Bassano del Grappa (Vicenza), Museo Civico: Inaugurata la mostra “I Bassano” con un racconto di Melania Mazzucco

Francesco Dal Ponte il Vecchio,
Madonna in trono tra i Santi Paolo e Pietro, 1519

03 Dicembre 2022 – 02 Maggio 2023

Bassano del Grappa (Vi), Museo Civico

I BASSANO.
Storia di una famiglia di pittori

UNA MOSTRA-RACCONTO NARRA
LA STORIA DEI BASSANO ATTRAVERSO LE PAROLE DI MELANIA MAZZUCCO

I Bassano, che storia! A raccontare le vicende della dinastia dei Bassano, al Museo Civico di Bassano del Grappa, sono non solo le loro opere ma le parole di Melania Mazzucco. Il tutto a creare un’inedita “mostra racconto”, in scena dal 3 dicembre 2022 al prossimo 2 maggio 2023, sotto la regia scientifica della Direttrice Barbara Guidi.

Nessun pannello storico artistico, nessuna didascalia che vada oltre l’essenzialità, solo le meravigliose creazioni dei Bassano e l’intenso filo del racconto della vita dei Dal Ponte, poi noti al mondo appunto come “i Bassano”, protagonisti indiscussi della pittura del Rinascimento veneto.

La loro epopea ebbe inizio con la discesa, correva l’anno 1464, a Bassano di Jacopo di Berto, conciatore di Gallio, nell’Altopiano di Asiago. Giunto sulle rive del Brenta, Jacopo trovò dimora in Contra’ del Ponte da cui deriverà il cognome futuro della celebre famiglia di pittori. Suo figlio Francesco, poi detto il Vecchio perché primo della dinastia, cominciò ad avventurarsi nell’arte della pittura. Alchimista dilettante, cartografo e decoratore più che grande artista, Francesco dette vita a creazioni d’arte sacra che rispondevano alle richieste del mercato locale avviando un’eterogenea, attivissima bottega.

Qui collaborano i figli, Giambattista e Jacopo, giovane di immenso talento che, con il suo pennello, avrebbe scritto pagine indelebili della storia dell’arte e della pittura italiana e non solo. Genio mite e riservato, è a lui che si deve il cambio di passo e quella che sino ad allora era soprattutto una forma di artigianato decorativo prende la valenza di grande arte.

Arte coltivata, con successo, anche dai suoi figli – il talentuoso e melanconico Francesco il Giovane, Giambattista, e poi i diligenti Leandro e Gerolamo, fino al nipote Jacopo Apollonio che disegnava di nascosto – ai quali “il Bassano” seppe trasmettere amorevolmente la sapienza e la poesia della sua arte. I loro dipinti, ammantati da un ineffabile “mistero del quotidiano”, conquistarono il mercato internazionale: grandi quadri di devozione sacra destinati alle chiese, ma anche ritratti, commoventi notturni e intense pastorali che, dalla piccola Bassano, giunsero ad arricchire le grandi collezioni reali, da quella di Rodolfo II a Praga, alla Madrid di Filippo II, giungendo fino alle Americhe.

Una storia che si conclude quando Jacopo Apollonio, formatosi sotto la guida dello zio Leandro, realizza le ultime repliche prodotte sui disegni e i modelli del nonno Jacopo. La storia dei Bassano, una vera e propria epopea per immagini iniziata sul finire del Quattrocento, esce così di scena avendo all’attivo oltre un secolo di grandissima fortuna.

I visitatori si muoveranno di opera in opera (e di opere dei Bassano se ne ammireranno ben 40 oltre a oggetti e documenti preziosi), sull’onda emotiva delle parole del libro della scrittrice Melania Mazzucco, Premio Strega e autrice di celeberrimi romanzi storico-artistici quali La lunga attesa dell’angelo L’architettrice. Si tratta di un libro d’autore, edito dagli stessi Musei Civici in un’edizione limitata, da collezione.

«Siamo particolarmente orgogliosi» afferma Elena Pavan, Sindaco di Bassano del Grappa «di presentare, a ridosso delle festività natalizie, l’ultima ambiziosa iniziativa culturale proposta dalla Città di Bassano in questo 2022. Con questa mostra, doveroso omaggio al genio artistico dei Dal Ponte, si chiude in bellezza un anno denso di eventi e si va a completare la già ricchissima offerta dei nostri Musei Civici. Questo Natale i cittadini e i visitatori tutti avranno così l’opportunità di riscoprire, con un unico biglietto, i due immensi genius loci della nostra città: Jacopo Dal Ponte e Antonio Canova».

