Reggio Emilia, Palazzo Magnani: Marionette e Avanguardia. Picasso • Depero • Klee • Sarzi 

Il prestigiatore cinese. Scene e costumi di Pablo Picasso per il balletto “Parade”; prima rappresentazione Parigi, 1917 Soggetto di Jean Cocteau; Musica di Erik Satie; Coreografia Léonide Massine Costume ricostruito da Anna Biagiotti nel 2007 per la rappresentazione al Teatro dell’Opera di Roma Ballerino Manuel Parucchini Primi Ballerini, Solisti, e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma © Teatro dell’Opera di Roma, Archivio Storico

MARIONETTE  E  AVANGUARDIA. PICASSO, DEPERO, KLEE, SARZI

Reggio Emilia, Palazzo Magnani
17 novembre 2023 – 17 marzo 2024

Quella proposta dalla Fondazione Palazzo Magnani a Reggio Emilia, dal 17 novembre 2023 al 17 marzo 2024, è una mostra-spettacolo assolutamente originale, nel senso che una mostra così in Italia non si è mai vista. E nemmeno all’estero.
Ad andare in scena sarà “Marionette e Avanguardia. Picasso · Depero · Klee · Sarzi“, seguita da James Bradburne, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani.

L’esposizione si sviluppa attorno al concetto di “quarta parete”, ovvero la capacità di coinvolgimento emotivo che fa di uno spettacolo ben riuscito una realtà capace di immergere lo spettatore nella storia messa in scena. Quando una marionetta rompe la quarta parete, conquista la fiducia del pubblico, dando allo spettacolo il potere di sfumare quella divisione tra palcoscenico e mondo, tra arte e vita.

A capirlo bene sono stati gli artisti che, piuttosto che liquidare le marionette come semplici giochi per bambini, hanno preso sul serio il loro entusiasmo e anzi, hanno guardato al gioco creativo come a una fonte di ispirazione estetica per cercare nuove modalità di espressione visiva. La nozione stessa di “bambino” come distinto dall’adulto si è manifestata in vari modi nel corso del Novecento e ha stimolato alcuni artisti a sfruttare il potenziale educativo del “teatro di figura”, spesso apparentemente legato ai bambini, per creare un mondo migliore e migliorare i cittadini in un momento cruciale del loro sviluppo.

Mentre alcuni artisti vedevano il potenziale delle marionette per immaginare un mondo migliore, i satirici usavano spettacoli trasgressivi e pungenti per attaccare l’establishment politico. Rivolgendosi a un pubblico adulto e attingendo a una solida tradizione di satira politica del “teatro di figura”, gli artisti moderni hanno usato i burattini per criticare le condizioni politiche e sociali. La miniatura di un burattino, infatti, lo rende un portavoce sicuro per una protesta a voce alta, perché la sua mordacità è mitigata dalla carineria. Chi potrebbe essere infastidito da un pupazzo? I burattini dicono la verità al potere in un modo in cui gli attori teatrali tradizionali non possono mai farlo.

A Palazzo Magnani ad accogliere i visitatori saranno i costumi a grandezza naturale disegnati da Pablo Picasso per Parade, balletto coreografico che i Ballets russes di Sergej Djaghilev portarono in scena a Parigi nel 1917.

Poi una folla di marionette “alte e basse”, ovvero manipolate dal basso, con le mani o attraverso un bastone, dall’alto, dagli esemplari più antichi, come i Pulcinella o gli Arlecchino della Commedia dell’Arte, a quelle di Otello Sarzi, reggiano di adozione, realizzate con materiali di recupero.

Due teatrini da fiera, allestiti nelle sale a piano terra, consentiranno ai più piccoli di cimentarsi con il teatro di animazione e nei fine settimana, sarà interpretato anche da alcuni degli ultimi burattinai italiani. Vedendoli all’opera c’è da chiedersi: “I burattini vanno in paradiso quando muoiono?”, domanda del tutto naturale, collocandosi le marionette in una zona grigia, tra creature viventi e oggetti inanimati.

Il modo in cui gli oggetti possono essere portati in vita e le conseguenze della loro autonomia hanno affascinato scrittori e artisti da Collodi a Capek, ma anche tanti artisti futuristi italiani come Ettore Prampolini e Fortunato Depero: le marionette esprimevano un’estetica macchinica, erano astratte e, dopo la devastazione della Prima guerra mondiale, catturavano la triste realtà dei soldati di ritorno amputati e mutilati, come illustrato da Sironi, Carrà e De Chirico.

