Reggio Calabria, Pinacoteca Civica e Teatro Francesco Cilea: arriva “I LOVE LEGO”

I LOVE LEGO

7 settembre 2023 – 6 gennaio 2024
Pinacoteca Civica di Reggio Calabria e Teatro Francesco Cilea
Reggio Calabria

La mostra che ha già visto oltre 1 milione di visitatori nelle sue tappe in giro per il mondo, dal prossimo 7 settembre sarà ospitata all’interno della Pinacoteca Civica di Reggio Calabria
e del Foyer del Teatro Francesco Cilea.

Tra magnifici diorami – che incantano tanto i bambini quanto gli adulti – costruiti con oltre 1.000.000 di mattoncini assemblabili, la mostra racconta l’incredibile evoluzione di quello che, da giocattolo tra i più comuni e conosciuti,
si è trasformato negli anni in vera e propria opera d’arte.

Arriva nel capoluogo calabrese – dal 7 settembre 2023 al 6 gennaio 2024, presso gli spazi della Pinacoteca Civica di Reggio Calabria e del Foyer del Teatro Francesco Cilea – I LOVE LEGO, la mostra dei record che ha già visto oltre 1 milione di visitatori nelle sue tappe in giro per il mondo: una mostra pensata per sognare, divertirsi e riscoprire il proprio lato ludico e creativo scrutando tra i dettagli di interi mondi in miniatura.

La mostra è promossa dal Comune di Reggio Calabria, Assessorato Cultura e Turismo con l’Assessora Irene Calabrò, nell’ambito del progetto “Azioni pilota per un distretto culturale e turistico della Città di Reggio Calabria”, a valere sulla corrispondente azione del PON METRO React-EU, prodotta ed organizzata da Piuma, in collaborazione con Arthemisia.

Siamo orgogliosi di poter presentare questo evento di carattere culturale che rappresenta un motivo di ulteriore interesse per i siti di pregio della nostra città, in particolare il Teatro Cilea, con il suo splendido foyer, e la Pinacoteca Civica” affermano il sindaco facente funzioni di Reggio Calabria Paolo Brunetti e l’Assessora alla Cultura e al Turismo Irene Calabrò. “Per quattro mesi – aggiungono – offriremo l’opportunità a cittadini e turisti di visitare un percorso espositivo interessante e coinvolgente, in particolare per bambini e ragazzi, ma anche i tanti appassionati del settore, innalzando il livello di attrattività del nostro territorio con una mostra di circuitazione internazionale in grado di captare flussi orientati al turismo culturale. La mostra “I Love Lego” sarà quindi un’occasione per grandi e piccini di scoprire le tante curiosità del mondo degli iconici mattoncini, e soprattutto per i più piccoli sarà affascinante addentrarsi, attraverso il gioco ed i colori, in un ambiente che custodisce capolavori dell’arte come le tavolette di Antonello da Messina o le opere di Mattia Preti. Un vero e proprio invito alle arti, da scoprire e riscoprire con il sorriso“.

Decine di metri quadrati di scenari interamente realizzati con mattoncini LEGO® andranno a comporre vere e proprie opere di architettura e ingegneria: dalla città contemporanea ideale alle avventure leggendarie dei pirati, dai paesaggi medievali agli splendori dell’Antica Roma, ricostruiti e minuziosamente progettati coi moduli più famosi al mondo.

Milioni di mattoncini ma non solo. Tra 6 fantastici diorami costruiti grazie alla collaborazione di un gruppo di appassionati collezionisti privati, le due sedi saranno invase da tante installazioni che renderanno la mostra unica.
Infatti, a far da cornice ai minimondi Lego e “invadendo” gli stessi diorami, le simpaticissime vignette comiche ideate da “Legolize” e gli oli ispirati a grandi capolavori della storia dell’arte reinterpretati e trasformati in “omini lego” dall’artista contemporaneo Stefano Bolcato.

La mostra non è direttamente sponsorizzata da LEGO ed è realizzata grazie ad alcuni dei più grandi collezionisti del mondo.

