VOCI UMANE | 27 agosto. A Desenzano, Paola Roscioli con “Lireta” a chi viene dal mare

VOCI UMANE
Musei e teatro di narrazione

Seconda edizione

24 agosto – 10 settembre 2023

Ideazione di Emanuela Daffra

Direzione artistica di Maria Grazia Panigada

Iniziativa promossa e organizzata dalla Direzione regionale Musei Lombardia

Domenica 27 agosto, alla Villa Romana di Desenzano Paola Roscioli con “Lireta” dà voce alle donne che su un gommone hanno inseguito il sogno della libertà.

Domenica 27 agosto, con inizio alle 20.30, nel prezioso contesto della Villa Romana di Desenzano del Garda, quarta serata della edizione 2023 del Festival “Voci Umane. Musei e teatro di narrazione” promosso e organizzato dalla Direzione Regionale Musei della Lombardia (Ministero della Cultura), con la direzione artistica di Maria Grazia Panigada. Il progetto, che coinvolge sette dei Musei statali della Lombardia, è stato ideato dalla direttrice Emanuala Daffra.

Protagonista della serata sarà Paola Roscioli, artista attenta alle potenzialità della cultura per creare relazioni e occasioni di riscatto. Con Lireta – a chi viene dal mare, Paola Roscioli dà voce ad un testo fondato sul diario di Lireta Katiaj e su quelli – mai scritti – dalle donne che su un gommone hanno inseguito il sogno di libertà e di una vita migliore al di là di un mare. “Lireta – a chi viene dal mare” è uno spettacolo di Mario Perrotta con Paola Roscioli, produzione La Piccionaia: per questo spettacolo Paola Roscioli è risultata finalista del Premio Ubu 2017 quale migliore attrice.

Albania. C’è una donna, si chiama Lireta. C’è una donna che guarda oltremare cercando un brandello d’Italia, anche solo una luce. Una luce di Puglia che illumina i sogni di là, nella terra dell’alba. C’è un gommone che parte e la donna si sta in mezzo agli altri sul mare, cercando d’Italia e di luci. Tra le braccia ha una bimba che neanche tre mesi di vita e si trova sull’onda, nel nero di un cielo senza luna. L’hanno detto alla donna, alla bimba e a tutti gli altri lì sul gommone: “Se arriva la guardia costiera d’Italia buttatevi in acqua!” L’hanno detto anche all’uomo, compagno alla donna che sta anche lui sul gommone. Ogni onda che arriva, il mare s’ingrossa più ancora. E più forte è il terrore di perdersi la bambina dalle mani. Ogni volo sull’onda, precede uno schianto sull’acqua arrabbiata e ogni schianto è un ricordo. Ricordo di un padre con l’alcool e la mano facile, un padre che serra i figli sotto chiave mentre picchia la moglie. Ma Lireta non cede. Ogni volta, disperata, tenta una difesa di quella madre così remissiva, una difesa qualunque gridando, sbattendo, ma senza risposta. Ricordo di un matrimonio con chissà chi, matrimonio combinato tra famiglie, senza che lei possa dire parola. Ma Lireta non cede. Rifiuta. Tutto rifiuta: l’uomo, il matrimonio, e anche la famiglia.

Ricordo di una fuga da casa e di un innamoramento, “che io” le diceva lui “se mi ami ti porto in Italia”. Ricordo di una casa vicino al mare, ancora una volta serrata a chiave aspettando che la portassero, insieme alle altre, sulle strade d’Italia, “che io se mi ami ti porto in Italia”, dicevano anche gli aguzzini delle altre. Ma Lireta non cede. E scappa. Ma uno di loro, un aguzzino, li insegue per giorni, la prende, la guarda negli occhi e le dice “ti amo”: anche lui, come l’altro, le dice “ti amo”. E nasce una bimba.

