Orzinuovi (BS), Rocca di San Giorgio: GIACOMO BERGOMI. Mostra del centenario

Giacomo Bergomi, Venditore di angurie, 1965 circa, olio su tela, 100x150cm

Dal 1° settembre 2023 al 7 gennaio 2024

Orzinuovi (BS)

Celebra il concittadino

Giacomo Bergomi (1923-2023)
A 100 anni dalla nascita

Alla Rocca di San Giorgio, la più importante mostra monografica mai dedicata all’opera di uno dei più interessanti e talentuosi pittori bresciani del Novecento

Il percorso espositivo presenta 100 lavori realizzati tra la fine degli anni Cinquanta del Novecento e i primi anni Duemila

A cura di Davide Dotti

Orzinuovi (BS) celebra, a cento anni dalla nascita, Giacomo Bergomi (1923-2003), uno dei più interessanti e talentuosi pittori bresciani del XX secolo.
Dal 1° settembre 2023 al 7 gennaio 2024, la Rocca di san Giorgio ospita la più importante monografica mai dedicata al maestro, promossa e organizzata dal settore cultura del Comune di Orzinuovi, col patrocinio della Provincia di Brescia e di Regione Lombardia, in collaborazione con il Gruppo Giacomo Bergomi, curata da Davide Dotti, che ha costruito un avvincente percorso espositivo in grado di ripercorrere le fasi creative più intense del maestro, attraverso l’attenta e scrupolosa selezione di 100 opere tra dipinti e disegni.

“Quest’anno il Comune di Orzinuovi è onorato di promuovere una mostra per celebrare il concittadino
Giacomo Bergomi, ai 100 anni dalla sua nascita. –
commenta il Sindaco Gianpietro Maffoni – Pittore
talentuoso formatosi all’Accademia di Brera a Milano, è uno degli artisti bresciani più riconosciuti del XX secolo e si è distinto per la sua ispirazione al mondo dei campi (rurale), del lavoro domestico e degli attrezzi da lavoro. In qualità di Sindaco, ritengo particolarmente importante dedicare uno
spazio anche all’arte del territorio, grazie anche al supporto della Regione Lombardia. Saranno
allestite una selezione di opere dell’artista presso la Rocca di San Giorgio e la mostra sarà aperta a
tutti per la durata di sei mesi. Cercheremo inoltre, di coinvolgere le scuole e di portare in visita le
giovani generazioni in modo da trasmettere loro il legame che, come cittadini, abbiamo con il
territorio bresciano anche per la valorizzazione dell’arte contemporanea. Tengo a ringraziare il “Gruppo Giacomo Bergomi” e la famiglia che hanno permesso la realizzazione di questo splendido progetto espositivo”.

“Le nostre origini e la storia della nostra terra sono come le radici di un albero: danno nutrimento alla nostra identità. E purtroppo e’ convinzione comune che con la globalizzazione e con il progresso tecnologico si sia assistito ad miglioramento della conoscenza e della cultura. Non dobbiamo mai dimenticare che centinaia di migliaia di generazioni di esseri umani hanno preceduto le poche generazioni dei tempi cosiddetti moderni, vivendo a contatto con la natura ed avendo verso di essa un senso di rispetto, gratitudine, riverenza ed anche timore.  – afferma il Professor Carlo Mario Lombardi, Assessore alla Cultura del Comune di Orzinuovi – Questa mostra, orgoglio di Orzinuovi, vuole tener viva la diversità culturale e conservare accesa la creatività attraverso il percorso artistico di un grande maestro della civiltà contadina come Giacomo Bergomi affinché il messaggio di arte possa aiutarci a trovare le radici per il nostro futuro”.

“Sono felice e onorato di curare l’importante mostra del centenario dalla nascita di Giacomo Bergomi – dice Davide Dotti, curatore della mostraun grande pittore bresciano del secondo Novecento che ha saputo, partendo dalle solide radici contadine, aprire i suoi orizzonti culturali ed estetici grazie ai viaggi compiuti soprattutto in America Latina, dove fu affascinato dalle popolazioni andine e dalla maestosità delle cascate venezuelane. L’esposizione ripercorre l’intero arco della sua intensa parabola artistica, facendo emergere la caratura della sua arte, i soggetti che affrontò con maggiore frequenza – dalle scene di rustica vita quotidiana alle cascine della bassa, dagli scorci di Brescia alla ritrattistica fino alle colorate istantanee andine – e l’evoluzione del suo sofisticato lessico pittorico”.

La rassegna copre un arco cronologico che, dalla metà del secolo scorso – quando, frequentando i corsi serali all’Accademia di Brera, Bergomi ebbe modo di assorbire le lezioni di Carlo Carrà, Aldo Carpi e Aldo Salvadori – giunge fino ai primi anni Duemila, periodo nel quale i suoi lavori, caratterizzati da un lessico estetico estremamente personale ed innovativo, sono dedicati per lo più alle maestose cascate di cui si innamorò durante un soggiorno in Venezuela e ai paesaggi innevati della bassa bresciana.

L’iniziativa si pone l’obiettivo di valorizzare e far conoscere, anche al di fuori dai confini regionali, la produzione di un artista bresciano tra i più sensibili e carismatici dell’intero Novecento, nonché di conferire il giusto riconoscimento storico e critico alla sua ricerca artistica.

Il percorso espositivo metterà in evidenza la capacità di Bergomi di rinnovare il proprio linguaggio decennio dopo decennio, e di analizzare i soggetti che frequentò con maggiore assiduità, dalle scene di vita quotidiana al ritratto, dalle still life ai paesaggidella bassa bresciana, dagli scorci di Brescia fino ai brani tratti della quotidianità delle popolazioni andine, influenzato non solo dalle sue umili origini contadine, ma anche dai numerosi viaggi che fece sia in Italia che all’estero, soprattutto in centro America.

La mostra si completa con una sezione che documenta la mirabile capacità di Bergomi nell’affrontare la grafica, con una selezione di disegni a matita, china, tempera e acquarello attraverso i quali indagò e studiò nel dettaglio i soggetti delle sue opere pittoriche.

Catalogo Compagnia della Stampa | Massetti Rodella Editori.

Giacomo Bergomi, Piccoli bracconieri, 1975, olio su tela, 100x150cm

Giacomo Bergomi. Note biografiche

Giacomo Bergomi nasce a Barco di Orzinuovi, il 31 dicembre 1923.