La Mostra sarà presentata in conferenza stampa il prossimo 6 Settembre 2023 ore 10.00 presso la Pinacoteca Civica.


Date al pubblico
7 settembre 2023 – 6 gennaio 2024

Sedi
Pinacoteca Civica di Reggio Calabria (Via Osanna, n° 6)
Foyer del Teatro Francesco Cilea (Corso Garibaldi)

Orari
dal martedì al venerdì
8.30 – 13.20 (ultimo accesso ore 12.30) | 14.30 – 18.00 (ultimo accesso ore 17.15)
sabato, domenica, festivi e periodo natalizio (dal 26 dicembre al 6 gennaio)
10.30 – 19.00 (ultimo ingresso alle 18.15)

Biglietti (info e prenotazioni www.ticket.it)
Mostra + Pinacoteca Civica
Intero € 10,00
Ridotto € 8,00 (studenti di ogni ordine e grado, bambini dai 4 anni in su)
Omaggio bambini sotto i 4 anni

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Bologna, Museo internazionale e biblioteca della musica: It’s (NOT) Only Rock’n’Roll. Le foto di Mark Allan

David Bowie, backstage al Roskilde Festival, 1996 Foto Mark

Museo internazionale e biblioteca della musica | Strada Maggiore 34
It’s (NOT) only Rock’n’Roll. Le foto di Mark Allan

A cura di Pierfrancesco Pacoda

Periodo di apertura: fino al 10 settembre 2023

Orari di apertura: martedì, mercoledì, giovedì 11-13.30 / 14.30-18.30; venerdì 10-13.30 / 14.30-19; sabato, domenica, festivi 10-19; lunedì chiuso
Ingresso: gratuito
Telefono: 051 2757711

www.museibologna.it/musica

Il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna presenta It’s (NOT) Only Rock’n’Roll. Le foto di Mark Allan, prima mostra a presentare in Italia il lavoro di Mark Allan, decano della fotografia musicale e fotografo ufficiale del Barbican Centre di Londra, uno degli spazi internazionali più importanti per la musica, la danza e il teatro, per il quale ha ritratto, in 30 anni di carriera, tutti i grandi protagonisti della musica classica e sinfonica internazionale.
Dopo il successo riscosso dalla personale di Allan allestita alla Barbican Library nel 2019, nel Museo della Musica di Bologna, dichiarata dall’UNESCO Città Creativa della Musica, saranno visibili, in un’ampia retrospettiva a cura di Pierfrancesco Pacoda, 48 degli scatti più iconici realizzati dal fotografo britannico tra gli anni Ottanta e Duemila, che svelano la sua grande passione per la musica rock. Un interesse coltivato sin da quando era un giovane studente di arte al Goldsmiths College, che lo ha portato a fotografare i nomi più rappresentativi della nuova musica – dal rock al soul, dal pop al rap – ed essere presente a tutti gli appuntamenti che negli ultimi decenni hanno fatto la storia di questi suoni.

Kiss in concerto al Forum Kentish Town, 4 luglio 2012 Foto Mark Allan

Le sue fotografie documentano e raccontano linguaggi diversi e personaggi straordinari, narrati attraverso immagini fuori dalle convenzioni del ritratto, riuscendo, in molti casi, a trasformare relazioni professionali in rapporti di amicizia. Come accadde con David Bowie, che trovandosi a Roskilde, in Danimarca, per partecipare al celebre festival rock, lo invitò a raggiungerlo per scattare alcune foto. Nacque così un ritratto che ci restituisce un Bowie mai visto, seduto in spiaggia su una sedia a sdraio che gioca con secchiello, paletta e sabbia. Una dimensione opposta a quella voluta, ad esempio, da Grace Jones che chiese al fotografo di esaltare il suo aspetto da inavvicinabile femme fatale. Il risultato sono alcuni scatti che amplificano il versante sensuale dell’artista, che si diverte a offrire all’obiettivo il suo lato più seducente. E poi ancora, tra le altre, le fotografie che un giovanissimo Allan fece a Freddie Mercury durante le registrazioni di Live Aid, gli scatti agli U2 negli studi di Radio Times, i concerti di Madonna, Metallica, Paul McCartney, Sex Pistols, Lou Reed, The Rolling Stones, Britney Spears, Bruce Springsteen, Tina Turner, The Who e gli incontri unici come quello con Amy Winehouse, colta durante una pausa nella registrazione di un concerto per BBC One Session.
Special guest esposta in mostra è l’opera di Francesco De Molfetta The greatest Rock’n’Roll Panda in theworld!, esposta per gentile concessione di Patrizia Casale Bauer.

