Arles (Francia), Fondazione Manuel Rivera-Ortiz: Il programma Ascendance novembre-dicembre

SANS TITRE, MRO Foundation @DELLEUSE-GUILLAUME, COGNAC 2014-1

WEBSITE
http://mrofoundation.org/

Il programma Ascendance collega una quindicina di artisti offrendo prospettive uniche sulla nozione dei diritti umani.

I diritti umani sono i diritti inalienabili di tutti gli esseri umani, senza distinzione di alcun tipo, inclusi la razza, il sesso, la nazionalità, l’origine etnica, la lingua, la religione o qualsiasi altro status. I diritti umani includono il diritto alla vita e alla libertà.

Ascendance caratterizza questo incrocio di generazioni che genera e perpetua le tradizioni pur avendo un carattere di progressione, un desiderio di cambiamento benefico nella società sui diritti umani, l’accettazione degli altri; solo si riferisce a comportamenti sociali caratterizzati dalla tendenza a dominare gli altri, che giocano sull’ambivalenza della nostra società attuale.

Con le opere di Zoé Aubry, Guillaume Delleuse, Isabelle Ha Eav, Pierre-Kastriot Jashari, Joanne Joho, Younès Klouche, Margot Lançon, Thomas Yaël Lopez, Florent Meng Lechevallier, Leslie Moquin, Laurence Rasti, Dorian Sari, Chloé Simonin e Francesca Todde .

The Ascendance program connects about fifteen artists offering unique perspectives on the notion of human rights.

Human rights are the inalienable rights of all human beings, without distinction of any kind, including race, sex, nationality, ethnic origin, language, religion or any other status. Human rights include the right to life and liberty.

Ascendance characterizes this crossing of generations which generates and perpetuates traditions while having a character of progression, a desire for beneficial change in society on human rights, acceptance of others; only it refers to social behavior characterized by the tendency to dominate others, which plays on the ambivalence of our current society.

With the works of Zoé Aubry, Guillaume Delleuse, Isabelle Ha Eav, Pierre-Kastriot Jashari, Joanne Joho, Younès Klouche, Margot Lançon, Thomas Yaël Lopez, Florent Meng Lechevallier, Leslie Moquin, Laurence Rasti, Dorian Sari, Chloé Simonin and Francesca Todde.


EXHIBITION
from october 29 to december 24
Fondation Manuel Rivera-Ortiz  
18 rue de la Calade — 13000 Arles

Press contact: Nathalie Dran 
nathalie.dran@wanadoo.fr

Cinquant’anni di graphic design a Padova – I progetti dello Studio Eberle

Manifesto per la mostra “Dal Cielo all’Universo”, 2004

11 Novembre 2022 – 11 Dicembre 2022

Padova, Galleria Civica Cavour

CINQUANT’ANNI DI GRAPHIC DESIGN A PADOVA
I progetti dello Studio Eberle

Presso la Galleria Civica Cavour, si apre la mostra: “Cinquant’anni di graphic design a Padova. I progetti dello Studio Eberle”, organizzata dal Comune di Padova e curata da Peter Paul Eberle.
Un connubio, quello fra Peter Paul Eberle e Padova durato ben cinque decadi, un lasso di tempo abbastanza raro in Italia per una collaborazione di questo tipo, che ha consentito al grafico di dare una precisa impronta alla comunicazione, e all’immagine, di una città che stava vivendo uno dei suoi momenti di maggiore sviluppo.

