Asti, Palazzo Mazzetti: Apre oggi al pubblico la mostra “Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque”

Giovanni Boldini
La contessa de Rasty
a letto, 1880 c.
Pastelli su carta, 42,5×28 cm
Collezione privata
Courtesy Museoarchives Giovanni Boldini
Macchiaioli

Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque

Asti, Palazzo Mazzetti
26 novembre 2022 – 10 aprile 2023

La Belle Époque, i salotti, le nobildonne e la moda: è il travolgente mondo di Giovanni Boldini, genio della pittura che più di ogni altro ha saputo restituire le atmosfere rarefatte di un’epoca straordinaria. Letteratura e moda, musica e lusso, arte e bistrot si confondono nel ritmo sensuale del can can e producono una straordinaria rinascita sociale e civile.

Dal 26 novembre 2022 al 10 aprile 2023 Giovanni Boldini, uno degli artisti italiani più amati di ogni tempo, viene celebrato con una grande mostra a Palazzo Mazzetti di Asti.

Dopo i successi delle mostre Chagall. Colore e magiaMonet e gli impressionisti in NormandiaI Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna, la collaborazione tra Fondazione Asti Musei e Arthemisia continua a richiamare folle di visitatori ad Asti.
Il nuovo progetto, a cura di Tiziano Panconi, è dedicato al genio indiscusso di Boldini.

80 magnifiche opere – tra cui Signora bionda in abito da sera (1889 ca.), La signora in rosa (1916), Busto di giovane sdraiata (1912 ca.) e La camicetta di voile (1906 ca.) – sono protagoniste di una narrazione cronologica e tematica al tempo stesso.
L’esposizione presenta una ricca selezione di opere che esprime al meglio la maniera di Boldini, il suo saper esaltare con unicità la bellezza femminile e svelare l’anima più intima e misteriosa dei nobili protagonisti dell’epoca.
Una mostra che pone l’accento sulla capacità dell’artista di psicoanalizzare i suoi soggetti, le sue “divine”, facendole posare per ore, per giorni, sedute di fronte al suo cavalletto, parlando con loro senza stancarsi di porle le domande più sconvenienti, fino a comprenderle profondamente e così coglierne lo spirito, scrutandone l’anima.
Farsi ritrarre da Boldini significava svestire i panni dell’aristocratica superbia di cui era munificamente dotata ogni gran dama degna del proprio blasone. Occorreva stare al gioco e accettarne le provocazioni, rispondendo a tono alle premeditate insolenze ma, infine, concedersi, anche solo mentalmente, facendo cadere il muro ideologico dell’alterigia, oltre il quale si celavano profonde fragilità.

Egli coglieva al volo l’attimo fuggente, quel momento unico in cui un’occhiata più sincera rivelava lo stato d’animo e la mimica del corpo si faceva più espressiva, l’istante in divenire fra un’azione e l’altra, quando la forza motoria di un gesto si esauriva, rigenerandosi prontamente in quello successivo.
Negli anni della maturità e poi della senilità, le lunghe e vorticose pennellate, impresse come energiche sciabolate di colore, rimodellavano in senso dinamico i corpi delle sue “divine” creature e il suo stile, a un tempo classico e moderno, costituiva la miglior risposta alle vocazioni estetiste e progressiste manifestate dagli alti ceti sociali.

La mostra Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque, con il contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della cultura, è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, in collaborazione con Arthemisia, con il patrocinio della Provincia di Asti e vede come sponsor il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti.
Catalogo edito da Skira.


SEDE
Palazzo Mazzetti
Corso Vittorio Alfieri, 357
Asti

INFORMAZIONI
T. +39 0141 530 403
M. +39 388 164 09 15
www.museidiasti.com
info@fondazioneastimusei.it
prenotazioni@fondazioneastimusei.it

ORARI
Martedì – domenica 10.00/19.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Lunedì chiuso

Hashtag ufficiale

#BoldiniAsti

Ufficio StampaArthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Rancate, Mendrisio (Svizzera): Alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst la mostra “Domenico Fontana e i suoi cantieri”

