Polo Museale – Castello Conti Acquaviva D’Aragona, Conversano: “Chagall. Sogno d’amore”

Chagall. Sogno d’amore

20 aprile – 27 ottobre 2024
Polo Museale – Castello Conti Acquaviva D’Aragona di Conversano

Dal 20 aprile 2024, al Polo Museale – Castello Conti Acquaviva D’Aragona di Conversano, apre al pubblico la grande mostra Chagall. Sogno d’amoreoltre 100 bellissime opere attraverso cui viene raccontata tutta la vita e l’opera di uno degli artisti universalmente più noti e amati: Marc Chagall.

A seguito dell’esperienza maturata lo scorso anno a Conversano con la mostra di Antonio Ligabue, che ha conseguito un grandissimo apprezzamento da parte dei visitatori, il Comune e Arthemisia rilanciano proponendo al pubblico un artista dalla portata internazionale quale Mar Chagall, evidente segno di crescita e progressione nella proposta culturale della Città.

Marc Chagall (Bielorussia, 1887 – Francia 1985) è uno dei più grandi artisti al mondo ed uno dei principali interpreti della pittura del Novecento che – con le sue opere universalmente note, un inconfondibile stile onirico e fantasioso e una vita ricca di tormenti – rappresenta un unicum nella storia dell’arte.
Ebreo ed esule dalla sua patria, proprio per il credo religioso, nel 1910 si trasferisce a Parigi per approfondire gli studi artistici. Attivamente coinvolto nella Rivoluzione Russa, fonda un’accademia d’arte nella sua terra natia, contestata pesantemente dal Governo. Torna in Francia, ma la seconda guerra mondiale lo costringerà a scappare in Spagna, in Portogallo e negli Stati Uniti. Nel 1944 perde la sua amatissima moglie, e questo sarà un ulteriore e tragico trauma nella vita e nell’opera dell’artista. Nel 1948 Chagall torna in Francia e si stabilisce in Provenza, dove abiterà fino alla sua morte nel 1985.

Chagall. Sogno d’amore rappresenta una straordinaria opportunità per ammirare oltre 100 opere tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni dell’artista; un nucleo di opere rare e straordinarie, certificate e autorizzate dalla Fondation Chagall, provenienti da collezioni private e quindi di difficile accesso per il grande pubblico che consentono di ripercorrere la traiettoria artistica del pittore dal 1925 fino alla morte.

L’Amore è il fil rouge che unisce tutta la produzione di Chagall: amore per la religione, per la patria, per la moglie, per il mondo delle favole, per l’arte.

La mostra, dal forte impatto emotivo, racconta un mondo tutto suo, intriso di stupore e meraviglia. Nelle opere coesistono ricordi d’infanzia, fiabe, poesia, religione ed esodo, un universo di sogni dai colori vivaci, di sfumature intense che danno vita a paesaggi popolati da personaggi, reali o immaginari, che si affollano nella fantasia dell’artista: un immaginario onirico in cui è difficile discernere il confine tra realtà e sogno.

Ad arricchire la mostra anche tanti supporti multimediali come video, approfondimenti didattici, elementi immersivi.

Promossa e sostenuta dal Comune di Conversano Città d’Arte e Museco – Musei in Conversano, la mostra Chagall. Sogno d’amore è prodotta e organizzata da Arthemisia ed è a cura di Dolores Duràn Ucàr, una delle più importanti studiose dell’artista. La voce italiana della mostra è affidata alla storica dell’arte Francesca Villanti.


Date
20 aprile – 27 ottobre 2024

Sede
Polo Museale – Castello Conti Acquaviva D’Aragona
Piazza Conciliazione (Arco monumentale)
Conversano – Bari

Orario apertura
Dal martedì al venerdì 10.00 – 13.30 | 15.30 – 19.00
Sabato e domenica 10.00 – 13.30 | 15.30 – 20.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Lunedì chiuso

Biglietti
Intero € 15,00
Ridotto € 13,00

Informazioni e prenotazioni
T. +39 080 99 52 31

Sito
www.arthemisia.it

Hashtag ufficiale
#ChagallConversano

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Settore Musei Civici Bologna | Orari di apertura straordinari, attività e mostre per Pasqua e Pasquetta

Settore Musei Civici Bologna

Pasqua e Pasquetta nei Musei Civici di Bologna
Aperture straordinarie, attività e mostre temporanee domenica 31 marzo e lunedì 1 aprile 2024

Dopo l’esito positivo sperimentato nella giornata di Capodanno che ha visto un’ampia partecipazione di pubblico, anche per le festività pasquali il Settore Musei Civici Bologna ripropone l’apertura straordinaria di tutte le proprie sedi museali in una fascia oraria uniforme. 
Nei giorni di Pasqua (domenica 31 marzo) e Lunedì dell’Angelo (lunedì 1 aprile), tutti i Musei Civici saranno aperti in via eccezionale dalle ore 10.00 alle ore 19.00 con una ricca e variegata offerta culturale  – tra collezioni permanenti, mostre temporanee e 17 attività che comprendono visite guidate in italiano, inglese e greco, mediazione nelle sale espositive e attività didattiche per i più piccoli – a disposizione dei cittadini, delle comunità e dei turisti che sceglieranno di trascorrere le due giornate festive all’insegna dell’arte e della cultura.

Di seguito gli orari di apertura, le attività in programma e le mostre temporanee in corso.
Per informazioni: www.museibologna.it


GLI ORARI DI APERTURA 

Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) ore 10.00 – 19.00
Museo Civico Medievale (via Alessandro Manzoni 4) ore 10.00 – 19.00
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) ore 10.00 – 19.00
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) ore 10.00 – 19.00
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14) ore 10.00 – 19.00
Museo Morandi (via Don Giovanni Minzoni 14) ore 10.00 – 19.00
Casa Morandi (via Fondazza 36) ore 10.00 – 19.00
Museo per la Memoria di Ustica (via di Saliceto 3/22) ore 10.00 – 19.00
Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) ore 10.00 – 19.00
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123) ore 10.00 – 19.00
Museo civico del Risorgimento (Piazza Giosue Carducci 5) ore 10.00 – 19.00


LE ATTIVITÀ

Domenica 31 marzo 2024
ore 10.00 – 13.00: Museo del Risorgimento (Piazza Giosue Carducci 5)
Attività speciale di mediazione nelle sale 
Un mediatore o una mediatrice culturale sarà a disposizione del pubblico per indirizzare nella visita e rispondere a domande e curiosità sulle collezioni del museo, in lingua italiana e inglese.
Ingresso: biglietto museo (intero € 5 | ridotto € 3 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.museibologna.it/risorgimento

ore 10.00 – 14.00: Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123)
Attività speciale di mediazione nelle sale 
Un mediatore o una mediatrice culturale sarà a disposizione del pubblico per indirizzare nella visita e rispondere a domande e curiosità sulle collezioni del museo, in lingua italiana, inglese e greca.
Ingresso: biglietto museo (intero € 5 | ridotto € 3 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

ore 11.00 – 14.00 e 15.00 – 18.00: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14)
Attività speciale di mediazione nelle sale 
Un mediatore o una mediatrice culturale sarà a disposizione del pubblico per indirizzare nella visita e rispondere a domande e curiosità sulle collezioni del museo, in lingua italiana e inglese.
Ingresso: biglietto museo (intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.mambo-bologna.org

ore 11.00 – 12.00: Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) 
Tutto in un’ora
Visita guidata a cura di Silvia Battistini, alla scoperta dei capolavori delle Collezioni Comunali d’Arte.
Ingresso: biglietto museo (intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.museibologna.it/arteantica

ore 12.00 – 13.00: Museo Civico Medievale (via Alessandro Manzoni 4)
Tutto in un’ora
Visita guidata a cura di Teresa Manetti, RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza, alla scoperta dei capolavori del Museo Civico Medievale.
Ingresso: biglietto museo (intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.museibologna.it/arteantica

ore 15.00 – 18.00: Cimitero Monumentale della Certosa (via della Certosa 18)
Verdi passeggiate pasquali | Piccole esplorazioni in Certosa
Un percorso esplorativo rivolto a famiglie per scoprire insieme la Certosa. Un’operatrice museale sarà disponibile presso l’infopoint storico artistico per consegnare ai visitatori un supporto cartaceo che servirà per condurre una visita del luogo in autonomia. Il supporto avrà piccoli esercizi di osservazione rivolti alla natura, all’arte e alla poesia, in modo da cogliere le piccole magie del luogo. 
È possibile richiedere il servizio direttamente presso l’Info-Point storico-artistico (ingresso principale – cortile chiesa), via della Certosa 18.
È necessario portare con sé una matita.
Attività a cura del Museo civico del Risorgimento nell’ambito di “Musei Innovativi e Aperti”.
Ingresso: gratuito
Info: www.museibologna.it/risorgimento

ore 16.00: Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123)
Caccia alle Uova in Museo (Chi trova un uovo trova un tesoro)
Uno strano visitatore dalle lunghe orecchie ha lasciato dei tesori pasquali nelle sale del museo. Riusciranno adulti e bambini a ritrovarli seguendo gli indizi lasciati dal misterioso visitatore saltellante?
Un percorso alla scoperta di storie, macchine e invenzioni racchiuse nel museo.
Prenotazione: obbligatoria entro le ore 13.00 del venerdì precedente museopat@comune.bologna.it | 051 6356611.
Ingresso: biglietto museo (intero € 5 | ridotto € 3 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

ore 16.30 – 17.30: Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44)
Tutto in un’ora
Visita guidata a cura di Teresa Manetti, RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza, alla scoperta dei capolavori del Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini.
Ingresso: gratuito
Info: www.museibologna.it/arteantica

ore 17: Museo Archeologico (via dell’Archiginnasio 2)
I capolavori del Museo
Visita guidata a cura di Aster, alla scoperta dei principali e più celebri capolavori del Museo Civico Archeologico di Bologna.
Max 30 partecipanti.
Ingresso: biglietto museo (intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.museibologna.it/archeologico


