Anpi, sezione di Messina “Aldo Natoli”: Sono passati 44 anni ma la memoria di Peppino Impastato è viva

Rimuovere gli ostacoli alla libera espressione dei diritti e della dignità della persona: così è scritto nella Costituzione e così si mosse Peppino Impastato. L’ostacolo era – ed è – la mafia, che calpesta diritti e dignità. Così a 44 anni dall’assassinio di Peppino, avvenuto il 9 maggio del 1978, il circolo messinese dell’Anpi invita tutti a ritrovarsi sotto la lapide della via che gli è stata intitolata a maggio del 2007.

L’appuntamento è per le 17 al quartiere Case gialle di Bordonaro, sotto la targa che segna l’inizio della strada. Ognuno porterà un fiore di campo da apporre alla lapide.

Poi ci si sposterà alla seconda targa della strada, quella che segna la fine di via Peppino Impastato.

Si rinnova così anche quest’anno, con la presenza del labaro dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e un breve discorso di uno dei suoi esponenti, il ricordo del militante di Cinisi, “martire della mafia / onore della Sicilia” come si legge nella lapide. Questa è impreziosita da un bassorilievo che raffigura Peppino, opera dell’artista Tanino Mammano; un’opera d’arte alle Case gialle come non c’è nemmeno nel centro cittadino.

L’Anpi fa sapere di invitare tutta la cittadinanza, precisando però di evitare la presenza di simboli e bandiere di partito o che facciano riferimento alle liste elettorali in competizione per il 12 giugno.

Quest’anno c’è un ulteriore impegno per chi lotta contro la mafia: salvaguardare la Casa della Memoria di Cinisi, detta pure Casa Felicia, dal nome della combattiva madre di Peppino Impastato. Con un ricorso il figlio di Tano Badalamenti, mandante dell’assassinio di Peppino, sta cercando di rientrare in possesso della casa a suo tempo confiscata dalla magistratura. L’udienza è fissata per il 10 maggio. La mobilitazione contro il passaggio della Casa della Memoria a Leonardo Badalamenti è già scattata; il 9 maggio dovrà essere ribadita, anche a Messina. D’altronde, in vista del 9 maggio, si prevede una lunga serie di iniziative in tutt’Italia, a partire da quella della Cgil a Cinisi articolata su quattro giornate, dal 6 al 9 maggio.

Bologna, Padiglione de l’Esprit Nouveau: Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia Niccolai – Main project ART CITY Bologna

Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia Niccolai racconta la storia artistica della poetessa, traduttrice e artista Giulia Niccolai (1934-2021) ripercorrendo le tappe salienti della sua vita professionale tramite documenti, fotografie, testi, registrazioni e opere provenienti dall’archivio Maurizio Spatola, dalla Fondazione Echaurren-Salaris, dalla Biblioteca Italiana delle Donne di Bologna e da archivi privati.

Perché lo faccio perché.
La vita poetica di Giulia Niccolai


Main Project di ART CITY Bologna 2022


7 maggio – 5 giugno 2022
Padiglione de l’Esprit Nouveau | Piazza della Costituzione 11, Bologna
Mostra personale a cura di Allison Grimaldi Donahue e Caterina Molteni
Promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo

Giulia Niccolai, Poema, 1973
Collage con lettere trasferibili su cartoncino, 12 x 15,2 cm
Fondazione Echaurren Salaris



Già fotografa negli anni Cinquanta, Giulia Niccolai si afferma come poetessa concreta, visiva e sonora tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Ottanta partecipando in modo attivo a esperienze chiave del rinnovamento del linguaggio poetico del tempo come il Gruppo 63, la rivista “TAM TAM” di cui è co-direttrice insieme ad Adriano Spatola, la casa editrice Geiger e il Dolce Stil Suono, prendendo parte a diverse mostre e manifestazioni tra cui Materializzazione del linguaggio, 1978, a cura di Mirella Bentivoglio, in occasione della XXXVIII Biennale di Venezia.

La sua ricerca poetica, visiva e sonora di questi anni si distingueva per un particolare utilizzo del nonsense, innescato da sperimentazioni di concretismo morfologico che ironicamente aprivano il linguaggio a nuovi nessi semantici e soluzioni verbo-visive. Il concretismo lessicale era spesso associato all’impiego di oggetti semplici assemblati sotto forma di collage insieme a brevi formule lessicali. I giochi linguistici diventavano così strumenti per riabilitare oggetti e attività considerate femminili – rocchetti da cucito, il ricamo, la macchina da scrivere, bottoni, spilli – trasformandoli in veri e propri ‘poemi’.
Traduttrice e intermediaria per numerosi poeti e poetesse straniere, oltreché redattrice in riviste di settore, Niccolai si è distinta per una posizione partecipante ma spesso tenuta ai margini della storia ufficiale, diventando una figura essenziale ma non adeguatamente riconosciuta nei circuiti di arte e poesia.