Negli anni Cinquanta, a Milano, frequenta i corsi serali dell’Accademia di Brera, decisivi per la sua crescita artistica, tenuti da insegnanti quali Salvadori, Franchi, Cantatore e dal direttore Aldo Carpi. Negli ambienti braidensi stringe amicizia con Carlo Carrà con cui instaura una importante frequentazione; il grande maestro lo consiglia e lo invita spesso nel suo studio a mostrare i propri lavori.

Gli anni Sessanta sono il tempo dell’affermazione, di una febbrile ricerca pittorica, di una rinnovata maturità, di un’intensa produzione artistica ed espositiva, della partecipazione a manifestazioni e rassegne pittoriche nelle quali ottiene numerosi riconoscimenti. È il periodo dei viaggi: in Puglia, in Grecia e nella vecchia Jugoslavia. Visita la Bulgaria, la Francia, la Polonia, la Spagna, la Svizzera, la Turchia.

Gli anni Settanta sono inaugurati dalla scoperta del Sud America, con cui si apre un nuovo mondo pittorico.

Qui, Bergomi visita per lunghi periodi l’Ecuador e il Venezuela, incontrando le popolazioni indigene che ritrae nelle loro abitudini quotidiane. Accanto ai soggetti tradizionali si aggiungono gli indios delle foreste, gli andini dai ponchos sgargianti e i pescatori dell’Isola Margarita. Nel frattempo, l’artista ritorna periodicamente in Puglia, compie ancora alcune visite in Grecia, in Polonia e in Bulgaria.

Inizia anche la ricerca sistematica degli oggetti del mondo contadino che confluiranno poi nel Museo a lui dedicato.

Negli anni Ottanta, i viaggi subiscono un certo rallentamento. Per alcuni anni trasferisce lo studio nella cascina di via S. Antonio a Mompiano.Dedica molto tempo e risorse alla ricerca degli oggetti del mondo contadino che raccoglie in un piccolo museo prima nella casa di Collebeato, dove vive con la famiglia, e che trasferisce nel 1988 nella casa-studio di via Esenta a Berlinghetto.

Negli anni Novanta la produzione pittorica si arricchisce dei paesaggi marchigiani e della ripresa della città di Ostuni, caratterizzata però da tagli prospettici nuovi, rispetto alla produzione degli anni sessanta, e da una tavolozza giocata sul contrasto dei bianchi delle case e dei blu del cielo. Ancor più significativa da un punto di vista pittorico dopo il 1998 è la novità delle cascate a cui Bergomi dedica grandi tele.

Nel 2001 Bergomi abbandona Berlinghetto e si trasferisce a Cellatica. Le ultime opere sono dedicate ai paesaggi innevati.

Muore il 22 settembre 2003 a Brescia.


GIACOMO BERGOMI. Mostra del centenario
Orzinuovi (BS), Rocca di San Giorgio (piazza Garibaldi)
1° settembre 2023 – 7 gennaio 2024
 
ORARIO APERTURA AL PUBBLICO DELLA MOSTRA:
PERIODO FIERA
1° settembre 13 – 22
2, 3 e 4 settembre 10 – 22          
 
Dal 5 settembre 2023 al 7 gennaio 2024
Sabato, domenica e festivi 10 – 19
dal lunedì al venerdì chiuso (ad eccezione di richieste di apertura eccezionali)
24 e 31 dicembre 10 – 12.30
dal 26 al 29 dicembre 2023 e dal 2 al 5 gennaio 2024 15 – 19
25 dicembre 2023 e 1 gennaio chiuso
 
Aperture straordinarie:
Istituti scolastici, previa prenotazione entro almeno 14 giorni antecedenti la richiesta di apertura della mostra
 
Biglietti: ingresso gratuito
 
Informazioni:
Ufficio Cultura, Sport e Tempo Libero – CED;
tel. 030.9942210
e-mail: eventi@comune.orzinuovi.bs.it
biglietteria@comune.orzinuovi.bs.it
www.comune.orzinuovi.bs.it
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Marta Pedroli | tel. +39.02.36755700 | M. +39.347.4155017 | marta.pedroli@clp1968.it | www.clp1968.it

Venezia, Palazzetto Bru Zane: “ I MONDI RIFLESSI” della musica romantica francese

MONDI RIFLESSI

FESTIVAL PALAZZETTO BRU ZANE

Venezia, dal 23 settembre al 27 ottobre

Lontani o vicini, conosciuti nei viaggi o semplicemente immaginati, nel XIX secolo, i paesi stranieri consentono alla musica francese di riflettere sulla propria identità. Il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique francaise, dedica loro un intero ciclo dal titolo “Mondi Riflessi”. Sette concerti e due conferenze, in programma a Venezia dal 23 settembre al 27 ottobre, metteranno in evidenza l’ispirazione straniera nella musica francese del XIX secolo.

Accompagnate dal pianoforte di François Dumont, Jodie Devos ed Éléonore Pancrazi ci faranno viaggiare con un florilegio di arie d’opera e di duetti dalla Spagna e dal Portogallo – terre di partenza per esplorare il mondo – fino all’India e al Giappone durante il concerto d’inaugurazione il 23 settembre. Il 24 settembre, i pianoforti di Ismaël Margain e Guillaume Bellom suoneranno Cécile Chaminade (La Sévillane) e Camille Saint-Saëns (Caprice arabe), mentre la chitarra di Luigi Attademo ci inviterà in Spagna il 3 ottobre con opere di Fernando Sor, Dioniso Aguado o Francisco Tárrega. Il 12 ottobre, un concerto per violoncello e pianoforte trasmetterà le emozioni di una serata all’estero, tra introspezione (Soirs étrangers di Louis Vierne) e gioia del ballo (Danse bohémienne di Jacques Offenbach), e verrà seguito, il 17 ottobre, da un programma per pianoforte solo durante il quale Salome Jordania eseguirà alcune opere di Mel Bonis, Claude Debussy, Benjamin Godard e Maurice Ravel. Dopo un concerto per violino, violoncello e pianoforte tra l’Est (Suite orientale di Mel Bonis) e l’Ovest (Barcarolles di Benjamin Godard) il 19 ottobre, il festival si concluderà il 27 ottobre con un programma per pianoforte a quattro mani interpretato da Lidija e Sanja Bizjak, con tappe in Algeria (Suite algérienne di Camille Saint-Saëns), Egitto (Le Songe de Cléopâtre di Mel Bonis) e India (Danse Indoue di Cécile Chaminade).