Lunedì 1 aprile 2024

ore 10.00 – 13.00 e 14.00 – 17.00: Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2)
Scopri il museo con un mediatore
Acquistando il biglietto del museo è possibile, gratuitamente e senza prenotazione, usufruire di un servizio di mediazione museale secondo due diverse modalità:
– “Chiedi all’archeolog*”: un mediatore sarà a disposizione del pubblico per indirizzare nella visita e rispondere alle libere domande e curiosità sulle collezioni del museo. Per “aprire tutti gli scrigni” del museo, la postazione del mediatore si sposterà fra le sale secondo
uno schema che verrà consegnato con il biglietto;
– “Tutti al Museo Archeologico” (fino ad esaurimento posti, max 10 persone per turno): sarà poi possibile fare un’esperienza al Museo accompagnati da una mediatrice del progetto “Musei Innovativi e Aperti” che ha l’obiettivo di avvicinare al patrimonio culturale
pubblici differenti per età e provenienza, favorire l’inclusione sociale e promuovere la partecipazione attiva alla vita culturale cittadina.
Ad ogni ora sarà possibile seguire alternativamente una delle seguenti attività, secondo uno schema che verrà consegnato con il biglietto:
• “‘Toccare’ la storia della città”: la storia antica di Bologna in 39 oggetti
Esplorando anche con le dita, sarà possibile conoscere la storia di Bologna dall’epoca preistorica a quelle etrusca, gallica e romana grazie a 39 copie di reperti archeologici, un’opera originale e 9 disegni in rilievo che permetteranno di scoprire alcuni aspetti della vita
della donna e dell’uomo in quei tempi.
• “Sperimentazioni”: a partire dal racconto di reperti importanti esposti nella Collezione Egizia, si offre un percorso speciale che riflette sul concetto di sperimentazione e incontro. Oggetti che viaggiano e portano con sé il racconto di una cultura diversa, sono un esempio di come l’atteggiamento curioso e aperto alla lettura di nuove storie sia la condizione fondamentale per la sperimentazione. A partire da tali spunti, i/le partecipanti creeranno il “passaporto” di un oggetto che racconta qualcosa di un loro viaggio o di un momento in cui sono entrati in contatto con una realtà nuova.
Ingresso: biglietto museo (intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.museibologna.it/archeologico

ore 11.00 – 12.00: Museo Civico Medievale (via Alessandro Manzoni 4)
The best of the museum
Guided tour by Pierre-Yves Theler, RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza, discovering the masterpieces of the Museo Civico Medievale.
Ticket: museum fee (full fee € 6 | reduced fee € 4 | free admittance for Card Cultura holders)
Info: www.museibologna.it/arteantica

ore 15.00: Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2)
Un giorno da antichi egiziani
Laboratorio con visita per ragazze e ragazzi da 8 a 11 anni, a cura di Aster.
Un laboratorio teatrale in cui immergersi nella vita che si svolgeva lungo il Nilo. Attraverso alcuni giochi scopriremo se gli antichi Egiziani compivano i nostri stessi gesti quando si alzavano al mattino e le attività che svolgevano lungo l’arco della giornata. Nella parte finale, utilizzando oggetti di scena e costumi e con lo sfondo di ambienti dell’antico Egitto, ogni partecipante interpreterà un ruolo per immortalare scene di vita e portare con noi il ricordo di aver provato per una volta a vivere come gli antichi Egiziani!
Prenotazione: obbligatoria a partire dal lunedì precedente l’iniziativa ed entro il venerdì (lunedì-venerdì ore 10.00 – 12.00) 051 2757208 (20 partecipanti)
Ingresso: gratuito
Info: www.museibologna.it/archeologico

ore 15.30: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14)
Ludovica Carbotta. Very Well, on My Own
Visita guidata alla mostra.
Prenotazione: consigliata entro le ore 13.00 del venerdì precedente mamboedu@comune.bologna.it 
Ingresso: biglietto mostra (intero € 6 | ridotto € 4)
Info: www.mambo-bologna.org

ore 16.00: Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123)
Premiata Ditta Imballaggio Uova: riusciranno le uova ad arrivare salve a destinazione?
Laboratorio per bambine e bambini da 6 a 11 anni.
Per proteggere un contenuto prezioso occorre progettare un contenitore efficace.
In questo laboratorio i bambini dovranno pensare e assemblare un contenitore che possa portare a destinazione un carico fragile e prezioso… evitando rotture!
Con l’utilizzo di materiale semplice e di facile reperibilità inventeremo insieme dei pacchetti a prova di trasporto!
Prenotazione: obbligatoria entro le ore 13.00 del venerdì precedente museopat@comune.bologna.it | 051 6356611
Ingresso: gratuito (gratuito anche per un accompagnatore adulto)
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

ore 16.30: Museo Morandi (via Don Giovanni Minzoni 14)
Guided tour of the Museo Morandi
A tour to learn about and explore the poetics of Giorgio Morandi, one of the greatest artists of the 20th century.
Reservation: recommended by 1 p.m. on the preceding Friday at mamboedu@comune.bologna.it 
Ticket: museum fee (full fee € 6 | reduced fee € 4 | free admittance for Card Cultura holders)
Info: www.mambo-bologna.org

ore 16.30 – 17.30: Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44)
The best of the museum
Guided tour by Pierre-Yves Theler, RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza, discovering the masterpieces of the  Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini.
Ticket: free admittance
Info: www.museibologna.it/arteantica

ore 17.00: Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2)
Storie immortali
Visita guidata a cura di Aster.
Un percorso sul mito fra iconografia e fonti letterarie: una visita guidata che percorre le storie di tre grandi filoni mitici della grecità (le storie di Eracle, gli Argonauti, il ciclo Troiano e i ritorni), mostrando come queste storie migrino per il Mediterraneo sostanziando la cultura etrusca e latina e venendo continuamente rifunzionalizzate. È proprio questo legame che si vuol far comprendere, concludendo il percorso con l’ascolto delle voci di alcune eroine legate ai filoni mitici indagati, con testi tratti dalle Heroides di Ovidio.
Max 30 partecipanti.
Ingresso: biglietto museo (intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura)
Info: www.museibologna.it/archeologico

LE MOSTRE TEMPORANEE IN CORSO

Il Medagliere si rivela. Le due torri nelle medaglie e nelle monete del Museo Civico Archeologico di Bologna
A cura di Paola Giovetti e Laura Marchesini
Fino al 26 agosto 2024
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2)
Tel. +39 051 2757211
Info: www.museibologna.it/archeologico

Giuseppe Romagnoli (1872 – 1966)
Medaglia in bronzo della Cassa di Risparmio di Bologna, 1927- Bologna, Museo Civico Archeologico, n. inv. 880 – Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico Archeologico

Il Museo Civico Archeologico dedica una piccola esposizione di medaglie e di monete legate alla raffigurazione iconografica dei due monumenti simbolo della città felsinea, la Torre degli Asinelli e la Torre Garisenda, nell’ambito del progetto Il Medagliere si rivela volto a far conoscere al grande pubblico la ricchissima raccolta numismatica del museo, giunto qui al suo terzo appuntamento dopo i precedenti focus San Petronio rifondatore di Bologna e Natale in nummis. Iconografie del Natale nelle monete e nelle medaglie del Museo Archeologico.
L’esposizione, liberamente fruibile nell’atrio del museo, consente la visione di 25 esemplari tra monete, conii e medaglie, che coprono un arco temporale compreso tra il XV e il XXI secolo.
L’approccio tematico di questa esposizione si propone di valorizzare non solo il patrimonio del museo ma desidera anche proporre un focus sulla storia locale attraverso la fortuna che l’immagine delle due torri ha conosciuto nella produzione numismatica, in una fase storica di particolare attenzione per la tutela e la conservazione dei due monumenti che coinvolge anche i Musei Civici.
Asinelli e Garisenda sono infatti le torri più celebri di Bologna, da molti secoli simbolo identificativo della città per i suoi abitanti e per i viaggiatori, e oggi per i numerosi turisti che la visitano. Inizialmente tuttavia, quelle che oggi sono gli edifici iconici dello skyline bolognese, si trovavano in un tessuto urbano caratterizzato dalla presenza di oltre 100 torri, oggi in amplissima parte scomparse o celate, superstiti, tra i palazzi del centro storico.

Figure e paesaggi dell’Ottocento alle Collezioni Comunali d’Arte
A cura di Isabella Stancari
21 marzo – 30 giugno 2024
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6)
Tel. +39 051 2193998 
Info: www.museibologna.it/arteantica

Alfredo Savini (Bologna, 1868 – Verona, 1924)
Auxilium ex alto, 1896 – Olio su tela,
cm 229 x 165 – Provenienza: Concorso Baruzzi, 1896 – Bologna, Collezioni Comunali d’Arte (deposito MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Collezioni storiche), n. inv. P372 

La mostra Figure e paesaggi dell’Ottocento alle Collezioni Comunali d’Arte rientra nell’ampio progetto espositivo diffuso La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915, dedicata alla pittura felsinea dall’età napoleonica alla Grande Guerra, ideata e coordinata dal Settore Musei Civici Bologna attraverso il Museo civico del Risorgimento, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari.  
I dipinti esposti rientrano in due tematiche principali. La prima è dedicata all’Accademia delle Belle Arti, luogo di formazione di quasi tutti gli artisti locali e promotore di due concorsi artistici nazionali, il Curlandese e il Baruzzi, la seconda affronta il paesaggio, con numerose opere inedite. Oltre alle opere in mostra si possono ammirare nel percorso museale i due ampi saloni dedicati in permanenza a Pelagio Palagi, il più importante pennello neoclassico locale, la cui carriera internazionale come pittore, architetto, decoratore d’interni, scultore e disegnatore di arredi si concluse a Torino come artista della corte Savoia di re Carlo Alberto.

Un ritratto di Pompeo Batoni (1708 – 1787) dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid  
A cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti
Fino al 7 aprile 2024
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44)
Tel. +39 051 236708 
Info: www.museibologna.it/arteantica

Pompeo Girolamo Batoni (Lucca, 1708 – Roma, 1787)
Ritratto della cntessa Maria Benedetta di San Martino, 1785 – Olio su tela, cm 99 x 74
Madrid, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, inv. n. 32 (1977.28)

Un celebre protagonista della pittura europea del Settecento arriva per la prima volta a Bologna: si tratta di Pompeo Girolamo Batoni (Lucca, 1708 – Roma, 1787), di cui il Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini espone, fino al 7 aprile 2024, il Ritratto della contessa Maria Benedetta di San Martino proveniente dal Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid.

La prestigiosa opportunità espositiva, a cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti, si inserisce nell’ambito della rassegna Ospiti promossa fin dal 1996 dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna come attività di valorizzazione del patrimonio e sviluppo delle relazioni scientifiche con istituzioni museali italiane e internazionali, attraverso lo scambio di opere attivato in occasione di prestiti per esposizioni temporanee.
Considerato il ritrattista più ricercato nell’Europa del XVIII secolo per la sua arte innovativa e originale, anche nella più convenzionale ritrattistica ufficiale Batoni sa raggiungere risultati stupefacenti e sofisticati per qualità esecutiva e accostamenti cromatici. Ne è esempio il dipinto presentato a Bologna- firmato sul bordo del tavolo e datato 1785 – che appartiene alla tarda produzione del pittore e ne incarna a pieno l’ideale di grazia e delicata eleganza espressa nella resa delle figure femminili.

