Su Sky Arte IL MIO NOME È LEGGENDA. Terzo episodio: Joaquin Murrieta – Zorro

presenta

IL MIO NOME È LEGGENDA

Terzo episodio: Joaquin Murrieta – Zorro
“Giù la maschera!“

In onda martedì 14 dicembre 2021 dalle 21.15 su Sky Arte
Disponibile anche On demand e in streaming su NOW

Terzo episodio: Joaquin Murrieta – Zorro

Zorro, l’abile spadaccino difensore dei più deboli è stato introdotto nell’immaginario di finzione nel 1919, quando all’interno del fumetto All Story Weekly viene raccontata la prima avventura di Don Diego de la Vega, alias Zorro. Ma se dietro l’invenzione di uno dei personaggi più conosciuti di tutti i tempi si celasse un fuorilegge sanguinario senza scrupoli?

Questo sarà il tema della terza puntata de Il mio nome è Leggenda, la produzione originale Sky Arte con Matilda De Angelis ideata e realizzata da Bottega Finzioni. Il terzo episodio andrà in onda martedì 14 dicembre alle ore 21.15 su Sky Arte, on demand e in streaming su NOWe racconterà, attraverso l’emozionante narrazione di Matilda de Angelis, le vicende di Joacquin Murrieta, famigerato bandito del 1800, che ha ispirato la nascita del personaggio di Zorro.

Joaquin Murrieta nasce a Sonora, nella contea di Tuolumne in Californa, nel 1829, e si unisce presto allo zio Claudio Feliz che, dopo essere fuggito di prigione, diventa il capo di una delle più crudeli bande di fuorilegge dell’epoca. Il famigerato bandito Murrieta, insieme ai compagni, depreda e uccide chiunque si metta tra lui e l’oro: connazionali ispanici, anglofoni e cinesi.

Un corpo speciale di Rangers della California, comandato da Harry Love, viene incaricato della caccia a Murrieta che, scovato, rimane ucciso durante la cattura. Per lungo tempo nelle fiere di paese californiane spopolano le “Teste di Murrieta” anche se non c’è nessuna prova del fatto che Harry Love abbia davvero decapitato il bandito.

Nonostante i fatti storici parlino chiaro, le leggende popolari iniziano a soddisfare l’eterno bisogno d’identificarsi con eroi confortanti e positivi, quindi a ritrarre Murrieta come un uomo pacifico che cerca vendetta solo dopo un’accusa ingiusta. Secondo alcuni Murrieta viene ucciso e decapitato a soli 23 anni dal brutale Harry Love. Per altri il vendicatore riesce a fuggire in Messico. C’è poi chi nel 1986 decide di cercare i suoi resti nel Niles Canyon, ma la spedizione non ha successo.

A questi racconti tradizionali s’ispira John Rollin Ridge, poeta e giornalista, quando nel 1854 scrive The Life and Adventures of Joaquin Murrieta, The Celebrated California Bandit. Il libro ha un buon successo di vendite e getta le basi per mitizzare la figura di Murrieta.

L’evoluzione di Murrieta verso il personaggio di Zorro si perde a cavallo tra XIX e XX secolo in una serie interminabile di rimaneggiamenti fino alla prima apparizione illustrata del 1919: non si tratta di certo di un bandito bensì di un eroe dai nobili ideali.

La terza puntata de Il mio nome è Leggenda vedrà la partecipazione del mass-mediologo Roberto Grandi e la storica Elena Pirazzoli.

Il mio nome è Leggenda è una produzione originale Sky Arte, ideata e realizzata da Bottega Finzioni. Un programma di Michele Cogo, Giuseppe Cassaro, Gianmarco Guazzo e Antonio Monti, scritto da Michele Cogo e dagli ex-allievi di Bottega Finzioni Gianmarco Guazzo, Alberta Lepri e Silvia Pelati, con la produzione esecutiva di Giuseppe Cassaro e la regia di Antonio Monti. Hanno partecipato in forma di partnership il Comune di Bologna e Bologna Welcome, mettendo a disposizione una delle location più suggestive della città: il Salone del Podestà a Palazzo Re Enzo.

“Giù la maschera!“ – testi di Gianmarco Guazzo.

Nota dell’autore Gianmarco Guazzo:

Dietro la storia di vendetta di Joaquin Murrieta/Zorro c’è un’idea di giustizia e riscatto molto potente. Come autore, ho cercato di raccontarla traendo ispirazione dal tema pirandelliano dell’identità dietro le maschere e dall’immaginario pop dei supereroi mascherati come Batman o V per Vendetta. Senza dimenticare il me bambino che a carnevale, armato di spadino e con indosso cappello e mantello neri, voleva combattere i soprusi disegnando grandi Z nell’aria.


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Roma: Castello Errante presenta 2020+1 – International Short Film Event

Venerdì, 17 dicembre 2021, alle ore 17 presso Casa Argentina in Via Veneto 7 a Roma, Castello Errante presenta 2020+1 – International Short Film Event: un evento dedicato alle eccellenze del cortometraggio italiane e latinoamericane, organizzato dalla Occhi di Giove srl in collaborazione con Ambasciata Argentina e IILA – Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana.

Castello Errante. Residenza Internazionale del Cinema

presenta

2020 + 1

International Short Film Event

Il tema dell’iniziativa è la Reinvenzione intesa come apertura ottimistica verso quei cambiamenti capaci di offrire seconde chances, di avviare nuove fasi della vita, a livello umano, emotivo e professionale. Il 2020 è stato un anno complesso, segnato dall’epidemia da Covid-19, che ha portato inevitabilmente l’individuo a rimettere in discussione le proprie certezze e a proiettarsi verso nuovi e inaspettati percorsi. Il 2021, però, di fatti ancora subisce gli effetti di quanto accaduto l’anno precedente, e porta con sé la scia di conseguenze dal grande impatto culturale, sociale, politico ed economico. In questo contesto il 2021 appare inesorabilmente legato al 2020, se non fosse per la spinta propulsiva che questo anno può rappresentare nella idea di riscatto, rinascita e, dunque, reinvenzione. Per questo 2020+1 è la formula che non dimentica quanto accaduto e, nello stesso tempo, propone e rappresenta qualcosa di nuovo, qualcosa in più, rispetto a quello che eravamo e che, in parte, dovremo imparare a guardare con nuovi occhi.

Gli studenti e i giovani professionisti dell’audiovisivo coinvolti nel progetto, attraverso la propria creatività, avranno l’opportunità di raccontare il 2020 e i suoi effetti, indagando le possibili spinte propulsive capaci di riscrivere i nuovi scenari della ripartenza, umana, sociale, artistica.

