Milano: Con “OLIVIERO TOSCANI. Professione fotografo” va in scena un grande show, dice Nicolas Ballario curatore della mostra

Apre a Milano oggi 24 giugno a Palazzo Reale, la mostra OLIVIERO TOSCANI. Professione fotografo, la più grande esposizione mai dedicata in Italia al grande fotografo in omaggio ai suoi 80 anni.

La mostra – promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Arthemisia e curata da Nicolas Ballario – propone 800 scatti di Toscani e presenta al pubblico tratti iconici del suo lavoro e opere meno conosciute, raccontando la carriera di un uomo dallo sguardo geniale e provocatorio che negli anni ha influenzato i costumi di diverse generazioni e fatto discutere il mondo sui temi più disparati.

Oliviero Toscani.
Professione fotografo

Oliviero Toscani
United Colors of Benetton
2019
©olivierotoscani


PALAZZO REALE
Sala conferenze – 3° piano
Piazza Duomo, 14 – Milano

24 giugno – 25 settembre 2022

A Palazzo Reale va in scena un grande show

di Nicolas Ballario Curatore della mostra

In questa mostra non c’è sequenza, non c’è ordine cronologico, non c’è logica. Più che in un’esposizione pare di entrare nella mente di Oliviero Toscani, in un flusso infinito di un uomo che ha cambiato la storia della fotografia. E allora a Palazzo Reale va in scena un grande show, con centinaia di fotografie stampate su manifesti (gli stessi che si usano per le affissioni stradali) incollati alle pareti. “Professione fotografo” quasi come rivendicazione di appartenenza artigianale più che artistica, ma anche come rifiuto di qualunque cosa possa sembrare una retrospettiva.

Un oceano di fotografie interrotto a volte da qualche piccolo atollo che sono le parole che abbiamo usato per contestualizzare le immagini, create in sessant’anni di carriera, proprio nell’anno in cui Toscani compie ottant’anni.

Io non ho idee, diffido di chi ha idee.
In queste poche parole Toscani ci spiega l’essenza del suo lavoro, che è quello del situazionista che non rincorre l’immagine, ma ne viene rincorso. Ha tanti stili, che è come non averne nessuno, ma nonostante questo le sue fotografie sono tra le più riconosciute e celebrate al mondo.

Moda, pubblicità, cultura, editoria, nuovi media sono tutti strumenti che ha utilizzato per parlare dei problemi del mondo, non perdendo mai i fini attraverso i mezzi. In queste sale troverete le sue immagini più iconiche e lavori meno conosciuti.

BIOGRAFIA

Oliviero Toscani, figlio del primo fotoreporter del Corriere Della Sera, è nato a Milano nel 1942 e ha studiato fotografia e grafica all’Università Delle Artidi Zurigo dal 1961 al 1965. Conosciuto internazionalmente come la forza creativa dietro i più famosi giornali e marchi del mondo, creatore di immagini corporate e campagne pubblicitarie attraverso gli anni per Esprit, Chanel, Robe diKappa, Fiorucci, Prenatal, Jesus, Inter, Snai, Toyota, Ministero del Lavoro, della Salute, Artemide, Woolworth e altri. Tra gli ultimi progetti: la collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e dellaSalute, con la Regione Calabria, con la Fondazione Umberto Veronesi, e alcune campagne di interesse e impegno sociale dedicate alla sicurezza stradale, all’anoressia, alla violenza contro le donne, e contro il randagismo. Come fotografo di moda ha collaborato e collabora tuttora per giornali come Elle, Vogue, GQ, Harper’s Bazaar,Esquire, Stern, Liberation e molti altri nelle edizioni di tutto il mondo. Dal 1982 al 2000, ha creato l’immagine, l’identità, la strategia di comunicazione ela presenza online di United Colors of Benetton, trasformandolo in uno dei marchi più conosciuti al mondo. Nel 1990 ha ideato e diretto Colors, il primo giornale globale al mondo, e nel 1993 ha concepito e diretto Fabrica, centro di ricerca di creatività nella comunicazione moderna. Dal 1999 al2000 è stato direttore creativo del mensile Talk Miramaxa New York diretto da Tina Brown. Toscani è stato uno dei fondatori dell’Accademia di Architettura di Mendrisio, ha insegnato comunicazione visiva in svariate università e ha scritto diversi libri sulla comunicazione. Dopo quasi cinque decadi di innovazione editoriale, pubblicità, film e televisione, ora si interessa di creatività della comunicazione applicata ai vari media, producendo, con il suo studio, progetti editoriali, libri, programmi televisivi, mostre ed esposizioni. Dal 2007 Oliviero Toscani inizia Razza Umana, progetto di fotografia e video sulle diverse morfologie e condizioni umane, per rappresentare tutte le espressioni, le caratteristiche fisiche, somatiche, sociali e culturali dell’umanità, toccando più di 100comuni italiani, lo Stato di Israele, la Palestina, il Giappone e per le Nazioni Unite, il Guatemala. Da quasi trent’anni è impegnato al progetto: Nuovo Paesaggio Italiano, progetto contro il degrado dell’Italia. Il lavoro di Toscani è stato esposto alla Biennale di Venezia, a San Paolo del Brasile, alla Triennale di Milano e nei musei d’arte moderna e contemporanea di tutto il mondo. Ha vinto numerosi premi come quattro Leoni d’Oro, il Gran Premio dell’UNESCO, due volte il Gran Premio d’Affichage, e numerosi premi degli Art Directors Club di tutto il mondo. È stato vincitore del premio “creative hero” della Saatchi & Saatchi. L’Accademia di Belle Arti di Urbino gli conferisce il premio “Il Sogno di Piero” e riceve dall’Accademia delle Belle Arti di Firenze il titolo di Accademico d’Onore. Oliviero Toscani è socio onorario del Comitato Leonardo e della European Academy of Sciences and Arts.