Con il progetto espositivo It’s (NOT) Only Rock’n’Roll. Le foto di Mark Allan prende avvio la nuova collaborazione tra il Settore Musei Civici Bologna e l’Istituzione Concertistica Orchestrale Magna Grecia con una omonima sezione satellitevisibile fino al 10 settembre presso la Biblioteca Civica “Pietro Acclavio”, inaugurata nell’ambito della terza edizione di MAP Festival – Musica Architettura Parallelismi, la rassegna ideata e organizzata dall’Istituzione Concertistica Orchestrale Magna Grecia che unisce la musica all’architettura 2023
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato dal Comune di Bologna, che contiene le immagini fotografiche esposte a Bologna e a Taranto e un’intervista di Pierfrancesco Pacoda a Mark Allan. Il volume è disponibile in esclusiva presso il bookshop del Museo della Musica.

Il progetto espositivo è realizzato con la main sponsorship di Gruppo Hera, il sostegno di Istituzione Concertistica Orchestrale Magna Grecia e in collaborazione con OTTO Gallery e MAP Festival – Musica Architettura Parallelismi.

PROFILO BIOGRAFICO MARK ALLAN

Mark Allan – Photo by Mark Allan

Mark Allan lavora da oltre 30 anni nel campo della fotografia di musica e spettacolo per tutti i settori della stampa inglese e internazionale. Ha inoltre collaborato con molte emittenti, tra cui BBC, ITV, Channel 4, MTV, HBO e NBC per speciali e serie (Most WantedThe White RoomTOTPSoundMaestroLet’s Sing and Dance. Non ha fotografato solo spettacoli, ma ha scattato ritratti in location e in studio a tutti i tipi di personalità per organizzazioni di stampa e broadcast. Ha dato prova della sua versatilità quando ha coperto eventi nazionali di grande importanza come il matrimonio reale e le Olimpiadi di Londra.
Attualmente si occupa delle sessioni di Maida Vale della BBC, tra cui il Live Lounge di Radio 1, lo Zane Lowe Show, l’Huw Stephens Show, lo show di Jamie Cullum di Radio 2, il Late Junction di Radio 3, In Tune e altri programmi di musica classica, oltre a numerosi programmi di 6Music per BBC Online.
È inoltre fotografo ufficiale di musica contemporanea e classica per il Barbican Centre, l’organizzazione per i diritti di trasmissione BMI e l’organizzazione di autori di canzoni BASCA, per la quale si occupa di tutti i premi annuali, compresi gli “Ivors”.
markallanphotography.co.uk


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FAF 2023 – Al via il Fadiesis Accordion Festival 2023 con il tributo a Vittorio Camardese

Al via la XII edizione del Fadiesis Accordion Festival in Basilicata

Primo appuntamento il 31 agosto con il concerto:

Il mondo è troppo per me – La storia di Vittorio Camardese.

Il chitarrista Mauro De Federicis e il fisarmonicista Renzo Ruggieri faranno rivivere la maestria di Vittorio Camardese, il “chitarrista-radiologo” potentino precursore della tecnica del tapping. La regista Vania Cauzillo introdurrà il concerto al Cinema Il Piccolo. Ingresso ore 20:30.