La rassegna ospita una sezione dedicata ai cortometraggi realizzati dai professionisti che hanno partecipato alle scorse edizioni del Progetto; una sezione curata in collaborazione con l’IILA – Organizzazione Internazionale Italo Latino-Americana e infine una sezione che inaugura la partnership con gli ultimi due Festival latinoamericani che quest’anno sono entrati a far parte della rete di Castello Errante: Ícaro International Film Festival (Guatemala) e la grande comunità audiovisiva di deleFOCO che organizza una dei più grandi Festival Internazionali del Cortometraggio, Shnit Worldwide ShortFilmFestival  in Costa Rica.

L’evento rappresenta uno spazio di collaborazione tra Istituzioni, Organizzazioni culturali e Festival italiani e latinoamericani: una vetrina per giovani autori e autrici, nonché un’occasione di incontro e scambio per tutti i professionisti coinvolti nel Progetto.

2020+1 è, dunque, una piccola opportunità di rilancio dopo i difficili mesi che il settore audiovisivo si è trovato ad affrontare a livello globale.

Al termine delle proiezioni seguirà un aperitivo. L’evento si svolgerà nel rispetto delle normative vigenti per il contenimento dell’epidemia da Covid-19.

Castello Errante è reso possibile grazie al sostegno di Programa Ibermedia, Ministero della Cultura, Regione Lazio, di cui quest’anno è risultato il primo progetto su oltre 200 proposte presentate al fondo di promozione audiovisiva regionale, con la collaborazione di IILA – Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana, Roma Lazio Film Commission, Fondazione Cinema per Roma, Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, le Ambasciate di Argentina, Cile, Costa Rica, Colombia, Cuba, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Repubblica Domenicana e Uruguay, nonché diverse Scuole Nazionali di Cinema latinoamericane.


Ideato e prodotto da Occhi di Giove SRL, Castello Errante. Residenza Internazionale del Cinema è un format innovativo dedicato alla formazione, alla produzione e alla promozione nel campo del cinema e dell’audiovisivo.

Maggiori info:
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info@occhidigiove.it | organizzazione@castelloerranteresidenza.it

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Pisa, Museo della Grafica: Natale nel mondo

Un doppio appuntamento per prepararci al Natale che sta arrivando. Vi aspettiamo per scoprire insieme come viene festeggiato il Natale nel mondo. Poi, come giovani artisti in erba, ci divertiremo a realizzare delle decorazioni natalizie di carta, utilizzando la tecnica degli origami.

Il Museo della Grafica organizza il laboratorio per famiglie:

NATALE NEL MONDO

Attività per famiglie
Domenica 12 dicembre 2021, ore 16:00
Giovedì 16 dicembre 2021, ore 16:30

Età consigliata: 5– 11 anni

Costo: 4 € – Partecipazione su prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibiliPrenotazioni all’indirizzo e-mail: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it
Scadenza prenotazioni: Venerdì 26 novembre, ore 13:00 (per l’appuntamento di domenica 12 dicembre)Martedì 14 dicembre, ore 13:00 (per l’appuntamento di giovedì 16 dicembre)

È richiesta la presenza di un adulto accompagnatore per tutta la durata dell’attività. 
Per maggiori informazionihttps://museodellagrafica.sma.unipi.it/2021/12/natale-nel-mondo-attivita-per-famiglie/

Telefono: 050 2216059/70 – Email: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it

Per accedere al Museo è necessaria la certificazione verde COVID-19 per gli adulti accompagnatori

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Una passeggiata d’autore a Bologna per ricordare Pier Vittorio Tondelli

Il 16 dicembre di trent’anni fa, a soli 36 anni, scompariva Pier Vittorio Tondelli, scrittore di culto della nuova generazione italiana degli anni Ottanta, curatore editoriale, saggista, giornalista e drammaturgo.

Per ricordarlo e continuare a tenerlo tra noi il Settore Biblioteche del Comune di Bologna insieme a Psicoatleti Asd e Fondazione Bottega Finzioni propongono due occasioni speciali di incontro a lui dedicate.

PVT, Pier Vittorio Tondelli
tra parole, luoghi e fauna galattica

Sabato 11 dicembre

A partire dalle 15, si terrà una passeggiata d’autore che attraverserà il centro storico di Bologna toccando alcuni dei luoghi cari a Tondelli in città e che sarà accompagnata dalla lettura di brani tratti da Altri libertini e Camere separate.

A condurre la passeggiata saranno Enrico Brizzi e Psicoatleti, l’associazione da lui fondata per riscoprire i grandi viaggi a piedi. Con loro, ospite speciale, Bebo de Lo Stato Sociale.

La passeggiata attraverso Bologna si concluderà alle 17 nella piazza coperta di Biblioteca Salaborsa, con altre letture tratte dalle sue opere.

Per partecipare alla passeggiata occorre iscriversi scrivendo un’email a: segreteria@psicoatleti.org

Il momento finale di letture in Salaborsa sarà invece a ingresso libero per tutte e tutti.

Mercoledì 15 dicembre

Alle ore 18 presso la piazza coperta di Biblioteca Salaborsa si svolgerà l’incontro dal titolo PVT, Pier Vittorio Tondelli. Tra parole, luoghi e fauna galattica.

Il legame di Tondelli – Vichi per gli amici – con la città di Bologna risale ai primi anni Ottanta, quando si trasferisce da Correggio dopo la maturità per studiare al Dams. Qui frequenta i corsi di Umberto Eco e Gianni Celati e si lega a Maurizio Marinelli e a un gruppo di giovani con i quali condivide la passione per la letteratura. Nel frattempo frequenta l’ambiente creativo dell’epoca gravitante intorno al salone di Marco Zanardi “Orea Malià”, definito ironicamente dallo scrittore come una “fauna galattica”, un vero e proprio punto di riferimento per artisti e personaggi di spicco sia italiani che internazionali, tra cui Freak Antoni, Pazienza, Vasco Rossi, Cattelan, ma anche Boy George e Jean-Michel Basquiat.

L’incontro, promosso da Bottega Finzioni intende celebrare l’intellettuale cosmopolita che ha saputo raccontare i suoi tempi in modo lucido e perentorio, scolpendone personaggi, situazioni e atmosfere attraverso un racconto dei momenti salienti della sua vita affidati ai ricordi delle persone a lui vicine nel periodo bolognese. Tra questi Piergiorgio Paterlini, amico fraterno dello scrittore e organizzatore dell’iniziativa Pier Vittorio Tondelli non era invidioso, prevista nelle giornate di sabato 11 e domenica 12 dicembre 2021 a Reggio Emilia e Correggio; Maurizio Marinelli, con il quale lo scrittore ha collaborato in imprese editoriali fondando nel 1986 la casa editrice Baskerville; Roberto Grandi, docente al Dams negli anni in cui Tondelli frequentava quel corso di laurea. Prenderà la parola anche Marco Zanardi “Orea Malià”, che per l’occasione ha concesso una foto inedita di Tondelli, scattata il 18 febbraio 1986 dal grande fotografo Nadir.