Informazioni e prenotazioni
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Orario apertura
Lunedì chiuso
Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10.00 -19.30
Giovedì 10.00 – 22.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Biglietti
Intero € 14,00
Ridotto € 12,00

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Bologna: Il percorso digitale 3D ART XP del Museo Civico Medievale premiato da SDA Bocconi

Il progetto digitale 3D ART XP presentato dal Museo Civico Medievale di Bologna è stato premiato nell’ambito dell’evento “Valore Pubblico – La Pubblica Amministrazione che funziona”, iniziativa ideata da SDA Bocconi School of Management in partnership con il Gruppo Editoriale GEDI con il patrocinio del Ministero per la Pubblica Amministrazione, di ANCI e di UPI.
Il riconoscimento è stato consegnato a Massimo Medica, direttore Musei Civici d’Arte Antica | Istituzione Bologna Musei, nel corso di un incontro pubblico che si è svolto ieri a Milano alla presenza del Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta.

Nato dalla partnership tecnica con la start-up Publics ICC, 3D ART XP è un progetto di visita virtuale e scansione in 3D in alta risoluzione in grado di trasportare gli utenti direttamente all’interno degli spazi del museo per scoprirne le ricche collezioni attraverso 7 percorsi tematici. Grazie all’integrazione tra innovative tecnologie digitali 3D e contenuti audiovisivi di storytelling, sul sito web liberamente accessibile https://museocivicomedievalebologna.publicsicc.com è possibile fruire di un’esperienza di visita tridimensionale e interattiva.

“Valore Pubblico”
 intende incentivare l’innovazione e la modernizzazione nel settore pubblico, valorizzando le buone pratiche che permettono ai cittadini e alle imprese di avere a disposizione servizi più efficienti, inclusivi e al passo con i tempi.
Sono stati 179 i progetti candidati dalle amministrazioni pubbliche per le 10 le categorie previste dal bando: sostenibilità, digitalizzazione, diversità e inclusione, lavoro e sviluppo economico/imprenditoriale, nuove fragilità, sport, cultura e turismo, innovazione e creatività, semplificazioni, innovazioni gestionali. Livello di innovazione, risultati ottenuti e riproducibilità in altri contesti sono i criteri distintivi che hanno orientato le valutazioni del Comitato di Premiazione per scegliere i 22 progetti più meritevoli.
3D ART XP ha ottenuto l’attestato di valore per essersi distinto nella categoria Innovazione e Creatività.

“Questo importante riconoscimento al progetto digitale 3D ART XP presentato dal Museo Civico Medievale di Bologna – sottolinea Elena Di Gioia, delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana – testimonia l’attenzione da parte dei Musei civici di Bologna ai nuovi linguaggi del digitale e l’importanza che i musei civici danno alla creazione di tour virtuali come modalità di visita che non solo non sostituisce quella in presenza connotandosi come ulteriore esperienza ma la incentiva suscitando anche il desiderio di passare dal virtuale al reale. Altri due musei civici, infatti, offrono da qualche mese ai visitatori la possibilità di visite virtuali, pur con modalità tecnologiche diverse, del Museo internazionale e biblioteca della musica e del Museo del Patrimonio Industriale. È una scelta che l’Amministrazione condivide con convinzione e nella piena soddisfazione di questo importante riconoscimento”.

“È per noi motivo di grande soddisfazione ricevere questo importante ed ambito riconoscimento che premia il lavoro svolto dal museo in collaborazione con Publics ICC – commenta il direttore Massimo Medica -. Con loro abbiamo pensato e realizzato questo innovativo tour immersivo del Museo Civico Medievale di Bologna che viene ad affiancare, senza intenzione di sostituirla, la visita fisica del museo, di cui questo nuovo percorso costituisce un’essenziale premessa e anticipazione”.

“Per noi è un piacere e un onore poter collaborare con enti del calibro di Istituzione Bologna Musei e del Museo Civico Medievale – dichiara Dario Ghiggi, CEO Publics ICC -. Come start up siamo felici di contribuire alla realizzazione di progetti innovativi che integrano tecnologie di ultime generazione con strategie di valorizzazione e comunicazione del patrimonio culturale. Generare valore condiviso e innescare processi di sviluppo del pubblico è uno degli obiettivi della nostra impresa e il riconoscimento ottenuto nella giornata di ieri va proprio in quella direzione, a sottolineare quanto sia importante la sinergia e la cooperazione tra gli attori coinvolti nella realizzazione di progetti di qualità per offrire un plus valoriale al settore della cultura. Crediamo fortemente che questa modalità di comunicare e fare esperienza del patrimonio culturale nel tempo si diffonderà sempre di più e il premio “Innovazione e Creatività” rappresenta l’ennesima conferma della giusta strada intrapresa”.


Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
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Ferrara: Grande successo per la XXVII edizione del Salone Internazionale del Restauro

Si è conclusa venerdì 10 giugno 2022 a Ferrara la XXVII edizione del Salone Internazionale del Restauro con un enorme successo di pubblico e di presenze prestigiose a livello nazionale e internazionale, tra le quali il MiC – Ministero della Cultura, con il saluto inviato dal Ministro Dario Franceschini durante l’inaugurazione, che ha sottolineato l’importanza del comparto restauro.

Il Salone Internazionale del Restauro è tornato nella storica sede di Ferrara Fiere dall’8 al 10 giugno 2022 con un programma ricco di novità e prestigiose partnership.

Economia, Conservazione, Tecnologie e Valorizzazione dei Beni Culturali e Ambientali: questi sono i punti cardine di RESTAURO, prima e più importante manifestazione del settore presente fin dal 1991 nel panorama fieristico internazionale. Anche per il 2022 il Salone si è confermato il principale luogo d’incontro di un mondo fatto di aziende, istituzioni e ricerca che contribuiscono alla tutela della storia e alla valorizzazione della cultura tangibile; un momento di scambio e crescita di un settore imprescindibile per lo sviluppo economico e culturale italiano che guarda al futuro.