L’Incredulità di San Tommaso di Gaetano Serra Zanetti: due versioni a confronto
A cura di Mark Gregory D’Apuzzo
21 marzo – 30 giugno 2024
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44)
Tel. +39 051 236708 
Info: www.museibologna.it/arteantica

Gaetano Serra Zanetti (Sant’Agata Bolognese, 1807 – Anzola dell’Emilia, 1862)
Incredulità di San Tommaso, 1850
Olio su tela, cm 243 x 121
Bologna, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Inv. 0471 
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica

La mostra L’Incredulità di San Tommaso di Gaetano Serra Zanetti: due versioni a confronto rientra nell’ampio progetto espositivo diffuso La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915, dedicata alla pittura felsinea dall’età napoleonica alla Grande Guerra,
ideata e coordinata dal Settore Musei Civici Bologna attraverso il Museo civico del Risorgimento, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari.  
Promossa dai Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici d’Arte Antica, in collaborazione con La Quadreria di ASP Città di Bologna, l’iniziativa espositiva al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini presenta due versioni dell’Incredulità di San Tommaso realizzate da Gaetano Serra Zanetti (Bologna, 1807 – ivi, 1862) abitualmente conservate nei depositi e dunque non accessibili al pubblico. La mostra offre quindi l’opportunità di conoscere de visu due opere significative nel percorso del pittore, che fu tra i protagonisti dell’Ottocento bolognese, più volte gratificato da premi e riconoscimenti.
Lungo il percorso del museo sono inoltre segnalati alcuni paesaggi ottocenteschi di età romantica esposti in permanenza: il delizioso quadretto La scalinata di Giuseppe Termanini e alcuni dipinti di Giacomo Savini, entrambi allievi del pittore e scenografo Vincenzo Martinelli, esponente di spicco del paesaggismo bolognese della seconda metà del Settecento. 

Ludovica Carbotta. Very Well, on My Own
A cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì
Fino al 5 maggio 2024
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel. +39 051 6496611

Info: www.mambo-bologna.org

Ludovica Carbotta. Very Well, on My Own
Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2024
Foto Carlo Favero – Courtesy Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Lynda Benglis e Properzia de’ Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno
A cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Giulia Pezzoli
Fino al 26 maggio 2024
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel. +39 051 6496611

Info: www.mambo-bologna.org

Lynda Benglis e Properzia de’ Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno
Veduta di allestimento della mostra presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2024
Foto Carlo Favero
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

L’esposizione Lynda Benglis e Properzia de’ Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno propone un dialogo inedito tra Properzia de’ Rossi (Bologna, 1490 circa – 1530), considerata la prima donna scultrice nella storia dell’arte nonché unica donna ad avere una biografia all’interno delle Vite di Giorgio Vasari, e Lynda Benglis (Lake Charles, Louisiana, 1941), una delle massime protagoniste dell’arte contemporanea internazionale. Appartenenti a epoche e culture lontane tra loro, le due artiste, entrambe virtuose del medium scultoreo, sono accomunate dall’ambizione di affermare la propria individualità creativa in contesti ostili o difficilmente accessibili alle donne.
Dalla produzione artistica dell’artista bolognese viene esposto lo stemma nobiliare della famiglia Grassi con aquila bicipite, in filigrana d’argento con noccioli di frutta intagliati, proveniente dal Museo Civico Medievale di Bologna e appositamente restaurato per questa occasione espositiva, e una riproduzione in 3D della formella in marmo, prodotta anch’essa per la mostra, rappresentante l’episodio biblico di Giuseppe e la moglie di Putifarre, realizzata per il portale della Basilica di San Petronio e conservata all’interno del suo Museo diocesano. Entrambe le opere sono descritte e attribuite da Giorgio Vasari a Properzia de’ Rossi nelle Vite, primo testo critico di storia dell’arte a sua volta presente in mostra attraverso le due preziose edizioni del 1568 conservate presso la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna. 
Dalla produzione artistica di Lynda Benglis, l’esposizione presenta sette sculture in marmo, realizzate dal 2015 al 2021, provenienti da Thomas Brambilla Gallery di Bergamo e da collezioni private ubicate nell’area metropolitana di Bologna. 

Mary Ellen Bartley: MORANDI’S BOOKS
A cura di Alessia Masi
Fino al 7 luglio 2024
Museo Morandi (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel. +39 051 6496611

Info: www.mambo-bologna.org/museomorandi

Mary Ellen Bartley
Large White Bottle and Shadow, 2022
Stampa su pigmento d’archivio montata su dibond, cm 68,58 x 91,44
Courtesy Mary Ellen Bartley

Morandi metafisico. Tre disegni. Una storia
A cura di Lorenza Selleri
Fino al 5 maggio 2024
Casa Morandi (via Fondazza 36)
Tel. +39 300150 / 6496611

Info: www.mambo-bologna.org/museomorandi

Manichino femminile utilizzato da Morandi per alcune nature realizzate tra il 1918 e il 1919.
Questo modello è stato ritrovato nel ripostiglio adiacente alla camera-studio dell’artista in via 
Fondazza 36 a Bologna.
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Museo Morandi

Le opere di Giorgio Morandi in cui si può percepire una vicinanza stilistica a quelle dei principali esponenti della Metafisica sono 21 (comprendendo anche quelle oscillanti tra Metafisica e “Valori Plastici”) e sono prevalentemente dipinti ad olio. Queste tele si conservano per lo più in alcuni dei più importanti musei italiani (quella appartenuta a Roberto Longhi venne purtroppo trafugata nel 1981 e ad oggi non è stata ancora ritrovata).
Il Museo Morandi possiede tre disegni che, pur essendo cronologicamente successivi a quel solo anno (estate 1918 – tardo autunno 1919) in cui Morandi si avvicina alla Metafisica, possono a pieno titolo appartenere a quel gusto. Questi rari e preziosi fogli, infatti, tracciati a inchiostro raffigurano rispettivamente due nature morte metafisiche di impianto analogo a quello dei dipinti che si conservano alla Pinacoteca di Brera (Natura morta, 1919 -V.43 e Natura morta, 1919 – V.44) e un vaso di fiori che invece richiama il dipinto di collezione privata (Fiori, 1920 – V.56) emblematico della successiva stagione dei “Valori Plastici”. I tre disegni, in realtà, risalgono tutti a quel periodo, come si evince dalla carta su cui sono stati schizzati seppur con una precisione quasi descrittiva. Morandi ha utilizzato infatti il verso di cedole librarie della celebre casa editrice d’arte “Valori Plastici” fondata nel 1918 dall’artista ed editore Mario Broglio. I fogli provengono, non a caso, dal fondo archivistico della rivista romana e, andati in asta a Roma nell’ aprile del 1999, sono stati acquistati dal Comune di Bologna arricchendo così la collezione del Museo Morandi.
Il focus nasce con l’intenzione di documentare questa breve parentesi del percorso artistico morandiano accostando ai disegni, i modelli che servirono a Morandi per le sue opere metafisiche e un apparato documentario di lettere, testi e fotografie.
Cartella stampa: https://drive.google.com/drive/folders/1fZKMNi3ZJ2xqQ3EhxMba6O-omEQElHLQ


Vespa Club. Una piccola grande storia su due ruote
Prorogata fino al 30 giugno 2024
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123)
Tel. +39 6356611
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

Vespa Club Bologna. Una piccola grande storia su due ruote
Veduta di allestimento presso Museo del Patrimonio Industriale, Bologna, 2023-2024
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Museo del Patrimonio Industriale

Vespa Club Bologna. Una piccola grande storia su due ruote è un focus espositivo dedicato al mito della Vespa, icona del motociclismo italiano nel mondo, nato dalla collaborazione del Museo del Patrimonio Industriale con il Vespa Club Bologna.
L’allestimento, realizzato nel piano intermedio del percorso di visita, accanto all’esposizione di un importante nucleo di 18 motociclette prodotte dalla casa bolognese M. M. recentemente concesse in comodato al museo.
La Vespa ha lasciato un’impronta significativa nella storia dei trasporti, nell’immaginario collettivo, nell’arte e nel cinema non solo italiani. Raccontare il primo marchio globale della mobilità al Museo del Patrimonio Industriale, le cui collezioni permanenti documentano le eccellenze produttive bolognesi anche in ambito motoristico e meccanico, consolida, ancora una volta, i rapporti tra l’istituzione museale, il mondo del collezionismo, i club e l’associazionismo in un territorio simbolo della Motor Valley emiliano-romagnola nota a livello mondiale.
La storia di questo scooter è legata in modo significativo a Bologna, non solo perché in questa città è nato uno dei primi Club per gli amanti di questo mezzo ma perché tra il 20 e 21 maggio 1950 si tenne in Piazza Maggiore il primo raduno internazionale della storia vespistica che richiamò circa 5.000 vespisti provenienti da Italia, Austria, Francia, Germania e Svizzera. Risale all’anno precedente, il 1949, la nascita ufficiale del Vespa Club Bologna, tra le prime organizzazioni italiane ad aver compreso le potenzialità innovative del veicolo, in una città dalla tradizione motociclistica molto solida in cui operavano aziende storiche come M.M. e C.M e dove stavano prendendo avvio nuove realtà come Moto Morini, F.B. Mondial e Ducati.
Il Club è da subito attivo sia nelle manifestazioni sportive sia nelle rievocazioni locali e nazionali. I suoi associati, oltre 600, sono da tempo impegnati nello studio della storia del marchio garantendo il restauro e la conservazione dei pezzi che oggi, per la prima volta in contemporanea, vengono esposti al Museo del Patrimonio Industriale. I modelli visibili in mostra sono 7.

