Verona, Galleria d’Arte Moderna Achille Forti: GIULIO PAOLINI. ET IN ARCADIA EGO

Giulio Paolini, Dall’Aurora al tramonto, 2020; Struttura di metallo, riproduzioni fotostatiche, tele preparate e lastre di plexiglas in miniatura, teca di plexiglas, base in legno; misure complessive 140 x 50 x 50 cm; Foto © Agostino Osio, Milano; Courtesy Fondazione Giulio e Anna Paolini, Torino; © Giulio Paolini

I MUSEI CIVICI DI VERONA – GALLERIA D’ARTE MODERNA ACHILLE FORTI E ARTVERONA

PRESENTANO

GIULIO PAOLINI
ET IN ARCADIA EGO

15 OTTOBRE 2023 – 3 MARZO 2024

 A cura di Patrizia Nuzzo e Stefano Raimondi

Un format appositamente studiato per gli spazi della Galleria, caratterizzato dagli elementi chiave della ricerca dell’artista, in cui lavori inediti, concepiti per il museo veronese, dialogano con opere della collezione pubblica, come ‘L’apparizione della Vergine’ dello stesso Paolini, presente nella raccolta civica dal 2002.

Un ritorno a Verona per l’artista, che tra il 2001 e il 2002 era stato protagonista di un’antologica

 a Palazzo Forti, storica sede della GAM.

Si annuncia come una delle inaugurazioni più attese del programma che vede collaborare i Musei Civici – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e ArtVerona per l’edizione 2023.
Dal 15 ottobre al 3 marzo 2024, a Palazzo della Ragione, sede della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, sarà possibile visitare l’inedito progetto di Giulio Paolini dal titolo Et in Arcadia Ego, curato da Patrizia Nuzzo e Stefano Raimondi.

La mostra, che si inserisce nella cornice di uno storico legame tra la GAM e ArtVerona, è il risultato della prima collaborazione tra la Galleria e Habitat, la sezione di ArtVerona (13 – 15 ottobre) che ricostruisce ambienti artistici immersivi; l’installazione di Paolini si aggiunge ai lavori di Gianni Colombo e Marinella Pirelli che verranno, invece, esposti negli spazi della fiera.

Un ritorno a Verona per l’artista, che tra il 2001 e il 2002 era stato protagonista di un’antologica a Palazzo Forti, storica sede della Galleria d’Arte Moderna. Oggi come allora, Paolini ha immaginato un percorso lirico e concettuale caratterizzato dagli elementi chiave della sua ricerca, in cui lavori inediti, concepiti per il museo veronese, dialogano con opere della collezione GAM, come L’apparizione della Vergine, presente nella raccolta civica dal 2002.

In Et in Arcadia Ego, che dà anche il titolo ad uno dei lavori esposti, Paolini mette in scena il racconto visivo di un artista che si confronta, con rinnovata creatività, sugli “inganni” della rappresentazione – quali la copia, la mimesis, la prospettiva, elementi costanti della sua ricerca – a favore di una concettualità che rinnova la complessa scacchiera di significati attorno all’opera d’arte. Perduta la tradizionale centralità, l’opera si dispone in uno spazio scenografico in una sorta di “culla” atemporale, in cui il passato vive nel presente e si trasforma nel futuro.

Sono i titoli delle opere stesse a dettare l’evolversi di un racconto che ha inizio con l’autore, spossessato di sé e come pervaso da un’entità incerta, che percorre la Scala della Ragione, e che prosegue con Copia e originale dove il calco in gesso di una mano, in grandezza naturale, dialoga con la forma originale e perfetta dell’uovo di struzzo, nell’incertezza o nell’inversione della propria identità.

In un contesto privo di sicurezze, l’artista indaga le tracce di Una doppia vita nella suddivisione, simmetrica e contraria, di due metà dello stesso luogo. Ambiguità che si riflette anche in Dall’aurora al tramonto, dove si trovano evocate le molteplici possibilità e ragioni d’esistenza di un’opera d’arte. Tra queste rientra anche Il modello in persona, abitante emblematico ma allo stesso tempo misterioso, dello studio di un artista.

Il fulcro dell’habitat ruota attorno alla Riapparizione della Vergine, che reinterpreta L’apparizione della Vergine, lavoro datato 1995-1996, presente già in collezione civica GAM. Il lavoro si compone di due elementi disposti l’uno al suolo e l’altro a mezz’aria; sul pavimento è collocato un ingrandimento fotografico di La Sainte Vierge di Francis Picabia, mentre sospesa al soffitto pende la custodia aperta di un violoncello. Entrambi gli elementi alludono a una rivelazione potenziale, a una sublime apparizione: come dall’astuccio echeggia il suono dello strumento assente, così dall’enigmatica chiazza d’inchiostro affiora il disegno di un’ipotetica e illeggibile immagine. In occasione di Habitat, l’opera viene riproposta in una versione estesa e amplificata.

Accompagna la mostra un catalogo, a cura di Patrizia Nuzzo e Stefano Raimondi, pubblicato da Manfredi Edizioni, che verrà presentato nel mese di dicembre.

Il progetto Habitatnasce per approfondire una specifica ricerca che matura in Italia con Lucio Fontana a partire dalla fine degli anni ’40 e fiorisce in modo definitivo negli anni ’60, sviluppandosi poi con traiettorie diverse e originali fino ai giorni nostri. Sono opere che non devono essere semplicemente viste ma vissute, ambienti che vanno abitati, habitat, in cui l’opera è lo spazio stesso che viene creato e plasmato dall’artista. Attraverso questo studio dello spazio artistico trova compimento il processo di partecipazione immersiva del visitatore che è invitato ad esplorare l’ambiente e per la prima volta a “entrare” dentro un’opera d’arte.

Giulio PaoliniCenni biografici

Nato il 5 novembre 1940 a Genova, Giulio Paolini risiede a Torino.

Dalla sua prima partecipazione a una mostra collettiva nel 1961 e dalla sua prima personale nel 1964 ha esposto in gallerie e musei di tutto il mondo. Le principali retrospettive si sono tenute allo Stedelijk Museum, Amsterdam (1980), al Nouveau Musée, Villeurbanne (1984), alla Staatsgalerie Stuttgart, Stoccarda (1986), alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma (1988), alla Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum, Graz (1998) e alla Fondazione Prada, Milano (2003). Tra le antologiche più recenti si ricordano quelle alla Whitechapel Gallery, Londra (2014), alla Fondazione Carriero, Milano (2018) e al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2020).

Ha preso parte a svariate rassegne di Arte povera ed è stato invitato più volte alla Documenta di Kassel (1972, 1977, 1982, 1992) e alla Biennale di Venezia (1970, 1976, 1978, 1980, 1984, 1986, 1993, 1995, 1997, 2013).

Nel 2022 è stato insignito del Premio Imperiale per la Pittura, conferitogli dalla Japan Art Association a Tokyo, il più importante riconoscimento in campo artistico. Il suo lavoro è presente in collezioni pubbliche e private sia nazionali sia internazionali.

Fin dall’inizio Paolini ha accompagnato la sua ricerca artistica con riflessioni raccolte in libri curati in prima persona: da Idem, con un’introduzione di Italo Calvino (Einaudi, Torino 1975), a Quattro passi. Nel museo senza muse (Einaudi, Torino 2006) e L’autore che credeva di esistere (Johan & Levi, Milano 2012).

Ha realizzato anche scene e costumi per spettacoli teatrali, tra cui si distinguono i progetti ideati con Carlo Quartucci negli anni ’80 e le scenografie per due opere di Richard Wagner per la regia di Federico Tiezzi (2005, 2007).


