure”, di cui Brassaï divenne collaboratore e attraverso la quale conobbe scrittori e poeti surrealisti come Breton, Éluard, Desnos, Benjamin Péret e Man Ray.

“Esporre oggi Brassaï significa – afferma Philippe Ribeyrolles, curatore della mostra – rivisitare quest’opera meravigliosa in ogni senso, fare il punto sulla diversità dei soggetti affrontati, mescolando approcci artistici e documentaristici; significa immergersi nell’atmosfera di Montparnasse, dove tra le due guerre si incontravano numerosi artisti e scrittori, molti dei quali provenienti dall’Europa dell’Est, come il suo connazionale André Kertész. Quest’ultimo esercitò una notevole influenza sui fotografi che lo circondavano, tra cui lo stesso Brassaï e Robert Doisneau.”

Brassaï appartiene a quella “scuola” francese di fotografia che fu definita “umanista”, per la grande attenzione che l’artista riservò ai protagonisti di gran parte dei suoi scatti.  In realtà, l’arte di Brassaï andò ben oltre la “fotografia di soggetto”: la sua esplorazione dei muri di Parigi e dei loro innumerevoli graffiti, ad esempio, testimonia il suo legame con le arti marginali e l’art brut di Jean Dubuffet.

Nel corso della sua carriera il suo originale lavoro viene notato da Edward Steichen, che lo invita a esporre al Museum of Modern Art (MoMA) di New York nel 1956: la mostra “Language of the Wall. Parisian Graffiti Photographed by Brassaï” riscuote un enorme successo.

I legami di Brassaï con l’America si concretizzano anche in una assidua collaborazione con la rivista “Harper’s Bazaar”, di cui Aleksej Brodovič fu il rivoluzionario direttore artistico dal 1934 al 1958. Per “Harper’s Bazaar” il fotografo ritrae molti protagonisti della vita artistica e letteraria francese, con i quali era solito socializzare. I soggetti ritratti in quest’occasione saranno pubblicati nel volume Les artistes de ma vie, del 1982, due anni prima della sua morte.

Brassaï scompare il 7 luglio 1984, subito dopo aver terminato la redazione di un libro su Proust al quale aveva dedicato diversi anni della sua vita.

È sepolto nel cimitero di Montparnasse, nel cuore della Parigi che ha celebrato per mezzo secolo.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale e curato dallo stesso Philippe Ribeyrolles, con un testo introduttivo di Silvia Paoli.


Brassaï. L’occhio di Parigi
Milano, Palazzo Reale Piazza Duomo 12
23 febbraio – 2 giugno 2024
 
Orari
Da martedì a domenica 10:00 -19:30
Giovedì chiusura alle 22:30 Lunedì chiuso
 
Biglietti
Open: € 17,00 Intero: € 15,00 Ridotto: € 13,00
 
Per informazioni
palazzorealemilano.it mostrabrassaimilano.it
 
Social IG, FB @silvanaeditorialeprojects
 
Ufficio stampa Mostra
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
tel. 049.66.34.99 – ref. Simone Raddi simone@studioesseci.net
 
Ufficio stampa Silvana Editoriale
Alessandra Olivari – press@silvanaeditoriale.it
 
Ufficio Stampa Comune di Milano
Elena Conenna – elenamaria.conenna@comune.milano.it

PAN Palazzo delle Arti Napoli: Mostra personale di LORENZO BRUSCHINI – Scendeva simile alla notte

La Fondazione Andrea Cefaly presenta

Mostra personale di 
LORENZO BRUSCHINI

PAN – PALAZZO DELLE ARTI NAPOLI

APERTURA DELLA MOSTRA

8 – 18 febbraio 2024 dalle 9.30 alle 19.30 | Sale del LOFT

Presentazione Mostra sabato 10 febbraio ore 18.00

La Fondazione Andrea Cefaly è lieta di presentare presso il PAN – Palazzo delle Arti Napoli la mostra personale di Lorenzo Bruschini, intitolata Scendeva simile alla notte. La mostra presenta al pubblico una selezione di dipinti, disegni e pubblicazioni dell’artista Lorenzo Bruschini, ispirati al suo progetto d’arte Viaggio a Hierapytna, premio ArtAmari Residency sull’isola di Creta (Grecia) nel 2014.

Il giorno Sabato 10 Febbraio alle 18:00 si terrà un evento di presentazione della Mostra con reading di testi e poesie dal libro d’artista “Viaggio a Hierapytna”, IanuArte (2018), dal catalogo della mostra Scendeva simile alla notte, De Luca Editori d’Arte (2021) e dalla cartella Mitografie, De Luca Editori d’Arte (2023), alla presenza degli Autori 

La mostra, giunta alla terza edizione, propone una selezione di opere fra disegni e dipinti realizzati da Lorenzo Bruschini tra il 2009 e il 2023, il libro d’artista Viaggio a Hierapytna  prodotto sull’isola di Creta (IanuArte, 2018), il catalogo Scendeva simile alla notte edito dalla casa editrice De Luca Editori d’Arte, 2021 e, della stessa casa editrice, la cartella da collezione realizzata nel 2023 dal titolo Mitografie, con 7 disegni di Lorenzo Bruschini e 7 poesie della poetessa Maura Del Serra. 