Giovanni Guerra, Innalzamento e abbassamento dell’obelisco con lo stemma di Sisto V, 1586, penna, pennello, inchiostro su tratti a pietra nera (Parigi, Beaux-Arts de Paris)

LE “INVENZIONI DI TANTE OPERE”
Domenico Fontana (1543-1607) e i suoi cantieri

Pinacoteca cantonale Giovanni Züst

Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera

27 novembre 2022 – 19 febbraio 2023 

A cura di: Nicola Navone, Letizia Tedeschi, Patrizia Tosini

Domenico Fontana, ticinese di origine ma lungamente attivo a Roma e a Napoli, viene solitamente abbinato al ricordo di quell'”acqua alle corde” che, leggenda vuole, abbia consentito all’architetto di innanzare l’obelisco di Piazza San Pietro. Un episodio di colore per dar conto dell’ammirazione vissuta dai contemporanei nell’assistere a questo evento, partecipe nei decenni conclusivi del Cinquecento del grandioso riordino di Roma voluto da papa Sisto V (1585-1590), per farne una città moderna degna della funzione di cuore del Cattolicesimo.

Egli è, ora, protagonista di una originale mostra promossa dalla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate (Mendrisio, Cantone Ticino, Svizzera) e dall’Archivio del Moderno dell’Università della Svizzera italiana, in partenariato con i Musei Vaticani, e con il patrocinio della Biblioteca Apostolica Vaticana e della Fondazione della Guardia Svizzera Pontificia del Vaticano, che si svolgerà dal 27 novembre 2022 al 19 febbraio 2023. L’esposizione presenta la carriera e le opere dell’architetto Domenico Fontana mettendone in luce il dialogo con i numerosi artisti che collaborano alla realizzazione dei grandi cantieri da lui progettati e diretti, tra Roma, Napoli, Amalfi e Salerno.


Domenico Fontana, le «invenzioni di tante opere».
Una storia di storie

Dal catalogo: introduzione di Letizia Tedeschi


Ufficio stampa

per la Svizzera:
Pinacoteca Züst
Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera
Tel. +41 (0)91 816.47.91
decs-pinacoteca.zuest@ti.ch
www.ti.ch/zuest

per l’Italia:

Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
Padova, Italia
Tel. +39 049.663.499 (Simone Raddi)
simone@studioesseci.net 
www.studioesseci.net  

COME RAGGIUNGERE LA PINACOTECA ZÜST

Rancate (Mendrisio) si trova a pochi chilometri dai valichi di Chiasso, Bizzarone (Como) e del Gaggiolo (Varese), facilmente raggiungibile con l’ausilio della segnaletica. La Pinacoteca si trova di fronte alla chiesa parrocchiale. Rancate è raggiungibile anche in treno, linea Milano-Como-Lugano, stazione di Mendrisio, e poi a piedi, in 10 minuti, o con l’autobus (linea 524, Mendrisio-Serpiano).

Roma, S. Maria del Carmine: Per “Oltre il tempo” di Guillaume Rossignol i concerti “Bach to the future” di Giordano Antonelli

Opere di Guillaume Rossignol esposte nella mostra “Oltre il tempo” 

Oltre il tempo
Guillaume Rossignol

Fino al 4 dicembre 2022

Bach to the future – Concerti Sei Suite Bach
Giordano Antonelli – Violoncello

27 novembre / 4 dicembre
Centro Santa Maria del Carmine

Via del Carmine 4 – Roma

Fino al 4 dicembre 2022, presso le Sale del Centro Santa Maria del Carmine a Roma, è possibile visitare la mostra Oltre il tempo di Guillaume Rossignol, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura Roma Capitale, del Municipio I Roma Centro, dell’Institut Français e in collaborazione con il Movimento dei Focolari. 