Autore            
Giulio Paolini
 
Titolo              
ET IN ARCADIA EGO
 
Organizzata    
Musei Civici di Verona – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e ArtVeronada    
 
Anno              
2023
 
A cura di        
Patrizia Nuzzo e Stefano Raimondi
 
Sede               
Galleria d’Arte Moderna Achille Forti
cortile Mercato Vecchio, Verona
T. +39 045 8001903 – musei@comune.verona.it
gam.comune.verona.it
Facebook @GAMverona @ | Instagram @museiciviciverona |Twitter @MuseiVerona |
YouTube http://bit.ly/YouTubeIMUV
 
Apertura         
15 ottobre 2023 – 3 marzo 2024
 
Orari               
martedì e mercoledì dalle 14 alle 18
da giovedì a domenica dalle 10 alle 18
(ultimo ingresso alle 17.30)
chiuso il lunedì
 
Biglietti          
L’ingresso alla mostra è incluso nel biglietto d’accesso alla Galleria d’Arte Moderna                   
Achille Forti. Tariffe sul sito gam.comune.verona.it
 
Visite guidate e percorsi didattici
Segreteria didattica dei Musei Civici Cooperativa Le Macchine Celibi
dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16, il sabato dalle 9 alle 13
T. +39 045 8036353 – 045 597140  | segreteriadidattica@comune.verona.it
 
Uffici stampa   CLP Relazioni Pubbliche
Marta Pedroli
T. +39 02 36755700 | M. +39 347 4155017
marta.pedroli@clp1968.it | www.clp1968.it
 
Veronafiere
Capo Ufficio Stampa
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Comune di Verona
T. +39 045 8077714 – 7752
ufficiostampa@comune.verona.it |ufficiostampa.comune.verona.it

Venezia all’Arsenale a Spazio Thetis: Spazio di Tempo – Tra intimità e alienazione

Prove Spazio di tempo
  • La performance, realizzato site specific per l’affascinante Spazio Thetis nell’Arsenale storico di Venezia, proietta verso il futuro la storia artistica di Noam Ben-Jacov.
  • Il ballerino Uri Eugenio si esibirà danzando in dialogo con le opere/strutture appositamente realizzate dell’artista israelo – olandese che è anche il coreografo e l’ideatore di questo spettacolo multimediale;
  • La performance si tiene in un capannone post-industriale ottocentesco ubicato nel parco – galleria open air più bello di Venezia con le opera di Jan Fabre, Michelangelo Pistoletto, Beverly Pepper, Pinuccio Sciola e molti altri artisti.
  • Noam Ben-Jacov: “Alla fine della giornata mi piace che il mio lavoro parli… che gridi… o preferibilmente che canti”.

Spazio THETIS, l’hub dell’arte contemporanea situato in uno dei luoghi più incantevoli di Venezia all’interno dell’Arsenale Nord, rinnova la sua proposta artistica-culturale che negli ultimi anni ha dato vita ad iniziative che hanno lasciato un segno importante nella Città lagunare.
Solo per citarne una, Friends, la grande esposizione che ha riunito oltre 50 fra artisti, curatori, galleristi, accomunati da una passione e da una frequentazione in un’alchimia raramente realizzabile in orizzonti diversi da Venezia.

Giovedì 19 e venerdì 20 ottobre alle ore 19.00 si terrà la performance Spazio di Tempo. Tra intimità e alienazione durante la quale gli oggetti scultorei di Noam Ben-Jacov vengono rappresentati in legame con il corpo. Noam Ben-Jacov pone l’uomo al centro del prorio processo creativo ed il ballerino Uri Eugenio, danzando e utilizzando le opere di Noam, realizza quanto di meraviglioso riesce a esprimere la danza: la capacità di disegnare nello Spazio attraverso i movimenti corporei.

Gli appassionati di arte e quelli di musica contemporanea, che in questi giorni stanno seguendo La Biennale musica (il giorno 20 alle ore 21, due ore dopo l’inizio dell’evento a Spazio Thetis, si terrà al vicino Teatro Le Tese un importante concerto), avranno l’occasione unica di assistere a questo evento artistico site specific nel Capannone Lamierini. Si tratta di uno spazio post – industriale ottocentesco, restaurato con rigore filologico, all’interno dell’Arsenale storico veneziano. Al termine è previsto un incontro-aperitivo con l’artista nel parco/galleria open air che ospita una collezione permanente con le opere di Jan Fabre, Michelangelo Pistoletto, Beverly Pepper, Pinuccio Sciola e molti altri artisti.

L’esistenza dell’opera è, per l’artista israelo – olandese Noam Ben-Jacov una sorta di raccolta di momenti, piccoli aneddoti, situazioni, una serie di esperienze che sono state tradotte in schizzi, rilievi e forme.

Il suo lavoro è molto incentrato sul “viaggio”, pensando alle sue origini si potrebbe parlare di una dispora personale dove la ricercar avviene durante il cammino. Citando Antonio Machado, Caminante, no hay camino: se hace camino al andar.

“Il lavoro che ho pensato di realizzare site specific a Venezia – dice Noam Ben-Jacov – pur riprendendo il concetto della “Serie Camera” che ho sviluppato fin dagli anni ’80, si amplifica diventando Spazio di Tempo. Tra intimità e alienazione. Diventa una riflessione, che voglio condividere nel modo più profondo con il pubblico, che sintetizza un periodo di vita molto più ampio e le mie esperienze personali maturate con l’età . Si tratta di camminare attraverso il viaggio della vita; l’immaginazione, i pensieri, il paesaggio, forse si tratta prima di tutto dell’atmosfera che si respira durante la camminata, dell'”esserci”. L'”esserci”, e allo stesso tempo il poter vedere da lontano, riflette un bisogno di libertà – ma allo stesso tempo il bisogno di uno spazio definito sta al centro.

Come persona sono molto coinvolto nella ricerca di questa “libertà” che anche molti altri stanno cercando.  Arrivando a questo punto mi sono reso conto che la cornice, la base, lo Spazio entro il quale agisco, sarà altrettanto importante, sarà un sostegno per il mio benessere, aiutandomi alla fin fine a definire la mia libertà.

Noam Ben-Jacov – La mia biografia

Noam Ben-Jacov

Sono nato nel kibbutz Hazorea in Israele nel 1952. Ho frequentato la scuola fino al 18° anno, poi ho completato tutti gli altri obblighi e sono andata a viaggiare per il mondo. -Dall’83 all’85 ho frequentato la Nova Scotia University of the Arts (design del gioiello). -Dal 1985 al 1989 ho frequentato l’Accademia Gerrit Rietveld di Amsterdam, per continuare i miei studi. Durante questo periodo ho sviluppato il mio modo di lavorare, la mia impronta digitale… quando ho messo il corpo, gli aspetti umani dell’uomo come centro e fulcro di tutto, ho creato costruzioni all’interno e intorno al corpo, ponendo molta enfasi sui movimenti fisici, mentali ed essenziali e sullo spazio creato durante tutto questo. Poiché è tutto piuttosto biografico, ho creato la coreografia/direzione su di esso, ho tenuto le mani, lo spirito e la mente. Su questo materiale e intorno ad esso sto lavorando da allora. Ho ricevuto alcuni premi nel corso degli anni (visitate il sito www.noamben-jacov.nl) che spero spieghino meglio il tutto. Dal 1985 vivo, lavoro e talvolta tengo workshop vicino ad Amsterdam, esponendo le mie opere in Europa e in tutto il mondo. Alla fine della giornata, mi piace che il mio lavoro parli… che gridi… o preferibilmente che canti. www.noamben-jacov.nl nbenjacov@ziggo.nl