Ad arricchire ancor più il racconto visivo, alle opere saranno affiancati, in alcuni casi, oggetti o libri (come il Libro dei conti della bottega, o il quaderno di esercizi alchemici di Francesco il Vecchio, o un erbario del Cinquecento che dialoga con le piante dipinte da Jacopo nella Fuga in Egitto, la preziosa Croce astile del Filarete, capolavoro dell’oreficeria sacra del Quattrocento, ecc.). Alla dimensione visiva delle opere si affianca dunque la forza della dimensione narrativa: due livelli che si compenetrano e si completano a vicenda.

Testo e opere godono in mostra della stessa dignità, sono un unicum.

«L’idea di questa collaborazione con Melania Mazzucco» spiega Barbara Guidi, Direttrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa «nasce dal desiderio di far conoscere, in un modo nuovo, inedito e sorprendente, l’inestimabile patrimonio conservato nei nostri Musei Civici, facendo entrare il visitatore nelle opere di questi grandi protagonisti della pittura veneta del XVI secolo anche attraverso le storie e vicissitudini dei loro autori e dei luoghi che hanno nutrito la loro opera; raccontando le passioni e le aspirazioni di Jacopo Bassano e dei suoi figli con le parole di Melania Mazzucco si potrà dunque comprendere il senso più profondo e poetico della loro grande arte».

Ad impreziosire ulteriormente il progetto espositivo, giunge a Bassano del Grappa un ospite illustre: il Ritratto di uomo in armi di Jacopo Bassano, in prestito dalla sede londinese della galleria Robilant+Voena. Il capolavoro – appartenente alla fase più originale, dinamica e sperimentale della maniera di Jacopo – esplora un genere assai poco praticato dal maestro veneto: quello della ritrattistica. Sebbene le fonti menzionino una sua non marginale attività come ritrattista, pochissimi sono i ritratti di Jacopo individuati con certezza dalla critica, oggi dispersi tra importanti raccolte pubbliche d’Europa e d’America, da Kassel a Budapest, da Palazzo Rosso a Genova al Getty Museum di Los Angelés.

Insieme al preziosissimo piccolo Ritratto del Doge Sebastiano Venier, dipinto ad olio su rame e conservato nello stesso Museo Civico bassanese, il Ritratto di uomo in armi segna quindi un momento fondamentale per lo studio dell’intera opera del pittore bassanese.

Dopo essere stato a lungo ascritto alla mano di pittori quali Veronese e Pordenone, nel 2009 il Ritratto di uomo in armi è stato ricondotto con fermezza al catalogo di Jacopo Bassano. L’attribuzione, che si deve ad una felice intuizione di Bernard Aikema, è stata accolta dai massimi studiosi di pittura veneta del Cinquecento e in particolare dell’artista bassanese, tra i quali Vittoria Romani e Beverly Louise Brown.

La nota sentimentale che lo contraddistingue viene tuttavia stemperata dal particolare impianto compositivo, caratterizzato da una certa maestosità della figura, da continui cambi di direzione e da accenni di movimento suggeriti dall’aggraziata torsione tra testa e busto, e da un particolare uso della luce fatto di raggi incidenti e baluginanti riflessi che esaltano le superfici metalliche.

A 5 anni dalla sua precedente visita in città e a quasi 5 secoli dalla sua realizzazione, il Ritratto di uomo in armi torna quindi ‘a casa’ proprio in occasione della mostra I Bassano. Storia di una famiglia di pittori.


Ufficio stampa

Roberta Barbaro
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo T. +39 049 663499
roberta@studioesseci.net

Chiara Padovan
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Ufficio comunicazione Musei Civici T. +39 0424 519919
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Genova, Capitale Europea del Natale: eventi e spettacoli, mostre, tradizioni in città

Natale a Genova, un’immersione nel più autentico spirito natalizio – Foto FROG

Genova, Capitale Europea del Natale 2022

Un ricchissimo programma di eventi
fra spettacoli, mostre, tradizioni in città

Una News molto importante: la commissione europea ha designato “Genova, Capitale Europea del Natale 2022“, con il Patrocinio del Parlamento Europeo.  Per tutto il periodo delle Feste, un densissimo calendario di visite guidate a tema permetterà ai visitatori di esplorare in ogni aspetto le tradizioni liguri e godersi gli eventi, tutti identificati dal logo “European Capital of Christmas”.