In mostra una serie di opere pittoriche -paesaggi e figure- che indagano il modo di percepire il tempo: la stessa realizzazione delle opere, alcune delle quali ha richiesto oltre venti anni di lavoro, è proprio una riflessione sul rapporto tra l’artista e la dimensione temporale odierna, accelerata, tanto da privare la creazione artistica di un elemento fondamentale, il tempo. Le scene ritratte da Rossignol, temporali ed ipnotiche, invitano l’osservatore a cercare una risposta introspettiva e a intuire che vi è molto altro oltre il tempo

Il percorso della mostra include anche una serie di tre concerti, il primo svoltosi il 5 novembre e gli altri in programma per il 27 novembre e il 4 dicembre. Infatti, la mostra Oltre il tempo si muove nel tempo delle Sei Suites per Violoncello solo di Johann Sebastian Bach, interpretate dal violoncellista Giordano Antonelli, nel progetto Bach to the Future: una simbologia remota percorre i sei capolavori, suddivisi in tre “stazioni-concerti”, un viaggio nel mistero dell’Ars Perennis di Bach. 

Bach to the Future
Giordano Antonelli, Violoncello

J.S.Bach 
Sei Suites a Violoncello solo senza Basso 
Suite 1 BWV1007: Hortus Paradisius 
Suite 2 BWV1008: Expulsio
Suite 3 BWV1009: Verbum caro factum est 
Suite 4 BWV 1010: Passio
Suite 5 BWV 1011: Mors
Suite 6 BWV 1012: Resurrectio 

Guillaume Rossignol – Note biografiche

Guillaume Rossignol nasce a Parigi nel 1971. Inizia a dipingere all’età di 17 anni, quando rimane colpito dalla potenza espressiva di un autoritratto di Van Gogh. Frequenta i Cours du soir presso la Ville de Paris, dove studia disegno con il pittore Remi Aron. È in questo periodo che inizia a dipingere paesaggi, ispirato dalla campagna circostante la capitale francese. Il suo lavoro, inizialmente segnato nel profondo dall’Impressionismo, viene in seguito influenzato dalle opere di Matisse, Picasso e dalle avanguardie del Novecento. Durante un viaggio a Firenze, gli affreschi di Masaccio rappresentano per lui una nuova rivelazione. Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove studierà per due anni, per approfondire le opere del primo Rinascimento italiano. In Toscana frequenta anche il mondo del restauro, che gli permette di comprendere meglio le possibilità e i limiti delle diverse tecniche pittoriche. Di ritorno in Francia svolge il suo servizio militare come obiettore di coscienza nelle comunità Emmaus fondate dall’Abbé Pierre. Trascorre un anno a Budapest, dove studia l’Anatomia artistica con il maestro Kiss Tibor presso l’Accademia di belle Arti. Successivamente frequenta i corsi di morfologia di Jean-François Debord all’École des beaux-arts di Parigi. In Francia inizia una serie di quadri a cui lavorerà per oltre vent’anni. Nel 2005 si trasferisce in Sabina, dove attualmente vive con la sua famiglia. I suoi lavori sono presenti in Europa e negli Stati Uniti.

Giordano Antonelli – Note biografiche

Giordano Antonelli ha compiuto studi di prassi esecutiva della Musica Antica e Violoncello Barocco presso la Schola Cantorum Basiliensis di Basilea, nella classe del M° Christophe Coin. Dal 1998 al 2003 e’ stato 1° Violoncello Solista dell’Orchestra Sinfonica di Granada (OCG, Spagna), realizzando registrazioni discografiche con Harmonia Mundi France, e tournèe concertistiche in Spagna, Francia, Germania, Belgio, Austria, USA.Giordano Antonelli ha ricoperto il ruolo di 1°Violoncello Solista e continuista  presso l’Orchestra del Theatre Royale La Monnaie –Bruxelles, Orquesta Ciudad de Granada,  Orchestra Barocca di Sevilla, I Fiati di Parma, la Kammer Orchester Basel,  Neues Orchester Basel, Orchestra Barocca di Granada, Prague Mozart Orchestra, Gustav Mahler Jugend Orchester (tutti); suonando come 1° violoncello al fianco di direttori come C.Hogwood, G.van Waas, G.Antonini, B.Sargent, F.Brueggen, F.Biondi, K.Ono, P.Herreweghe, C.Abbado. Attivo soprattutto nell’interpretazione e lo studio filologico del repertorio Barocco e Classico (1650-1750). Il primo Violoncello Solista dei Berliner Philharmoniker, L.Quandt ha scritto di lui: “... he is one of the rare musicians, who are able to create links between active musicians and music scientists as well as to build up and to leed ensembles who perform ‘directly from the archieves’.” Suona frequentemente con un Violoncello Piccolo a 5 corde, largamente utilizzato nel XVIII° secolo, per il quale ha realizzato un approfondito studio filologico e di repertorio (Paolo Castello, Genova, 1793); con il Violoncello Piccolo a 5 corde realizza inoltre la direzione dell’Ensemble Musica Antiqua Latina.