tutti i diritti riservati, Noam Ben-Jacov -2023

Uri Eugenio Biografia

Uri Eugenio

Uri Eugenio è un danzatore, insegnante, allenatore e coreografo con sede ad Amsterdam. Ha completato gli studi presso la Fontys School of Fine and Performing Arts di Tilburg, nei Paesi Bassi. La sua carriera si estende per oltre 17 anni. Ha lavorato con rinomate compagnie di danza e coreografi come Scapino Ballet, LeineRoebana, David Middendorp e Nanine Linning. Si è esibito in molte città d’Europa, Asia e Stati Uniti. È apparso in diversi programmi televisivi, tra cui “Dancing Queen” e “So You Think You Can Dance”. Uri è stato nominato per il premio Jacques de Leeuw Jong Toptalent e per il premio “De Zwaan” come miglior interprete di danza (2014). I suoi lavori coreografici sono stati presentati in eventi come Oerol Festival, Grachten Festival, Oranjewoud Festival e Klaterklanken Festival. Negli ultimi anni si è dedicato alla creazione di lavori da solista e alla collaborazione con artisti di altre discipline. Con le sue coreografie accuratamente studiate e le sue vaste qualità di performer, entra in contatto con il pubblico a un livello umano fondamentale. Recentemente ha completato una tournée con il violoncellista Pieter de Koe con il loro nuovo lavoro di collaborazione “Suite B.”, basato sulle prime suite per violoncello di Benjamin Britten. Un duetto tra un danzatore e un violoncellista.


INFORMAZIONI:
 
Spazio THETIS 19 e 20 ottobre ORE 19.00
Bacini, Arsenale Nord – Castello – Venezia
Fermata ACTV Bacini: motoscafo linea 4.1/4.2 e 5.1/5.2
 
Performance di Noam Ben-Jacov, 2023.
Interpretato da Uri Eugenio. Colonna sonora di Roberto Bourgonjen.
© A cura dell’autore.
noamben-jacov.nl
A cura di Antonietta Grandesso e Davide Federici
 
Sponsor ARGEA | www.argea.com

INGRESSO LIBERO
R.S.V.P.
Studio associato di Davide Federici
info@davidefederici.it
+39 331 5265149
 
A seguire aperitivo con l’artista.

Minerbe (Verona): TEMPUS, UNIVERSITAS, PRIMORDIAL sculture di Antonello Paladino

La mostra si pone l’obiettivo di rintracciare i tre capisaldi: il tempo, l’universo, il primordiale. Il Tempo ci viene preposto come un eco del passato, un ricordo od un ipotetico futuro. L’ Universo quella dimensione che unisce, raggruppa e rende quell’insieme a cui i lavori di Paladino sono protesi alla sua ricerca. Il Primordiale, una presenza evocata da segni e simboli che riportano al primitivo. Attraverso queste tre coordinate dovrà essere l’osservatore a darne un ordine.

Antonello Paladino nasce a Polla nel 1979 in provincia di Salerno. si laurea all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2006, riceve svariati riconoscimenti come il Premio Nazionale delle Arti al Museo Nazionale degli strumenti musicali di Roma sezione scultura sotto la presidenza di Arnaldo Pomodoro, espone sul cortile del Municipio di e Cineteca di Bologna, nel 2013 realizza la scultura del cantautore Lucio Dalla installata in Piazza Cavour a Bologna, inoltre le sue sculture di trovano in collezioni private e pubbliche.

Nel suo linguaggio espressivo si riscontrano inclinazioni sperimentali verso la lavorazione di vari metalli e resine dove l’artista riesce a trasmettere le sue sensazioni ribadendo questa necessità di oltrepassare un limite attraverso simboli, segni e forme.

Vernissage 30 Settembre ore 17.30
in mostra dal 30-09-2023 al 30-12-2023

a Villa Nichesola Leopardi
via Roma , 170 Minerbe (Verona)

Mostra aperta tutti i giorni 16.00-19.00 previo appuntamento info e contatti tel. 340.8157497

Ingresso libero


Da Sentirearte SentireArte@outlook.it

Parco Archeologico di Selinunte (TP): Architects meet in Selinunte XII ed.

Architects meet in Selinunte 2019 – ph Moreno Maggi

Nuove Normalità
L’Architettura del prossimo futuro

Dal 19 al 22 ottobre 2023 l’AIAC Associazione Italiana di Architettura e Critica, insieme a Studio la Monaca, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti P.P.C. di Trapani, presenta la dodicesima edizione di Architects meet in Selinunte dal titolo Nuove Normalità, L’architettura del prossimo futuro.

Obiettivo delle tre giornate è esaminare, attraverso le opere di architettura recentemente realizzate in Italia, come in questi ultimi anni stiano cambiando sia gli spazi pubblici che quelli privati a causa dei nuovi modi di vita determinati da numerose e concomitanti cause esterne: dal covid alla digitalizzazione, dal mutamento della composizione dei nuclei familiari alle nuove forme di lavoro, a partire dalla diffusione dello smart working e del co-working.

Ad Architects Meet in Selinunte partecipano Architetti, studiosi e critici di Architettura che arrivano a Selinunte da tutta Italia e dall’estero. Tra gli ospiti più rilevanti di quest’anno: lo storico dell’arte e critico Vittorio Sgarbi, il paesaggista portoghese Joao Nunes, gli architetti Luciano Pia e Alberto Cecchetto, lo studio canadese Revery Architecture.

Durante l’evento sarà inaugurata la mostra itinerante Nuove Normalità che racconta oltre 100 recenti realizzazioni innovative di studi di architettura italiani.

Di seguito il programma:

Giovedì 19 ottobre. La prima giornata sarà dedicata all’Architettura, all’Arte e all’Archeologia dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo con la presentazione di progetti nazionali e internazionali.  

/ Venerdì 20 ottobre. Lecture e tavole rotonde. Inaugurazione della mostra Nuove Normalità.

/ Sabato 21 ottobre. Giornata dedicata ai Premi, il Premio Internazionale Selinunte e i Premi Nazionali Selinunte, e alle Lectio Magistralis dei premiati. Conclusione lavori e Cena di Gala.

Il PREMIO INTERNAZIONALE SELINUNTE è assegnato a progettisti di fama internazionale che con il proprio lavoro hanno dato particolare lustro alla disciplina. Tra i premiati delle precedenti edizioni Daniel Libeskind, Massimiliano Fuksas, Mario Bellini, Benedetta Tagliabue, William Alsop, Allies and Morrison, Odile Decq, Dominique Perrault, Rcr Arquitectes, Francisco Mangado.  

I PREMI NAZIONALI SELINUNTE sono assegnati agli architetti, alle imprese e ai personaggi che si sono distinti per la qualità delle loro proposte. 


INFO
ARCHITECTS MEET IN SELINUNTE XII EDIZIONE 
Nuove Normalità
L’Architettura del prossimo futuro
19 -21 ottobre 2023 

Parco Archeologico di Selinunte (TP)

Promosso da: AIAC Associazione Italiana di Architettura e Critica, Studio La Monaca
In collaborazione con: Ordine degli Architetti P.P.C. di Trapani e Fondazione Ordine degli Architetti P.P.C. di Trapani
Direttori: Orazio La Monaca, Luigi Prestinenza Puglisi
Patrocini: Regione Siciliana – Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, Regione Sicilia-Beni Culturali, Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, Comune di Castelvetrano Selinunte
Thanks to: OIKOS, Cabrè, Vinella, Jansen, RIAT Archi Decor,, S CAB
Partner tecnici: Hotel Admeto, Althea Palace, Hotel Alceste
Media Partner: Io Arch, Professione Architetto

