Le mostre dell’autunno di ARTHEMISIA: a Genova “ARTEMISIA GENTILESCHI Coraggio e passione”

“ARTEMISIA GENTILESCHI
Coraggio e passione”

16 novembre 2023 – 1 aprile 2024
Palazzo Ducale, Genova

Per la prima volta a Genova, una grande mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi (1593 – 1653), una delle artiste più amate di sempre.

Prima donna ad essere riconosciuta come “artista”, prima donna ad essere ammessa in un’Accademia d’Arte, bambina prodigio, donna di incredibile coraggio e determinazione, Artemisia è la pittrice che fa della passione per l’arte la sua ragione di vita.

Stuprata a 19 anni da un amico del padre, diventa la protagonista del primo processo mediatico della storia, da cui uscirà vincitrice e perdente, segnata per sempre nell’anima.

La storia, le opere e il talento di Artemisia sono raccontati nella mostra genovese attraverso grandi capolavori e nuove rivelazioni sorprendenti.

Prodotta da Arthemisia con Palazzo Ducale di Genova, la mostra aprirà il 16 novembre 2023.

Dal 16 novembre 2023 al 1 aprile 2024, a Palazzo Ducale di Genova saranno esposti i capolavori di una delle artiste più amate di sempre, dalla vita appassionante, tragica, ricca di colpi di scena e successi straordinari.
È Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 – Napoli 1653), importante esempio di tenacia e genialità, donna dalla vita tutt’altro che facile, segnata dalla prematura scomparsa della madre, dal contesto sociale che non le permette di affermarsi come pittrice, fino al traumatico stupro.

Una donna che, con la maestria del suo pennello, è riuscita a rappresentare il suo controverso rapporto con gli uomini a partire da quello intenso e travagliato con il padre Orazio Gentileschi – suo maestro, grande pittore dell’epoca e amico di Caravaggio – trasformatosi poi in rivalità fino alla riconciliazione negli ultimi anni. Orazio e Artemisia sono raccontati attraverso confronti serrati tra tele con lo stesso soggetto, per comprendere come la ragazza abbia potuto superare il linguaggio del padre. I due artisti sono anche messi in dialogo con lo stile del Caravaggio.

Tra vicende familiari appassionanti, soluzioni artistiche rivoluzionarie, immagini drammatiche e trionfi femminili, la mostra – a cura di Costantino D’Orazio con la collaborazione di Anna Orlando – offre l’opportunità di vedere raccolti oltre 50 capolavori sparsi in tutta Europa, opere che permettono di delineare un ritratto preciso della personalità complessa di una delle artiste più celebri al mondo.

La mostra è promossa e organizzata da Arthemisia con Palazzo Ducale Fondazione per la CulturaComune di Genova e Regione Liguria.

La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura e come special partner Ricola.

Catalogo edito da Skira e a cura di Costantino D’Orazio.


Ufficio StampaArthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Castello di Rivoli: Renato Leotta. CONCERTINO per il mare – Mostra a cura di Marcella Beccaria

Renato Leotta.
CONCERTINO per il mare

Mostra a cura di
Marcella Beccaria

23 settembre – dicembre 2023
Castello, Secondo piano,

Torre nord

Concerto del 4 novembre a cura di Marianna Vecellio

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea organizza CONCERTINO per il mare di Renato Leotta (Torino, 1982). La mostra presenta per la prima volta in Italia il progetto vincitore dell’Italian Council Edizione X, Bando internazionale promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura a supporto della creatività contemporanea italiana. Il progetto CONCERTINO per il mare affonda le sue radici nell’osservazione dell’ecosistema dei fondali del Mediterraneo. Proponendo una possibile forma di comunicazione interspecie, esso consiste nel tentativo di tradurre la struttura interna delle foglie di Posidonia oceanica in una partitura musicale da eseguire come concerto udibile dall’orecchio umano. Portando all’attenzione l’importanza vitale di un ecosistema in pericolo, CONCERTINO per il mare invita ad ascoltare storie di migrazione, adattamento, incontri e lotte per la sopravvivenza della Posidonia attraverso il tempo, da un passato lontano fino a un futuro incerto. L’opera è stata presentata per la prima volta nel settembre 2022 alla 17esima Biennale di Istanbul, dove era installata presso l’Hammam Çinili, edificio ottomano risalente al XVI secolo.

Progetto artistico di ampio respiro, comprensivo di una lunga fase di ricerca attraverso più siti costieri del Mediterraneo, CONCERTINO per il mare ha generato un’installazione sonora, opere fotografiche e Ondina, opera-concerto. In mostra al Castello, a cura di Marcella Beccaria, verrà presentata l’installazione sonora, per la prima volta in dialogo con una serie di stampe fotografiche realizzate dall’artista con tecniche sperimentali.