In mostra, l’archivio è diventato esso stesso oggetto d’esame trasformandosi da “custode di tracce del passato” a un dispositivo di creazione di memoria alimentato da diverse voci: dalle testimonianze scritte e visive (documenti, testi, fotografia) e quelle orali raccolte durante il periodo di ricerca sul campo, fino alle possibili attivazioni in ambito artistico.
La performance di Giulia Crispiani, un laboratorio di scrittura e una lettura di Allison Grimaldi Donahue, la video-intervista di Bes Bajraktarević e il progetto filmico di Sergio Racanati e Manuela Gandini, sono presenti in mostra come strumenti per riflettere oggi sul lascito intellettuale e artistico di Niccolai. 


Nel corso della mostra sono previsti una serie di appuntamenti aperti al pubblico:

7, 14, 28 maggio h 15-16.30
Workshop Facciamo – “Because Because Because”
Laboratorio di scrittura con Allison Grimaldi Donahue
Posti limitati, iscrizione obbligatoria: allison.donahue@gmail.com

13 maggio h 18.30
Lettura collettiva Giulia Niccolai e la sua poesia
Con Marzia D’Amico, Mara Cini, Rita Degli Esposti, Allison Grimaldi Donahue, Caterina Molteni, Monica Palma, Franca Rovigatti, Bianca Tarozzi
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili


14 maggio
h 18 Lettura performata di Allison Grimaldi Donahue Il gesto/The gesture
h 19 Performance di Giulia Crispiani se io fossi in te se tu fossi in me
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili


5 giugno h 16.30
Lettura di Gian Paolo Roffi
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

Orari di apertura della mostra: 7, 8 maggio h 15-19 | 10, 11, 12, 13, 14, 15 maggio h 10-20

Dal 16 maggio al 5 giugno sabato e domenica h 15-19

Ingresso: gratuito senza prenotazione, fino al raggiungimento della capienza massima (accesso contingentato)

Sito web: artcity.bologna.itwww.mambo-bologna.org

Giulia Niccolai Note biografiche

Giulia Niccolai a Poetitaly, Corviale 5 settembre 2014
Foto Dino Ignani


Giulia Niccolai
(Milano, 21 dicembre 1934 – Alassio, 22 giugno 2021) è stata una fotografa, poetessa, scrittrice, traduttrice e monaca buddista italiana.

Di madre statunitense e padre italiano, negli anni Cinquanta diventa fotogiornalista per diverse testate viaggiando tra l’Europa e gli Stati Uniti. L’esperienza è raccontata dall’autrice nel suo primo libro Il grande angolo, 1966. Tra il 1966 e il 1969 vive a Roma e lavora come redattrice per “Quindici”, periodico di punta del Gruppo 63 con cui entra in contatto fotografando i loro incontri a Reggio Emilia e Palermo. Nel 1970 si trasferisce insieme ad Adriano Spatola presso il Mulino di Bazzano (PR), cascina di proprietà dell’amico e poeta Corrado Costa, in cui si instaura quella che verrà chiamata “la repubblica dei poeti”. Qui l’anno successivo viene fondata “TAM TAM”, rivista di poesia sperimentale che si nutre di collaborazioni con poeti e poetesse nazionali e internazionali.