Eberle giunse a Padova nel 1970. Aveva alle spalle una formazione svizzera, in un’epoca in cui l’epicentro della grafica italiana era Milano. A chiamarlo alcune agenzie di comunicazione che, da Padova, operavano per fondamentali marchi nazionali. Poi l’avvicinamento alla Pubblica Amministrazione e qui la grafica di Eberle non è più quella dei soli marchi di prodotto ma il suo lavoro si allarga alle più diverse necessità – lui direbbe “opportunità” – della comunicazione : collabora con lo Studio Albini Piva Helg per la grafica del nuovo Museo agli Eremitani, si specializza nella grafica allestitiva museale e firma gli allestimenti di decine di storiche esposizioni, nonché quella, inconfondibile, dei cataloghi e di altre pubblicazioni. Diventa in breve “il” riferimento per la grafica pubblicitaria e gli allestimenti museali e di grandi esposizioni. La sua inconfondibile “firma” è presto richiesta anche all’estero, a Bruxelles, Vienna, Parigi, spesso al fianco di architetti di livello.
Poi la decisione di ritirarsi per potersi dedicare ad una passione da tempo coltivata: ricostruire e documentare la tradizione della sua famiglia per la scultura lignea a soggetto sacro. Suo nonno e suo bisnonno, nei loro laboratori gardenesi, hanno realizzato altari, statue, altorilievi lignei che oggi si ammirano in decine di cattedrali e grandi chiese americane ed europee, compreso l’altare donato dall’Imperatore d’Austria Ungheria alla Basilica di Sant’Antonio a Padova. E per poter coltivare l’hobby del disegno a mano libera, tradotto nelle immagini di personalissimi cahiers du voyage, lo stesso piacere per il disegno che lo ha portato, nel 2013, a illustrare un’ originale storia di Dracula, destinata ai bambini.

Bags per il Consorzio Giotto, Padova

“Fondamentale nella formazione di Eberle – annota Virginia Baradel – fu la Kunstgewerbeschule di Zurigo, fondata da Itten una scuola dove convivevano “in fertile tensione intellettuale e costruttiva, visione olistica e rigore razionalista”. Si iscrisse nel 1964, unico italiano ammesso in quell’anno nell’ambito di una politica di ingressi molto severa anche per via della lingua, lo svizzero tedesco. “Peter entrò in quella scuola dove la severità, sulla scia del fondatore, possedeva un’eccezione di purezza. L’intransigenza riguardava la concentrazione sulla natura del segno che puntava all’essenzialità, alla spoliazione della forma per potenziare la comunicazione. La combinazione di insegnamenti derivati dal Bauhaus e dalla libertà creativa, esigeva un grado di partenza liberato da ogni sovrastruttura e da bagagli cognitivi pregressi”. La grafica svizzera era all’avanguardia ed è tuttora un esempio di estetica che punta all’essenzialità del segno senza privarlo di valori espressivi e simbolici. Nel caso di Eberle che in seguito, su queste basi, svilupperà una sua personalissima cifra, “la riduzione radicale del segno viene elaborata con l’uso del colore e di minime, ricorrenti, variazioni di andamento, tali da evitare il rischio di scivolare nell’asettico e di mantenere la rotta della funzionalità, dell’efficacia comunicativa”.

“É emozionante vedere con gli occhi di oggi, in uno sguardo retrospettivo, un lungo periodo della comunicazione culturale a Padova, prima dell’avvento del digitale e quindi affidata alla carta stampata, in particolare all’affissione stradale”, dice l’Assessore alla Cultura Andrea Colasio. “Assieme agli allestimenti, dallo stile molto riconoscibile, i progetti grafici di Peter Eberle hanno certamente contribuito in quegli anni al paesaggio e all’identità visiva della nostra città.”


INFO

Cinquant’anni di graphic design a Padova
I progetti dello Studio Eberle
Galleria Cavour – Piazza Cavour (PD) 11 Novembre -11 dicembre 2022

Orari mostra: da martedì a venerdì 15.30-19
Sabato-Domenica-8 dicembre: 10-13 e 15-19 Chiuso lunedì non festivi
Ingresso gratuito

Comune di Padova- Settore Cultura, Turismo, Musei e Biblioteche
U.O.C. Mostre, Manifestazioni, Spettacoli Tel. 0498205623

Padova, Palazzo del Monte di Pietà: già 14 mila visitatori per “L’Occhio in gioco” – Mostra intelligente e divertente

Già 14 mila visitatori per “L’Occhio in gioco”.

