Bologna, MAMbo Museo d’Arte Moderna: Yvonne Rainer

Yvonne Rainer: Words, Dances, Films
Veduta di allestimento, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2023
Foto RMphotostudio  

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | via Don Minzoni 14

Orari di apertura: martedì, mercoledì 14-19; giovedì 14 -20; venerdì, sabato, domenica, festivi 10-19; chiuso lunedì non festivi
Telefono: 051 6496611

Sito web: 
www.mambo-bologna.org

Sala delle Ciminiere
Yvonne Rainer: Words, Dances, Films
A cura di Caterina Molteni
Periodo di apertura: fino al 10 settembre 2023
Ingresso: intero € 6 | ridotto € 4

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna è lieto di presentare, nello spazio della Sala delle Ciminiere, la prima retrospettiva mai dedicata in Italia alla danzatrice, coreografa, regista, teorica e poeta Yvonne Rainer (San Francisco, 1934): Yvonne Rainer: Words, Dances, Films a cura di Caterina Molteni.
La mostra esplora le relazioni tra la produzione coreografica, filmica e teorica dell’autrice a partire da una ricostruzione storica della sua transizione dalla danza al cinema.
Nota internazionalmente per aver rivoluzionato il mondo della danza promuovendo negli anni Sessanta un approccio minimalista che trovava ispirazione nel naturale movimento cinetico del corpo e nella gestualità quotidiana, Rainer inizia la sua carriera da regista nel 1972, anno di uscita del primo film Lives of Performers.  Questo passaggio è tracciato nel percorso espositivo cercando le sue radici nell’impostazione intermediale delle performance degli anni Sessanta e Settanta dove parlato, proiezioni di fotografie, testi e immagini in movimento ricoprivano un ruolo centrale. Già dalle prime coreografie, Rainer include versi e brevi frasi che sviluppa, successivamente, in veri e propri dialoghi o monologhi registrati.
Nella seconda metà degli anni Sessanta inizia a produrre una serie di video sperimentali, alcuni dei quali trovano spazio nelle coreografie come oggetti di scena, spesso pensati per essere in dialogo con i corpi dei performer.

Yvonne Rainer
Still da Lives of Performers, 1972
Film bianco e nero, 90 min.


L’esposizione si presenta quindi come un percorso a ritroso che, a partire dall’analisi della produzione filmica, riporta in luce gli elementi formali ricorrenti nella struttura della sua danza e nelle tematiche di impronta socio-politica che, dallo scoppio della guerra in Vietnam sino all’avvicinamento al movimento femminista, si impongono come caratteri distintivi della sua attività cinematografica.
Se nella performance il corpo assume un ruolo politico perché presentato nella sua inderogabile materialità al di là di qualsiasi finzione narrativa, nei film è l’interiorità umana a trovare spazio nella sua complessità psicologica. È l’attenzione alle emozioni come “fatti” (Feelings are facts è il titolo del suo memoir del 2006) a segnare la decisione di dedicarsi alla sceneggiatura e alla regia, trovando nel racconto e nella sua capacità di coinvolgere e immedesimare il pubblico, lo strumento attraverso il quale trasformare una storia personale in una questione politica.


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