Orzinuovi (BS), Rocca di San Giorgio: GIACOMO BERGOMI. Mostra del centenario

Giacomo Bergomi, Venditore di angurie, 1965 circa, olio su tela, 100x150cm

Dal 1° settembre 2023 al 7 gennaio 2024

Orzinuovi (BS)

Celebra il concittadino

Giacomo Bergomi (1923-2023)
A 100 anni dalla nascita

Alla Rocca di San Giorgio, la più importante mostra monografica mai dedicata all’opera di uno dei più interessanti e talentuosi pittori bresciani del Novecento

Il percorso espositivo presenta 100 lavori realizzati tra la fine degli anni Cinquanta del Novecento e i primi anni Duemila

A cura di Davide Dotti

Orzinuovi (BS) celebra, a cento anni dalla nascita, Giacomo Bergomi (1923-2003), uno dei più interessanti e talentuosi pittori bresciani del XX secolo.
Dal 1° settembre 2023 al 7 gennaio 2024, la Rocca di san Giorgio ospita la più importante monografica mai dedicata al maestro, promossa e organizzata dal settore cultura del Comune di Orzinuovi, col patrocinio della Provincia di Brescia e di Regione Lombardia, in collaborazione con il Gruppo Giacomo Bergomi, curata da Davide Dotti, che ha costruito un avvincente percorso espositivo in grado di ripercorrere le fasi creative più intense del maestro, attraverso l’attenta e scrupolosa selezione di 100 opere tra dipinti e disegni.

“Quest’anno il Comune di Orzinuovi è onorato di promuovere una mostra per celebrare il concittadino
Giacomo Bergomi, ai 100 anni dalla sua nascita. –
commenta il Sindaco Gianpietro Maffoni – Pittore
talentuoso formatosi all’Accademia di Brera a Milano, è uno degli artisti bresciani più riconosciuti del XX secolo e si è distinto per la sua ispirazione al mondo dei campi (rurale), del lavoro domestico e degli attrezzi da lavoro. In qualità di Sindaco, ritengo particolarmente importante dedicare uno
spazio anche all’arte del territorio, grazie anche al supporto della Regione Lombardia. Saranno
allestite una selezione di opere dell’artista presso la Rocca di San Giorgio e la mostra sarà aperta a
tutti per la durata di sei mesi. Cercheremo inoltre, di coinvolgere le scuole e di portare in visita le
giovani generazioni in modo da trasmettere loro il legame che, come cittadini, abbiamo con il
territorio bresciano anche per la valorizzazione dell’arte contemporanea. Tengo a ringraziare il “Gruppo Giacomo Bergomi” e la famiglia che hanno permesso la realizzazione di questo splendido progetto espositivo”.

“Le nostre origini e la storia della nostra terra sono come le radici di un albero: danno nutrimento alla nostra identità. E purtroppo e’ convinzione comune che con la globalizzazione e con il progresso tecnologico si sia assistito ad miglioramento della conoscenza e della cultura. Non dobbiamo mai dimenticare che centinaia di migliaia di generazioni di esseri umani hanno preceduto le poche generazioni dei tempi cosiddetti moderni, vivendo a contatto con la natura ed avendo verso di essa un senso di rispetto, gratitudine, riverenza ed anche timore.  – afferma il Professor Carlo Mario Lombardi, Assessore alla Cultura del Comune di Orzinuovi – Questa mostra, orgoglio di Orzinuovi, vuole tener viva la diversità culturale e conservare accesa la creatività attraverso il percorso artistico di un grande maestro della civiltà contadina come Giacomo Bergomi affinché il messaggio di arte possa aiutarci a trovare le radici per il nostro futuro”.

“Sono felice e onorato di curare l’importante mostra del centenario dalla nascita di Giacomo Bergomi – dice Davide Dotti, curatore della mostraun grande pittore bresciano del secondo Novecento che ha saputo, partendo dalle solide radici contadine, aprire i suoi orizzonti culturali ed estetici grazie ai viaggi compiuti soprattutto in America Latina, dove fu affascinato dalle popolazioni andine e dalla maestosità delle cascate venezuelane. L’esposizione ripercorre l’intero arco della sua intensa parabola artistica, facendo emergere la caratura della sua arte, i soggetti che affrontò con maggiore frequenza – dalle scene di rustica vita quotidiana alle cascine della bassa, dagli scorci di Brescia alla ritrattistica fino alle colorate istantanee andine – e l’evoluzione del suo sofisticato lessico pittorico”.

