Antichi mestieri: il calzolaio

 

Fino agli anni ‘70°, il calzolaio riparava le scarpe in cuoio, rifacendo, ad esempio, i tacchi che si consumavano col tempo. Il mestiere del calzolaio, però, non era molto valutato. Con l’invenzione delle scarpe in gomma, cambiò tutta la tipologia delle scarpe (ora, usa e getta). Oggi le scarpe non si fanno ancora una per una. Se, infatti, il mestiere è simile al passato, esso risulta sviluppato con tecniche industriali (con apposite macchine che lo supportano). Dopo un buon corso di formazione, il mestiere può continuare in tali aziende, oppure mettersi in proprio e sviluppare il lato artigianale. Con l’Italian Style fare scarpe su misura è un’attività molto più considerata e rinomata. Così come le Star mondiali, vestono italiano, portano anche scarpe e pelletteria italiana. E questo non è da sottovalutare.

Breve Storia delle calzature
Nonostante quello che si pensi, le scarpe vennero ideate in periodo preistorico, tant’è che il paio di scarpe più antico, mai ritrovato al mondo, risale al 9000 a.C. circa. È venuto alla luce negli Stati Uniti. Nell’antichità esistevano i sandali, ma nelle regioni più fredde, si trovavano anche scarpe rivestite. In Egitto, infatti, appaiono i sandali del faraone, raffigurati sulla cosiddetta “tavoletta di Narmer”, datata intorno al 3000 a.C. Gli Ittiti e poi i Greci portarono sandali, molto caratteristici, già nel 1300 a.C. Nel deserto, in particolare, si calzavano sandali infradito, con suole molto larghe, per non affondare nella sabbia.
Nel mondo degli Antichi Romani, spiccano proprio i sandali, di fattura e foggia diversa. Un nobile romano poteva possedere anche venti paia di scarpe, differenti tra loro. È ampiamente dimostrato nei testi e sui dipinti ed affreschi del periodo. Nel medioevo, invece, si camminava con gli zoccoli di legno, ma i più poveri potevano accontentarsi di una semplice stoffa avvolta intorno al piede.

Il primo paio di scarpe simili alle nostre, furono le poulaine, portate in Inghilterra e Francia, nel XIV secolo. Erano caratterizzate da una punta molto lunga, anche di 15 centimetri. La lunghezza di queste variava a secondo il grado di nobiltà. Con Carlo VIII di Valois, Re di Francia, nel del XV secolo, la punta viene mozzata. A quel punto, la corsa fu alla larghezza delle scarpe, con calzature “a piede d’orso” o “a becco d’anatra”. Dal XIV al XVII secolo, imperano le pianelle, una specie di pantofole. Esse erano arricchite da una zeppa di sughero (o legno). Nel XVII secolo, il Re Sole, essendo basso di statura, lanciò la moda dei tacchi alti, sia per donne che per uomini. La scarpa, oggetto prezioso fu protetta dall’introduzione del pattìno, una specie di pantofola. Siamo nel XVIII secolo a Venezia. Il “pattìno”, era portato all’esterno e proteggeva la scarpa dall’acqua ed il fango.
Quelle che abbiamo ai piedi, invece, sono il frutto dell’industrializzazione del XIX secolo. Vengono fabbricate in serie e mutano foggia periodicamente, con l’introduzione di nuove mode per tutti. Dal XVII secolo, l’usanza del tacco alto perdura tuttora nella moda femminile e non più maschile.

 

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