Bologna, Maison laviniaturra: “Abissi” di Valentina d’Accardi – Testo critico di Marinella Paderni

Valentina D’Accardi, ABISSI 0014, 2021

La forza che nella verde miccia spinge il fiore, Spinge i miei verdi anni; quella che fa scoppiare le radici degli alberi
Dylan Thomas

Maison laviniaturra presenta la mostra

“Abissi”
di Valentina D’Accardi

Opening lunedì 12 dicembre ore 17.30

Dal 12 dicembre 2022 al 14 gennaio 2023

Da martedì al sabato su appuntamento

Via dei Sabbioni 9, Bologna

Lunedì 12 dicembre 2022 Maison Iaviniaturra inaugura la mostra “Abissi” dell’artista bolognese Valentina D’Accardi, accompagnata da un testo critico di Marinella Paderni.

Iniziata in primavera con le mostre di Mirta Tagliati, Marina Gasparini e Alessandra Calò, prosegue la stagione espositiva promossa dal noto atelier-salotto bolognese di moda Maison laviniaturra, fondato dalla fashion designer Lavinia Turra, che continuerà fino al 2023 con le opere di altre artiste, tra cui Malena Mazza.

TESTO CRITICO DI
MARINELLA PADERNI

Una natura più misteriosa, intima e non spettacolare, si svela a noi nelle fotografie di Valentina D’Accardi. È la natura della nostra profondità, quella che abita i nostri luoghi privati, gli spazi che vediamo la mattina appena apriamo gli occhi. È una natura domestica e familiare, quella che ci ricorda di cosa siamo fatti e di cosa abbiamo bisogno, che chiede di prendersi cura di lei in un modo che restituisce anche la cura e l’amore per noi stessi. Una natura inscritta nei nostri corpi e che ricreiamo dentro le nostre case, che ci dona cuore affinché la nostra umanità non smetta di essere bios, energia vitale. È la forza che spinge noi stessi, come ci ricorda Dylan Thomas nella sua struggente poesia, quella che non guardiamo mai abbastanza.

Valentina D’Accardi vive di ossessioni, una qualità propria di chi attraverso l’arte cerca di cogliere le ambiguità del nostro tempo e gli infiniti modi di manifestarsi dell’esistente. Tra questi c’è il potere di profondità della fotografia, che si può cogliere nella densità concettuale dell’immagine. Il tema della profondità sembra un’apparente contraddizione visto che la fotografia è un oggetto bidimensionale, una riproduzione della realtà che si deposita su una superficie e prende vita propria, dove le cose e le persone sono appiattite, congelate. Un paradosso che produce un continuo slittamento tra superficie e profondità, un’ambiguità singolare eppure costitutiva.

L’avvento della fotografia quasi due secoli fa ha modificato profondamente il rapporto con noi stessi, con la materia del mondo e con le immagini. L’identità dell’uomo contemporaneo si definisce imprescindibilmente mediante un linguaggio che sostituisce i corpi alla loro apparenza iconica, così effimera e transitoria da poterla deformare, mutare a piacimento. La fotografia ci permette di vivere più esistenze, di mostrare volti diversi, di essere in-naturali; uno stratagemma per sopravvivere al tempo, all’oblio. Ma questa cultura deforma irrimediabilmente la nostra relazione con la realtà, spingendoci a dimenticare che non siamo dei. Negli ingrandimenti deformati, nelle immagini sfocate e nei dettagli non definiti delle piante ritratte, l’artista lascia emergere proprio questo sfasamento – un allontanamento da sé che genera incertezza, inquietudine, terrore – e al contempo la necessità umana di non smarrire il legame con l’universo fisico.

La serie di opere in mostra da Maison laviniaturra con il titolo Abissi ha avuto la sua genesi durante la pandemia, quando il distanziamento sociale limitava i nostri contatti e le relazioni si facevano più smaterializzate. Per contrastare la perdita di fisicità, l’artista ha fotografato con la macchina polaroid affinché la consistenza della carta chimica e le sue particolari tonalità conferissero più consistenza alle immagini eludendo la piattezza del digitale.

Anche se gli ingrandimenti delle polaroid originarie limitano il grado di riconoscibilità delle piante ritratte, Valentina D’Accardi non “esaurisce” il soggetto delle sue fotografie, anzi lo potenzia: la natura sembra sfuggire al nostro sguardo, appare enigmatica, indecifrabile – l’opposto di quello che normalmente assicura la fotografia, la certezza di quello che vediamo.