Contatti
M. aiac.selinunte@gmail.com

Press Office AIAC
Roberta Melasecca
M. roberta.melasecca@gmail.com

Domani 18 ottobre h 12 – Turismo delle radici, torna roots-in con ENIT

TURISMO DELLE RADICI, TORNA ROOTS-IN CON ENIT 

Mercoledì 18 ottobre, ore 12
Sede ENIT, Via Marghera 2
ROMA

La ricerca delle proprie radici familiari e la conoscenza diretta dei luoghi di origine sta diventando un’esigenza sempre più urgente da parte degli italiani di seconda e terza generazione sparsi per il mondo (stimati in circa 80 milioni).
Questo mercato costituisce, dunque, un’importante potenzialità di sviluppo per i territori e per la programmazione degli operatori turistici italiani e internazionali.
ROOTS-in, Roots Tourism International Exchange si conferma per il secondo anno un appuntamento internazionale di riferimento per il Turismo delle Radici.
La Borsa è organizzata dalla Regione e dall’Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata, in collaborazione con l’ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo, con il patrocinio del MAECI – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e promuove la cultura e la professionalità dell’offerta turistica legata al Turismo delle Origini, con un ricco programma di approfondimenti tematici, formazione, interscambio e networking tra i professionisti del settore.
Tante le novità di questa seconda edizione che si terrà sempre a Matera il 20 e il 21 novembre. Una edizione molto speciale anche perché cade alla vigilia del 2024, anno del turismo delle origini.

Alla conferenza stampa interverranno:

Ivana Jelinic, CEO di ENIT

Giovanni Maria De Vita, responsabile del Progetto “Turismo delle Radici” presso la Direzione Generale Italiani all’Estero del Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale

Antonio Nicoletti, direttore generale di APT Basilicata


ENIT – AGENZIA NAZIONALE TURISMO ITALIANO
enit.it

Francesca Cicatelli – resp ufficio stampa Enit –
francesca.cicatelli@enit.it

Direzione Esecutiva
Comunicazione e Ufficio Stampa
VIA MARGHERA 2 – ROMA

Nell’exCarcere Pontificio di Velletri un progetto d’arte per indagare sulla vulnerabilità

iosonovulnerabile, dunque vivo.

Arte è amare la realtà!

Una pratica performativa transdisciplinare all’exCarcere Pontificio di Velletri per esplorare la realtà e la vulnerabilità umana

A cura di Sergio Mario Illuminato

Presso l’exCarcere Pontificio di Velletri, una straordinaria iniziativa artistica prende vita, portando avanti un messaggio che parla di vulnerabilità, realtà e del potere dell’arte: un gruppo di artisti e professionisti delle arti visive, del cinema, della fotografia, della danza e della musica, insieme a insegnanti, tecnici e studenti dell’Accademia di Belle Arti e dei licei romani si è unito per creare “iosonovulnerabile, dunque vivo. Arte è amare la realtà!“, un progetto transdisciplinare, a cura di Sergio Mario Illuminato, che abbraccia diversi linguaggi espressivi dell’arte esplorando il concetto di coesistenza artistica nel contesto degli spazi dell’exCarcere Pontificio di Velletri, un luogo di oltre mille metri quadri costruito nel 1861 dalla famiglia Romani. Questo spazio, sepolto nell’oblio da oltre trent’anni, torna a vivere e si trasforma in un luogo di arte e dialogo per le future generazioni. Nel cuore di questo luogo abbandonato, le pareti di pietra logorate dalla storia e le sbarre testimoniano di un passato di confinamento e isolamento. Oggi, queste stesse mura servono come tela per esplorare un tema tanto universale quanto intimo: la vulnerabilità umana. Il progetto è realizzato nell’ambito dell’Accademia di Belle Arti di Roma, con il patrocinio di Regione Lazio e del Comune di Velletri, produzione esecutiva di Movimento Vulnerarte APS, con la collaborazione di Compagnia Atacama e Festival Internazionale Danza Contemporanea Paesaggi del Corpo.

Questo progetto, unico nel suo genere, rappresenta un audace e innovativo esperimento artistico che pone la fragilità dell’essere umano al centro della scena. Gli artisti hanno affrontato l’arduo compito di immergersi in un contesto carcerario per trasformare la durezza del passato in un luogo di riflessione e consapevolezza. Ogni angolo di questo spazio crudo e suggestivo è permeato di una tensione palpabile in cui la vulnerabilità è riconosciuta come parte integrante dell’esperienza umana. iosonovulnerabile” proseguirà fino al 30 gennaio 2024, rappresentando l’ultima documentazione utile prima della ristrutturazione architettonica e del cambiamento di destinazione della struttura, prevista nei mesi successivi. 

Il progetto prende ispirazione dal libro di Sergio Mario Illuminato “Corpus et Vulnus: omaggio ai maestri Tàpies, Kiefer, Parmiggiani” (Edizione IP, 2023): da qui un gruppo di artisti ha dato vita ad una residenza artistica, della durata di sei mesi, all’interno dell’exCarcere Pontificio di Velletri; gli artisti presenti hanno dedicato questi mesi per ideare e realizzare uno “spazio intellettuale” profondo, articolato, critico, fragile, necessario. Il risultato finale è stata la nascita del Movimento Vulnerarte, la realizzazione del cortometraggio “Vulnerare” e la pratica performativa “iosonovulnerabile”. Queste attività, intrecciate tra loro, racchiudono l’anima di un’esperienza immersiva a carattere site-coexistence. Alla base c’è l’idea che l’arte contemporanea è diventata irrilevante a causa della sua lontananza dalla verità della realtà e ha bisogno di un cambiamento radicale per rivendicare i suoi diritti sulla vita. Vulnerarte mira a rompere le barriere tra opera e non-opera, tra autore e partecipante e tra spazio espositivo e vita quotidiana.

Le grandi esposizioni internazionali d’arte contemporanea stanno conoscendo un crescente uso dell’arte come entità astratta separata dalla realtà. L’arte sembra essere sempre più confinata solo in spazi ideologici codificati come musei, fiere e gallerie. Personalmente, come risposta alla drammatica situazione attuale, ho sentito la necessità di re-agire artisticamente sfuggendo dagli spazi anestetici predefiniti che relegano l’arte ai margini e ho provato a mettere al mondo il mondo, come affermava Alighiero Boetti. Lavoro per riabilitare le ‘cattedrali contemporanee della vulnerabilità’ che includono ex carceri, ospedali, mattatoi, caserme, chiese, fabbriche, scuole…e altri luoghi in stato di grave abbandono. La mia ricerca in questi spazi mira a creare un ambiente esperienziale potenziale, uno spazio meditativo caratterizzato da una nudità cristallina, al fine di recuperare una dimensione rituale aperta all’altro, in cui artisti e partecipanti possono immergersi per ascoltare le vibrazioni degli elementi preesistenti insieme alla sensibilità e all’energia degli Organismi Artistici Comunicanti (OAC) che ho sviluppato nel corso degli anni. Gli spazi espositivi diventano così luoghi in cui si sviluppa un processo di relazioni senza uguali che può rivelare un lessico condiviso” così racconta Sergio Mario Illuminato.

Ad animare con le loro opere e la loro personale visione di arte l’exCarcere Pontificio di Velletri sono gli artisti: Sergio Mario Illuminato (pittura-scultura), Rosa Maria Zito (fotografia, scenografia), Federico Marchi con Roberto Biagiotti e Alessandro Pagoni (cinema), Patrizia Cavola e Ivan Truol con Camilla Perugini e Nicholas Baffoni (danza), Andrea Moscianese (musica), Davide Palmiotto (arte dei suoni). Gli artisti, ricostruendo una tensione narrativa in un contesto come l’exCarcere Pontificio di Velletri, hanno dato vita ad un percorso tra ambienti intimi e conturbanti: celle, scritte dei detenuti, faldoni del tribunale penale e installazioni originali di dispositivi di pittura-scultura, musica e cinema, creando un originale e coinvolgente dialogo tra la storia e l’arte, tra l’architettura e il pubblico. “Iosonovulnerabile” è un invito a guardare oltre le mura e le barriere, a esplorare la bellezza e la complessità della vulnerabilità umana. Attraverso l’arte, siamo chiamati a riconoscere la nostra connessione con gli altri e a celebrare la forza che può scaturire dalla nostra fragilità condivisa.

