Reggio Calabria, Pinacoteca Civica e Teatro Francesco Cilea: arriva “I LOVE LEGO”

I LOVE LEGO

7 settembre 2023 – 6 gennaio 2024
Pinacoteca Civica di Reggio Calabria e Teatro Francesco Cilea
Reggio Calabria

La mostra che ha già visto oltre 1 milione di visitatori nelle sue tappe in giro per il mondo, dal prossimo 7 settembre sarà ospitata all’interno della Pinacoteca Civica di Reggio Calabria
e del Foyer del Teatro Francesco Cilea.

Tra magnifici diorami – che incantano tanto i bambini quanto gli adulti – costruiti con oltre 1.000.000 di mattoncini assemblabili, la mostra racconta l’incredibile evoluzione di quello che, da giocattolo tra i più comuni e conosciuti,
si è trasformato negli anni in vera e propria opera d’arte.

Arriva nel capoluogo calabrese – dal 7 settembre 2023 al 6 gennaio 2024, presso gli spazi della Pinacoteca Civica di Reggio Calabria e del Foyer del Teatro Francesco Cilea – I LOVE LEGO, la mostra dei record che ha già visto oltre 1 milione di visitatori nelle sue tappe in giro per il mondo: una mostra pensata per sognare, divertirsi e riscoprire il proprio lato ludico e creativo scrutando tra i dettagli di interi mondi in miniatura.

La mostra è promossa dal Comune di Reggio Calabria, Assessorato Cultura e Turismo con l’Assessora Irene Calabrò, nell’ambito del progetto “Azioni pilota per un distretto culturale e turistico della Città di Reggio Calabria”, a valere sulla corrispondente azione del PON METRO React-EU, prodotta ed organizzata da Piuma, in collaborazione con Arthemisia.

Siamo orgogliosi di poter presentare questo evento di carattere culturale che rappresenta un motivo di ulteriore interesse per i siti di pregio della nostra città, in particolare il Teatro Cilea, con il suo splendido foyer, e la Pinacoteca Civica” affermano il sindaco facente funzioni di Reggio Calabria Paolo Brunetti e l’Assessora alla Cultura e al Turismo Irene Calabrò. “Per quattro mesi – aggiungono – offriremo l’opportunità a cittadini e turisti di visitare un percorso espositivo interessante e coinvolgente, in particolare per bambini e ragazzi, ma anche i tanti appassionati del settore, innalzando il livello di attrattività del nostro territorio con una mostra di circuitazione internazionale in grado di captare flussi orientati al turismo culturale. La mostra “I Love Lego” sarà quindi un’occasione per grandi e piccini di scoprire le tante curiosità del mondo degli iconici mattoncini, e soprattutto per i più piccoli sarà affascinante addentrarsi, attraverso il gioco ed i colori, in un ambiente che custodisce capolavori dell’arte come le tavolette di Antonello da Messina o le opere di Mattia Preti. Un vero e proprio invito alle arti, da scoprire e riscoprire con il sorriso“.

Decine di metri quadrati di scenari interamente realizzati con mattoncini LEGO® andranno a comporre vere e proprie opere di architettura e ingegneria: dalla città contemporanea ideale alle avventure leggendarie dei pirati, dai paesaggi medievali agli splendori dell’Antica Roma, ricostruiti e minuziosamente progettati coi moduli più famosi al mondo.

Milioni di mattoncini ma non solo. Tra 6 fantastici diorami costruiti grazie alla collaborazione di un gruppo di appassionati collezionisti privati, le due sedi saranno invase da tante installazioni che renderanno la mostra unica.
Infatti, a far da cornice ai minimondi Lego e “invadendo” gli stessi diorami, le simpaticissime vignette comiche ideate da “Legolize” e gli oli ispirati a grandi capolavori della storia dell’arte reinterpretati e trasformati in “omini lego” dall’artista contemporaneo Stefano Bolcato.

La mostra non è direttamente sponsorizzata da LEGO ed è realizzata grazie ad alcuni dei più grandi collezionisti del mondo.

La Mostra sarà presentata in conferenza stampa il prossimo 6 Settembre 2023 ore 10.00 presso la Pinacoteca Civica.


Date al pubblico
7 settembre 2023 – 6 gennaio 2024

Sedi
Pinacoteca Civica di Reggio Calabria (Via Osanna, n° 6)
Foyer del Teatro Francesco Cilea (Corso Garibaldi)

Orari
dal martedì al venerdì
8.30 – 13.20 (ultimo accesso ore 12.30) | 14.30 – 18.00 (ultimo accesso ore 17.15)
sabato, domenica, festivi e periodo natalizio (dal 26 dicembre al 6 gennaio)
10.30 – 19.00 (ultimo ingresso alle 18.15)

Biglietti (info e prenotazioni www.ticket.it)
Mostra + Pinacoteca Civica
Intero € 10,00
Ridotto € 8,00 (studenti di ogni ordine e grado, bambini dai 4 anni in su)
Omaggio bambini sotto i 4 anni

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Bologna, Museo internazionale e biblioteca della musica: It’s (NOT) Only Rock’n’Roll. Le foto di Mark Allan

David Bowie, backstage al Roskilde Festival, 1996 Foto Mark

Museo internazionale e biblioteca della musica | Strada Maggiore 34
It’s (NOT) only Rock’n’Roll. Le foto di Mark Allan

A cura di Pierfrancesco Pacoda

Periodo di apertura: fino al 10 settembre 2023

Orari di apertura: martedì, mercoledì, giovedì 11-13.30 / 14.30-18.30; venerdì 10-13.30 / 14.30-19; sabato, domenica, festivi 10-19; lunedì chiuso
Ingresso: gratuito
Telefono: 051 2757711

www.museibologna.it/musica

Il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna presenta It’s (NOT) Only Rock’n’Roll. Le foto di Mark Allan, prima mostra a presentare in Italia il lavoro di Mark Allan, decano della fotografia musicale e fotografo ufficiale del Barbican Centre di Londra, uno degli spazi internazionali più importanti per la musica, la danza e il teatro, per il quale ha ritratto, in 30 anni di carriera, tutti i grandi protagonisti della musica classica e sinfonica internazionale.
Dopo il successo riscosso dalla personale di Allan allestita alla Barbican Library nel 2019, nel Museo della Musica di Bologna, dichiarata dall’UNESCO Città Creativa della Musica, saranno visibili, in un’ampia retrospettiva a cura di Pierfrancesco Pacoda, 48 degli scatti più iconici realizzati dal fotografo britannico tra gli anni Ottanta e Duemila, che svelano la sua grande passione per la musica rock. Un interesse coltivato sin da quando era un giovane studente di arte al Goldsmiths College, che lo ha portato a fotografare i nomi più rappresentativi della nuova musica – dal rock al soul, dal pop al rap – ed essere presente a tutti gli appuntamenti che negli ultimi decenni hanno fatto la storia di questi suoni.

Kiss in concerto al Forum Kentish Town, 4 luglio 2012 Foto Mark Allan

Le sue fotografie documentano e raccontano linguaggi diversi e personaggi straordinari, narrati attraverso immagini fuori dalle convenzioni del ritratto, riuscendo, in molti casi, a trasformare relazioni professionali in rapporti di amicizia. Come accadde con David Bowie, che trovandosi a Roskilde, in Danimarca, per partecipare al celebre festival rock, lo invitò a raggiungerlo per scattare alcune foto. Nacque così un ritratto che ci restituisce un Bowie mai visto, seduto in spiaggia su una sedia a sdraio che gioca con secchiello, paletta e sabbia. Una dimensione opposta a quella voluta, ad esempio, da Grace Jones che chiese al fotografo di esaltare il suo aspetto da inavvicinabile femme fatale. Il risultato sono alcuni scatti che amplificano il versante sensuale dell’artista, che si diverte a offrire all’obiettivo il suo lato più seducente. E poi ancora, tra le altre, le fotografie che un giovanissimo Allan fece a Freddie Mercury durante le registrazioni di Live Aid, gli scatti agli U2 negli studi di Radio Times, i concerti di Madonna, Metallica, Paul McCartney, Sex Pistols, Lou Reed, The Rolling Stones, Britney Spears, Bruce Springsteen, Tina Turner, The Who e gli incontri unici come quello con Amy Winehouse, colta durante una pausa nella registrazione di un concerto per BBC One Session.
Special guest esposta in mostra è l’opera di Francesco De Molfetta The greatest Rock’n’Roll Panda in theworld!, esposta per gentile concessione di Patrizia Casale Bauer.