Alcune immagini a Ferrara della XXVII edizione del Salone Internazionale del Restauro


INFORMAZIONI UTILI:

EVENTO: RESTAUROSalone Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali – XXVII Edizione
DATE: La XXVII edizione si è svolta dall’8 al 10 giugno 2022; la XXVIII edizione è prevista per la primavera 2023 (date da definire)
DOVE: Ferrara Fiere, Via della Fiera 11, Ferrara

CONTATTI
Organizzatore
Ferrara Fiere Congressi srl
Viale della Fiera 11
Ferrara
tel. +39 0532 900713
segreteria@ferrarafiere.it
info@salonedelrestauro.com

Sito: http://www.salonedelrestauro.com/new/it/home/
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CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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La Fondazione Carla Fendi main partner del Festival di Spoleto presenta ARTIFICIAL ARTECHNOLOGY

La Fondazione Carla Fendi, rinnovando il suo impegno per Spoleto 65 Festival dei 2Mondi presenta ARTIFICIAL ARTECHNOLOGY, un progetto che esplora un binomio già nell’interesse della Fondazione da alcune stagioni.

ARTE on the wall’. Sulla facciata del Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi l’ingrandimento di FRAMMENTO FATICA N.26 dell’artista DANIELE PUPPI. Un lavoro fotografico tridimensionale realizzato in 4 esemplari nel 2004 per la Lisson Gallery di Londra e ora in Collezioni Private.

SCIENZA nell’ex Battistero della Manna D’oro che ospiterà REALITY? installazione in realtà aumentata di GABRIELE GIANNI. Un’esperienza visiva e sonora che vuol far vacillare la percezione della realtà oggettiva in un luogo un tempo sacro, attraverso un misticismo “aumentato” dalla tecnologia.

Istallazione REALITI? di Gabriele Gianni

PREMIO CARLA FENDI STEM [science,technology,engineering,mathematics]Nella giornata conclusiva del Festival il riconoscimento è conferito all’astrofisica MARICA BRANCHESI per il contributo dato alla rilevazione delle onde gravitazionali.
La cerimonia avrà luogo sul palcoscenico del Concerto finale alla presenza del Maestro Antonio Pappano, del sindaco Andrea Sisti Presidente della Fondazione Festival, della direttrice artistica Monique Veaute e di Maria Teresa Fendi Presidente della Fondazione Carla Fendi.

La Fondazione Carla Fendi ospiterà a Palazzo Racani Arroni gli INCONTRI CON GLI ARTISTI che il Festival organizza durante i fine settimana dalle ore 11 alle 12.


Via Leonessa 28
00189 Roma 
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Asti: Palazzo Mazzetti ospita la mostra “Il vetro è vita. La collezione Pino e Donatella Clinanti”

L’arte del vetro è antica quasi come la storia della civiltà.Già si facevano oggetti di vetro quando ancora non si conoscevala sua composizione ed una tecnica di produzione:così l’origine di questa materia è rimasta nella leggenda.

Pino Clinanti
(da
Il Fuoco il Vetro il Vino, Fondazione Banfi, Montalcino, 1992, p. 17)

Dopo la grande mostra “I Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna” terminata con grande successo di pubblico lo scorso 5 giugno, dal 25 giugno al 16 ottobrePalazzo Mazzetti di Asti apre le sue porte a “Il vetro è vita. La collezione Pino e Donatella Clinanti.”

In continuità con la rassegna sugli arazzi di Asti tenutasi a cavallo tra il 2020 e il 2021, Palazzo Mazzetti propone una nuova esposizione dedicata al territorio e al collezionismo locale e, nell’Anno Internazionale del Vetro, designato dalle Nazioni Unite, ospita la preziosa raccolta di vetri nata dalla passione collezionistica di Pino Clinanti e proseguita con entusiasmo dalla figlia Donatella.

All’interno di un percorso che racconta l’impiego del vetro nell’arte attraverso i secoli, la collezione testimonia l’intreccio tra vita e sentimento estetico dell’ingegnere Pino Clinanti (1914 – 2007) ed è resa straordinaria grazie alla presenza di un importante e antico nucleo di contenitori in vetro lattimo (un vetro “mimetico” di colore bianco opaco come il latte, risalente al 1450 circa e utilizzato come imitazione della porcellana cinese giunta a Venezia), materiale di cui Clinanti fu grande studioso.

La mostra Il vetro è vita. La collezione Pino e Donatella Clinanti è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte, dal Comune di Asti e dalla Camera di Commercio di Asti, vede come sponsor il Gruppo Banca di Asti, è in collaborazione con O-I Italy, con la comunicazione e la promozione a cura di Arthemisia.


Informazioni e prenotazioni
T. +39 0141 530 403
M. +39 388 164 09 15
www.museidiasti.com
didattica@fondazioneastimusei.it
info@fondazioneastimusei.it

Orario di apertura
Lunedì chiuso
Martedì – domenica 10.00 – 19.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Hashtag ufficiale
#MostraVetro

Ufficio Stampa
Arthemisia
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T. +39 06 69380306

ARTISTICO premia la ricerca dell’artista Veronica Gaido durante la Design Week di Milano 2022

Artistico, piattaforma per l’arte moderna e contemporanea, continua nel suo percorso di valorizzazione dell’arte e degli artisti premiando la ricerca di Veronica Gaido in occasione della sua mostra personale Dedalo e altre storie presentata durante la Design Week 2022 presso gli spazi di STILL Fotografia a Milano.

La mostra è dedicata ai cantieri navali Sanlorenzo, oltre a una selezione speciale di progetti personali dell’artista: quaranta immagini che raccontano la storia dei Cantieri Sanlorenzo, poste in dialogo con la città di Venezia e alla sua millenaria tradizione di regina dei mari. Veronica Gaido ritrae forme in costante mutazione, grazie a una ripresa in movimento, che attraggono l’occhio del visitatore e contemporaneamente lo ingannano. L’iniziale certezza, indotta dalla rassicurante emozione del riconoscimento, svanisce e lascia spazio alla nostra immaginazione.