La rassegna copre un arco cronologico che, dalla metà del secolo scorso – quando, frequentando i corsi serali all’Accademia di Brera, Bergomi ebbe modo di assorbire le lezioni di Carlo Carrà, Aldo Carpi e Aldo Salvadori – giunge fino ai primi anni Duemila, periodo nel quale i suoi lavori, caratterizzati da un lessico estetico estremamente personale ed innovativo, sono dedicati per lo più alle maestose cascate di cui si innamorò durante un soggiorno in Venezuela e ai paesaggi innevati della bassa bresciana.

L’iniziativa si pone l’obiettivo di valorizzare e far conoscere, anche al di fuori dai confini regionali, la produzione di un artista bresciano tra i più sensibili e carismatici dell’intero Novecento, nonché di conferire il giusto riconoscimento storico e critico alla sua ricerca artistica.

Il percorso espositivo metterà in evidenza la capacità di Bergomi di rinnovare il proprio linguaggio decennio dopo decennio, e di analizzare i soggetti che frequentò con maggiore assiduità, dalle scene di vita quotidiana al ritratto, dalle still life ai paesaggidella bassa bresciana, dagli scorci di Brescia fino ai brani tratti della quotidianità delle popolazioni andine, influenzato non solo dalle sue umili origini contadine, ma anche dai numerosi viaggi che fece sia in Italia che all’estero, soprattutto in centro America.

La mostra si completa con una sezione che documenta la mirabile capacità di Bergomi nell’affrontare la grafica, con una selezione di disegni a matita, china, tempera e acquarello attraverso i quali indagò e studiò nel dettaglio i soggetti delle sue opere pittoriche.

Catalogo Compagnia della Stampa | Massetti Rodella Editori.

Giacomo Bergomi, Piccoli bracconieri, 1975, olio su tela, 100x150cm

Giacomo Bergomi. Note biografiche

Giacomo Bergomi nasce a Barco di Orzinuovi, il 31 dicembre 1923.

Negli anni Cinquanta, a Milano, frequenta i corsi serali dell’Accademia di Brera, decisivi per la sua crescita artistica, tenuti da insegnanti quali Salvadori, Franchi, Cantatore e dal direttore Aldo Carpi. Negli ambienti braidensi stringe amicizia con Carlo Carrà con cui instaura una importante frequentazione; il grande maestro lo consiglia e lo invita spesso nel suo studio a mostrare i propri lavori.

Gli anni Sessanta sono il tempo dell’affermazione, di una febbrile ricerca pittorica, di una rinnovata maturità, di un’intensa produzione artistica ed espositiva, della partecipazione a manifestazioni e rassegne pittoriche nelle quali ottiene numerosi riconoscimenti. È il periodo dei viaggi: in Puglia, in Grecia e nella vecchia Jugoslavia. Visita la Bulgaria, la Francia, la Polonia, la Spagna, la Svizzera, la Turchia.

Gli anni Settanta sono inaugurati dalla scoperta del Sud America, con cui si apre un nuovo mondo pittorico.

Qui, Bergomi visita per lunghi periodi l’Ecuador e il Venezuela, incontrando le popolazioni indigene che ritrae nelle loro abitudini quotidiane. Accanto ai soggetti tradizionali si aggiungono gli indios delle foreste, gli andini dai ponchos sgargianti e i pescatori dell’Isola Margarita. Nel frattempo, l’artista ritorna periodicamente in Puglia, compie ancora alcune visite in Grecia, in Polonia e in Bulgaria.

Inizia anche la ricerca sistematica degli oggetti del mondo contadino che confluiranno poi nel Museo a lui dedicato.

Negli anni Ottanta, i viaggi subiscono un certo rallentamento. Per alcuni anni trasferisce lo studio nella cascina di via S. Antonio a Mompiano.Dedica molto tempo e risorse alla ricerca degli oggetti del mondo contadino che raccoglie in un piccolo museo prima nella casa di Collebeato, dove vive con la famiglia, e che trasferisce nel 1988 nella casa-studio di via Esenta a Berlinghetto.

Negli anni Novanta la produzione pittorica si arricchisce dei paesaggi marchigiani e della ripresa della città di Ostuni, caratterizzata però da tagli prospettici nuovi, rispetto alla produzione degli anni sessanta, e da una tavolozza giocata sul contrasto dei bianchi delle case e dei blu del cielo. Ancor più significativa da un punto di vista pittorico dopo il 1998 è la novità delle cascate a cui Bergomi dedica grandi tele.