Nel 1969 esce per i tipi di Edizioni Geiger Humpty Dumpty, libro di poesia concreta ispirato ad Alice in the Wonderland di Lewis Carroll, mentre nel 1971 pubblica Greenwich, raccolta di nonsense geografici con illustrazioni di Giosetta Fioroni. Poema & Oggetto (edizioni Geiger, 1974) è la prima raccolta interamente dedicata alla poesia visiva.
Nel 1975, Red Hill Press, Los Angeles, pubblica Substitution segno dell’amicizia che la lega a Paul Vangelisti di cui traduce diversi testi tra cui Il tenero continente (edizioni Geiger, 1975).
In questi anni si intensificano le collaborazioni con diverse realtà editoriali come Tau/ma, 1976, e Doc(k)s, 1977, e con altri artisti come Maurizio Osti con cui pubblica il libro per l’infanzia Francobolli Francobolli, Emme Edizioni 1976, mentre vede la luce Russky Salad Ballads & Webster Poems, Edizioni Geiger 1977.
Tra il 1977 e il 1979 partecipa a diverse mostre e festival tra cui, La forma della scrittura (Galleria d’Arte Moderna di Bologna, 1977); Materializzazione del linguaggio (a cura di Mirella Bentivoglio, Biennale di Venezia, 1978); Oggi poesia domani (Fiuggi, 1979. Tiene, nel 1978, conferenze a Los Angeles e Sydney sul tema del femminismo e le avanguardie artistiche.
 Dal 1978 contribuisce con poesie sonore alla rivista Baobab. Informazioni fonetiche di poesia e nel 1979 aderisce al Dolce Stil Suono. Nel 1979 si trasferisce a Milano e poco dopo viene pubblicata la prima raccolta completa di sue poesie Harry’s Bar e altre poesie (Feltrinelli, 1981) e Singsong for New Year’s Adam & Eve (TAM TAM, 1982).
In questi anni inizia la ricerca poetica legata ai frisbees, poesie di carattere umoristico, la cui prima raccolta esce nel 1984 con il titolo Frisbee in facoltà (El Bagatt).

Colpita da un ictus, alla fine degli anni Ottanta si avvicina al buddismo diventando, dopo un lungo percorso di formazione e viaggi in India, nel 1990 monaca.
Dopo una interruzione nella scrittura tornerà a pubblicare poesia e prosa, tra cui Frisbees (poesie da lanciare) (Campanotto 1994); Esoterico biliardo (Archinto, 2001); La misura del respiro. Poesie scelte (Anterem, 2002); Poemi & Oggetti (Poesie complete) (a cura di Milli Graffi, Le Lettere, 2012); Frisbees della vecchiaia (Campanotto, 2012); Cos’è ‘poesia’ (Edizioni del Verri, 2012); Foto & Frisbee (Oèdipus, 2016).


Ufficio stampa ART CITY Bologna 2022
Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampaARTCITYBologna@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it
Con la collaborazione di Ornella De Carlo e Anna Zanchi

Bologna: La memoria del futuro. Mario Ramous un intellettuale a Bologna, dal dopoguerra agli anni Novanta

Poeta, latinista, italianista, critico d’arte e direttore editoriale: sono solo alcune delle forme e attività culturali che hanno contraddistinto la figura intellettuale di Mario Ramous (Milano, 18 maggio 1924 – Bologna, 8 luglio 1999) e che per la prima volta saranno mostrate al pubblico grazie alla mostra La memoria del futuro. Mario Ramous un intellettuale a Bologna, dal dopoguerra agli anni Novanta, organizzata dal Centro Studi Mario Ramous con la collaborazione di Scripta Maneant Editore.

7 maggio – 4 settembre 2022
Collezioni Comunali d’Arte
Palazzo d’Accursio | Piazza Maggiore 6, Bologna

Mostra a cura di Maura Pozzati, Michele Ramous Fabj
Un progetto di Centro Studi Mario Ramous
Con il sostegno di Comune di Bologna – Dipartimento Cultura e Promozione della Città
Con la collaborazione di Archivio Concetto Pozzati, Casa Carducci | Biblioteche di Bologna, Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica
Media partner la Repubblica
Catalogo e ideazione grafica Scripta Maneant Editore

Inaugurazione
Venerdì 6 maggio 2022 ore 17.30
Ingresso libero, con prenotazione obbligatoria tel. 051 2193998

Mario Ramous

«Bologna è stata per Ramous casa», afferma Matteo Lepore, sindaco di Bologna. «Questa mostra ci permetterà, e permetterà anche ai tanti giovani, di gettare uno sguardo sul passato e sulla storia di Bologna, di ricostruire quel periodo di grande fermento culturale e politico che qui si è respirato dopo gli anni bui del Ventennio».

Il percorso espositivo, curato da Maura Pozzati Michele Ramous Fabj e allestito in sei splendide sale delle Collezioni Comunali d’Arte a Palazzo d’Accursio dal 7 maggio al 4 settembre 2022, si snoda in una continua scoperta di inediti, interessi poliedrici e instancabile ricerca di “perfezione” di Mario Ramous. Una mostra, quindi, per curiosi; curiosi di un tempo in cui il fervore culturale e il confronto artistico tra intellettuali permeavano la quotidianità ed erano la base per ogni lavoro creativo.