ARTISTICO è una piattaforma per acquistare, collezionare, scambiare, rivendere frazioni di opere d’arte fisiche, creando, così, un mercato dell’arte accessibile a tutti, trasparente e democratico, e promuovendo opere con un reale valore accertato, certificate per autenticità e provenienza, sempre raggiungibili e fruibili al pubblico. Ideatrice di questa nuovissima startup è Margherita Giannotti -26 anni, laurea in Media e Communication alla Goldsmiths University e master al King’s College di Londra, con varie esperienze in terra inglese in comunicazione, marketing e social media- che ha voluto fondere le competenze nel digitale e nella comunicazione alla passione per l’arte dando vita, insieme al suo team, ad Artistico.

Ogni opera viene selezionata da Artistico attraverso un team di esperti nel settore dell’arte contemporanea e in quello del mercato, i quali portano avanti, in modo continuativo, un’attenta ricerca di artisti affermati ed emergenti scelti in base al loro percorso artistico, alla collocabilità e vendibilità delle loro opere e alla prospettiva di incremento di valore. Inoltre ogni opera esce dal semplice circolo privato ed esclusivo per divenire bene comune accessibile a tutti attraverso la proprietà condivisa e l’affido in custodia ad enti pubblici o privati, gallerie d’arte, musei, fondazioni, aziende o complessi monumentali che ne assicurano la promozione e la visibilità e ne valorizzano gli aspetti economici e culturali; mentre l’autenticità e l’origine di ogni opera vengono garantite direttamente dagli artisti, da gallerie e advisor qualificati.

Vogliamo contribuire ad una diffusione della cultura dell’arte, -afferma Margherita- all’educazione di un collezionismo appassionato, maturo, informato e capace di scelte consapevoli e al consolidamento di una community di figure professionali etiche e responsabili. Artistico crede nel valore della cultura e della bellezza, sostiene l’arte quale patrimonio della collettività, stimolando la valorizzazione di artisti storicizzati ed emergenti e promuovendo le ricerche più sperimentali.

Artistico è online su: www.artistico.live

Veronica Gaido – Note biografiche

Veronica Gaido nasce a Viareggio nel 1974 e muove i primi passi nel mondo fotografico ancora adolescente, trasferendosi prima a Milano, dove studia all’Istituto Italiano di Fotografia e poi nelle grandi metropoli per ampliare le sue esperienze frequentando workshop formativi. Nel 2001 collabora con la Biennale di Venezia di Harald Szeemann per il bunker poetico di Marco Nereo Rotelli. Nell’agosto del 2002 tiene la sua prima mostra Sabbie Mobili nello spazio di Massimo Rebecchi a Forte dei Marmi, curata da Maurizio Vanni. Oltre al lavoro professionistico di fotografo, la Gaido ha esplorato nuove prospettive utilizzando un drone per riprese aeree dedicandosi alla creazione di un video per la Fondazione Henraux, presentato alla Triennale di Milano nel 2012. Nello stesso anno la fotografa fa parte della giuria “Premio Fondazione Henraux”, presieduta da Philippe Daverio, creando il progetto Awareness of Matter. Nel 2013 realizza un tour tra India e Bangladesh che porta al progetto Atman curato da Enrico Mattei e Roberto Mutti. Espone a Pietrasanta, Milano, Londra e Parigi. Dal 2014 si dedica al progetto Mogador interamente realizzato nel porto di Essaouira in Marocco. Al termine delle lavorazioni, la Gaido espone nel 2017 il suo lavoro con Vito Tongiani a Rabat, Essaouira e Siviglia. Le serie Aphrodite, 2017, e Invisible Cities, 2013-2018, sono state esposte nel 2019, a Roma al museo S.Salvatore in Lauro. Il progetto Dedalo è stato presentato alla Casa dei Tre Oci a Venezia, in contemporanea con la Biennale del 2021.


ARTISTICO

Margherita Giannotti – Co-founder & Head of Marketing Mario Giannotti – Co-founder & CFO
Roberta Melasecca – Press Office & Art Curator
Luca Acerbi – Creative Director
Stefanos Vladimir – CTO
Giacomo Sarzanini – Community Manager

Contatti

Artistico
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Parco Archeologico di Selinunte (TP): Architects meet in Selinunte 2022. Volare Oh Oh – Rigenerare, Riqualificare, Ripartire

L’AIAC – Associazione Italiana di Architettura e Critica presenta l’XI edizione di Architects meet in Selinunte dal titolo “Volare Oh Oh – Rigenerare, Riqualificare, Ripartire”.

L’edizione 2022 affronterà il tema delle opportunità che si prospettano all’architettura in Italia, trainate dalla notevole mole di finanziamenti, anche in forma di detassazione, disponibili. Si approfondirà il tema dell’architettura dell’accoglienza con particolare attenzione all’offerta turistica e alla riqualificazione dei borghi. Verranno inoltre analizzati progetti e realizzazioni tesi a migliorare l’offerta culturale del territorio, con particolare attenzione alle strutture museali e ai parchi.

Architects meet in Selinunte 2022

Volare Oh Oh
Rigenerare-Riqualificare-Ripartire

23 – 24 – 25 giugno 2022

Parco Archeologico di Selinunte (TP)

Programma

/Giovedì 23 giugno | dalle 15:00 alle 21:00
Baglio Florio, Parco Archeologico di Selinunte

Saluti Istituzionali

Architetti, designer, urbanisti ed esperti Siciliani si alterneranno sul Palco del Convegno per confrontarsi sui temi della ripartenza culturale dell’Isola e del Paese, della riqualificazione dei Borghi e dell’accoglienza turistica

/Venerdì 24 giugno | dalle 10:00 alle 21:00

| 10:00 alle 13:00
Hotel Admeto

Incontri e presentazioni di idee, libri e riviste

| 15:00 alle 21:00
Baglio Florio, Parco Archeologico di Selinunte

Saluti Istituzionali

Architetti, designer, urbanisti ed esperti provenienti da tutta Italia si alterneranno sul Palco del Convegno per confrontarsi sui temi della ripartenza culturale del Paese, della riqualificazione dei Borghi e dell’accoglienza turistica

Happening ed eventi serali

/ Sabato 25 giugno | dalle 10:00 alle 21:00
Parco Archeologico di Selinunte

| 10:00 alle 13:00

visita al Parco Archeologico 

| 15:00 alle 21:00
Baglio Florio, Parco Archeologico di Selinunte

Architetti, designer, urbanisti ed esperti provenienti dall’Europa si alterneranno sul Palco del Convegno per confrontarsi sui temi della ripartenza culturale ed economica del nostro Continente, con un focus sulle strutture museali, i parchi e le architetture dell’accoglienza.