Ricordo di quando con lui e con la bimba in braccio, decidono di prendere quel gommone che adesso aggredisce le vette del mare, enormi, ringhianti, che ogni volta che sei sulla cima butti l’occhio lontano sperando una luce di Puglia. E Lireta non cede e si serra più forte la bimba sul petto. Ricordo di un volo, a qualche metro dalla costa del Salento, un volo verso l’acqua spinti giù dal Caronte che guida il gommone. Ed è qui che tutto si sospende: vola Lireta, vola il compagno e vola la bimba di soli tre mesi e un’intera esistenza passa davanti agli occhi, in quel tempo infinito passato per aria – sospesi – prima del contatto con quel mare che è morte, che è vita nuova…

Paola Roscioli

Paola Roscioli, attrice, speaker, cantante e doppiatrice, nel 1993 si diploma alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano diretta da Giorgio Strehler. Appena diplomata vince il Premio Hystrio – Montegrotto alla vocazione e inizia la sua carriera lavorando in alcuni dei più noti spettacoli diretti da Giorgio Strehler: accanto ad attori quali Massimo Ranieri, Philippe Leroy, Pamela Villoresi, Tino Carraro, Franco Graziosi e Gianrico Tedeschi. Dal 1994 è anche protagonista di diversi radiodrammi per la R.S.I. (Radio Svizzera Italiana). Cantante e attrice con Sandro Massimini, prosegue il suo percorso da protagonista con Carla Fracci e Virginio Gazzolo nello spettacolo Cavaliere di ventura al Festival di S. Miniato. Con un testo contemporaneo, T4 – Un giardino per Ofelia di Pietro Floridia, arriva all’attenzione della critica nazionale e colleziona oltre 150 repliche in tre anni. Nel 1998 inizia il sodalizio artistico con Mario Perrotta, affiancandolo alla regia dei suoi spettacoli, delle trasmissioni radiofoniche e televisive e divenendo protagonista femminile di tutte le loro creazioni. La loro collaborazione porta a numerosi successi di pubblico e critica che valgono alla compagnia 9 candidature ai Premi Ubu con 3 vittorie, 3 Premi Hystrio e un Premio della Critica. Nel 2016 interpreta Lireta – a chi viene dal mare, che la vede finalista ai Premi Ubu 2017 come Miglior attrice protagonista. A gennaio 2020 debutta come protagonista al Piccolo Teatro di Milano con Della Madre, secondo spettacolo della trilogia di Mario Perrotta In nome del padre, della madre, dei figli, con la consulenza alla drammaturgia di Massimo Recalcati.

Il biglietto dei singoli spettacoli è incluso nel titolo di ingresso al museo, qualora previsto. La prenotazione è obbligatoria sul portale Eventbrite al link:


Info e contatti:
Tel. +39 02 80294405
vociumane@cultura.gov.it
 
Direzione regionale Musei Lombardia
Ufficio comunicazione e grafica
drm-lom.comunicazione@cultura.gov.it
 
Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499;
roberta@studioesseci.net, referente Roberta Barbaro

Al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea importanti nuove mostre 2023

La gestione delle collezioni e i registration methods
Tecniche e pratiche di lavoro