Quando la passione, quella di fare buona musica, trascende tutto anche la notorietà. Non ha mai inciso un disco, Vittorio Camardese, medico radiologo nato a Potenza nel 1929 e chitarrista jazz per passione nella Roma degli anni ’50, ’60 e ’70. Non ha lasciato tracce del suo essere musicista se non alcune partecipazioni a trasmissioni Rai. Nel 1965 è ospite della trasmissione Chitarra amore mio condotta da Arnoldo Foà, dove dà un saggio folgorante della sua geniale virtuosità, da “inventore” (inconsapevole) del tapping, la tecnica che sostituisce la pizzicata con la pressione sulle corde. L’incredibile vicenda artistica di Vittorio Camardese, è magistralmente raccontata nel documentario scritto e diretto dalla regista potentina Vania Cauzillo “Il mondo è troppo per me|La storia di Vittorio Camardese”.

Un video racconto tra immagini d’epoca, animazioni e interviste a chi lo ha conosciuto e amato, Renzo Arbore e Irio de Paula, Antonio Infantino, Nicoletta Costantino, Marcello Rosa, Graziano Accinni, Gianni Bisiach, colleghi medici di Roma e la sua famiglia d’origine, che domani a Matera scorrerà sullo schermo del Cinema Il Piccolo e farà da fil rouge all’omaggio che il Fadiesis Accordion Festival rivolge a Vittorio Camardese.
Giovedì 31 agosto 2023 alle 20:30 al Cinema Il Piccolo (ingresso 7 euro), per il primo appuntamento del 2023, il Fadiesis Accordion Festival cercherà di “ricostruire” sulla scena il tocco unico di questo genio musicale, precursore della tecnica del tapping. Un concerto jazz condotto con la tecnica chitarristica di Camarrese e affidato a due virtuosi interpreti di livello internazionale: il chitarrista Mauro De Federicis e il fisarmonicista Renzo Ruggieri. E anche il mantice non è qui per caso, perché Camardese affermava di suonare meglio la fisarmonica della chitarra. Ma di questa passione non resta alcuna testimonianza registrata.

Il concerto sarà introdotto dalla regista Vania Cauzillo, che racconterà la genesi del documentario e delle tante persone, musicisti e non, che hanno voluto partecipare al documentario. Un omaggio a Camardese con la volontà di restituire al pubblico la genialità di un uomo e di un musicista che fu protagonista della scena jazz romana e internazionale. Fra tutti il ricordo di Renzo Arbore il racconto di Renzo Arbore di quando il chitarrista lucano ospitò a casa sua Chet Baker. “Io non so l’inglese – dirà Cmardese a Arbore – lui non sa l’italiano. Prendo la chitarra e lui mi viene appresso”». Rimarranno amici per tutta la vita, come confermano le lettere nelle quali il trombettista si rivolgerà a Camardese «con amore» invitandolo a «suonare sempre» perché «hai un sacco di talento».

Il Festival Internazionale fisarmonicistico, promosso dall’Associazione musicale Fadiesis di Pordenone, lega da tredici anni la Basilicata e il Friuli Venezia Giulia nel segno del mantice e all’insegna della ricerca artistica-musicale e del dialogo culturale. L’edizione 2023 ha per tema: Esplorando. Ed è un invito all’esplorazione di nuove produzioni e di incredibili artisti poco noti al grande pubblico.

Il Fadiesis Accordion Festival 2023 è realizzato con il patrocinio di: Regione Friuli Venezia Giulia; Regione Basilicata; Fondazione Matera – Basilicata 2019; European Capital of Culture “GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia”, Provincia e Comune di Matera; Comune di Pordenone.

Hanno collaborato all’edizione 2023 del Faf: Conservatorio di Musica “Egidio Romualdo Duni” di Matera; Eu Japan Fest; Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei di Gorizia; Associazione Matè; Onyx Jazz Club; “Il mondo è troppo per me|La storia di Vittorio Camardese”; Palazzo Viceconte; Lucania Musicale; Alma Camere; Raffaele Laterza – Rappresentanze termoidrauliche per Basilicata e Puglia; S.i.t.i. Srl

Calendario concerti Fadiesis Accordion Festival 2023
 
Il mondo è troppo per me
La storia di Vittorio Camardese
Con estratti dal docufilm prodotto da Jump Cut e prolusione della regista Vania Cauzillo
 
