Salemi: L’enoturismo strumento di valorizzazione delle tradizioni locali 

Calici di Stelle, Salemi punta a diventare “Città del vino”

Taschetta: «L’enoturismo rappresenta uno strumento di arricchimento e valorizzazione delle tradizioni locali»

Un’immersione sensoriale in un luogo che incanta i visitatori con la sua storia millenaria, il suo fascino medievale e la sua autenticità intramontabile. 
Una serata-evento che ha trasformato la degustazione in un’esperienza magica: nel Castello di Salemi, l’antica fortezza normanna che domina la città e offre una vista panoramica sul paesaggio naturalistico circostante, è andato in scena (ieri 10 agosto) Calici di Stelle, l’evento organizzato da Colomba Bianca – Biocantine di Sicilia in collaborazione con il Comune di Salemi e veicolato dal Movimento Turismo del Vino, l’associazione che quest’anno festeggia trent’anni dalla sua fondazione. 

L’appuntamento salemitano, giunto alla terza edizione, ha offerto a centinaia di ospiti l’opportunità di esplorare il mondo dei vini siciliani e la cultura legata alle etichette. Oltre a deliziare tutti i sensi, Calici di Stelle ha offerto una prospettiva autentica su un gioiello da scoprire come la città di Salemi, luogo che offre un vero e proprio viaggio nel tempo, attraverso i suoi edifici storici e l’atmosfera unica che permea ogni angolo. 

Giornalistiinfluencer wine lovers hanno partecipato alla serata, che è stata scandita da vari momenti. L’aperitivo impreziosito dai vini in degustazione di Colomba Bianca e dai piatti gourmet di Juparanà, è stato servito dentro le mura del Castello.

Il corner di Lavixology cocktail, nuovo progetto di Colomba Bianca e trend dell’estate 2023 – il mixology applicato ai vini spumante prodotti proprio dall’azienda mazarese – ha ritmato il tempo del pubblico presente. Gli ospiti si sono fatti trasportare dagli spettacoli del CircOpificio – scuola di circo e arti performative e hanno danzato tra le note del live music di Yasmin Brothers fino a tarda notte. 

Il presidente Dino Taschetta

«Il turismo del vino rappresenta uno strumento di arricchimento e di valorizzazione delle tradizioni locali – ha affermato Dino Taschetta, presidente di Colomba Bianca – un ponte tra la storia millenaria dell’arte vitivinicola e la modernità dell’industria turistica. Il territorio, con le sue vigne, le cantine, le tradizioni culturali e le eccellenze enogastronomiche costituisce un patrimonio unico capace di attrarre visitatori da tutto il mondo. Questo turismo non solo arricchisce le esperienze dei viaggiatori, ma contribuisce anche alla conservazione delle tradizioni agricole e culturali, alla promozione delle produzioni locali e all’incremento delle attività economiche nelle comunità vinicole. Calici di Stelle promuove la cultura del vino, valorizza il territorio siciliano e offre un’opportunità preziosa per la conservazione del patrimonio siciliano e la promozione della diversità enogastronomica. Ci impegniamo a lavorare insieme per sviluppare e valorizzare l’enoturismo in modo etico, rispettoso e vantaggioso per tutti gli attori coinvolti». 

«Il territorio di Salemi ha tutte le caratteristiche per emergere come culla ideale per gli spumanti e per i vini rossi strutturati – ha dichiarato Giuseppe Gambino, direttore vendite e sviluppo commerciale di Colomba Bianca – Abbiamo intrapreso un percorso: far diventare questa area un’unità geografica aggiuntiva di Doc Sicilia. Ci piacerebbe che Salemi in futuro possa diventare “Città del Vino” e stiamo lavorando affinché questo avvenga. Crediamo infatti che la fortuna di un vino e di un brand sia il prodotto del suo legame con il territorio».


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Editoria: Ripart-Endo, il libro sull’endometriosi di Tiziana Genito

Un libro molto importante per tutte le donne che combattono contro l’endometriosi

Il titolo completo del libro, a cura di Tiziana Genito è “Ripart-Endo – Storie di persone affette da Endometriosi”. Infatti nelle pagine di questo libro troverete una serie di storie vere di donne affette da endometriosi, donne che si sono rialzate perché la vita è bella.
L’autrice ha voluto offrire alle donne uno strumento per imparare a conoscere ii segnali, i campanelli d’allarme dell’endometriosi.
Così da trovare la forza di andare avanti nonostante tutto, nonostante il dolore ti pieghi in due, rendendoti le giornate pesanti.
La prima storia che si trova nel libro è proprio la testimonianza di Tiziana, che vive la patologia in prima persona.

Racconta l’autrice: “L’endometriosi è una malattia che non mia ha fatto vivere serenamente la mia gioventù, che non mi ha fatto mai sentire una donna normale, che mi ha fatto vivere sempre in una costante paura del dolore.
Ho affrontato la paura di non avere figli.
Questa patologia mi ha devastata dentro, fuori e psicologicamente: odiavo una delle parti più impostanti di me: quella che genera la vita e quella che in me generava solamente dolore.
E sempre lei, l’endometriosi, ancora oggi non mi lascia: mi accompagna tutti i giorni.
L’endometriosi per questa società, vale meno di un tumore e poco più di un ciclo mestruale, ma su questa malattia bisogna fare più informazione.
Non si tratta di un capriccio della ragazza che ne soffre, non sono dei semplici dolori legati al ciclo mestruale: l’endometriosi se non diagnosticata e trattata per tempo, può trasformarsi in un vero e proprio inferno.