La mostra espone alcune opere d’arte di pregio appartenenti alla collezione personale di Mario Ramous, tra cui un disegno di Giorgio Morandi del 1915 dal titolo Piatti, segno dell’amore che il poeta e scrittore d’arte aveva per il pittore bolognese, tanto da dedicargli uno dei suoi testi d’arte più bello e intenso, il saggio I disegnidi Giorgio Morandi (1949); il grande olio Omaggio a Carpaccio di Concetto Pozzati (1964), opera che «sancisce il passaggio dall’informale giovanile alla fase dialettica dell’ironia e della bifrontalità tipiche della pop art»; una tecnica mista di Rodolfo Aricò del 1965, Forma e campionario, quale testimonianza del loro sodalizio intellettuale e del comune «amore nei confronti della grande tradizione classica che si ribalta poi nel contemporaneo»; un olio su tela di Sergio Romiti del 1949, altra opera simbolo del «rapporto profondo tra due uomini di acuta sensibilità»; un mobile bar con disegno di Pirro Cuniberti a testimoniare la loro amicizia; le lastre di stampa originali delle opere di Giorgio Morandi e Marino Marini, pubblicate rispettivamente in I disegni di Giorgio Morandi (1949) e La memoria, il messaggio (1951).  
Manoscritti di poesie traduzionipoesie visivedisegni pubblicitari ineditispartiti musicaliarticoli di critica e rari volumi degli anni Sessanta e Settanta documentano i molteplici i linguaggi, le contaminazioni e gli incontri amicali che Ramous intrattenne con grandi nomi del ‘900, tra cui Pietro BonfiglioliPirro Cuniberti, Francesco Flora, Marino MariniGiorgio MorandiConcetto Pozzati, Sergio RomitiGianni Scalia, Emilio ScanavinoMario Sironi, Adriano Spatola.
Sono inoltre esposte edizioni a tiratura limitata, di cui Mario Ramous è stato curatore e autore: due esempi fra tutti Il libro delle odi. Versioni da Orazio (1962), con traduzioni di Mario Ramous e dodici litografie di Bruno Cassinari, e Programma n° (1966) con poesie di Mario Ramous e sei litografie di Emilio Scanavino.

L’evento celebrativo si è figurato come occasione imperdibile per la pubblicazione di alcune poesie inedite di Mario Ramous, ritrovate da Michele Ramous Fabj e confluite nel volume edito da Scripta Maneant Archivio21. Poesie 4660/29.
Per omaggiare una vita professionale in costante dialogo con l’arte, le poesie inedite sono corredate da disegni di Concetto Pozzati, scelti e selezionati dalla co-curatrice della mostra Maura Pozzati, e accompagnate da un testo a cura del poeta Giovanni Infelíse.
Durante il periodo di apertura dell’esposizione la pubblicazione è disponibile presso il bookshop delle Collezioni Comunali d’Arte.
L’iniziativa nasce dunque dal desiderio di Michele Ramous Fabj di raccontare la molteplicità degli interessi del padre, la sua costante attività di ricerca e studio e la sua pulsante propensione alla conoscenza, al confronto e al dialogo con i suoi contemporanei. «Ecco, questa mostra, oggi, vuole fare incontrare nuovamente vecchi amici, vuol provare a raccontare quegli anni a chi non li ha vissuti, vuole restituire i tanti aspetti di Mario Ramous e di tutti gli intellettuali che hanno illuminato Bologna per un’intensa stagione, vuole gettare uno sguardo sul passato nella consapevolezza che la memoria è ciò che ci permette di costruire il futuro».

Il progetto espositivo è accompagnato da un omonimo catalogo pubblicato da Scripta Maneant Editore, che non solo illustra su carta quanto presentato in mostra ma ne addiziona elementi, sia testuali che visuali, offrendo ulteriori elementi di arricchimento.
Il volume contiene le introduzioni di Matteo Lepore e Roberto Grandi, testi a firma di Michele Ramous Fabj, Vittorio Boarini, Maura Pozzati, Alberto Bertoni, Federico Condello, Giovanni Infelíse, Gianfranco Tortorelli, Paolo Pullega ed è illustrato da una nuova campagna fotografica a cura di Gianni Grandi. Tutti i documenti riprodotti sono conservati presso la Biblioteca di Casa Carducci a Bologna, destinataria di un ricco fondo documentario contenente l’archivio personale di Mario Ramous, generosamente donato al Comune di Bologna nel 2004 per volontà degli eredi Ada Valeria Fabj e Michele Ramous Fabj.

