Genova, Palazzo Ducale: GRANDE SUCCESSO della mostra “ARTEMISIA GENTILESCHI. Coraggio e passione” che chiude a oltre 80mila visitatori

Artemisia Gentileschi
Autoritratto in forma di allegoria della Pittura, con un ritratto maschile
sul cavalletto, 1630-35,
Olio su tela, 98×74,5 cm
Roma, Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma, Palazzo Barberini

Un grande successo per la mostra

“ARTEMISIA GENTILESCHI.
Coraggio e passione”

che chiude con oltre 80mila visitatori

Dallo scorso 16 novembre, dopo 137 giorni di apertura, ha chiuso lo scorso lunedì di Pasquetta la prima grande mostra a Genova dedicata a una delle artiste più amate di sempre: Artemisia Gentileschi.
Sono stati infatti 81.886 i visitatori – compresi tutti coloro che sono intervenuti ai numerosi eventi collaterali organizzati in occasione dell’esposizione – che, dal primo giorno, hanno potuto apprezzare e conoscere le opere e la vita di un’artista unica come Artemisia tra le sontuose sale dell’Appartamento del Doge di Palazzo Ducale.
Un successo dove a parlare sono stati oltre 50 tra i maggiori capolavori di una delle artiste più potenti della storia, dalla vita appassionante, dolorosa, ricca di colpi di scena e di passione.

I visitatori, provenienti da quasi tutte le regioni di Italia e anche dall’estero, hanno manifestato un gradimento molto alto rispetto alla media, con una maggiore percentuale di commenti positivi sia sulle scelte curatoriali che sull’allestimento e la cura per testi, audioguide, ecc.

Curata dallo storico dell’arte Costantino D’Orazio, la mostra è stata promossa e organizzata da Arthemisia con Palazzo Ducale Fondazione per la CulturaComune di Genova e Regione Liguria ed è rientrata nell’ambito delle iniziative di Genova Capitale Italiana del Libro 2023.
La mostra ha visto come sponsor Generali Valore Culturaspecial partner Ricolamedia partner Il Secolo XIXmobility partner Frecciarossa Treno Ufficialecharity partner Komen Italia e hospitality partner Hotel NH Centro di Genova.


Capita spesso che le persone mi domandino se il nome Arthemisia sia un omaggio alla omonima pittrice. Non è così, il riferimento originale al nome dell’azienda è legato a una pianta che ha magnifiche virtù, ma negli ultimi anni, ovvero da quando abbiamo iniziato a occuparci di Artemisia (Gentileschi), mi piace pensare che la coincidenza sia provvidenziale, dal momento che per me lei – più di qualsiasi altra artista – rappresenta il coraggio, la passione, la femminilità, il talento, quella forza delle donne di cui oggi si parla tanto e di cui è diventata emblema già quattrocento anni fa.Artemisia vive nella prima metà del Seicento, in una società dominata dagli uomini; cresce all’ombra di un padre famoso, Orazio Gentileschi, che segnerà per sempre il suo destino: prima la introduce alla pittura incoraggiandone la naturale predisposizione, poi le presenta l’uomo che, stuprandola, la farà paradossalmente diventare una pittrice nota e amata, infine si prenderà involontariamente il merito diaver dipinto i quadri di sua figlia, almeno fino a una ventina di anni fa, quando Artemisia viene riscoperta dal mondo dell’arte e diventa in breve tempo una delle artiste più amate di ogni tempo.È indubbio che la sfortuna degli artisti ne aiuti la fortuna – la tragedia che si cela dietro le pennellate crea un’empatia fortissima con chi osserva le loro opere – e Artemisia deve molto del suo successo anche a quello stupro, che la fece diventare protagonista del primo processo mediatico della storia.Se non avete mai letto gli atti del processo della Gentileschi vi invito a farlo, sono toccanti. I giudici ecclesiastici parlano in latino e lei risponde in volgare, loro insinuano continuamente che se è stata stuprata tutto sommato se lo è cercato, lei si difende come una tigre raccontando dettagliatamente i fatti. L’amico di suo padre, Agostino Tassi, l’ha violentata più volte, promettendole un matrimonio riparatore che ovviamente non ci sarebbe mai stato. E sotto processo finisce di fatto lei, la vittima, di facili costumi secondo la visione dell’epoca. Si potrebbe dire che non c’è molto di nuovo sotto il sole, visto che a distanza di quattrocento anni leggiamo ogni giorno più o meno le stesse cose. Artemisia vince il processo ma perde lo stesso, sconfitta dal giudizio morale che punisce più della legge.Poteva nascondersi da qualche parte, scomparire; e invece l’esperienza più difficile della sua vita sitrasforma nella sua forza.Dopo il processo Artemisia diventa l’artista più richiesta nelle corti d’Europa, viaggia da una cittàall’altra, si sposta a Firenze, Venezia, Londra, Napoli, ha un marito di facciata e un amante che non nasconde, ha quattro figli; diventa quello che oggi definiremmo una donna realizzata, libera, che vive del suo lavoro e si muove a suo agio in una società dove tutto questo non era affatto previsto, precorrendo i tempi e lasciandoci un grande insegnamento. Non si dimenticano mai i momenti difficili della vita, e le opere di Artemisia trasudano di dolore, odio e vendetta, sono traboccanti di passione per la vita. Credo sia questo che ci faccia amare profondamente la Gentileschi, che abbiamo l’orgoglio di celebrare con la nuova bellissima mostra genovese.


Hashtag ufficiale
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Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso
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