Grazie alla riscoperta da parte di Oskar Schlemmer del classico di Kleist Sul teatro delle marionette (1810), le marionette, i giocattoli e i giochi per bambini divennero un elemento centrale della pratica del Bauhaus nella Weimar degli anni Venti: Paul Klee, Andor Weininger, Lothar Schreyer, Sophie Täuber Arp e Oskar Schlemmer.

Paul Klee, Senza titolo (Breitohrclown) / Clown dalle orecchie larghe; 1925 burattino, replica 9705; Ceramica fusa, dipinta, lino; Altezza 48 cm Collezione privata, Svizzera in deposito permanente al Zentrum Paul Klee, Berna

L’indagine si sposta quindi sull’avanguardia russa con “Le marionette e la Rivoluzione”. Quando Lenin e la moglie Natalia Krupskaya decisero di combattere l’analfabetismo e di formare il nuovo cittadino sovietico, capirono che l’uso delle marionette era l’ideale e, lavorando con artisti, architetti e scrittori di primo piano, figure come Natalia Sats, Samuil Marshak, El Lissitzky, Aleksandra Ekster, Nina Efimova, hanno sperimentato nuove forme di teatro per bambini.

Fino alla fine degli anni Venti, Vienna era una delle capitali culturali europee e, insieme a Berlino, una fucina di creatività nell’arte, nel teatro, nella musica, nella filosofia e nelle scienze.

Alla fine del XIX secolo, sull’onda dell’orientalismo, le classiche marionette giavanesi cominciarono ad apparire sulle scene europee. L’artista e illustratore austriaco Richard Teschner, in particolare, sviluppò l’arte della marionetta a bastone fino a raggiungere un punto culminante, che influenzò artisti da Parigi a Mosca. A raccontarlo in mostra la sezione “Sogni dell’Estremo Oriente – Espressionismo viennese”.

L’esposizione si completa con un Omaggio a Otello Sarzi (Vigasio, VR 1922 – Reggio Emilia 2001) e con lui a Fellini, Strehler e Rodari, grazie alla stretta collaborazione con la Fondazione Famiglia Sarzi. Nato da una tradizione di burattinai che durava da generazioni, Otello fu un giovane aiutante della compagnia itinerante di famiglia, per la quale vide il passaggio di novizi poi diventati famosi: tra gli altri, un giovane Federico Fellini. L’impegno della compagnia non venne meno nemmeno durante il difficile ventennio fascista. Nel novembre 1951 Otello inizia la collaborazione con Gianni Rodari a Novara, realizzando maschere per i bambini con i personaggi Cipollino, Atomino e altri inventati da Rodari. Da quel momento Otello si dedica esclusivamente al teatro dei burattini, drammatizzando Alfred Jarry, Samuel Beckett e Bertold Brecht e realizzando, con tecniche innovative, anche figure molto grandi.

Ritengo che l’obiettivo principale della mostra sia quello di aprire uno spazio dell’immaginazione in cui un bastone possa tornare a essere un cavallo, un drago o un flauto“, chiosa James Bradburne, che della mostra è il coordinatore scientifico.

Questa proposta assolutamente originale rappresenta un altro bel traguardo raggiunto da Palazzo Magnani nel segno non soltanto della qualità artistica, ma anche di una grande attenzione a due tratti distintivi della nostra comunità: l’estro, il genio e la fantasia del nostro territorio, qui testimoniati dalle opere di Otello Sarzi, e il sistema educativo, un’altra nostra eccellenza, pure protagonista di questo progetto“, dice il Presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni.

“Una mostra davvero unica – aggiunge l’Assessora alla cultura e al marketing territoriale del Comune di Reggio Emilia, Annalisa Rabitti – che parla di marionette e burattini come un mondo artistico, scoprendolo nel percorso dei grandi nomi dell’arte del Novecento come Picasso, Depero, Klee e mette in relazione questi grandissimi con Otello Sarzi, una figura poetica che ha segnato la storia artistica ed educativa di Reggio Emilia.  Questa, infatti, diventa un’occasione per valorizzare il nostro patrimonio cittadino e metterlo in connessione con il patrimonio internazionale del “teatro di figura”. Una mostra sognante, Marionette e Avanguardia parlerà un linguaggio trasversale, tanto ai bambini quanto al mondo degli adulti, che anche grazie a laboratori e incontri collaterali alla mostra, sarà l’occasione per far riemergere la parte più bella di noi adulti, la meraviglia tutta infantile che le marionette e i burattini sanno evocare”.