Presente anche Andrea Adriatico, che a 20 anni dalla morte di Pier Vittorio Tondelli, insieme a Teatri di Vita ricordò PVT con uno spettacolo – anzi, “uno sguardo” – che nasceva dal romanzo intimo del 1989 Camere separate e che si intitolava Biglietti da camere separate.

Infine Giulio Iacoli, autore del libro Atlante delle derive. Geografie da un’Emilia postmoderna: Gianni Celati e Pier Vittorio Tondelli (Diabasis, 2005).

Per partecipare alla passeggiata e agli incontri in Salaborsa sono necessari Green Pass e mascherina.

PVT, Pier Vittorio Tondelli. Tra parole, luoghi e fauna galattica è promosso da Comune di Bologna/Settore Biblioteche comunali, Fondazione Bottega Finzioni, Psicoatleti nell’ambito del Patto per la Lettura di Bologna.

Cenni biografici su Pier Vittorio Tondelli

Pier Vittorio Tondelli, per gli amici Vichi, nasce a Correggio (RE) nel 1955. Dopo la maturità si iscrive al Dams di Bologna, vivendo un periodo di forte sofferenza solitudine e complessi non superati dovuti al suo non sentirsi in pace con sé stesso.

Fra il 1979 e il 1980 lavora ai primi racconti di Altri libertini, che viene pubblicato da Feltrinelli all’inizio del 1980, ottenendo subito un buon successo di pubblico e parecchia attenzione da parte della critica. Il contenuto sicuramente “forte” gli vale anche le attenzioni delle autorità giudiziarie, che, appena tre settimane dopo l’uscita del romanzo, ne ordinano il sequestro per bestemmie, seguito da un processo durante il quale sia l’autore sia l’editore verranno scagionati con formula piena.

Poco dopo la pubblicazione di Altri libertini si laurea a pieni voti con una tesi sulla Letteratura epistolare e inizia a lavorare per il quotidiano Il Resto del Carlino.

Dopo l’esperienza militare pubblica altri romanzi, tra cui Pao Pao (Feltrinelli, 1982) e viaggia molto. Nel 1986 fonda la casa editrice Baskerville con un gruppo di amici di Carpi e Bologna.

Non è dato sapere quando si manifestano i primi sintomi dell’AIDS. Viene ricoverato all’ospedale di Reggio Emilia nel 1190, dove trova ancora la forza per portare avanti vari progetti e cominciarne di nuovi. Muore il 16 dicembre 1991.


INFORMAZIONI UTILI

Passeggiata d’autore
QUANDO: Sabato 11 dicembre ore 15.00
CON: Enrico Brizzi, Psicoatleti, Bebo (Lo Stato Sociale)
La passeggiata si concluderà alle 17 nella Piazza Coperta di Biblioteca Salaborsa (Piazza del Nettuno 3, Bologna)

Pvt. Pier Vittorio Tondelli. Tra parole, luoghi e fauna galattica
QUANDO: mercoledì 15 dicembre ore 18.00
DOVE: Piazza Coperta di Biblioteca Salaborsa, Piazza del Nettuno 3, Bologna
CON: Andrea Adriatico, Roberto Grandi, Giulio Iacoli, Maurizio Marinelli, Piergiorgio Paterlini, Marco Zanardi “Orea Malià”

PVT, Pier Vittorio Tondelli. Tra parole, luoghi e fauna galattica è promosso da Comune di Bologna/Settore Biblioteche comunali, Fondazione Bottega Finzioni, Psicoatleti nell’ambito del Patto per la Lettura di Bologna.

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Biblioteca Fregene Gino Pallotta (Roma): incontro su “L’immaginario dantesco nella storia dell’arte”

La Biblioteca Fregene Gino Pallotta concluderà le iniziative dell’anno 2021 offrendo al pubblico due eventi su Dante Alighieri e aprirà la stagione culturale del 2022 con uno dei più conosciuti ed amati artisti internazionali, Gustav Klimt.

Biblioteca Fregene Gino Pallotta
Incontro

L’immaginario dantesco nella storia dell’arte

A cura di Sandro Polo

11 dicembre 2021 ore 18.00

Casa della Partecipazione
Via del Buttero, 10 – Maccarese (Fiumicino – RM)

Dopo la conferenza del giorno 27 novembre, “Arte e vita quotidiana ai tempi di Dante”, sabato 11 dicembre alle ore 18.00 presso la Casa della Partecipazione di Maccarese, si svolgerà l’incontro “L’immaginario dantesco nella storia dell’arte” che costituisce un’introduzione alla mostra “Inferno” visitabile fino al 9 gennaio 2022. Sandro Polo illustrerà, contestualizzandoli, alcuni fra gli oltre 200 capolavori esposti alle Scuderie del Quirinale e si soffermerà sulla diffusione e il senso del revival gotico che ha caratterizzato buona parte dell’architettura eclettica ottocentesca italiana. Coloro che vorranno approfondire ulteriormente il percorso della mostra potranno visionare il catalogo in biblioteca.


INFO

Incontro
L’immaginario dantesco nella storia dell’arte

A cura di Sandro Polo
11 dicembre 2021 ore 18.00

Incontro
Klimt e la Secessione Viennese

A cura di Sandro Polo
5 gennaio alle ore 18.00

Casa della Partecipazione
Via del Buttero, 10 – Maccarese (Fiumicino – RM)
È necessaria la prenotazione: scrivere a bibliofregene@libero.it.
Ingresso con Green Pass

Biblioteca Fregene Gino Pallotta
Viale della Pineta 140 – Fregene

Tel. 06/65210745 – 06/65210744
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Il corpo tranquillo: tranquilli, è il corpo! – Talk a cura di Roberta Melasecca

XVII Giornata del Contemporaneo Talk online

Il corpo tranquillo: tranquilli, è il corpo!

A cura di Roberta Melasecca

Con: Lori Adragna, Paolo Angelosanto, Emanuela Barbi, Michela Becchis, Daniele Casolino, Tiziana Cera Rosco, Alessandra Cristiani, Ivan D’Alberto, Giovanni Gaggia, Eva Gerd, Werther Germondari, Barbara Lalle, Nora Lux, Francesca Romana Pinzari, Simona Spinella, Silvia Stucky. Modera Roberta Melasecca

Il talk aderisce all’iniziativa “Chi colpisce un artista colpisce l’arte. Quattro modi per dire No” a cura di Contemporary Festival

11 dicembre 2021 ore 17.00
In diretta live streaming su:

www.facebook.com/roberta.melasecca.10

In occasione della diciassettesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI e all’interno dell’iniziativa “Chi colpisce un artista colpisce l’arte. Quattro modi per dire No” a cura di Contemporary Festival, Interno 14 next propone una riflessione sul corpo come medium artistico, al fine di riprendere il fil rouge della Giornata del Contemporaneo -che tratta quest’anno il tema del performativo in riferimento non solo all’esperienza della corporeità del performer sulla scena, ma soprattutto all’urgenza di ripensare nuove dinamiche di interazione con il pubblico attraverso la condivisione dello spazio- e quanto accaduto al Contemporary Festival nello scorso agosto 2021, a Donori, durante la performance dell’artista Gianmaria Victor De Lisio.