Chi è Tiziana Genito

Tiziana Genito è laureanda in giurisprudenza e si occupa di volontariato a tempo pieno.
Da tre anni è attivista e tutor dell’associazione La voce di una è la voce di tutte, associazione no profit che si occupa di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’endometriosi:
Sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione in tutta la provincia di Frosinone con ben 29 endopack® inaugurate, le panchine gialle che troverete in varie città.
In più uno sportello endometriosi ad Isola del Liri (Frosinone), in programma ha ancora tanti progetti pronti a decollare.

Il libro Ripart-Endo è stato scritto e pubblicato da Tiziana Genito completamente in self. È disponibile per l’acquisto su ilmiolibro.it:

Per avere informazioni ed acquistarlo direttamente dall’autrice, potete mandarle un messaggio sulla pagina Facebook RipartEndo,

oppure via e-mail genitotiziana972@gmail.com o whatsapp 327.39.79.070.


Sara Bontempi
Redattrice editoriale 

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Staff Radio Nord Borealis: https://www.radionordborealis.it/ 

9- Edmondo De Amicis, Costantinopoli: La vita a Costantinopoli – Costantinopoli futura

9- La vita a CostantinopoliCostantinopoli futura

INDICE

L ’arrivo
Cinque ore dopo
Il ponte
Stambul
All’albergo
Costantinopoli
Galata
Il Gran Bazar
La vita a Costantinopoli
Santa Sofia
Dolma Bagcè
Le Turche
Ianghen Var
Le mura
L’antico Serraglio
Gli ultimi giorni
I Turchi
Il Bosforo

6


Questo pensiero m’assaliva sovente, contemplando Costantinopoli dal ponte della Sultana-Validè. Che cosa sarà questa città fra uno o due secoli, anche se i Turchi non siano cacciati d’Europa? Ahimè! Il grande olocausto della bellezza alla civiltà sarà già consumato. Io la vedo quella Costantinopoli futura, quella Londra dell’Oriente che innalzerà la sua maestà minacciosa e triste sulle rovine della più ridente città della terra. I colli saranno spianati, i boschetti rasi al suolo, le casette multicolori atterrate; l’orizzonte sarà tagliato da ogni parte dalle lunghe linee rigide dei palazzi, delle case operaie e degli opifici, in mezzo a cui si drizzerà una miriade di camini altissimi d’officine, e di tetti piramidali di campanili; lunghe strade diritte e uniformi divideranno Stambul in diecimila parallelepipedi enormi; i fili del telegrafo s’incroceranno come un’immensa tela di ragno sopra i tetti della città rumorosa; sul ponte della Sultana-Validè non si vedrà più che un torrente nero di cappelli cilindrici e di berrette; la collina misteriosa del Serraglio sarà un giardino zoologico, il Castello delle Sette torri un penitenziario, l’Ebdomon un museo di storia naturale; tutto sarà solido, geometrico, utile, grigio, uggioso, e una immensa nuvola oscura velerà perpetuamente il bel cielo della Tracia, a cui non s’alzeranno più né preghiere ardenti né occhi innamorati né canti di poeti. Quando quest’immagine mi si presentava, sentivo proprio una stretta al cuore; ma poi mi consolavo pensando: – Chi sa che qualche sposa italiana del secolo ventunesimo, venendo qui a fare il suo viaggio di nozze, non esclami qualche volta: – Peccato! Peccato che Costantinopoli non sia più come la descrive quel vecchio libro tarlato dell’Ottocento che ritrovai per caso in fondo all’armadio della nonna!

Il capitolo è composto da 24 ritratti della città


Edmondo De Amicis
Leggi su Wikipedia

Edizione elettronica tratta da Liber Liber

Opera di riferimento: “Costantinopoli” di Edmondo De Amicis, Fratelli Treves editori, Milano 1877

Alla edizione elettronica ha contribuito Vittorio Volpi, volpi@galactica.it

Revisione: Catia Righi, catia_righi@tin.it

Pubblicato su Liber Liber da Marco Calvo, al quale vanno i nostri ringraziamenti.

Costantinopoli è un libro di ricordi scritto da Edmondo De Amicis e pubblicato nel 1877. Il soggetto dell’opera è il viaggio di più giorni fatto nel 1874, in compagnia dell’amico pittore Enrico Junck, a Istanbul, capitale dell’Impero Ottomano, quale corrispondente per conto della rivista Illustrazione Italiana.

De Amicis ha elaborato l’opera raccogliendo tre anni dopo la visita le impressioni in un libro, parte dagli appunti presi durante il viaggio e parte da memorie personali.  Ne emergono molte informazioni sulla Istanbul del secolo XIX e sulla storia ottomana. L’opera originale comprendeva anche 45 incisioni di Enrico Junck. La prima edizione fu pubblicata nel 1877 in due volumi. Cesare Biseo ne illustrò un’edizione del 1882, a causa della prematura scomparsa di Junck.

Il Grande Bazar d’Istanbul in un disegno di Cesare Biseo tratto dall’edizione del 1882

L’opera riscosse un successo immediato e fu tradotta in molte lingue, oltre naturalmente al turco, ma ricevette anche critiche severe, come quella di Remigio Zena nel suo diario di bordo In Yacht da Genova a Costantinopoli (1887). Nel suo libro Istanbul – Memory of a City, lo scrittore turco Orhan Pamuk (premio Nobel per la letteratura 2006) ha definito Costantinopoli di Edmondo de Amicis il miglior libro scritto su Istanbul nell’Ottocento, seguito da Costantinopoli di Théophile Gautier (1852). Umberto Eco, nell’introduzione ad una nuova ristampa del 2005, ha affermato che la descrizione della città fatta da De Amicis appare come la più cinematografica.