Torino, Musei Reali, Galleria Sabauda: CERAMICHE LENCI. La collezione di Giuseppe e Gabriella Ferrero e la Torino del Novecento

Giovanni Grande, Amanti sul tronco

TORINO | MUSEI REALI

DAL 23 GIUGNO 2023

CERAMICHE LENCI
La collezione di Giuseppe e Gabriella Ferrero e la Torino del Novecento

Un nuovo allestimento per la Galleria Sabauda

Il percorso, suddiviso in dieci aree tematiche, presenta 132 opere, donate da Giuseppe e Gabriella Ferrero, realizzate da 17 artisti, tra cui Mario Sturani, Giovanni Grande, Gigi Chessa, Sandro Vacchetti, Giuseppe Porcheddu, Elena König Scavini.

Il nuovo allestimento è in dialogo con una selezione di opere provenienti dalla raccolta di arte moderna della Galleria Sabauda, con lavori di pittori e scultori attivi a Torino tra le due guerre.

Dal 23 giugno 2023, i Musei Reali si arricchiscono di una nuova sezione permanente, dedicata alle ceramiche della manifattura torinese Lenci e alla cultura figurativa di Torino tra le due guerre.
Questa nuova pagina nella storia dei Musei Reali è resa possibile dalla generosa donazione dei signori Giuseppe e Gabriella Ferrero che, con le figlie Silvia e Paola, hanno voluto incrementare il patrimonio culturale pubblico della città con 132 opere ideate da diciassette artisti attivi per la manifattura Lenci, nella sua fase più creativa, tra il 1928 e il 1936.

Giuseppe e Gabriella Ferrero @ Andrea Guermani

La manifattura Lenci appartiene alla cultura della Torino tra le due guerre e a quel decennio cruciale in cui lo sviluppo della fabbrica fordista si confronta con la città della merceologia di lusso, della moda e dell’arredamento d’avanguardia, in una fase di grande vitalità e di tensione civile, con radicali mutamenti urbanistici e il sorgere di nuove vocazioni, dall’editoria, al cinema, alla moda, alle telecomunicazioni.

La collezione Ferrero è composta per due terzi da piccole sculture e per un terzo da oggetti d’uso comune, vasi, ciotole, scatole, lampade, posacenere, candelieri e set da scrivania. Il percorso è articolato in dieci temi che rendono omaggio alla varietà di soggetti e storie esplorati dai creatori della Lenci: la donna moderna, la donna ideale, la donna reale, il tempo e le stagioni, innamorati, scene di vita, miti e storie, il mondo nel vaso, la fiaba e le maschere, animali. L’allestimento progettato da Loredana Iacopino modella lo spazio con un nastro bianco sinuoso, che accompagna il pubblico alla scoperta delle collezioni, dove forma e colore diventano protagonisti. L’esposizione costituisce un ideale prolungamento delle sale dedicate al collezionismo di Riccardo Gualino, in un passaggio che dal gusto colto e sofisticato del grande imprenditore si frantuma nello scintillante repertorio di eleganti oggetti d’arredo destinati al pubblico borghese, caratterizzato dalla fusione di temi e di stili che accolgono motivi di ispirazione viennese, geometrie futuriste, richiami all’antico e rimandi alla pittura del post-impressionismo francese.

Mario Sturani, Scodella il ponte. Contadini danzanti

La storia della Lenci inizia nel 1919, quando i coniugi Elena König ed Enrico Scavini fondano a Torino la fabbrica con l’obiettivo di dar vita a una produzione di giocattoli, bambole, confezioni, articoli di vestiario e arredamenti per la casa. La scelta di avviare una nuova produzione di statuette in terraglia smaltata si affaccia con l’Esposizione Internazionale di Parigi del 1925 dedicata alle arti decorative, che sancisce i caratteri di ciò che da allora viene definito lo Stile 1925, poi Art Déco: una cifra che fonde eleganza formale e ritmicità compositiva, ricchezza dei materiali, citazioni colte da civiltà del passato ed esuberanza d’ornato. Inizia così un’avventura produttiva e commerciale che dal 1928, data della prima presentazione pubblica, giunge fino al 1964.

La scelta degli Scavini risponde alla più ampia esemplificazione delle tipologie, con l’obiettivo di creare un repertorio di oggetti eleganti, adatti a un pubblico borghese dal gusto cosmopolita e moderno, con uno stile che sperimenta una morbida fusione di temi giocosi e ironici, in cui è maestro Mario Sturani, amico fraterno di Cesare Pavese e legato al circolo dei compagni del liceo D’Azeglio; ma anche scene di vita contadina e popolare, in cui primeggiano i coniugi Ines e Giovanni Grande; nudi arcaici e modernissimi come quelli di Gigi Chessa, dal 1929 nel Gruppo dei Sei di Torino; soggetti naturalistici sulle orme degli animalier francesi, modellati da Felice Tosalli; ninfe e principesse delle favole di Nillo Beltrami, Abele Jacopi, Claudia Formica e Sandro Vacchetti, fino all’interpretazione scanzonata della donna moderna di Elena König Scavini e di Abele Jacopi. Le ceramiche della collezione Ferrero documentano anche l’attività di figure di punta della cultura cittadina degli anni Venti, come il pittore Giulio Da Milano, sodale di Edoardo Persico, Massimo Quaglino e Giuseppe Porcheddu, attivi anche nel campo della grafica, dell’illustrazione e della scenografia. Tra gli scultori, spicca il nome di Giovanni Riva, autore dal 1930 della monumentale Fontana Angelica di Piazza Solferino.

Nel nuovo allestimento, realizzato grazie al sostegno e alla collaborazione dei signori Ferrero e al contributo organizzativo della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, le ceramiche dialogano con una selezione di pitture e di sculture della collezione del Novecento della Galleria Sabauda. Si tratta di opere acquistate dallo Stato italiano tra il 1935 e il 1942 tramite la Soprintendenza, con l’obiettivo di incoraggiare l’attività di giovani artisti sul territorio torinese e regionale. Vi figurano opere di Alloati, Bonfantini, Chessa, Cremona, Da Milano, Deabate, Galvano, Maccagno, Manzù, Martina, Mastroianni, Menzio, Paulucci, Riva, Sartorio, Spazzapan, Valinotti, Vellan e altri artisti, a cui si aggiunsero, nel dopoguerra, donazioni di dipinti, acqueforti e litografie.