Il talk vuole essere un momento di discussione e riflessione sulla tematica ampia del “corpo” nel momento in cui, dall’essere oggetto di stereotipata visione nei campi della pubblicità, del cinema e della moda diventa oggetto di inadeguatezza, scandalo e di perdita di “tranquillità” quando approda nel campo dell’arte. È forse nella relazione con il pubblico la differenza oppure negli ultimi anni colpiti dalla pandemia e da un sistema di negazione del corpo come unicum si è diffusa una sorta di paura e successiva repressione di quello che il corpo evoca? Oppure è il passaggio dalla rappresentazione del reale (e quindi dall’immaginario) alla realtà vissuta che disorienta?

Ne discuteranno insieme, moderati da Roberta Melasecca, artisti e curatori: Lori Adragna, Paolo Angelosanto (intervento registrato), Emanuela Barbi, Michela Becchis, Daniele Casolino, Tiziana Cera Rosco, Alessandra Cristiani, Ivan D’Alberto (intervista registrata), Giovanni Gaggia e Simona Spinella (intervista registrata), Eva Gerd, Werther Germondari, Barbara Lalle, Nora Lux, Francesca Romana Pinzari (intervento registrato), Silvia Stucky.


INFO

XVII Giornata del Contemporaneo
Talk online
Il corpo tranquillo: tranquilli, è il corpo!

A cura di Roberta Melasecca
Con: Lori Adragna, Paolo Angelosanto, Emanuela Barbi, Michela Becchis, Daniele Casolino, Tiziana Cera Rosco, Alessandra Cristiani, Ivan D’Alberto, Giovanni Gaggia, Eva Gerd, Werther Germondari, Barbara Lalle, Nora Lux, Francesca Romana Pinzari, Simona Spinella, Silvia Stucky. Modera Roberta Melasecca
 Promosso da Interno 14 next e blowart
Il talk aderisce all’iniziativa “Chi colpisce un artista colpisce l’arte. Quattro modi per dire No” a cura di Contemporary Festival

11 dicembre 2021 ore 17.00
In diretta live streaming su: www.facebook.com/roberta.melasecca.10

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Messina, Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” – Rime Peloritane di Antonio Cattino

La Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina, attende i suoi fruitori, presso il Salone Eventi, venerdì 10 dicembre 2021, alle ore 17.00. Nel rispetto di ogni misura anti-Covid e previa esibizione di Green Pass, presenterà “Rime Peloritane”, silloge poetica del messinese Antonio Cattino, IX volume della collana Florilegio del Cenacolo Culturale Hortus Animae, con introduzione del Prof. G. Rando e conclusioni della scrittrice e poeta M. G. Genovese.

L’iniziativa culturale si aprirà con i saluti istituzionali e l’introduzione della Direttrice della Biblioteca Regionale,Dott.ssaTommasa Siragusa, alla quale seguiranno i contributi del Prof. Giuseppe Rando, già Ordinario di Letteratura italiana UNIME e della Dott.ssa Maria Grazia Genovese, Presidente del Cenacolo Culturale “Hortus Animae”. Interverrà l’Ingegnere Enzo Colavecchio componente del Direttivo Regionale Lega Ambiente Sicilia e socio del Circolo Lega Ambiente dei Peloritani. Sarà presente l’Autore.

Durante l’incontro, saranno rese letture tratte dal testo – suddiviso in sei compiute sezioni – che, cucito sui sogni e sentimenti personali dell’autore e sulle crude tematiche politico-sociali, specchio dell’animo sensibile del messinese Antonio Cattino, spronerà gli astanti alla riflessione, e, alla chiusura dei lavori, a un proficuo confronto. Liriche intimiste, intrise di stupore verso il mistero dell’Universo, e a sfondo civile e di denuncia, odi alla Terra di Sicilia e alla Città peloritana, anche di taglio epico… con una cifra sempre personale di impegno e grande dignità e toni ora sommessi, ora accorati o veementi, sovente intrisi di indomito ardore. In ogni caso la dimensione della Sua ispirazione è sempre solidale e la forza etica supporta i versi rendendoli atti a stimolare una coscienza identitaria.

Antonio Cattino, Vice Presidente del Cenacolo culturale “Hortus Animae”, scrive in Lingua Italiana, Siciliana e in Dialetto Messinese. Segue i maggiori poeti siciliani che scrivono in lingua madre, studia il Siciliano nei suoi scrittori e poeti del passato. Punti di riferimento contemporanei per il dialetto messinese sono le compiante poetesse Maria Costa e Iolanda Insana, con specifico riguardo alle tematiche sociali, mentre per la lingua poetica siciliana i suoi riferimenti sono Giovanni Meli ed il contemporaneo, poeta e filologo Salvatore Camilleri, recentemente scomparso.

Notevole la Sua produzione letteraria poetica, accolta positivamente dalla critica e dal pubblico. Inoltre, insieme al regista e artista multidisciplinare Antonello Irrera, ha dato vita  alla sceneggiatura per un lungometraggio su Colapesce,ampiamente tratto dal proprio racconto Cola ‘U Pisci, la cui presentazione è stata trasmessa su RAI 3 Sicilia. Cattino che da sempre ha carpito l’attenzione della stampa locale e non solo, vanta al Suo attivo numerosi importanti riconoscimenti e premi.

Il poeta Cattino, che ha fatto di “penna e calamaio” l’arma bianca per colpire a “suon di versi” il lettore e risvegliarne i moti, frequentemente sopiti, dell’animo di fronte alle tante sofferenze e ingiustizie, nato il 10 dicembre 1948, festeggerà nel modo più consono ad uno scrittore la ricorrenza del Suo compleanno.

Post dell’evento sono presenti sulle pagine social della Biblioteca:

https://www.facebook.com/bibliotecaregionaledimessina/?ref=bookmarks
https://www.instagram.com/bibliotecaregionalemessina/?hl=it

Chi non potrà prendere parte all’evento in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere all’Autore durante l’incontro.

Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Per INFO   
Ufficio Relazioni con il Pubblico
tel.090674564
urpbibliome@regione.sicilia.it

IMMAGINE DI APERTURA – Locandina

Messina, Orto Botanico Pietro Castelli – Monti Peloritani: cammini e borghi

Sabato 11 dicembre alle ore 10,00 si svolgerà all’Orto Botanico “Pietro Castelli” un nuovo incontro dedicato ai Monti Peloritani. Si parlerà di itinerari escursionistici-naturalistici per un turismo lento e sostenibile. Nel corso della mattinata saranno presentati il programma escursionistico 2022 dell’Associazione “Camminare i Peloritani” e la guida “Monti Peloritani: borghi, cammini, pellegrinaggi e vie del vino”.