27 – 29 settembre 2023
2 – 3 novembre 2023

Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea,
Rivoli-Torino

Nell’anno 2023 la programmazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea prevede importanti nuove mostre, progetti educativi, di ricerca, di cura delle Collezioni e numerose attività collaterali.
Continua la mostra collettiva Artisti in guerra (fino al 26 novembre, Castello, Terzo piano), con più di 140 opere di 39 autori realizzate da artisti che si trovavano o si trovano attualmente in guerra.
L’autunno è incentrato su Molti di uno, la grande mostra dedicata a Michelangelo Pistoletto (dal 2 novembre in Manica Lunga), che inaugura in concomitanza con la Settimana dell’Arte di Torino. Protagonista dell’Arte povera, l’artista ha contribuito a ridefinire il concetto di arte a partire dalla metà degli anni sessanta del secolo scorso. Per la sua nuova mostra, Pistoletto ha ideato una grande opera percorribile e abitabile che agisce quale inedito dispositivo attraverso il quale rileggere i momenti salienti della sua lunga ricerca artistica.
Altro importante progetto espositivo è Sensing Painting. Opere dalla Collezione d’arte della Fondazione CRC (dal 27 ottobre, Castello, Secondo piano). La mostra presenta per la prima volta presso il Museo opere appartenenti alla Collezione della Fondazione CRC di Cuneo, raccolte dal 2017 attraverso ColtivArte. La mostra evidenzia come la pittura continui a mantenere un ruolo fondamentale quale linguaggio espressivo, soprattutto nel contesto dell’attuale era digitale.
La questione dell’energia è tra le più vitali per il futuro dell’umanità e per il fiorire multispecie della vita non umana e umana sulla terra. Il 23 settembre il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea presenta un convegno multidisciplinare di arte, scienza e filosofia dal titolo Culture dell’energia. Energie, immaginari, valute e orizzonti nucleari del pianeta per affrontare le contraddizioni e liberare le proprietà dirompenti e trasformative dell’energia che scorre attraverso opere d’arte e innovazioni scientifiche.
Il Castello presenta inoltre per la prima volta in Italia Renato Leotta. CONCERTINO per il mare, dopo l’esordio presso la 17esima Biennale di Istanbul nel 2022. Vincitore dell’Italian Council Edizione X, Bando internazionale promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, il progetto nasce dall’osservazione della Posidonia oceanica, pianta endemica del Mediterraneo, e dal desiderio di tradurne la struttura in musica udibile all’orecchio umano. Il progetto di Leotta è articolato in una mostra presso il Castello di Rivoli (dal 23 settembre, Castello, Secondo piano) e in un concerto dal vivo eseguito dall’Orchestra Filarmonica di Torino (sabato 4 novembre, ore 21, Conservatorio Statale di Musica Giuseppe Verdi, Torino).
Il programma dell’anno 2023 si chiude il 18 dicembre, 39simo anniversario del Museo, con l’apertura della mostra dedicata alle opere su carta dell’artista Fabio Mauri (Roma, 1926–2009), accompagnata dalla donazione dell’opera I numeri malefici, 1978, al terzo piano Castello e dalla presentazione del nuovo Catalogo delle Collezioni del museo.


Programma

RAHRAW OMARZAD
New Scenario (Nuovo scenario), 2022-2023
Veduta dell’allestimento della mostra al / Installation view of the exhibition at Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
Foto / Photo Sebastiano Pellion
Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino

Artisti in guerra
A cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio
in corso fino al 26 novembre 2023
Castello, Terzo piano

La mostra Artisti in guerra. Da Francisco Goya a Salvador Dalí, Pablo Picasso, Lee Miller, Zoran Mušič, Alberto Burri, Fabio Mauri, Bracha L. Ettinger, Anri Sala, Michael Rakowitz, Dinh Q. Lê, Vu Giang Huong, Rahraw Omarzad e Nikita Kadan presenta più di 140 opere di 39 autori realizzate da artisti che si trovavano o si trovano in guerra. Empatiche, sofferte, esprimono disagio ma anche grande umanità. La mostra prende spunto dai Desastres de la Guerra (Disastri della guerra), 1810-1815, di Francisco José de Goya y Lucientes e sviluppa il tema della guerra e della soggettività post traumatica attraverso opere storiche e nuovi progetti di importanti artisti contemporanei. Artisti in guerra include prestiti provenienti da importanti istituzioni pubbliche e private italiane e internazionali oltre a due nuove committenze, opere inedite realizzate per l’occasione dall’artista afgano Rahraw Omarzad (Kabul, 1964), e l’artista ucraino Nikita Kadan (Kiev, 1982). Entrambi gli artisti condividono una pratica connessa a quella di promotori culturali offrendo un messaggio di grande impatto emotivo e umano oltre che sociale e politico. Originate a partire da scenari di conflitto e di profondi cambiamenti geopolitici, le loro prassi invitano a riflettere sull’importanza di trovare nell’espressione creativa narrazioni di cura e di pace.

Ex-centrale nucleare Enrico Fermi, Trino (VC). Foto Carolyn Christov-Bakargiev
Former Enrico Fermi nuclear power plant, Trino (VC). Photo Carolyn Christov-Bakargiev

Culture dell’energia. Energie, immaginari, valute e orizzonti nucleari del pianeta.
Un incontro del XXI secolo tra artisti, scienziati e filosofi.

A cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Agnieszka Kurant, coordinamento Giulia Colletti
Sabato 23 settembre 2023
Sessioni I e II: ore 10–12 e 14–16, aperte al pubblico, Teatro del Castello, in live streaming qui  
Sessione III: ore 17–19, incontro di brainstorming a porte chiuse presso newcleo, Torino

La questione dell’energia è tra le più vitali per il futuro dell’umanità e per il fiorire multispecie della vita non umana e umana sulla terra. Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea presenta un convegno multidisciplinare di arte, scienza e filosofia dal titolo Culture dell’energia. Energie, immaginari, valute e orizzonti nucleari del pianeta per affrontare le contraddizioni e liberare le proprietà dirompenti e trasformative dell’energia che scorre attraverso opere d’arte e innovazioni scientifiche. Nel tentativo di esplorare potenziali scenari di coevoluzione energetica interspecie, la conferenza indaga la materia vivente alla scala dei suoi atomi, il loro intreccio, la comunicazione e l’interazione, tentando di sfidare i postulati statici e i futuri immaginati dell’energia. Il convegno, che si terrà il 23 settembre, riunirà artisti, scrittori, scienziati, filosofi e architetti per una sessione aperta al pubblico nel Teatro del Museo. Nel tardo pomeriggio continueranno le loro discussioni in una sessione privata di brainstorming e incontro di menti presso newcleo nel centro di Torino, un’impresa dedicata ad approcci innovativi all’energia nucleare con un focus ecologico.
Partecipano: Paola Antonelli, designer, architetto e curatrice; Stefano Buono, fisico nucleare e cofondatore di newcleo; Carolyn Christov-Bakargiev, storica dell’arte, Direttore Castello di Rivoli; Luciano Cinotti, scienziato nucleare; Emanuele Coccia, filosofo; Beatriz Colomina, storica dell’architettura, teorica, curatrice; Kate Crawford, artista e scrittrice; Sophie Cundale, artista; Agnieszka Kurant, artista; Renato Leotta, artista; Sam Lewitt, artista; Michael Marder, filosofo; Lea Porsager, artista; Federico Ronchetti; fisico nucleare e coordinatore del progetto Alice del CERN; Himali Singh Soin, poeta e artista; Bruce Sterling, autore di fantascienza; Ash Thorp, artista digitale, grafico e direttore creativo; Ersilia Vaudo Scarpetta, astrofisica; Adrián Villar Rojas, artista; Mark Wigley, storico dell’architettura, teorico, curatore; Gilberto Zorio, artista.
Il convegno è supportato e co-ospitato da newcleo. Si ringrazia Stefano Buono per il sostegno all’evento.
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RENATO LEOTTA
Concertino, 2022
fotografia dall’archivio / photography from the archive
Courtesy l’artista / the artist

Renato Leotta. CONCERTINO per il mare. Primo movimento
Mostra a cura di Marcella Beccaria
23 settembre – dicembre 2023
Castello, Secondo piano, Torre nord
Concerto del 4 novembre a cura di Marianna Vecellio