Con le rivoluzioni industriali, il lontano altrove si avvicina con la velocità di un treno a vapore: l’Oriente vagheggiato dei racconti e degli esploratori è dunque alla portata degli europei agiati. Per i meno fortunati, ad aprire finestre su mondi diversi provvedono le incisioni sulle riviste illustrate. La produzione musicale francese del XIX secolo riecheggia questa fascinazione: le trame delle opere liriche sono perlopiù ambientate fuori dei confini nazionali, mentre le danze straniere alimentano una gran parte del repertorio strumentale. Per ragioni opposte a quelle della geopolitica bellicosa e colonizzatrice dell’epoca, anche gli artisti vanno all’estero per trovare una nuova strada. Il viaggio assume allora la forma di una ricerca delle origini e, con ciò, esprime la speranza di rigenerare un Occidente ormai estenuato. Guardandosi allo specchio di questi mondi lontani, i francesi possono vedere sé stessi così come sono, ma senza dovervisi necessariamente riconoscere.

MARTEDÌ 12 SETTEMBRE ORE 18
PRESENTAZIONE DEL FESTIVAL
La presentazione sarà seguita da un concerto per pianoforte
Opere per pianoforte di MARMONTEL, GANNE, DAVID, GODARD e DIÉMER
Célia Oneto Bensaid pianoforte
Ingresso gratuito

SABATO 23 SETTEMBRE ORE 19.30
VIAGGIO ONIRICO
Arie e duetti di OLAGNIER, DUBOIS, DAVID, DELIBES, MASSENET, SAINT-SAËNS, OFFENBACH, BIZET, ecc.
Jodie Devos soprano
Éléonore Pancrazi mezzosoprano
François Dumont pianoforte

DOMENICA 24 SETTEMBRE ORE 17
SCUOLA GRANDE SAN GIOVANNI EVANGELISTA
PIANO + PIANO. CONCERTO PER DUE PIANOFORTI
Opere per due pianoforti di SAINT-SAËNS, MASSENET, BONIS, CHAMINADE, DEBUSSY, CHABRIER e RAVEL
Guillaume Bellom e Ismaël Margain pianoforte

MARTEDÌ 3 OTTOBRE ORE 17.30
Chitarra ed esotismo
Conferenza di Luigi Attademo
Ingresso gratuito

ORE 19.30
CHITARRA SPAGNOLA
Opere per chitarra di FOSSA, SOR, CARULLI, AGUADO, COSTE, TÁRREGA, COTTIN e COLLET
Luigi Attademo chitarra

MARTEDÌ 10 OTTOBRE ORE 18
Artisti in viaggio
Conferenza di Paolo Bolpagni
Ingresso gratuito

GIOVEDÌ 12 OTTOBRE ORE 19.30
DALLA TARANTELLA ALLA SEVILLANA
Opere per violoncello e pianoforte di BOISDEFFRE, VIERNE, LISZT, TOLBECQUE, RAVEL e OFFENBACH
Louis Rodde violoncello
Gwendal Giguelay pianoforte

MARTEDÌ 17 OTTOBRE ORE 19.30
SULLE NOTE DEL GRAND TOUR
Brani per pianoforte di DEBUSSY, BONIS, GODARD e RAVEL
Salome Jordania pianoforte
Concerto ripreso nell’ambito del Festival Piano aux Jacobins a Tolosa l’11 settembre

GIOVEDÌ 19 OTTOBRE ORE 19.30
DA ORIENTE A OCCIDENTE
Opere per violino, violoncello e pianoforte di BONIS, SARASATE, GODARD e RAVEL
TRIO ZELIHA
Manon Galy violino
Maxime Quennesson violoncello
Jorge González Buajasán pianoforte

VENERDÌ 27 OTTOBRE ORE 19.30
SULLE SPONDE DEL MEDITERRANEO
Opere per pianoforte a quattro mani di SAINT-SAËNS, CHAMINADE, BONIS, DEBUSSY e RAVEL
Lidija e Sanja Bizjak pianoforte


Il Palazzetto Bru Zane –
Centre de musique romantique française

La missione del Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française, con sede a Venezia, è la riscoperta e la diffusione a livello internazionale del patrimonio musicale francese (1780-1920), concepisce e progetta programmi incentrati sul repertorio romantico francese. Si occupa sia di musica da camera sia del repertorio sinfonico, sacro e lirico, senza dimenticare i generi «leggeri» che caratterizzano lo spirito francese (chanson, opéra-comique, operetta). Il centro, inaugurato nel 2009 per volere della Fondation Bru, ha sede a Venezia in un palazzo del 1695 appositamente restaurato per ospitarlo.


INDIRIZZO
Palazzetto Bru Zane
Venezia, San Polo 2368
 
Contatti per la Stampa
contact@bru-zane.com
 
In collaborazione con Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
Ref. Roberta Barbaro
roberta@studioesseci.net Tel. 049 663499

Messina: Al MuMe oltre 50 opere in mostra “Seguendo Caravaggio con maniera vigorosa e tinta” 

Il direttore del MUME, arch. Orazio Micali, presenta la mostra
SEGUENDO CARAVAGGIO (Fonte Facebook)

L’allestimento mette insieme opere provenienti dal ricco patrimonio
di musei e chiese della Sicilia, a testimonianza del movimento caravaggesco e post caravaggesco presente sul territorio

Dopo numerose e varie iniziative culturali, il MUME (Museo Regionale di Messina), supportato dall’Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, porta avanti un grande progetto con la mostra SEGUENDO CARAVAGGIO con “maniera vigorosa e tinta”.
L’evento ha da subito suscitato un grande interesse poiché mette insieme varie opere provenienti da diversi musei e chiese siciliane, ma non solo. Alle storiche dell’arte Donatella Spagnolo, Elena Ascenti, Giovanna Famà e Alessandra Migliorato va il merito di aver scelto con grande cura le opere da esporre, comprese quelle provenienti da collezioni private, mai presentate al pubblico. Valore aggiunto dell’esposizione sono le opere custodite nei depositi del Museo di Messina, che grazie a questa mostra tornano alla luce insieme alle tele di altri artisti che hanno risentito dell’influenza del grande e rivoluzionario Caravaggio.

