Roma, Von Buren Contemporary: Juxtaposition – Doppia personale di Marco Stefanucci e Luca Zarattini

Marco Stefanucci Oxymoron #2, 2021,
mixed media on wood 26 x 18 cm
Luca Zarattini, Forme dal profondo del mare #4, 2023,
tecnica mista su tela 40 x 31,5 cm
Von Buren Contemporary presenta
 
JUXTAPOSITION
 
Con le opere di
Marco Stefanucci
Luca Zarattini
 
Vernissage
sabato 24 e domenica 25 febbraio 2024
dalle 17:00 alle 21:00

Testo critico: Marta Spanò
Curatrice e organizzazione: Michele von Büren

la mostra resterà aperta fino al 14 marzo 2024
orari: 11:00-13:30 e 16:00-19:30; domenica e lunedì su appuntamento
 
Von Buren Contemporary
Via Giulia 13, 00186 Roma

Von Buren Contemporary è lieta di presentare Juxtaposition, la mostra bi-personale di Marco Stefanucci e Luca Zarattini.
Juxtaposition mette in scena due mondi contrastanti: le tavole monocromatiche di Stefanucci, fatte di ombre e sogni, e le tele quasi astratte di Zarattini, audaci e colorate.

A prima vista, la mostra sembra concentrarsi su due visioni in collisione ma, a un esame più attento, la giustapposizione rivela somiglianze inaspettate derivanti da un approccio sperimentale, riflessivo e poetico condiviso.

Marco Stefanucci, Oxymoron #7 , 2023,
mixed media on wood 23 x 20 cm

I dipinti su tavola di Stefanucci sembrano parlarci dal passato: missive silenziose e fugaci in cui scene, volti e paesaggi perduti nel tempo riaffiorano nella nebbia, come ricordi lontani ma ancora familiari. Invece le opere su tela di Zarattini, con le loro ricche combinazioni cromatiche, appaiono come manifestazioni luminose ed energiche di una mente caleidoscopica. Innumerevoli turbinii si fondono e si dissipano, facendo affidamento sull’associazione della forma per suggerire il significato piuttosto che impiegare motivi riconoscibili.

Luca Zarattini, Onde anomale, 2021,
tecnica mista su tela 175×150 cm

Il punto in cui questi due artisti si sovrappongono è anche nel loro impegno caratterizzato da un’ampia varietà di tecniche e materiali. L’uso di acidi e solventi che corrodono la pittura sono elementi che caratterizzano da sempre la produzione di Stefanucci, mentre la raffinata ricerca di Zarattini ha portato ad un’originale e complessa tecnica di stratificazione che utilizza per i suoi dipinti a collage.

Entrambi gli artisti sono inoltre saldamente ancorati al passato: Stefanucci ha studiato a fondo le tecniche degli antichi maestri e i riferimenti alla loro opera e alla storia dell’arte sono i pilastri del suo lavoro. Zarattini nel frattempo attinge al nostro riconoscimento inconscio di forme e immagini archetipiche, creando un dialogo intrigante tra passato e presente.

Marco Stefanucci è nato nel 1970 a Roma, dove si è diplomato in Grafica e Laureato in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università La Sapienza. Ha esposto in Italia, Francia, Belgio, Germania, Inghilterra e Lussemburgo.

Luca Zarattini è nato a Codigoro (Ferrara) nel 1984 e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Zarattini ha tenuto esposizioni importanti che lo hanno portato all’attenzione della critica e alla partecipazione a note rassegne nazionali, con l’aggiudicazione di prestigiosi premi (Premio Niccolini 2016, Basilio Cascella 2011, Zingarelli 2010, e del Concorso 150° dell’Unità indetto dalla Prefettura di Ferrara e dall’Istituto di Storia Contemporanea).


Ufficio stampa

Alessandra Lenzi
+39 320.5621416
alessandralenzi.press@gmail.com

Parma: Fondazione Magnani-Rocca, Mamiano di Traversetolo: BRUNO MUNARI. Tutto

Fondazione Magnani Rocca – La Villa dei Capolavori
BRUNO MUNARI. TUTTO
Fondazione Magnani-Rocca
Mamiano di Traversetolo – Parma
16 marzo – 30 giugno 2024

Alla Fondazione Magnani-Rocca la più grande mostra italiana su una delle più iconiche figure del design e della comunicazione visiva del XX secolo – BRUNO MUNARI – realizzata dopo le memorabili esposizioni della Rotonda della Besana (2007) a Milano, e dell’Ara Pacis (2008) a Roma.
Nella celebre Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo presso Parma, a pochi passi dalle sale che ospitano opere capitali di Tiziano, Dürer, Van Dyck, Goya, Canova, Renoir, Monet, Cézanne, de Chirico, Morandi, Burri e molti altri, dal 16 marzo al 30 giugno 2024 viene così celebrato uno dei più grandi geni creativi del Novecento, l’ ‘inventore’ Bruno Munari (Milano 1907-1998), definito da Pierre Restany il Leonardo e il Peter Pan del design italiano.

Bruno Munari, Autoritratto, 1968, xerografia su carta. Courtesy kauffmann repetto, Milan New York © Bruno Munari. Tutti i diritti riservati alla Maurizio Corraini s.r.l.

Nella mostra sono concentrati settant’anni di idee e di lavori – Munari aveva iniziato la propria attività durante il cosiddetto Secondo Futurismo, attorno al 1927 – in tutti campi della creatività, dall’arte al design, dalla grafica alla pedagogia: proprio per la difficoltà di dirimere chiaramente i territori linguistici da lui affrontati nel corso del tempo, la rassegna non sarà suddivisa per tipologie o per cronologia, ma per attitudini e concetti, in modo da poter mostrare i collegamenti e le relazioni progettuali tra oggetti anche apparentemente molto diversi l’uno dall’altro.

Grafica, oggetti, opere d’arte, TUTTO risponde a un metodo progettuale che si va precisando con gli anni, con i grandi corsi nelle università americane e con il progetto più ambizioso, che è quello dei laboratori per stimolare la creatività infantile, che dal 1977 sono tuttora all’avanguardia nella didattica dell’età prescolare e della prima età scolare.

Il lavoro di Munari negli ultimi anni è stato oggetto di una rinnovata attenzione, finalmente anche in campo internazionale, dopo i riconoscimenti ottenuti in vita, soprattutto in Paesi quali il Giappone, gli Stati Uniti, la Francia, la Svizzera e la Germania, oltre naturalmente all’Italia.

“Munari – spiega Marco Meneguzzo insigne studioso munariano e curatore della mostra – è una figura molto attuale nella società liquida odierna, nella quale non ci sono limiti fra territori espressivi. È un esempio di flessibilità, di capacità di adattamento dell’uomo all’ambiente. Il suo metodo consiste nello scoprire il limite delle cose che ci circondano e di volerlo ogni volta superare”.

Un ricco catalogo con un saggio del curatore Meneguzzo (insieme a Stefano Roffi, direttore scientifico della Fondazione Magnani-Rocca), con inediti contributi critici centrati su singoli “casi-studio” dei più importanti studiosi di Munari, oltre alla pubblicazione di tutte le circa 250 opere esposte, verrà edito da Dario Cimorelli Editore.