Programma

ore 10,00 – Indirizzo di saluto
Prof. Salvatore Cuzzocrea, Magnifico. Rettore dell’Università di Messina

ore 10,15 – Comunicare i Peloritani
Pippo Trimarchi – editore di “TempoStretto”

ore 10,30 – Presentazione della guida “Monti Peloritani, borghi, cammini, pellegrinaggi e vie del vino”
Don Giovanni Lombardo – direttore artistico “Armonie dello Spirito”
Salvatore Arrigo – responsabile comunicazioni Associazione “Camminare i Peloritani”

ore 11,00 – Cammini e programma escursionistico 2022
Pasquale D’Andrea – Presidente Associazione “Camminare i Peloritani”
Antonio Tavilla – Associazione Culturale San Nilo
Filippo Grasso – Università di Messina, delegato del Rettore al Turismo

ore 11,15 – Conclusioni
Nicola Cicero – Università di Messina

Modererà l’incontro la Prof.ssa Rosella Picone, Direttrice dell’Orto Botanico “Pietro Castelli”

Ingresso libero: orario di apertura dell’Orto Botanico sarà dalle 8,30 alle 12,30
www.ortobotanico.messina.it

pagina facebook “Orto Botanico Pietro Castelli di Messina”

L’evento si svolgerà in ottemperanza alle normative vigenti anti Covid

Una fondazione per Bottega Finzioni – La prima Fondazione narrativa italiana

Dopo 10 anni di intensa attività nell’ambito della narrazione, Bottega Finzioni, la nota scuola di scrittura e casa di produzione si trasforma e diventa una Fondazione.

Dopo un’attività decennale nell’ambito della scrittura narrativa, televisiva, radiofonica e cinematografica, Bottega Finzioni (con sede a Bologna) si trasforma in Fondazione Bottega Finzioni: è la prima fondazione narrativa italiana, direttamente ispirata alle grandi realtà internazionali, quali 826 Valencia di San Francisco, Ministry of Stories di Londra, Narrative Initiative di New York, Letterenfonds di Amsterdam.

Fondazione Bottega Finzioni nasce in memoria del prof. Paolo Fabbri, noto semiologo e intellettuale italiano. Gli intensi legami umani e professionali nati negli anni tra il Direttore Michele Cogo, Paolo Fabbri e Umberto Eco hanno portato allo sviluppo dell’attività di Bottega Finzioni: un amore e una passione per la parola accomunata dalla voglia e necessità di trasmettere sapere e conoscenza. Nelle aule di Bottega si respira ancora questa grande eredità e la narrazione continua a trarre ispirazione da curiosità, ironia, creatività e impegno sociale.

Fondazione Bottega Finzioni, che si avvale del Patrocinio della Regione Emilia-Romagna, vanta tra i soci fondatori il Comune di Bologna, l’Università di Bologna, Fondazione Finanza Etica di Banca Etica, l’attrice Matilda De Angelis oltre a due grandi società di produzione italiane quali IBC Movie ed Indigo Film, solo per citarne alcuni. Sostengono il progetto della Fondazione: Banca di Bologna, FAAC, CER GAS e Fondazione Unipolis che sostiene Bottega Finzioni dal 2014.

PERCHÈ UNA FONDAZIONE?

Bottega Finzioni in questi oltre dieci anni di attività è diventata un punto di riferimento a livello nazionale nell’ambito della scrittura di mestiere; un prestigio confermato dalle numerose collaborazioni, come quella con Sky Arte, Rai Fiction, Mondadori, La Feltrinelli e molte altre, e dai numerosi progetti sviluppati all’interno delle aule: dalle produzioni per cinema e tv, agli albi illustrati per bambini e ragazzi, fino ad arrivare a racconti, romanzi, documentari, programmi radio e corti. Da questo bagaglio di esperienza (letteraria, cinematografica televisiva, radiofonica, teatrale, giornalistica, pubblicitaria, multimediale) e dal grande know how acquisito negli anni, Bottega Finzioni ha scelto di trasformarsi in una Fondazione per “ampliare il proprio raggio d’azione”, mettendo a disposizione la grande fucina di talenti e la creatività al servizio della comunità e del terzo settore, in ambiti differenti della società e apparentemente “lontani” dal mondo della scrittura, come la sanità e il sociale.

Fondazione Bottega Finzioni nasce con l’obiettivo principale di promuovere, divulgare ed applicare la narrazione come strumento imprescindibile di crescita ed evoluzione della persona e delle comunità, soprattutto in relazione alle cosiddette aree di fragilità.

La narrazione è infatti una pratica sociale ed educativa che da sempre risponde a molteplici e complesse funzioni: dal “fare memoria” alla condivisione di esperienze collettive, dall’apprendimento al puro intrattenimento. Fondazione Bottega Finzioni diventa quindi promotrice di questo importante strumento di crescita, sviluppo e innovazione culturale, sociale ed economica, preparandosi ad affrontare le nuove sfide del futuro con nuovi modelli di governance. 

In Italia di Fondazioni narrative come Fondazione Bottega Finzioni non ce ne sono, e a Bologna mancava del tutto una realtà culturale che sapesse coniugare i linguaggi della narrazione a finalità sociali e inclusive. Da qui è nata la necessità di diventare una Fondazione, giuridicamente competitiva e moderna: Fondazione Bottega Finzioni è difatti la prima Fondazione di partecipazione bolognese, racchiudendo in sé alcuni elementi propri della fondazione, combinati con peculiarità dell’associazione. In questo modo realizza un nuovo modello di organizzazione sociale, rappresentando una sintesi dove possono trovare posto gli enti pubblici, le società e le organizzazioni con scopi non lucrativi.

In un momento di crisi”, ha affermato Maurizio Marinelli, Presidente della Fondazione Bottega Finzioni, “ci siamo detti che dovevamo istituzionalizzare questa attività per metterla in una relazione più coerente con gli interlocutori che ne possono comprendere la funzione sociale e culturale. Un’attività che ha l’obiettivo di creare professionalità attraverso la scrittura. Il nostro scopo è dunque quello di costruire le basi solide e sostenibili di un progetto estremamente potente all’interno dell’industria culturale, perché l’Emilia Romagna, e Bologna in particolare, è un importante centro di produzione culturale e la scrittura ne è la base”.

La Fondazione Bottega Finzioni ha lo scopo di dare continuità e sostenibilità nel tempo alle azioni e agli obiettivi intrapresi da Bottega Finzioni fin dalla sua nascita: realizza percorsi narrativi e formativi in ambito professionale e sociale, con particolare attenzione per le cosiddette aree di fragilità e per la lotta alla povertà educativa, sia tra bambini che tra adulti. Si ispira alle fondazioni narrative presenti all’estero,le qualiusano il potere delle storie per creare empatia tra le persone di ogni età e per combattere la povertà educativa con le armi della scrittura.