La progettazione dell’allestimento è stata curata dagli architetti Domenico Crisafulli e Daniele Guarnera con la supervisione del direttore Orazio Micali, che ha ideato e curato i vari aspetti della mostra con la preziosa collaborazione dell’architetto Maria Mercurio, responsabile unico del procedimento. La manutenzione e la movimentazione sono state eseguite da Giovanna Farsaci, mentre la traduzione dei testi è di Flavia De Domenico. Un grande lavoro corale che ha permesso di realizzare una mostra che scrive una nuova pagina nella storia del Museo. (Testo e immagini dalla pagina Facebook del Museo)


La direzione museale coglie l’occasione per ringraziare:
– Francesco Scarpinato, Assessore ai Beni culturali e IS,
– Mario La Rocca, dirigente generale del dipartimento dei beni culturali e IS,
– Rosaria Gallotta, responsabile della procedura finanziaria.
– La ditta Floridia per i lavori di allestimento e, in particolare, Michele e Vincenzo Parrinello,
– Alessandro Mancuso per la realizzazione editoriale,
– Lisciotto Viaggi SNC per la pubblicità e la promozione,
– Santina Alessi, Filippa Cavallaro e Gabriella Sorti per il supporto tecnico-amministrativo.
Ringraziamo, inoltre, i prestatori delle opere a cui sarà dedicato più spazio nei prossimi giorni sulla pagina Facebook del MUME.
 
La mostra è visitabile dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 19:00 (ultimo ingresso alle 18:00), la domenica e nei festivi dalle 9:00 alle 13:30 (ultimo ingresso alle 12:30).
Ingresso: biglietto intero € 5,00, ridotto € 3,00.

Mestre, Centro Culturale Candiani: CHAGALL. Il colore dei sogni 

Marc Chagall: Rabbino n.2 o Rabbino di Vitebsk, 1914-22, olio su tela, 104x84cm. Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna

CHAGALL. Il colore dei sogni

Mestre (Ve), Centro Culturale Candiani
30 settembre 2023 – 13 febbraio 2024

Mostra a cura di 
Elisabetta Barisoni

La mostra Chagall. Il colore dei sogni, proposta dalla Fondazione Musei Civici di Venezia ed a cura di Elisabetta Barisoni, aprirà il prossimo 30 settembre e si potrà ammirare, nelle sale espositive del secondo piano del Candiani, sino al 13 febbraio 2024.

Partendo dal Rabbino n. 2 o Rabbino di Vitebsk, 1914 – 1922, capolavoro conservato nelle raccolte di Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna e acquisito dal Comune di Venezia alla Biennale del 1928, la mostra intende indagare il portato rivoluzionario dell’arte di Chagall come pittura del sogno e come trionfo della fantasia creatrice.

L’esposizione è concepita con i capolavori conservati a Ca’ Pesaro, cui sono affiancati in ciascuna sezione importanti e puntuali opere di Chagall provenienti da prestigiose collezioni internazionali. Grazie ai prestiti dell’Albertina di Vienna, del Musée National Marc Chagall di Nizza, del Museum of Fine Arts di Budapest e dell’Israel Museum di Gerusalemme, Chagall diventa un filo rosso che unisce opere ed artisti che hanno sentito la propria produzione in termini simili ai suoi, o che da lui hanno preso spunto per sviluppare la propria arte nelle più diverse direzioni.

Il viaggio fantastico di Chagall si svolge attraverso l’arte del ‘900 e si articola in 6 sezioni che prendono avvio da Il sogno simbolista, con la poesia onirica di Odilon Redon, Cesare Laurenti e Adolfo Wildt.

La seconda sezione della mostra si intitola È soltanto mio / il paese che è nell’anima mia ed è tutta dedicata a Marc Chagallcon Il Rabbino di Ca’ Pesaro per la prima volta affiancato a Vitebsk. Scena di villaggio della collezione Batliner presso l’Albertina di Vienna.

Artisti in esilio affronta invece il tema dell’emigrazione verso gli Stati Uniti da parte di numerosi autori obbligati a lasciare l’Europa durante gli anni Trenta. La contiguità del “Rabbino” di Ca’ Pesaro con le emergenze cubiste e costruttiviste è messa a confronto con le sculture di Ossip Zadkinefino ad arrivare al Surrealismo di Max Ernst che guardò a Chagall come punto di partenza imprescindibile della propria arte.

La quarta sezione si concentra sui temi cari a Chagall, l’amore e il colore. Il colore dei sogni affianca le ricerche del Maestro russo a quelle dell’espressionismo europeo, ben rappresentate dalle accese cromie di Emil Nolde .

Un’ampia sezione della mostra è poi dedicata alle opere religiose ed in particolare alle illustrazioni di Marc Chagall per la Bibbia commissionategli da Ambroise Vollard. Saranno esposte le incisioni donate dall’artista al Musée National Chagall di Nizza nel 1972, affiancate dalle preziose lastre originali con cui le grafiche sono state realizzate.

Il tema biblico e della Crocifissione parte da Chagall e si sviluppa verso esiti simbolisti o primitivisti che emergono nelle straordinarie opere delle collezioni di Ca’ Pesaro esposte in mostra. Il tema del sacro, così importante nella produzione di Chagall, accomuna autori internazionali provenienti da tradizioni pittoriche molto distanti. Vicini per la riflessione su Cristo, la Croce e il portato spirituale dell’esistenza sono i capolavori, restaurati per l’occasione e finalmente messi a disposizione del pubblico, del francese Georges Rouault del belga Frank Brangwyn, dello svedese Veikko Aaltona e dell’ungherese István Csók, a ulteriore testimonianza della peculiarità delle raccolte che il Comune di Venezia ha creato per la Galleria d’Arte Moderna comprando, fin dalle prime Biennali, opere di autori internazionali esposti ai Giardini.

George Grosz: Natura morta con gatto e anatra, 1929, olio su cartone70x90cm. Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna

La mostra chiude con una sesta sezione tutta all’insegna della fantasia, illogica, istintiva e gioiosa, del messaggio che ci ha lasciato Chagall. Il colore delle favole prende avvio dal progetto grafico sulle Favole di La Fontaine realizzato da Chagall negli anni Venti del secolo scorso, e si colora delle visioni fantastiche di George Grosz e delle riflessioni, tra favole e mito, di Félicien Rops, Frank Barwig e Mario De Maria. L’utopia e la anti-modernità della lezione di Chagall, espresse in pittura e nelle opere grafiche, caratterizzano anche la seconda metà del secolo in prove di inedita atmosfera onirica, come nella scultura di Claudio Parmiggiani, nella pittura di Corrado Balest e di Carlo Hoellesch.