Premi Speciali Selinunte e Premi Internazionali Selinunte

Festa finale

ISTRUZIONI PER LA REGISTRAZIONE VALIDA AI SOLI FINI DELL’ATTRIBUZIONE DEI CREDITI FORMATIVI

La procedura per l’accreditamento dei CFP (6 per ogni giornata) è subordinata al pagamento da parte del singolo architetto dell’importo di € 10,00 al giorno per diritti di segreteria, da versare inderogabilmente prima dell’evento tramite sistema PAGOPa mediante l’apposita funzione presente in homepage (banner in alto) del sito istituzionale www.architettitrapani.it 

La registrazione all’evento formativo, ad una o più giornate, dovrà essere fatta al seguente link allegando la ricevuta del versamento dei diritti di segreteria di importo pari al numero di giornate per le quali si richiede il rilascio dei CFP.


XI Edizione Architects meet in Selinunte
Volare Oh Oh
Rigenerare, Riqualificare, Ripartire

Ideazione e organizzazione: AIAC, Studio La Monaca, PresSTletter, PresSTFactory

Con il patrocinio: Regione Siciliana-Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cosa e Pantelleria, Comune di Castelvetrano-Selinunte, Regione Sicilia Beni Culturali

Partner istituzionali: Ordine Architetti Trapani, Fondazione Architetti Trapani

Partner tecnici: Hotel Admeto, Althea Palace, Hotel Alceste

Thanks to OIKOS

Per info:
Ufficio Stampa AIAC
roberta.melasecca@gmail.com
3494945612

Apre a Milano, a Palazzo Reale, la mostra OLIVIERO TOSCANI. Professione fotografo, in omaggio ai suoi 80 anni

Apre a Milano, il prossimo 24 giugno a Palazzo Reale, la mostra OLIVIERO TOSCANI. Professione fotografo, la più grande esposizione mai dedicata in Italia al grande fotografo in omaggio ai suoi 80 anni.

La mostra – promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Arthemisia e curata da Nicolas Ballario – propone 800 scatti di Toscani e presenta al pubblico tratti iconici del suo lavoro e opere meno conosciute, raccontando la carriera di un uomo dallo sguardo geniale e provocatorio che negli anni ha influenzato i costumi di diverse generazioni e fatto discutere il mondo sui temi più disparati.

Oliviero Toscani.
Professione fotografo

Oliviero Toscani
Jesus Jeans
1973
©olivierotoscani

Giovedì 23 giugno, ore 12.30

PALAZZO REALE
Sala conferenze – 3° piano
Piazza Duomo, 14 – Milano

Il 28 febbraio 2022, giorno in cui Oliviero Toscani ha compiuto 80 anni, la Città di Milano ha organizzato per festeggiarlo una mostra sui generis: non un’esposizione in una galleria o in un museo, ma una mostra diffusa proprio per Milano, la sua città natale. L’evento, dal titolo “Oliviero Toscani 80”, ha celebrato il grande fotografo per un solo giorno con centinaia di manifesti per la Città, facendo giungere contemporaneamente migliaia di mail allo Studio Toscani che chiedevano di poter vedere l’intera mostra. Essendo un evento temporaneo, la mostra durò giusto le 24 ore del suo compleanno.

A qualche mese di distanza il Comune di Milano offre nel suo spazio più prestigioso, Palazzo Reale, la prima grande rassegna dedicata al suo lavoro, in continuità con l’iniziativa del 28 febbraio che era stata fortemente sostenuta dal Comune di Milano-Cultura.

La mostra Oliviero Toscani. Professione fotografo raccoglie i lavori da lui realizzati dai primi anni ’60 fino a oggi: immagini e campagne pubblicitarie che lo hanno reso noto e riconoscibile in tutto il mondo.
Il tutto inserito in un allestimento particolare e unico, che vedrà le sale di Palazzo Reale vestirsi per la prima volta di manifesti alle pareti, incollati come fossero per strada.

L’evento vede come media partner Urban Vision ed è consigliato da Sky Arte.
Il catalogo è edito da Skira.


Informazioni e prenotazioni
T +39 02 892 99 21
www.palazzorealemilano.it
www.arthemisia.it

Orario apertura
Lunedì chiuso
Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10.00 -19.30
Giovedì 10.00 – 22.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Biglietti
Intero € 14,00
Ridotto € 12,00

Hashtag ufficiale
#ToscaniMilano

Ufficio Stampa
Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
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Bologna, MAMbo: Sean Scully. A Wound in a Dance with Love

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna presenta A Wound in a Dance with Love, ampia retrospettiva di Sean Scully (Dublino, 1945), artista tra i massimi esponenti della pittura contemporanea, che sarà visibile nella Sala delle Ciminiere dal 22 giugno al 9 ottobre 2022. Opening martedì 21 giugno alle h 18.30, alla presenza dell’artista.
Durante la serata, che coincide con la Festa della musica, nel foyer del museo si terrà un concerto del maestro chitarrista Lorenzo Biguzzi, promosso in collaborazione con la Fondazione Accademia Internazionale di Imola “Incontri con il Maestro” e ideato per l’occasione.
Un talk pubblico con Sean Scully si terrà mercoledì 22 giugno alle h 18.00 nella sala conferenze del museo.