Ceramiche Lenci. La collezione di Giuseppe e Gabriella Ferrero e la Torino del Novecento @ Andrea Guermani

Le opere furono sin dall’inizio cedute in deposito a diversi enti torinesi e il progetto di esporle in Galleria Sabauda non trovò attuazione fino a quando, alla fine degli anni Ottanta, dopo un lungo lavoro di ricognizione, vennero riaccorpate alle collezioni della Pinacoteca. In stretta connessione con l’esposizione della collezione Lenci, si presenta ora parte della raccolta, poco nota, ma significativa per la grande omogeneità culturale, trattandosi di opere che provengono dalle esposizioni del Sindacato Fascista di Belle Arti e organizzate a Torino dal Centro d’Azione per le arti. Si delinea il panorama della situazione torinese, compresa la presenza sulla scena di un gruppo di artiste che si affermano attraverso la formazione di organismi sindacali specifici. Emerge anche il ruolo di primo piano rivestito dal paesaggio in Piemonte anche nel Novecento, al quale si affiancano altri filoni tematici come i ritratti, le nature morte e le scene di genere, evidenziando la vitalità della cultura artistica piemontese in rapporto o in contrasto con gli indirizzi di ricerca dell’arte nazionale.

Catalogo Sagep Editori.

“Con il dono di Giuseppe e Gabriella Ferrero, le collezioni di arte decorativa dei Musei Reali si aprono alla storia della Torino di primo Novecentodichiara la Direttrice Enrica Pagellauna città dalle identità plurime, impegnata a delineare un proprio profilo moderno ed europeo. Dobbiamo quindi alla famiglia Ferrero un doppio ringraziamento: per aver voluto legare il destino della loro collezione a una istituzione pubblica, radicando un’importante pagina di storia della città nella città, e per avere, con questo gesto di mecenatismo, riattivato un potenziale di sviluppo che per il museo significa nuovi spazi di studio e di ricerca e inedite opportunità di interpretazione sul carattere delle raccolte storiche, in una dialettica tra passato e presente che è la linfa per un dialogo vivo, duttile e sensibile con il pubblico di oggi e di domani”.

“Oggi si inaugura alla Galleria Sabauda l’esposizione permanente della nostra donazione di 132 ceramiche della manifattura Lenci di Torino – affermano Giuseppe e Gabriella Ferrero con le figlie Silvia e Paola. È il nucleo fondamentale, storico e artistico, del primissimo periodo di produzione della manifattura Lenci (1928-1933), risultato di una rigorosa ed appassionata ricerca iniziata nei primi anni ’90. Questo nuovo allestimento vuole essere una testimonianza per la nostra Città di un periodo di grande fervore del “fare”, di imprenditori illuminati che associarono alla laboriosità e all’industria una raffinata sensibilità culturale.”

“Oggi festeggiamo afferma Giorgio Marsiaj, presidente della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torinoun gesto di grande generosità di una famiglia di imprenditori torinesi, da oltre vent’anni Soci della Consulta: Giuseppe e Gabriella Ferrero, con le figlie Silvia e Paola, hanno voluto condividere con tutti coloro che visiteranno i Musei Reali negli anni a venire, la loro importante collezione, frutto delle ricerche appassionate di una vita.  Per offrire adeguato spazio e giusto rilievo alla preziosa raccolta, Consulta ha contribuito a sostenere l’allestimento permanente della Collezione delle Ceramiche della Manifattura Lenci e il catalogo. Investire in Cultura è investire nel futuro del nostro Paese: con questo spirito opera Consulta da 36 anni. Siamo imprenditori e le nostre aziende interagiscono con il territorio e la comunità: desidero ringraziare la Famiglia Ferrero per il generoso modo di interazione che ha da oggi posto in essere!”


Ceramiche Lenci. La collezione di Giuseppe e Gabriella Ferrero e la Torino del Novecento
Dal 23 giugno 2023
Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda, terzo piano
Piazzetta Reale, 1
Ingresso compreso nel biglietto dei Musei Reali
 
Sito internet:
https://museireali.beniculturali.it
 
Social
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Bologna, Palazzo Albergati: apre la mostra “VINCENT PETERS. Timeless Time”

Vincent Peters, Sonja van Heerden, Paris, 2015, 140×180 cm

“Mi ha sempre affascinato il modo in cui l’illuminazione guida e definisce le emozioni e racconta una storia – il modo in cui le persone riflettono la luce a modo loro”.
Vincent Peters

28 giugno – 1 ottobre 2023
Palazzo Albergati, Bologna


Dal 28 giugno Palazzo Albergati ospita una straordinaria e seducente mostra dedicata a
VINCENT PETERS.
Dopo il grande successo riscosso a Palazzo Reale di Milano, con code infinite, gli scattidel grande fotografo di fama internazionale che ha reso immortali celebrities, brand e campagne pubblicitarie in tutto il mondo, arrivano a Bologna.

Il 28 giugno arriva a Palazzo Albergati di Bologna una delle mostre fotografiche più visitate dell’anno, dopo il grande successo riscosso a Palazzo Reale di Milano dove è stata letteralmente presa d’assalto.
Timeless Time” è il titolo del viaggio tra gli scatti iconici e senza tempo del fotografo Vincent Peters che, fino al 1 ottobre, presentauna selezione di lavori in bianco e nero in cui la luce è protagonista nel definire le emozioni e raccontare le storie dei soggetti ritratti e della loro intima capacità di riflettere la bellezza.

Christian Bale, Monica Bellucci, Vincent Cassel, Laetitia Casta, Penelope Cruz, Cameron Diaz, Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow, David Beckham, Scarlett Johansson, Milla Jovovich, John Malkovich, Charlize Theron, Emma Watson e Greta Ferro sono solo alcuni dei personaggi famosi i cui ritratti sono esposti a Palazzo Albergati.
Scatti realizzati tra il 2001 e il 2021 da Vincent Peters che, usando un’illuminazione impeccabile, eleva i suoi soggetti a una posizione che spesso trascende il loro status di celebrità.