Ritrovandosi in questa filosofia, la Fondazione amplierà il suo raggio d’azione perseguendo finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale attraverso lo svolgimento di attività d’interesse generale nei campi dell’educazione, dell’istruzione, della ricerca, della sanità e della formazione, e attività culturali di interesse sociale con finalità educativa.

La Fondazione Bottega Finzioni è nata e cresciuta sotto l’impulso e l’accompagnamento di Paolo Fabbri” – così dichiara Michele Cogo, Direttore di Fondazione Bottega Finzioni – “È stato un mio professore, poi amico, e maestro di molti di noi. Un Maestro è qualcuno che ti cambia la vita in meglio, non solo per poche ore o per qualche mese, ma per sempre.

Purtroppo è venuto a mancare in giugno scorso, e ci pareva giusto dedicargli questa fondazione narrativa, alla quale lui teneva tanto, perché pensava potesse essere utile per usare la scrittura e la narrazione come strumenti di trasformazione e di crescita personale e sociale. Grazie a Paolo Fabbri ho incontrato ormai venticinque anni fa anche Umberto Eco, con il quale ho collaborato per diversi progetti, ultimo dei quali quello su Francesco Griffo, che con Bottega Finzioni abbiamo sviluppato in diverse direzioni, dal fumetto al documentario. Spero che Fondazione Bottega Finzioni conservi il gusto della sperimentazione, dell’approfondimento e del divertimento, tutte cose che hanno sempre contraddistinto il lavoro di Paolo Fabbri”.

All’interno del Consiglio d’Amministrazione di Fondazione Bottega Finzioni si annoverano personaggi di spicco provenienti dal mondo della cultura e non: il Presidente Maurizio Marinelli, Presidente di Baskerville (Bologna); il Direttore Michele Cogo, ideatore e fondatore di Bottega; il Presidente Onorario Ermanno Cavazzoni; Roberto Grandi, Presidente dell’Istituzione Bologna Musei; Antonella Grassigli, Business Angel e Advisor per startup e PMI; Giacomo Manzoli, Direttore Dipartimento delle Arti – UNIBO; Annapaola Tonelli, Avvocato esperto in trust, terzo settore e diritto dell’arte.

TRA PRESENTE E FUTURO

Bottega Finzioni nasce nel 2010 a Bologna, da un’idea di Michele Cogo, come scuola di scrittura, studio professionale e casa di produzione cinematografica e televisiva. Un luogo pieno di storie che si ispira alle botteghe rinascimentali dove si lavora insieme, allievi e maestri, al materiale vivo delle narrazioni.

Bottega Finzioni: una scuola di scrittura d’eccellenza nel panorama nazionale

Dal 2015 Bottega Finzioni è ente di formazione accreditato presso la Regione Emilia- Romagna; dal 2016 alcuni dei suoi corsi annuali sono interamente finanziati dal Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Emilia-Romagna: caratteristica, questa, che fa di Bottega Finzioni una tra le poche scuole italiane di narrazione con corsi ad accesso gratuito. Grazie a questo aspetto la selezione dei candidati è basata esclusivamente su criteri di meritocrazia, sulle reali capacità e sul talento.

Ogni anno Bottega Finzioni propone corsi incentrati sulla narrazione, declinandola in ogni sua forma: letteraria, cinematografica, televisiva, radiofonica, multimediale.

4 sono le aree didattiche:

  • Autore di fiction cinematografiche e seriali (Fiction);
  • Autore di programmi televisivi e documentari (Non Fiction);
  • Autore di produzioni audiovisive e multimediali per bambini e ragazzi;
  • Letteratura (Romanzo e Racconto).

Rispetto alle altre scuole di scrittura, Bottega Finzioni si distingue per il metodo di insegnamento: attraverso il modello della writers’ room, la classe diventa laboratorio in cui i docenti e gli allievi sviluppano insieme idee e spunti che, lungo il percorso didattico, si concretizzano, si perfezionano, si ottimizzano. Da progetti, attraverso precisi processi, le idee diventano prodotti.

Ed è proprio questa la forza di Bottega Finzioni: le idee, le storie, i progetti che nascono assieme ai corsisti diventano prodotti narrativi di successo, tra format tv, fumetti, romanzi, saggi, racconti, iniziative editoriali, prodotti di storytelling aziendale, progetti multimediali.

Negli anni Bottega Finzioni ha avuto l’onore di ospitare grandi nomi della letteratura, del cinema e, più in generale, della cultura nazionale e internazionale. Tra questi: Umberto Eco, il semiologo Paolo Fabbri, il noto attore Giampaolo Morelli, la giornalista e scrittrice Loredana Lipperini, la scrittrice Simona Vinci, il giornalista Armando Traverso e lo scrittore e sceneggiatore Francesco Piccolo.

Grazie alle collaborazioni sviluppate con numerose case editrici, come Mondadori, La Feltrinelli, Rizzoli, Castelvecchi, Il Castoro e molte altre, nelle aule di Bottega Finzioni sono nati numerosi libri.  Ad oggise ne contano oltre 50, tra albi illustrati, libri per bambini e ragazzi, romanzi, fumetti, saggi e racconti. Ricordiamo ad esempio Ouroboros (Sergio Bonelli, 2013), Stelle di panno (Lapis, 2017), Depistaggi (Castelvecchi, 2018), L’isola è piena di rumori (L’Ultima spiaggia 2018), Inciso nel sangue (Sergio Bonelli, 2018), Il potere delle parole (Pulce edizioni, 2019), Matti di guerra (Morellini editore, 2019), Servizio cacche per posta (Il Castoro, 2019).

Dalla scrittura alla produzione: Bottega Finzioni Produzioni

Dal 2015 Bottega Finzioni diventa una casa di produzione televisiva e cinematografica, nata per concretizzare i progetti audiovisivi ed editoriali sviluppati nelle aule della scuola: progetti di film, format televisivi, documentari, prodotti editoriali e per il web. Una “filiera produttiva” che inizia dalla ricerca delle risorse necessarie per lo sviluppo dei progetti e arriva al suo compimento.

Bottega Finzioni può vantare la collaborazione con importanti broadcaster nazionali come Sky Arte e con società di produzioni d’eccellenza tra le quali IBC Movie, Echivisivi e molte altre.

Numerose, inoltre, sono state le produzioni e i progetti di successo sviluppati da Bottega Finzioni e dai suoi allievi durante gli anni: tra questi la scrittura di una sceneggiatura (Copkiller) per la nota serie tv  L’Ispettore Coliandro (2016), in collaborazione con Rai Fiction; i due format tv originali, scritti e realizzati da Bottega Finzioni per Sky Arte, Muse Inquietanti (2014-2017) e Inseparabili (2018-2019); il docu-film Qualcosa di noi di Wilma Labate, realizzato con gli allievi di Bottega, distribuito da Istituto Luce – Cinecittà e vincitore del Premio speciale alla migliore protagonista nel cinema del reale 2014 ai Nastri d’argento documentari 2015.