L’esposizione, a cura di Lorenzo Balbi con main partner la Kerlin Gallery di Dublino, è basata sulla mostra Sean Scully: Passenger – A Retrospective, curata da Dávid Fehér e organizzata dal Museum of Fine Arts – Hungarian National Gallery di Budapest (14 ottobre 2020 – 30 maggio 2021), successivamente ospitata al Benaki Museum di Atene, e arriva a Bologna in una versione rinnovata e pensata per il MAMbo. L’artista è nuovamente protagonista di una personale a Bologna dopo 26 anni: nel 1996 fu proprio la Galleria d’Arte Moderna, da cui discende il MAMbo, a dedicargli una mostra nella sede di Villa delle Rose.

Sean Scully

A Wound in a Dance with Love

A cura di Lorenzo Balbi

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

22 giugno – 9 ottobre 2022

Opening: martedì 21 giugno 2022 h 18.30

Talk con l’artista: mercoledì 22 giugno 2022 h 18.00

Sean Scully
A Wound in a Dance with Love
Veduta di allestimento / Installation view
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2022
Foto Ornella De Carlo

Nell’arte di Scully confluiscono in eguale misura tanto un’estesa conoscenza delle opere di maestri antichi e contemporanei quanto una singolare sensibilità nel trarre suggestioni visive ed emozionali da dati di realtà. La mostra bolognese, con 68 lavori esposti (dipinti a olio, acrilici, acquerelli, disegni e una scultura monumentale), intende evidenziare la dialettica costante fra queste due componenti fondamentali del lavoro dell’artista, ripercorrendo una vicenda creativa lunga oltre cinquant’anni.

Dalle prime sperimentazioni figurative degli anni ’60 e le opere minimaliste degli anni ’70 fino al lavoro attuale, A Wound in a Dance with Love documenta i più importanti sviluppi di una pratica sempre coerente con i propri presupposti eppure capace di variare significativamente nel corso del tempo, in relazione a esperienze emotive ed evoluzioni esistenziali come ad affetti e lutti.

Nella sala di apertura si fronteggiano due monumentali dipinti su alluminio, What Makes Us Too (2017) e Uninsideout (2018 – 2020), nei quali si riuniscono, in uno studiatissimo contrasto, diversi elementi ricorrenti nelle opere di Scully: la tripartizione, l’inserimento di “insets”, l’impiego di strisce contrapposto a schemi ortogonali ed elementi monocromi, l’alternanza tra aree colorate ed altre in bianco e nero.

Nella navata centrale della Sala delle Ciminiere il percorso espositivo inizia con Fort # 1 del1978, rigorosa sintesi di suggestioni paesaggistiche e il precedente Backcloth del 1970, anno in cui Scully ha già pienamente maturato la determinazione ad abbracciare l’astrattismo. Con Backcloth l’artista sonda fino al suo limite estremo la possibilità di utilizzare la griglia come unico modulo compositivo, con una serie fitta di sovrapposizioni, tentando un avvicinamento al dripping di Jackson Pollock attraverso un uso parossistico dei tipici schemi di Piet Mondrian.
In Crossover Painting # 1 del 1974, visibile nella stessa sala, la trama compositiva si fa più distesa, mentre più ricercata appare la tessitura cromatica, nel preciso contrappunto tra colori decisi e delicate sfumature.

La Sala delle Ciminiere, grazie ai suoi volumi imponenti, fornisce la collocazione ideale per la scultura Opulent Ascension(2019), allestita in precedenza nella chiesa di San Giorgio Maggiore, in occasione della 58° Biennale Arte di Venezia, monumentale esempio delle più recenti trasposizioni su scala tridimensionale delle intuizioni dell’artista. È lui stesso a dichiarare: “ho realizzato Opulent Ascension in Feltro. Feltro: un materiale che per esistere viene PRESSATO, e non tessuto a partire da una linea. MERET Oppenheim ha preso una tazza e un piattino e li ha foderati di pelliccia animale, rendendoli così inutilizzabili. Erano dunque diventati Arte? Una tazza e un piattino foderati di pelliccia devono essere un’opera d’Arte, perché sono strani, e perché io ci rifletto, da decenni. Può la pelle di qualcosa, di qualsiasi essere, di qualsiasi oggetto, essere così preponderante da definire ciò che esso è? Tanto che tutto quanto sta all’interno diventa subordinato a ciò che sta fuori. Amo questa domanda. Perché non potrò mai darle risposta” (Sean Scully, New York, 9 marzo 2020).

Ai lati di Opulent Ascension sono visibili diverse opere di chiara ispirazione paesaggistica della serie Landline, tra le quali spiccano quelle, vivaci e allegre, dedicate al secondo figlio Oisín: Oisín Green (2016) e Oisín Sea Green (2016), oltre al trittico Arles Nacht Vincent (2015), omaggio a Vincent van Gogh, e, sul fondo, Black Square (2020), ispirato a Kazimir Malevič.

Nell’ala laterale è collocato The Bather (1983), ispirato a un dipinto di Henri Matisse, evocato solo intuitivamente con una tavolozza gioiosa e una vibrante resa della luce. Con questo dipinto Scully avvia la conciliazione tra le ricerche dello stesso Matisse, di Piet Mondrian e di Mark Rothko, tra le fonti dichiarate di ispirazione della sua pittura.

Mariana (1991) presenta i tipici “inset” costituiti da tele dipinte con motivi in contrasto e fisicamente incassate in alloggiamenti ricavati nel corpo del dipinto, mentre Long Light (1998), già appartenente alla collezione permanente MAMbo, è una prova delle riflessioni sulla luce che preludono ai successivi lavori del ciclo Wall of Light, ispirati dall’osservazione attenta delle mutazioni luminose su superfici murarie viste e fotografate dapprima in Messico e poi in varie parti del mondo: a darne testimonianza due particolarmente intense, come Wall of Light White Tundra (2009), prestito della Galleria d’Arte Moderna di Torino, e Wall Light Zacatecas (2010). Questa sezione della mostra include altre opere più recenti, ciascuna caratterizzata da una particolare impronta distintiva.