E il trend è in forte crescita. Nel weekend registrate quasi 3.000 presenze.

“Mostra intelligente e divertente”

Arricchita anche da laboratori per studenti, visite esperienziali e visite per famiglie, incontri con artisti e ed esperti, itinerari dedicati in città.

www.palazzodelmontepadova.com

“L’occhio in gioco” ha conquistato i primi 14 mila visitatori. E, settimana dopo settimana, i numeri evidenziano una crescita costante con il record toccato nel weekend appena trascorso che ha toccato quasi le 3.000 presenze.

Favorita anche dalle proposte che Fondazione Cariparo, promotrice della mostra, ha messo a punto per i diversi pubblici: laboratori didattici specializzati, visite esperienziali per adulti e su misura per famiglie, incontri pubblici di approfondimento con gli artisti Marina Apollonio e Alberto Biasi, lo scrittore Tiziano Scarpa, il neuroscienziato Giorgio Dell’Ortigara, oltre che percorsi in città alla scoperta di opere attinenti alla mostra ed esposte al Bo e all’Orto Botanico.

L’esposizione, promossa insieme all’Università di Padova, nella ricorrenza degli 800 Anni di fondazione dell’Ateneo, è partita quasi in sordina ma il passaparola ha velocemente innescato un interesse sempre più ampio, man mano che si andava allargando la percezione di una grande mostra di taglio internazionale, affascinante, intelligente ma anche piacevole e sorprendente. Una occasione straordinaria per avvicinarsi all’arte e, al medesimo tempo, alla psicologia e alla scienza, lungo un percorso espositivo ricchissimo (le opere presenti in mostra sono oltre 400, a firma di grandi autori. Datate dal Medioevo agli anni ’50 del Novecento), dove accanto ad un rarissimo codice miniato trecentesco o all’Astrario di Dondi dell’Orologio si può interagire con una installazione dedicata a David Bowie o soffermarsi davanti a capolavori di Kandinsky, Seraut, Klee, Boccioni, Balla, Man Ray, Frank Stella o opere rivoluzionarie del Gruppo N, costituito proprio a Padova da Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi e Manfredo Massironi, e di Marina Apollonio.

Nel percorso di “L’occhio in gioco” si è condotti a misurarsi con arte, fotografia, miniatura, scultura, scienza e tecnica. Assistendo all’inganno del movimento e dello stesso colore, con occhio e mente condotti a percepire come un unicum ciò che nella realtà fattuale è composito.

Fenomeni che erano già ben noti ad artisti, alchimisti e filosofi dei tempi lontani, come testimoniano le antiche miniature e le mappe celesti presenti in mostra, esempi primigeni della necessità e abilità dell’uomo di accostare colori dando vita a una sorta di caleidoscopio magico.  Immagini del mondo e antiche sfere armillari sono accostate a costruzioni Bauhaus e contemporanee, a rivelare una continuità inaspettata.

Originale nel taglio curatoriale, affidato a Luca Massimo Barbero per la parte storica e a Guido Bartorelli, Giovanni Galfano, Andrea Bobbio e Massimo Grassi dell’Università di Padova per la parte dedicata al Gruppo N e alla psicologia della percezione,  questa  ricchissima esposizione si può ammirare a Padova, in Palazzo del Monte di Pietà, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che ha voluto proporla – in collaborazione con l’Ateneo Patavino – nell’ambito delle celebrazioni per gli 800 anni di storia ed attività di una delle Università più antiche al mondo, nel solco dell’indagine del rapporto tra arte e scienza già inaugurato nel 2017 con la mostra “Rivoluzione Galileo, l’arte incontra la scienza”.


Uffici stampa

Ufficio Stampa della Mostra:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Rif. Roberta Barbaro; roberta@studioesseci.net 

Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
Media Relation
Alessandra Veronese

Comunicazione
Roberto Fioretto – Responsabile Ufficio Comunicazione
comunicazione@fondazionecariparo.it

Università di Padova
Carla Menaldo
Responsabile Ufficio Stampa