Varcando il cancello dell’exCarcere Pontificio di Velletri si finisce in un limbo di invisibilità. Nel silenzio assordante di luoghi che vanno dimenticati si accende una luce per guardare da vicino la particolare bellezza e energia della pelle della vulnerabilità, della piega della fragilità. A partire dal cortile della presa d’aria dei detenuti, il visitatore è chiamato a mettere in discussione i propri sensi per scoprire una realtà architettonica in cui un gruppo di artisti transdisciplinari può praticare una forma di speleologia creativa, capace di riportare alla luce ciò che l’incuria, il degrado e il tempo sono riusciti a nascondere per decenni: “Organismi Artistici Comunicanti” che trascendono la loro materialità in un mondo che sembra essersi cristallizzato ma che, nonostante tutto, ci fa vedere perché lottare per la vita.



INFORMAZIONI UTILI
 
TITOLO: iosonovulnerabile, dunque vivo. Arte è amare la realtà!
DOVE: ExCarcere Pontificio di Velletri, Piazza Cesare Ottaviano Augusto – Velletri
QUANDO: Fino al 30 gennaio 2024
A CURA DI: Sergio Mario Illuminato

Il progettoè realizzato nell’ambito dell’Accademia di Belle Arti di Roma, con il patrocinio di Regione Lazio e del Comune di Velletri, produzione esecutiva di Movimento Vulnerarte APS, con la collaborazione di Compagnia Atacama e Festival Internazionale Danza Contemporanea Paesaggi del Corpo.
 
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Roma: presentata in Campidoglio l’ottava edizione di Rome Art Week

ROME ART WEEK 2023 – ottava edizione

La settimana dell’arte contemporanea

Presentata in Campidoglio l’ottava edizione di Rome Art Week 

Roma, 23-28 ottobre 2023

Presentata nell’Aula Giulio Cesare del Campidoglio l’ottava edizione di Rome Art Week che quest’anno si svolgerà dal 23 al 28 ottobre 2023 offrendo al pubblico un ricco calendario di mostre, open studio, performance, talk, eventi e visite guidate e mettendo così in rete artisti, gallerie, fondazioni, istituti di cultura stranieri, spazi indipendenti, curatori e amanti dell’arte. 

Alla conferenza stampa, moderata da Marco Ancora – responsabile Nazionale CIU Dipartimento Cultura, sono intervenuti Massimiliano Padovan Di Benedetto – ideatore e direttore di RAW e presidente di KOU_associazione culturale per la promozione delle arti visive, Alessandro Onorato – Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, Mariano Angelucci – presidente Commissione Turismo, Giulia Silvia Ghia – assessora alle Politiche culturali Politiche educative Sport e Politiche giovanili, Massimo Scaringella – coordinatore Relazioni Internazionali RAW, Ghislain Robert Mayaud – curatore del progetto Beyond the Clouds a Villa Altieri, Fabio Milani – responsabile “Artisti” RAW, Elena Piccioni – responsabile “Visite guidate” RAW, Greta Alberta Tirloni – responsabile “Punti di vista” RAW, Roberta Melasecca – responsabile “Curatori” e “Ufficio stampa” RAW.

Durante la conferenza stampa è stato presentato il programma completo di Rome Art Week 2023, con tutte le principali novità e anticipazioni, confermando anche per questa edizione la partnership e collaborazione con l‘Assessorato ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda e mostrando quanto ormai tale iniziativa sia radicata nel cuore della città e in tutti gli operatori che vi lavorano e promuovono il contemporaneo in tutte le sue declinazioni.

È quanto afferma, infatti, Alessandro Onorato – Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale: “Innestare Rome Art Week, uno dei Grandi Eventi di Roma Capitale, all’interno di un sistema integrato e coordinato permette di dare vita ad un vero e proprio rinascimento romano, economico, culturale, sociale. Generare una rete tra tutti gli operatori, recuperando un’idea di bellezza, fa sì che la città capitolina assuma sempre di più un’anima e uno spirito internazionale, dove poter sostare, tornare e vivere esperienze nelle quali il passato è il sostegno per il futuro.

Mariano Angelucci – presidente Commissione Turismo: “La collaborazione tra Rome Art Week, quale Grande Evento di Roma Capitale, e le Istituzioni è di importanza fondamentale al fine di generare un sistema per il rilancio e l’internazionalizzazione di Roma, per creare un turismo di qualità e migliorare la vita dei cittadini e dei residenti del centro storico e dei diversi rioni e quartieri. Se corre Roma, corre tutta l’Italia.

Mentre Giulia Silvia Ghia – assessora alle Politiche culturali Politiche educative Sport e Politiche giovanili : “Restituire la città ai cittadini, soprattutto ai giovani, occupare le piazze con la residenzialità: questa una delle priorità in questo momento storico, cercando di connettere la storia alla contemporaneità e traghettando Roma verso il futuro.

Rome Art Week 2023 non solo conferma il successo delle passate edizioni ma entra nel panorama culturale capitolino con le sue 837 partecipazioni (223 gallerie e istituzioni, 546 artisti, 65 curatori, 3 collettivi) e con le oltre 307 proposte artistiche e culturali (86 eventi, 99 esposizioni, 122 open studio) diffuse in tutta l’area metropolitana (e i numeri sono in costante e continuo aggiornamento)“, afferma Massimiliano Padovan Di Benedetto, direttore di RAW, e continua: “Rome Art Week è un Grande Evento di Roma Capitale, opera di tutti quelli che vi hanno creduto incessantemente e che dopo otto anni continuano a lavorarvi con passione e ardore – artisti, gallerie, curatori. Roma è una città che cresce e si evolve: possiamo affermare che Rome Art Week sia stata una delle artefici di quel rinascimento culturale contemporaneo che la città sta sperimentando da tempo, contribuendo in modo determinante al benessere della città eterna.

Ogni rione ed ogni quartiere della Città eterna sarà, dunque, animato da una molteplicità di iniziative alle quali il pubblico potrà partecipare in forma totalmente gratuita e scegliendo tra eventi, mostre e appuntamenti, percorsi e visite guidate anche attraverso la piattaforma www.romeartweek.com, un vero e proprio portale attivo tutto l’anno che giorno per giorno segnalerà le inaugurazioni, gli eventi menzionati dai “punti di vista” – curatori e critici che evidenzieranno le eccellenze della manifestazione -, nonché gli open studio che daranno la possibilità di “toccare con mano” il lavoro degli artisti, visitando gli studi dove l’arte si crea e si genera, o entrare nell’articolata esperienza dei collettivi di artisti che sperimentano un modo collaborativo di presentare le proprie ricerche. 

RAW continua ed amplifica il percorso iniziato con le più importanti realtà internazionali che hanno scelto la cornice di Rome Art Week per presentare al pubblico le loro attività: tra queste l’Accademia di Ungheria, la Casa Argentina, l’European School of Economics, l’Istituto Cervantes, l’Istituto Bulgaro, Villa Medici, Real Academia de Espana, la Temple University of Rome. Sono stati coinvolti anche i Municipi per dare evidenza alle realtà territoriali che si occupano di arte contemporanea: per i Municipi partecipanti è stata creata una pagina web dedicata, che evidenzia gli artisti e gli eventi organizzati in quel territorio; è stata, inoltre, inserita la sezione dedicata alle strutture alberghiere al fine di favorire la crescita economica e qualitativa del settore ricettivo,  ampliando la rete di visitatori provenienti dall’estero. 