Sono numerosi i partners di questo complesso progetto culturale che hanno contribuito a portare alla luce questo connubio di Memoria e Arte. La mostra è sostenuta dal Comune di Bologna –Dipartimento Cultura, Sport e Promozione della Città, con la collaborazione di Archivio Concetto PozzatiCasa Carducci | Biblioteche di BolognaIstituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica, si avvale della media partneship di la Repubblica ed è inserita nell’ambito di ART CITY Bologna 2022, il programma di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.

Durante il periodo di apertura della mostra, è possibile fruire di un calendario di visite guidate:
sabato 21 maggio ore 17 visita a cura di Michele Ramous Fabj
giovedì 2 giugno ore 17.30 visita a cura di Michele Ramous Fabj
giovedì 23 giugno ore 17.30 visita a cura di Michele Ramous Fabj
giovedì 7 luglio ore 17.30 visita a cura di Michele Ramous Fabj
giovedì 21 luglio ore 17.30 visita a cura di Michele Ramous Fabj
giovedì 25 agosto ore 17.30 visita a cura di Paolo Cova Il mito: alle opere delle Collezioni Comunali d’Arte alle trascrizioni di Mario Ramous
domenica 4 settembre ore 17.30 finissage con visita a cura di Michele Ramous Fabj.

Da menzionare inoltre un importante appuntamento di approfondimento correlato alla mostra: venerdì 18 maggio 2022, giorno di nascita dello studioso, alle ore 10, presso la Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio, il Centro studi Mario Ramous, in collaborazione con i partner della mostra e il Centro Studi Sara Valesio, promuove la giornata di studioPrima e “Dopo la critica” (… bisogna spendere molte parole | tutte le parole | (e non basteranno). Mario Ramous, (poeta, latinista, studioso, critico d’arte, direttore editoriale) un lungo itinerario nella cultura italiana del Novecento.
Intervengono: Alberto Bertoni, Francesco Citti, Marina Della Bella, Ivano Dionigi, Silvia Evangelisti, Roberto Grandi, Giovanni Infelíse, Gian Ruggero Manzoni, Daniele Pellacani, Paolo Pullega, Maura Pozzati, Michele Ramous Fabj, Carlo Alberto Sitta, Gianfranco Tortorelli, Paolo Valesio.
L’ingresso è libero senza prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili.
L’accesso è consentito secondo le vigenti misure di sicurezza per il contenimento del Covid-19.
Per informazioni: centrostudi.marioramous@gmail.com.

La memoria del futuro è l’appuntamento da non perdere; il punto di partenza per tutti gli eclettici che vorranno approfondire un periodo culturalmente prospero e, forse, irripetibile.                      



Mostra:

La memoria del futuro
Mario Ramous un intellettuale a Bologna, dal dopoguerra agli anni Novanta

Un progetto di:

Centro Studi Mario Ramous

A cura di:

Maura Pozzati e Michele Ramous Fabj

Con il sostegno di:

Comune di Bologna

Con la collaborazione di:

Archivio Concetto Pozzati
Casa Carducci | Biblioteche di Bologna
Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica

Nell’ambito di:

ART CITY Bologna

Periodo di apertura:

7 maggio – 4 settembre 2022

Inaugurazione: Venerdì 6 maggio 2022 ore 17.30
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria tel. 051 2193998

Orari di apertura:
martedì, giovedì ore 14-19
mercoledì, venerdì ore 10-19
sabato, domenica, festivi ore 10-18.30
chiuso lunedì non festivi

Orari di apertura ART CITY Bologna:

giovedì 12 maggio ore 14-19
venerdì 13 maggio ore 10-19
sabato 14 maggio ore 10-24
domenica 15 maggio ore 10-18.30

Biglietti:

intero € 6 | ridotto € 3 | ridotto speciale € 2 visitatori 18 ≤ 25 anni | gratuito possessori Card Cultura

Informazioni:

Collezioni Comunali d’Arte
Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 2193998
museiarteantica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/arteanticaFacebook: Musei Civici d’Arte Antica
Twitter: @MuseiCiviciBolo
Instagram: museiarteanticabologna

Catalogo e ideazione grafica:

Scripta Maneant Editore

Media partner:

la Repubblica

Giornata di studio:
Prima e “Dopo la critica” (… bisogna spendere molte parole | tutte le parole | (e non basteranno)
Mario Ramous, (poeta, latinista, studioso, critico d’arte, direttore editoriale) un lungo itinerario nella cultura italiana del Novecento
Venerdì 18 maggio 2022 ore 10
Cappella Farnese | Palazzo d’Accursio
Piazza Maggiore 6, Bologna
Ingresso libero senza prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili
Informazioni centrostudi.marioramous@gmail.com

Ufficio Stampa Istituzione Bologna Musei
Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it
www.museibologna.it
Instagram @bolognamusei

Ufficio Stampa Scripta Maneant Editore
Tel. +39 342 550 6264 / +39 051 223535
ufficio.stampa@scriptamaneant.it
www.scriptamaneant.com

Roma: la Galleria Biblioteca Angelica inaugura la mostra “Trame di luce” di Ingrid Gozzano

Martedì 10 maggio 2022 alle ore 17.00 inaugura la mostra Trame di luce di Ingrid Gozzano, a cura di Costanza Barbieri, presso le sale della Galleria della Biblioteca Angelica (MiBACT), prestigioso spazio adibito alle esposizioni di arte contemporanea: in mostra circa trenta opere, realizzate fra il 2008 e il 2022, che, pur rimanendo saldamente ancorate al mondo reale, si pongono ai confini fra il figurativo e l’astratto.

Ingrid Gozzano
Trame di luce

A cura di Costanza Barbieri


Inaugurazione 10 maggio 2022 ore 17.00 – 20.00
Galleria Biblioteca Angelica
Via di Sant’Agostino 11 – Roma

Fino al 25 maggio 2022

Ingrid Gozzano, 9C0A4200
TESTO CRITICO

La curatrice, Costanza Barbieri, presenta in tal modo il lavoro di Ingrid Gozzano nel testo critico a lei dedicato:

“La materia-colore di Gozzano si rivela dapprima come elemento figurativo, identificato con lane stese al sole ad asciugare, sassi sul bordo del mare, muri dipinti, panni stesi all’aria e alla luce, oggetti annotati con cura, osservati o fotografati nel corso di viaggi, di passeggiate, d’improvvise rivelazioni. Queste osservazioni si sono sedimentate nell’immaginazione, conservando la ricchezza cromatica, le profondità di tono e le sfumature, la qualità e la densità della materia, soffice o pesante, e si sono poi trasfigurate in forme autonome, dove il colore prende il sopravvento e si impone sull’originario modello. Una trasfigurazione che acquista anche valenza simbolica, perché l’astrazione crescente, nel corso degli anni, spinge a evocare nuovi contenuti, diversi da quelli originari.

Il viaggio attraverso le trame di luce inizia con le tele raffiguranti Il peso della lana e Sete uzbeke, olio e fili di seta, rispettivamente del 2008 e del 2010: matasse colorate stese su pioli di legno a catturare lo sguardo come una tavolozza di colori sgargianti, che va dai rossi amaranto, ai viola, ai verdi, agli azzurri, ai gialli oro. […] Nella Cascata di lana, del 2020, la forza selvaggia dei filati rosso sangue trasfigura il soggetto originario in una tumultuosa materia vitale, mentre Asciugatura sui tetti (2020) supera il confine della rappresentazione per evocare, attraverso il motivo dello sgocciolamento di un rosso che sembra sangue, una macellazione di agnelli. Nel grande Incontro ravvicinato, viola e arancio, del 2021, l’autrice fa emergere una materia pulsante e corposa, ritmica e inquieta, che va molto oltre lo spunto iniziale: è possibile cambiare registro, migrare dal figurativo all’informale e viceversa, se l’occhio si fa catturare dai ritmi dissonanti, dalle dinamiche interne di cadute e scuotimenti che ricordano certe astrazioni di Schifano, o se riordina la visione nello schema di partenza. […] Le matasse si trasformano, nell’ultima serie di opere, in grandi masse cromatiche tendenti al non figurativo, sprazzi di luce colorata, come Contrasti di colori e Incontri di colori (2022). Progressivamente le forme si sfaldano e il colore diventa protagonista in accordi imprevisti, in sfilacciamenti che sono tutt’uno con le pennellate e i tocchi di luce, come nella giustapposizione fra rosa, rossi e celesti di Sete fluttuanti del 2021, o nell’energetico contrasto di rossi e viola di Svelando il buio (2021), sublimazione cromatica che ricorda alcune opere Fauve, o il Kandinskij delle prime opere astratte, fino all’informale.” (estratto dal testo critico di Costanza Barbieri)