Giovedì 31 agosto 2023, ore 20.30
Cinema Il Piccolo |  via XX Settembre, 14 Matera
 
Renzo Ruggieri, fisarmonica
Mauro De Federicis, chitarra
 
INGRESSO € 7,00
Info e prenotazioni:
+39 0835 330541
(12-13 | 19-21)

Orienti
Tra Estremo oriente e Mediterraneo
Musiche con temi giapponesi e lucani
 
Venerdì 1 settembre, ore 20.30
Palazzo Viceconte |  via S. Potito, 7 – Matera
 
Ryuya Kinoshita, fisarmonica
Mariko Kinoshita, fisarmonica
Miko Yoshioka, fisarmonica
Ota Keisuke, violino
Marianna Fezzuoglio, violoncello
Marcantonio Cornacchia, contrabbasso
 
In collaborazione con EU-Japan Fest e Matè-Solisti Lucani
 
INGRESSO € 5,00
Info e prenotazioni:
+39 329 1552001  |  +39 328 5410166  |  mate.solistilucani@gmail.com
 
Per ulteriori informazioni sul Festival Internazionale Fisarmonicisticohttps://accordionfestival.fadiesis.org/

Sissi Ruggi
Addetto stampa Fadiesis Accordion Festival
Per ulteriori informazioni e per contatti:
ufficiostampa@sissiruggi.com

9- Edmondo De Amicis, Costantinopoli: La vita a Costantinopoli – La Torre del Seraschiere

9- La vita a Costantinopoli – La Torre del Seraschiere

INDICE

L ’arrivo
Cinque ore dopo
Il ponte
Stambul
All’albergo
Costantinopoli
Galata
Il Gran Bazar
La vita a Costantinopoli
Santa Sofia
Dolma Bagcè
Le Turche
Ianghen Var
Le mura
L’antico Serraglio
Gli ultimi giorni
I Turchi
Il Bosforo

23


Sentendosi così puri e disposti a riveder le stelle non c’è di meglio che arrampicarsi sopra la testa di quel titano di pietra che si chiama la torre del Seraschiere. Io credo che Satana, se volesse tentare un’altra volta qualcuno coll’offerta del regno della terra, sarebbe sicuro del fatto suo, trasportando la sua vittima su quella cima. La torre, fabbricata sotto il regno di Mahmud II, è piantata sulla collina più alta di Stambul, nel mezzo del cortile vastissimo del ministero della guerra, nel punto che i turchi chiamano l’ombelico della città. È costrutta in gran parte con marmo bianco di Marmara, sul piano d’un poligono regolare di sedici lati, e si slancia in alto, ardita e svelta come una colonna, sorpassando d’un buon tratto i minareti giganteschi della vicina moschea di Solimano. Si va su per una scala a chiocciola, rischiarata da poche finestre quadrate, per le quali s’intravvede, passando, ora Galata, ora Stambul, ora i sobborghi del Corno d’oro; e non s’è ancora a mezza altezza, che già, lanciando uno sguardo fuori, pare di essere nella regione delle nuvole. Qualche volta salendo, si sente un leggero rumore sul proprio capo, e quasi nello stesso punto si vede passare e sparire una larva, che sembra una cosa che precipita piuttosto che un uomo che discende; ed è uno dei guardiani che stanno giorno e notte alla vedetta sulla sommità della torre, il quale ha visto probabilmente in qualche punto lontano dell’orizzonte un nuvolo di fumo sospetto, e ne porta avviso al Seraschierato. La scala ha circa duecento scalini, e conduce a una specie di terrazza rotonda, coperta di sopra e vetrata tutt’intorno, nella quale gira perpetuamente un guardiano, che serve il caffè ai visitatori. Al primo entrare in quella gabbia trasparente, che par sospesa tra il cielo e la terra, al vedere tutt’intorno quell’immenso vuoto azzurro, al sentire il vento che strepita e fa sonare i vetri e scricchiolare gli assiti, s’è quasi presi dalle vertigini e tentati di rinunziare al panorama. Ma alla vista della scaletta appoggiata al finestrino del tetto, il coraggio ritorna, si sale col cuore palpitante, e si getta un grido di meraviglia. È un momento sublime. Si rimane come sfolgorati. Tutta Costantinopoli è là e s’abbraccia tutta con un giro dello sguardo; tutte le colline e tutte le valli di Stambul, dal castello delle Sette Torri ai cimiteri d’Eyub; tutta Galata e tutta Pera, come se lo sguardo vi cadesse a fil di piombo; tutta Scutari, come se fosse lì sotto; tre file di città, di boschi, di flotte, che fuggono a perdita d’occhi lungo tre rive incantevoli, e altre strisce interminabili di villaggi e di giardini che si perdono serpeggiando nell’interno delle terre; tutto il Corno d’oro, immobile, cristallino e picchiettato d’innumerevoli caicchi, che sembrano moscerini natanti; tutto il Bosforo, che par chiuso qua e là dalle colline più avanzate delle due rive, e presenta l’immagine d’una successione di laghi, e ogni lago par circondato da una città, e ogni città è inghirlandata di giardini; di là dal Bosforo, il mar Nero azzurrino che si confonde col cielo; dalla parte opposta, il mar di Marmara, il golfo di Nicomedia, le isole dei Principi, la riva europea e la riva asiatica biancheggianti di villaggi; di là dal mar di Marmara, lo stretto dei Dardanelli, che luccica come un sottile nastro d’argento; oltre i Dardanelli un vago bagliore bianco, ch’è il mare Egeo e una curva oscura che è la riva della Troade; di là da Scutari, la Bitinia e l’Olimpo; di là da Stambul, le solitudini ondulate e giallognole della Tracia; due golfi, due stretti, due continenti, tre mari, venti città, una miriade di cupole inargentate e di guglie d’oro, una gloria di colori e di luce, da far dubitare se quella sia una veduta del nostro pianeta o di un altro astro più favorito da Dio.