BRUNO MUNARI. TUTTO
Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Dal 16 marzo al 30 giugno 2024. Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Aperto anche 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno. Lunedì chiuso, aperto Lunedì di Pasqua.
Ingresso: € 14 valido anche per le Raccolte permanenti e il Parco romantico – € 12 per gruppi di almeno quindici persone – € 5 per le scuole e sotto i quattordici anni. Il biglietto comprende anche la visita libera agli Armadi segreti della Villa. Per meno di quindici persone non occorre prenotare, i biglietti si acquistano all’arrivo alla Fondazione.
Informazioni e prenotazioni gruppi:
tel. 0521 848327 / 848148   info@magnanirocca.it   www.magnanirocca.it   
Il sabato ore 16.30 e la domenica e festivi ore 11.30, 16, 17, visita alla mostra ‘Munari’ con guida specializzata; è possibile prenotare a segreteria@magnanirocca.it , oppure presentarsi all’ingresso del museo fino a esaurimento posti; costo € 19 (ingresso e guida).
 
Ufficio Stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
Referente Simone Raddi: simone@studioesseci.net

Fino al 18 febbraio al PAN di Napoli la mostra di Lorenzo Bruschini, Scendeva simile alla notte

Mostra personale di 
LORENZO BRUSCHINI
8 – 18 febbraio 2024 dalle 9.30 alle 19.30 | Sale del LOFT

PAN – PALAZZO DELLE ARTI NAPOLI

La Fondazione Andrea Cefaly è lieta di presentare, fino al 18 febbraio 2024, presso il PAN – Palazzo delle Arti Napoli la mostra personale di Lorenzo Bruschini, intitolata Scendeva simile alla notte. La mostra presenta al pubblico una selezione di dipinti, disegni e pubblicazioni dell’artista Lorenzo Bruschini, ispirati al suo progetto d’arte Viaggio a Hierapytna, premio ArtAmari Residency sull’isola di Creta (Grecia) nel 2014.

Il giorno 10 febbraio si è svolto un evento di presentazione della Mostra con reading di testi e poesie dal libro d’artista “Viaggio a Hierapytna”, IanuArte (2018), dal catalogo della mostra Scendeva simile alla notte, De Luca Editori d’Arte (2021) e dalla cartella Mitografie, De Luca Editori d’Arte (2023), alla presenza degli Autori 

La mostra, giunta alla terza edizione, propone una selezione di opere fra disegni e dipinti realizzati da Lorenzo Bruschini tra il 2009 e il 2023, il libro d’artista Viaggio a Hierapytna  prodotto sull’isola di Creta (IanuArte, 2018), il catalogo Scendeva simile alla notte edito dalla casa editrice De Luca Editori d’Arte, 2021 e, della stessa casa editrice, la cartella da collezione realizzata nel 2023 dal titolo Mitografie, con 7 disegni di Lorenzo Bruschini e 7 poesie della poetessa Maura Del Serra. 

La mostra, a cura dalla Fondazione Andrea Cefaly, gode del patrocinio dell’Ambasciata di Grecia a Roma ed è realizzata in collaborazione con il Comune di Napoli e il PAN-Palazzo delle Arti Napoli.  Sponsor della mostra è la galleria Von Buren Contemporary di Roma.

Hierapytna è l’antico nome greco di una leggendaria città situata sulla costa sud-orientale dell’isola di Creta, le cui origini si perdono nel tempo. Essa è stata la mèta di un viaggio di ricerca realizzato da Lorenzo Bruschini, un triplice percorso a ritroso: geografico, da Delfi ad Olimpia, da Tebe ad Atene sino a Creta ai confini d’Europa, storico, risalendo il tempo sino alle origini della civiltà minoica, e interiore, alla ricerca dell’identità intesa come mistero e labirinto. Il verso dell’Iliade che dà il titolo alla mostra – Scendeva simile alla notte – e che nel poema omerico è riferito al dio Apollo, è qui rivolto alla figura di Dioniso, dio greco del vino e dell’ebbrezza, archetipo della vita indistruttibile secondo la celebre definizione di Károly Kérenyi. 

La ricerca artistica di Lorenzo Bruschini è volta alla rappresentazione di un mondo interiore in continuo confronto con la realtà esterna, un teatro onirico di fili sospesi fra psiche e realtà in cui l’artista, secondo un’osservazione di C.G. Jung, subisce il simbolo che gli si impone. “Ogni immagine è frammento d’un discorso perduto, memoria esegetica d’un infinito diario di viaggio: non una semplice narrazione ma racconto onirico convulso, reso concitato dall’intercalare ritmico di zone gettate in primo e secondo piano; figure apparentemente semplici ed essenziali costituiscono il traslato simbolico d’un’altra possibile esistenza che scorre parallela, che scorre invisibile, tra le vene della pittura” (Lidia Reghini di Pontremoli). 

Come riportato da Giuliana Stella, Curatrice della Mostra realizzata nel 2021 presso il Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro, nel Catalogo edito da De Luca Editori d’Arte: “Nelle opere di Lorenzo Bruschini i miti e i simboli, il mistero e il rivelato, diventano una personale cosmogonia in cui nuove rappresentazioni si fondono con un immaginario scaturito nei secoli, che trova ancora profonde risonanze nello straordinario rapporto tra l’antica Grecia e il nostro sud Italia”.

Lorenzo Bruschini è nato a Frascati nel 1974. Diplomato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma, è stato borsista alla Scuola Nazionale Superiore di Arti Decorative di Parigi. Nel 2008 ha una corrispondenza con Yves Bonnefoy (1923-2016), poeta di fama mondiale e membro del Collège de France, alle cui suggestioni consacra il progetto d’arte Initiation à la poésie (residenza d’artista Artoll, Dusseldörf, Germania 2009). Al contempo prende forma, dopo una nuova residenza d’artista nella campagna francese (Maison Gai Saber, Leigné-sur-Usseau, Francia 2012), il progetto Viaggio a Hierapytna, premio ArtAmari Residency nel 2014. Nel 2016 realizza, su invito, la grande mostra personale Self-Shaping presso le prestigiose sale museali delle Scuderie Aldobrandini di Frascati. Nel 2019 riceve una commissione dall’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici per la realizzazione dell’opera originale Utopia, in collaborazione con lo scrittore franco-venezuelano Miguel Bonnefoy. Nel 2020 ottiene il Premio di Operosità del Fondo PSMSAD (Pittori, Scultori, Musicisti, Scrittori e Autori Drammatici). Nel 2021, su invito e organizzazione della Fondazione Andrea Cefaly, la grande mostra Scendeva simile alla notte, a cura di Giuliana Stella, ispirata al progetto d’arte Viaggio a Hierapytna, è allestita presso le sale museali del Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro (Catalogo De Luca Editori d’Arte). Nel 2023, De Luca Editori d’Arte pubblica la cartella da collezione Mitografie, con 7 disegni di Lorenzo Bruschini e 7 poesie di Maura Del Serra. Nello stesso anno, con il progetto d’arte “Animality/Art”, Bruschini è selezionato per un viaggio-residenza d’artista nel sud-ovest della Francia, dove realizza il libro di viaggio “Vojage à Lascaux”.