Maggiori informazioni ►qui

Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani, 7
30174 Venezia Mestre
T 041 2386126
muvemestre.visitmuve.it

Contatti per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
Referente Simone Raddi: simone@studioesseci.net

Messina: “Gli aquiloni pensano che la terra sia attaccata al filo” – Mostra di PUPI FUSCHI a cura di Mariateresa Zagone

Venerdì 11 agosto, alle ore 18,30, avrà luogo il vernissage della mostra “Gli aquiloni pensano che la terra sia attaccata al filo”, dell’artista palermitana Pupi Fuschi a cura di Mariateresa Zagone.

La mostra, che presenta otto opere di grande e medio formato, sarà fruibile fino al 2 settembre ed è la seconda, dopo A Q U A, del programma del Summer Fest di Tenuta Rasocolmo, sezione Arti Visive.

Il focus, esplicitato già nell’eloquente titolo, è la necessità di imparare a cogliere il maggior numero possibile di angolazioni e prospettive per ogni argomento, cosa non semplice come sembra: educazione, abitudini, senso morale, esperienze, carattere, e molti altri aspetti compresa la fatica di applicare un certo impegno, sono paraventi insospettabili frapposti fra i nostri occhi e ciò che vediamo. Le iconografie utilizzate dall’artista, non nuove ma potenti, utilizzano linee spesse e nere che definiscono le figure in maniera sincopata e con una pittura graffiata di grandissima espressività. La velocità e il carattere sommario del tratto che non sempre definisce con precisione i soggetti, rendono estremamente attrattive queste immagini.

Sono figure sospese che, in parte, si legano ad una visione post-espressionistica senza tralasciare la grande lezione classica in modo da adeguare i canoni della rappresentazione della figura umana ad una società che vive perfino il dramma esistenziale in chiave egoica ed esteriore.

La mostra è anche un invito garbato a sentirsi un po’ aquiloni ogni tanto e ad immaginare di vedere il mondo “attaccato ad un filo”… Magari si riuscirebbe a vivere più serenamente l’avventura della vita lasciando spazio alla meraviglia del cambiamento.

Pupi Fuschi – Note biografiche

Pupi Fuschi nasce a Palermo nel 1970 dove vive e lavora. Consegue la laurea in pittura presso l’Accademia di Belle Arti della sua città nel 1997. Ha scelto uno pseudonimo creato all’inizio della sua carriera disegnando fumetti, utilizzando il nomignolo d’infanzia e il cognome della madre.

Dopo aver acquisito esperienze nel restauro pittorico, nel design e nell’illustrazione, dal 2009 si dedica principalmente alla pittura. Appassionata di musica e moda, ha spesso collaborato all’organizzazione di eventi come consulente per il supporto tecnico/organizzativo. Ha al suo attivo diverse esposizioni in gallerie nazionali ed estere, collaborazioni periodiche con Istituti di cultura italiana ed è presente in importanti collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Realizza murales sia in ambito privato che pubblico, uno dei quali è stato recentemente dipinto su invito dell’U.O. Ematologia e Talassemia, Dipartimento di Pediatria dell’ARNAS Ospedale Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo. È rappresentata a Budapest dalla galleria Ari Kupsus e a Firenze dalla Galleria ONart.

Il suo linguaggio sfugge a catalogazioni o appartenenze a correnti artistiche legate a movimenti artistici particolari per una naturale propensione alla costante evoluzione libera in più ambiti.

L’ ingresso è rigorosamente gratuito ma bisogna prenotare 

Un appuntamento con il Restauro più autorevole – Il 14 settembre a Roma

14 settembre 2023

Presentazione del libro
“Guardare il restauro”
di Eleonora Coloretti

Spazio all’Arte – Capitolium Art
Via delle Mantellate 14b

Il restauro è spesso il protagonista misconosciuto ai più dell’insieme di tele esposte in una mostra. Invece le operazioni specializzate e delicatissime di cui si compone sono preziose tanto per la conservazione del patrimonio artistico quanto per quello che possono raccontare dei materiali costitutivi, della tecnica di esecuzione e della datazione delle opere su cui intervengono, restituendole poi allo sguardo dei visitatori. 

Il libro curato da Eleonora Coloretti invita a “guardare” proprio il restauro, attraverso il colloquio con alcuni dei più grandi esponenti del Restauro italiano: Gianluigi Colalucci, Carlo Giantomassi e Donatella Zari, Guido Botticelli, Antonio Forcellino, essi stessi anche divulgatori e insegnanti del “mestiere” di restauratore. E nello stesso tempo, fa il punto su storia, teoria e prassi del Restauro nella cultura italiana e internazionale, rivendicando il ruolo di ispirazione e leadership che l’Italia può vantare in questo campo. 

Giovedì 14 settembre 2023, dalle 18,30 alle 20,30Spazio all’Arte, sede romana della Casa d’aste Capitolium Art in via delle Mantellate 14b a Roma, ospita, con ingresso libero, la presentazione del libro “Guardare il restauro”, edito da Campisano Editore, in una conversazione cui parteciperanno, oltre all’Autrice, Willy Zuco, responsabile dello spazio, Carlo Giantomassi, restauratore di fama internazionale e Graziano Giovanni Campisano, fondatore dell’omonima casa editrice. Spazio all’Arte prosegue così, fin dalla sua apertura lo scorso novembre, nella sua vocazione all’esplorazione di quanto ruota e cambia attorno all’Arte.

Per partecipare, si prega confermare a: comunicazione@capitoliumart.it_

Eleonora Coloretti

Eleonora Coloretti

Eleonora Coloretti nasce a Firenze.  Restauratrice qualificata, laureata in conservazione e restauro del patrimonio storico artistico, completati gli studi universitari entra a far parte dei restauratori specializzati dell’Opera Primaziale Pisana, ente preposto alla tutela, al restauro e alla valorizzazione di Piazza dei Miracoli a Pisa (patrimonio UNESCO). Lavora sotto direzione tecnica di Gianni Caponi, Carlo Giantomassi e Donatella Zari, Gianluigi Colalucci, con supervisione scientifica di Antonio Paolucci. Perito esperto e consulente tecnico d’ufficio presso il tribunale di Massa, esegue attribuzioni, perizie, stime, valutazioni e certificazioni di opere d’arte.


Comunicazione Spazio all’Arte – Capitolium Art Roma
e-mail: comunicazione@capitoliumart.it

Biennale di Venezia: il cortometraggio “As I Lay Dead” di Vitruvio Virtual Reality

Il cortometraggio “As I Lay Dead” di Vitruvio Virtual Reality è l’unico progetto italiano di cinema immersivo selezionato dalla Biennale di Venezia al Venice Gap Financing Market

Il cortometraggio “As I Lay Dead” di Vitruvio Virtual Reality si è guadagnato un onorevole posto come unico progetto italiano selezionato nella categoria “Storie immersive” per la decima edizione del Venice Gap Financing Market al Festival del Cinema di Venezia 2023, un’iniziativa promossa dalla Biennale di Venezia che mira a ridurre le distanze tra registi, creativi e case di produzione con l’obiettivo di sostenere produttori europei e internazionali nell’assicurare il completo finanziamento dei loro progetti.