Oltre il tempo – Guillaume Rossignol
Con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura Roma Capitale, del Municipio Roma I Centro e dell’Institut Français
In collaborazione con il Movimento dei Focolari
Fino al 4 dicembre 2022
Orari
: dal lunedì al venerdì 10-17; sabato e domenica 15-19

Bach to the Future
Domenica 27 novembre ore 17.30
Domenica 4 dicembre ore 17.30

Centro Santa Maria del Carmine

Via del Carmine 4 – Roma

Per informazioni
Guillaume Rossignol 
www.guillamerossignol.com

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next

roberta.melasecca@gmail.com  
www.melaseccapressoffice.it

Messina, Biblioteca Regionale Universitaria: Presentazione del volume “Il filo nero” di Giuseppe Carrisi

Presentazione del libro

IL FILO NERO
Il ritorno in Europa e in Occidente di nazismo e fascismo

di Giuseppe Carrisi

27 NOVEMBRE 2022 ore 10
Sala Lettura della Biblioteca
via I Settembre,117-Palazzo Arcivescovile

Domenica 27 novembre 2022, alle ore 10, presso la Sala Lettura della Biblioteca Regionale Universitaria di Messina, verrà presentato l’ultimo volume del Giornalista RAI, Scrittore e Documentarista Giuseppe Carrisi: “Il filo nero. Il ritorno in Europa e in Occidente di nazismo e fascismo”, Infinito edizioni, settembre 2022.

Con la trattazione dell’argomento scopriremo quanto il passato del nazifascismo sia ancora ben radicato e connesso al nostro presente,tenuto insieme da un tanto “subdolo” quanto “coriaceo” filo nero.

Domenica 27 novembre 2022, alle ore 10, presso la Sala Lettura della Biblioteca Regionale Universitaria di Messina, verrà presentato l’ultimo volume del Giornalista RAI, Scrittore e Documentarista Giuseppe Carrisi: “Il filo nero. Il ritorno in Europa e in Occidente di nazismo e fascismo”, Infinito edizioni, settembre 2022.

L’evento si aprirà con i Saluti Istituzionali e l’Introduzione della Direttrice della Biblioteca, Dott.ssa Tommasa Siragusa. Seguiranno, quindi, i contributi di valore del Prof. Dario Caroniti e del Prof. Giuseppe Bottaro, entrambi Professori Ordinari di Storia delle Dottrine Politiche presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche dell’Università degli Studi di Messina. Le conclusioni saranno affidate al Prof. Roberto Sciarrone, Ph. D in History of Europe, “Sapienza” Università di Roma.

Modererà il Dott. Domenico Interdonato, Giornalista, Presidente UCSI Sicilia e Direttore Unitelma Sapienza.

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre.” sono parole dure queste, che riecheggiano come monito, pronunziate dallo scrittore, chimico e partigiano Primo Levi, sopravvissuto agli orrori dell’Olocausto, dei quali volle esserne testimone perché mai venisse cancellata la verità e vanificata la terrificante esperienza di tanti innocenti. Citazione, che a mò di chiosa, chiude il capitolo “All’ombra di Putin” dell’importante saggio di Carrisi. Il passato del nazifascismo è ancora ben radicato e connesso al nostro presente, tenuto insieme da un tanto “subdolo” quanto “coriaceo” filo nero. Ancora e improvvisamente il pus maleodorante degli intrighi politici, di falsi miti, di estremismi xenofobi, nutrendosi del malcontento e delle contraddizioni proprie delle generazioni di ogni epoca, riemerge sotto antiche e novelle sembianze, delle quali l’Autore traccerà nel testo eclatanti esempi storici contemporanei. Questi movimenti propongono il richiamo al popolo, l’acritica esaltazione delle sue virtù belliche, teorie che nascondono egoismi e difficoltà di una società in cui il precariato e l’aumento del disagio sociale non trovano un argine nei movimenti ideologici di sinistra, incapaci di intercettare la rabbia popolare. Le fratture ideologiche diventano più grandi e le nuove generazioni crescono con differenti modelli culturali: la storia corre lungo percorsi fino a ieri imprevedibili. La Sua riscrittura è una costante delle epoche che si susseguono, tracciando un universo retorico che lascia poco spazio al dibattito democratico se le istanze di rinnovamento confluiscono nei regimi dittatoriali che stregano le folle con strumenti di persuasione collettiva.

