Fiammetta Sabba – Patrimonio culturale condiviso: viaggiatori prima e dopo il Grand Tour

Il termine ‘Turismo’ è inteso oggi come fruizione e godimento del patrimonio naturalistico e culturale. Sintetizzando e integrando concetti come quelli di globalizzazione e di localismo, il Turismo, a partire dall’esaltazione, dall’approfondimento e dalla pubblicizzazione degli elementi tipici e locali, tanto merceologici, che artistici, che paesaggistici, investe sull’esportazione del loro marchio, e quindi sullo scambio semplificato di merci e persone. Il consolidamento di questa visione ofelimica del patrimonio collettivo porta all’acquisizione di competenze e conoscenze mentre punta all’obiettivo di elevare il livello di benessere generale. Ma per stabilire la cifra del Turismo odierno, e non solo per questo, è necessaria una costante rivisitazione delle sue radici, che risiedono nel Grand Tour. Il Grand Tour fu, come noto, un fenomeno sociale e culturale, iniziato nel XVI secolo e proseguito fino a tutto il XIX, che si manifestò con lunghi viaggi nell’Europa continentale, effettuati dalla gioventù europea ricca e aristocratica, per accrescere il proprio livello di educazione sia mondana, che soprattutto culturale. Ciò veniva conseguito attraverso un’esperienza geografica concreta nella quale lo spostamento fisico permetteva di percepire le differenze di paesaggio, architettura e storia. Il viaggiatore, con l’obiettivo, dunque, di arricchire la propria formazione generale, intraprendeva degli spostamenti lunghi e impegnativi, partendo da una città che generalmente coincideva con quella del ritorno.

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IMMAGINE DI APERTURA tratta dalla copertina del volume

Fiammetta Sabba
Patrimonio culturale condiviso: viaggiatori prima e dopo il Grand Tour

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