Con il progetto espositivo It’s (NOT) Only Rock’n’Roll. Le foto di Mark Allan prende avvio la nuova collaborazione tra il Settore Musei Civici Bologna e l’Istituzione Concertistica Orchestrale Magna Grecia con una omonima sezione satellitevisibile fino al 10 settembre presso la Biblioteca Civica “Pietro Acclavio”, inaugurata nell’ambito della terza edizione di MAP Festival – Musica Architettura Parallelismi, la rassegna ideata e organizzata dall’Istituzione Concertistica Orchestrale Magna Grecia che unisce la musica all’architettura 2023
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato dal Comune di Bologna, che contiene le immagini fotografiche esposte a Bologna e a Taranto e un’intervista di Pierfrancesco Pacoda a Mark Allan. Il volume è disponibile in esclusiva presso il bookshop del Museo della Musica.

Il progetto espositivo è realizzato con la main sponsorship di Gruppo Hera, il sostegno di Istituzione Concertistica Orchestrale Magna Grecia e in collaborazione con OTTO Gallery e MAP Festival – Musica Architettura Parallelismi.

PROFILO BIOGRAFICO MARK ALLAN

Mark Allan – Photo by Mark Allan

Mark Allan lavora da oltre 30 anni nel campo della fotografia di musica e spettacolo per tutti i settori della stampa inglese e internazionale. Ha inoltre collaborato con molte emittenti, tra cui BBC, ITV, Channel 4, MTV, HBO e NBC per speciali e serie (Most WantedThe White RoomTOTPSoundMaestroLet’s Sing and Dance. Non ha fotografato solo spettacoli, ma ha scattato ritratti in location e in studio a tutti i tipi di personalità per organizzazioni di stampa e broadcast. Ha dato prova della sua versatilità quando ha coperto eventi nazionali di grande importanza come il matrimonio reale e le Olimpiadi di Londra.
Attualmente si occupa delle sessioni di Maida Vale della BBC, tra cui il Live Lounge di Radio 1, lo Zane Lowe Show, l’Huw Stephens Show, lo show di Jamie Cullum di Radio 2, il Late Junction di Radio 3, In Tune e altri programmi di musica classica, oltre a numerosi programmi di 6Music per BBC Online.
È inoltre fotografo ufficiale di musica contemporanea e classica per il Barbican Centre, l’organizzazione per i diritti di trasmissione BMI e l’organizzazione di autori di canzoni BASCA, per la quale si occupa di tutti i premi annuali, compresi gli “Ivors”.
markallanphotography.co.uk


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FAF 2023 – Al via il Fadiesis Accordion Festival 2023 con il tributo a Vittorio Camardese

Al via la XII edizione del Fadiesis Accordion Festival in Basilicata

Primo appuntamento il 31 agosto con il concerto:

Il mondo è troppo per me – La storia di Vittorio Camardese.

Il chitarrista Mauro De Federicis e il fisarmonicista Renzo Ruggieri faranno rivivere la maestria di Vittorio Camardese, il “chitarrista-radiologo” potentino precursore della tecnica del tapping. La regista Vania Cauzillo introdurrà il concerto al Cinema Il Piccolo. Ingresso ore 20:30.

Quando la passione, quella di fare buona musica, trascende tutto anche la notorietà. Non ha mai inciso un disco, Vittorio Camardese, medico radiologo nato a Potenza nel 1929 e chitarrista jazz per passione nella Roma degli anni ’50, ’60 e ’70. Non ha lasciato tracce del suo essere musicista se non alcune partecipazioni a trasmissioni Rai. Nel 1965 è ospite della trasmissione Chitarra amore mio condotta da Arnoldo Foà, dove dà un saggio folgorante della sua geniale virtuosità, da “inventore” (inconsapevole) del tapping, la tecnica che sostituisce la pizzicata con la pressione sulle corde. L’incredibile vicenda artistica di Vittorio Camardese, è magistralmente raccontata nel documentario scritto e diretto dalla regista potentina Vania Cauzillo “Il mondo è troppo per me|La storia di Vittorio Camardese”.

Un video racconto tra immagini d’epoca, animazioni e interviste a chi lo ha conosciuto e amato, Renzo Arbore e Irio de Paula, Antonio Infantino, Nicoletta Costantino, Marcello Rosa, Graziano Accinni, Gianni Bisiach, colleghi medici di Roma e la sua famiglia d’origine, che domani a Matera scorrerà sullo schermo del Cinema Il Piccolo e farà da fil rouge all’omaggio che il Fadiesis Accordion Festival rivolge a Vittorio Camardese.
Giovedì 31 agosto 2023 alle 20:30 al Cinema Il Piccolo (ingresso 7 euro), per il primo appuntamento del 2023, il Fadiesis Accordion Festival cercherà di “ricostruire” sulla scena il tocco unico di questo genio musicale, precursore della tecnica del tapping. Un concerto jazz condotto con la tecnica chitarristica di Camarrese e affidato a due virtuosi interpreti di livello internazionale: il chitarrista Mauro De Federicis e il fisarmonicista Renzo Ruggieri. E anche il mantice non è qui per caso, perché Camardese affermava di suonare meglio la fisarmonica della chitarra. Ma di questa passione non resta alcuna testimonianza registrata.

Il concerto sarà introdotto dalla regista Vania Cauzillo, che racconterà la genesi del documentario e delle tante persone, musicisti e non, che hanno voluto partecipare al documentario. Un omaggio a Camardese con la volontà di restituire al pubblico la genialità di un uomo e di un musicista che fu protagonista della scena jazz romana e internazionale. Fra tutti il ricordo di Renzo Arbore il racconto di Renzo Arbore di quando il chitarrista lucano ospitò a casa sua Chet Baker. “Io non so l’inglese – dirà Cmardese a Arbore – lui non sa l’italiano. Prendo la chitarra e lui mi viene appresso”». Rimarranno amici per tutta la vita, come confermano le lettere nelle quali il trombettista si rivolgerà a Camardese «con amore» invitandolo a «suonare sempre» perché «hai un sacco di talento».

Il Festival Internazionale fisarmonicistico, promosso dall’Associazione musicale Fadiesis di Pordenone, lega da tredici anni la Basilicata e il Friuli Venezia Giulia nel segno del mantice e all’insegna della ricerca artistica-musicale e del dialogo culturale. L’edizione 2023 ha per tema: Esplorando. Ed è un invito all’esplorazione di nuove produzioni e di incredibili artisti poco noti al grande pubblico.

Il Fadiesis Accordion Festival 2023 è realizzato con il patrocinio di: Regione Friuli Venezia Giulia; Regione Basilicata; Fondazione Matera – Basilicata 2019; European Capital of Culture “GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia”, Provincia e Comune di Matera; Comune di Pordenone.