L’artista vuole trasmettere sia la sensazione di famigliarità dei soggetti che la loro distanza, prefigurando l’immagine di “mondi impossibili dove i fiori ci parlano.” A proposito di questo lavoro, infatti, aggiunge: “Mentre guardo nel mirino non posso prevedere ciò che verrà fuori: fotografia come inatteso, sorpresa, regalo, momentanea perdita di controllo, un istante di grazia. L’obiettivo deforma il mio giardino domestico in un mondo inquietante, forse spaventoso, mistico, inatteso.”

Una diversa verità delle cose, sorta con l’avvento della fotografia, è un altro aspetto centrale dell’opera di Valentina D’Accardi, ossessionata dalla figura di Lewis Carroll, noto principalmente come scrittore, ma anche grande conoscitore della macchina fotografica e sublime fotografo. Le sue immagini pittorialiste a bambine e fanciulle in erba sottolineano il gradiente di ambiguità del linguaggio fotografico, che svela sia la realtà che la sua illusione, inaspettata in un uomo che insegnava matematica ricercando nella logica della macchina e nelle alchimie della luce l’estetica del misterioso.

Dagli abissi dell’apparenza fotografica emerge la profondità dell’insight, dello ‘sguardo’ quale rivelazione delle emozioni, poeticamente rappresentato dall’artista nella bellezza sublime di elementi quotidiani.

Lavinia Turra – note biografiche

Lavinia Turra. Nata a Bologna, cresciuta fra donne che tagliavano e cucivano, ha frequentato da bambina antiche sartorie e imparato l’amore per questo lavoro. Il suo mestiere nasce e cresce con l’uso delle mani, che conoscono e usano non solo i colori e le matite, ma soprattutto le stoffe e i tessuti, adoperando forbici, ago e filo. Arriva a questo lavoro attraverso un’attrazione e una lunga strada di “connivenze” e “complicità” legate all’arte, alla pittura, al teatro. di “connivenze” e “complicità” legate all’arte, alla pittura, al teatro. Curiosa per natura, la relazione personale e l’ascolto sono alla base del suo modo di “vestire” perché l’abito, “deve rappresentare la donna e non travestirla”.

Nel 2017 fonda Maison laviniaturra, sentendo la necessità di uno spazio che non solo offra ma accolga, come solo una “casa” sa fare. L’apertura della Maison coincide anche con l’inizio della collaborazione creativa con la figlia Cecilia Torsello, rinnovamento e fresca energia del brand. Un prodotto 100% Made in Italy, tessuti di ricerca, forme timeless e dettagli all’avanguardia: Maison laviniaturra propone una propria idea di lusso, legato all’etica di produzione, all’individualità e ispirata alla cultura del bello.

Valentina D’Accardi – note biografiche

Valentina D’Accardi si laurea in Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Con il progetto Fiume vince il Premio Setup come Miglior Artista Under 35, la Menzione della Giuria al Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee ed è una degli otto finalisti di Giovane Fotografia Italiana a Fotografia Europea – Festival Internazionale di Reggio Emilia. Nel 2018 vince il terzo premio ad Artifact Prize e viene selezionata per Fotopub, Festival Internazionale di Fotografia Contemporanea di Novo Mesto, Slovenia.

Vince il terzo premio a Camera Work nel 2021 e con l’ultimo progetto, Abissi, viene invitata a tenere una personale a Photo Open Up, Festival Internazionale di Fotografia a Padova. Il ciclo ed è stato incluso nella collettiva Fosfeni – Fotografia, paesaggio e percezione, a cura di Carlo Sala per Fondazione Francesco Fabbri. In mostra, tra gli altri, Paola De Pietri, Mario Cresci, Luigi Ghirri.

Due sono le pubblicazioni con Danilo Montanari Editore: Fiume e Inoltranze, un libro di poesie in dialetto bolognese scritte da Stefano Delfiore, edito grazie al contributo di Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna. Valentina vive a Bologna e lavora principalmente con la fotografia, il video e il disegno.


INFO UTILI MOSTRA Abissi di Valentina D’Accardi

DOVE: Maison laviniaturra, via dei Sabbioni 9, Bologna
INAUGURAZIONE: Lunedì 12 dicembre ore 17.30
QUANDO: dal 12 dicembre 2022 al 14 gennaio 2023
ORARI: dal martedì al sabato, dalle 17:00 alle 19:00
Su appuntamento. Per visitare la mostra è necessario telefonare al 320 9188304

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SITO: maison laviniaturra

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