Tra le più recenti esposizioni si citano: Scendeva simile alla notte, Complesso Monumentale del San Giovanni, Catanzaro, 2021; The Current Obsession, MONAT Gallery, Madrid, 2022; Eternally Pre-Raphaelite, Von Buren Contemporary, Roma 2022; International Contemporary Art Fair ART3F Paris – Parigi, 2022; Galeria Stara Prochowna, Varsavia (Polonia); It’s Time, Aranciera San Sisto, Roma 2023; Mitografie, Von Buren Contemporary, Roma 2023.  (www.lorenzobruschini.com).


INFO
Evento promosso e organizzato da: Fondazione Andrea Cefaly, Via De Chiara n° 4, Catanzaro | info@fondazioneandreacefaly.it 
Coordinamento generale: Caterina Cefaly 
Main Sponsor: Von Buren Contemporary, Via Giulia n° 13, Roma | info@vonburencontemporary.com

Ufficio stampa per l’artista
Roberta Melasecca 
– Melasecca PressOffice – blowart
info@melaseccapressoffice.it – roberta@melaseccapressoffice.it
tel. 349.4945612
Cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Bologna, Museo Davia Bargellini: Un ritratto di Pompeo Batoni (1708 – 1787) dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid

Pompeo Girolamo Batoni (Lucca, 1708 – Roma, 1787)
Nozze di Amore e Psiche, 1756
Olio su tela, cm 89 x 115
Berlino, Staatliche Museen zu Berlin, Gemäldegalerie, inv. n. 504 
Credito: Wikimedia Commons

Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica

A cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti

16 febbraio – 7 aprile 2024 Museo Civico d’Arte Industriale
e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44, Bologna

www.museibologna.it/arteantica

Mostra promossa da Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica

In collaborazione con Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, MadridInaugurazione giovedì 15 febbraio 2024 ore 17.30

Un celebre protagonista della pittura europea del Settecento arriva per la prima volta a Bologna: si tratta di Pompeo Girolamo Batoni (Lucca, 1708 – Roma, 1787), di cui il Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini del Settore Musei Civici Bologna espone, dal 16 febbraio al 7 aprile 2024, il Ritratto della contessa Maria Benedetta di San Martino proveniente dal Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid.

La prestigiosa opportunità espositiva, a cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti, si inserisce nell’ambito della rassegna Ospiti promossa fin dal 1996 dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna come attività di valorizzazione del patrimonio e sviluppo delle relazioni scientifiche con istituzioni museali italiane e internazionali, attraverso lo scambio di opere attivato in occasione di prestiti per esposizioni temporanee.

Il dipinto di Pompeo Batoni, considerato il ritrattista più ricercato nell’Europa del XVIII secolo per la sua arte innovativa e originale, giunge infatti a Bologna a ricambiare la visita dell’opera Giuditta con la testa di Oloferne di Lavinia Fontana (Bologna, 1552 – Roma 1614), prestata dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna per la mostra Maestras organizzata dal Museo Nacional Thyssen-Bornemisza dal 31 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024. Curata da Rocío de la Villa, l’esposizione ha presentato un’indagine sulla produzione artistica femminile dalla fine del XVI secolo ai primi decenni del XX secolo attraverso otto contesti importanti nel percorso delle donne verso l’emancipazione. Esposta nella sezione SORORIDAD I. LA CAUSA DELLE DONNE, Lavinia Fontana, insieme a Fede Galizia, Artemisia Gentileschi ed Elisabetta Sirani, ha rappresentato tre generazioni di artiste che hanno ottenuto il successo con le loro versioni caste di personaggi mitologici, eroine bibliche e figure storiche come Giuditta, Jael, Susanna e Porzia nei loro dipinti di storia, stabilendo una tradizione alternativa alla raffigurazione patriarcale di queste eroine in racconti distorti e dipinti erotici offensivi.

Figlio dell’apprezzato orafo lucchese Paolino Batoni sotto la cui guida apprende le prime nozioni di disegno, Pompeo si forma successivamente come pittore con i due artisti locali Domenico Brugieri e Giovan Domenico Lombarda. Nel 1727, all’età di diciannove anni, lascia la sua città natale e si trasferisce a Roma per completare gli studi, frequentando la scuola di Sebastiano Conca e lo studio di Agostino Masucci e di Francesco Ferdinandi, detto l’Imperiali.
Nella capitale riesce a ottenere fama e successo, venendo ammirato anche dal giovane Antonio Canova per il “disegnare tenero, grandioso”, e per il saper comporre in “belle forme” (Diario, 1779). Oltre a disegnare infaticabilmente dall’antico, si addestra ai “buoni precetti” – come egli stesso li chiama in una lettera al marchese Andrea Gerini (4 novembre 1740) – seguiti dai grandi maestri; fondandosi sullo studio del “vero” e sulla selezione degli aspetti migliori presenti in natura, perviene a un ideale di bellezza armonica, spontanea, amabile, molto apprezzata da una committenza imbevuta della sensibilità estetica dell’Accademia letteraria d’Arcadia.
L’esito straordinario di una semplicità perfetta e apparentemente istintiva giustificherà la definizione di Batoni “fatto Pittore dalla Natura”, avanzata per primo dal biografo Onofrio Boni (1787), poi lungamente ripetuta dalla storiografia, soprattutto in opposizione all’attitudine normativa del coevo Anton Raphael Mengs, “fatto Pittore dalla Filosofia” per le propensioni erudite espresse quale autore di teorie sull’arte.

Un campo in cui Batoni è particolarmente conosciuto e apprezzato, e al quale dedicò la maggior parte dei suoi sforzi negli anni ’50 del XVII secolo, è la pittura di soggetto storico, sia mitologico che sacro (gli si deve la fortunata icona del Sacro Cuore di Gesù ideata nel 1765). Una delle sue prime commissioni a Roma fu una pala d’altare raffigurante la Vergine con il Bambino e quattro santi per la chiesa di San Gregorio al Celio. L’artista studiò a fondo i grandi maestri del XVI e XVII secolo, come Raffaello, Guercino e Guido Reni, che influenzarono profondamente il suo lavoro.

A questa produzione Batoni affianca un’ampia attività di ritrattista, incontrando i gusti di una raffinata clientela internazionale, spesso composta da giovani aristocratici del Nord Europa in soggiorno a Roma durante il Grand Tour. Per rispondere alle esigenze di questo pubblico – soprattutto rampolli della nobiltà inglese – a partire dalla metà del secolo Batoni si farà ideatore di una nuova tipologia ritrattistica – il ritratto/souvenir – in cui il personaggio viene presentato in posa elegante, ma disinvolta, accanto a monumenti e reperti antichi, quasi a comprovare l’avvenuto compimento dell’esperienza del viaggio di formazione, divenuto prassi irrinunciabile per una classe sociale destinata ad assumere, una volta rientrata in patria, incarichi politici e diplomatici consoni al proprio status. L’elegante rappresentazione circondata dalle rovine classiche era intesa non solo ad offrire un resoconto dei viaggi compiuti, ma anche a riflettere ricercati interessi artistici.