Vincent Peters, Amanda Seyfried, Paris, 2015, 140×180 cm

Quello ritratto da Vincent Peters è il mondo delle star e delle celebrities, un moderno Olimpo che dissolvendosi in un’atmosfera da cinema neorealista italiano si avvicina allo sguardo del pubblico diventando familiare e riconoscibile.
I suoi scatti sono storie oniriche, composte da un sovrapporsi di strati che dialogano tra loro completandosi. Il suo lavoro, infatti, si caratterizza per stratificazione e distinzione: ciascun elemento che converge e si condensa in ogni suo singolo scatto, forma uno strato che non perde mai la propria identità e distinzione. E nell’incontrarsi di questi strati singolari, ogni immagine di Peters arriva a raccontare una storia. Fino a diventare un film in un solo fotogramma.

Col patrocinio del Comune di Bologna, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con Nobile Agency e vede come sponsor Credem e FR Boutique, sponsor tecnici Ferrari TrentoProcessus e Digital Light e mobility partner Cotabo.

BIOGRAFIA

Vincent Peters nasce a Brema, in Germania, nel 1969 e all’età di vent’anni si trasferisce a New York per lavorare come assistente fotografo. Tornato in Europa nel 1995, ha lavorato per diverse gallerie d’arte e su progetti personali e nel 1999 ha iniziato la sua carriera presso l’agenzia di Giovanni Testino come fotografo di moda.
Negli anni Vincent Peters si specializza nei ritratti di celebrità, scattando campagne leggendarie per riviste di tutto il mondo, distinguendosi con il suo stile cinematografico.
Il suo portfolio comprende lavori per brand come Armani, Celine, Hugo Boss, Adidas, Bottega Veneta, Diesel, Dunhill, Guess, Hermes, Lancome, Louis Vuitton, Miu Miu, Netflix, solo per citarne alcuni. Le sue opere sono state esposte in gallerie d’arte internazionali tra cui, ad esempio, Camera Work a Berlino, Fotografiska a Stoccolma e il prestigioso Art Basel in Svizzera.


Titolo
Vincent Peters. Timeless Time

Sede
Palazzo Albergati
Via Saragozza 28, Bologna

Date al pubblico
28 giugno – 1 ottobre 2023

Biglietti
Intero € 10,00
Ridotto € 8,00

Orari
Tutti i giorni, dalle ore 10 alle ore 20
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Hashtag e tag ufficiali
#VincentPetersBologna
@vincentpeters_studio
@vincentpeters1
@arthemisiaarte
@nobileagency
@affcomunicazione
@gabrynobile

Informazioni e prenotazioni
www.palazzoalbergati.com
www.arthemisia.it
T. +39 051 030141

Ufficio StampaArthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Brescia, Mo. Ca., Centro delle nuove culture: MAURIZIO GALIMBERTI. Istanti di Storia

Maurizio Galimberti, Twin Towers Attack

MAURIZIO GALIMBERTI
ISTANTI DI STORIA

Brescia, Mo. Ca. – Centro delle nuove culture (via Moretto 78)

Dal 24 giugno al 27 agosto 2023, il Mo. Ca. – Centro delle nuove culture di Brescia ospita la mostra di Maurizio Galimberti (Como, 1956), autore italiano tra i più conosciuti e celebrati del panorama artistico italiano e internazionale

L’esposizione presenta nella sua interezza la serie fotografica dal titolo Istanti di Storia, che ripercorre le vicende del Novecento, attraverso episodi epocali come la guerra in Vietnam, l’attentato alle Twin Towers, la pandemia di Covid-19 e i suoi protagonisti quali Giovanni Paolo II, Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta e altri: quaranta opere di grande formato costituite da assemblaggi di istantanee che ripropongono le immagini più iconiche degli ultimi decenni, attraverso cui l’artista rilegge la memoria collettiva.

Il ciclo è stato interamente prodotto da Paolo Ludovici e fa parte del fondo LUCHI Collection.

Nelle sue opere Galimberti seleziona fotografie di altri autori, le riprende più volte da prospettive differenti, le scompone e le ricompone “a mosaico”, reiterando così la loro valenza simbolica, come a volerne sottolineare la forza e il potere evocativo, che “vale più di mille parole”.

“Nel vasto panorama di coloro che oggi fanno fotografia, o credono di farlo – sottolinea Renato Corsini, curatore artistico di Brescia Photo Festival -, essere immediatamente riconoscibili è un merito di non poco conto. Maurizio Galimberti ci riesce: “questo è un Galimberti” è la costante che accompagna i commenti di chi vede, e guarda, una sua opera, ancor prima di leggerne l’autore. Avere uno stile proprio che ti identifica in mezzo ad una produzione ormai diventata bulimica è segno di raggiunta maturità creativa e colta capacità di mettere bene in evidenza tutti gli elementi che costituiscono la propria fotografia. “

“Il progetto – ricorda Maurizio Galimberti – nasce da confronto con Paolo Ludovici, che ha prodotto l’intero lavoro e ha prestato tutte le opere esposte, con il quale condivido una sincera amicizia e una complicità progettuale capace di rinnovarsi ogni giorno”.

Catalogo Skira.

Note biografiche

Maurizio Galimberti (Como, 1956) è attivo sulla scena artistica internazionale da più di trent’anni; è conosciuto in tutto il mondo, oltre che per la caratteristica poetica dei suoi progetti, anche per i ritratti di star come Lady Gaga, Robert De Niro, Johnny Depp e Umberto Eco e per aver realizzato pubblicazioni e mostre site specific su New York, Parigi, Milano, Roma e Venezia. È stato testimonial mondiale di Polaroid International e oggi è considerato dalla critica più un instant artist che non esclusivamente un fotografo. La rassegna è una delle iniziative della VI edizione del Brescia Photo Festival, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f – Centro della Fotografia Italiana, con la curatela artistica di Renato Corsini; il festival propone una serie di iniziative presentate nelle più prestigiose sedi espositive della città e che, nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, ruotano appunto attorno al tema Capitale e alle aree d’azione su cui si costruisce il relativo programma; in particolare, la cultura come cura, che reinterpreta la tradizione  vocazione alla solidarietà della società bresciana; la città natura, per ridisegnare le relazioni in vista di una coesistenza sostenibile; la città dei tesori nascosti, per ripensare il rapporto con il patrimonio esistente.