Hanno collaborato all’edizione 2023 del Faf: Conservatorio di Musica “Egidio Romualdo Duni” di Matera; Eu Japan Fest; Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei di Gorizia; Associazione Matè; Onyx Jazz Club; “Il mondo è troppo per me|La storia di Vittorio Camardese”; Palazzo Viceconte; Lucania Musicale; Alma Camere; Raffaele Laterza – Rappresentanze termoidrauliche per Basilicata e Puglia; S.i.t.i. Srl

Calendario concerti Fadiesis Accordion Festival 2023
 
Il mondo è troppo per me
La storia di Vittorio Camardese
Con estratti dal docufilm prodotto da Jump Cut e prolusione della regista Vania Cauzillo
 
Giovedì 31 agosto 2023, ore 20.30
Cinema Il Piccolo |  via XX Settembre, 14 Matera
 
Renzo Ruggieri, fisarmonica
Mauro De Federicis, chitarra
 
INGRESSO € 7,00
Info e prenotazioni:
+39 0835 330541
(12-13 | 19-21)

Orienti
Tra Estremo oriente e Mediterraneo
Musiche con temi giapponesi e lucani
 
Venerdì 1 settembre, ore 20.30
Palazzo Viceconte |  via S. Potito, 7 – Matera
 
Ryuya Kinoshita, fisarmonica
Mariko Kinoshita, fisarmonica
Miko Yoshioka, fisarmonica
Ota Keisuke, violino
Marianna Fezzuoglio, violoncello
Marcantonio Cornacchia, contrabbasso
 
In collaborazione con EU-Japan Fest e Matè-Solisti Lucani
 
INGRESSO € 5,00
Info e prenotazioni:
+39 329 1552001  |  +39 328 5410166  |  mate.solistilucani@gmail.com
 
Per ulteriori informazioni sul Festival Internazionale Fisarmonicisticohttps://accordionfestival.fadiesis.org/

Sissi Ruggi
Addetto stampa Fadiesis Accordion Festival
Per ulteriori informazioni e per contatti:
ufficiostampa@sissiruggi.com

9- Edmondo De Amicis, Costantinopoli: La vita a Costantinopoli – La Torre del Seraschiere

9- La vita a Costantinopoli – La Torre del Seraschiere

INDICE

L ’arrivo
Cinque ore dopo
Il ponte
Stambul
All’albergo
Costantinopoli
Galata
Il Gran Bazar
La vita a Costantinopoli
Santa Sofia
Dolma Bagcè
Le Turche
Ianghen Var
Le mura
L’antico Serraglio
Gli ultimi giorni
I Turchi
Il Bosforo

23


Sentendosi così puri e disposti a riveder le stelle non c’è di meglio che arrampicarsi sopra la testa di quel titano di pietra che si chiama la torre del Seraschiere. Io credo che Satana, se volesse tentare un’altra volta qualcuno coll’offerta del regno della terra, sarebbe sicuro del fatto suo, trasportando la sua vittima su quella cima. La torre, fabbricata sotto il regno di Mahmud II, è piantata sulla collina più alta di Stambul, nel mezzo del cortile vastissimo del ministero della guerra, nel punto che i turchi chiamano l’ombelico della città. È costrutta in gran parte con marmo bianco di Marmara, sul piano d’un poligono regolare di sedici lati, e si slancia in alto, ardita e svelta come una colonna, sorpassando d’un buon tratto i minareti giganteschi della vicina moschea di Solimano. Si va su per una scala a chiocciola, rischiarata da poche finestre quadrate, per le quali s’intravvede, passando, ora Galata, ora Stambul, ora i sobborghi del Corno d’oro; e non s’è ancora a mezza altezza, che già, lanciando uno sguardo fuori, pare di essere nella regione delle nuvole. Qualche volta salendo, si sente un leggero rumore sul proprio capo, e quasi nello stesso punto si vede passare e sparire una larva, che sembra una cosa che precipita piuttosto che un uomo che discende; ed è uno dei guardiani che stanno giorno e notte alla vedetta sulla sommità della torre, il quale ha visto probabilmente in qualche punto lontano dell’orizzonte un nuvolo di fumo sospetto, e ne porta avviso al Seraschierato. La scala ha circa duecento scalini, e conduce a una specie di terrazza rotonda, coperta di sopra e vetrata tutt’intorno, nella quale gira perpetuamente un guardiano, che serve il caffè ai visitatori. Al primo entrare in quella gabbia trasparente, che par sospesa tra il cielo e la terra, al vedere tutt’intorno quell’immenso vuoto azzurro, al sentire il vento che strepita e fa sonare i vetri e scricchiolare gli assiti, s’è quasi presi dalle vertigini e tentati di rinunziare al panorama. Ma alla vista della scaletta appoggiata al finestrino del tetto, il coraggio ritorna, si sale col cuore palpitante, e si getta un grido di meraviglia. È un momento sublime. Si rimane come sfolgorati. Tutta Costantinopoli è là e s’abbraccia tutta con un giro dello sguardo; tutte le colline e tutte le valli di Stambul, dal castello delle Sette Torri ai cimiteri d’Eyub; tutta Galata e tutta Pera, come se lo sguardo vi cadesse a fil di piombo; tutta Scutari, come se fosse lì sotto; tre file di città, di boschi, di flotte, che fuggono a perdita d’occhi lungo tre rive incantevoli, e altre strisce interminabili di villaggi e di giardini che si perdono serpeggiando nell’interno delle terre; tutto il Corno d’oro, immobile, cristallino e picchiettato d’innumerevoli caicchi, che sembrano moscerini natanti; tutto il Bosforo, che par chiuso qua e là dalle colline più avanzate delle due rive, e presenta l’immagine d’una successione di laghi, e ogni lago par circondato da una città, e ogni città è inghirlandata di giardini; di là dal Bosforo, il mar Nero azzurrino che si confonde col cielo; dalla parte opposta, il mar di Marmara, il golfo di Nicomedia, le isole dei Principi, la riva europea e la riva asiatica biancheggianti di villaggi; di là dal mar di Marmara, lo stretto dei Dardanelli, che luccica come un sottile nastro d’argento; oltre i Dardanelli un vago bagliore bianco, ch’è il mare Egeo e una curva oscura che è la riva della Troade; di là da Scutari, la Bitinia e l’Olimpo; di là da Stambul, le solitudini ondulate e giallognole della Tracia; due golfi, due stretti, due continenti, tre mari, venti città, una miriade di cupole inargentate e di guglie d’oro, una gloria di colori e di luce, da far dubitare se quella sia una veduta del nostro pianeta o di un altro astro più favorito da Dio.

Il capitolo è composto da 24 ritratti della città


Edmondo De Amicis
Leggi su Wikipedia

Edizione elettronica tratta da Liber Liber

Opera di riferimento: “Costantinopoli” di Edmondo De Amicis, Fratelli Treves editori, Milano 1877

Alla edizione elettronica ha contribuito Vittorio Volpi, volpi@galactica.it

Revisione: Catia Righi, catia_righi@tin.it

Pubblicato su Liber Liber da Marco Calvo, al quale vanno i nostri ringraziamenti.

Costantinopoli è un libro di ricordi scritto da Edmondo De Amicis e pubblicato nel 1877. Il soggetto dell’opera è il viaggio di più giorni fatto nel 1874, in compagnia dell’amico pittore Enrico Junck, a Istanbul, capitale dell’Impero Ottomano, quale corrispondente per conto della rivista Illustrazione Italiana.

De Amicis ha elaborato l’opera raccogliendo tre anni dopo la visita le impressioni in un libro, parte dagli appunti presi durante il viaggio e parte da memorie personali.  Ne emergono molte informazioni sulla Istanbul del secolo XIX e sulla storia ottomana. L’opera originale comprendeva anche 45 incisioni di Enrico Junck. La prima edizione fu pubblicata nel 1877 in due volumi. Cesare Biseo ne illustrò un’edizione del 1882, a causa della prematura scomparsa di Junck.