Pompeo Girolamo Batoni (Lucca, 1708 – Roma, 1787)
Ritratto della principessa Giacinta Orsini Buoncompagni Ludovisi, duchessa d’Arce,1757-1758
Olio su tela, cm 137 x 100
Collezione Ugo e Chiara Pierucci

Anche nella più convenzionale ritrattistica ufficiale Batoni sa raggiungere risultati stupefacenti e sofisticati per qualità esecutiva e accostamenti cromatici. Ne è esempio il Ritratto della contessa Maria Benedetta di San Martino – firmato sul bordo del tavolo e datato 1785 – che appartiene alla tarda produzione del pittore e ne incarna a pieno l’ideale di grazia e delicata eleganza espressa nella resa delle figure femminili. L’identità dell’autore è nota dall’iscrizione in corsivo sotto la firma dell’artista. La tela, registrata a Roma in possesso dei discendenti della contessa, passò successivamente nella collezione dell’architetto Andrea Busiri Vici, dove si trovava nel 1964 quando fu inserita in una mostra monografica su Batoni tenutasi a Lucca. Nel 1973 è a Monaco di Baviera e quattro anni dopo entra nella collezione Thyssen-Bornemisza. È stato esposto sullo scalone principale di Daylesford House, la residenza del barone e della baronessa nel Regno Unito.

Nella scheda redatta per il catalogo generale dei dipinti del Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Mar Borobia, responsabile del Dipartimento di Pittura antica per il museo madrileno, presenta così l’opera: “Batoni raffigura la contessa seduta in un interno buio. Gli unici riferimenti classici sono gli oggetti, come il tavolo con un cuscino rosso sopra e la tazza in equilibrio sul bordo vicino. L’immagine è molto accattivante per la gamma di colori contrastanti utilizzati per l’abito della contessa, dipinto in un vivace blu con una delicata gamma di toni argentati. La contessa è raffigurata con occhi vivaci e brillanti, un abito scollato e un’acconciatura elaborata e sofisticata. I capelli alti e abbondanti sono decorati con perle, un ornamento blu in tinta con l’abito e un piccolo mazzo di rose. La posa, l’ambientazione e l’acconciatura sono state paragonate a quelle di un altro ritratto tardo di Batoni della marchesa Barbara Durazzo Brignole del 1786″.

Il gesto della protagonista sembrerebbe alludere all’episodio narrato da Plinio il Vecchio, in cui Cleopatra, dopo avere scommesso con Marco Antonio di essere in grado di offrirgli un banchetto sontuoso spendendo un milione di sesterzi, avrebbe preso la perla di inestimabile valore di un proprio orecchino e l’avrebbe sciolta nell’aceto, bevendo poi la miscela. Come la seduttiva regina dell’Egitto, la contessa è infatti colta nell’atto di sospendere una grossa perla sopra una coppa, dimostrando così un’aristocratica indifferenza nei confronti dell’aspetto venale del lusso.

Durante il periodo di esposizione dell’opera, il Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini propone un ciclo di visite guidate gratuite a cura di RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza:
sabato 17 febbraio ore 16.30
domenica 25 febbraio ore 16.30
domenica 3 marzo ore 16.30
sabato 16 marzo ore 16.30
sabato 30 marzo ore 16.30
domenica 7 aprile ore 16.30.

Opera esposta
Pompeo Girolamo Batoni (Lucca, 1708 – Roma, 1787)
Ritratto della contessa Maria Benedetta di San Martino, 1785
Olio su tela, cm 99 x 74
Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid
Inv. n. 32 (1977.28)

Mostra
Un ritratto di Pompeo Batoni (1708 – 1787) dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid

A cura di
Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti

Promossa da
Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica

In collaborazione con
Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid

Sede
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44, Bologna

Periodo di apertura
16 febbraio – 7 aprile 2024

Inaugurazione
Giovedì 15 febbraio 2024 ore 17.30

Orario di apertura
Martedì, mercoledì, giovedì 10.00 – 15.00
Venerdì 14.00 – 18.00
Sabato, domenica, festivi 10.00 – 18.30
Chiuso lunedì non festivi

Ingresso
Gratuito

Informazioni
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44 | 40125 Bologna
Tel. +39 051 236708
museiarteantica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/arteantica
Facebook: Musei Civici d’Arte Antica
Instagram: @museiarteanticabologna
TiKTok: @museiarteanticabologna
Twitter: @MuseiCiviciBolo

Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
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Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Tel. +39 051 6496658 / +39 051 2193469
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elisabetta.severino@comune.bologna.it – silvia.tonelli@comune.bologna.it

Milano: STRAORDINARIE, fino al 17 marzo alla Fabbrica del Vapore

Dal l4 febbraio alla Fabbrica del Vapore la mostra fotografica Straordinarie, volti e voci di 110 protagoniste del presente

Inserita nella cornice dell’iniziativa “Milano città delle donne” del Comune di Milano, la mostra, promossa da Terre des Hommes, in collaborazione con Fabbrica del Vapore e realizzata grazie al sostegno di Deloitte con il patrocinio di Fondazione Deloitte, è arricchita da un palinsesto di eventi per le scuole e la cittadinanza dedicati ai temi dell’empowerment femminile, della lotta a violenza e discriminazioni di genere e della promozione dei diritti delle bambine e delle ragazze.

Dopo il successo al MAXXI di Roma la mostra Straordinarie arriva a Milano, alla Fabbrica del Vapore.
Gli spazi della Cattedrale ospiteranno dal 14 febbraio al 17 marzo il progetto promosso da Terre des Hommes e curato da Renata Ferri con le fotografie di Ilaria Magliocchetti Lombi, che raccoglie 110 ritratti e voci di donne italiane provenienti da molteplici ambiti della società contemporanea. Professioniste che con il loro percorso testimoniano tanti modi diversi, tutti possibili, di affermarsi e realizzare le proprie ambizioni oltre pregiudizi e discriminazioni.

La mostra, realizzata grazie al sostegno di Deloitte con il patrocinio di Fondazione Deloitte, è parte della campagna #indifesa che Terre des Hommes porta avanti ormai dal 2012 per promuovere i diritti delle bambine e delle ragazze in Italia e nel mondo, attraverso progetti concreti sul campo, ma anche iniziative di sensibilizzazione come Straordinarie, e campagne di advocacy per costruire una cultura del rispetto e dell’inclusione contro ogni pregiudizio e discriminazione di genere.

Un momento dei lavori di allestimento – Foto di Marianna Castelluccio

Nei giorni di esposizione gli spazi della Cattedrale ospiteranno un ricco palinsesto di incontri dedicati alle scuole e alla cittadinanza, talk con le donne ritratte, proiezioni e performance artistiche, per approfondire i temi proposti dalla mostra.

Come afferma Renata Ferri“Straordinarie è una sfida agli stereotipi di genere che trasforma il paradigma della donna- vittima in modello di riferimento culturale e politico. Protagoniste del nostro presente, hanno accolto l’invito alla messa in scena del ritratto fotografico per fare di questo progetto un corpo unico di volti e voci, una tessitura di memorie, confidenze e dediche.”

Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura Comune di Milano: “Quando parliamo di questioni di genere, la cultura può e deve avere un ruolo fondamentale per ispirare il cambiamento della nostra società. È con questa consapevolezza che il Comune di Milano ha promosso il palinsesto “Milano Città delle donne”, che durante tutto il 2024 proporrà appuntamenti, talk e mostre legate al tema, e che si apre oggi con la mostra Straordinarie. Un progetto rivolto soprattutto alle ragazze e ai ragazzi, per mostrare loro gli infiniti modi che le donne hanno di esprimere sé stesse e realizzarsi. Un invito a conoscere la storia di queste donne straordinarie e crescere libere e liberi di realizzare i propri sogni. “

“La campagna indifesa di Terre des Hommes Italia da oltre 12 anni denuncia la disparità di genere che intrappola bambine e ragazze in un ciclo di discriminazioni, stereotipi, povertà e violenza. Nella diversità e nella forza delle donne che compongono Straordinarie speriamo che ogni bambina o ragazza riesca a intravedere un riflesso delle proprie potenzialità, rincorrendo i propri sogni e lottando per superare queste disparità. Se visitando la mostra, anche una sola bambina potrà sentirsi più libera di scegliere del proprio futuro, avremo raggiunto il nostro obiettivo. E se saremo riusciti a coinvolgere in questo racconto, anche i maschi, forse potremo davvero dire di aver piantato i semi di un Paese più aperto, inclusivo e giusto”, afferma Paolo Ferrara, Direttore Generale Terre des Hommes Italia. “Siamo onorati di aver costruito con il Comune di Milano un grande palinsesto che parte con Straordinarie e continuerà nei prossimi mesi facendo della città meneghina un esempio unico per offerta culturale con una serie di progetti innovativi che racconteranno la questione di genere da molteplici punti di vista, anche attraverso altre mostre, come Appunti G, che chiuderà il palinsesto il prossimo autunno”.

“Straordinarie” è realizzata in collaborazione con Fabbrica del Vapore e fa parte, infatti, dell’iniziativa del Comune di Milano “Milano città delle Donne, delle ragazze e delle bambine” che propone alla cittadinanza un anno di eventi e appuntamenti culturali dedicati alle questioni di genere.

“La mostra Straordinarie, così come tutti gli eventi e le occasioni di dibattito ad essa collegati che si svolgeranno in Fabbrica del Vapore in tutto il 2024, dicono della volontà del Comune di Milano di costruire una città a misura di donne e uomini, inclusiva e rispettosa, collaborando con le tante associazioni e fondazioni che hanno a cuore la vita culturale, sociale, economica e politica della città. “Milano città delle donne” non è uno slogan ma la volontà quotidiana di costruire una città più sicura e accogliente per donne e uomini, rinnovando l’impegno affinché tutte e tutti abbiano pari opportunità nelle professioni così come nelle proprie aspirazioni di vita.” Elena Lattuada, Delegata del Sindaco alle Pari opportunità di genere

La mostra è stata realizzata grazie al sostegno di Deloitte con il patrocinio di Fondazione Deloitte, che ha sposato i valori promossi dal progetto ed è main partner dell’iniziativa.

Deloitte e Fondazione Deloitte sostengono con convinzione “Straordinarie”, un’iniziativa culturale di altissimo livello capace di veicolare con forza l’importanza del contributo delle donne in tutti gli ambiti professionali e riconoscere il loro valore”, spiega Guido BorsaniPresidente di Fondazione Deloitte e Partner di Deloitte. Con questo progetto prosegue l’impegno di Fondazione Deloitte a sostegno di modelli di riferimento inclusivi, capaci di ispirare le nuove generazioni e di stimolare le ragazze e i ragazzi ad andare oltre gli stereotipi di genere”.

In questa edizione la mostra si accompagna con un libro ad essa dedicato che sarà disponibile durante la mostra e sul sito di Silvana Editoriale (www.silvanaeditoriale.it) e che è stato realizzato grazie a Fondazione Bracco.

“Come imprenditrice ho sempre creduto nelle competenze femminili e il women empowerment è da sempre al centro del mio impegno nel business, nella responsabilità sociale e nelle istituzioni”, afferma Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco, che ha reso possibile la realizzazione del catalogo della Mostra. “Il tema della parità di genere è anche nella mission della nostra Fondazione. Sul fronte della formazione, abbiamo dato vita al Manifesto Mind the STEM Gap contro gli stereotipi di genere e all’iniziativa pluriennale #100esperte, per dar voce a personalità femminili in tanti settori. Per tutti questi motivi ci è sembrato naturale essere al fianco di Terres des Hommes in questo progetto espositivo. Le oltre cento donne ritratte in questa mostra, di cui sono molto felice di fare parte, sono artefici della loro libertà di pensiero e azione. Mi auguro che questa esposizione sia visitata da tante bambine e ragazze. E a loro rivolgo un appello: non smettete di coltivare i vostri sogni. Abbiatene cura, teneteli stretti, fateli fiorire. Il potere trasformativo dei desideri è inestimabile”.

L’appuntamento è stato inserito nel calendario delle Olimpiadi Culturali (Cultural Olympiad), il programma multidisciplinare, plurale e diffuso, realizzato dalla Fondazione Milano Cortina 2026, che mira a promuovere i Valori Olimpici e Paralimpici attraverso la cultura, il patrimonio e lo sport, nel percorso di avvicinamento ai prossimi Giochi Invernali.

Questa importante iniziativa dona un valore aggiunto all’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026“. Ha dichiarato Diana Bianchedi Chief Strategy Planning and Legacy Officer di Milano Cortina 2026. “I prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali lasceranno al Paese e alle generazioni di domani un’eredità intangibile duratura: la Fondazione Milano Cortina 2026 ha infatti attivato una serie di programmi, tra cui quello culturale, che puntano a coinvolgere e avvicinare le persone a valori quali inclusione, uguaglianza e rispetto. Progetti come questo, nato a sostegno delle donne, permettono di rafforzare il lavoro intrapreso a favore della parità di genere nel mondo dello sport e di una corretta rappresentazione delle donne”

“Questa straordinaria raccolta fotografica, realizzata dalle donne per le donne e per la difesa dei loro diritti – afferma Arianna Ferrini, HR Director di Canon Italia – rappresenta un’importante occasione per tenere alta l’attenzione sui temi legati alle disparità e ai pregiudizi nei confronti dell’universo femminile. E’ per noi un onore collaborare come partner a un progetto al quale ci sentiamo particolarmente vicini, poiché l’equità e l’inclusione sono valori fondamentali. Il nostro impegno è infatti quello di creare un’organizzazione sempre più inclusiva, all’interno della quale ciascun talento possa esprimersi e migliorarsi, rispecchiando la diversità della società in cui viviamo”.


Inoltre, altri numerosi partner che sono a fianco di Terre des Hommes per i diritti delle bambine e delle ragazze supportano l’iniziativa, tra cui: Rai per la Sostenibilità ESG, Canon, Gramma, partner Culturale, Cotril, che ha curato lo styling hair delle protagoniste, Neutralia, partner tecnici, Corriere della sera, iO Donna, La27esimaOra, Urban Vision media partner.


Straordinarie sarà aperta al pubblico gratuitamente dal 14 febbraio dalle 10.00 alle 19.00, fino a domenica 17 marzo.