Maurizio Galimberti. Istanti di storia
Brescia, Ma.Co.f, Centro della fotografia italiana- Mo.Ca. – Centro per le Nuove Culture.
24 giugno – 27 agosto 2023
 
Orari:
martedì-domenica, 15.00-19.00. La biglietteria chiude un’ora prima
 
Ingresso:
Intero: € 5,00; Ridotto: € 4,00 (bambini di età inferiore ai 7 anni, adulti sopra i 65 anni e studenti); Gruppi: € 5,00; Scuole: € 4,00.
Con il biglietto d’ingresso è possibile visitare tutte le esposizioni allestite al Mo.Ca.: Brescia Photo Festival mostre temporanee e la sezione di fotografia Bresciana.
 
Informazioni:
bresciamusei.com
www.macof.it

Rovigo: Palazzo Roverella si conferma sede di mostre di successo – In 73.198 per Renoir

Pierre-Auguste Renoir L’alba di un nuovo classicismo

Rovigo, Palazzo Roverella
25 febbraio – 25 giugno 2023

Mostra a cura di Paolo Bolpagni

Palazzo Roverella si conferma sede di eventi espositivi di successo e di qualità. La mostra dedicata a “Renoir. L’alba di un nuovo classicismo” curata da Paolo Bolpagni e aperta il 25 febbraio scorso, è stata ammirata da 73.198 persone. Un dato che conduce questa esposizione a tallonare il record storico detenuto dalla monografica su Kandinskij dello scorso anno. “Consolidando così il forte salto di attrattività che la sede espositiva rodigina, con le sue indovinate proposte, si è conquistata” sottolinea il professor Gilberto Muraro, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, istituzione che, dal 2006, programma e gestisce le mostre del Roverella.

“Renoir. L’alba di un nuovo classicismo”, al di là del successo quantitativo e qualitativo sancito dal numero di visitatori e dai riconoscimenti degli esperti, ha confermato due tendenze. In primo luogo, il fatto che un visitatore ogni 4 abbia scelto di entrare in mostra accompagnato da una guida specializzata indica come la qualità culturale del pubblico del Roverella si stia sempre di più alzando. Accanto alle scuole e ai gruppi organizzati, che di norma usufruiscono di visite guidate, si è registrato un forte incremento di questo servizio da parte di piccoli gruppi amicali o familiari.

Il secondo spunto di riflessione riguarda il Roverella come sede museale, oltre che espositiva: i numeri confermano che il vero attrattore di questa sede sono le mostre. Queste hanno condotto un ormai vastissimo pubblico a scoprire anche le notevoli collezioni permanenti: il meglio della Pinacoteca, innanzitutto, ma anche le collezioni archeologiche e quell’unicum che è il panorama veneziano di Biasin, cui ha riservato tempo e attenzione.

“Questo aspetto ci ha portato a riflettere su come offrire a questo ampio pubblico, in modo rinnovato e ampliato, le collezioni museali.”  

In occasione della presentazione della prossima grande mostra autunnale di fotografia”, prosegue il Presidente Muraro “saremo in grado di fornire i dettagli delle iniziative attualmente allo studio insieme all’Accademia dei Concordi e al Seminario Vescovile.”


Info: www.palazzoroverella.com
tel 0425460093.

Fondazione Cariparo
 
Relazioni con i media:
dott.ssa Alessandra Veronese
Ufficio Comunicazione:
dott. Roberto Fioretto
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Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499; www.studioesseci.net;
simone@studioesseci.net, referente Simone Raddi

Messina: AQUA aprirà la sezione ARTI VISIVE del Summer Fest della Tenuta Rasocolmo

A Q U A è la mostra con la quale la Tenuta Rasocolmo inaugura la sezione Arti Visive del Summer Fest 2023. Si tratta di una mostra bi-personale, curata da Mariateresa Zagone, in cui le artiste Alba La Mantia e Monreau sono chiamate a dialogare. In esposizione una ventina di acquerelli, opere simili per tecnica e dimensione, ma che ognuna delle due artiste declina in un proprio modo specifico attraverso luce, colore e trasparenza: elementi costitutivi dell’acqua e della percezione che di essa abbiamo.

LE ARTISTE:

Alba Rita La Mantia, nasce ad Acquedolci nel 1958. Frequenta il liceo artistico di Palermo e, in seguito, corsi di acquerello a Firenze. Frequenta la Scuola di ceramica sezione decoro di Montelupo Fiorentino (FI) collaborando con diversi laboratori di ceramica a Firenze e a Montelupo Fiorentino. Tornata in Sicilia collabora con diversi laboratori di ceramica di Santo Stefano di Camastra (ME). Annovera inoltre varie collaborazioni come illustratrice. Artista poliedrica, padroneggia molteplici tecniche pittoriche, con particolare attitudine all’uso dei materiali da riciclo come mezzo per la pittura materica. Ama in particolare la pittura ad olio e ad acquerello. Ottiene lusinghieri riscontri nella ritrattistica con l’uso di matita e grafite. Diverse opere sono state utilizzate come copertine di libri e taccuini.

Lilly Romano, in arte Monreau, nasce a Messina nel 1976. Si forma alla Scuola d’Arte e si perfeziona all’Accademia di Belle Arti acquisendo grande padronanza delle tecniche del disegno e del colore con particolare riferimento all’acquerello, all’olio e all’acrilico. Nel dicembre 2017 è protagonista della personale “Ad un tratto…” che registra positiva attenzione di pubblico e critica. Negli anni successivi intensifica l’attività con le personali “Quando finisce l’Inverno” (2021) e “Di Mare e di vento –acquerelli dell’anima” (2021), entrambe a cura di Mariateresa Zagone. Ha inoltre partecipato a numerosi premi e mostre collettive tra le quali “Luna Quadra” (2019) e “Omaggio a Lei” (2021), al concorso “Albino città del Moroni” (2019) con l’opera “Senza Titolo”, alla call “Segnalibro d’artista” (2022) e ai Premi Internazionali “Catalani” e “Quartiere Avignone” (2021).