Il Grande Bazar d’Istanbul in un disegno di Cesare Biseo tratto dall’edizione del 1882

L’opera riscosse un successo immediato e fu tradotta in molte lingue, oltre naturalmente al turco, ma ricevette anche critiche severe, come quella di Remigio Zena nel suo diario di bordo In Yacht da Genova a Costantinopoli (1887). Nel suo libro Istanbul – Memory of a City, lo scrittore turco Orhan Pamuk (premio Nobel per la letteratura 2006) ha definito Costantinopoli di Edmondo de Amicis il miglior libro scritto su Istanbul nell’Ottocento, seguito da Costantinopoli di Théophile Gautier (1852). Umberto Eco, nell’introduzione ad una nuova ristampa del 2005, ha affermato che la descrizione della città fatta da De Amicis appare come la più cinematografica.

Viaggi eco-intelligenti con l’UE WEMED_NATOUR – Fino a settembre per aderire al bando europeo

VIAGGI ECO-INTELLIGENTI, L’UE WEMED_NATOUR ENTRA NELLE SCUOLE
PER UNA NUOVA GENERAZIONE RESPONSABILE

FINO A SETTEMBRE PER ADERIRE AL BANDO PER VIAGGI EDUCATIVI SOSTENIBILI

NEL MEDITERRANEO OCCIDENTALE

29 Agosto 2023

Il progetto europeo WeMed NaTOUR entra nelle scuole per educare le nuove generazioni al turismo sostenibile. I destinatari della mission, infatti, sono anche bambini e giovani. Per Le scuole possono aderire al progetto tramite un bando attivo fino al 25 settembre che porta in classe esperienze legate all’economia blu del mare mista ad attività pratiche in un contesto turistico reale. 

L’obiettivo è diffondere benefici economici per le comunità locali, sensibilizzando e promuovendo l’economia blu e verde sostenibile con buone pratiche e in collaborazione con le piccole e medie imprese turistiche nelle quattro destinazioni pilota di Italia, Spagna, Portogallo e Mauritania. L’approccio “Learn by Visiting” intende promuovere le competenze sociali e di vita sostenendo materie come la biologia, la geografia e le scienze sociali. 

Le scuole statali e private sono sempre più orientate a fornire un’educazione per lo sviluppo sostenibile, ma secondo l’UNESCO, solo il 20% degli insegnanti ritiene di poter spiegare con sicurezza ai bambini come agire quando si tratta di cambiamento climatico e di sviluppo sostenibile. Grazie al progetto sarà possibile per 4 scuole ricevere supporto con contenuti e piani di lezione già pronti nonché supporto da parte di un team specializzato durante tutto l’anno scolastico.

Le lezioni riguarderanno il concetto di turismo, le diverse tipologie di turismo e i loro impatti, e introdurranno i temi del turismo sostenibile e come viaggiare in modo responsabile collegando le nuove conoscenze alla realtà dei partecipanti. Quindi ci saranno le gite nazionali e internazionali che coinvolgeranno i partecipanti con apprendimento multisensoriale, arricchimento culturale ed esperienze pratiche incentrate sull’importanza di ecosistemi equilibrati, conservazione, consumo responsabile delle risorse naturali e prevenzione dell’inquinamento. 

I partecipanti saranno iniziati alla cultura, alle tradizioni e ai passi che le destinazioni pilota stanno adottando per accelerare le tecnologie rinnovabili, le infrastrutture a basse emissioni di carbonio e i viaggi sostenibili, che favoriranno la cittadinanza, le abilità sociali, la tolleranza e l’accettazione, il pensiero critico e l’imprenditorialità tra bambini e studenti. Le attività in classe, le valutazioni e i feedback post-viaggio non solo consolideranno l’apprendimento, ma daranno agli insegnanti e ai bambini l’opportunità di creare un progetto per aumentare i viaggi scolastici in altre aree, con particolare attenzione all’estensione delle stagioni intermedie per creare benefici economici per un’economia sostenibile. imprese turistiche. E’ prevista la partecipazione di almeno 60 studenti e 8 insegnanti 
I viaggi scolastici eco-smart sono rivolti a tre fasce di età: 6-10 e 11-13 anni per i viaggi nazionali in Mauritania e Portogallo, e 14-16 anni per i viaggi internazionali tra Spagna e Italia. Tutti i costi sono interamente finanziati dal progetto.

Per aderire al bando fino al 25 settembre:  https://euwemed-natour.eu/call-for-schools


Reference contacts:
ENIT – Communication Manager
Francesca Cicatelli: francesca.cicatelli@enit.it
Elena di Raco: elena.diraco@enit.it
Sara Landrini: sara.landrini@enit.it
 
X23 Srl – Coordinator
Amal Muntaser: amal.muntaser@x-23.org
Eleonora Ambrosi: eleonora.ambrosi@x-23.org

ENIT – AGENZIA NAZIONALE TURISMO ITALIANO
enit.it

Francesca Cicatelli – resp ufficio stampa Enit –
francesca.cicatelli@enit.it

Direzione Esecutiva
Comunicazione e Ufficio Stampa
VIA MARGHERA 2 – ROMA

VOCI UMANE | 1 settembre. Monza: Ascanio Celestini con Radio Clandestina alla Cappella Espiatoria

VOCI UMANE
Musei e teatro di narrazione

Seconda edizione

24 agosto – 10 settembre 2023

Ideazione di Emanuela Daffra

Direzione artistica di Maria Grazia Panigada

Iniziativa promossa e organizzata dalla Direzione regionale Musei Lombardia

Venerdì 1 settembre
alla Cappella espiatoria di Monza
Ascanio Celestini in “Radio Clandestina”

Venerdì 1 settembre, con inizio alle 20.30, alla Cappella Espiatoria di Monza, quinta serata della edizione 2023 del Festival “Voci Umane. Musei e teatro di narrazione” promosso e organizzato dalla Direzione Regionale Musei della Lombardia (Ministero della Cultura), con la direzione artistica di Maria Grazia Panigada. Il progetto, che coinvolge sette dei Musei statali della Lombardia, è stato ideato dalla direttrice Emanuela Daffra.

Alla Cappella Espiatoria di Monza, luogo che intende ricordare e riparare un atto di violenza, luogo di storia e di memoria, Ascanio Celestini rivive in Radio Clandestina l’eccidio delle Fosse Ardeatine. La storia dei 335 uomini uccisi dai nazisti e sepolti in una cava sull’Ardeatina viene ripercorsa attraverso la memoria orale di chi quei giorni li visse direttamente nella loro drammatica veridicità e riconsegnata a noi, attraverso il teatro, per non dimenticare.

Radio clandestina. Roma, le Fosse Ardeatine, la Memoria, prodotto da Fabbrica srl, è uno spettacolo di Ascanio Celestini tratto da “L’Ordine è già stato eseguito”, testo di Alessandro Portelli. È la storia degli uomini sepolti da tonnellate di terra in una cava sull’Ardeatina e delle donne che li vanno a cercare, delle mogli che lavorano negli anni ’50 e dei figli e dei nipoti che quella storia ancora la raccontano.

