Experiences compie vent’anni

L’atto istitutivo riporta la data del 10 febbraio 2004. Experiences compie vent’anni. Chiunque si aspetterebbe parole celebrative. Il racconto di come eravamo quando abbiamo cominciato: l’idea, i primi passi, come si è cercato di dare corpo alle nostre aspirazioni, i traguardi raggiunti. Un racconto che, nella maggior parte dei casi, sottintende un senso di compiacimento. Noi, viceversa, siamo pratici e disincantati. Le celebrazioni non ci attraggono. Con tutta semplicità, ci sembra più naturale affermare che da vent’anni siamo in cammino, perché abbiamo sempre scelto di inoltrarci in sentieri poco frequentati, se non addirittura ancora non tracciati. Quindi, continuiamo a camminare. Il motivo lo esprime in modo significativo il nome stesso di “Experiences”, il cui intrinseco carattere sperimentale racchiude il desiderio di conoscenza diretta della realtà pratica considerata nel suo complesso. A conti fatti, abbiamo impiantato le nostre sperimentazioni in un mondo sempre più fluido, o meglio, sempre più liquido, come afferma Bauman, che con il termine “modernità liquida” indica la labilità di qualsiasi espressione all’interno di un contesto precario.

Il lavoro condotto in venti anni è tracciato sul nostro sito web, documentato da Internet Archive, un progetto che ha l’obiettivo di fornire l’accesso universale a tutta la conoscenza umana. Tale progetto è stato avviato da Brewster Kahle nel 1996 e fisicamente ha sede a San Francisco (California, Stati Uniti). In Wayback Machine è possibile visitare le scansioni archiviate del sito Experiences nel corso degli anni. La prima risale al 12 febbraio 2004, due giorni dopo il varo della società. Una pagina interna del nostro sito delinea per punti attività e servizi “attinenti a ricerca e documentazione, produzione editoriale e formazione professionale, per la progettazione, realizzazione e gestione di programmi integrati, finalizzati alla conoscenza, al recupero, alla valorizzazione del territorio”. Progressivamente 190 “salvataggi” differenti scandiscono su Internet Archive i temi di cui ci siamo interessati in questi lunghi anni.

Dalle attività e dai servizi – sottolineati con lo slogan “il futuro dalle esperienze del passato” – è già possibile comprendere che per sperimentare questo presente liquido abbiamo intrapreso il cammino facendo affidamento sul confronto col passato. Perché? Una metafora molto usata evidenzia la relazione, anzi la dipendenza, della cultura moderna rispetto all’antica. Giovanni di Salisbury, attribuiva la paternità del concetto al suo maestro Bernardo di Chartres: «dicebat Bernardus Carnotensis nos esse quasi nanos gigantium humeris insidentes». In altre parole, ognuno di noi può vedere più lontano rispetto al passato non certo per l’acutezza della vista, ma perché, come dei nani, sediamo a cavalcioni sulle spalle dei giganti che ci hanno preceduto.

Molte sono le pagine che si possono scorrere sul sito Experiences. Google, qualche settimana fa, ne contava oltre 12.000. E queste pagine si riferiscono soltanto alle ultime due versioni in rete. Sarebbe impossibile scorrerle tutte. Ci basti dire, però, che da subito abbiamo fatto riferimento ai fatti storici con particolare attenzione alla cultura materiale, sull’impronta lasciata da Fernand Braudel e dalla sua École des Annales. Ma abbiamo fatto riferimento anche ai maestri del pensiero. L’illuminismo è stato uno dei maggiori temi analizzati. Per la loro qualità didattica le nostre pagine, raccolte in un mini-sito, hanno avuto l’attenzione dell’Enciclopedia Treccani online, la quale, tra le Risorse Web attinenti alle lezioni sulla storia dell’illuminismo, ha ritenuto di proporre i nostri testi, attraverso un link, che fa riferimento a “Materiali per una lezione schematica sull’Illuminismo e, in particolare, sugli illuministi italiani”. Una precedente versione di Experiences permette di accedere a questi contenuti.