Ingrid Gozzano, Filati, 2005

Note biografiche

Ingrid Gozzano è cresciuta in un ambiente ricco di stimoli artistici e scientifici. Il bello era ovunque e rappresentava per lei una condizione naturale in cui muoversi. Attirata da tante passioni diverse, sceglie di sposarsi giovanissima per riprendere gli studi un decennio più tardi. Laureatasi in Medicina – Psichiatra dell’età evolutiva, ha contemporaneamente approfondito i suoi studi sulla psicoanalisi che tuttora rappresentano la terra dalla quale si sente sostenuta nella folta trama di rapporti umani e artistici. Solo negli ultimi decenni Ingrid ha dato ascolto alle sue esperienze trasponendole nelle sue opere.


INFO

Ingrid Gozzano
Trame di luce
A cura di Costanza Barbieri
Testo critico di Costanza Barbieri
Foto opere di Riccardo Ragazzi


Inaugurazione 10 maggio 2022 ore 17.00 – 20.00
Galleria Biblioteca Angelica
Via di Sant’Agostino 11 – Roma


Fino al 25 maggio 2022

Orari: dal lunedì al venerdì 10.00 – 20.00

Biblioteca Angelica
Piazza S. Agostino 8 – Roma
+ 39 066840801

b-ange@beniculturali.it
www.bibliotecaangelica.beniculturali.it

Ufficio stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
roberta.melasecca@gmail.com / 349.4945612
www.melaseccapressoffice.it
www.interno14next.it+

Bologna: in occasione di Arte Fiera, Maison laviniaturra presenta la mostra “Arcipelaghi Sospesi” di Mirta Tagliati

Martedì 17 maggio 2022 alle ore 17.30, presso Maison laviniaturra, noto atelier della fashion designer bolognese Lavinia Turra, inaugura la mostra Arcipelaghi Sospesi dell’artista Mirta Tagliati. L’atelier, all’interno di un’affascinante villa anni Cinquanta che si affaccia sui Giardini Margherita, sceglie Mirta Tagliati per dare il via nel proprio spazio ad un ciclo di mostre, tutte dedicate ad artiste donne.

Ad Arcipelaghi Sospesi di Mirta Tagliati seguirà:

  • Marina Gasparini, Atlas – dal 9 giugno al 20 luglio 2022
  • Alessandra Calò, Herbarium. I fiori sono rimasti rosa, dal 15 settembre al 22 ottobre

Maison Laviniaturra apre le porte del suo atelier all’arte con la mostra

“Arcipelaghi Sospesi”
di Mirta Tagliati

Mirta Tagliati, Arcipelago 2, 50 x 60 cm

Dal 17 maggio al 5 giugno 2022, ore 17.30-19
Via dei Sabbioni 9, Bologna
Dal lunedì al sabato su appuntamento

L’obiettivo di tali mostre-evento è quello di creare un luogo di incontro dove poter far confluire mondi diversi ma sinestetici: l’arte nelle sue diverse forme e la moda come espressione di alto artigianato, una parola che la stilista ama per descrivere il lavoro di chi utilizza le mani per dar vita a qualcosa di unico, come un abito; perché il fashion design mai deve essere un mondo chiuso, ma sempre un mondo di continue sollecitazioni, influenze e fascinazioni.

La stilista, che ha vestito nomi importanti dello spettacolo, quali ad esempio Isabella Ferrari e Jodie Foster, oltre a dar vita alle sue note collezioni prêt-à-couture, crea spesso allestimenti concettuali d’immagine che ne riflettono l’ispirazione.

“L’incontro” ha quindi dato vita al progetto della mostra Arcipelaghi sospesi, all’interno della quale Mirta Tagliati presenta una selezione di sue opere, frutto di un’osservazione più che decennale dei processi creativi dei bambini e della genesi dei loro segni grafici, che ha portato l’artista ad esplorare un mondo di forme e colori che, intrecciandosi, generano metafore e narrazioni intimiste.

Il dialogo tra segni e colori apparentemente casuali raccontano la sua visione delle relazioni umane e di un “paesaggio” comune, sereno e complesso nello stesso tempo. Nella sua pittura le forme si scompongono, si dilatano, a volte alleggerendosi, altre ancorandosi le une alle altre, trasformando la tela in un racconto aperto ed evocativo per chi l’osserva, un momento di sosta, di sospensione e di ristoro.