La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915
A cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari
21 marzo – 30 giugno 2024
Museo civico del Risorgimento (Piazza Giosue Carducci 5)
Tel. + 39 051 2196520
Info: www.museibologna.it/risorgimento

Alessandro Guardassoni (Bologna, 1819 – ivi, 1888)
Anna Bolena forsennata, 1843
Olio su tela, cm 98 x 77
Bologna, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (Collezioni storiche), n. inv. 27277 / 5154
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologn

Al Museo civico del Risorgimento è allestita la sezione da cui prende il titolo il progetto espositivo diffuso La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915, dedicata alla pittura felsinea dall’età napoleonica alla Grande Guerra, ideata e coordinata dal Settore Musei Civici Bologna attraverso il Museo civico del Risorgimento, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari.  
Tra le opere ispirate ai temi risorgimentali si segnala uno dei capolavori della ritrattistica ottocentesca, il Ritratto di Giovan Maria Damiani in uniforme delle Guide Garibaldine (1872) di Antonio Puccinelli, appartenente alla collezione dello stesso museo e raramente esposto. L’iconica opera è affiancata dalle opere I fatti di Savigno (Passaggio delle truppe pontificie) di Ferdinando Fontana e dal modelletto preparatorio, in collezione privata, della omonima grandiosa tela di Carlo Arienti La cacciata dell’imperatore Barbarossa da Alessandria, voluta dal re Carlo Alberto in chiave antiaustriaca. 
Grazie alle opere delle collezioni storiche del MAMbo viene inoltre ripercorso il tema del soggetto storico, tanto caro alla cultura artistica di metà Ottocento, con le opere La morte di Zerbino (1851) del pittore di figura Ippolito Bonaveri e Io mi sedeva in parte… (1873) di Alfonso Savini, mentre il genere del paesaggio bolognese è rappresentato dalle vedute neoclassiche di Giacomo Savini, di età romantica con Ottavio Campedelli e del primo Novecento con Augusto Majani “Nasica”.
Oltre alle cinque piccole opere inedite di Giulio Cesare Ferrari, ritrovate da Isabella Stancari durante il lavoro di ricerca confluito nel Bollettino 2020/2022 del Museo civico del Risorgimento, notevole è inoltre il nucleo di quattro tele dipinte da Alessandro Guardassoni, che si ricollegano idealmente alla mostra monografica visibile nella sede della Fondazione Gualandi a favori dei sordi. Il capolavoro giovanile del pittore bolognese Anna Bolena forsennata, vincitore del piccolo premio Pittura al Concorso Curlandese del 1843 e proveniente dai depositi del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, è esposto insieme a tre opere inedite da collezioni private che testimoniano il lato più sperimentale dell’artista. Si tratta del Giardiniere che annaffia una pianta e due particolari vedute di giardini, eseguite a tempera e chine sui toni del grigio, che mostrano la rielaborazione del reale sulla base di fotografie. Per la delicata eleganza si distingue, infine, uno dei rari di ritratti Luigi Serra, Ritratto di signora (Enrica Merlani) eseguito nel 1888, anno della prematura scomparsa del pittore.


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Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich (Trieste) – HISTRI, archeologia, l’anfiteatro e il teatro romano: il museo archeologico dell’Istria

Foto Museo Archeologico dell’Istria
La mostra “Histri in Istria” e gli eventi collaterali
HISTRI, ARCHEOLOGIA, L’ANFITEATRO E Il TEATRO ROMANO: IL MUSEO ARCHEOLOGICO DELL’ISTRIA
Relatore il direttore del Museo Darko Komšo
martedì 26 marzo, alle ore 17.30 a
lla Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich (Trieste)

L’ultimo evento collaterale della mostra “Histri in Istria” è dedicato al Museo archeologico dell’Istria a Pola, partner della Comunità Croata di Trieste nella progettazione della preziosa esposizione ospitata al Museo Winckelmann, organizzata insieme al Comune di Trieste (aperta fino al 1 aprile 2024, dalle 10.00 alle 17.00) con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione CRTrieste.
Dal titolo “Histri, archeologia, l’anfiteatro e il teatro romano: il Museo Archeologico dell’Istria”, è in programma martedì 26 marzo, alle ore 17.30, alla Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich, e prevede come relatore il direttore del Museo archeologico dell’Istria/Arheološki muzej Istre a Pola/Pula Darko Komšo. Presente anche il sindaco di Pola, Filip Zoričić in rappresentanza del Comune di Pola e della partecipata Agenzia del turismo della città di Pola sponsor della mostra. Moderatore il presidente della Comunità Croata di Trieste, Damir Murkovic.
Il direttore del Museo archeologico dell’Istria, Darko Komšo, nel corso della conferenza (prevista la traduzione simultanea in italiano) presenterà la storia del Museo e dei principali monumenti sotto la sua tutela; illustrerà inoltre i significati del dirigere questa istituzione complessa, parlerà dei lavori per la nuova esposizione permanente del museo e dei programmi per il prossimo futuro.

Foto Museo Archeologico dell’Istria

Il Museo archeologico dell’Istria
Il Museo archeologico dell’Istria è il museo più visitato in Croazia e una delle istituzioni più importanti dell’Istria. La sua fondazione risale a 122 anni fa, strettamente connessa al recupero dei reperti trovati nell’area dell’antico capoluogo degli Histri, Nesazio. Il primo lapidario del museo era situato in uno degli imponenti monumenti antichi di Pola, il tempio di Augusto nell’antico Foro romano, e conteneva la raccolta di reperti iniziata già nel primo Ottocento. Alcuni anni dopo, il lapidario si espanse fino a comprendere l’anfiteatro. L’arena, l’anfiteatro di Pola, è il monumento antico più grande in Croazia, il sesto anfiteatro romano nel mondo per grandezza e con le sue quattro torri figura tra gli edifici anfiteatri con la struttura esterna meglio conservata.

Nella sua storia, che dura da oltre un secolo, il Museo archeologico dell’Istria, assieme al ricco patrimonio culturale di cui è responsabile, ha cambiato quattro stati ed è sopravvissuto a tre guerre, trasformandosi in un centro regionale scientifico e culturale. Accanto all’attività museale, archeologica e di tutela dei monumenti, si occupa di organizzazione e produzione di eventi culturali, quali mostre e concerti, e di editoria, rappresentando uno dei centri principali dell’offerta culturale di Pola e dell’Istria. Tra i progetti più ragguardevoli ultimamente realizzati vi è la rivitalizzazione del Piccolo teatro romano, l’unico teatro romano conservatosi in Croazia. Con i suoi 2000 posti a sedere, ogni estate si trasforma in uno spettacolare palcoscenico per pièce teatrali, balletti, opere e concerti di musica alternativa in questa parte dell’Europa.

Darko Komšo

Darko Komšo è nato nel 1972 a Pola, dove ha frequentato le scuole elementari e medie. Nel 1999 ha conseguito la laurea in Archeologia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia/Filozofski fakultet dell’Università di Zagabria. Dal 1996 lavora al Museo archeologico dell’Istria/Arheološki muzej Istre a Pola/Pula, prima con il titolo di consulente museale e dal 15 gennaio 2009 come direttore. È membro del Consiglio museale croato/Hrvatsko muzejsko vijeće dal 2016 e suo presidente dal 2018. Dal 2018 è anche membro del Consiglio croato per i beni culturali/Hrvatsko vijeće za kulturna dobra.

Ha partecipato a più di 100 conferenze professionali e scientifiche in Croazia e all’estero. Autore di 135 articoli scientifici e professionali, pubblicati sulle riviste croate e internazionali. Ha preso parte a oltre 50 scavi archeologici, per lo più in qualità di direttore. Ha curato come autore tre mostre e come coautore numerose mostre collettive e presentazioni di archeologia sperimentale.

Darko Komšo figura negli annali dell’archeologia croata per la scoperta dell’arte rupestre nella grotta di San Romualdo/Romualdova pećina in Istria, l’unica finora trovata in Croazia. Per questa scoperta è stato premiato dalla Società archeologica croata/ Hrvatsko arheološko društvo per la promozione dell’archeologia croata nel Paese e all’estero.

Membro del Coordinamento per l’istituzionalizzazione dell’insegnamento della storia del territorio della regione Istriana/Koordinacija za zavičajnu nastavu Istarske županije, del Consiglio di partenariato dell’area urbana di Pola/Partnersko vijeće urbanog područja Pule e del Comitato per gli eventi culturali nei monumenti culturali della Città di Pola/Povjerenstvo za kulturne manifestacije u spomenicima kulture grada Pule. È stato membro del Consiglio di amministrazione del Museo archeologico di Osijek e presidente del Consiglio museale del Museo archeologico di Zara. Dal 2005 al 2009 ha rappresentato le regioni Istria e Litoraneo-montana/Primorsko-goranska županija nel Comitato centrale della Società archeologica croata e svolto la funzione di supervisore museale di secondo livello.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

Milano, Palazzo Reale: Cézanne / Renoir. Capolavori dal Musée de L’Orangerie e dal Musée D’Orsay

Paul Cézanne, Arbres et maisons (© 2024 RMN-Grand Palais /
Hervè Lewandowski / RMN-GP / Dist. Photo SCALA, Firenze)
CÉZANNE / RENOIR
CAPOLAVORI DAL MUSÉE DE L’ORANGERIE E DAL MUSÉE D’ORSAY
 
Palazzo Reale Milano
19 marzo – 30 giugno 2024
 
A cura di Cécile Girardeau e Stefano Zuffi

Nel 2024, anno in cui si celebrano i 150 anni della nascita del movimento Impressionista, apre a Palazzo Reale a Milano, dal 19 marzo al 30 giugno, una delle mostre più importanti della primavera che pone a confronto le personalità e le opere di due pittori, Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir, che hanno contribuito in maniera decisiva alle fortune dell’Impressionismo e che hanno influenzato le future generazioni di artisti.

Promossa da Comune – Cultura con il patrocinio del Ministero della Cultura e dell’Ambassade de France en Italie, l’esposizione è prodotto da Palazzo Reale, Skira Arte e Museum Studio, in collaborazione con Musée de l’Orangerie e Musée d’Orsay, nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, e curata da Cécile Girardeau, conservatrice al Musée de l’Orangerie di Parigi, e Stefano Zuffi, storico dell’arte, con la collaborazione di Alice Marsal, responsabile degli archivi e della documentazione al Musée de l’Orangerie. Il progetto è realizzato grazie a Enel, in qualità di main partner, e grazie a Fineco, premium partner.

La mostra presenta cinquantadue capolavori, capaci di offrire un esaustivo spaccato del lavoro dei due artisti, dalle prime tele degli anni settanta dell’Ottocento alle prove più mature dei primi del Novecento, riuniti dal mercante d’arte Paul Guillaume (1891-1934), che considerava Cézanne e Renoir capiscuola di una pittura a un tempo classica e moderna, e, dopo la sua morte, dalla moglie Domenica (1898-1977). Le tele sono poi confluite nelle prestigiose collezioni del Musée de l’Orangerie di Parigi e del Musée d’Orsay di Parigi, affiancate in mostra da due tele di Pablo Picasso.

Partendo dai loro dipinti più apprezzati e conosciuti, la rassegna dà conto delle diverse traiettorie che i due autori seguirono lungo le rispettive carriere: Cézanne focalizzava l’attenzione sulla struttura compositiva più rigorosa e geometrica e sulla forza della pennellata, Renoir si concentrava sull’armonia, sulle atmosfere delicate, sulla resa delle forme tramite il colore. Il percorso espositivo segnala i punti d’incontro di questi due itinerari artistici, sviluppati in parallelo alla nascita di una sincera amicizia, iniziata già nel 1860, che sfociò in un’ammirazione reciproca, portando i due maestri a porsi interrogativi comuni e a coltivare un interesse condiviso per alcuni generi, come la natura morta, il paesaggio, il ritratto e il nudo.