Luogo evento
Tenuta Rasocolmo
Indirizzo
SS. 113 KM 23,200 Vico degli Ulivi, Contrada Piano Torre
98163 – Messina (ME)
Telefono
+39 393 3343760
email
info@tenutarasocolmo.com

Roma, Museo di Roma a Palazzo Braschi: VIS-À-VIS Tenerani Spina. Dialogo in immagini

Da sinistra: Edvige Carnevali Righetti, Conte Enrico Lenzoni,
Lady Arbuthnot, Principe Livio Odescalchi – Foto ©luigispina

VIS-À-VIS
Tenerani Spina.
Dialogo in immagini

Martedì 27 giugno 2023 – ore 12.30

Museo di Roma a Palazzo Braschi

Roma, Piazza San Pantaleo 10

Una serie di ritratti in gesso di Pietro Tenerani, uno dei più significativi scultori dell’Ottocento italiano, riletti da Luigi Spina, grande interprete della fotografia d’arte contemporanea, sarà presentata nella mostra VIS-À-VIS. Tenerani Spina. Dialogo in immagini, ospitata dal 28 giugno al 12 novembre 2023 al Museo di Roma a Palazzo Braschi.

Due artisti distanti nel tempo, ma accomunati dalla ricerca sulla figura umana, in un dialogo che consentirà di ammirare in maniera inedita le sculture di Tenerani, in molti casi mai esposte in precedenza, delle quali le suggestive fotografie di Spina, realizzate su pellicola in bianco e nero e stampate personalmente, mettono in luce dettagli che a volte sfuggono anche agli osservatori più attenti.

Un percorso tra scultura e fotografia nelle sale di Palazzo Braschi che, oltre a contribuire alla valorizzazione di uno dei più rilevanti nuclei del Museo di Roma, offrirà anche uno spaccato della società romana di metà Ottocento – tra nobili, intellettuali, artisti e religiosi, italiani e stranieri – della quale Pietro Tenerani fu esponente di primissimo piano.

La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è curata da Fabio BenedettucciOrganizzazione Zètema Progetto Cultura.


Ufficio stampa Zètema Progetto Cultura
Patrizia Morici (+39) 348 5486548 | p.morici@zetema.it
Chiara Sanginiti (+39) 340 4206787 | c.sanginiti@zetema.it

Ufficio stampa Luigi Spina
Barbara Notaro Dietrich | M. +39 348 7946585 | b.notarodietrich@gmail.com
Adele Della Sala | M. +39 366 4435942 | ads@ufficiostampa-arte.it

Roma: Asta delle opere della mostra “LAOS” di Andrea Barzini a sostegno della formazione di un giovane monaco buddista 

Asta delle opere della mostra “LAOS” di Andrea Barzini presso la Galleria MO.C.A. di Roma a sostegno della formazione di un giovane monaco buddista.

Martedì 27 giugno 2023 ore 18.30

Galleria MO.C.A., Piazza degli Zingari 1, Roma

Martedì 27 giugno 2023 alle ore 18.30 la Galleria MO.C.A. di Roma è lieta di ospitare l’asta delle opere della mostra “LAOS” di Andrea Barzini, rinomato regista, scrittore e artista. Per l’occasione verranno proposti sette disegni su carta, insieme a tre opere su tela, un carnet de voyage dell’ultimo viaggio di Barzini in Indocina e nei luoghi primitivi e suggestivi del Laos.

LA CARRIOLA mm 600X600 ACR SU TELA

Attraverso una paletta cromatica minimale, l’artista ha creato opere che riflettono la spiritualità buddista, l’animismo e l’isolamento di questa terra unica. Barzini ha intrapreso un viaggio improvvisato, lasciandosi guidare dal caso, fermandosi dove l’ispirazione lo ha colpito. I suoi lavori, come nell’antica tradizione dei viaggiatori col blocco-notes, riflettono l’osservazione diretta di luoghi e scene della vita quotidiana di un mondo sconosciuto, a volte enigmatico e lontano dai valori e dai ritmi occidentali, ma misteriosamente comunicativo. In quest’atmosfera rarefatta, il pittore-viaggiatore passa felicemente dall’osservazione alla contemplazione.

MONACO LETTORE mm 400X700 ACR. SU TELA

Il ricavato delle vendite delle opere d’arte sarà destinato a finanziare la formazione di un giovane monaco buddista di Vientiane di nome Phi Phi, con cui l’artista ha stretto un’amicizia speciale durante il suo viaggio.

L’asta rappresenta quindi un’opportunità unica per gli appassionati d’arte e i collezionisti che potranno così contribuire ad una nobile causa, finanziando l’istruzione del giovane Phi Phi.


UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

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Ferrara, Palazzo dei Diamanti: Successo per la mostra sul Rinascimento – Superate le 70mila presenze

Ercole de’ Roberti: Dittico Bentivoglio (Giovanni II e Ginevra Bentivoglio), 1473-74 Tempera su tavola, cm 54 x 38, 1, 53,7 x 38,7 Washington, National Gallery of Art, Samuel H. Kress Collection

RINASCIMENTO A FERRARA
Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa

Ferrara, Palazzo dei Diamanti

Fino al 19 giugno 2023

Mostra a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Danieli

Promossa da Fondazione Ferrara Arte (direttore Pietro Di Natale) e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara

Vernice per la Stampa: giovedì 16 febbraio 2023, ore 11

Lunedì 19 giugno 2023 si è conclusa con successo di pubblico e di critica la mostra Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costaregistrando 70.229 presenze in 122 giorni. L’esposizione ha riaperto nel migliore dei modi le porte di Palazzo dei Diamanti, i cui spazi espositivi sono stati ripensati, rinnovati e ampliati dopo un complesso intervento di restauro e riqualificazione dell’edificio e del suo giardino.