Come scrive Marinella Paderni nel testo critico della mostra: “L’incontro con la pittura di Mirta Tagliati è uno di quei momenti di stupore segreto che ci allevia dai rumori eccessivi del presente. I suoi dipinti vogliono rappresentare paesaggi dell’anima, territori incerti e indefiniti abitati da “isole” di colore che si muovono nello spazio della composizione come arcipelaghi sospesi. Parlano dell’esistenza, della condizione umana, disegnano traiettorie che ci conducono verso mondi lontani tracciando possibili rotte di salvezza, lontano dalla grevità dell’oggi. Davanti alle sue immagini si viene pervasi da una sensazione di astrazione e di distanza dalla pesantezza della realtà, che lascia posto alla riscoperta di nuove possibilità dell’essere.

In questo suo ciclo di lavori inediti – realizzati espressamente per la mostra Arcipelaghi sospesi presso l’atelier di Lavinia Turra – la materia soffice dei pastelli a olio conferisce un’immediatezza al dialogo tra segni e forme che paiono fluttuare sulle superfici e scivolare nello spazio della tela come terre galleggianti alla ricerca di nuovi assetti. Trasmettono un senso di gioia e di leggerezza, di ritrovata libertà dell’essere”.

Con questa serie di lavori l’artista approfondisce un tema a lei caro, l’essere umano come isola, non solitaria, ma ancorata ad altre, in una definizione di arcipelaghi sospesi in un tempo incerto.

I colori contrastano con la gravità del senso di precarità delle terre emerse e incerte, mentre i segni – realizzati prevalentemente con pastelli ad olio- tracciano possibili rotte di salvezza. Le sue immagini sono portatrici di speranza come qualità dell’essere di un’umanità percepita alla deriva.

Il testo critico della mostra è a cura di Marinella Paderni.

La mostra troverà collocazione quindi nella grande sala dell’atelier insieme ad alcuni abiti della collezione Primavera/Estate 22.

Un evento esclusivo, durante il quale sarà possibile ammirare e acquistare bluse d’artista numerate: capi unici creati grazie alla collaborazione tra la stilista e l’artista.

LAVINIA TURRA

Lavinia Turra

Nata a Bologna, cresciuta fra donne che tagliavano e cucivano, ha frequentato da bambina antiche sartorie e imparato l’amore per questo lavoro.

Il suo mestiere nasce e cresce con l’uso delle mani, che conoscono e usano non solo i colori e le matite, ma soprattutto le stoffe e i tessuti, adoperando forbici, ago e filo. Arriva a questo lavoro attraverso un’attrazione e una lunga strada di “connivenze” e “complicità” legate all’arte, alla pittura, al teatro.

Curiosa per natura, la relazione personale e l’ascolto sono alla base del suo modo di “vestire” perché l’abito, “deve rappresentare la donna e non travestirla”.

Nel 2017 fonda Maison laviniaturra, sentendo la necessità di uno spazio che non solo offra ma accolga, come solo una “casa” sa fare.

L’apertura della Maison coincide anche con l’inizio della collaborazione creativa con la figlia Cecilia Torsello, rinnovamento e fresca energia del brand.

Un prodotto 100% Made in Italy, tessuti di ricerca, forme timeless e dettagli all’avanguardia: Maison laviniaturra propone una propria idea di lusso, legato all’etica di produzione, all’individualità e ispirata alla cultura del bello.

MIRTA TAGLIATI

Mirta Tagliati

Mirta Tagliati (Roma, 1966) vive e lavora a Bologna. Ha conseguito il diploma in Design presso l’Isia di Faenza e, contemporaneamente agli studi, ha avuto l’opportunità di ampliare la sua formazione con Bruno Munari, perfezionandosi in tecniche per la didattica artistica: un’esperienza particolarmente significativa che l’ha portata a dedicarsi alla creazione artistica e agli atelier d’arte per bambini e adulti. Nel frattempo si è specializzata in Arteterapia. Da alcuni anni si è concentrata sulla ricerca artistica in ambito pittorico esponendo in mostre collettive e personali, in spazi pubblici e gallerie private, in Italia e all’estero.


INFO UTILI

Arcipelaghi Sospesi di Mirta Tagliati

DOVE: Maison laviniaturra, via dei Sabbioni 9, Bologna
INAUGURAZIONE: martedì 17 maggio ore 17.30
QUANDO: Dal 18 maggio al 5 giugno 2022
ORARI: dal lunedi al sabato, 17 – 19
Su appuntamento. Per visitare la mostra è necessario telefonare al 320 9188304

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