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea organizza CONCERTINO per il mare. Primo movimento di Renato Leotta (Torino, 1982). La mostra presenta per la prima volta in Italia il progetto vincitore dell’Italian Council Edizione X, Bando internazionale promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura a supporto della creatività contemporanea italiana. Il progetto CONCERTINO per il mare affonda le sue radici nell’osservazione dell’ecosistema dei fondali del Mediterraneo. Proponendo una possibile forma di comunicazione interspecie, esso consiste nel tentativo di tradurre la struttura interna delle foglie di Posidonia oceanica in una partitura musicale da eseguire come concerto udibile dall’orecchio umano. Portando all’attenzione l’importanza vitale di un ecosistema in pericolo, CONCERTINO per il mare invita ad ascoltare storie di migrazione, adattamento, incontri e lotte per la sopravvivenza della Posidonia attraverso il tempo, da un passato lontano fino a un futuro incerto. L’opera è stata presentata per la prima volta nel settembre 2022 alla 17esima Biennale di Istanbul, dove era installata presso l’Hammam Çinili, edificio ottomano risalente al XVI secolo.
Progetto artistico di ampio respiro, comprensivo di una lunga fase di ricerca attraverso più siti costieri del Mediterraneo, CONCERTINO per il mare ha generato un’installazione sonora, opere fotografiche e Ondina, opera-concerto. In mostra al Castello, a cura di Marcella Beccaria, verrà presentata l’installazione sonora, per la prima volta in dialogo con una serie di stampe fotografiche realizzate dall’artista con tecniche sperimentali. Nell’ambito del progetto, Ondina. Concerto per il mare in tre movimenti, a cura di Marianna Vecellio, sarà eseguito dall’Orchestra Filarmonica di Torino, diretta da Giampaolo Pretto. Il concerto dal vivo si terrà presso il Salone dei Concerti del Conservatorio Statale di Musica Giuseppe Verdi, Torino (sabato 4 novembre, ore 21), dopo l’esordio nel settembre 2022 avvenuto con i musicisti della Borusan Istanbul Philharmonic Orchestra nei giorni di inaugurazione della Biennale di Istanbul.
Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X edizione, 2021), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Si ringrazia Silvia Fiorucci per il sostegno alla mostra.
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NORA BERMAN
Ruffles (Increspature), 2016
inchiostro, olio e pastello su mussola / ink, oil and pastel on muslin
116 x 169 cm
Collezione / Collection Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo

Sensing Painting. Opere dalla Collezione d’arte della Fondazione CRC
A cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria
In collaborazione con Fondazione CRC, Cuneo
27 ottobre 2023 – 25 febbraio 2024
Castello, Secondo piano, Sala 18
Inaugurazione: 26 ottobre 2023

Sensing Painting. Opere dalla Collezione d’arte della Fondazione CRC raccoglie opere appartenenti alla Collezione della Fondazione CRC di Cuneo, raccolte dal 2017 ad oggi attraverso ColtivArte, progetto coordinato da una Commissione Scientifica di alto profilo composta dal Direttore del Castello di Rivoli Carolyn Christov-Bakargiev, dal Direttore dell’Art Institute presso la FHNW Academy of Art and Design di Basilea Chus Martínez e dal Direttore del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude Guido Curto.
La mostra valorizza le linee guida in base alle quali è stata costruita la Collezione, che includono la forte presenza di opere d’arte di giovani artisti del territorio piemontese e italiano, l’attenzione al panorama contemporaneo internazionale e la preminenza di opere pittoriche. Comprensivo di opere prodotte da 50 artisti, il progetto espositivo sottolinea la coerenza della Collezione CRC. Allestita negli spazi aulici del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, la mostra evidenzia come la pittura mantenga un ruolo fondamentale quale linguaggio espressivo, soprattutto nel contesto dell’attuale era digitale. Rispetto alla smaterializzazione che caratterizza un’ampia parte della quotidianità, la mostra invita il pubblico a un incontro attivo e diretto con le opere d’arte, dall’insostituibile valore esperienziale, fisico e sensoriale.
Artisti in mostra includono: Vernon Ah Kee, Cornelia Badelita, Nora Berman, Valerio Berruti, Rossella Biscotti, Anna Boghiguian, Nicola Bolla, Benni Bosetto, Sol Calero, Ludovica Carbotta, Guglielmo Castelli, Alex Cecchetti, Manuele Cerutti, Claudia Comte, Regina de Miguel, Barbara De Vivi, Patrizio Di Massimo, BRACHA (Bracha L. Ettinger), Francesca Ferreri, Camille Henrot, Golnaz Hosseini, Anne Imhof, Diego Kholi, Agnieszka Kurant, Andrea Massaioli, Elena Mazzi, Daniele Milvio, Ad Minoliti, Pietro Moretti, Giuseppe Mulas, Rudi Ninov, Francis Offman, Seth Price, Tabita Rezaire, Mathilde Rosier, Giangiacomo Rossetti, Giuliana Rosso, Lin May Saeed, Erik Saglia, Georgia Sagri, Alan Sierra, Elisa Sighicelli, Ania Soliman, Marta Spagnoli, Victoria Stoian, Sarah Sze, Inka Ter Haar, Paolo Turco, Alice Visentin, Zadie Xa.
La mostra è realizzata in collaborazione con la Fondazione CRC, Cuneo.