Il capitolo è composto da 24 ritratti della città


Edmondo De Amicis
Leggi su Wikipedia

Edizione elettronica tratta da Liber Liber

Opera di riferimento: “Costantinopoli” di Edmondo De Amicis, Fratelli Treves editori, Milano 1877

Alla edizione elettronica ha contribuito Vittorio Volpi, volpi@galactica.it

Revisione: Catia Righi, catia_righi@tin.it

Pubblicato su Liber Liber da Marco Calvo, al quale vanno i nostri ringraziamenti.

Costantinopoli è un libro di ricordi scritto da Edmondo De Amicis e pubblicato nel 1877. Il soggetto dell’opera è il viaggio di più giorni fatto nel 1874, in compagnia dell’amico pittore Enrico Junck, a Istanbul, capitale dell’Impero Ottomano, quale corrispondente per conto della rivista Illustrazione Italiana.

De Amicis ha elaborato l’opera raccogliendo tre anni dopo la visita le impressioni in un libro, parte dagli appunti presi durante il viaggio e parte da memorie personali.  Ne emergono molte informazioni sulla Istanbul del secolo XIX e sulla storia ottomana. L’opera originale comprendeva anche 45 incisioni di Enrico Junck. La prima edizione fu pubblicata nel 1877 in due volumi. Cesare Biseo ne illustrò un’edizione del 1882, a causa della prematura scomparsa di Junck.

Il Grande Bazar d’Istanbul in un disegno di Cesare Biseo tratto dall’edizione del 1882

L’opera riscosse un successo immediato e fu tradotta in molte lingue, oltre naturalmente al turco, ma ricevette anche critiche severe, come quella di Remigio Zena nel suo diario di bordo In Yacht da Genova a Costantinopoli (1887). Nel suo libro Istanbul – Memory of a City, lo scrittore turco Orhan Pamuk (premio Nobel per la letteratura 2006) ha definito Costantinopoli di Edmondo de Amicis il miglior libro scritto su Istanbul nell’Ottocento, seguito da Costantinopoli di Théophile Gautier (1852). Umberto Eco, nell’introduzione ad una nuova ristampa del 2005, ha affermato che la descrizione della città fatta da De Amicis appare come la più cinematografica.