Rossella Cantoni, la Presidente della Fondazione Famiglia Sarzi, racconta: “Nel 2022, anno del centenario della nascita di Otello Sarzi, avevamo proposto alla Fondazione Palazzo Magnani una mostra che rendesse omaggio alla portata innovativa del lavoro dell’artista burattinaio. Successivamente la scelta compiuta dalla Fondazione Magnani e da James Bradburne, ha allargato molto gli orizzonti e gli obiettivi, accogliendo il nome di Otello Sarzi accanto ai prestigiosi Picasso, Depero, Klee, Teschner. Questa scelta ci rende pieni d’ orgoglio per il riconoscimento alla grande creatività, alla tecnica rappresentativa e all’impegno sociale espressi da Otello Sarzi nei tanti decenni di vita e di lavoro espressi nella nostra Reggio Emilia“.

Dopo il lavoro svolto con le mostre “What a Wonderful World” e “L’arte inquieta. L’urgenza della creazione”, con questo progetto espositivo – dice Davide Zanichelli, Direttore della Fondazione Palazzo Magnani – la Fondazione prosegue nel suo progetto di valorizzazione del patrimonio locale, ponendolo in dialogo con i grandi movimenti artistici europei. La mostra sarà anche l’occasione per riscoprire una parte importante della vocazione educativa della nostra città, quando personaggi straordinari si trovarono a lavorare fianco a fianco, sperimentando e innovando.”

Arricchiranno la mostra una serie di attività collaterali – visite guidate, conferenze, attività formative e didattiche per scuole di ogni ordine e grado, corsi di aggiornamento per insegnanti – progettati e realizzati dal Dipartimento didattico della Fondazione Palazzo Magnani in collaborazione con Fondazione Reggio Children Fondazione Famiglia Sarzi; eventi esclusivi per aziende nonché progetti speciali per soggetti con fragilità in collaborazione con FCR – Farmacie Comunali Riunite (progetto Reggio Emilia Città senza Barriere), ASP Reggio Emilia Città delle persone, Consorzio Oscar Romero (progetto Strade), AUSL di Reggio Emilia, con l’obiettivo di parlare a diversi pubblici, nella consapevolezza che l’arte, fruita e praticata, sia la strada maestra per coniugare sviluppo individuale e coesione sociale.


Ufficio stampa: Studio ESSECI di Sergio Campagnolo s.a.s.
Simone Raddi, tel. 049.66.34.99; simone@studioesseci.net

Ufficio stampa Fondazione Palazzo Magnani
Stefania Palazzo, tel.0522.444409 s.palazzo@palazzomagnani.it  

Castello di Rivoli: workshop dedicato alla formazione di registrar e alla gestione delle collezioni

La gestione delle collezioni e i registration methods
Tecniche e pratiche di lavoro

27 – 29 settembre 2023
2 – 3 novembre 2023

Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea,
Rivoli-Torino

A seguito dei workshop per la formazione di archivisti d’arte contemporanea (2017 e 2021), di registrar (2018), di esperti in studi sulla provenienza delle opere d’arte (2019), di creatori di contenuti digitali a ispirazione letteraria (2019), di esperti in redazione di cataloghi generali e pubblicazioni scientifiche sull’arte (2020) e per la formazione di esperti di educazione nelle istituzioni culturali (2022), il CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli organizza un nuovo workshop dedicato alla formazione di registrar e alla gestione delle collezioni.

Il CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli è un Dipartimento nato nel 2017 all’interno del Museo dedicato alla ricerca, raccolta e valorizzazione dei materiali d’archivio di artisti, architetti, curatori, galleristi e collezionisti italiani attivi in particolare dagli anni Sessanta ai giorni nostri. Attraverso il CRRI, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea amplia la sua vocazione scientifica e accademica.
Gli archivi raccolti dal CRRI sono interpretati secondo un doppio registro di intervento. Da un lato diventano materiale di studio e ricerca da parte di studiosi italiani e internazionali, invitati attraverso apposite partnership istituzionali e/o l’elargizione di borse di studio (Visiting ScholarVisiting Artists, etc). Dall’altro diventano materia viva, aperta al dialogo creativo e interdisciplinare con artisti, scrittori, registi, grafici e curatori.
Le attività del CRRI includono inoltre l’organizzazione di workshop, tavole rotonde e giornate di studio, l’ideazione di mostre temporanee, la pubblicazione di libri, cataloghi e video documentari, oltre alla produzione di opere d’arte che abbiano il loro punto di origine nei materiali d’archivio raccolti.
Il CRRI è ubicato presso la Manica Lunga del Castello di Rivoli, in spazi riconfigurati grazie a un progetto curato dall’architetto Andrea Bruno, che ha dotato il Museo di locali destinati alla conservazione e fruizione dei materiali.
 