Nel periodo delle Feste tutta Genova si veste di luci e di addobbi, mercatini animano le piazze e i vicoli del centro storico e non si contano i concerti, gli spettacoli e gli appuntamenti ispirati all’atmosfera di festa. Genova vive così intensamente questo momento incantato dell’anno che è stata designata European Capital of Christmas (insieme alla spagnola San Sebastian): i giurati che hanno votato all’unanimità le città vincitrici di questa edizione del Premio, hanno espresso grande apprezzamento «per l’alto livello tecnico dei progetti presentati, per le proposte e l’impegno nel perseguire i valori europei del Natale, un momento di speciale significato in cui si rivelano i valori profondi dell’integrazione, della tolleranza, della convivenza e della pace che sono al centro e all’origine del progetto europeo. Promuovere una distinzione per le Capitali europee del Natale – ha detto ancora la giuria internazionale – significa promuovere la pace, la convivenza e l’armonia. Un potente elemento di integrazione e conoscenza dei valori dell’Europa tra i suoi cittadini». La designazione verrà celebrata il 12 dicembre con un collegamento con San Sebastian, l’altra Capitale 2022, attraverso un maxischermo che resterà attivo per tutte le Feste, e con un concerto di Beppe Barra; mentre il 17 dicembre avrà luogo la cerimonia istituzionale di lancio della Capitale del Natale 2023, annunciata alla presenza dei rappresentanti dell’Award, delle delegazioni della città di San Sebastian e della Commissione che ha valutato le candidature, con il Patrocinio del Parlamento Europeo.

Nel 2022 la città offrirà quindi un’immersione nel più autentico spirito natalizio, anche grazie alle sue suggestive tradizioni. Già dal 1 dicembre inizierà un fittissimo programma di animazioni natalizie e percorsi di luci che arriveranno fino al weekend dell’Epifania, tutti identificati dal logo European Capital of Christmas.

Appuntamento fondamentale l’8 dicembre, con l’accensione del grande Albero di Natale a Piazza De Ferrari, accompagnata da una giornata di festa, esibizioni, musica e luci.
Sulla facciata del Palazzo della Regione sarà attivato il maxischermo luminoso che animerà la piazza per tutto il periodo delle Festività e oltre.
L’albero di Natale, che quest’anno arriva dalla Lombardia, sarà illuminato con luci a led in ottica di risparmio energetico.

Genova, Confeugo 2019 – Foto FROG

Tra le tradizioni più particolari e tipicamente genovesi c’è il Confeugo, rito dall’origine molto antica, che si celebra il sabato che precede il Natale (nel 2022 il 17 dicembre). Dopo l’allegra sfilata del corteo in costume tradizionale, accompagnato dagli sbandieratori, l’Abate del Popolo – rappresentante della cittadinanza – appicca il fuoco a un tronco di alloro coperto di rami. Secondo la leggenda i tizzoni portano fortuna e dall’andamento della fiamma si può capire come andrà il nuovo anno. https://www.visitgenoa.it/confeugo

Un aspetto affascinante e poco noto del Natale genovese riguarda il presepe: Genova dalla prima metà del XVI secolo fino ai primi decenni del XIX secolo ha rivaleggiato con Napoli nella produzione di figure e sculture dedicate alla Natività Molto particolari i presepi del Settecento, con figurine di legno vestite di preziosi abiti d’epoca. Abili intagliatori hanno creato opere d’arte che si possono ammirare ancora oggi, ad esempio presso il santuario di Nostra Signora Assunta di Carbonara detto “della Madonnetta“, che ospita un presepe popolato da espressivi personaggi, popolani e soldati, contadini e mercanti e reso speciale dal fondale che riproduce scorci di Genova.

Genova, Presepe del Convento Santuario della Madonnetta – foto Fabio Bussalino

Il Museo dei Beni Culturali Cappuccini propone una affascinante mostra che va dalle statuine sette-ottocentesche ai tipici “macachi” di Albisola, alle statuine in carta incollata tipiche dell’entroterra ligure, oltre al suo storico presepe meccanico, realizzato da Franco Curti ad inizio Novecento: sette motori azionano oltre 150 personaggi che si animano tra musica e luci.
Molti altri Presepi storici di grande bellezza vengono allestiti in chiese e oratori nel periodo di Natale e potranno essere visitati nei giorni di festa, anche con itinerari condotti da guide turistiche.

https://www.visitgenoa.it/presepi-genovesi
https://www.visitgenoa.it/evento/genova-e-i-presepi 

Ci sarà anche un incontro fra le due capitali del presepe: “Genova Meets Napoli“, con il già citato concerto di Beppe Barra il 12 dicembre, una mostra di Presepi napoletani al Palazzo della Borsa e un evento a sorpresa il 5 gennaio.