Ufficio Stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo tel. 049.66.34.99    
Referente Simone Raddi: simone@studioesseci.net
 
Terre des Hommes Italia
Anna Bianchi: 334.1691927 – a.bianchi@tdhitaly.org
 
Atlantis Company
Valeria Longoni: 375.518 9415 – valeria.longoni@atlantiscompany.it
Maria Chiara Zilli: 375.5637748 – mariachiara.zilli@atlantiscompany.it

Soriano nel Cimino (VT), Palazzo Chigi: Viaggio nell’inconsueto ovvero del bizzarro in arte | A cura di Francesca Perti

Massimo Saverio Ruiu

A cura di Francesca Perti

Inaugurazione 17 febbraio 2024 ore 11.00

Palazzo Chigi – Albani
Via Papacqua, 471 – Soriano nel Cimino (VT)

Fino al 17 marzo 2024

Sabato 17 febbraio 2024 alle ore 11.00, presso Palazzo Chigi – Albani a Soriano nel Cimino, inaugura la mostra Viaggio nell’inconsueto ovvero del bizzarro in arte, a cura di Francesca Perti, con il contributo e il patrocinio del comune di Soriano nel Cimino.
Saranno esposte le opere di Luigi Ambrosetti, Lidia Bachis, Paolo Berti, Tommaso Cascella, Massimo de Angelis, Luigi Athos De Blasio, Claudio Di Carlo, Marco Fioramanti, Frisco, Massimo Jatosti, Federico Lacerna, Susanna Micozzi, Fabio Milani, Marco Paolini, Maria Pizzi, Eliana Prosperi, Luigi Riccioni, Massimo Saverio Ruiu, Sandro Scarmiglia, Maria Grazia Tata, che, con lavori site- specific, indagano il concetto di bizzarro nell’arte il quale si manifesta come una irresistibile forza creativa che affascina e destabilizza.

Massimo Saverio Ruiu

Esplorare il concetto di bizzarro significa immergersi in un mondo di visioni alternative e di ribellione alle convenzioni estetiche. Il bizzarro nell’arte è una sfida al conformismo ma anche un mezzo per esplorare la profondità dell’inconscio e le contraddizioni dell’esistenza umana.

Artisti come Hieronymus Bosh, Pieter Bruegel o, per arrivare ai nostri giorni, come Yayoi Kusama, ma anche registi del cinema contemporaneo come Guillelmo del Toro con il film Il labirinto del fauno o Tim Burton con Alice nel paese delle meraviglie, hanno attraversato il bizzarro portandoci a riflettere sulla natura della realtà.

La mostra Viaggio nell’inconsueto ovvero del bizzarro in arte vuole favorire la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico di Soriano nel Cimino attraverso una lente contemporanea, per una lettura attiva e partecipata dei temi della contemporaneità. 


Viaggio nell’inconsueto ovvero del bizzarro in arte
A cura di Francesca Perti
Con il contributo e il patrocinio del Comune di Soriano nel Cimino
Artisti: Luigi Ambrosetti, Lidia Bachis, Paolo Berti, Tommaso Cascella, Massimo de Angelis, Luigi Athos De Blasio, Claudio Di Carlo, Marco Fioramanti, Frisco, Massimo Jatosti, Federico Lacerna, Susanna Micozzi, Fabio Milani, Marco Paolini, Maria Pizzi, Eliana Prosperi, Luigi Riccioni, Massimo Saverio Ruiu, Sandro Scarmiglia, Maria Grazia Tata
 
Inaugurazione 17 febbraio 2024 ore 11.00 – Ingresso libero

Palazzo Chigi – Albani

Via Papacqua, 471 – Soriano nel Cimino (VT)
tel. 0761 748871 – 378 3033319
ufficioturistico@comune.sorianonelcimino.vt.it
 
Fino al 17 marzo 2024
Orari: dal venerdì alla domenica 10-13 / 15-18 – l’ultimo accesso è consentito 30 minuti prima della chiusura
Biglietti: 3,00 euro intero – 2,00 euro ridotto
 
Ufficio stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – interno 14 next – blowart
info@melaseccapressoffice.itroberta@melaseccapressoffice.it
tel. 349.4945612
www.melaseccapressoffice.it

A Spazio all’Arte, diretto da Willy Zuco, l’occasione per il grande ritorno di Leoncillo Leonardi

Leoncillo-Sequenze 1932-1968, Vernissage – Antonio Idini fotografia

Chiude a Roma la mostra
curata da Enrico Mascelloni

Il 15 febbraio il Finissage a Spazio all’Arte

Un successo fin qui la mostra “Leoncillo-Sequenze (1932-1968), nell’inedito allestimento in otto sequenze voluto dal suo Curatore Enrico Mascelloni. Giovedì prossimo, 15 febbraio, dalle 18,30 alle 21,00, il Finissage della mostra che ha riportato a Roma il grande scultore Leoncillo Leonardi dopo oltre 50 anni.

Capitolium Art – Via delle Mantellate 14b

Per partecipare: roma@capitoliumart.it
Accrediti-stampa e informazioni: comunicazione@capitoliumart.it

Quella che si chiude giovedì prossimo, con il Finissage del 15 febbraio dalle 18.30 in via delle Mantellate 14b, nell’ambito del progetto di Capitolium Art Spazio all’Arte, diretto da Willy Zuco, è stata l’occasione per il grande ritorno di Leoncillo Leonardi (Spoleto 1915-Roma 1968) nella Capitale, l’ultima volta era stato nel 1979 con l’antologica alla GNAM, e di un dovuto omaggio al lavoro del famoso scultore, protagonista indiscusso dell’arte novecentesca.

L’allestimento della mostra ““Leoncillo – Sequenze (1932-1968)”, come voluto da Enrico Mascelloni, con la collaborazione di Maurizio Stazi, permette al pubblico romano e non solo, di accostarsi all’opera dell’artista in modo guidato da percorsi – le 8 sequenze, appunto – studiati proprio per instradare la percezione del visitare lungo precisi binari. Da un lato quello dei corsi e ricorsi nell’itinerario artistico di Leoncillo, dall’altro quello della sua adesione via via a diversi linguaggi del suo tempo, intrecciati però al filo rosso della sua, unica e originale, “potente gestualità”.  Un esempio la ‘sequenza’ dei due ritratti citati da Brandi “tra i capolavori della ritrattistica novecentesca” (Ritratto di Donata del 1944 e Ritratto di Mary del 1953) giustapposti a un Taglio del 1962 tra i più noti.  Anche poeta, oltre che scultore, disegnatore e ceramista, del suo lavoro Leoncillo scriveva: “Creta, creta mia, materia mia artificiale, ma carica per metafora di tutto ciò che visto, amato, di ciò a cui sono stato vicino, delle cose che ho dentro, con cui, in fondo, mi sono, volta per volta, identificato”.

La mostra, coordinata da Carolina Righi, è accompagnata dal Catalogo pubblicato per i tipi di Skira, con il testo critico di Enrico Mascelloni, le foto di Massimiliano Ruta che ben rendono lo straordinario rapporto tra forma e materia nel linguaggio di Leoncillo, ed ampi apparati bio-bibliografici a cura di Marianna Ostuni.