Questo dialogo tra l’opera di Cézanne e quella di Renoir costituisce la naturale estensione dello scambio intrapreso dai due nell’atelier di Charles Gleyre all’inizio delle rispettive carriere. Le loro affinità elettive si manifestano già negli anni Settanta, al Café de la Nouvelle Athènes a Parigi e in occasione delle prime mostre impressioniste cui partecipano insieme. Nonostante il progressivo allontanamento di Cézanne dalla scena parigina, i due amici continuano a frequentarsi e, nell’ultimo ventennio dell’Ottocento, Renoir sarà più volte ospite del maestro di Aix-en-Provence.

Auguste Renoir, Jeunes filles au piano (© 2024 RMN-Grand Palais / Franck Raux/ Dist. Foto SCALA, Firenze)

L’allestimento, che segue un criterio tematico, consente di apprezzare la loro evoluzione stilistica, che li porterà a soluzioni estetiche assai diverse, un dialogo in cui la calda espressività di Renoir si contrappone alla precisione analitica di Cézanne.

La rassegna propone i loro migliori esiti sia che si tratti di paesaggi (Renoir, Paysage de neige, 1875; Cézanne, Arbres et maisons, 1885), o di nature morte (Renoir, Fleurs dans un vase, 1898; Pêches, 1881; Cézanne, Le Vase bleu, 1889-1890; Vase paillé, sucrier et pommes, 1890-1894), dove la sensualità delle pesche succose e vellutate, delle fragole rosse, delle pere rosee, sature di sole e disposte su soffici tovaglie di Renoir si contrappone ai frutti sodi e gialli che Cézanne contorna di nero e colloca su tavoli spogli dagli spigoli netti; o ancora di ritratti (Renoir, Claude Renoir en clown, 1909; Cézanne, Portrait de Madame Cézanne, 1885-1895), caratterizzati in Renoir da un’atmosfera di dolcezza, di serenità e di tenerezza, mentre le figure di Cézanne sono spesso distanti e poco sorridenti, talvolta quasi astratte, o della serie delle bagnanti (Renoir, Baigneuse assise, 1914; Cézanne, Trois baigneuses, 1874-1875), dove i nudi distesi e voluttuosi di Renoir contrastano con quelli in piedi, muscolosi e virili, di Cézanne.

Nonostante queste differenze, i due hanno condiviso il medesimo destino, trasformandosi, mentre erano ancora in vita, nei numi tutelari di tutti quegli artisti che nel corso del Novecento hanno continuato a sviluppare e rielaborare il frutto della loro sperimentazione. L’esposizione si completa infatti con la sezione che documenta quanto decisivo sia stato l’impatto e l’influenza che Renoir e Cézanne ebbero sulla successiva generazione di pittori, attraverso il confronto tra due opere di Cézanne e Renoir con due dipinti di Pablo Picasso (Cézanne, Pommes et biscuits, 1880; Picasso, Grande nature morte, 1917; Renoir, Femme nue couchée, 1906; Picasso, Grand nu à la draperie, 1921-1923).

Nel percorso espositivo s’incontra una Sala atelier creata da Foll.ia, che conduce il visitatore all’interno degli studi dei due pittori. Partendo dalla documentazione relativa a quelli di Cagnes-sur-Mer per Renoir e del Jas de Bouffan per Cézanne, viene riprodotto il rapporto di entrambi gli artisti con il proprio spazio di lavoro che diventa un luogo di incontro e di relazione tra “la realtà” e l’artista.

La mostra è accompagnata da una pubblicazione Skira Arte e arricchita da un programma didattico sviluppato secondo le diverse fasce di età e rivolto sia alle scuole, che alle famiglie.

Il public program, pensato per gli adulti, in collaborazione con l’Institut Français, approfondisce le tematiche sviluppate da Cézanne e Renoir, dagli artisti loro contemporanei e dai loro successori attraverso confronti con scrittori, poeti, musicisti e politici.

Radio Monte Carlo è la radio ufficiale della mostra.

“Siamo entusiasti di presentare per la prima volta – dichiara l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi – una delle esposizioni più importanti di questa stagione di Palazzo Reale. Oltre a mostrare le traiettorie artistiche di questi due grandi Maestri, darà modo a visitatori e visitatrici di scoprire il percorso umano che li ha avvicinati in una sincera amicizia e stima reciproca. Grazie alla collaborazione con il Musée de l’Orangerie e con il Musée d’Orsay, Milano celebrerà il 150° anniversario dell’Impressionismo nel migliore dei modi, segnando – ne sono certo – la antologia delle esposizioni d’arte milanesi del nostro tempo”.

L’Ambasciatore di Francia, Martin Briens, racconta: “Paul Cézanne non venne mai in Italia, ma la sua opera ha, nella luce della sua Provenza, molto della luce dell’Italia che è stata di profonda ispirazione per gli artisti italiani del Novecento. Renoir invece disse, dopo il suo viaggio in Italia, di avere capito qui “che cos’è la pittura”. Mi auguro che i numerosi visitatori di questa mostra possano scoprire, o riscoprire la luce particolare di questi due pittori, sempre così potente a 150 anni di distanza”, salutando “il grande lavoro svolto dal Musée de l’Orangerie e da Skira”.

“Da tempo – afferma Catherine Castillon, CEO di Skira Arte -, il metodo di lavoro adottato da Skira Arte si è indirizzato a perseguire la qualità accademica che definisce il progetto espositivo e uno storytellig agile e di facile lettura, capace di attrarre indistintamente lo studioso o l’appassionato, il neofita o il giovane studente che si appassiona con entusiasmo ai temi più portanti della storia dell’arte di ogni tempo e ai capolavori più conosciuti dei suoi maestri. Attraverso il suo modus operandi, improntato sempre e comunque a una rigorosa severità, Skira Arte ha saputo ritagliarsi una solida credibilità sia a livello nazionale sia a quello internazionale che le ha consentito di tessere una serie di rapporti con le più prestigiose istituzioni culturali d’Italia, d’Europa e d’Oltreoceano. Non fa certo eccezione Cézanne e Renoir che coinvolge tre importanti realtà di Francia e d’Italia, come il Musée de l’Orangerie, il Musée d’Orsay di Parigi e Palazzo Reale di Milano. Il risultato è una mostra imperdibile, unica e, per certi versi, irripetibile che propone alcuni dei capolavori di due tra i maggiori esponenti dell’Impressionismo che proprio nel 2024 festeggia il 150° anniversario della sua nascita”.

“E per regalare allo spettatore – conclude Catherine Castillon – una emozione duratura dell’esperienza vissuta a Palazzo Reale, Skira Arte ha pensato a un progetto espositivo articolato in vari momenti. All’interno del percorso, una Sala Atelier che riproduce le suggestioni che si vivevano all’interno degli studi dei due maestri, porterà il visitatore a immedesimarsi in Cézanne e Renoir nell’atto di sprigionare la loro creatività e a respirare la stessa energia che ha dato forma ai loro capolavori. A questa si aggiunge un ricco public program, realizzato in collaborazione con l’Institut Français, e una serie di laboratori didattici per le scuole e le famiglie, che si terrà durante i mesi di apertura della mostra”.

“Da sempre – sottolinea Nicolò Mardegan, Direttore Relazioni Esterne di Enel – la nostra missione è dare energia, contribuendo alla crescita economica, sociale e culturale del Paese.  Una vocazione che si concretizza anche attraverso il lavoro sul territorio in sinergia con le istituzioni museali ed artistiche. È quindi un onore sostenere questa iniziativa così importante che potrà avvicinare migliaia di persone alle opere di due grandi artisti”.

“Da diversi anni – ricorda Paolo Di Grazia, Vicedirettore Generale Fineco – siamo impegnati nella promozione del patrimonio culturale in Italia, un progetto che esprime una parte importante del nostro approccio alla sostenibilità. Abbiamo scelto di supportare la mostra Cezanne/Renoir non solo perché è uno degli eventi artistici più importanti dell’anno a Milano, ma soprattutto per il legame tra lo spirito di innovazione che ha guidato la ricerca artistica dei due maestri e i valori che orientano l’attività di Fineco fin dalla sua nascita”.


Titolo
Cézanne | Renoir
Capolavori dal Musée de L’Orangerie e dal Musée D’Orsay
 
Sede
Palazzo Reale
Piazza Duomo, 12 – Milano
 
Date
19 marzo – 30 giugno 2024
 
Una Mostra
Palazzo Reale
Comune di Milano
Skira Arte
Museum Studio
 
In collaborazione con
Musée de L’Orangerie
Musée d’Orsay
 
Con il patrocinio di
Ministero della Cultura
Ambassade de France en Italie
 
Main Partner
Enel
 
Premium Partner
Fineco
 
Partner
Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane
 
Media Partner
StreetVox
 
Radio Partner
Radio Monte Carlo
 
Mostra a cura di
Cécile Girardeau, conservatrice al Musée de l’Orangerie
Stefano Zuffi, storico dell’arte
con la collaborazione di Alice Marsal, responsabile degli archivi e della documentazione al Musée de l’Orangerie
 
Catalogo
Skira Arte
 
Orari
Da martedì a domenica ore 10.00-19.30
Giovedì chiusura alle 22.30
Ultimo ingresso un’ora prima
Lunedì chuso
 
Biglietti
Open: € 17,00
Intero: € 15,00
Ridotto: € 13,00
(Esclusi i costi di prevendita)
Gruppi di persone min 15 max 35 (prenotazione obbligatoria); visitatori dai 6 ai 26 anni; visitatori oltre i 65 anni; visitatori con disabilità; soci Touring Club (con  tessera); soci FAI (con tessera); militari; forze dell’ordine non in servizio; insegnanti; altre categorie convenzionate.
Ridotto € 10,00
Disabili con invalidità inferiore al 100%; studenti (età massima 25 anni); tesserati Abbonamento Musei Lombardia Milano; possessori Red Card Skira (con tessera)
Ridotto Milano Museo Card € 12,00
 
Ridotto Speciale € 6,00
Gruppi di studenti delle scolaresche di ogni ordine e grado (min 15 max 30); gruppi organizzati direttamente dal FAI e gruppi organizzati direttamente dal TCI Touring Club; giornalisti con tessera ODG con bollino dell’anno in corso; dipendenti Comune di Milano con badge nominale (un solo eventuale ospite al seguito ha diritto al ridotto €12,00); volontari Servizio Civile presso il Comune di Milano (previa esibizione del tesserino di identificazione).
 