Il 23 marzo 1944 i Gruppi d’Azione Patriottica attaccano una colonna tedesca di polizia in Via Rasella, il 24 marzo per rappresaglia i nazisti uccideranno 335 persone in una cava sulla via Ardeatina. Il 25 marzo sui giornali di Roma compaiono le parole dei nazisti che annunciano tanto l’azione dei partigiani quanto l’eccidio che seguì. Questa sembra una storia che inizia un giorno e termina due giorni dopo, che si consuma in poche ore. Ma nel libro “l’ordine è già stato eseguito” di Alessandro Portelli, vincitore del Premio Viareggio, questa storia di poche ore viene inserita nella storia dei 9 mesi di occupazione nazista a Roma, e poi in quella dei 5 anni della guerra, dei 20 anni del fascismo: nella storia orale di Roma che diventa capitale e inizia velocemente a cambiare. “Il libro si fonda su circa 200 interviste a singole persone” a testimoniare che questa non è la storia di quei tre giorni, ma qualcosa di vivo e ancora riconoscibile nella memoria di una intera città. Un mito raccontato al rovescio…

Ascanio Celestini

Ascanio Celestini, popolare attore teatrale, è anche regista cinematografico, scrittore e drammaturgo. “Mi chiamo Ascanio Celestini, figlio di Gaetano Celestini e Comin Piera” – così egli si presenta – “Mio padre rimette a posto i mobili, mobili vecchi o antichi è nato al Quadraro e da ragazzino l’hanno portato a lavorare sotto padrone in bottega a San Lorenzo. Mia madre è di Tor Pignattara, da giovane faceva la parrucchiera da uno che aveva tagliato i capelli al re d’Italia e a quel tempo ballava il liscio. Quando s’è sposata con mio padre ha smesso di ballare. Quando sono nato io ha smesso di fare la parrucchiera. Mio nonno paterno faceva il carrettiere a Trastevere. Con l’incidente è rimasto grande invalido del lavoro, è andato a lavorare al cinema Iris a Porta Pia. La mattina faceva le pulizie, pomeriggio e sera faceva la maschera, la notte faceva il guardiano. Sua moglie si chiamava Agnese, è nata a Bedero. Io mi ricordo che si costruiva le scarpe coi guanti vecchi. Mio nonno materno si chiamava Giovanni e faceva il boscaiolo con Primo Carnera. Mia nonna materna è nata ad Anguillara Sabazia e si chiamava Marianna. La sorella, Fenisia, levava le fatture e lei raccontava storie di streghe”.

Il biglietto dei singoli spettacoli è incluso nel titolo di ingresso al museo, qualora previsto. La prenotazione è obbligatoria sul portale Eventbrite al link:


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Duino Aurisina (Trieste): L’ENERGIA DEI LUOGHI – 9a ed. FESTIVAL DEL VENTO E DELLA PIETRA

A cava

L’ENERGIA DEI LUOGHI – 9a edizione

FESTIVAL DEL VENTO E DELLA PIETRA
Presentato il programma della rassegna che si svilupperà da agosto 2023 a gennaio 2024

“Quest’anno lo sguardo progettuale della 9° edizione della rassegna ‘L’Energia dei Luoghi – Festival del vento e della pietra’ è posto verso la rinascita creativa del Carso che, dopo i numerosi incendi della scorsa stagione estiva, necessita ancor più di opportunità culturali e artistiche, prospettive poetiche e desiderio di futuro”. Lo ha sottolineato la Presidente dell’Associazione CASA C.A.V.E. Contemporary Art Visogliano Vižovlje Europe, Fabiola Faidiga, in occasione della conferenza stampa di presentazione del programma del Festival che si estenderà, fra allegoria e realtà, da fine agosto 2023 e gennaio 2024. Una proposta culturale, turistica e dal forte impatto anche economico-sociale per il territorio: laboratori transfrontalieri di scultura, land art, itinerari creativi, performance nelle cave, mostre d’arte visiva, cinema e incontri letterari, lection magistralis, laboratori per le scuole e alcuni importanti eventi in proiezione GO!25.

“L’obiettivo rinascita” – ha spiegato Fabiola Faidiga, presenti il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, il Sindaco del Comune di Duino Aurisina Igor Gabrovec e i rappresentanti delle numerose associazioni e dei partner coinvolti nel progetto – “è perseguito attraverso la ripresa di due importanti protagonisti del Comune di Duino Aurisina, storicizzati e internazionali, i cui temi saranno intesi come significativi catalizzatori di identità e sviluppo e la loro poetica di libertà e incontro fra i popoli sarà analizzata e rapportata alla dimensione contemporanea. Si tratta di uno dei massimi scultori italiani del ‘900, Marcello Mascherini (1906-1983), che scelse la località di Sistiana come abitazione e studio d’artista, e il poeta sloveno Igo Gruden (1893 –1948) nato ad Aurisina e figura di riferimento del nostro territorio bilingue e di tutta Slovenia”.

“Tema importante e caratterizzante del nostro territorio” – ha affermato il Sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza – “basti pensare alle colonne del Magazzino 26 in Porto Vecchio, oggi sede museale ed espositiva, le cui colonne sono tutte in pietra di Aurisina. Pietra che mi piacerebbe poter utilizzare per la necessaria ripavimentazione di piazza dell’Unità d’Italia”.

Nel ringraziare tutti gli organizzatori, il Sindaco di Duino Aurisina, Igor Gabrovec, ha sottolineato la “qualità riconosciuta del Festival del vento e della pietra e il lavoro portato avanti per la valorizzazione di un territorio così ricco di elementi caratterizzanti: dalle cave ai prodotti enogastronomici, alla sua ricchezza storica, naturalistica, archeologica, che si arricchirà a breve anche di un sito dedicato ai resti di dinosauri, grazie ai fossili quasi completi risalenti a 70 milioni di anni fa.”

La Rassegna s’inserisce nel progetto più ampio di KAMEN – Museo Diffuso delle Cave e della Pietra di Aurisina / Muzej Nabrežinskega Kamna in Kamnolomov, organizzata in collaborazione con le aziende marmifere, le associazioni del territorio, la Fondazione Pietro Pittini, la Fondazione Kathleen Foreman Casali, il Comune di Duino Aurisina, la Regione Friuli Venezia Giulia e il Geoparco del Carso.

Alla conferenza stampa erano inoltre presenti Marina Pittini, Presidente della Fondazione Pietro Pittini, Francesco Bordin e Nera Pancino dell’Archivio Marcello Mascherini, Jasna Simoneta presidente del Circolo culturale sloveno SKD Igo Gruden, Katarina Brešan curatrice del Goriški muzej Kromberk – Nova Gorica, Florentia Corsani presidente dell’AssociazIone Luna e l’altra, Valter Gruden della Gramar Marmi, il geologo Marco Manzoni Giovanni Giorgi della Zenith C, il Prof. Matej Perčič dell’Istituto tecnico professionale Sesana Srečko Kosovel sezione disegno in pietra.

Il Festival del vento e della pietra si apre il 30 agosto con le Residenze e Laboratori transfrontalieri di scultura contemporanea, “Il favoloso viaggio nella pietra di Aurisina” che sisvolgeranno fino all’8 settembre presso le aziende Caharija Snc e Gramar Marmi, in collaborazione con Zenith C di Aurisina Cave.

 “In questa edizione” – sottolinea Maddalena Giuffrida, responsabile della Sezione Pietra e ideatrice del progetto insieme a Fabiola Faidiga e alla curatrice Eva Comuzzi, presente in conferenza stampa con Sara Famiani della Sezione Territori, Mila Lazić per la Sezione Visioni e lo scultore Alberto Fiorin tutor delle Residenze di scultura – “i giovani scultori/studenti lavoreranno sugli scarti della lavorazione della pietra e trarranno ispirazione per la realizzazione della loro opera in pietra di Aurisina dalla poesia I cavatori di Aurisina di Igo Gruden (1893 –1948), importante autore di riferimento del territorio bilingue di Duino Aurisina e della Slovenia. Il poeta si interroga sul destino delle povere genti che lavoravano, nel secolo scorso, nelle cave romane di Aurisina e le invita, con linguaggio potente e aulico, a trovare l’energia per affrontare la durezza della vita e le crudeltà della storia, nell’universale desiderio di indipendenza, fratellanza e rispetto per le proprie origini”.I giovani artisti/scultori scelti con una Call internazionale sono: Tjaša Cigoj (Srečko Kosovel Sežana), Christoph Conrad e Anna Theresa Pöll (Akademie der bildenden Künste Wien), Celeste Magnolini (Accademia Belle Arti Venezia), Arianna Palmieri (Accademia Belle Arti Carrara). Maestri scultori Edi Carrer e Alberto Fiorin.