Nell’ambito del progetto, Ondina. Concerto per il mare in tre movimenti, a cura di Marianna Vecellio, sarà eseguito dall’Orchestra Filarmonica di Torino, diretta da Giampaolo Pretto. Il concerto dal vivo si terrà presso il Salone dei Concerti del Conservatorio Statale di Musica Giuseppe Verdi, Torino (sabato 4 novembre, ore 21), dopo l’esordio nel settembre 2022 avvenuto con i musicisti della Borusan Istanbul Philharmonic Orchestra nei giorni di inaugurazione della Biennale di Istanbul.

Renato LeottaBiografia

Renato Leotta

Renato Leotta (Torino, 1982) vive e lavora tra Acireale e Torino. Nel 2019 è stato Italian Fellow in Visual Arts presso l’American Academy di Roma. Vincitore dell’Italian Council Edizione X, bando internazionale promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura a supporto della creatività contemporanea italiana, nel settembre 2022 partecipa con il progetto vincitore alla Biennale di Istanbul con il sostegno di Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.
Tra le mostre personali si ricordano: nel 2022 Linea, Punto., Sprovieri Gallery, Londra; nel 2021 MONDO, Palazzo Biscari, Catania; nel 2020 Sole, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea; nel 2019 Lighea, Galleria Fonti, Napoli e Renato Leotta, Magazzino Italian art Foundation e Casa Italiana Zerilli-Marimò, New York; nel 2018 Eine Sandsammlung, Kunst Halle Sankt Gallen, San Gallo; nel 2017 e nel 2016 rispettivamente Amicizia e Aventura entrambe alla Galeria Madragoa, Lisbona; nel 2015 si tengono le mostre Piccola Patria, Galleria Fonti, Napoli e Museo (Cavalli e Cavalle, Cavalli Cavalli), Cripta 747, Torino; nel 2014 Parking in Europe, Amstelpark, Amsterdam; nel 2013 Centering, Torre dei Piacentini, Genova; nel 2012 Palomar, Galleria Gentili, Prato; nel 2011 Belvedere, Galleria Collicagreggi Prato e Con gli occhi chiusi, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; nel 2010, Mirror, Barriera, Torino. Tra le mostre collettive a cui ha preso parte ricordiamo: Keep On Movin’, Fondazione Morra Greco, Napoli, 2022; Parthenope, Lighea ed altre storie…, Villa Doria D’Angri, Napoli, 2022; Maxxi Bulgari Prize, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma, 2020; Garden of Earthly Delights, Gropius Bau, Berlino e The Piedmont Pavilion, Combo, Venezia, 2019; Manifesta 12, Palermo e Italy Matriz do Tempo Real/Matrix for actual time, MAC, San Paolo, 2018; Intuition, Palazzo Fortuny, Venezia e Pompei@Madre, Materia Archeologica, Museo Madre, Napoli, 2017; XVI Quadriennale nazionale d’arte di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma e TERRAE NUBILUS, NAK, Aquisgrana, 2016; To Meggy Weiss Lo Surdo, Happy Hours, Co2 Gallery, Torino, 2014; One Thousand Four Hundred and Sixty, Peep-Hole, Milano, 2013; Les Associations Libres, Fondation Antoine de Galbert, Parigi e Sotto la strada la spiaggia, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2012; Premio Ariane de Rothschild, Palazzo Reale, Milano, 2011; Sindrome Italiana, Le Magasin, Grenoble, 2010; Da Guarene all’Etna, Palazzo Guarene, Guarene d’Alba, 2009. Leotta è co-fondatore di CRIPTA747 a Torino. Nel 2010 ha vinto il Premio Italia per la Fotografia Contemporanea.

Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X edizione, 2021), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura

Si ringrazia Silvia Fiorucci per il sostegno al catalogo della mostra


Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

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9- Edmondo De Amicis, Costantinopoli: La vita a Costantinopoli – Gli Ebrei

9- La vita a Costantinopoli – Gli Ebrei

INDICE

L ’arrivo
Cinque ore dopo
Il ponte
Stambul
All’albergo
Costantinopoli
Galata
Il Gran Bazar
La vita a Costantinopoli
Santa Sofia
Dolma Bagcè
Le Turche
Ianghen Var
Le mura
L’antico Serraglio
Gli ultimi giorni
I Turchi
Il Bosforo