La mostra, a cura dalla Fondazione Andrea Cefaly, gode del patrocinio dell’Ambasciata di Grecia a Roma ed è realizzata in collaborazione con il Comune di Napoli e il PAN-Palazzo delle Arti Napoli.  Sponsor della mostra è la galleria Von Buren Contemporary di Roma.

Hierapytna è l’antico nome greco di una leggendaria città situata sulla costa sud-orientale dell’isola di Creta, le cui origini si perdono nel tempo. Essa è stata la mèta di un viaggio di ricerca realizzato da Lorenzo Bruschini, un triplice percorso a ritroso: geografico, da Delfi ad Olimpia, da Tebe ad Atene sino a Creta ai confini d’Europa, storico, risalendo il tempo sino alle origini della civiltà minoica, e interiore, alla ricerca dell’identità intesa come mistero e labirinto. Il verso dell’Iliade che dà il titolo alla mostra – Scendeva simile alla notte – e che nel poema omerico è riferito al dio Apollo, è qui rivolto alla figura di Dioniso, dio greco del vino e dell’ebbrezza, archetipo della vita indistruttibile secondo la celebre definizione di Károly Kérenyi. 

La ricerca artistica di Lorenzo Bruschini è volta alla rappresentazione di un mondo interiore in continuo confronto con la realtà esterna, un teatro onirico di fili sospesi fra psiche e realtà in cui l’artista, secondo un’osservazione di C.G. Jung, subisce il simbolo che gli si impone. “Ogni immagine è frammento d’un discorso perduto, memoria esegetica d’un infinito diario di viaggio: non una semplice narrazione ma racconto onirico convulso, reso concitato dall’intercalare ritmico di zone gettate in primo e secondo piano; figure apparentemente semplici ed essenziali costituiscono il traslato simbolico d’un’altra possibile esistenza che scorre parallela, che scorre invisibile, tra le vene della pittura” (Lidia Reghini di Pontremoli). 

Come riportato da Giuliana Stella, Curatrice della Mostra realizzata nel 2021 presso il Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro, nel Catalogo edito da De Luca Editori d’Arte: “Nelle opere di Lorenzo Bruschini i miti e i simboli, il mistero e il rivelato, diventano una personale cosmogonia in cui nuove rappresentazioni si fondono con un immaginario scaturito nei secoli, che trova ancora profonde risonanze nello straordinario rapporto tra l’antica Grecia e il nostro sud Italia”.

Lorenzo Bruschini è nato a Frascati nel 1974. Diplomato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma, è stato borsista alla Scuola Nazionale Superiore di Arti Decorative di Parigi. Nel 2008 ha una corrispondenza con Yves Bonnefoy (1923-2016), poeta di fama mondiale e membro del Collège de France, alle cui suggestioni consacra il progetto d’arte Initiation à la poésie (residenza d’artista Artoll, Dusseldörf, Germania 2009). Al contempo prende forma, dopo una nuova residenza d’artista nella campagna francese (Maison Gai Saber, Leigné-sur-Usseau, Francia 2012), il progetto Viaggio a Hierapytna, premio ArtAmari Residency nel 2014. Nel 2016 realizza, su invito, la grande mostra personale Self-Shaping presso le prestigiose sale museali delle Scuderie Aldobrandini di Frascati. Nel 2019 riceve una commissione dall’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici per la realizzazione dell’opera originale Utopia, in collaborazione con lo scrittore franco-venezuelano Miguel Bonnefoy. Nel 2020 ottiene il Premio di Operosità del Fondo PSMSAD (Pittori, Scultori, Musicisti, Scrittori e Autori Drammatici). Nel 2021, su invito e organizzazione della Fondazione Andrea Cefaly, la grande mostra Scendeva simile alla notte, a cura di Giuliana Stella, ispirata al progetto d’arte Viaggio a Hierapytna, è allestita presso le sale museali del Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro (Catalogo De Luca Editori d’Arte). Nel 2023, De Luca Editori d’Arte pubblica la cartella da collezione Mitografie, con 7 disegni di Lorenzo Bruschini e 7 poesie di Maura Del Serra. Nello stesso anno, con il progetto d’arte “Animality/Art”, Bruschini è selezionato per un viaggio-residenza d’artista nel sud-ovest della Francia, dove realizza il libro di viaggio “Vojage à Lascaux”. Tra le più recenti esposizioni si citano: Scendeva simile alla notte, Complesso Monumentale del San Giovanni, Catanzaro, 2021; The Current Obsession, MONAT Gallery, Madrid, 2022; Eternally Pre-Raphaelite, Von Buren Contemporary, Roma 2022; International Contemporary Art Fair ART3F Paris – Parigi, 2022; Galeria Stara Prochowna, Varsavia (Polonia); It’s Time, Aranciera San Sisto, Roma 2023; Mitografie, Von Buren Contemporary, Roma 2023.  (www.lorenzobruschini.com).



INFO
Evento promosso e organizzato da: Fondazione Andrea Cefaly, Via De Chiara n° 4, Catanzaro | info@fondazioneandreacefaly.it 
Coordinamento generale: Caterina Cefaly 
Main Sponsor: Von Buren Contemporary, Via Giulia n° 13, Roma | info@vonburencontemporary.com

Ufficio stampa per l’artista
Roberta Melasecca 
– Melasecca PressOffice – blowart
info@melaseccapressoffice.it – roberta@melaseccapressoffice.it
tel. 349.4945612
Cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it