Omaggio
Minori di 6 anni; Disabili con invalidità al 100%; 1 accompagnatore per disabile che presenti necessità; 1 accompagnatore per ogni gruppo; 2 accompagnatori per ogni gruppo scolastico; 1 accompagnatore e 1 guida per ogni gruppo FAI o Touring Club; dipendenti della Soprintendenza ai Beni Paesaggistici e Architettonici di Milano (previa presentazione del badge); guide turistiche abilitate (previa presentazione del tesserino di abilitazione professionale); tesserati ICOM; componenti Commissione di Vigilanza e Vigili del Fuoco (previa esibizione di tessera non nominativa); giornalisti accreditati dall’Ufficio Stampa del Comune e di CLP Relazioni Pubbliche (previa indicazione della testata e della data della visita); possessori coupon omaggio; dipendenti area Polo Mostre  Palazzo Reale (previa esibizione di tessera nominativa); componenti Commissione vigilanza e Vigili del fuoco (previa esibizione di tessera non nominativa); possessori Gold Card Skira (con tessera)
 
Biglietteria ufficiale
TicketOne
 
Siti internet
www.palazzorealemilano.it
www.mostracezannerenoir.it

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche | Anna Defrancesco | T +39 02 36755700
anna.defrancesco@clp1968.it | clp1968.it | skira.net
 
Ufficio stampa Comune di Milano
Elena Conenna elenamaria.conenna@comune.milano.it
 

CIRCULATION(S) 2024 / Discover the artists!

BLUE Audrey This Hurts HNGVR
The european young photography festival returns from April 6 to June 2, 2024 at CENTQUATRE-PARIS. The Fetart collective, creator and artistic director of the festival, is pleased to reveal the artists selected for this 14 edition!

Il festival europeo della fotografia giovane ritorna dal  6 aprile al 2 giugno 2024  al  CENTQUATRE-PARIGI .

Il collettivo Fetart , ideatore e direttore artistico del festival, è lieto di svelare gli artisti selezionati per questa 14esima edizione!

24 fotografi emergenti provenienti da 14 paesi europei — inclusi 4 artisti dal territorio ucraino, un paese evidenziato come parte del nostro focus.

TOLKACHOV Dima Safe Threat

Grazie ai nostri partner istituzionali: CENTQUATRE-PARIS, Città di Parigi, DRAC e Regione Ile-de-France

www.festival-circulations.com 
www.fetart.org


Contatto stampa:
Nathalie Dran
nathalie.dran@wanadoo.fr
+ 33 (0)6 99 41 52 49

“La missione enigmistica di Escher” – Testo critico di Vittorio Sgarbi

Allestimento
Il Palazzo dei Diamanti, emblema del Rinascimento italiano, ospiterà una grande mostra dedicata ad Escher, uno degli artisti più amati dal grande pubblico in tutto il mondo.

Dal 23 marzo al 21 luglio 2024 le sale espositive del Palazzo dei Diamanti di Ferrara accoglieranno per la prima volta le opere di Escher, artista geniale e visionario, da sempre amato dai matematici e ri-scoperto dal grande pubblico in tempi relativamente recenti.

Nato nel 1898 a Leeuwarden in Olanda, Maurits Cornelis Escher ha conquistato l’apprezzamento di milioni di visitatori grazie alla sua straordinaria capacità di trasportarli all’interno di mondi immaginifici e apparentemente impossibili.
Nelle creazioni del grande maestro olandese, che ha vissuto in ltalia fra le due guerre, confluiscono innumerevoli temi e suggestioni: dai teoremi geometrici alle intuizioni matematiche, dalle riflessioni filosofiche ai paradossi della logica.
Le sue inconfondibili opere, che hanno influenzato anche il mondo del design e della pubblicità, sono una sfida alla percezione e rappresentano un unicum nel panorama della storia dell’arte di tutti i tempi.

Con il Patrocinio della Regione Emilia-Romagna, la mostra ESCHER è organizzata da ArthemisiaFondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara, in collaborazione con la M.C. Escher Foundation e Maurits ed è curata da Federico Giudiceandrea, uno dei più importanti esperti dell’artista, e Mark Veldhuysen, presidente della M.C. Escher Foundation.

La rassegna conta su ENI come partner della mostra e partner unico del progetto didattico “Le stanze delle meraviglie”, Frecciarossa Treno Ufficiale come mobility partner e la Repubblica come media partner.
Il catalogo è edito da Skira.

Con il biglietto d’ingresso di Escher si potrà visitare, nelle sale dell’ala Tisi di Palazzo dei Diamanti, una mostra dossier intitolata Mirabilia estensi che approfondirà la conoscenza di un particolarissimo genere di opere d’arte del Rinascimento, quello dei cofanetti istoriati “in pastiglia”, calati nella scenografica ambientazione creata dalle fotografie di Wunderkammer di Massimo Listri.


Allestimento

Ciò che ci affascina di Escher è la vertigine. Entrare in uno spazio come in un labirinto e non sapere come uscirne. Questo perdersi, questo cadere nel vuoto lega la sua esperienza a Möbius, il cui nastro ci consente di passare da una parte all’altra senza attraversarlo.
Le superfici ordinarie, ossia le superfici che nella vita quotidiana siamo abituati ad osservare, hanno sempre due facce, per cui è sempre possibile percorrerne idealmente una senza mai raggiungere l’altra, se non attraversando una linea di demarcazione costituita da uno spigolo (chiamato “bordo”) o bucando la superficie: si pensi ad esempio alla sfera, al toro, o al cilindro. Per queste superfici è possibile stabilire convenzionalmente un lato “superiore” o “inferiore”, oppure “interno” o “esterno”. Nel caso del nastro di Möbius, invece, tale principio viene a mancare: esiste un solo lato e un solo bordo. Dopo aver percorso un giro, ci si trova dalla parte opposta. Solo dopo averne percorsi due ci ritroviamo sul lato iniziale. Quindi si potrebbe passare da una superficie a quella “dietro” senza attraversare il nastro e senza saltare il bordo ma semplicemente camminando a lungo.

Nessun dubbio che, nei suoi disegni per le fortunatissime incisioni, Escher abbia pensato a Möbius. Al nastro di Möbius, appunto. È quell’anello fatto in modo tale che una formica che ci si trovi sopra ne possa percorrere l’intera superficie trovandosi infine al punto di partenza senza mai scavalcarne il bordo, come immaginò Escher.

E come formiche noi stiamo entrando nel suo mondo. Le conoscenze matematiche di Escher erano essenzialmente intuitive. Le sue architetture e composizioni geometriche mostrano distorsioni prospettiche che, a prima vista, appaiono assolutamente attendibili ma che, a ben vedere, sono impossibili. “Una svolta importante – si legge in catalogo – avviene nel 1954, anno in cui vengono esposte alcune stampe di Escher durante il Congresso Internazionale dei Matematici ad Amsterdam. Da quel momento il suo lavoro è sempre più apprezzato dalla comunità scientifica e l’artista inizia un dialogo serrato con matematici e cristallografi, che si rivela una vasta fonte di ispirazione per la sua ricerca sulle strutture impossibili, le illusioni ottiche e la rappresentazione dell’infinito.”

Tra le due guerre Escher aveva viaggiato a lungo in Italia. Aveva visto, felice, l’intrico delle città: Genova, Siena, San Gimignano, Genazzano, Amalfi, Ravello, Atrani, Scilla, Tropea, Rossano. A San Gimignano fu travolto: “Mentre le 17 torri di San Gimignano si avvicinavano sempre più ero incredulo. Era come un sogno che non poteva essere vero”. Sono vedute di luoghi perfetti, intrinsecamente onirici. Ed Escher ne sente le profonde geometrie. A Ferrara Escher fu almeno una volta, il 5 giugno 1922, prima di raggiungere Venezia. Nel Palazzo dei Diamanti potrebbe aver trovato l’archetipo delle sue geometrie, delle sue metamorfosi, delle sue strutture paradossali. E percorrendo le strade di Ferrara, nelle direttrici della Addizione Erculea, giunse alla cattedrale di San Giorgio dove potrebbe aver visto le profetiche tarsie di Cristoforo e Lorenzo da Lendinara, prospettive di strade che finiscono nel nulla, interni, scaffali, gabbie, dodecaedri, ante semiaperte, nature morte di oggetti e di libri, solidi geometrici, in un campionario di immaginazioni, di invenzioni e di incastri che appare sorprendente. Sono veri e propri teoremi, un mondo di fantasie senza limite. E che ritroviamo tutti in Escher.

Dopo l’Italia è il mondo arabo che ispira Escher: decorazione e moltiplicazione.
Nel 1936 visita per la seconda volta l’Alhambra, edificata fra il XIII e il XIV secolo sul colle che domina Granada. Questa esperienza si rivela fondamentale: le elaborate decorazioni geometriche in stile moresco lo affascinano e lo inducono alla procedura della “tassellatura”, in geometria, il riempimento del piano attraverso figure ripetute all’infinito senza sovrapposizioni e spazi vuoti. I cosiddetti “tasselli” sono spesso poligoni o figure a contorni curvilinei. Come sappiamo “sono stati identificati diciassette diversi tipi di simmetrie che permettono di suddividere il piano. Di queste simmetrie, Escher costituì un catalogo di 137 acquerelli, numerati e archiviati secondo un suo proprio schema logico, da usare come motivi per realizzare tassellature e metamorfosi”. Con questo metodo Escher si dedicherà alla rappresentazione di immagini astratte, paradossali o illusorie.

Da Leonardo a Luca Pacioli, a Möbius, a Savinio, a Magritte, a Escher, a Luigi Serafini, visioni che cercano il sorprendente nel quotidiano, rovesciando la realtà in paradossi. È quella vertigine che ci attrae per come ribalta la nostra visione delle cose. Escher crea così un mondo in cui diverse figure generano vortici di trasformazioni di forme astratte in forme animate e viceversa. Uno dei suoi capolavori, la xilografia del 1939-1940 Metamorfosi II, “è un universo circolare in cui una lucertola può progressivamente diventare la cella di un alveare o un pesce tramutarsi in uccello, che a sua volta si trasforma in un cubo e poi in un tetto”. La superficie ha il rilievo di una parete di Palazzo dei Diamanti. Com’è stato rilevato: “A volte nelle metamorfosi interagiscono elementi antitetici ma complementari, come il giorno e la notte o il bene e il male, intrecciando gli opposti all’interno di una stessa composizione. Lo studio delle tassellature e la realizzazione di cicli e metamorfosi (che peraltro possono coesistere nella stessa stampa, come in Ciclo, Giorno e notte, Rettili o ancora Incontro)” determinano in Escher il desiderio della rappresentazione dell’illimitato. Sin dalle sue prime opere dimostra un’attenzione particolare per l’organizzazione della composizione. Grande fascino esercitano su di lui sfere, superfici riflettenti, solidi geometrici o ancora percorsi rovesciati come il nastro di Möbius. Lo dimostra una delle sue opere più celebri, Mano con sfera riflettente del 1935: la sfera ingloba tutto lo spazio circostante, al cui centro si pone colui che la guarda.