Durante le tre giornate del Venice Gap Financing Market, programmate dall’1 al 3 settembre 2023, verranno presentati i 62 progetti selezionati dei 280 arrivati, provenienti da tutto il mondo; tra questi sono 14 quelli della categoria “Storie immersive“, dove Vitruvio Virtual Reality rappresenta l’eccellenza per l’Italia.

As I Lay Dead: il concept

As I Lay Dead” è un cortometraggio in realtà virtuale di circa dieci minuti scritto e diretto da Simone Salomoni – scrittore, regista e sceneggiatore – e prodotto da Vitruvio Virtual Reality, società bolognese specializzata nella produzione di video e film immersivi in computer grafica.

L’idea del soggetto è nata dall’unione di due immagini particolari: quelle che passavano in televisione durante i primi giorni del conflitto in Ucraina e quella del Compianto di Niccolò Dell’Arca, un gruppo scultoreo in terracotta che ha lungamente ossessionato il regista.

La morte non è nulla per chi la vive: siamo vivi e poi siamo morti. Il dolore è un carico che sopporta chi resta. Da questa intuizione semplice ho alzato la sguardo, ho pensato all’Antigone di Sofocle, al romanzo Mentre Morivo di Faulkner – il titolo è un esplicito omaggio al premio Nobel americano – e ho pensato di mettere in scena una macchina teatrale di 6 personaggi, ai quali ho assegnato il compito di raccontare diversi modi di esprimere il dolore. La storia di ‘As I Lay Dead’ è questa: come esprimiamo il dolore per la morte di una persona amata?” – spiega l’ideatore Simone Salomoni.

As I Lay Dead” affronta il tema del lutto da una prospettiva del tutto diversa, portandoci letteralmente nella mente del defunto grazie alla realtà virtuale. Attraverso una narrazione suggestiva e poetica, il cortometraggio ci invita a esplorare il mondo interiore di colui che non è più con noi. L’ambientazione e il tempo della narrazione sono eterei, sospesi, sognanti e l’idea è indagare, attraverso le possibilità date dalla realtà virtuale immersiva, gli istanti successivi alla sola esperienza che accomuna ogni essere umano: la morte. La storia si sviluppa senza dialoghi con una serie di immagini oniriche e suggestioni intense che creano una connessione profonda tra lo spettatore e il protagonista defunto.

As I Lay Dead” si distingue per la sua straordinaria capacità di farci riflettere sul significato della vita e sulla complessità del processo di lutto. Il cortometraggio invita a meditare su cosa significhi veramente essere vivi e su come il ricordo di una persona possa influenzare e plasmare coloro che sono ancora in vita. Il cortometraggio vuole parlare sia a coloro che nelle produzioni immersive cercano una grafica 3D originale sia a coloro che cercano le emozioni.

Il nostro non è un prodotto di solo intrattenimento, sonda le possibilità della realtà virtuale raccontando una storia universale: vogliamo pertanto rivolgerci sia agli appassionati di immersività sia a un pubblico generalista in cerca di emozioni” – dice Alessandro Agostini, produttore e titolare di Vitruvio Virtual Reality.

Tre sono gli elementi peculiari di questa pellicola:

  • l’esperienza si vive stando supini, soluzione inedita o quasi per la realtà virtuale;
  • l’assenza di dialoghi che garantisce l’universalità del messaggio;
  • il finale: ma qui non vorremmo guastare la sorpresa agli spettatori.

Attualmente sono coperti circa il 30% dei costi e vige un pre-accordo con un distributore canadese. L’obiettivo di Vitruvio Virtual Reality è quello, attraverso il Venice Gap Financing Market, di riuscire a completare il lavoro per poi partecipare ai Festival del 2024.

Il cinema immersivo in Italia è ancora un settore in crescita e sono necessari maggiori investimenti e riconoscimenti per favorirne lo sviluppo. Tuttavia, il lavoro svolto da società come Vitruvio Virtual Reality e l’impegno da parte del Festival del Cinema di Venezia e della Biennale di Venezia di promuovere questo settore, dimostra che c’è un interesse e un potenziale significativo per il cinema immersivo nel nostro Paese. Vitruvio Virtual Reality si sta facendo strada nel panorama italiano come una delle realtà all’avanguardia in questo campo. Attraverso la produzione di contenuti coinvolgenti e di alta qualità, la società sta contribuendo a portare il cinema immersivo al pubblico italiano, aprendo nuove possibilità per l’industria cinematografica.


INFORMAZIONI UTILI

Qui l’elenco completo dei progetti selezionati

CONTATTI
WEB: www.vitruviovirtualreality.com/
MAIL: info@vitruviovirtualreality.com
FACEBOOK: www.facebook.com/vitruvioreality
INSTAGRAM: www.instagram.com/vitruviovirtualreality/
LINKEDIN: www.linkedin.com/company/vitruviovirtualreality/
TWITTER: https://twitter.com/vitruviovr

UFFICIO STAMPA CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126                
info@culturaliart.com
www.culturaliart.com
Facebook: Culturalia
Instagram: Culturalia_comunicare_arte
Linkedin: Culturalia di Norma Waltmann
Youtube: Culturalia

Pisa, Museo della Grafica: Inaugurazione della mostra “Per Giuseppe Viviani. Omaggio al Principe di Boccadarno”

Il Museo della Grafica (Comune di Pisa, Università di Pisa)  è lieto di invitarvi all’inaugurazione della mostra 

PER GIUSEPPE VIVIANI 
OMAGGIO AL PRINCIPE DI BOCCADARNO 

Sabato 29 luglio 2023, ore 17:30 

Per maggiori informazioni Cliccare il logo

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060 (62-66-67)
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it

Roccamonfina (Caserta), Officina Culturale: Mycelium, residenza artistica di co-creazione tra arte, disabilità e maestranze locali

Mycelium
Residenza artistica

Un laboratorio a cielo a aperto di arti sonore, visive, performative.

Inizia la residenza artistica “Mycelium” a Roccamonfina: una settimana di co-creazione tra arte, disabilità e maestranze locali.