ComunicazioneSpazio all’Arte – Capitolium Art Roma
T. 339-5785378
e-mail: comunicazione@capitoliumart.it

A grande richiesta proroga la mostra dedicata a uno degli artisti più straordinari del Novecento

Antonio Ligabue
Autoritratto con sciarpa rossa, s.d., (1952- 1962)
Olio su tavola di faesite, cm 91×74,5
Collezione privata

A grande richiesta proroga fino al 30 giugno la mostra dedicata
a uno degli artisti più straordinari e commoventi del Novecento, Antonio Ligabue.

A grande richiesta proroga fino al 30 giugno la prima mostra in Friuli Venezia Giulia dedicata a uno degli artisti più straordinari e commoventi del Novecento, Antonio Ligabue.
Attraverso oltre 60 opere tra oli, disegni e sculture, al Museo Revoltella di Trieste continua il racconto della vita e dell’opera di un uomo che ha fatto della sua arte il riscatto della sua stessa esistenza.

Antonio Ligabue, uno degli artisti italiani più umani e commoventi del Novecento, con la sua vita così travagliata, escluso dal resto della sua gente, legato visceralmente al mondo naturale e animale e lontano dal giudizio altrui, riuscì a imprimere sulla tela il suo genio creativo; un uomo, talmente folle e unico, che con la sua asprezza espressionista riesce ancora oggi a penetrare nelle anime di chi ammira le sue opere.

La mostra “Antonio Ligabue”, promossa e organizzata dal Comune di Trieste – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo, con il supporto di Trieste Convention and Visitors Bureau e PromoTurismo FVG, è prodotta da Arthemisia in collaborazione con Comune di Gualtieri e Fondazione Museo Antonio Ligabue.

La mostra, che ha come special partner Ricola, rientra nel progetto “L’Arte della solidarietà” realizzato da Arthemisia con Komen Italia, charity partner della mostra.

Inoltre, dal 22 febbraio il Comune di Trieste e Arthemisia presenteranno al Museo Revoltella una straordinaria mostra dedicata all’artista più amato di ogni tempo, Vincent van Gogh.

Quella che viene presentata a Trieste è la cosiddetta “mostra dei record”, visitata in pochi mesi da 600.000 visitatori a Roma, curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti e presenta una selezione di oltre 50 opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller-Müller di Otterlo, che custodisce uno dei più grandi patrimoni delle opere dell’artista.

Per tutti i visitatori è stata pensata una speciale promozione ed è possibile acquistare il biglietto combinato per visitare entrambe le mostre ad un prezzo vantaggioso.


Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Ferrara: Al Palazzo dei Diamanti arriva il genio di Escher

Maurits Cornelis Escher
Giorno e notte, 1938
Xilografia, 391×677 mm
Collezione M.C. Escher Foundation, Paesi Bassi
All M.C. Escher works © 2024 The M.C. Escher
Company. All rights reserved
mcescher.com

Ferrara, Palazzo dei Diamanti
23 marzo – 21 luglio 2024

Dal prossimo 23 marzo Palazzo dei Diamanti, emblema del Rinascimento italiano, ospiterà una grande mostra dedicata ad Escher, uno degli artisti più amati dal grande pubblico in tutto il mondo.

Dal 23 marzo al 21 luglio 2024 le sale espositive del Palazzo dei Diamanti di Ferrara accoglieranno per la prima volta le opere di Escher, artista geniale e visionario, da sempre amato dai matematici e riscoperto dal grande pubblico in tempi relativamente recenti.

Nato nel 1898 a Leeuwarden in Olanda, Maurits Cornelis Escher ha conquistato l’apprezzamento di milioni di visitatori grazie alla sua straordinaria capacità di trasportarli all’interno di mondi immaginifici e apparentemente impossibili.

Nelle creazioni del grande maestro olandese, che ha vissuto in Italia fra le due guerre, confluiscono innumerevoli temi e suggestioni: dai teoremi geometrici alle intuizioni matematiche, dalle riflessioni filosofiche ai paradossi della logica.

Le sue inconfondibili opere, che hanno influenzato anche il mondo del design e della pubblicità, sono una sfida alla percezione e rappresentano un unicum nel panorama della storia dell’arte di tutti i tempi.

La mostra ESCHER è organizzata da ArthemisiaFondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara, in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits ed è curata da Federico Giudiceandrea, uno dei più importanti esperti dell’artista, e Mark Veldhuysen, presidente della M.C. Escher Foundation.


Date al pubblico
23 marzo – 21 luglio 2024
 
Sede
Palazzo dei Diamanti, Ferrara
 
Social e Hashtag ufficiale
@palazzodiamanti
@arthemisiaarte
#EscherFerrara
 
Uffici Stampa
Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306
 
Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it
 
Studio Esseci
Simone Raddi | simone@studioesseci.net
+39 049 663499
 
Fondazione Ferrara Arte
comunicazione.ferrararte@comune.fe.it

Concluso il nuovo allestimento al Museo Civico Archeologico di Bologna del Ripostiglio di San Francesco

Il Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici Bologna presenta il nuovo allestimento del Ripostiglio di San Francesco, il più importante deposito dell’Età del Ferro in Italia.
Dall’11 febbraio al 6 aprile 2024 il ciclo “Il dolio delle meraviglie” ne racconta il valore straordinario attraverso conferenze, visite guidate e laboratori per bambine e bambini.

Il Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici Bologna è lieto di annunciare la conclusione dei lavori per il nuovo allestimento del Ripostiglio di San Francesco nella Sala Xb, una delle sale della Sezione etrusca più amate dal pubblico e di straordinaria rilevanza scientifica per conoscere le dinamiche economiche e sociali dell’antica Bologna etrusca.

Veduta del nuovo allestimento del Ripostiglio di San Francesco al Museo Civico Archeologico di Bologna.
Foto Giorgio Bianchi – Comune di Bologna

La scoperta del Ripostiglio di San Francesco, il più importante deposito dell’Età del Ferro in Italia, si inquadra nel contesto delle vaste esplorazioni archeologiche relative alle antichità etrusche che Antonio Zannoni (Faenza, 1833 – Bologna, 1910) condusse nella sua veste di Ingegnere Capo del Comune di Bologna durante gli ultimi decenni dell’Ottocento, dall’abitato etrusco rilevato nell’attuale centro storico della città alle necropoli sempre ascrivibili alla fase etrusca della città, tra le quali spicca il sepolcreto della Certosa. Figura straordinaria di studioso poliedrico al servizio delle istituzioni cittadine, Zannoni adottò un sistema di indagine innovativo, mutuato dalla geologia, che fece di lui uno dei primi studiosi ad applicare una scrupolosa registrazione dei reperti e un’accurata documentazione dei contesti di rinvenimento.