“L’ego [dell’artista] è invariabilmente al centro del suo mondo”, ironizzò. La fonte diretta è lo specchio nei Coniugi Arnolfini di Jan van Eyck.
Escher porta la rappresentazione oltre il limite del possibile: ne escono Salire e scendere, Belvedere, Cascata, Galleria di stampe, Relatività. Il mondo delle tarsie è esplicitamente citato in Natura morta e strada, del 1937, in Cristallo, in Stelle. La piena consapevolezza della sua ricerca è in Altro mondo, capolavoro di un’architettura sognata, spazio perfetto per un mondo surrealista, che si prolunga nelle visioni di Su e giù, Relatività e Convesso e concavo. Le tarsie lignee si incrociano con Piranesi. Escher sperimenta così la vertigine dello spazio e la vertigine del tempo. Tutto il pensiero, che si traduce in forme, è contemporaneo. Escher lo capisce dentro l’arte, mentre la critica scopre l’attualità di Piero della Francesca. Lo mostra in modo esemplare un altro suo capolavoro: Mani che disegnano, e si disegnano. Un cortocircuito logico che spiega il senso dei paradossi di Escher. Le sue immagini non rappresentano la realtà, fanno pensare, attivano ragionamenti, come rebus.

Perfettamente coetaneo di Magritte, nato come lui nel 1898, Escher ha la stessa vocazione, meglio, missione enigmistica del pittore, lo stesso mistero da rendere visibile, e usa solo l’incisione per sottolineare il primato della ragione, anzi del ragionamento, del calcolo. Il disegno attiva la mente, chiede soluzioni, più di quante ne offra. Proprio come l’enigmistica.

Per entrambi l’inarrivabile modello resta Leonardo, pittore eluso o improprio, sperimentatore instancabile, che lo aveva capito per primo: “la pittura è cosa mentale”. L’occhio senza la ragione è imperfetto. Escher propone immagini come rebus. Ed è questa coincidenza fra immagini e concetti che rende la sua impresa coerente con la nostra attrazione per i cruciverba, per i virtuosismi dei prestigiatori, per i labirinti, per le clessidre, per il gioco degli scacchi. C’è gioco, c’è pensiero, c’è attesa. Escher gioca con noi, ha bisogno di noi.

L’obiettivo, suo, nostro, è lo scacco matto.



Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Prorogata fino a 15 maggio 2024 la mostra “Pathos. Valori, passioni, virtù”

Prorogata fino al 15 maggio 2024

“Pàthos. Valori, passioni, virtù”

Mostra promossa da Acri  
Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa e realizzata nell’ambito di R’Accolte

A seguito del successo riscontrato, la mostra virtuale “Pàthos. Valori, passioni, virtù” – curata dallo storico dell’arte Angelo Mazza, promossa dalla Commissione per i Beni e le Attività Culturali di Acri – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa e realizzata nell’ambito di R’Accolte – è stata prorogata fino al 15 maggio 2024.

Susanna e i vecchi – Manifattura Lazzarotti

La proroga è stata annunciata in occasione dell’evento “Arte e @rte. I linguaggi della bellezza”, tenutosi lo scorso 13 marzo a Roma presso la sede centrale di Acri, promotore dell’incontro. Con il coinvolgimento di personalità di spicco del mondo della cultura – dotate di competenze, conoscenze e capacità scientifiche e comunicative nell’ambito dell’arte – sono stati affrontati diversi temi legati alla divulgazione artistica. L’obiettivo era mettere a confronto il mondo classico e tradizionale con quello contemporaneo, in modo da individuarne i punti di forza ma anche sollevando alcune criticità, creando insieme un dialogo condiviso e costruttivo. I protagonisti dell’evento – che ha visto la partecipazione di un vasto numero di giornalisti, addetti ai lavori e appassionati d’arte – sono stati: il giornalista e conduttore televisivo e radiofonico Nicolas Ballario, la giovane divulgatrice Benedetta Colombo – nota con il nome di @benedetta.artefacile – e lo storico dell’arte e curatore della mostra Angelo Mazza. Insieme a loro si è dialogato sul fenomeno della digitalizzazione dell’arte, sull’impatto dei social media e della realtà aumentata e su come le modalità tradizionali e quelle di ultima generazione al giorno d’oggi coesistano, rendendo l’arte sempre più accessibile. Hanno preso parte al confronto anche il nuovo Presidente di Acri Giovanni Azzone, la direttrice della Galleria Borghese Francesca Cappelletti e il Presidente della Commissione per i Beni e le Attività Culturali di Acri Donatella Pieri.

Giuditta con la testa di Oloferne Giacomo – Mancini di Tommaso detto El Frate

Pàthos. Valori, passioni, virtù“, inaugurata lo scorso 30 gennaio 2024, segna l’inizio di una nuova fase d’impegno di valorizzazione culturale da parte di R’Accolte, il più grande catalogo multimediale in Italia, che con l’avvio di questa prima mostra virtuale offre al pubblico l’opportunità di esplorare e comprendere le collezioni d’arte delle Fondazioni di origine bancaria in modi del tutto innovativi. L’esposizione, visitabile gratuitamente su www.pathos-raccolte.it, esplora in 10 stanze l’iconografia di numerose figure femminili dell’antichità e del Vecchio Testamento, divenute simbolo di uno specifico sentimento, emblema di valori, passioni e virtù.

Al centro dell’esposizione le vicende di grandi eroine, come Cleopatra, Lucrezia, Eva, Betsabea, Rebecca e Giuditta, raffigurate da importanti artisti che hanno fatto la storia dell’arte.  Elisabetta Sirani, Guercino, Parmigianino, Guido Reni, Giambattista Tiepolo, Giacinto Gemignani Agostino Carracci sono solo alcuni dei nomi dei 60 artisti che hanno messo in luce le varie interpretazioni dei racconti biblici attraverso prevalentemente dipinti – ma anche incisioni, maioliche, bronzi e terrecotte – presentando al pubblico online una selezione di 80 capolavori che coprono un arco temporale dal XVI al XX secolo, provenienti da 31 Fondazioni.

Adamo ed Eva nel paradiso terrestre – Manifattura Urbinate

R’Accolte continuerà a celebrare e diffondere il ricco patrimonio delle collezioni d’arte delle Fondazioni di origine bancaria con l’avvio di nuove mostre virtuali, proseguendo sulla scia del successo ottenuto con “Pàthos. Valori, passioni, virtù“. Inoltre, è in fase di realizzazione un ampio programma di eventi e di iniziative culturali.


Le Fondazioni per l’Arte: un impegno decennale nella promozione culturale

Le Fondazioni di origine bancaria sono organizzazioni non profit, private e autonome, rappresentate collettivamente da Acri, il cui settore primario di intervento è proprio la cura e l’accessibilità dei beni culturali. Dal 2000 a oggi, a questo settore le Fondazioni hanno destinato complessivamente oltre 7,5 miliardi di euro, contribuendo significativamente allo sviluppo culturale delle comunità di riferimento e dell’intero Paese. Gli interventi sostenuti consistono prevalentemente in percorsi di creazione artistica, conservazione e valorizzazione dei beni e delle attività culturali, con particolare attenzione all’accessibilità dei giovani e delle fasce più fragili delle comunità. Proprio con la medesima finalità, nel 2012 è nato R’Accolte, il grande catalogo multimediale delle opere d’arte delle Fondazioni, che ha reso alla portata di tutti le loro collezioni d’arte. Dal suo avvio, R’Accolte ha reso accessibili oltre 15.000 opere, censite secondo i più accurati standard internazionali, appartenenti a 78 collezioni, spaziando dal mondo antico al contemporaneo.


INFORMAZIONI UTILI
TITOLO MOSTRA: Pàthos. Valori, passioni, virtù
A CURA DI: Angelo Mazza
QUANDO: Dal 30 gennaio al 31 marzo 2024
DOVE: Online su www.pathos-raccolte.it
PROMOSSA DA: Acri – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa NELL’AMBITO DI: R’accolte – https://raccolte.acri.it/

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SYLVA GALLI (1919-1943) e le artiste del suo tempo

Sylva Galli: Natura morta, olio su tavola, 31.5 x 45 cm. Eredi Sylva Galli

Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera 
26 marzo – 8 settembre 2024

A cura di: Mariangela Agliati Ruggia e Giulio Foletti
con la collaborazione di: Alessandra Brambilla

L’esposizione si inserisce nel filone delle rassegne dedicate alle donne artiste, al quale la Pinacoteca ha sempre riservato un’attenzione particolare, e intende raccogliere le principali opere realizzate da Sylva Galli, restituendo un’immagine a tutto tondo del suo percorso e mettendola a confronto con altre presenze attive negli stessi anni.

Sylva Galli, originaria di Bioggio, sviluppa la sua carriera artistica su un breve arco di tempo a causa della prematura scomparsa a soli 23 anni nel 1943.

Dopo una formazione alle Scuole di disegno di Lugano, frequenta il Technicum di Friborgo e l’Akademie Wabel, una scuola privata di nudo e di paesaggio aperta nel 1939 a Zurigo nello studio di Henry Wabel (1889-1981), orientando così la sua pittura anche all’esterno del territorio ticinese.

I generi da lei trattati vanno dalle nature morte ai ritratti ai paesaggi, agli interni, ai nudi, nei quali esprime una vena artistica già matura nonostante la giovane età.

Due sue opere sono conservate nelle collezioni di Palazzo Pitti a Firenze, una alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma; le altre, ad eccezione di alcuni pezzi importanti di proprietà del Museo d’arte della Svizzera italiana (Lugano), sono custodite ancora oggi dai discendenti.

Sylva Galli: genitori alla finestra, olio su tavola, 73.5 x 50.3 cm.
Eredi Sylva Galli

Alle opere di Sylva è affiancata una selezione di dipinti realizzati da altre pittrici del suo tempo quale complemento e utile confronto. La scelta è ricaduta su coloro che si sono dedicate all’attività artistica tentando di farne una professione, muovendo da studi non solo da autodidatta e partecipando ad esposizioni: Anna Baumann-Kienast, Regina Conti, Rosetta Leins, Margherita Osswald-Toppi, Irma Giudici Russo, Anita Nespoli, Anita Spinelli, Mariangela Rossi, Irma Bernasconi-Pannes, Adelaide Borsa. A Germaine e Simonetta Chiesa, rispettivamente moglie e figlia di Pietro Chiesa, viene dedicata un’apposita sezione.