Le opere saranno esposte per un periodo presso le aziende ospitanti e dal 21 ottobre andranno ad arricchire il “Piccolo Parco sculture” di Portopiccolo – Sistiana (Duino Aurisina – Ts), una delle tappe del Museo diffuso, dove sono già esposte le opere realizzate nelle precedenti edizioni del Festival.

Il progetto delle Residenze e dei Laboratori di scultura è realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia, l’Istituto tecnico professionale Sesana Srečko Kosovel sezione disegno in pietra / Šolski Center Srečka Kosovela – Sežana (Slovenia) e il Prof. Matej Perčič, lo Studio Carrer di Pietrasanta, il Comune Duino Aurisina, lo SKD Igo Gruden – Aurisina e l’Agriturismo Juna. Con il particolare contributo della Fondazione Pietro Pittini e il sostegno della Fondazione Kathleen Foreman Casali.

Marcello Mascherini con Chimera 1958 foto Archivio MM

Tra le tante iniziative in programma (di seguito presentato competo), si segnala la mostra di opere e documenti del maestro scultore Marcello Mascherini, che si inaugura giovedì 14 settembre alle ore 18.00 presso DoubleRoom arti visive, in via Canova 9 a Trieste, curata da Massimo Premuda in collaborazione con l’Associazione Culturale Archivio Marcello Mascherini, che propone anche una visita guidata nell’atelier dell’artista a Sistiana, a cura di Francesco e Leonardo Bordin (domenica 15 ottobre).
In mostra a Trieste opere e documenti del maestro scultore, foto di Massimo Gardone, Davide Maria Palusa, Mario Sillani Djerrahian.

Per celebrare i 40 anni dalla morte di uno dei massimi scultori del ‘900 italiano, Marcello Mascherini), un corpus di bronzi, disegni e documenti originali dall’Archivio Mascherini dialoga con le ricerche visive di tre autori che reinterpretano, con occhio contemporaneo, alcune sculture del maestro presenti sul territorio: Bora e Scirocco (1951) provenienti dalla motonave Augustus e attualmente esposti al MuCa di Monfalcone, e Lotta di Chimere (1967), opera collocata in centro a Trieste.
La mostra, in proiezione GO!25, si sposterà presso il Goriški muzej Kromberk – Nova Gorica, nell’ambito dell’ esposizione “Il dinamismo del bronzo”, in collaborazione con la curatrice Katarina Brešan.
Tra gli incontri di approfondimento, sabato 23 settembre, alle ore 19.30, presso il Bacino IVERE 3 / Aurisina Cave (TS), viene proposto un omaggio a Igo Gruden, “Aurisina, le parole della poesia“, nell’anno del 130° anniversario della nascita del poeta. Il Circolo Culturale Sloveno in collaborazione con la Jus Comunella Aurisina, il teatro la Contrada Trieste, il Kinoatelje di Gorizia ed altri soggetti, presenta un racconto multimediale sulla poesia e il messaggio umanistico del grande poeta. Farà da scenografia la Cava in cui si fondono, nel percorso di riconvesione culturale, lavoro umano e natura.

In collaborazione con Triestebookfest, al Circolo Culturale Sloveno Igo Gruden, sabato 18 novembre, presso l’Auditorium (alle 16.30), l’artista e scultore di fama internazionale Marko Pogačnik e lo scrittore, poeta e viandante Luigi Nacci si incontreranno in un dibattito condotto dalla giornalista Martina Vocci.

Marko Pogačnik

Prosegue anche la collaborazione con il progetto multimediale “Fine del confine“, con vari appuntamenti all’Adventure Park Trieste (Ceroglie, Duino Aurisina), al Parco Basaglia a Gorizia e al Parco Castello di Kromberk a Nova Gorica (Slo). Quest’anno – Ideato da Manolo Cocho, Guillermo Giampietro, Maria Campitelli, Fabiola Faidiga – il progetto ha attivato sinergie con l’Associazione Prologo di Gorizia e il Goriški muzej Kromberk – Nova Gorica, in proiezione GO!25, e comprende Land Art, mostre d’arte visiva, incontri culturali, performance, laboratori presso i tre parchi, con la presenza di artisti locali e internazionali.

Tra le novità, un evento legato al 52° Trofeo Bernetti Cup 2023, organizzato dalla Società Nautica Pietas Julia: “La regata del Vento“, una mostra di fotografie di Moreno Faina e Luca Ambrosio, allestimento di Fabiola Faidiga, alle Portopiccolo Art Gallery di Sistiana (inaugurazione 23 settembre, ore 11.00), nell’ambito del progetto MareinFVG.


Ufficio stampa:
Dott.ssa Federica Zar
Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar viale Miramare,
17 • 34135 Trieste Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

9- Edmondo De Amicis, Costantinopoli: La vita a Costantinopoli – Il bagno

9- La vita a Costantinopoli Il bagno

INDICE

L ’arrivo
Cinque ore dopo
Il ponte
Stambul
All’albergo
Costantinopoli
Galata
Il Gran Bazar
La vita a Costantinopoli
Santa Sofia
Dolma Bagcè
Le Turche
Ianghen Var
Le mura
L’antico Serraglio
Gli ultimi giorni
I Turchi
Il Bosforo