Nozioni tecniche: cos’è una fondazione di partecipazione

Fondazione Bottega Finzioni è una fondazione di partecipazione: a metà tra una fondazione tradizionale e un’associazione, è in grado di fondere le esigenze di supervisione e controllo degli enti pubblici locali e le necessità di efficienza, efficacia ed economicità della gestione sociale.

Le fondazioni di partecipazione nascono come mezzi operativi per rispondere all’insufficienza dello schema giuridico della fondazione tradizionale disciplinato dal codice civile: si tratta di una fondazione non più istituita da un singolo soggetto, ma da più soggetti che condividono le stesse finalità.

La fondazione di partecipazione è una figura giuridica atipica, di natura dottrinaria, che racchiude in sé alcuni elementi propri della fondazione, combinati con peculiarità dell’associazione. In questo modo realizza un nuovo modello di organizzazione sociale, rappresentando una sintesi dove possono trovare posto gli enti pubblici, le società e le organizzazioni con scopi non lucrativi.

Questa tipologia di fondazione è uno strumento utile in mano agli enti pubblici per realizzare gli interessi della collettività (attività sociali o di assistenza alle persone con disagio, attività culturali, attività di ricerca scientifica, iniziative tese a facilitare lo sviluppo economico di zone disagiate).

In questo modo c’è la possibilità di coinvolgere i privati e attirare capitali e capacità di gestione che altrimenti sarebbero difficilmente ottenibili.


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Su Sky Arte IL MIO NOME È LEGGENDA: Giovanni Aldini – Frankenstein / Helen Kane – Betty Boop

presenta

IL MIO NOME È LEGGENDA

Primo episodio: Giovanni Aldini – Frankenstein
“Frankenstein sono io“

Secondo episodio: Helen Kane – Betty Boop
“La ragazza del Boop-Boop-a-doop“

In onda martedì 7 dicembre 2021 dalle 21.15 su Sky Arte
Disponibile anche On demand e in streaming su NOW

Primo episodio: Frankenstein sono io

Al via Il mio nome è Leggenda, la nuova produzione originale Sky Arte con Matilda De Angelis ideata e realizzata da Bottega Finzioni. La prima puntata andrà in onda martedì 7 dicembre 2021 alle 21:15 su Sky Arte: protagonista la storia di Giovanni Aldini, scienziato bolognese dal quale la nota scrittrice Mary Shelley ha preso ispirazione per la figura del dott. Frankestein. La serie, grazie alle parole e alla narrazione dell’attrice bolognese Matilda De Angelis, esplora le storie vere di illustri sconosciuti dai quali sono nati alcuni dei personaggi più noti dell’immaginario collettivo contemporaneo.

Era una notte buia e tempestosa del 1816, “l’anno senza estate”. A villa Diodati in Svizzera sono riuniti per le vacanze estive Mary Shelley con suo marito Percy, Lord Byron e il medico Polidori. La pioggia incessante li costringe in casa. Per passare il tempo inventano un gioco: scrivere un racconto del terrore. Mary all’inizio non riesce a scrivere nulla poi l’ispirazione folgorante a seguito di un incubo. Nasce così il personaggio di Frankenstein.

Quello che Mary ha sognato però non è fantasia, ma proviene da qualcosa che ha visto. Lo scienziato pazzo del suo romanzo esiste veramente e si chiama Giovanni Aldini. Mary Shelley, oltre che ai propri sogni, ha attinto a piene mani dalla realtà per costruire il suo personaggio fantascientifico: è infatti noto che la giovane immaginò gli esperimenti del dott. Frankestein ispirandosi alle ricerche dello scienziato bolognese Luigi Galvani sulla stimolazione muscolare, che avevano aperto la strada a una nuova teoria, il galvanismo . Proprio a questi studi Shelley fa esplicito riferimento al termine del secondo capitolo del noto libro. Il trait d’union tra la scrittrice e Galvani pare sia stato il nipote di quest’ultimo, Giovanni Aldini, trasferitosi in Inghilterra, patria della Shelley, per proseguire gli esperimenti dello zio.

Ma chi è Giovanni Aldini?

Aldini vive a Bologna dove insegna fisica. Nipote di Luigi Galvani, è un acceso sostenitore della possibilità di rianimare i morti tramite corrente elettrica . Tanto che alla vita da insegnante rispettabile ne affianca presto un’altra, molto più oscura. Aldini, seguendo le orme dell’illustre nonno, comincia a fare esperimenti su cadaveri di animali . Le rane però non gli bastano e si sposta su teste di mucche o altri animali di grossa taglia. Fa dimostrazioni pubbliche durante le quali richiama sempre più gente. Gli esperimenti consistono nel sottoporre le teste a stimoli elettrici ottenuti grazie a una grande pila. Il risultato sono mascelle che si spalancano, lingue che si dibattono, occhi che si spalancano.

Il successo spinge Aldini ad alzare la posta. Così comincia a usare teste e corpi umani. Sono quelli dei condannati a morte, che lo scienziato preleva direttamente dai luoghi dell’esecuzione oppure sottrae alla sepoltura facendo accordi con polizia e autorità. Le sue dimostrazioni scientifiche si trasformano presto in veri spettacoli. Accorrono folle numerose di curiosi che alla fine vanno via inorriditi e stupefatti per quello che hanno visto. Si diffonde la voce che Aldini sia a un passo dall’impresa di riportare in vita i morti. Lo scienziato però non è ancora soddisfatto: i corpi dei condannati per decapitazione sono quasi del tutto privi di sangue, quindi meno reattivi al passaggio della corrente elettrica. È questo il motivo per cui non è ancora riuscito ad animare completamente un cadavere.

Così si reca a Londra dove trova il soggetto perfetto: George Forrest, un giovane di estrazione sociale molto bassa, sospettato di omicidio della moglie e del figlio. Passano 6 soli giorni tra l’inizio del processo e la condanna a morte di Forrest. Anche se non ci sono prove, si dice che Aldini abbia fatto pressione sui giudici per ottenerne rapidamente la condanna a morte. Sono invece sono certe le pressioni di Giovanni Aldini sul medico delle carceri, il dottor Halmond, affinché gli conceda l’uso del cadavere di Forrest. Infatti, subito dopo l’esecuzione, Aldini e il suo assistente prelevano il corpo dal patibolo e lo portano in un ambulatorio accanto alla prigione. Quello che accade dopo lascia i presenti senza fiato. Il corpo di Forrest, attraversato da potenti scariche elettriche, si scuote, sobbalza, gli occhi si aprono, il respiro riprende e anche il battito cardiaco . Almeno fintanto che la pila scarica energia. Poi il cadavere ritorna immobile. Il dottor Halmond è inorridito, ed è convinto di aver visto tornare in vita il povero ragazzo. Così scappa a casa in preda ad agitazione e muore d’infarto due ore dopo tra le braccia della moglie, alla quale racconta l’accaduto. La moglie chiama la polizia e racconta tutto ai giornali, che danno ampio spazio alla vicenda. È così che Mary Shelley, ancora bambina, viene a sapere di tutta questa storia. Dai giornali che legge suo padre. È l’inizio di un incubo che porterà alla nascita di un mito. Per Aldini invece è la fine di un sogno, la dimostrazione un fallimento, e da quel momento cesserà gli esperimenti.