La mostra, curata da Vittorio Sgarbi e Michele Danieli, con la direzione di Pietro Di Natale, ha offerto la possibilità di ammirare 120 opere provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo e ha rappresentato un’occasione unica per scoprire, o riscoprire, l’arte di due grandi pittori ferraresi e la smagliante ricchezza del Rinascimento estense. Per quattro mesi le loro opere sono state affiancate a quelle di maestri nobili come Mantegna, Cosmè Tura, Niccolò dell’Arca, Marco Zoppo, e di altri autori a loro contemporanei, quali Antonio da Crevalcore, Guido Mazzoni, Boccaccio Boccaccino, Francesco Francia e Perugino. La rassegna è stata organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara in collaborazione con la Direzione Generale Musei e Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura, con il patrocinio di Ministero della Cultura e Regione Emilia-Romagna, e con il sostegno di Versalis e BPER Banca.

Sui 70 mila ingressi, i biglietti venduti in prevendita sono stati complessivamente 30.610, mentre i restanti sono stati acquistati presso la biglietteria di Palazzo dei Diamanti. Dai questionari di gradimento emerge che il 77% è venuto a Ferrara appositamente per visitare la mostra e che è aumentata la presenza di visitatori stranieri (il 5,15% degli intervistati). La rassegna è piaciuta moltissimo anche alle scuole: sono state 312 le classi in mostra per un totale di 7.050 studenti coinvolti (di cui 3.301 ferraresi), in notevole aumento rispetto alle precedenti esposizioni. L’opzione del biglietto integrato (biglietto unico per visitare sia la mostra che la Pinacoteca Nazionale) è stata scelta da 4.107 persone. Il nuovo bookshop di Palazzo dei Diamanti e gli articoli proposti hanno riscosso grande apprezzamento: un visitatore su 29 ha acquistato il catalogo della mostra per un totale di 2.434 copie vendute, mentre sono state vendute 4.479 guide (1 visitatore ogni 16).

Rinascimento a Ferrara ha ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella la medaglia del Quirinale, riconoscimento assegnato a iniziative di alto spessore culturale e scientifico, e ha ottenuto un successo mediatico di notevole rilievo con recensioni sulle principali testate sia nazionali che estere, e un totale di più di 1.000 uscite sulla stampa e servizi su tv e radio.

Sono stati in visita a Palazzo dei Diamanti anche Anna Maria Bernini, ministro dell’università e della ricerca, e Jon Landau, storico manager di Bruce Springsteen, Annalena Benini (nuova direttrice del Salone internazionale del libro di Torino), e moltissimi attori, tra cui Michele Placido, Massimo Lopez e Tullio Solenghi, Valter Malosti e Federico Castelluccio.

«Rinascimento a Ferrara ha mostrato la centralità dell’arte ferrarese nel mondo, lo ha fatto con un’operazione monumentale che omaggia l’Officina Ferrarese di Roberto Longhi, celebrato anche con una targa a lui dedicata a palazzo dei Diamanti – dice il sindaco Alan Fabbri –. A conferma del valore e della portata di questa operazione c’è la prestigiosa medaglia del presidente della Repubblica e gli apprezzamenti giunti anche a livello internazionale. La mostra ha inoltre segnato la riapertura del ‘nuovo’ palazzo dei Diamanti, con un bookshop, una sala polivalente, la caffetteria, un giardino di ispirazione rinascimentale interno: è l’avvio di una fase nuova, nella continuità con una grande storia. Grazie a Vittorio Sgarbi, a Michele Danieli, all’assessore Marco Gulinelli, a tutto lo staff di Ferrara Arte e del servizio musei d’arte del Comune, al personale che ha lavorato giorno e notte per offrire al pubblico la migliore esperienza di visita, con tante aperture straordinarie, potenziando così le possibilità di godere di capolavori ferraresi oggi presenti nei musei di mezzo mondo».

«Nei numeri c’è la prova del successo di pubblico, nazionale e internazionale, di una mostra – realizzata con le forze territoriali – che si è posizionata tra i più grandi appuntamenti espositivi in Italia in questo 2023. Merito dell’intuizione di Vittorio Sgarbi e di Michele Danieli, merito del grande lavoro di squadra realizzato da Comune e Fondazione Ferrara Arte e dal lavoro del personale assegnato ad accessi, sale, biglietteria e sicurezza. Rinascimento a Ferrara è stata anche l’occasione per ‘collaudare’ la perfetta macchina di palazzo dei Diamanti, riaperto a febbraio dopo un corposo intervento che ne ha restituito appieno la magnificenza e che sta mostrando al grande pubblico tutte le potenzialità del più grande palazzo rinascimentale del Nord Italia» dice l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli.

«L’apprezzamento e l’entusiasmo che il grande pubblico, gli addetti ai lavori e la stampa, anche internazionale, hanno manifestato in questi quattro mesi confermano in maniera inequivocabile la bontà di un progetto espositivo per molti versi difficile ed estremamente impegnativo sul piano organizzativo – commenta Pietro Di Natale, direttore della Fondazione Ferrara Arte –. Le tante copie vendute dell’agile guida e dell’informatissimo catalogo indicano che i visitatori hanno voglia di approfondire la conoscenza di artisti straordinari, ma ancora – o, meglio, sinora – poco noti, quali Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, che, come hanno dimostrato i loro capolavori riuniti a Palazzo dei Diamanti, vissero il loro tempo da assoluti protagonisti ponendosi tra le principali personalità del Rinascimento nell’Italia settentrionale. Tutto questo ci invoglia a proseguire nel percorso di studio e di valorizzazione dei grandi maestri antichi della scuola ferrarese programmato per i prossimi anni: un progetto ambizioso, fortemente sostenuto dall’amministrazione comunale, che si concretizzerà, come è stato per la mostra appena terminata, grazie al lavoro corale dei professionisti che compongono l’affiatata squadra di Ferrara Arte che ho l’onore di dirigere».