MICHELANGELO PISTOLETTO
Venere degli stracci (Venus of the Rags), 1967
riproduzione di Venere classica in cemento ricoperto di mica, stracci / reproduction of Venus in cement covered in mica, rags
Venere / Venus, 130 x 40 x 45 cm; installazione / installation, 150 x 280 x 100 cm
Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT
in comodato presso / on loan to Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino

Michelangelo Pistoletto. Molti di uno
A cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria
2 novembre 2023 – febbraio 2024
Manica Lunga
Inaugurazione: 1 novembre 2023

Il Castello di Rivoli presenta la grande mostra dedicata a Michelangelo Pistoletto. Allestita negli spazi della Manica Lunga e realizzata a stretto contatto con l’artista, la mostra è incentrata su Molti di uno, una grande opera inedita che si pone come dispositivo attraverso il quale rileggere l’arte di Pistoletto (Biella, 1933). Tra gli artisti che hanno ridefinito il concetto di arte a partire dalla metà degli anni sessanta del secolo scorso, Pistoletto fin dalla prima metà degli anni cinquanta si interroga sul concetto dell’identità personale e intraprende la via dell’autoritratto come espressione emblematica del suo pensiero. Nel 1961 dipinge il primo quadro specchiante Il presente in cui il proprio autoritratto si staglia su un fondo nero ottenuto con vernice acrilica lucidissima che lo rende riflettente. Quest’opera si apre alla vita come scambio di relazioni e prospettive, determinando una nuova dimensione spazio temporale. Il superamento delle frontiere segnate dalla dimensione pittorica rappresenta per Pistoletto l’apertura a un paesaggio che si affaccia sulla contemporaneità dell’esistenza. Ideata per la Manica Lunga, Molti di uno è una città dell’Arte strutturata come architettura percorribile e composta da 31 uffici o stanze. Disegnati come spazi aperti e collegati tra loro, gli uffici includono arte, industria, moda, comunicazione, scienza, storia, ecologia, politica, economia, filosofia, sport, gioco, natura, spiritualità, architettura, urbanistica, tecnologia, multiverso, spazio, psicanalisi, nutrimento, agricoltura, trasporti, Internet, medicina, educazione, religione, lavoro, sepoltura, guerra, diritto. Presentando le principali attività della città dell’Arte, nelle parole dell’artista, l’installazione “rende visibile la struttura reale della società”. I 31 uffici sono tra loro comunicanti e interconnessi attraverso una serie di porte, ciascuna recante sull’architrave l’indicazione dell’attività specifica. Estendendo un ulteriore capitolo della ricerca di Pistoletto, le porte riprendono il Segno Arte.
La mostra è realizzata con il sostegno della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.
Maggiori informazioni qui

Presentazione mostra Opere su carta di Fabio Mauri
A cura di Carolyn Christov-Bakargiev, Marianna Vecellio e Sara Codutti
18 dicembre 2023
Castello, Terzo piano

Cresciuto in un’Italia segnata dalla seconda guerra mondiale, Fabio Mauri (Roma, 1926–2009), che ha vissuto in ambienti intellettuali in dialogo con autori tra cui Umberto Eco, e Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini, ha un’intuizione: lo schermo è diventato la principale “forma simbolica” del mondo, il segno della nuova civiltà mediatica. Nel 1957 con la serie degli Schermi inizia quindi ad analizzare il modo in cui cinema e televisione diventano parte della vita quotidiana, modificando l’esperienza della memoria e l’idea di finzione. La mostra si focalizza su un’ampia selezione di quaderni e opere su carta dell’artista.