22


Dopo aver fatto un giro per Balata, non è delle peggio, come si dice a Firenze, l’andare a fare un bagno turco. Le case dei bagni si riconoscono di fuori: sono edifizi senza finestre, della forma di piccole moschee, sormontati da una cupola e da alti camini conici, che fumano perpetuamente. Ma prima d’entrare, bisogna pensarci due volte, e domandarsi quid valeant humeri, perché non tutti possono resistere all’aspro governo che si fa d’un uomo fra quelle mura salutari. Io confesso che dopo quello che ne avevo inteso dire, c’entrai con un po’ di trepidazione; e i lettori vedranno che ero da compatire. Ripensandoci, mi sento uscire dalle tempie due goccioline di sudore che aspettano ch’io sia nel vivo della descrizione per filarmi giù̀ per le guance. Ecco dunque quello che fu fatto della mia povera persona. Entro timidamente e mi trovo in una gran sala che mi lascia un momento incerto, se sia un teatro o un ospedale. Nel mezzo zampilla una fontana, coronata di fiori; e lungo le pareti gira una galleria di legno, dove dormono profondamente o fumano sonnecchiando alcuni turchi sdraiati su materasse e ravvolti dalla testa ai piedi in pannolini bianchissimi. Mentre guardo intorno in cerca del bagnaiolo, due tarchiati mulatti seminudi, sbucati non so di dove, mi si rizzano dinanzi come due spettri, e mi domandano tutti e due insieme con voce cavernosa: Hammamun? (bagno?) – Evvet (sì) rispondo con un filo di voce. Mi accennano di seguirli e mi rimorchiano su per una scaletta di legno in una stanza piena di stuoie e di cuscini, dove mi fanno capire che mi debbo spogliare. Mi stringono una stoffa azzurra e bianca intorno alle reni, mi raspano la testa con un pezzo di mussolina, mi fanno infilare due zoccoli colossali, mi pigliano sotto le braccia come un ubbriaco e mi conducono, o piuttosto mi traducono in un’altra sala calda e semi-oscura, dove mi distendono sopra un tappeto e stanno ad aspettare colle mani sui fianchi che mi si ammorbidisca la pelle. Tutti questi apparecchi, che somigliano molto a quelli d’un supplizio, mi mettono addosso una inquietudine, la quale si cangia in un sentimento anche meno onorevole, quando i due aguzzini mi toccano la fronte, si scambiano uno sguardo che significa: – può resistere – e par che vogliano dire: – alla ruota – e ripigliandomi per le braccia mi accompagnano in una terza sala. Qui provo una sensazione stranissima. Mi par d’essere in un tempio sottomarino. Vedo vagamente, a traverso un velo bianco di vapori, delle alte pareti marmoree, delle colonne, degli archi, la volta d’una cupola finestrata, da cui scendono dei raggi di luce rossa, azzurra e verde, dei fantasmi bianchi che vanno e vengono rasente le pareti, e nel mezzo della sala, uomini seminudi distesi sul pavimento come cadaveri, sui quali altri uomini seminudi stanno chinati nell’atteggiamento di medici che facciano un’autopsia. La temperatura della sala è tale che, appena entrato, mi sento tutto in sudore, e mi pare che non potrò più uscir di là che sotto le forme d’un fiumicello, come l’amante d’Aretusa. I due mulatti trasportano il mio corpo in mezzo alla sala e lo adagiano sopra una specie di tavola anatomica, che è una grande lastra di marmo bianco, rilevata dal pavimento, sotto la quale ardono le stufe. La lastra scotta ed io vedo le stelle; ma oramai ci sono e bisogna striderci. I due mulatti cominciano la vivisezione, canterellando una canzonetta funebre. Mi pizzicano le braccia e le gambe, mi premono i muscoli, mi fanno scricchiolare le articolazioni, mi fregano, mi strizzano, mi stropicciano; mi fanno voltar bocconi, e ricominciano; mi rimettono supino, e tornano da capo; mi stirano e mi schiacciano come un fantoccio di pasta, a cui vogliano dare una forma che hanno in mente, e non ci riescano, e ci s’arrabbino; poi pigliano un po’ di respiro; poi di nuovo pizzicotti e strizzatine e schiacciature da farmi temere che sia quello il mio ultimo quarto d’ora. Finalmente, quando tutto il mio corpo schizza acqua come una spugna spremuta, quando mi vedono circolare il sangue sotto la pelle, quando s’accorgono che proprio non ci posso più reggere, tirano sui miei resti da quel letto di tortura, e li portano in un angolo, dinanzi a una piccola nicchia, dove sono due cannelle di rame, che gettano acqua calda e acqua fresca in una vaschetta di marmo. Ma, ahimè! qui comincia un altro martirio. E veramente la cosa piglia un certo andare, che, senza celia, io mi domando se non è il caso di appoggiare un cappiotto a destra e uno scopaccione a sinistra, e di battermela come mi trovo. Uno dei due tormentatori si mette un guanto di pelo di cammello e comincia a fregarmi la schiena, il petto, le braccia e le gambe, colla grazia con cui striglierebbe un cavallo, e la strigliatura si prolunga per la bellezza di cinque minuti. Finita la strigliatura, mi rovesciano addosso un torrente d’acqua tepida, e ripigliano fiato. E lo ripiglio anch’io, ringraziando il cielo che sia finita. Ma non è finita! Il mulatto feroce si leva il guanto e ricomincia l’operazione colla mano nuda, ed io m’indispettisco e gli fo cenno di smettere, e lui, mostrandomi la mano, mi prova, con mia grande meraviglia, che deve fregare ancora. Finito di fregare, un altro rovescio d’acqua, e poi un’altra operazione. Prendono tutti e due uno strofinaccio di stoppa imbevuto di sapone di Candia, e m’insaponano dalla testa ai piedi. Finita l’insaponata, un altro diluvio d’acqua profumata, e poi da capo lo strofinamento colla stoppa. Ma questa volta, come dio vuole, la stoppa è asciutta e strofinano per asciugare. Asciugato che sono, mi rifasciano la testa, mi rimettono il grembiale, mi ravvolgono in un lenzuolo, mi riconducono nella seconda sala, e dopo una sosta di qualche minuto, mi fanno rientrar nella prima. Qui trovo una materassa tepida sulla quale mi distendo mollemente e i due esecutori di giustizia mi danno gli ultimi pizzicotti per rendere uguale in tutte le membra la circolazione del sangue. Ciò fatto, mi mettono un cuscino ricamato sotto la testa, una coperta bianca addosso, una pipa in bocca, una limonata accanto, e mi lasciano lì fresco, leggiero, odoroso, colla mente serena, col cuore contento, con un senso così puro e così giovanile della vita, che mi par d’esser nato allora, come Venere, dalla spuma del mare, e di sentirmi frullare sopra la testa le ali degli amorini.

Il capitolo è composto da 24 ritratti della città


Edmondo De Amicis
Leggi su Wikipedia

Edizione elettronica tratta da Liber Liber

Opera di riferimento: “Costantinopoli” di Edmondo De Amicis, Fratelli Treves editori, Milano 1877

Alla edizione elettronica ha contribuito Vittorio Volpi, volpi@galactica.it

Revisione: Catia Righi, catia_righi@tin.it

Pubblicato su Liber Liber da Marco Calvo, al quale vanno i nostri ringraziamenti.

Costantinopoli è un libro di ricordi scritto da Edmondo De Amicis e pubblicato nel 1877. Il soggetto dell’opera è il viaggio di più giorni fatto nel 1874, in compagnia dell’amico pittore Enrico Junck, a Istanbul, capitale dell’Impero Ottomano, quale corrispondente per conto della rivista Illustrazione Italiana.

De Amicis ha elaborato l’opera raccogliendo tre anni dopo la visita le impressioni in un libro, parte dagli appunti presi durante il viaggio e parte da memorie personali.  Ne emergono molte informazioni sulla Istanbul del secolo XIX e sulla storia ottomana. L’opera originale comprendeva anche 45 incisioni di Enrico Junck. La prima edizione fu pubblicata nel 1877 in due volumi. Cesare Biseo ne illustrò un’edizione del 1882, a causa della prematura scomparsa di Junck.

Il Grande Bazar d’Istanbul in un disegno di Cesare Biseo tratto dall’edizione del 1882

L’opera riscosse un successo immediato e fu tradotta in molte lingue, oltre naturalmente al turco, ma ricevette anche critiche severe, come quella di Remigio Zena nel suo diario di bordo In Yacht da Genova a Costantinopoli (1887). Nel suo libro Istanbul – Memory of a City, lo scrittore turco Orhan Pamuk (premio Nobel per la letteratura 2006) ha definito Costantinopoli di Edmondo de Amicis il miglior libro scritto su Istanbul nell’Ottocento, seguito da Costantinopoli di Théophile Gautier (1852). Umberto Eco, nell’introduzione ad una nuova ristampa del 2005, ha affermato che la descrizione della città fatta da De Amicis appare come la più cinematografica.

Le mostre dell’autunno di ARTHEMISIA: a Genova “ARTEMISIA GENTILESCHI Coraggio e passione”

“ARTEMISIA GENTILESCHI
Coraggio e passione”

16 novembre 2023 – 1 aprile 2024
Palazzo Ducale, Genova

Per la prima volta a Genova, una grande mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi (1593 – 1653), una delle artiste più amate di sempre.

Prima donna ad essere riconosciuta come “artista”, prima donna ad essere ammessa in un’Accademia d’Arte, bambina prodigio, donna di incredibile coraggio e determinazione, Artemisia è la pittrice che fa della passione per l’arte la sua ragione di vita.

Stuprata a 19 anni da un amico del padre, diventa la protagonista del primo processo mediatico della storia, da cui uscirà vincitrice e perdente, segnata per sempre nell’anima.