Per tutta la settimana molti rioni del centro storico e alcune aree non centrali, quali Garbatella, San Lorenzo, Pigneto saranno animate da visite guidate, suddivise per zone o aree tematiche, che si svolgono a piedi, in piccoli gruppi che vengono accompagnati nelle strutture espositive e negli studi degli artisti.

L’ottava edizione inaugura la settimana dell’arte contemporanea con una mostra internazionale, dal titolo Simbolismi della Visione, organizzata direttamente da RAW, nella prestigiosa location di Villa Altieri della Città Metropolitana di Roma, a cura di Massimo Scaringella, Roberta Melasecca e Fabio Milani: con la presenza di oltre 20 artisti stranieri e 30 artisti attivi sulla scena romana, l’esposizione metterà in dialogo arte e architettura, in un perfetto connubio tra visioni contemporanee provenienti da diversi ambiti e la storia e la memoria della Città Eterna. All’interno della mostra anche il progetto Beyond the clouds, curato da Ghislain Robert Mayaud e Art Shares: l’artista ucraino Aljoscha e l’artista russo Ilya Fedotov-Fedorov si incontreranno a Roma, all’interno di Villa Altieri, per disegnare, realizzare e rendere fruibile al pubblico un’installazione frutto di una collaborazione carica di significati, forza espressiva, valore comunicativo. 

Anche quest’anno si riconferma la collaborazione tra Rome Art Week e il Miami New Media Festival, giunto alla sua 18ª edizione: i video selezionati sul tema “Global Healing (guarigione globale)” saranno mostrati in occasione dell’evento del Miami New Media Festival durante la settimana di RAW, mentre verranno poi presentati a Miami e nelle altre tappe mondiali del festival, oltre alla presenza virtuale su YouTube, Facebook, Twitter e Instagram.

I Punti di vista di questa edizione sono: Alberto Dambruoso, Antonio Pavolini, Claudia Pecoraro, Claudio Strinati, Donatella Dentice di Accadia, Enrico Bertini, Giancarlo De Vincentiis, Giovanni Albanese, Greta Alberta Tirloni, Lanfranco Aceti, Lorenzo Canova, Luca Casagni Lippi, Manfredi Maretti, Marco Mancini, Marco Piccaluga, Maria Giovanna Musso, Massimiliano Reggiani, Massimo Scaringella, Micol Di Veroli, Paola Litterio, Paolo Balmas, Raffaele Quattrone, Roberto Gramiccia, Tiziana D’Acchille. 

Rome Art Week è un progetto culturale totalmente indipendente e no profit promosso da Kou – Associazione per la promozione delle Arti visive, nella quale tutto lo staff organizzativo, da otto anni, mette a disposizione le proprie competenze in forma totalmente gratuita e volontaria, credendo fermamente nella possibilità di generare una vera rete tra tutti gli operatori culturali romani che lavorano nel contemporaneo. 

Rome Art Week si avvale: del patrocinio del Ministero della Cultura, Regione Lazio, Roma Capitale Assessorato alla Cultura, Sapienza Università di Roma, Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia Storia e Storia dell’arte in Roma, CIU Confederazione Italiana Unione delle professioni Intellettuali; con il supporto e collaborazione di: Roma Capitale Assessorato ai Grandi Eventi Sport Turismo e Moda. Sostenitori: Poste Italiane, Idea Positivo. Partner: Certart, Menexa, Art Shares. Media partner: Dimensione Suono soft, E-zine, The Art Libido. Ufficio stampa di supporto: Incandenza (partner e patrocini aggiornati alla data 9 ottobre 2023)

Le news e gli elenchi dei partecipanti sono in costante aggiornamento e disponibili su www.romeartweek.com 


INFO
#romeartweek 23-28 ottobre 2023
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Sede organizzativa
[a] Via della Barchetta, 13 – 00186 Roma 
[t] +39 06 21128870
Ideazione e organizzazione
Kou Associazione no-profit per la promozione della arti visive
[a] Via della Barchetta, 13 – 00186 Roma
[w] www.kou.net
[cf] 97815340589
Ufficio Stampa RAW
Roberta Melasecca
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[e] press@romeartweek.com
[t] +39 3494945612

Ufficio Stampa di supporto
Incandenza

[e] incandenza@incandenza.it
[w] www.incandenza.it

I Vincitori del Premio Internazionale “Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti” 

I Vincitori della seconda edizione del Premio Internazionale
“Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti”

Premio alla ricerca artistica “Under 35”

La Giuria della seconda edizione del Premio Internazionale Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti” – composta da Lorenzo Benedetti – Curatore e Storico dell’arte, Giuseppe Capparelli – Curatore e Storico dell’arte, Luca Centola – Artista, Mario De Candia – Giornalista e Curatore, Fabio De Chirico – Direttore Servizio II Arte contemporanea e Servizio V Fotografia della Direzione Generale Creatività contemporanea del Ministero della Cultura, Gianfranco Grosso – Artista, Francesco Nucci – Presidente Fondazione VOLUME!, Davide Sebastian – Artista, Simona Spinella – Curatrice e Storica dell’arte, Delphine Valli – Artista, e coordinata da Roberta Melasecca – Architetto e Curatrice e da Stefania Calapai – Presidente Angelo Azzurro, dopo attente valutazioni delle 192 candidature presentate da artistə under 35, ha designato tre vincitorə. 
 

*** Il Premio Giovan Battista Calapai“, avente valore netto di € 1300,00 e comprensivo di una pubblicazione A-HEAD Edizioni è stato assegnato a
ANDREAS ZAMPELLA

*** La Menzione Speciale Theodora van Mierlo Benedetti” del valore netto di € 900,00 e comprensiva di una pubblicazione A-HEAD Edizioni è stata assegnata a
LAUREL HAUGE

*** Il “Premio Piero Gagliardi del valore netto di € 700,00 e comprensivo di una pubblicazione A-HEAD Edizioni è stato assegnato a
EDSON LULI
 

La premiazione si svolgerà a Roma presso Palazzo Valentini in data che verrà presto comunicata. Gli artisti vincitori riceveranno, in forma di omaggio, anche tre opere di Leandro Lottici


Il Premio Internazionale “Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti”, dedicato alla ricerca artistica di artisti under 35, è promosso da A-HEAD Project – Angelo Azzurro ONLUS e dedicato alla memoria di Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti, due figure centrali che hanno contribuito in modo determinante alla connessione tra la ONLUS dedicata alla lotta contro lo stigma dei disturbi mentali e il settore dell’arte, con la successiva nascita del progetto A-HEAD. Infatti Angelo Azzurro, attraverso il citato progetto, promuove l’arte contemporanea sviluppando un percorso ermeneutico e conoscitivo delle malattie mentali sostenendo le ricerche artistiche in tutte loro le declinazioni. Quest’anno l’iniziativa prevede non solo il Premio Giovan Battista Calapai e la Menzione Theodora van Mierlo Benedetti, ma anche il Premio Piero Gagliardi per ringraziare il curatore di A-HEAD per l’encomiabile lavoro di questi anni.

Il progetto A-HEAD nasce nel 2017 per volere della famiglia Calapai per la lotta allo stigma dei disturbi mentali e dalla collaborazione tra l’Associazione Angelo Azzurro ONLUS ed artisti e dj di respiro internazionale: infatti con il progetto A-HEAD Angelo Azzurro, curato da Piero Gagliardi dal 2017, mira a sviluppare un percorso ermeneutico e conoscitivo delle malattie mentali attraverso l’arte, sostenendo in maniera attiva l’arte contemporanea e gli artisti che collaborano ai vari laboratori che da anni l’associazione svolge accanto alle attività di psicoterapia più tradizionali. Data la natura benefica del progetto, con A-HEAD la cultura, nell’accezione più ampia del termine, diviene un motore generatore di sanità, nella misura in cui i ricavati sono devoluti a favore di progetti riabilitativi della Onlus Angelo Azzurro, legati alla creatività, intesa come caratteristica prettamente umana, fondamentale per lo sviluppo di una sana interiorità. Lo scopo globale del progetto è quello di aiutare i giovani che hanno attraversato un periodo di difficoltà a reintegrarsi a pieno nella società, attraverso lo sviluppo di nuove capacità lavorative e creative. 