Compare qui anche un’altra opera ispirata dalla pittura di Vincent van Gogh, Vincent (2002), mentre Empty Heart (1987) rievoca uno dei periodi più drammatici nella vita dell’artista, colpito dalla morte del primo figlio diciannovenne Paul.

Un ultimo spazio è infine riservato alla più recente e significativa svolta dell’opera di Scully, il ritorno alla pittura figurativa che l’artista aveva brevemente frequentato ai suoi esordi.
I dipinti della serie Madonna, eseguiti tra il 2018 e il 2019, raffigurano la moglie e il figlio dell’artista intenti a giocare con la sabbia, riportando in luce un tema da sempre caro a Scully come quello della madre con il bambino. Un motivo in realtà sempre soggiacente agli stessi “inset” così ricorrenti nel suo lavoro e che appaiono nuovamente, allineandosi a una permanente pratica autoriflessiva, nel quadro che chiude l’esposizione: Figure Abstract and Vice Versa (2019), un dittico in cui la figura di Oisín, intento a giocare sulla destra, trova un contrappeso nel pannello diviso in bande orizzontali sulla sinistra, mentre un simmetrico gioco di incastri di un pezzo di ciascuna tela nell’altra offre la chiave di interpretazione di una pittura che si attiene alla realtà, concentrandosi sull’esplorazione dei propri mezzi costitutivi.

A completare la mostra una selezione di opere su carta che accompagnano ogni fase evolutiva dell’intera carriera di Scully e un programma di film: Sean Scully: Set in Stone, 2008, diretto da Michael Doyle; Sean Scully: Why This, Not That?, 2009, diretto da Michael Doyle; Sean Scully: Art Comes From Need, 2010, diretto daHans Andreas Guttner; Sean Scully: There are no certainties in my paintings, 2011, diretto daLaurence Topham and Michael Tait; The drawing out of the Eleuthera paintings, parts I and II, 2017 and 2018, diretto daSean Scully; A tour of Sean Scully’s studio by Oisín Scully, 2020, diretto daOisín Scully.

In occasione della sua retrospettiva a Bologna, Sean Scully donerà al MAMbo un’opera che entrerà a far parte delle collezioni del museo: Aix Wall 4 (2021).

L’artista ha inoltre scelto di rendere omaggio a Giorgio Morandi con l’esposizione di due opere negli spazi del Museo Morandi, al primo piano dell’Ex Forno del Pane.

La prima, che appartiene all’iniziale fase figurativa, è Cactus (1964), opera che, pur raffigurando con precisione alcune piante richiamate nel titolo, mostra già tratti caratteristici della successiva ricerca astratta – come per esempio le strisce sullo sfondo – e il cui soggetto ha un singolare valore simbolico per Scully, per il quale il cactus è una pianta “indistruttibile e degna di ammirazione. Come metafora rispecchia perfettamente la vita di un pittore. È in grado di sopravvivere all’aridità, e fiorisce quando è pronta ” (Sean Scully, 11 agosto 2004).

La seconda è il dittico Two Windows Grey Diptych (2000), inserita in perfetto accordo tra le più rarefatte opere tarde del maestro bolognese.
Di Morandi e sulla ripetizione che si fa astrazione Scully scrive: “La monotonia del soggetto amplifica la risposta immaginativa. Morandi ha imparato le lezioni dell’astrazione: ha capito con quanta forza la ripetizione, il rivisitare lo stesso motivo, o un motivo simile più e più volte, può espandere la profondità emotiva e la gamma interpretativa. L’astrazione astrae la realtà per raggiungere le sponde non-oggettive di una nuova esperienza. Morandi inverte il percorso, restituendo questa possibilità alla semplice realtà osservata. In questo è molto diverso da Cézanne, suo grande modello. Cézanne non ha conosciuto l’astrazione se non in tarda età, benché ne sia stato un pioniere nell’introdurre la sistematicità in pittura. Eppure, a suo modo, ha superato l’apparenza con la struttura. Questo Morandi non ha dovuto farlo, poiché le apparenze delle cose del mondo erano già state conquistate dall’astrazione” (Sean Scully, Formentera, 2005).

La mostra è accompagnata dal catalogo Sean Scully. A Wound in a Dance with Love(Edizioni MAMbo, 2022), contenente tutte le immagini delle opere in mostra, oltre a una selezione di altri lavori dell’artista a corredo dei saggi.

Il volume si apre con un’intervista esclusiva di Lorenzo Balbi a Sean Scully, sorta di “piccola mostra/testo” che vede l’artista rispondere a ogni domanda con un’opera, prosegue con i saggi di Dávid Fehér, Raphy Sarkissian e Danilo Eccher e si chiude con un importante testo di Scully del 2005, Giorgio Morandi: resistenza e persistenza, qui pubblicato per la prima volta nella traduzione in lingua italiana.

A Wound in a Dance with Love è tra le esposizioni comprese nel programma diBologna Estate 2022, il cartellone di attività promosso da Comune di Bologna e Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico BolognaModena.

Biografia di Sean Scully

Opere di Sean Scully fanno parte delle collezioni di quasi tutti i principali musei del mondo.
Nel 2014 è stato l’unico artista occidentale ad aver tenuto in Cina una mostra retrospettiva di tutta la sua carriera, cosa che lo ha portato a ricevere il premio International Artist of the Year a Hong Kong nel 2018. Tra le recenti mostre personali ricordiamo: Landline al The Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington, tenutasi anche al Wadsworth Atheneum, nel Connecticut; la retrospettiva intitolata Vita Duplex alla Staatliche Kunsthalle Karlsruhe; Sean Scully: Sea Star alla National Gallery di Londra; la prima grande mostra delle sue sculture allo Yorkshire Sculpture Park; le esposizioni all’Albertina, Vienna; alla Villa e Collezione Panza, Varese e nella chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia, per la 58° Biennale Arte, tra le altre.
Nel 2020 la Fine Arts – Hungarian National Gallery di Budapest ha ospitato la prima grande retrospettiva di Sean Scully in Europa Centrale, che è poi stata proposta anche al Benaki Museum di Atene nel 2021 e che sarà in seguito allestita al The Museum of Contemporary Art, Zagabria.

