Anna Laura Longo e l’interesse per una scrittura multi-centrica

Anna Laura Longo

Una nota che fa riferimento a una recente pubblicazione poetica . L’autrice è Anna Laura Longo, la casa editrice Campanotto. 

Ammirevole l’onda.
Non può essere istituzionalizzata.

Siamo a pag.21 di Declinazioni del timbro, una raccolta di neo-scritture poetiche, pubblicata da Campanotto editore e di cui è autrice Anna Laura Longo.

La possibilità di avvicinarsi a un vero e proprio fragore d’onda era stata già acutamente intravista dal critico Cesare Milanese, che ha firmato la post-fazione relativa al precedente volume, intitolato Questo è il mese dei radiosi incarnati del suolo (Oèdipus).

E proprio Milanese già faceva notare come, nei versi di Longo, si potesse procedere a sorvolo in una serie di “permutazioni”, sia concettuali, sia visive, rilevando un’arditezza conveniente e apposita, volta a una sollecitazione di tutti i sensi, con un’accentuazione continua proprio di un “suolo di mare” in fragore d’onda e di un “suolo di terra” in crepitìo, dovuto ai crespi sentieri, di cui l’autrice stessa ci parla e ci fa fare esperienza.

In Declinazioni del timbro, l’energia di ondeggiamento si rende ora oltremodo esplicita. Quelli che vengono proposti possono considerarsi in sostanza dei testi multicentrici: la mobilitazione interna, determinata dal particolarissimo incedere delle parole, delle immagini, delle esplorazioni ritmiche e multisensoriali, avviene con naturalezza ma, nello stesso tempo, si offre a un passo davvero trepidante.

Feedback
retroazione
localizzata in parte sul volto
e mitigata da un flusso caldo
disintegrante.

Può risultare interessante soffermarsi sull’espressione “localizzata in parte sul volto” proprio perchè quella che viene messa in atto, anche mediante una costruzione sintattica giocata quasi interamente sulla frammentazione e sulla mobilitazione interna, è volontariamente una scrittura che punta a generare un dis-locamento (anche per l’occhio). Il tutto avviene attraverso una calibrata costruzione o, si potrebbe dire, attraverso un’indagine focalizzante, in cui l’immagine o l’evento che poeticamente affiora prende le mosse da una parziale e provvisoria localizzazione. Successivamente, attraverso un balzo atletico e repentino, il procedimento costruttivo a cui si affida la scrittura, conduce verso una de-localizzazione istantanea, che condurrà a dare risalto a una nuova e altrettanto momentanea localizzazione. Questo l’assunto che viene ad essere instillato nei versi. L’autrice non a caso ci tiene a descrivere la sua poetica come un qualcosa di vicino all’arte cinetica. Una scrittura di questo genere, in qualche modo basata su un’efficacia anti-statica, non potrà che sviluppare una rinnovata demarcazione dei territori poetici.

Le onde rendono rilevabile
una nuova e limpida demarcazione.
L’improbabile resta possibile
se un meta-sistema affiora
smaniando.

Ecco, nuovamente, le onde pronte ad avvolgerci e a catturarci. Ciò che risulta interessante è che tale demarcazione, dal punto di vista della fruizione, può trovare spazio nella pagina, ma può avere una risonanza anche al di fuori di essa. Il desiderio è quello di produrre un’energica animazione nei percorsi. A pag.23 non potrà sfuggire il fatto che si parli di una “stabilizzazione incauta, che prelude ai passi della meraviglia”. E più avanti ci avvince la forza riversata in un “aitante sradicamento”.


[…] é necessario il suolo
nel tentativo di disancorare
il passo o l’azione inservibile,
alimentando il vuoto o un alone di attesa
per il concretarsi del passaggio nitido,
desiderabile.

Ecco un ulteriore squarcio poetico che sintetizza il senso dei procedimenti messi in atto.Di qui la necessità di offrire tipologie o “forme” di esperienze conoscitive molto personalizzate e soprattutto confacenti alla natura della ricerca artistica portata avanti: la conoscenza del libro – ci dice l’autrice – può avvenire anche e soprattutto attraverso esperienze collocate al di fuori del libro stesso. Anna Laura, da questo punto di vista, ci pone infatti di fronte a risultati anche sonori e artistico-visivi, facendo ruotare in modo intrepido le sensazioni, così come avviene negli otto componimenti finali, definiti per l’appunto Corollari intrepidi. Questi ultimi si basano su una prosa scattante, che viene disarticolata con raffinatezza e con una messa a fuoco che si fa notare in virtù delle abilissime deviazioni o per i ribaltamenti sensoriali prospettati, rispondenti a un criterio costruttivo complessivamente coerente e, a ben vedere, unificante. Sempre Cesare Milanese scriveva: “un’attitudine, questa, che le consente di saper mantenere il continuum del testo sempre in tenuta di sé stesso…”

Il movimento, che coincide proprio con l’ondeggiamento di carattere ciclico e vistosamente legato al fatto naturale – va detto – è pregno di coraggio e racchiude anche una richiesta implicita di trascendenza, non soltanto una giusta pretesa di libertà interiore.

Il coraggio è stato trovato steso
e aderente a un’isola,
come un blocco acerbo,
ma diluito tra sottili colpi
e formidabili ondate.

Diverse ricerche musicali circondano questo libro e danno un risalto anche all’attività  musicale di Longo, pianista sperimentale e artista-visiva oltreché autrice. In conclusione, l’onda non può affatto essere istituzionalizzata e, di pari passo, la vita non può arrivare ad essere “istituzionalizzata”: grazie a questo libro siamo posti di fronte alla necessità di scorgere questo rischio e siamo invitati quindi a disabilitare le nostre distrazioni, per recuperare una buona vigilanza in merito al mantenimento di una visione o di un’esperienza, almeno in parte, libera dai condizionamenti. In quanto disegnatrice di percorsi agili e sostanzialmente mutevoli, l’onda-Longo celebra dunque niente altro che la preziosità dell’arte, il cui segreto non può e non deve essere racchiuso in codici, in strutture, in formule o schemi. La delicata fuoriuscita dai margini, ricostruita proprio nelle pagine, ci restituisce, in qualche modo, un’interpretazione riguardante il senso di esistere o di poter essere al mondo.


Da Elisabetta D’onofrio 
Estro Lab estro.lab@hotmail.com 

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