Dopo la sua morte, Aldini dona tutti gli averi alla fondazione della Scuola di Scienze Naturali di Bologna. È ricordato come un grande scienziato e un uomo generoso, dedito alla ricerca. Questa immagine, tuttavia, non considera il suo lato oscuro, quello di uno scienziato sempre alla ricerca di cadaveri e pronto a tutto per realizzare i suoi esperimenti. In fondo, un’incarnazione delle paure dell’epoca, proprio come Victor Frankenstein, il protagonista del romanzo di Mary Shelley che deve il suo successo alla rappresentazione efficace dei timori legati al progresso tecnologico e alle sue conseguenze imprevedibili.

La prima puntata de Il mio nome è Leggenda vedrà la partecipazione del mass-mediologo Roberto Grandi e della storica Elena Pirazzoli.

Il mio nome è Leggenda è una produzione originale Sky Arte, ideata e realizzata da Bottega Finzioni. Un programma di Michele Cogo, Giuseppe Cassaro, Gianmarco Guazzo e Antonio Monti, scritto da Michele Cogo e dagli ex-allievi di Bottega Finzioni Gianmarco Guazzo, Alberta Lepri e Silvia Pelati, con la produzione esecutiva di Giuseppe Cassaro e la regia di Antonio Monti. Hanno partecipato in forma di partnership il Comune di Bologna e Bologna Welcome, mettendo a disposizione una delle location più suggestive della città: il Salone del Podestà a Palazzo Re Enzo.

“Frankenstein sono io“ – testi di Michele Cogo.

Secondo episodio: “La ragazza del Boop-Boop-a-doop“

É il 1927 ed Helen Kane è una celebrità: madre del motto “Boop-boop-a-doop”, con la sua voce da usignolo e il suo sorriso ammiccante è diventata il simbolo dell’età del jazz. Ma l’arrivo di Betty Boop le ruberà la scena e il ruolo di vamp degli Anni Ruggenti. Eppure, Betty è proprio una caricatura di Helen. É questa storia protagonista della seconda puntata de Il mio nome è Leggenda, la nuova produzione originale Sky Arte con Matilda De Angelis ideata e realizzata da Bottega Finzioni. L’episodio andrà in onda martedì 7 dicembre 2021 alle 21:45 su Sky Arte , e disponibile anche on demand e in streaming su NOW.

La serie Il mio nome è Leggenda racconta le storie dei personaggi reali che hanno dato vita ai miti che tutti conosciamo. In questo caso si tratta di Helen Kane, la reginetta del charleston che ispirò il personaggio di Betty Boop. L’attrice fece causa a Max Fleischer, il creatore del suo alter ego animato, per aver sfruttato illegalmente la sua immagine. Ma mentre il tribunale nega ad Helen i diritti sul proprio mito, l’America conservatrice del tempo censura Betty Boop perché troppo osé per la televisione.

Helen Kane debutta nel mondo dello spettacolo come cantante e ballerina di varietà. Nel 1922 arriva a Broadway, dove nel 1927 recita nel musical teatrale A Night in Spain. Lo spettacolo ottiene un successo clamoroso, tanto che la compagnia mette in scena ben 174 repliche tra maggio e novembre di quell’anno.

Una volta finito il tour, Helen viene invitata ad esibirsi al Paramount Theatre di Seattle, ed è qui che nasce il suo mito. Per la sua prima performance canta That’s my Weakness Now ed esegue, per la prima volta, il suo celebre scat “boop-boop-a-doop”. Nel 1928 diventa ancora più celebre grazie alla sua canzone I Wanna Be Loved By You, uno dei brani più popolari del XX secolo che fu poi riadattata da Marilyn Monroe.

Nel 1932 compare per la prima volta Betty Boop. Siamo in un periodo di lotte per le donne, che chiedono più diritti e cercano di emanciparsi anche attraverso atteggiamenti e abiti più provocanti. Betty è una flapper girl, simbolo dell’età del jazz: è allo stesso tempo mascolina e maliziosa, indossa abiti succinti che lasciano scoperte le spalle, le gambe e l’immancabile giarrettiera, mentre i capelli corti sono acconciati secondo la moda dell’epoca.

Nei cartoon in cui appare Betty Boop sembra sempre in balia degli uomini. Ma questo stile di vita non passa inosservato all’America conservatrice, che costringe i suoi ideatori alla censura.

Negli ultimi anni Betty diventa una casalinga dallo stile molto più sobrio, per poi sparire dalle scene nel 1939: era infatti considerata un modello diseducativo e pericoloso per la pubblica morale.

Quando Helen Kane vede per la prima volta Betty Boop si riconosce immediatamente: quella donnina ammiccante che, con voce da usignolo, canticchiava il suo celebre motto le somiglia fin troppo nell’aspetto e nello stile. É evidente, Betty Boop è la sua caricatura. Nel 1932 fa quindi causa a Max Fleisher, chiedendo 250.000 dollari di risarcimento per aver sfruttato illegalmente la sua immagine. Ma nel 1934 la causa è vinta da Fleischer Studios: secondo il tribunale l’estetica di Betty Boop è ispirata al patrimonio della cultura americana. Inoltre, la sentenza afferma che l’invenzione del booping sia da attribuire alla cantante Baby Eshter, ascoltata anni prima dalla Kane.

La seconda puntata de Il mio nome è Leggenda vedrà inoltre la partecipazione del mass-mediologo Roberto Grandi e dell’antropologo Davide Domenici.

Il mio nome è Leggenda è una produzione originale Sky Arte, ideata e realizzata da Bottega Finzioni. Un programma di Michele Cogo, Giuseppe Cassaro, Gianmarco Guazzo e Antonio Monti , scritto da Michele Cogo e dagli ex-allievi di Bottega Finzioni Gianmarco Guazzo, Alberta Lepri e Silvia Pelati, con la produzione esecutiva di Giuseppe Cassaro e la regia di Antonio Monti. Hanno partecipato in forma di partnership il Comune di Bologna e Bologna Welcome, mettendo a disposizione una delle location più suggestive della città: il Salone del Podestà a Palazzo Re Enzo.

“La ragazza del Boop-Boop-a-doop“ – testi di Michele Cogo e Silvia Pelati.

Nota dell’autrice Silvia Pelati:

Scrivere la storia de “La ragazza del boop-boop-a-doop” è stato come fare una passeggiata per Broadway negli affascinanti anni ’30, con un’accompagnatrice speciale. Ho guardato quella ragazza cantare, ballare, recitare finché ho capito che la diva sul palcoscenico aveva dei conti in sospeso con la vita reale. Forse era questo il segreto del suo talento.


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