«La prima della grandi mostre sul “Rinascimento a Ferrara” ha inorgoglito ed emozionato chiunque l’abbia vista, per l’importanza dei prestiti di opere da ogni museo del mondo, con la resurrezione di due artisti sublimi e la conferma della grandezza della pittura ferrarese», dichiara il presidente della Fondazione Ferrara Arte, Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura e curatore Vittorio Sgarbi, che anticipa: «Stiamo lavorando alacremente per le prossime mostre sul Cinquecento e sul Manierismo a Ferrara».

«Siamo onorati di aver riportato a Ferrara queste opere magnifiche. L’entusiasta collaborazione di tanti Musei italiani e stranieri ha dimostrato la bontà del nostro progetto, che all’inizio ci sembrava davvero ambizioso. Ringrazio Ferrara Arte e tutta la città di Ferrara per averlo essere riusciti a tradurlo in realtà» è il commento del curatore Michele Danieli.


Informazioni
tel. 0532 244949 | diamanti@comune.fe.it
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Ufficio Stampa Fondazione Ferrara Arte
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In collaborazione con
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rif. Simone Raddi simone@studioesseci.net 

Al Museo Chiossone di Genova torna in mostra “La grande onda” di Hokusai, l’onda più famosa della storia dell’arte

Hokusai, La Grande Onda

Il Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone riapre al pubblico dopo circa due anni di attesa con la mostra

“La Grande Onda. L’importanza dell’acqua nella cultura giapponese”

Dal 24 giugno al 24 settembre a Genova

Qual è l’onda più famosa della storia dell’arte? Senza dubbio quella raffigurata nell’opera “Nel cavo d’onda al largo di Kanagawa” di Hokusai, una stampa xilografica ukiyoe pubblicata nella celebre serie “Le Trentasei vedute del Monte Fuji“, di cui il Museo Chiossone conserva orgogliosamente un magnifico esemplare. Viene chiamata “La Grande Onda” ma il suo titolo originale è ben più preciso e ci indica sia il luogo che il tipo di onda ritratta.

Il Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone, situato all’interno di Villetta Di Negro, è una delle più importanti collezioni di arte orientale in Europa e la più importante in Italia. Chiuso da settembre 2021 per lavori di adeguamento strutturale e impiantistico –- viene restituito al pubblico che ora potrà anche accedere alla grande terrazza recuperata, con vista panoramica straordinaria sul centro storico della città e sul mare e il suo porto.

Venerdì 23 giugno, con apertura serale straordinaria dalle 20 alle 23 e a ingresso gratuito, il Chiossone accoglierà i visitatori con l’inaugurazione della mostra temporanea in occasione di The Grand Finale di Ocean Race.  La rassegna, che sarà visitabile fino al 24 settembre, è curata dalla direttrice del museo Aurora Canepari.

Il Giappone, circondato dal mare su tutti i lati e con un clima umido e abbondanti precipitazioni, ha sviluppato un rapporto forte e ambivalente con l’acqua: presenza familiare e vivifica quando irriga le risaie e dona una pesca fruttuosa, ma anche terribile minaccia, quando si manifesta con la forza dell’Oceano o delle alluvioni. Nell’arte l’acqua è stata raffigurata in una varietà di soggetti fin dall’antichità, inclusi luoghi famosi, paesaggi e motivi decorativi nelle arti applicate. Soprattutto nella stampa xilografica di fine ‘800, l’acqua è stata la protagonista di un’ampia gamma di opere in cui poter utilizzare e trasmettere il vibrante blu del pigmento Blu di Prussia, di tendenza all’epoca. L’esempio più famoso è la Grande Onda di Hokusai, opera che ha superato qualsiasi altra immagine esistente per numero di riproduzioni e iconicità.

Proprio attorno a questa celebre stampa, di cui il Museo Chiossone conserva un magnifico esemplare, si articola il percorso dell’esposizione temporanea. Dai paesaggi con mari, laghi, fiumi e cascate ai significati simbolici nel buddhismo e nello Shinto, nella cultura giapponese il tema dell’acqua si ritrova in molteplici forme e con diversi esiti.

In mostra, oltre 60 stampe ukiyoe a tema acquatico dellacollezione Chiossone, tra cui i celebri paesaggi diHokusai e Hiroshige, le scene di vita di città di Kunisada e Yoshitoshi e i soggetti fantastici di Kuniyoshi. In dialogo coi capolavori dei grandi maestri di periodo Edo (1603-1868), saranno esposte due opere di arte contemporanea dell’artista giapponese Oki Izumi che, confrontandosi con la collezione genovese, si è interrogata sui significati dell’acqua e vi ha donato forma nelle sue sculture in vetro.

Utagawa Hiroshige, I gorghi di Naruto

Il Museo Chiossone

Il Museo Chiossone, ubicato nel centro di Genova all’interno del parco ottocentesco di Villetta Di Negro si trova un luogo dedicato all’Estremo Oriente. Rivolto verso il mare con tanto di terrazza panoramica ristrutturata, vanta la collezione di arte giapponese più grande e importante d’Italia, raccolta dall’artista e incisore genovese Edoardo Chiossone, durante il lungo periodo vissuto in Giappone alla fine del XIX secolo. Chiossone è noto in tutto il mondo per aver progettato le prime banconote e carte valori giapponesi.

Quella di Chiossone fu la prima collezione di arte orientale italiana ad essere aperta al pubblico, nel 1905, nella originaria sede presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti, mentre dal 1971 è esposta nell’attuale edificio, appositamente progettato dall’architetto genovese Mario Labò negli anni ’50.

Il patrimonio civico del Museo conta più di 15mila opere ed è formato per la maggior parte da capolavori di arte giapponese, ma conserva anche opere d’arte della Cina e del sud est asiatico. Il percorso permanente, ora rinnovato ma fedele all’ordinamento storico, propone una selezione delle categorie artistiche collezionate da Chiossone: nel salone a piano terra si trovano grandi sculture buddhiste in bronzo, mentre nelle gallerie sono esposte armi e armature da samurai, rari reperti archeologici, maschere teatrali, assieme a porcellane, smalti, lacche, sculture in legno e piccoli bronzi, tutti di elevato valore artistico e di grande interesse culturale. Gli eccezionali dipinti e le famosissime stampe xilografiche ukiyoe sono visibili durante mostre temporanee, organizzate per consentire la rotazione di queste delicate opere, che per preservare al meglio la loro integrità vengono conservate nei depositi.