Nel corso degli anni l’obiettivo principale di Experiences è stato quello di analizzare il territorio nella sua miriade di sfaccettature. Non è più possibile leggere le pagine dedicate ai comuni e alle provincie siciliane. Una ricca documentazione originale frutto di lunghe ricerche bibliografiche, curate da un bel gruppo di giovani collaboratori. Fra tali ricerche spicca la proposta per una serie di iniziative di forte impatto comunicativo, che hanno trovato la loro realizzazione nel 2011 in occasione delle giornate del Patrimonio Europeo. Una proposta finalizzata a richiamare l’attenzione sull’area falcata di Messina, che è la città in cui ha sede Experiences. La penisola o braccio di San Raineri da sempre ne ha caratterizzato l’identità, pur versando oggi in uno stato di degrado che certamente non rende onore alla propria storia.

Messina è stata più volte oggetto di analisi e ricerche, non solo riguardanti la sua storia antica, ma anche quella più recente, dopo il sisma del 1908. I manufatti in “pietra artificiale” ne hanno connaturato l’immagine espressiva. La diffusione delle case moderne ha innescato un complesso processo di riorganizzazione urbana. La ricerca che presentavamo prendeva in esame gli elementi decorativi della città dei primi anni del Novecento, quella della ricostruzione, con elementi tratti dall’eclettismo della città preterremoto.

L’architettura ha caratterizzato prevalentemente gli interessi di Experiences per tutto il primo decennio. Una architettura letta sia negli esterni urbani quanto negli interni privati. Di qui, una ricca produzione di lezioni su CD-Rom e successivamente su una piattaforma dedicata come Moodle, che molti studenti hanno potuto utilizzare. Un esempio sono le lezioni di Storia dell’arredamento consistite nell’analisi degli stili del mobile e della composizione degli interni che ne conseguiva. Per evitare facili classificazioni lo stile era individuato in base a tecniche impiegate nella costruzione degli arredi, forme d’insieme, motivi dell’ornato.

Ecco aprirsi, dunque, nuovi spazi di ragionamento, insistendo maggiormente sull’arte applicata e via via ponendo attenzione alle varie discipline artistiche, da quelle classiche del disegno all’astrattismo, alle più recenti forme espressive che considerano la fotografia, il fumetto, giungendo fino alle arti performative. La diffusione delle nostre ricerche si è basata principalmente sulla produzione di libri, impiantando una vera e propria casa editrice che ha prodotto un consistente catalogo di titoli. Perché – ci siamo chiesti – non dare vita ancora ad un’altra esperienza? Black & White è stato un esperimento stimolante per la creatività artistica, innovatore per l’editoria, accattivante per una nuova idea di collezionismo. Una sfida, che stravolgeva e innovava la concezione odierna di Libro d’Artista. Tutto questo, offrendo agli emergenti un’opportunità per attivare più facilmente un percorso professionale nel mondo dell’arte.

Siamo così giunti alla storia recente di Experiences, che oggi si può seguire sulla rete web come una Rivista online di arte e cultura. La cultura è incentrata sulla produzione editoriale che troviamo in libreria, ma anche in archivi e biblioteche che rappresentano un patrimonio mirabile. L’arte è quella che vogliamo farci raccontare direttamente da coloro che la fanno, nell’attimo stesso in cui la fanno. Una rete relazionale con i protagonisti delle attività culturali italiane, ci permette di informare i lettori sugli eventi principali e permette agli operatori stessi di coprire l’informazione rispetto al territorio.

Quali saranno gli sviluppi futuri? Anticiparli significa incorrere in possibili errori colossali. Quando abbiamo cominciato conoscevamo i sistemi tradizionali e solo qualche milione di utenti iniziava ad utilizzare internet. La stampa di un libro era costosissima, legata alle tirature offset, mentre oggi il digitale permette l’on-demand e la lettura multimediale si è diffusa. Sempre più si parla di AI, ovvero di intelligenza artificiale alla quale affidare teoricamente persino la scrittura degli articoli. Per questo siamo curiosi di sperimentare il presente, continuando il nostro cammino, per mantenere e rafforzare il desiderio di conoscenza. Non abbiamo nostalgia del passato, ma lo utilizziamo per guardare al futuro con cognizione di causa. Perché il miglior modo per predire il futuro è inventarlo.


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