INFO
Premio Internazionale “Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti”
Seconda edizione
Premio alla ricerca artistica – Under 35
 
Segreteria organizzativa
Roberta Melasecca
premiocalapai@gmail.com
 
Angelo Azzurro ONLUS
infoangeloazzurro@gmail.com
https://associazioneangeloazzurro.org
www.facebook.com/Aheadangeloazzurro
www.instagram.com/angelo_azzurro_onlus
Ufficio Stampa Angelo Azzurro
 
Alessio Morganti
alessio.mrg@hotmail.it

Barbara Speca
barbaraspeca@libero.it
 
Ufficio stampa A-HEAD
Roberta Melasecca_Interno 14 next – Melasecca PressOffice
roberta.melasecca@gmail.com

L’urban artist Basik trasforma il centro storico di Paderno d’Adda

Basik, La danza di san Michele – Paderno d’Adda 2023.
Inaugurazione dell’opera d’arte diffusa – Ph Arianna Ciofi

La danza di San Michele, la nuova opera d’arte diffusa realizzata dall’Urban Artist Basik nel centro storico di Paderno d’Adda

a cura di Annalisa Ferraro

Un progetto di arte pubblica del Comune di Paderno d’Adda,
che crea un percorso visuale e simbolico nuovo in cui dialogano
tradizione e contemporaneità, linguaggi del passato e linguaggi d’oggi.

L’artista ha progettato per la città tre interventi, parti indivisibili di un’opera diffusa, legate quindi da una stessa visione e da intendersi come elementi di un unico racconto, che lungo Via Manzoni, arteria principale di Paderno d’Adda, si sviluppa, si svela e, nel tempo, si arricchisce attraverso la partecipazione, le esperienze e il vissuto dei cittadini.

Sabato 7 ottobre, a Paderno d’Adda, è stata inaugurata e consegnata alla città l’opera d’arte urbana diffusa La danza di San Michele, realizzata lungo via Manzoni, nel cuore del centro storico delle città, da Lucio Bolognesi, in arte Basik. L’intervento, ispirato e dedicato a Paderno d’Adda, al suo patrimonio storico, artistico, architettonico e paesaggistico, d’ora in avanti accompagnerà il visitatore, abitante o turista, in un viaggio immersivo frutto di una visione nuova del territorio, di una lettura e una riproposizione delle preesistenze in chiave contemporanea.

Il progetto di arte pubblica, nato su iniziativa e per volontà del Comune, inserito nel piano di rigenerazione urbana del centro storico, è stato curato da Annalisa Ferraro, finanziato con il contributo del Consorzio B.I.M. del Lago di Como del Brembo e Serio, e realizzato in collaborazione della startup MyMusa e di Garden65 s.r.l..

L’opera realizzata da Basik, che per dieci giorni ha lavorato nel centro storico del paese, sotto lo sguardo attento e curioso della comunità, si snoda lungo l’arteria principale di Paderno d’Adda e, attraversando i luoghi legati alla quotidianità dei cittadini, esorta ad avvicinarsi al maestoso Ponte di San Michele e al fiume su cui questo si erge, a quella natura vigorosa che li circonda e con cui l’uomo ha imparato a confrontarsi, simboli del territorio e fonte continua di ispirazione.

L’artista ha progettato per la città tre interventi, parti indivisibili di un’opera diffusa, legate quindi da una stessa visione e da intendersi come elementi di un unico racconto, che lungo l’arteria principale di Paderno d’Adda si sviluppa, si svela e, nel tempo, si arricchisce attraverso la partecipazione, le esperienze e il vissuto dei cittadini.

Basik, La danza di san Michele – Paderno d’Adda 2023
Ph Arianna Ciofi

L’OPERA

Il primo intervento, VIA., riparte dalla storia dei navigli leonardeschi: all’apertura delle chiuse, l’acqua sgorgava potente, superando ogni ostacolo, valicando ogni confine immaginario tracciato dall’uomo, alimentando scambi, relazioni, processi di sviluppo. Così oggi La danza di San Michele invita a spalancare i portoni dell’antica via Manzoni, a lasciar entrare l’aria nuova che porta con sé. Da un lato il racconto di ciò che è stato, dall’altro l’inizio di un nuovo racconto in cui scrivere la storia che verrà.

Nel secondo, TANGERE verso uno, l’artista ragiona sul ruolo del ponte che, poggiando su pochi ma solidi punti, ha unito luoghi distanti tra loro, diventando così possibilità, opportunità, comunicazione. Le mani dipinte da Basik raccontano la lotta tra San Michele, cui è intitolato il ponte, e il drago, che sintetizza in sé tutti gli impedimenti naturali. I tatuaggi infatti, come le decorazioni di un’anfora greco-romana, si fanno narrazione parlante, mostrando da un lato la spada del santo e dall’altro la forra dell’Adda e le sue rapide. La lotta è interrotta però da una linea d’oro, il ponte, che attraversandola porta alla risoluzione del conflitto e a uno stato di equilibrio tra gli elementi.

Il modellino della storica Centrale elettrica Bertini si fa protagonista dell’ultimo intervento LUCE. ACQUA., consegnata sul palmo di una mano, quasi come se si trattasse di un luogo di culto, illuminata d’oro come nei più bei dipinti medievali. Il fiume, deviato a Paderno d’Adda verso la centrale elettrica, con la sua forza, diventa energia e poi movimento, e si fa così ancora una volta simbolo del superamento delle difficoltà e narrazione di eventi epocali che hanno visto Paderno d’Adda protagonista di una nuova rivoluzione industriale. 

La danza di San Michele si svela di giorno e brilla di notte: nella sua versione diurna, passeggiando per via Manzoni, l’opera si mostra in tutti i suoi dettagli, nei colori e nelle sfumature riprese dal paesaggio, e si assiste ad un racconto che dall’antichità arriva fino ai nostri giorni. La storia del territorio e dei suoi abitanti si fa guida per la scrittura di un tempo nuovo, spunto e ispirazione per le comunità che lo abitano. Nella visione notturna, invece, a illuminare La danza di San Michele è un filo d’oro che, come una costellazione nel buio, indica il percorso e, passo dopo passo, conduce alla scoperta dell’opera diffusa. 

«Un’operazione che conteneva un rischio» ha dichiarato il Sindaco Gianpaolo Torchio, durante l’inaugurazione, «il centro del paese è parte dell’identità di chi ci vive, di chi ci è nato, cresciuto e magari invecchiato. L’eventualità che La danza di San Michele potesse essere vissuta come un corpo estraneo c’era. L’attenzione che artista e curatrice hanno rivolto al patrimonio culturale, al contesto paesaggistico e urbano, insieme alla disponibilità, al dialogo e alla costruzione di relazioni con i residenti hanno però avuto come esito un’opera che oggi è già  diventata un nuovo punto di unione e di riconoscimento reciproco; un’opera che ci restituisce la coscienza di essere discendenti e soprattutto custodi di una storia e di un importante patrimonio ambientale e culturale».