1-6 agosto 2023
Officina Culturale | Piazza G. Buco – Roccamonfina (CE)

Dal 1° al 6 agosto 2023 prende il via, presso gli spazi di Officina Culturale, la residenza artistica Mycelium: un laboratorio permanente a cielo aperto di arti sonore, visive e performative nel borgo e nei boschi di Roccamonfina. 

Mycelium, iniziativa promossa da Rapso APS in collaborazione con A Ruota Libera ONLUSMosaico APSTextures APS e Polluce APS e patrocinata dal Comune di Roccamonfina (CE), mira alla creazione di un “ecosistema di libertà creativa” nel territorio del comune attraverso l’attivazione di un processo di co-creazione transdisciplinare che coinvolge artistimaestranze locali e persone con disabilità nella creazione di opere artistiche sonore, visive e performative.

Durante la prima settimana di agosto i 15 artisti selezionati attraverso una “call for artists” internazionale abiteranno Roccamonfina per lavorare, in collaborazione con artigiani locali, alla rielaborazione delle storie ricavate dalle interviste condotte da Claudia Calcagnile (Artista e presidente di Mosaico APS ) e Luca Limonta (Operatore culturale e Teatroterapeuta) a giugno scorso, durante la prima fase del progetto. “Siamo molto felici che l’incontro con Rapso ci abbia permesso di realizzare Anima in luogo, un lavoro che si fonda su pratiche performative e culturali legate all’ascolto dei luoghi. Durante la residenza artistica lavoreremo alle storie che abbiamo raccolto nel mese di giugno. Il nostro intento è quello di creare una mappatura emotiva, ricucire passato, presente e futuro. L’incontro con gli ospiti della comunità di A Ruota Libera è stato un ulteriore arricchimento in questa prima fase del lavoro” (Claudia Calcagnile)

In questo modo, l’iniziativa punta a valorizzare sia le opere degli artisti che l’intera comunità di Roccamonfina. Inoltre, gli artisti avranno l’opportunità di interagire con i beneficiari di “A Ruota Libera ONLUS”, associazione fondata a Napoli nel 2007 da Luca Trapanese, per offrire a persone disabili, in età post scolare, l’opportunità di socializzare, di coltivare i propri talenti e di integrarsi nella comunità .

“Siamo molto felici di questa opportunità. Mycelium sarà un’esperienza molto soprattutto per quanto riguarda la relazione tra artisti e  comunità locale.”, afferma Cristian Mezzo, Presidente di Rapso APS e Direttore artistico di Mycelium. “La nostra call ha raccolto tantissime adesioni e questo ci rende orgogliosi, perché vuol dire che, citando Carlos Castaneda: “Questa strada ha un cuore”. Sarà un periodo di co-creazione, scambio, contaminazione, proprio come il micelio dimostra.”

Giovanna Prata, Assessore alla Cultura del Comune di Roccamonfina: “Attraverso la creazione di un ecosistema creativo a Roccamonfina vogliamo attrarre creativi locali, nazionali e internazionali e fornire loro un’ampia gamma di strutture, servizi e opportunità di collaborazione. La nostra intenzione è tradurre gli elementi della memoria collettiva del luogo in prodotti artistici da restituire alla cittadinanza“.

Durante la residenza ci sarà anche spazio per eventi aperti al pubblico. Si parte venerdì 4 agosto alle ore 18.00 per un’esperienza di Forest Bathing lungo il sentiero dell'”Orto della Regina”, assieme a micologi, botanici ed esperti del Parco Regionale. Sabato 5 agosto alle ore 21.00 andrà in scena, presso gli spazi dell’Officina Culturale, la performance finale del progetto, mentre sin dal pomeriggio sarà possibile assistere alla realizzazione dal vivo di un’opera murale ibrida tra pittura e collage, ad opera di Alessandra Tescione (Collage artist, Vice-presidente di Rapso APS e direttrice della rivista Collazine) con la collaborazione dell’artista Gigi Petardi, in arte “Lume“.

Artisti residenti: Cecilia Valagussa, Celine Alma, Claudia Calcagnile, Claudio Landi, Cristian Mezzo, Diana Cusani, Giulia Montanaro, Giuseppe Mongiello, Lillo Morreale, Luca Ragucci, Luca Limonta, Marina Fastoso, Nina Fraser, Quisilio Miraglia, Riccardo Sergio.

Rapso è un’associazione di promozione sociale, fondata a Bologna nel 2021, dedita alla creazione di “ecosistemi di libertà creativa”. Una piattaforma creativa in cui artisti, performer e designer sviluppano progetti legati alle arti visive e performative in uno spazio aperto e condiviso.

A Ruota Libera Onlus è un’associazione fondata a Napoli nel 2007 da Luca Trapanese, per offrire a persone disabili, in età post scolare, l’opportunità di socializzare, di coltivare i propri talenti e di integrarsi nella comunità.

​​Mosaico è un’associazione di promozione sociale, fondata nel 2003 e svolge – su scala regionale, nazionale e internazionale – attività culturali perseguendo finalità solidaristiche e agevolando, attraverso l’arte e la cultura, lo sviluppo sociale ed economico dei territori in cui opera da oltre 10 anni.


INFO

Mycelium
Residenza artistica
Promossa da
Rapso APS
In collaborazione con: A Ruota Libera ONLUS, Mosaico APS, Textures APS e Polluce APS
Con il patrocinio di: Comune di Roccamonfina (CE)

1-6 agosto 2023
Officina Culturale
Piazza G. Buco – Roccamonfina (CE)

Contatti
Rapso
mycelium.rapso.org

Ufficio stampa
Roberta Melasecca – blowart – Interno 14 next – Melasecca PressOffice

roberta.melasecca@gmail.com 

Rimini: “Wonderland. La versione di Alice” – Spettacolo internazionale di Festi Group

Piazza Malatesta si riempie di meraviglia.

“Wonderland. La versione di Alice”

Il nuovo spettacolo internazionale creato per l’estate di Rimini da Festi Group 

Il debutto venerdì 28 luglio alle ore 21.30, il primo dei dodici show in programma

Da piazza dei sogni a paese delle meraviglie, dove ‘tutto si immagina’. Una wonderland dove spalancando gli occhi e lasciandosi andare alle emozioni è possibile seguire i passi del Bianconiglio, incontrare il Brucaliffo, lasciarsi affascinare dallo Stregatto e prendere per mano una Alice in versione acrobata, accompagnandola nel suo viaggio.