La storia, le opere e il talento di Artemisia sono raccontati nella mostra genovese attraverso grandi capolavori e nuove rivelazioni sorprendenti.

Prodotta da Arthemisia con Palazzo Ducale di Genova, la mostra aprirà il 16 novembre 2023.

Dal 16 novembre 2023 al 1 aprile 2024, a Palazzo Ducale di Genova saranno esposti i capolavori di una delle artiste più amate di sempre, dalla vita appassionante, tragica, ricca di colpi di scena e successi straordinari.
È Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 – Napoli 1653), importante esempio di tenacia e genialità, donna dalla vita tutt’altro che facile, segnata dalla prematura scomparsa della madre, dal contesto sociale che non le permette di affermarsi come pittrice, fino al traumatico stupro.

Una donna che, con la maestria del suo pennello, è riuscita a rappresentare il suo controverso rapporto con gli uomini a partire da quello intenso e travagliato con il padre Orazio Gentileschi – suo maestro, grande pittore dell’epoca e amico di Caravaggio – trasformatosi poi in rivalità fino alla riconciliazione negli ultimi anni. Orazio e Artemisia sono raccontati attraverso confronti serrati tra tele con lo stesso soggetto, per comprendere come la ragazza abbia potuto superare il linguaggio del padre. I due artisti sono anche messi in dialogo con lo stile del Caravaggio.

Tra vicende familiari appassionanti, soluzioni artistiche rivoluzionarie, immagini drammatiche e trionfi femminili, la mostra – a cura di Costantino D’Orazio con la collaborazione di Anna Orlando – offre l’opportunità di vedere raccolti oltre 50 capolavori sparsi in tutta Europa, opere che permettono di delineare un ritratto preciso della personalità complessa di una delle artiste più celebri al mondo.

La mostra è promossa e organizzata da Arthemisia con Palazzo Ducale Fondazione per la CulturaComune di Genova e Regione Liguria.

La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura e come special partner Ricola.

Catalogo edito da Skira e a cura di Costantino D’Orazio.


Ufficio StampaArthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Castello di Rivoli: Renato Leotta. CONCERTINO per il mare – Mostra a cura di Marcella Beccaria

Renato Leotta.
CONCERTINO per il mare

Mostra a cura di
Marcella Beccaria

23 settembre – dicembre 2023
Castello, Secondo piano,

Torre nord

Concerto del 4 novembre a cura di Marianna Vecellio

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea organizza CONCERTINO per il mare di Renato Leotta (Torino, 1982). La mostra presenta per la prima volta in Italia il progetto vincitore dell’Italian Council Edizione X, Bando internazionale promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura a supporto della creatività contemporanea italiana. Il progetto CONCERTINO per il mare affonda le sue radici nell’osservazione dell’ecosistema dei fondali del Mediterraneo. Proponendo una possibile forma di comunicazione interspecie, esso consiste nel tentativo di tradurre la struttura interna delle foglie di Posidonia oceanica in una partitura musicale da eseguire come concerto udibile dall’orecchio umano. Portando all’attenzione l’importanza vitale di un ecosistema in pericolo, CONCERTINO per il mare invita ad ascoltare storie di migrazione, adattamento, incontri e lotte per la sopravvivenza della Posidonia attraverso il tempo, da un passato lontano fino a un futuro incerto. L’opera è stata presentata per la prima volta nel settembre 2022 alla 17esima Biennale di Istanbul, dove era installata presso l’Hammam Çinili, edificio ottomano risalente al XVI secolo.

Progetto artistico di ampio respiro, comprensivo di una lunga fase di ricerca attraverso più siti costieri del Mediterraneo, CONCERTINO per il mare ha generato un’installazione sonora, opere fotografiche e Ondina, opera-concerto. In mostra al Castello, a cura di Marcella Beccaria, verrà presentata l’installazione sonora, per la prima volta in dialogo con una serie di stampe fotografiche realizzate dall’artista con tecniche sperimentali.

Nell’ambito del progetto, Ondina. Concerto per il mare in tre movimenti, a cura di Marianna Vecellio, sarà eseguito dall’Orchestra Filarmonica di Torino, diretta da Giampaolo Pretto. Il concerto dal vivo si terrà presso il Salone dei Concerti del Conservatorio Statale di Musica Giuseppe Verdi, Torino (sabato 4 novembre, ore 21), dopo l’esordio nel settembre 2022 avvenuto con i musicisti della Borusan Istanbul Philharmonic Orchestra nei giorni di inaugurazione della Biennale di Istanbul.

Renato LeottaBiografia

Renato Leotta

Renato Leotta (Torino, 1982) vive e lavora tra Acireale e Torino. Nel 2019 è stato Italian Fellow in Visual Arts presso l’American Academy di Roma. Vincitore dell’Italian Council Edizione X, bando internazionale promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura a supporto della creatività contemporanea italiana, nel settembre 2022 partecipa con il progetto vincitore alla Biennale di Istanbul con il sostegno di Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.
Tra le mostre personali si ricordano: nel 2022 Linea, Punto., Sprovieri Gallery, Londra; nel 2021 MONDO, Palazzo Biscari, Catania; nel 2020 Sole, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea; nel 2019 Lighea, Galleria Fonti, Napoli e Renato Leotta, Magazzino Italian art Foundation e Casa Italiana Zerilli-Marimò, New York; nel 2018 Eine Sandsammlung, Kunst Halle Sankt Gallen, San Gallo; nel 2017 e nel 2016 rispettivamente Amicizia e Aventura entrambe alla Galeria Madragoa, Lisbona; nel 2015 si tengono le mostre Piccola Patria, Galleria Fonti, Napoli e Museo (Cavalli e Cavalle, Cavalli Cavalli), Cripta 747, Torino; nel 2014 Parking in Europe, Amstelpark, Amsterdam; nel 2013 Centering, Torre dei Piacentini, Genova; nel 2012 Palomar, Galleria Gentili, Prato; nel 2011 Belvedere, Galleria Collicagreggi Prato e Con gli occhi chiusi, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; nel 2010, Mirror, Barriera, Torino. Tra le mostre collettive a cui ha preso parte ricordiamo: Keep On Movin’, Fondazione Morra Greco, Napoli, 2022; Parthenope, Lighea ed altre storie…, Villa Doria D’Angri, Napoli, 2022; Maxxi Bulgari Prize, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma, 2020; Garden of Earthly Delights, Gropius Bau, Berlino e The Piedmont Pavilion, Combo, Venezia, 2019; Manifesta 12, Palermo e Italy Matriz do Tempo Real/Matrix for actual time, MAC, San Paolo, 2018; Intuition, Palazzo Fortuny, Venezia e Pompei@Madre, Materia Archeologica, Museo Madre, Napoli, 2017; XVI Quadriennale nazionale d’arte di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma e TERRAE NUBILUS, NAK, Aquisgrana, 2016; To Meggy Weiss Lo Surdo, Happy Hours, Co2 Gallery, Torino, 2014; One Thousand Four Hundred and Sixty, Peep-Hole, Milano, 2013; Les Associations Libres, Fondation Antoine de Galbert, Parigi e Sotto la strada la spiaggia, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2012; Premio Ariane de Rothschild, Palazzo Reale, Milano, 2011; Sindrome Italiana, Le Magasin, Grenoble, 2010; Da Guarene all’Etna, Palazzo Guarene, Guarene d’Alba, 2009. Leotta è co-fondatore di CRIPTA747 a Torino. Nel 2010 ha vinto il Premio Italia per la Fotografia Contemporanea.

Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X edizione, 2021), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura

Si ringrazia Silvia Fiorucci per il sostegno al catalogo della mostra


Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

Le attività del Castello di Rivoli sono realizzate primariamente grazie al contributo della Regione Piemonte.
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