L’evento di riapertura del museo e la mostra hanno ottenuto il patrocinio del Consolato del Giappone a Milano.


Info: Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone – piazzale Mazzini 4 – 16122 Genova – Tel 010 5577950 – museochiossone@comune.genova.it
http://www.chiossone.museidigenova.it/

Orario: da martedì a venerdì h 9 – 19. Sabato e domenica h 10 – 19.30
Ingresso: intero € 5 – ridotto € 3.

La mostra La Grande onda. L’importanza dell’acqua nella cultura giapponeseè inclusa nel biglietto d’ingresso.
Con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e sponsorizzata da Iren.

Melina Cavallaro
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma, Media Relations per la Città di Genova 
Valerio de Luca –  resp. addetto stampa
Via Piave 74, 00198 Roma

Cernobbio: Unveiled: Cutting Wrapping Carving Straining

Piero Atchugarry Gallery
presenta

Unveiled: Cutting Wrapping Carving Straining
Opere di Lucio Fontana, Christo e Jeanne-Claude, Pablo Atchugarry e Arcangelo Sassolino

Cernobbio (CO), Via Cavallotti 7-9, 22012
24 giugno – 10 settembre 2023
Inaugurazione 24 giugno ore 17

Piero Atchugarry Gallery presenta la mostra “Unveiled: Cutting Wrapping Carving Straining“: circa 20 opere firmate Lucio Fontana, Christo e Jeanne-Claude, Pablo Atchugarry e Arcangelo Sassolino.
Dal 24 giugno al 10 settembre, nel cuore di Cernobbio sul Lago di Como, quattro grandi nomi dell’arte contemporanea – diversi per stile, media e tecniche impiegate – dialogheranno tra loro in una mostra che mette al centro un desiderio artistico condiviso: spingere i confini delle loro rispettive pratiche, sfidare le convenzioni, esplorare nuove possibilità svelando la bellezza universale dell’arte.
La fascinazione per la materialità dei mezzi scelti e quanto essi offrono per esplorare la forma, lo spazio e la percezione, sono questi gli elementi comuni di Lucio Fontana, Christo e Jeanne-Claude, Pablo Atchugarry e Arcangelo Sassolino, grandi artisti diversi tra loro di cui la mostra di Cernobbio racconta affinità e intersezioni che si connettono nel tempo e nello spazio.

IN MOSTRA
Lucio Fontana, tra i più grandi maestri del XX Secolo, famoso per il suo innovativo movimento Spazialista, ha sempre cercato di integrare arte, spirito e scienza-materia spirito in un gesto radicale di liberazione spaziale e concettuale.
La bidimensionalità della tela e la profondità sono elementi tipici della sua poetica, così come i tagli, icone dell’avanguardia post-bellica che sfidando i confini tra pittura e scultura.
In mostra le sue perforazioni su carta come Concetto spaziale (1966-1968 e 1964-1965) e i lavori in terracotta come Concetto Spaziale (1962-1963)

Lucio Fontana Concetto spaziale, 1966-1968_Courtesy of Piero Atchugarry Gallery and the artist

Christo e Jeanne-Claude, coppia di artisti pioniera della land-art, noti per le monumentali installazioni ambientali e per aver trasformato interi paesaggi in spettacoli sorprendenti di texture e forma, “impacchettando” il mondo.
In In mostra i disegni preparatori (2004-2006) per il progetto Over the River, mai realizzato, per il fiume Arkansas in Colorado, dove avevano previsto pannelli di tessuto innalzati ad un’altezza tra i tre e i dieci metri sopra il livello dell’acqua a ricoprire ponti, strade, binari, rocce e alberi.

Firmate Pablo Atchugarry, due sculture dai colori sgargianti e dalle importanti dimensioni. Lo scultore italo-uruguayano, con le sue opere poetiche e astratte, esplora il potenziale espressivo del marmo e del bronzo. Il suo lavoro sfida la tradizionale concezione della scultura come oggetto statico, incoraggiando l’interazione e lo sguardo dell’osservatore. In mostra Untitled, due lavori di recente produzione in marmo e bronzo.

Pablo Atchugarry Untitled, 2022 Bronze coated with automotive paint, Dimension 1: 74.5 x 26 x 27 cm, Courtesy of Piero Atchugarry Gallery and the artist

A chiudere l’esposizione Arcangelo Sassolino, scultore e artista concettuale italiano. Energia cinetica, suono e violenza sono alla base della sua sperimentazione, in grado di mettere in discussione le nostre prese di potere, forza e controllo.
Le sue opere spesso coinvolgono il metallo – piegato e deformato – per creare forme dinamiche e fluide, esplorando la relazione tra la forza e la materialità.
In questa mostra esposte due lavori del 2020 e 2021 che raccontano a pieno lo stile di Sassolino.

Arcangelo Sassolino Contro freccia, 2020_Courtesy of Piero Atchugarry Gallery and the artist

In “Unveiled: Cutting Wrapping Carving Straining” ogni artista rappresenta la propria prospettiva e il proprio approccio nella messa in discussione della concezione di spazio, forma e materialità.
Al pubblico l’invito ad esplorare le somiglianze e le differenze di questi quattro maestri e a comprendere più profondamente la capacità dell’arte di mettere in discussione le nostre percezioni.


Ingresso gratuito
Titolo: Unveiled: Cutting Wrapping Carving Straining.
Opere di Lucio Fontana, Christo e Jeanne-Claude, Pablo Atchugarry e Arcangelo Sassolino
Sede: Cernobbio (CO), Via Cavallotti 7-9, 22012
Date: 24 giugno – 10 settembre 2023
Inaugurazione: 24 giugno ore 17
Orari: dal martedí alla domenica: 11.00-12.00 e dalle 13.00-20.00
Info: +1 631 565 1671 | +39 376 1212175
italy@pieroatchugarry.com
www.pieroatchugarry.com

Ufficio stampa
Adele Della Sala ads@ufficiostampa-arte.it
Anastasia Marsella am@ufficiostampa-arte.it