Presentazione catalogo delle Collezioni del Castello di Rivoli
A cura di Carolyn Christov-Bakargiev con Marcella Beccaria
18 dicembre 2023

Il nuovo catalogo delle Collezioni del Castello di Rivoli, edito per i tipi di Umberto Allemandi, includerà una serie di saggi scientifici, tra cui un saggio sulla storia del Castello di Rivoli e sul suo restauro di Maria Grazia Cerri, architetto, già Sopraintendente della Regione Piemonte; un saggio per immagini sul restauro del Castello di Andrea Bruno, architetto; un saggio di Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli; un saggio di Marcella Beccaria, Vice Direttore e Capo Curatore e Curatore delle Collezioni del Castello di Rivoli; un saggio di Marianna Vecellio, Curatore del Castello di Rivoli; un saggio di Fabio Belloni, storico dell’arte; un saggio di Alessia Giorda, Responsabile Tutela e Valorizzazione del Patrimonio della Residenza Sabauda; un saggio sulle tecniche dell’arte contemporanea e sulla conservazione delle opere di Luisa Mensi, restauratrice; una appendice sulle decorazioni delle sale storiche del Castello di Rivoli di Maria Grazia Cerri. Il catalogo comprenderà inoltre testi critici dedicati alle opere di ciascuno degli oltre 250 artisti presenti nelle Collezioni. Le schede, redatte dai curatori del Museo nonché da altri autori esterni, approfondiranno le opere inquadrandole nell’ambito della ricerca di ciascun artista. Per ogni opera in collezione, saranno inoltre per la prima volta incluse informazioni riguardanti la provenienza e la storia espositiva.


Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

Le attività del Castello di Rivoli sono realizzate primariamente grazie al contributo della Regione Piemonte.
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Ufficio Stampa Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Manuela Vasco | press@castellodirivoli.org | tel. 011.9565209
 
Consulenza Stampa
Stilema | anna.gilardi@stilema-to.it | tel. 011.530066

9- Edmondo De Amicis, Costantinopoli: La vita a Costantinopoli – I teatri

9- La vita a Costantinopoli – I teatri

INDICE

L ’arrivo
Cinque ore dopo
Il ponte
Stambul
All’albergo
Costantinopoli
Galata
Il Gran Bazar
La vita a Costantinopoli
Santa Sofia
Dolma Bagcè
Le Turche
Ianghen Var
Le mura
L’antico Serraglio
Gli ultimi giorni
I Turchi
Il Bosforo