Nei pressi dell’attuale Basilica di San Francesco a Bologna, il 17 gennaio 1877 egli rinvenne un massiccio vaso di terracotta (dolio) contenente 14.841 oggetti metallici, tra interi e frammentari, sia di produzione locale che di altre provenienze, per un peso complessivo di oltre 14 quintali. La cronologia dei materiali va dalla fine dell’Età del Bronzo agli inizi del VII secolo a.C., data in cui avvenne la deposizione del grande vaso e l’accurata sistemazione del suo contenuto.
Oltre al numero, eccezionale risulta la varietà dei pezzi presenti, tra i quali figurano quasi tutte le categorie di manufatti in uso nella Prima Età del Ferro: armi, oggetti di ornamento e di prestigio, utensili e attrezzi si affiancano a frammenti di vasellame, lamine ritagliate, verghette, pani metallici di varie dimensioni, scarti di fusione e scorie. Numerosi in particolare gli strumenti da lavoro, raramente deposti nei corredi funerari bolognesi e dunque preziosi per ricostruire le principali attività artigianali e di sussistenza della comunità villanoviana. Diversi oggetti (circa 150) sono contrassegnati da sigle o segni alfabetici, forse usati per il conteggio dei lotti di materiale.
La particolare e complessa documentazione del Ripostiglio di San Francesco testimonia l’importanza industriale, tra la fine dell’VIII e l’inizio del VII secolo a.C., della Bologna etrusca, un centro ricco e socialmente complesso, caratterizzato da una precisa divisione del lavoro e da una elevata specializzazione artigianale.

Zannoni e la maggior parte degli studiosi hanno interpretato il rinvenimento come riserva di metallo pertinente a una fonderia, occultata agli inizi del VII secolo a.C., per la presenza di oggetti semilavorati e rotti destinati alla rifusione, pani di metallo, cenere e tracce di ossido di bronzo. Accanto a questa, negli ultimi anni è stata proposta una diversa lettura che vede nel Ripostiglio di San Francesco una sorta di tesoro pubblico, forse deposto ritualmente in un’occasione speciale.

Nel primo allestimento del Museo Civico, inaugurato a Palazzo Galvani nel 1881, i materiali del Ripostiglio furono esposti integralmente nella Sala XI. Fu solo all’inizio degli anni Settanta del Novecento che l’intero complesso fu trasferito nella più piccola Sala Xb.
Per agevolare la comprensione e la fruizione delle migliaia di oggetti che compongono questo eccezionale complesso, ad ottobre 2020, il Museo Civico Archeologico ha avviato un intervento di riqualificazione che ha interessato la revisione dell’impianto illuminotecnico ed espositivo, realizzato anche grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna, nell’ambito dei Piani 2019-2021 dell’ex IBC ora Settore Patrimonio culturale, della Fondazione Luigi Rovati di Milano e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
In particolare, il contributo della Regione Emilia-Romagna ha avuto per oggetto la sistemazione e l’illuminazione delle vetrine di fine ‘800-inizio ‘900 della sala Xb che, in linea con la tradizione del museo, sono state preservate; la Fondazione Luigi Rovati ha sostenuto le spese relative alla realizzazione di un prodotto multimediale (filmato in grafica animata) per la mediazione al pubblico del contesto del Ripostiglio di San Francesco, mentre la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna ha finanziato la realizzazione degli apparati scientifico-informativi (in italiano e in inglese) a supporto del nuovo allestimento.

Va ricordato come negli ultimi anni il Ripostiglio di San Francesco sia stato al centro di importanti attività di studio e valorizzazione del ricchissimo patrimonio culturale relativo alla civiltà etrusca che il Museo Civico Archeologico di Bologna conserva, in quanto
testimonianza di come, al volgere dell’VIII sec. a.C. Felsina fosseun centro ormai ampiamente strutturato e organizzato, basato su una florida economia. L’enorme quantità di metallo depositato al suo interno denota la rilevanza dell’attività metallurgica bolognese e
delle attività di scambio a largo raggio ad essa connesse nonché la precocità della Bologna etrusca nell’acquisizione della scrittura, il cui uso è in questo contesto documentato per la prima volta.

Grazie ad una convenzione sottoscritta nel 2022, il Museo Civico Archeologico ha inoltre concesso in deposito temporaneo per la durata di cinque anni presso il Museo d’Arte della Fondazione Luigi Rovati, aperto al pubblico il 7 settembre 2022 a Milano, una campionatura di alcune centinaia di oggetti in bronzo del Ripostiglio, con la doppia finalità di integrare un aspetto poco testimoniato nelle collezioni di detto Museo e di offrire un esempio della ricerca archeologica della seconda metà dell’800 e della relativa musealizzazione.

In occasione della presentazione del nuovo allestimento, dall’11 febbraio al 6 aprile 2024 il Museo Civico Archeologico di Bologna promuove “Il dolio delle meraviglie”, un ciclo di cinque appuntamenti con conferenze, visite guidate e laboratori per bambine e bambini.

Domenica 11 febbraio 2024 ore 17.00 | Sala Xb
Un nuovo allestimento per il Ripostiglio di San Francesco
Visita guidata con Laura Bentini (Museo Civico Archeologico di Bologna)
Attività gratuita (30 partecipanti) con biglietto museo

Sabato 24 febbraio 2024 ore 17.00 | Sala Conferenze
Accumulare ricchezza: i “ripostigli” di bronzi nella protostoria
Conferenza di Franco Marzatico (Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia autonoma di Trento)
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

Sabato 16 marzo 2024 ore 17.00 | Sala Conferenze
La straordinaria scoperta del Ripostiglio di San Francesco: il più importante deposito dell’Età del Ferro italiana
Conferenza di Laura Bentini
 (Museo Civico Archeologico di Bologna)

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

Domenica 24 marzo 2024 ore 15.00 | Sala Xb

Nell’officina di 
AIE, fonditore di metalli nella Bologna etrusca

Laboratorio con visita per bambine e bambini 8-11 anni con Laura Bentini 
(Museo Civico Archeologico di Bologna)

Attività gratuita con prenotazione obbligatoria a partire dal lunedì precedente l’iniziativa ed entro il venerdì (lunedì – venerdì ore 10.00 – 12.00) tel. 051 2757208 (20 partecipanti)

Sabato 6 aprile 2024 ore 17.00 | Sala Conferenze
La lingua etrusca a Bologna: nessun mistero e molta storia
Conferenza di Giuseppe Sassatelli (Università di Bologna)

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

Crediti progetto
Settore Musei Civici Bologna Museo Civico Archeologico
Paola Giovetti direttrice
Laura Bentini curatrice del progetto scientifico di riallestimento con la collaborazione di Anna Dore e Marinella Marchesi
Elena Maria Canè realizzazione disegni ricostruttivi, allestimento e manutenzione reperti
Angelo Febbraro allestimento e manutenzione reperti
Luca Andreini allestimento e elaborazione grafica
Augusto Arrigo allestimento
Federica Guidi comunicazione

AirPixel
realizzazione filmato in grafica animata e grafica lightbox

Quadricroma
progettazione ed elaborazione didascalie e apparato grafico

Informazioni
Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio 2, 40124 Bologna
Tel. + 39 051 2757211
mca@comune.bologna.it
www.museibologna.it/archeologico
Facebook: Museo Civico Archeologico di Bologna

Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
Facebook: Musei Civici Bologna
Instagram: @bolognamusei
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Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Tel. +39 051 6496658 / +39 051 2193469
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Elisabetta Severino – Silvia Tonelli
elisabetta.severino@comune.bologna.it – silvia.tonelli@comune.bologna.it