Dopo la trattazione dell’argomento, verrà lasciato ampio spazio al Dibattito.

BIOGRAFIA DI GIUSEPPE CARRISI

Giuseppe Carrisi, giornalista Rai, scrittore, regista e documentarista, ha realizzato numerosi reportages da zone di guerra, come Palestina, Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio, Uganda, Burundi, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Sudan.

Ha pubblicato nel 2006 il volume “Kalami va alla guerra“, da cui è stato tratto lo spettacolo teatrale “Cuore buio“, nel 2009 “Tutto quello che dovresti sapere sull’Africa e che nessuno ti ha mai raccontato“, vincitore del Premio Fregene per la saggistica; nel 2010 “Gioventù camorrista“, nel 2011 “La fabbrica delle prostitute – Dai villaggi della Nigeria ai marciapiedi italiani“, sul fenomeno della tratta delle ragazze nigeriane portate in Italia a scopo di sfruttamento sessuale, argomento trattato con il documentario “Le figlie di Mami Wata”. Nel 2017 “Padre Mosè“, dedicato ai migranti e, infine, nel 2021 il romanzo storico “Il Paese che uccide le donne“, con prefazione di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italy, sul “lato oscuro” del Messico, ove la magica mexicanidad, contraddittorio e surreale puzzle, è

inquinata pesantemente dal narcotraffico e da ogni sorta di violenza, dai costanti femminicidi, dal dramma dei desaparecidos, dei migranti e dalla corruzione.

Ha realizzato, nel 2008, il documentario “Kidogò, un bambino soldato” che è stato presentato a Giffoni Film Festival.

Ha scritto e diretto la docufiction “Voci dal buio” (presentata al Giffoni Film Festival), che racconta storie parallele di una banda di giovani camorristi di Barra e di loro coetanei congolsei che vivono situazioni di violenza estrema, vincitore del Festival Internazionale del Cinema di Yerevan 2010 e finalista al Prix Italia.

Ha scritto e diretto, nel 2010, la docufiction “Zarema e le altre” (presentato al Giffoni Film Festival), sul tema delle “vedove nere”, le ragazze cecene destinate a diventare bombe umane, nello scenario dell’annoso conflitto tra Russia e Cecenia (menzione special al Festival Internazionale del Cinema di Yerevan 2011). E’ stato coautore e interprete dello spettacolo teatrale “Abusi d’Africa”.

Ha diretto e interpretato lo spettacolo “Senza terra”, portato in tournée in Italia. Nel 2018 ha scritto, diretto e interpretato “La mia pelle non invecchierà”, monologo sul tema dei ragazzi affiliati alla camorra. Del 2019 l’ultimo lavoro teatrale “Così va il mondo-Le verità nascoste che nessuno ti ha mai raccontato”.


L’ingresso è libero e non occorre prenotazione.

Quanti non potranno essere presenti fisicamente all’evento, potranno scrivere commenti o quesiti che verranno posti all’Autore e ai Relatori nei post dedicati sulla pagina Facebook della Biblioteca:

In seguito, sarà pubblicata la ripresa video dell’evento.

Per INFO:
Ufficio Relazioni con il Pubblico
tel.090674564
urpbibliome@regione.sicilia.it

(A cura di Ufficio Relazioni con il Pubblico. Maria Rita Morgana)