14


A Costantinopoli, chi è molto forte di stomaco, può passar la sera al teatro, e può scegliere tra una canaglia di teatruccoli d’ogni specie, molti dei quali sono insieme giardini e birrerie, e in qualcuno si ritrova sempre la commedia italiana, o piuttosto una muta di attori italiani, i quali fanno spesso desiderare di veder convertita la platea in un vasto mercato di frutta verde. I turchi, però, frequentano di preferenza i teatri in cui certe francesi imbellettate, scollacciate e sfrontate, cantano delle canzonette coll’accompagnamento d’un’orchestra da galera. Uno di questi teatri era allora l’Alhambra, posto nella gran via di Pera: un lungo stanzone, sempre affollato, e tutto rosso di fez dal palco scenico alla porta. Che cosa fossero quelle canzonette e con che razza di gesti quelle intrepide signore s’ingegnassero di farne capire ai turchi i significati riposti, non si può né immaginare né credere. Solo chi è stato al teatro los Capellanes di Madrid, può dire d’aver sentito e visto qualchecosa di simile. Agli scherzi più procaci, ai gesti più impudenti, tutti quei turconi, seduti in lunghe file, prorompevano in grasse risa; e cadendo allora dalle loro facce la maschera della dignità abituale, vi appariva tutto il fondo della loro natura e tutti i segreti della loro vita grossolanamente sensuale. Eppure, non v’è nulla che il turco nasconda abitualmente così bene come la sensualità della sua natura e della sua vita. Per le strade, l’uomo non s’accompagna mai alla donna; raramente la guarda; più raramente ne parla; ritiene quasi come un’offesa che gli si domandi notizia delle sue mogli; a giudicar dalle apparenze, si direbbe che quel popolo sia il più casto e il più austero della terra. Ma sono mere apparenze. Quello stesso turco che arrossisce fino alle orecchie se gli si domanda come sta la sua sposa, manda i suoi bimbi e le sue bimbe a sentire le turpissime oscenità di Caragheus, che corrompe la loro fantasia prima che si siano svegliati i loro sensi; ed egli stesso dimentica sovente le dolcezze dell’arem per le voluttà nefande di cui diede il primo esempio famoso Baiazet la folgore, e non l’ultimo, probabilmente, Mahmut il riformatore. E quando non ci fosse altro, basterebbe quel Caragheus a dare nello stesso tempo un’immagine e una prova della profonda corruzione che si nasconde sotto il velo dell’austerità musulmana. È una figurina grottesca che rappresenta la caricatura del turco del mezzo ceto, una specie d’ombra cinese, che muove le braccia, le gambe e la testa dietro un velo trasparente, e fa quasi sempre da protagonista in certe commediole strampalatamente buffonesche, di cui il soggetto è per lo più un intrigo amoroso. Egli è un quissimile, ma depravato, di Pulcinella: sciocco, furbo e cinico, lussurioso come un satiro, sboccato come una baldracca, e fa ridere, anzi urlare d’entusiasmo l’uditorio con ogni sorta di lazzi, di bisticci e di gesticolamenti stravaganti, che sono o nascondono ordinariamente un’oscenità. E di che natura siano queste oscenità, è facile immaginarlo quando si sappia che se Caragheus nello spirito somiglia a Pulcinella, nel corpo somiglia a Priapo; della quale somiglianza, prima che la censura restringesse d’alquanto la sua libertà sconfinata, egli dava tratto tratto la prova visibile alla platea, e spesso tutta la commedia girava sopra questo nobilissimo perno.

Il capitolo è composto da 24 ritratti della città


Edmondo De Amicis
Leggi su Wikipedia

Edizione elettronica tratta da Liber Liber

Opera di riferimento: “Costantinopoli” di Edmondo De Amicis, Fratelli Treves editori, Milano 1877

Alla edizione elettronica ha contribuito Vittorio Volpi, volpi@galactica.it

Revisione: Catia Righi, catia_righi@tin.it

Pubblicato su Liber Liber da Marco Calvo, al quale vanno i nostri ringraziamenti.

Costantinopoli è un libro di ricordi scritto da Edmondo De Amicis e pubblicato nel 1877. Il soggetto dell’opera è il viaggio di più giorni fatto nel 1874, in compagnia dell’amico pittore Enrico Junck, a Istanbul, capitale dell’Impero Ottomano, quale corrispondente per conto della rivista Illustrazione Italiana.

De Amicis ha elaborato l’opera raccogliendo tre anni dopo la visita le impressioni in un libro, parte dagli appunti presi durante il viaggio e parte da memorie personali.  Ne emergono molte informazioni sulla Istanbul del secolo XIX e sulla storia ottomana. L’opera originale comprendeva anche 45 incisioni di Enrico Junck. La prima edizione fu pubblicata nel 1877 in due volumi. Cesare Biseo ne illustrò un’edizione del 1882, a causa della prematura scomparsa di Junck.

Il Grande Bazar d’Istanbul in un disegno di Cesare Biseo tratto dall’edizione del 1882

L’opera riscosse un successo immediato e fu tradotta in molte lingue, oltre naturalmente al turco, ma ricevette anche critiche severe, come quella di Remigio Zena nel suo diario di bordo In Yacht da Genova a Costantinopoli (1887). Nel suo libro Istanbul – Memory of a City, lo scrittore turco Orhan Pamuk (premio Nobel per la letteratura 2006) ha definito Costantinopoli di Edmondo de Amicis il miglior libro scritto su Istanbul nell’Ottocento, seguito da Costantinopoli di Théophile Gautier (1852). Umberto Eco, nell’introduzione ad una nuova ristampa del 2005, ha affermato che la descrizione della città fatta da De Amicis appare come la più cinematografica.