Dal titolo La gestione delle collezioni e i registration methods. Tecniche e pratiche di lavoro, il workshop è coordinato da Clarenza Catullo, consulente indipendente, già Registrar e Responsabile gestione collezioni e coordinamento mostre del MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, con l’assistenza di Giulia De Giorgi, Archivista al CRRI.
 
Le attività si svolgeranno nell’autunno 2023, in due fasi: nei giorni dal 27 al 29 settembre e dal 2 al 3 novembre, presso il CRRI nei locali della Biblioteca del Castello di Rivoli. Le giornate saranno strutturate in una serie di lezioni a tema e incontri con specialisti e professionisti del settore. Gli argomenti includeranno: ruolo del registrar e sue responsabilità rispetto alle altre professionalità museali, gestione di collezioni, gestione di mostre, logistica e trasporti, allestimento, assicurazione, legislazione, catalogazione e registrazione cartacea e digitale. Le lezioni si terranno in lingua italiana, inglese e francese.

“La professione del registrar – dichiara Clarenza Catullo – non appartiene alla tradizione museologica italiana, ma è stata mutuata grazie ai rapporti tra i musei italiani e i musei internazionali sulla scia delle collaborazioni tra i vari professionisti, anglosassoni ed europei, da cui abbiamo assunto il modus lavorandi proprio di tale mansione. Il corso proposto dal Castello di Rivoli intende evidenziare compiti, metodi e responsabilità di chi lavora nel contesto di un patrimonio specifico con il compito di curarne la tutela e la conservazione nel tempo”.
 
“Attraverso l’organizzazione di workshop, il CRRI amplia la propria vocazione scientifica e accademica – dichiara Marcella Beccaria, Responsabile del CRRI. “L’intento è quello di contribuire alla formazione di giovani professionisti dando loro i migliori strumenti possibili per affrontare al meglio un ruolo che è cruciale per il buon funzionamento di un Museo. Questa edizione approfondisce realtà istituzionali di altissimo livello, con particolare attenzione alle Case Museo, meravigliosi scrigni di memorie e conoscenza per il futuro”.
 
“La vocazione intrinseca del Family office alla custodia dei patrimoni finanziari, umani e culturali trova nel CRRI, nello studio e nella ricerca che lo connotano, un’espressione vicina ai propri valori. Siamo lieti di affiancare il Museo di Rivoli nell’importante percorso di formazione che, attraverso il suo Centro di Ricerca, mette a disposizione di professionalità indispensabili al collezionismo consapevole del presente e del futuro” – dichiara Giulia Tosetti, fondatrice di Tosetti Value per l’Arte e CEO di Promemoria Family.

Il workshop è gratuito ed è rivolto a studenti, ricercatori e giovani professionisti di età compresa tra i 22 e i 40 anni che abbiano conseguito una Laurea in discipline umanistiche, artistiche o Diplomi equivalenti.
 
Gli interessati sono invitati a inviare la domanda di partecipazione comprensiva di curriculum vitae e di una breve lettera motivazionale (max. 1000 battute spazi inclusi), entro il giorno 15 luglio 2023 all’indirizzo crri@castellodirivoli.org.
 
I partecipanti saranno selezionati in un numero massimo di 15, da una commissione formata da Carolyn Christov-Bakargiev (Direttore, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea), Marcella Beccaria e Clarenza Catullo.
 
Al termine del workshop il Castello di Rivoli rilascerà un Attestato di frequenza.

Il workshop è parte delle attività del CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli, sostenuto da Regione Piemonte e Compagnia di San Paolo.

Il workshop è organizzato grazie alla collaborazione con il Multi-Family Office Tosetti Value, da sempre impegnato nella valorizzazione dei patrimoni di famiglia e delle collezioni private.


Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

Le attività del Castello di Rivoli sono realizzate primariamente grazie al contributo della Regione Piemonte.
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Ufficio Stampa Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Manuela Vasco | press@castellodirivoli.org | tel. 011.9565209
 
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