21


Riguardo alle ebree, posso affermare, dopo esser stato nel Marocco, che quelle di Costantinopoli non hanno che fare con quelle della costa settentrionale dell’Africa, nelle quali i dotti osservatori credono di vedere ancora in tutta la sua purezza il primo tipo orientale della bellezza ebraica. Colla speranza di trovare questa bellezza, mi armai di coraggio, e feci molti giri per il vasto ghetto di Balata, che s’allunga, come un serpente immondo, sulla riva del Corno d’oro. Mi spinsi fin nei vicoli più miserabili, in mezzo a casupole «grommate di muffa» come le ripe della bolgia dantesca, per crocicchi dove non ripasserei più che sui trampoli e colle narici turate; guardando per le finestre tappezzate di cenci nauseabondi, nelle stanze nere e viscose; soffermandomi dinanzi alle porte dei cortili umidi da cui usciva un tanfo da mozzare il fiato, facendomi largo in mezzo a gruppi di ragazzi scrofolosi e tignosi, toccando col gomito dei vecchi orrendi, che parevano morti di peste risuscitati; scansando a ogni passo cani coperti di piaghe e laghi di mota nera e panni schifosi appesi a corde bisunte, e mucchi di putridumi da far cadere in deliquio; ma il mio coraggio non fu ricompensato. Fra le molte donne che incontrai imbacuccate nel loro calpak nazionale, che sembra un turbante allungato e copre i capelli e le orecchie, vidi bensì qualche viso in cui riconobbi quella regolarità delicata di lineamenti e quell’aria soave di rassegnazione, che si considera come il tratto distintivo delle ebree di Costantinopoli; vidi qualche vago profilo di Rebecca e di Rachele, dagli occhi a mandorla, pieni di dolcezza e di grazia; e qualche figura elegante, ritta in un atteggiamento raffaellesco sulla soglia d’una porta, con una mano sottile appoggiata sul capo ricciuto d’un bimbo. Ma nella maggior parte non vidi che i segni della degradazione della razza. Che differenza tra quelle figure stentite, e gli occhi di fuoco, i colori pomposi e le forme opulente che ammirai un anno dopo nei mellà di Tangeri e di Fez! Ed è lo stesso degli uomini, spersoniti, giallognoli, molli, di cui tutta la vitalità pare che si sia raccolta negli occhi scintillanti d’astuzia e di cupidigia, che essi girano continuamente intorno a sè stessi, come se da tutte le parti sentissero saltellare delle monete. Ed ora m’aspetto che i miei buoni critici israeliti, che già mi diedero sulle dita a proposito dei loro correligionari del Marocco, ricantino la stessa canzone, scrivendo a colpa dei turchi oppressori la decadenza e l’avvilimento degli ebrei di Costantinopoli. Ma badino che nelle medesime condizioni politiche e civili degli ebrei si trovarono tutti gli altri sudditi non musulmani della Porta; e che se anche questo non fosse, sarebbe assai difficile il provare che la vergognosa immondizia, la precocità dei matrimoni e l’astensione da tutti i mestieri faticosi, considerate come cause efficacissime di quella decadenza, siano una conseguenza logica della mancanza di libertà e d’indipendenza. E se mi vorranno dire invece, che non l’oppressione politica dei turchi, ma le piccole persecuzioni e il disprezzo di tutti, sono stati la cagione di quell’avvilimento, domandino prima a sè stessi se per caso non fosse vero il contrario; se la prima cagione non sia piuttosto da ricercarsi nei loro costumi e nella loro vita; e se invece di nasconder la piaga, non sarebbe utile che essi medesimi la toccassero col ferro rovente.

Il capitolo è composto da 24 ritratti della città


Edmondo De Amicis
Leggi su Wikipedia

Edizione elettronica tratta da Liber Liber

Opera di riferimento: “Costantinopoli” di Edmondo De Amicis, Fratelli Treves editori, Milano 1877

Alla edizione elettronica ha contribuito Vittorio Volpi, volpi@galactica.it

Revisione: Catia Righi, catia_righi@tin.it

Pubblicato su Liber Liber da Marco Calvo, al quale vanno i nostri ringraziamenti.

Costantinopoli è un libro di ricordi scritto da Edmondo De Amicis e pubblicato nel 1877. Il soggetto dell’opera è il viaggio di più giorni fatto nel 1874, in compagnia dell’amico pittore Enrico Junck, a Istanbul, capitale dell’Impero Ottomano, quale corrispondente per conto della rivista Illustrazione Italiana.

De Amicis ha elaborato l’opera raccogliendo tre anni dopo la visita le impressioni in un libro, parte dagli appunti presi durante il viaggio e parte da memorie personali.  Ne emergono molte informazioni sulla Istanbul del secolo XIX e sulla storia ottomana. L’opera originale comprendeva anche 45 incisioni di Enrico Junck. La prima edizione fu pubblicata nel 1877 in due volumi. Cesare Biseo ne illustrò un’edizione del 1882, a causa della prematura scomparsa di Junck.

Il Grande Bazar d’Istanbul in un disegno di Cesare Biseo tratto dall’edizione del 1882

L’opera riscosse un successo immediato e fu tradotta in molte lingue, oltre naturalmente al turco, ma ricevette anche critiche severe, come quella di Remigio Zena nel suo diario di bordo In Yacht da Genova a Costantinopoli (1887). Nel suo libro Istanbul – Memory of a City, lo scrittore turco Orhan Pamuk (premio Nobel per la letteratura 2006) ha definito Costantinopoli di Edmondo de Amicis il miglior libro scritto su Istanbul nell’Ottocento, seguito da Costantinopoli di Théophile Gautier (1852). Umberto Eco, nell’introduzione ad una nuova ristampa del 2005, ha affermato che la descrizione della città fatta da De Amicis appare come la più cinematografica.