Nel 2001 Bergomi abbandona Berlinghetto e si trasferisce a Cellatica. Le ultime opere sono dedicate ai paesaggi innevati.

Muore il 22 settembre 2003 a Brescia.


GIACOMO BERGOMI. Mostra del centenario
Orzinuovi (BS), Rocca di San Giorgio (piazza Garibaldi)
1° settembre 2023 – 7 gennaio 2024
 
ORARIO APERTURA AL PUBBLICO DELLA MOSTRA:
PERIODO FIERA
1° settembre 13 – 22
2, 3 e 4 settembre 10 – 22          
 
Dal 5 settembre 2023 al 7 gennaio 2024
Sabato, domenica e festivi 10 – 19
dal lunedì al venerdì chiuso (ad eccezione di richieste di apertura eccezionali)
24 e 31 dicembre 10 – 12.30
dal 26 al 29 dicembre 2023 e dal 2 al 5 gennaio 2024 15 – 19
25 dicembre 2023 e 1 gennaio chiuso
 
Aperture straordinarie:
Istituti scolastici, previa prenotazione entro almeno 14 giorni antecedenti la richiesta di apertura della mostra
 
Biglietti: ingresso gratuito
 
Informazioni:
Ufficio Cultura, Sport e Tempo Libero – CED;
tel. 030.9942210
e-mail: eventi@comune.orzinuovi.bs.it
biglietteria@comune.orzinuovi.bs.it
www.comune.orzinuovi.bs.it
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Marta Pedroli | tel. +39.02.36755700 | M. +39.347.4155017 | marta.pedroli@clp1968.it | www.clp1968.it

Venezia, Palazzetto Bru Zane: “ I MONDI RIFLESSI” della musica romantica francese

MONDI RIFLESSI

FESTIVAL PALAZZETTO BRU ZANE

Venezia, dal 23 settembre al 27 ottobre

Lontani o vicini, conosciuti nei viaggi o semplicemente immaginati, nel XIX secolo, i paesi stranieri consentono alla musica francese di riflettere sulla propria identità. Il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique francaise, dedica loro un intero ciclo dal titolo “Mondi Riflessi”. Sette concerti e due conferenze, in programma a Venezia dal 23 settembre al 27 ottobre, metteranno in evidenza l’ispirazione straniera nella musica francese del XIX secolo.

Accompagnate dal pianoforte di François Dumont, Jodie Devos ed Éléonore Pancrazi ci faranno viaggiare con un florilegio di arie d’opera e di duetti dalla Spagna e dal Portogallo – terre di partenza per esplorare il mondo – fino all’India e al Giappone durante il concerto d’inaugurazione il 23 settembre. Il 24 settembre, i pianoforti di Ismaël Margain e Guillaume Bellom suoneranno Cécile Chaminade (La Sévillane) e Camille Saint-Saëns (Caprice arabe), mentre la chitarra di Luigi Attademo ci inviterà in Spagna il 3 ottobre con opere di Fernando Sor, Dioniso Aguado o Francisco Tárrega. Il 12 ottobre, un concerto per violoncello e pianoforte trasmetterà le emozioni di una serata all’estero, tra introspezione (Soirs étrangers di Louis Vierne) e gioia del ballo (Danse bohémienne di Jacques Offenbach), e verrà seguito, il 17 ottobre, da un programma per pianoforte solo durante il quale Salome Jordania eseguirà alcune opere di Mel Bonis, Claude Debussy, Benjamin Godard e Maurice Ravel. Dopo un concerto per violino, violoncello e pianoforte tra l’Est (Suite orientale di Mel Bonis) e l’Ovest (Barcarolles di Benjamin Godard) il 19 ottobre, il festival si concluderà il 27 ottobre con un programma per pianoforte a quattro mani interpretato da Lidija e Sanja Bizjak, con tappe in Algeria (Suite algérienne di Camille Saint-Saëns), Egitto (Le Songe de Cléopâtre di Mel Bonis) e India (Danse Indoue di Cécile Chaminade).