Il 2022 vedrà l’apertura di un’importante retrospettiva sulla cinquantennale carriera di Sean Scully: The Shape of Ideas al Philadelphia Museum of Art. Altre importanti mostre personali di quest’anno, oltre che al MAMbo, si tengono presso: la Langen Foundation, Neuss, Germania; il Centre of Contemporary Art Znacki Czazu, Toruń, Polonia; e il Thorvaldsens Museum, Copenaghen, Danimarca.Sean Scully è nato a Dublino nel 1945. Attualmente vive e lavora tra New York e la Baviera.


Main Partner della mostra


Mostra:
Sean Scully. A Wound in a Dance with Love

A cura di:
Lorenzo Balbi

Promossa da:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Main Partner:
Kerlin Gallery

Sede:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Via Don Minzoni 14, Bologna

Periodo di apertura:
22 giugno – 9 ottobre 2022
Opening: martedì 21 giugno 2022 h 18.30. Public talk: mercoledì 22 giugno 2022 h 18.00

Orari di apertura al MAMbo:
Martedì e mercoledì h 14-19; giovedì h 14 -20; venerdì, sabato, domenica e festivi h 10-19
Chiuso lunedì non festivi

Ingresso:
Intero 6 euro, ridotto 4 euro

Informazioni generali:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Tel. +39 051 6496611
www.mambo-bologna.org
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
Twitter: @MAMboBologna
YouTube: MAMbo channel


Ufficio stampa Istituzione Bologna Musei

e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it
Elisa Maria Cerra – Tel. +39 051 6496653 e-mail elisamaria.cerra@comune.bologna.it
Silvia Tonelli – Tel. +39 051 6496620 e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it
Con la collaborazione di Ornella De Carlo

Treviso, museo Bailo: CANOVA, GLORIA TREVIGIANA. Dalla bellezza classica all’annuncio romantico. L’Ottocento svelato

La grande retrospettiva su “Canova, Gloria Trevigiana” introduce alla sezione del muovo Museo Bailo tutta riservata all’Ottocento. Ed è un passaggio fisiologico quello che conduce a scoprire l’arte a Treviso e nel Veneto a partire dagli anni connotati dalla straordinaria luce dello scultore per dipanarsi lungo il secolo. Con artisti ed opere notissime accanto ad altre “svelate” da questo nuovo allestimento, sino ad ora relegate nei depositi dalla ristrettezza degli spazi espostivi del “vecchio” Bailo.

Fino al 25 Settembre 2022
Treviso, museo Bailo, Sala Canova

CANOVA, GLORIA TREVIGIANA.
Dalla bellezza classica all’annuncio romantico. L’Ottocento svelato

Antonio Canova: Venere italica, 1804-1812 Gesso multiplo 1:1
Collezione privata, Veneto

Il viaggio nell’Ottocento svelato prende avvio dai sontuosi ritratti di due dei “padri fondatori” della Pinacoteca Civica: lei è Margherita Prati Grimaldi, nel luminoso dipinto di Andrea Appiani. Lui è Sante Giacomelli, nel ritratto di Natale Schiavoni. La nobildonna legò al Comune di Treviso nel 1851 un nucleo di dipinti destinati a costituire il primo nucleo della Pinacoteca civica (tra queste il Lorenzo Lotto e il Giovanni Bellini oggi al Museo Santa Caterina), mentre il secondo nel 1874 legò alla appena costituita Pinacoteca ben 54 opere prevalentemente ‘contemporanee’ all’epoca, che costituiscono il nucleo principale della Galleria dell’800.
Dalla Raccolta Giacomelli giungono, fra gli altri dipinti di Francesco Podesti (Il primo giorno del Decamerone) e Ludovico Lipparini (Lord Byron che giura sulla tomba di Marco Botzaris), di Eugenio Moretti Larese (La morte di Dante) e Odorico Politi (Elena rapita da Teseo e Piritoo, e giocata ai dadi), Michelangelo Grigoletti (Susanna e i vecchioni) o Natale Schiavoni (due episodi di ambiente orientale); ma vi sono anche artisti “rivoluzionari” come Ippolito Caffi (La benedizione di Pio IX dal Quirinale di notte) e Luigi Querena (Veduta di Venezia al tramonto).
In mostra anche il “Gruppo di famiglia” di Francesco Hayez, in cui il pittore si ritrae all’età di 16 anni: prima opera nota dell’artista.
Spettacolari dipinti e sculture, ma non solo. I curatori hanno infatti scelto di allargare lo sguardo anche alla ceramica, in omaggio alle grandi manifatture trevigiane di quella produzione che oggi definiremmo di design.
Il tutto per offrire al visitatore uno spaccato di ciò che i Musei Civici conservano dei momenti neoclassico e romantico della nostra storia dell’arte.
Ad arricchire ulteriormente la proposta della nuova Galleria Canova del Bailo, due importanti plus.
Innanzitutto, quasi una ‘mostra nella mostra’, una selezione di 30 straordinari scatti artistici canoviani del fotografo Fabio Zonta: 30 fotografie di grande formato, a dare corpo ad una monografica.
Inedita la possibilità di confronto tra il punto di vista del Canova, visibile nelle incisioni, e quello del fotografo chiamato a confrontarsi con la grazia e l’eleganza delle sculture canoviane. La ‘lente’ interpretativa del fotografo mette in rilievo la tridimensionalità delle opere, accentuando dettagli, soggetti, espressività.
Una sorpresa tutta da scoprire è l’intervento creativo di Anderson Tegon con Pepper’s Ghost: un suggestivo spettacolo video-multimediale all’interno della Galleria.
Un’offerta quindi di proposte articolate, a indicare la linea che connoterà il Nuovo Bailo come luogo di contaminazione tra le arti, fedele al compito di valorizzare il patrimonio civico, ma con una forte attenzione alle nuove tendenze e al multimediale, mai rinunciando alle fondamentali basi scientifiche.


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