Potere delle luci, delle immagini, delle acrobazie, delle suggestioni che promette “Wonderland. La versione di Alice”, il nuovo spettacolo internazionale scritto da Monica Maimone e prodotto appositamente per la città di Rimini da Festi Group che da venerdì 28 luglio porterà nuovamente fiaba e magia in piazza Malatesta, negli spazi outdoor del Fellini Museum. Un appuntamento che rappresenta una delle eccellenze della programmazione culturale estiva riminese, offrendo insieme poesia, alta creatività ed eccellenza artistica e tecnica, pienamente aderente al percorso di candidatura che la città ha intrapreso verso il riconoscimento di Capitale italiana della cultura per il 2026.  

Dopo il successo dello scorso anno con lo show “Peter Pan nei giardini di Kensington” – che ha raccolto in piazza complessivamente circa 55.000 spettatori nelle diverse repliche tra fine luglio e metà agosto – per l’estate 2023 Maimone presenta la rilettura di un altro capolavoro, “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carrol, romanzo amato tanto dai bambini quanto dagli adulti più sognatori. Attraverso proiezioni, coreografie volanti, giochi illuminotecnici, il pubblico potrà immaginare di essere in una straordinaria wonderland, che prenderà forma avendo in una quinta di per sé spettacolare come quella rappresentata da piazza Malatesta, con le facciate di Castel Sismondo e del teatro Galli che diventeranno grandi ‘tele’ per le videoproiezioni e sfondo delle coreografie e delle acrobazie.

Lo spettacolo sarà proposto ogni venerdì e sabato dal 28 luglio al 12 agosto, con doppia replica alle 21.30 e alle 22.30, con ingresso libero.  

“Credo che non ci possa essere spazio migliore che la ‘piazza dei sogni’ per dare forma a questa magica ‘wonderland’: uno spettacolo unico, site specific, cucito su misura per la nostra città, che si arricchisce della bellezza e dell’architettura dello scenario in cui prende forma  – commenta il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad – Questa proposta è espressione degli elementi qualificanti con cui ci candidiamo a capitale italiana della cultura: la dimensione e il valore della nostra storia e dei nostri motori culturali, che in questo caso diventano una spettacolare ‘quinta’, il talento e l’eccellenza della creatività, la capacità di parlare ad un pubblico trasversale, ampio e non da ultimo quell’invito all’immaginazione, alla fantasia, ad ‘andare oltre'”.

Lo spettacolo

Le avventure di Alice nel Paese delle meraviglie fu pubblicato nel 1865, tre anni dopo che Charles Lutwidge Dodgson e il reverendo Robinson Duckworth remarono su una barca, il 4 luglio 1862, sull’Isis con le tre giovani figlie di Henry Liddell (il vicecancelliere dell’Università di Oxford e il decano di Christ Church): Lorina Charlotte Liddell; Alice Pleasance Liddell, Edith Mary Liddell. Durante il viaggio Charles Dodgson raccontò alle ragazze una storia che presentava una bambina annoiata di nome Alice che va alla ricerca di un’avventura. Le ragazze la adorarono e Alice Liddell chiese a Dodgson di scrivere la storia per lei. Iniziò a scrivere un manoscritto della storia il giorno successivo, anche se quella prima versione non esiste più. Le ragazze e Dodgson fecero un’altra gita in barca un mese dopo, nel corso della quale elaborò la trama della storia di Alice.

Il 26 novembre 1864 consegnò ad Alice il manoscritto di Le avventure di Alice sottoterra (Alice’s Adventures Underground), con illustrazioni dello stesso Dodgson, dedicandolo come “Un regalo di Natale a un caro bambino in ricordo di un giorno d’estate”.

La creazione di Festi Group parte dallo scritto di Dodgson, per rovesciarne l’assunto. Non è una storia raccontata da un grande per dei bambini/ragazzi, ma una storia raccontata da Alice in prima persona, che fa diventare normale e quotidiano quello che, in Dogson è assurdo e pieno di sottintesi criptici. Alice quindi si divide in tre, cammina sulle funi, si arrampica sulle corde, vola sulla luna. Il cappellaio matto è un ragazzo come lei, e gli animali che incontra sono solo un frutto di illusioni fantastiche, ricreate dagli amici a cui destina il tuo racconto.

Alla fine, Alice vola via, per tornare alla sua casa, abbandonando Wonderland, dopo aver portato la pace tra le due regine nemiche. Ma si capisce benissimo che, come noi tutti, può tornare quando vuole. Perché Wonderland non è lontano dalla mente di chi sa immaginare.

Monica Maimone e Festi Group

Monica Maimone e Valerio Festi sono le due anime di Festi Group, progetto artistico che crea e porta in tutto il mondo spettacoli ed installazioni unici, che ha inventato e poi trasformato la pratica della festa pubblica e della scena teatrale a cielo aperto. Oltre 3.400 gli spettacoli realizzati in quarant’anni di esperienza, toccando oltre quattrocento città in tutto il mondo, con l’obiettivo di “dare consistenza ai sogni, trasformarli in immagini e performance e portarli a tutti”. Macchine, coreografie volanti, azioni teatrali, corpi, parole, musica, immagini e apparati in un intreccio d’invenzioni ed emozioni.

Tra le opere originali firmate, il segmento “Dal Rinascimento al Barocco” della Cerimonia di apertura dei XX Giochi olimpici invernali a Torino, la Cerimonia di apertura dei 13th FINA World Championships, i mondiali di nuoto organizzati a Roma nel 2009 e lo spettacolo per l’apertura della 49esima Edizione dei Campionati mondiali di sci nordico a Trento. Il gruppo ha ideato e realizzato le cerimonie per la inaugurazione del LAC (Lugano Arte Cultura), per gli 850 anni della fondazione della città di Bogotà, lo spettacolo per la apertura del Fellini Museum a Rimini nel 2021, sempre in piazza Malatesta. Tra i lavori anche la realizzazione a Palermo dal 1995 al 1997 del ciclo triennale della Festa di Santa Rosalia, e la messa in scena a Bologna nel 1991 e nel 1992 dello spettacolo Antigone delle città in commemorazione della strage del 1980

Giorni e orari

Venerdì 28 e sabato 29 luglio ore 21.30 e in replica alle ore 22.30

Venerdì 4, sabato 5, venerdì 11 e sabato 12 agosto, ore 21.30 e in replica alle ore 22.30.


CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

Agenzia di comunicazione e ufficio stampa
tel : +39-051-6569105
email: info@culturaliart.com
web: www.culturaliart.com