Con le rivoluzioni industriali, il lontano altrove si avvicina con la velocità di un treno a vapore: l’Oriente vagheggiato dei racconti e degli esploratori è dunque alla portata degli europei agiati. Per i meno fortunati, ad aprire finestre su mondi diversi provvedono le incisioni sulle riviste illustrate. La produzione musicale francese del XIX secolo riecheggia questa fascinazione: le trame delle opere liriche sono perlopiù ambientate fuori dei confini nazionali, mentre le danze straniere alimentano una gran parte del repertorio strumentale. Per ragioni opposte a quelle della geopolitica bellicosa e colonizzatrice dell’epoca, anche gli artisti vanno all’estero per trovare una nuova strada. Il viaggio assume allora la forma di una ricerca delle origini e, con ciò, esprime la speranza di rigenerare un Occidente ormai estenuato. Guardandosi allo specchio di questi mondi lontani, i francesi possono vedere sé stessi così come sono, ma senza dovervisi necessariamente riconoscere.

MARTEDÌ 12 SETTEMBRE ORE 18
PRESENTAZIONE DEL FESTIVAL
La presentazione sarà seguita da un concerto per pianoforte
Opere per pianoforte di MARMONTEL, GANNE, DAVID, GODARD e DIÉMER
Célia Oneto Bensaid pianoforte
Ingresso gratuito

SABATO 23 SETTEMBRE ORE 19.30
VIAGGIO ONIRICO
Arie e duetti di OLAGNIER, DUBOIS, DAVID, DELIBES, MASSENET, SAINT-SAËNS, OFFENBACH, BIZET, ecc.
Jodie Devos soprano
Éléonore Pancrazi mezzosoprano
François Dumont pianoforte

DOMENICA 24 SETTEMBRE ORE 17
SCUOLA GRANDE SAN GIOVANNI EVANGELISTA
PIANO + PIANO. CONCERTO PER DUE PIANOFORTI
Opere per due pianoforti di SAINT-SAËNS, MASSENET, BONIS, CHAMINADE, DEBUSSY, CHABRIER e RAVEL
Guillaume Bellom e Ismaël Margain pianoforte

MARTEDÌ 3 OTTOBRE ORE 17.30
Chitarra ed esotismo
Conferenza di Luigi Attademo
Ingresso gratuito

ORE 19.30
CHITARRA SPAGNOLA
Opere per chitarra di FOSSA, SOR, CARULLI, AGUADO, COSTE, TÁRREGA, COTTIN e COLLET
Luigi Attademo chitarra

MARTEDÌ 10 OTTOBRE ORE 18
Artisti in viaggio
Conferenza di Paolo Bolpagni
Ingresso gratuito

GIOVEDÌ 12 OTTOBRE ORE 19.30
DALLA TARANTELLA ALLA SEVILLANA
Opere per violoncello e pianoforte di BOISDEFFRE, VIERNE, LISZT, TOLBECQUE, RAVEL e OFFENBACH
Louis Rodde violoncello
Gwendal Giguelay pianoforte

MARTEDÌ 17 OTTOBRE ORE 19.30
SULLE NOTE DEL GRAND TOUR
Brani per pianoforte di DEBUSSY, BONIS, GODARD e RAVEL
Salome Jordania pianoforte
Concerto ripreso nell’ambito del Festival Piano aux Jacobins a Tolosa l’11 settembre

GIOVEDÌ 19 OTTOBRE ORE 19.30
DA ORIENTE A OCCIDENTE
Opere per violino, violoncello e pianoforte di BONIS, SARASATE, GODARD e RAVEL
TRIO ZELIHA
Manon Galy violino
Maxime Quennesson violoncello
Jorge González Buajasán pianoforte

VENERDÌ 27 OTTOBRE ORE 19.30
SULLE SPONDE DEL MEDITERRANEO
Opere per pianoforte a quattro mani di SAINT-SAËNS, CHAMINADE, BONIS, DEBUSSY e RAVEL
Lidija e Sanja Bizjak pianoforte


Il Palazzetto Bru Zane –
Centre de musique romantique française

La missione del Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française, con sede a Venezia, è la riscoperta e la diffusione a livello internazionale del patrimonio musicale francese (1780-1920), concepisce e progetta programmi incentrati sul repertorio romantico francese. Si occupa sia di musica da camera sia del repertorio sinfonico, sacro e lirico, senza dimenticare i generi «leggeri» che caratterizzano lo spirito francese (chanson, opéra-comique, operetta). Il centro, inaugurato nel 2009 per volere della Fondation Bru, ha sede a Venezia in un palazzo del 1695 appositamente restaurato per ospitarlo.


INDIRIZZO
Palazzetto Bru Zane
Venezia, San Polo 2368
 
Contatti per la Stampa
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In collaborazione con Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
Ref. Roberta Barbaro
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