La danza di San Michele è una sfida all’accoglienza, all’osservazione e alla comprensione: l’opera ricambierà il tempo e la fiducia che i cittadini le hanno donato, attendendo il suo disvelamento e completamento, donando al territorio e alla collettività un patrimonio nuovo, che aiuti a non dimenticare ciò che è stato, ma anche a guardare al futuro come uno spazio in cui, pur celebrando il passato, si costruisca insieme qualcosa di nuovo.

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Basik, La danza di san Michele – Paderno d’Adda 2023
Ph Arianna Ciofi

L’ARTISTA

Lucio Basik Bolognesi, un nome che risuona nell’universo dell’arte contemporanea, ha iniziato la sua avventura artistica negli anni ’90 come graffiti writer.

Nel corso degli anni, ha evoluto il suo stile personale, abbandonando gradualmente la bomboletta spray per esplorare un’ampia gamma di media artistici. Il risultato è mix affascinante di elementi provenienti dal suo background da writer, con ispirazioni che spaziano dall’arte medievale e rinascimentale all’arte moderna e contemporanea.

Le sue opere sono caratterizzate da tratti essenziali e ben definiti, che sussurrano sottilmente l’influenza del design grafico. Tuttavia, il suo approccio materico alla creazione artistica evidenzia la necessità di una connessione più intensa tra l’artista, il soggetto raffigurato e il supporto utilizzato.

Nelle sue opere figurative più recenti, Basik concentra la sua attenzione sui gesti delle mani, tratti distintivi della cultura popolare, delle immagini religiose e del simbolismo. La sua capacità di comunicare attraverso le mani è straordinaria e ispiratrice.

Verso la fine degli anni ’90, Basik è stato riconosciuto come uno dei tre writer più influenti del suo paese dalla rivista specializzata Aelle.

Le opere di Basik hanno fatto il giro del mondo, con mostre a San Francisco, Los Angeles, Londra, Berlino e Milano.

Attualmente, Basik vive e lavora nella suggestiva città di Rimini, in Italia. La sua carriera artistica continua a evolversi, continuando a sorprendere e ispirare il mondo dell’arte con la sua creatività senza confini.


INFORMAZIONI UTILI

La danza di San Michele
di Basik
un progetto del Comune di Paderno d’Adda
a cura di Annalisa Ferraro
finanziato con il contributo del Consorzio B.I.M. del Lago di Como del Brembo e Serio
Con la collaborazione di MyMusa s.r.l. e Garden65 s.r.l.
 
UFFICIO STAMPA
 
ANOTHER SCRATCH IN THE WALL
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Addetto Stampa, Social Media Manager, Content Creator
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Treviso: Futurismo di carta. Doppia mostra al Museo nazionale Collezione Salce

Giuseppe Riccobaldi del Bava: Fiat, 1928. Dalla mostra di Treviso

FUTURISMO DI CARTA
Forme dell’avanguardia nei manifesti della Collezione Salce

Treviso, Museo nazionale Collezione Salce (Complesso di San Gaetano)

28 ottobre 2023 – 11 febbraio 2024

Mostra a cura di Elisabetta Pasqualin e Sabina Collodel

I capolavori della grafica futurista della Collezione. In una originale rassegna in due tempi.

La grande miniera della Collezione Salce, la più importate e ampia raccolta di manifesti storici in Italia e una delle più rilevanti collezioni pubbliche del settore al mondo, svela una spettacolare sequenza di suoi tesori. Con il titolo il “Futurismo di carta”, si accenderanno i riflettori su un aspetto non ancora sufficientemente indagato delle multiformi espressioni della più vitale delle avanguardie italiane.

L’indagine, condotta da Elisabetta Pasqualin, direttrice del Museo Nazionale Collezione Salce con Sabina Collodel, si svilupperà su due successivi momenti con altrettante mostre.  La prima, con la declinazione “Forme dell’avanguardia nei manifesti della Collezione Salce” sarà al San Gaetano dal 28 ottobre 2023 all’11 febbraio 2024. A seguire, dal primo marzo al 30 giugno 2024, la seconda parte, contrassegnata dal sottotitolo “Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità”. Unico il catalogo, edito da L’Erma di Bretschneider, che riunisce le immagini e le considerazioni scientifiche sull’intero percorso espositivo.

“Che il Futurismo sia risultato pervasivo di ogni aspetto della quotidianità, editoria e grafica pubblicitaria comprese, è cosa ben conosciuta”, ricorda la direttrice Pasqualin. “Proprio quest’ultima si rileva essere l’espressione che più si adatta al linguaggio futurista che trova in Fortunato Depero il massimo esponente: nel manifesto Il futurismo e l’arte pubblicitaria, del 1931, dichiara “l’arte dell’avvenire sarà potentemente pubblicitaria”.

Franco Aloy: Bitter Canetta, 1924 ca.

Tra gli artisti presenti in mostra si ricordano Franco Aloy, Mario Sironi, Marcello Dudovich, Fortunato Depero, Federico Seneca, Marcello Nizzoli, Gino Boccasile, Nicolai Diulgheroff, Xanti Schawinsky, Giulio Cisari, Lucio Venna, Umberto di Lazzaro, Luigi Martinati

Ed è proprio sulla declinazione grafica dell’arte futurista che questa mostra si concentra “perché, sebbene le opere su tela e di scultura siano ben note e di facile riconoscimento, i manifesti pubblicitari rimangono tutt’oggi un settore di nicchia e sviluppano un loro linguaggio specifico.

Innanzitutto, l’utilizzo degli elementi tipografici è innovativo, le lettere si fanno più solide e vistose, le parole vengono disposte liberamente nello spazio secondo linee forza oblique o assecondando le sinuosità delle sagome, la scelta dei colori ricade su quelli più accesi che vengono accostati per contrasto, la luce e il suono si fanno visibili tanto da essere rappresentati attraverso fasci e anelli circolari, anche la prospettiva perde tutte le certezze consolidate nei secoli e viene scomposta per piani che si compenetrano. Le figure umane sono meno definite e in alcuni casi si assiste all'”animazione del prodotto” che viene composto in modo da simulare un soggetto diverso, come l’esempio di Mario Bazzi che compone per Lampo un omino costruito con latte”.

La mostra, nei suoi due momenti, abbraccia un arco di tempo che va dal 1915 ca al 1940, considerando tre principali filoni all’interno della produzione futurista: l’interpretazione della figura umana, la velocità e il movimento, l’espressione della cultura e della società.

Il primo appuntamento vede i manifesti dal 1915 al 1930 disposti nelle tre sale del museo, ognuna delle quali dedicata ad uno dei temi principali. Il secondo appuntamento vedrà le opere dal 1930 al 1940, quando il futurismo raggiunto l’apice dello sviluppo si caratterizza nell’aeropittura che, trasposta in grafica, esalta il volo e le imprese aviatorie, la vista dall’alto e un avvicinamento al surrealismo.

“Il progetto della mostra in due episodi proposto dal nostro Museo Salce si collega – sottolinea il Direttore della Direzione regionale Musei Veneto del Ministero della Cultura, Daniele Ferrara – ad un altro importante progetto espositivo che, anche con la collaborazione del Salce, aprirà le porte al Museo Nazionale di Palazzo Lanfranchi a Matera, organizzato dalla Direzione regionale Musei Basilicata. In quella sede, ad essere approfondito sarà il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento futurista. La mostra materana sarà visitabile dal 20 ottobre 2023 al 10 febbraio 2024, offrendo così un ulteriore, originale focus di indagine sul Futurismo Italiano e confermando la volontà di collaborazione tra le nostre Istituzioni”.


Museo nazionale Collezione Salce (Complesso di San Gaetano)
Via Carlo Alberto, 31, Treviso
+39 0422 591936
drm-ven.collezionesalce@cultura.gov.it
 
Ufficio Stampa: Studio ESSECI
Sergio Campagnolo +39 049 663499
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