Nella sala da cui prende avvio il percorso, quale ideale premessa, si presentano inoltre opere delle poche donne con studi accademici che si dedicarono all’arte non solo per diletto appartenenti alle generazioni precedenti: Adelaide Pandiani Maraini, Valeria Pasta Morelli, Marie-Louise Audemars Manzoni e Giovanna Béha-Castagnola. È inoltre proposta una ricostruzione non filologica realizzata con oggetti del tempo, con l’intento di far assaporare i temi legati al lavoro femminile. Sono esposti in particolare due abiti disegnati da Rachele Giudici, appassionata studiosa di costumi tradizionali ancora legata all’Ottocento, anche se la sua vita si svolse prevalentemente nel XX secolo.

Il lavoro di ricerca e studio è documentato attraverso un catalogo riccamente illustrato, che vuole offrire un primo sguardo su figure significative per ricostruire l’evoluzione della presenza femminile anche in campo artistico.


Mostra a cura di
Mariangela Agliati Ruggia
Giulio Foletti
con la collaborazione di
Alessandra Brambilla
 
Assistenti alla segreteria,
mediazione e allestimento
Isabella Foglia
Beatrice Mastropietro
Monica Pagani
Micol Sofia Regazzoni
Lucrezia Sertori
 
Ricerche bibliografiche
Isabella Foglia
Nicoletta Paolocci Alborghetti
Lucrezia Sertori
 
Allestimento Progetto
Sofia Petraglio
Direzione lavori e coordinamento
Paolo Bianchi Alessandra Brambilla Realizzazione
Dipartimento delle finanze e dell’economia,
Sezione della logistica
con
Piercarlo Bortolotti
Desio Canzali
Falegnameria Enzio Cereghetti Sagl
 
Orari, prezzi e servizi:
 
26 marzo – 8 settembre 2024
 
marzo-giugno e settembre:
da martedì a venerdì: 9–12 / 14–17
sabato, domenica e festivi: 10–12 / 14–17
luglio e agosto: 14–17
chiuso il lunedì (aperto 1/4 e 20/5)
 
intero: CHF/€ 10.-
ridotto (pensionati, studenti, gruppi): CHF/€ 8.-
Visite guidate su prenotazione anche fuori orario; bookshop; parcheggi nelle vicinanze.
Si accettano carte di credito.
 
Ufficio stampa per la Svizzera:
Pinacoteca Züst
Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera
 Tel. +41 (0)91 816.47.91
decs-pinacoteca.zuest@ti.ch ; 
www.ti.ch/zuest
 
per l’Italia:
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo Padova, Italia
Tel. +39 049.663.499 (Simone Raddi)
simone@studioesseci.net
www.studioesseci.net
 
Mostra realizzata in collaborazione con
 Centro di dialettologia e di etnografia Bellinzona
 
COME RAGGIUNGERE LA PINACOTECA ZÜST
Rancate (Mendrisio) si trova a pochi chilometri dai valichi di Chiasso, Bizzarone (Como) e del Gaggiolo (Varese), facilmente raggiungibile con l’ausilio della segnaletica. La Pinacoteca si trova di fronte alla chiesa parrocchiale. Rancate è raggiungibile anche in treno, linea Milano-Como-Lugano, stazione di Mendrisio, e poi a piedi, in 10 minuti, o con l’autobus (linea 524, Mendrisio-Serpiano).

Roma, Medina Art Gallery: Vernissage | Amor, collettiva a cura di Nicoletta Rossotti

Nicoletta Rossotti
ÀMOR
Il 22 Marzo a Roma il Vernissage della mostra collettiva 
Curata da Nicoletta Rossotti
 
Venerdì 22 marzo 2024 ore 18.30 | Roma, Medina Art Gallery
Via Angelo Poliziano 32/34 | Ingresso libero

Si intitola ÀMOR la mostra collettiva che  inaugurata dal Vernissage di venerdì 22 Marzo  prossimo alle ore 18:00 presso Medina Art Gallery di Roma, in via Angelo Poliziano 32/34, curata dalla dott.ssa Nicoletta Rossottistorica dell’arte, critica d’arte e curatrice, nell’allestimento dell’arch. Elisabetta Sinibaldi. L’evento ha il patrocinio di Roma CapitaleAccademia Internazionale Medicea di Firenze e Performativa Academy.

Un titolo, ÀMOR, che rimanda a uno dei nomi sacri e segreti di Roma e al suo rito di fondazione, ma qui, nella collettiva, usato anche per parlare dell’amore nelle varie culture e civiltà, tra cui mostrare parallelismi anche in conoscenza e sapienza.

In qualità di Coordinatrice Nazionale dell’Accademia Internazionale Medicea la curatrice presenterà alcuni artisti come nuovi interpreti della realtà contemporanea, per la complessità materica, simbolica e concettuale veicolata dalle loro opere. Ad esporre nella collettiva, oltre venti artisti. Tra loro, Alessandra Meschini, Alessio Mariani, Carla Patella, Eleonora Perillo, Elisa Curto, Milo Pepe, Enzo Monterosso, Ilaria Di Fabio, Lorenzo Pazzuello, Alessio Luca Bandini, Maurizio Saletti, Nadia Gaggioli, Paola D’Antuono, Piergiorgio Dessì, Pierpaolo Mancinelli, Roberto Pestarino, Nunzia Romeo, Sabrina Barbagallo, Sylvia Teri, Strimi 21, Veronica Van Saften, Giuseppe Virgilio Pascuzzi (Gip), Vittoria Marziari, Anna D’Elia.

Al Vernissage, al quale sono attese personalità importanti della cultura e della politica italiana, interverranno, insieme alla Dott.ssa Rossotti, il Rettore dell’Accademia Internazionale Medicea di Firenze, Prof. Michele Coppola, la Dott.ssa Ludovica Rossotti dell’Università La Sapienza di Roma e CEO di Performativa Academy, il Prof. Uliano Conti dell’Università degli studi di Perugia, la Dott.ssa Michela Colella Archeologa specializzata, Fondazione Nino Lamboglia e il Dr. Carlo Valerio Cozzella, Archeologo. 


Ufficio stampa ÀMOR
Da Diana Daneluz dianadaneluz410@gmail.com

Roma, HyunnArt Studio: Finissage | Vincenzo Scolamiero – di altri luoghi

Vincenzo Scolamiero, Come sogni perduti, china e pigmenti, 100×200, 2023
Di altri luoghi, HyunnArt studio di Paolo di Capua | Febbraio Marzo 2024
Foto: @Fabio Milani
HyunnArt Studio presenta, come prima mostra nel 2024, la personale di Vincenzo Scolamierodi altri luoghi.

Dopo avervi già esposto in diverse occasioni, alla soglia del 2000, Vincenzo Scolamiero torna nello HyunnArt Studio con una mostra personale in cui presenta lavori recentissimi, inediti, legati alla sua ultima produzione, esposta nel Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz di Viterbo nel 2023 con la mostra personale Di terra, acqua e vento.

L’attuale mostra è accompagnata da un testo di Paolo Di Capua, artista e fondatore di HyunnArt Studio. In esposizione alcune grandi tele e, sulla mensola, un ‘libro’ pieghevole, esemplare più che unico, che in totale estensione raggiunge i 5 metri di lunghezza.

Nel testo in catalogo Paolo Di Capua evidenzia: Per le opere che vengono esposte in questa circostanza mi sento di parlare di una pittura plastica di Vincenzo Scolamiero eppure senza pesi, in assenza di qualsivoglia sensazione di gravità, in cui si alternano simultaneamente profondità, delicatezza e trasparenza sullo stesso avvolgente piano percettivo, secondo dinamiche imprevedibili di limpida essenzialità. Sfiorando con lo sguardo le immagini le possiamo sentire estremamente concentrate e dilatate allo stesso tempo, in un insieme di stratificazioni senza soluzione di continuità. Come solari nubi in continuo movimento ci attraggono e ci incantano in grado di ribaltare ogni pregiudizio precostituito. Davanti ai nostri occhi un lirico vento sposta e spiazza il campo visivo, attraversando paesaggi tra sogno e veglia.

Dalla conca dei colori, come fosse un cratere vulcanico, i verdi, i neri e il color dell’oro attingono dalle onde della meditazione, dal fuoco, dalle arie di antiche musiche, da spartiti del tutto contemporanei, da un non so che di raffinatamente orientale, ma anche dalla terra e dal fango, da radici e rami secchi, da contorti tralci di vite con gli appassiti acini, da rimandi letterari di un profondo e libero pensiero, fondendosi in atmosfere notturne, si imprimono e si svelano sulle larghe campiture accuratamente predisposte, per via di gesti ampi e veloci, ma anche a volte lentissimi, scoprendone la meraviglia contrapposta alla caducità della vita.

Vincenzo Scolamiero è docente di Pittura presso il Dipartimento di Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti di Roma, città nella quale vive e lavora. Sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private. La sua prima personale si tiene nel 1987 presso la storica galleria Al Ferro di Cavallo di Roma. In seguito ha esposto in rilevanti spazi nazionali e internazionali, tra Roma (oltre a diverse gallerie private, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Palazzo delle Esposizioni, Chiostro del Bramante, Gam, Macro), Milano, Venezia, Bologna, Torino, Rimini, Treviso, New York, Seul, Busan, Pechino, Fenghuang. Partecipa alla Quadriennale di Roma (1996), alla Biennale di Venezia (2011) ed è vincitore della LXV Edizione del Premio Michetti (2014). Nel 2017 collabora con la compositrice Silvia Colasanti ( video-scenografie e immagini per il frontespizio e il booklet del Requiem Stringeranno nei pugni una cometa; 7 libri-opera sul Quartetto d’Archi Ogni cosa ad ogni cosa ha detto addio, Edizioni Eos-Libri d’Artista di Piero Varroni in Roma). Nel 2019 il Museo Carlo Bilotti di Roma ospita una sua personale dal titolo La declinante ombra, a cura di Gabriele Simongini (Catalogo De Luca). Nel 2021/22 la sua mostra Del silenzio e della trasparenza si tiene al Palazzo Pubblico a Siena – sale dei Magazzini del Sale e presso la Fondazione Accademia Musicale Chigiana, a cura del Comune di Siena Assessorato alla Cultura e di inner room Siena (Catalogo De Luca). Nel maggio 2022 è protagonista di uno dei Martedì critici di Alberto Dambruoso. Nel 2023 la mostra Di terra, acqua e vento al Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz di Viterbo. Dal 1996 collabora con la galleria Edieuropa QUI arte contemporanea di Roma.


HyunnArt Studio
Viale Manzoni 85/87 00185 Roma
Orari: dal martedì al venerdì ore 16.00-18.30
Per appuntamento:3355477120 – pdicapua57@gmail.com 
Ufficio stampa
 
Simona Pandolfi
pandolfisimona.sp@gmail.com
 
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
tel 349 494 5612 – roberta.melasecca@gmail.cominfo@melaseccapressoffice.it
Cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it