Piazza De Ferrari

Ai grandi eventi e agli appuntamenti tradizionali si aggiungono le sorprese dei suggestivi mercatini natalizi in tutta la città, a partire da quello tradizionale di San Nicola, all’insegna della solidarietà, e dal suggestivo Mercatale, attorno a Piazza De Ferrari.
Senza dimenticare il villaggio di Babbo Natale a Cornigliano, meta imperdibile per i bimbi, e tanti appuntamenti a cura dei Municipi e dei CIV in tutta la città.

Sono inoltre previste altre due serate di festa per il 29 e 30 dicembre al Porto Antico.
Il Capodanno si potrà festeggiare anche nei Palazzi dei Rolli, patrimonio UNESCO, che si affacciano lungo la splendida Strada Nuova, oggi Via Garibaldi, cuore del centro storico genovese. Via Garibaldi ospiterà inoltre “Liguria Transatlantica festival” con uno spettacolo di musica, tra arte e djset, e brindisi finale a Palazzo Tursi.

L’amore per Genova di Rubens, protagonista delle proposte culturali genovesi del 2022/2023, verrà celebrato anche con la nuova edizione di “Le Chiese dei Palazzi dei Rolli”, il ciclo di visite guidate condotte dai Divulgatori Scientifici che dal 5 all’8 gennaio, come ogni anno esplorano le più fastose chiese genovesi.

Musica di qualità scandirà le Feste dal Teatro Carlo Felice, con un “Concerto di Natale” sabato 17 dicembre, il Concerto “Mozart l’Italiano” domenica 18 dicembre, “Die Fledermaus“, la più celebre operetta di Johann Strauss (31 dicembre 2022 – 1 Gennaio 2023), e il “Concerto di Capodanno” presso Basilica Santissima Annunziata del Vastato di Genova (31 dicembre).

Anche le chiese della città risuoneranno di musiche e cori natalizi, grazie a una nuova edizione di “Chiese in musica”

Per tutto il periodo delle Feste, un densissimo calendario di visite guidate a tema permetterà ai visitatori e ai genovesi di esplorare in ogni aspetto le tradizioni e l’arte ispirati al periodo, per immergersi fino in fondo nel clima della Capitale Europea del Natale.

E poi c’è la ricchissima offerta di mostre nei Musei genovesi.

Palazzo Ducale “Rubens a Genova“, a 400 anni dalla pubblicazione del libro del fiammingo “I Palazzi di Genova”; il mondo fatato di “Disney – L’arte di raccontare storie senza tempo“, e le fotografie di “Sabine Weiss – La poesia dell’istante“.

Attorno alla mostra di Palazzo Ducale, la ricchissima panoramica di “Rubens. A Network“, che anima decine di sedi in tutta la città.
Fra le tante iniziative, ai Musei di Strada Nuova l’eccezionale “I magnifici tappeti Sanguszko. “I tappeti più belli del mondo”: capolavori dalla Persia del XVI secolo” e “Figure persiane. Rubens, i genovesi e l’arte safavide“; la suggestiva “Genova ai tempi di Rubens. Vedute di una città superba” e la curiosa “Troppo bello per essere vero: copie d’autore da Rubens e Van Dyck“.

Per uno sguardo all’arte contemporanea a Villa Croce c’è la personale di Piergiorgio Colombara “Neroro“, mentre alla Wolfsoniana, uno dei Musei di Nervi, sono in mostra “Le stanze delle meraviglie. I vetri dipinti di Dady Orsi“.

Palazzo Lomellino, scopriamo una affascinante protagonista del teatro italiano dell’Ottocento con la mostra “I costumi di Adelaide Ristori. Teatro e alta moda“.

Per scoprire tutte le offerte e le proposte di Genova per un perfetto city break a Genova per Natale, dalle visite guidate alla promozione “City Pass Rubens” per chi trascorre tre notti a Genova, allo speciale pacchetto “Rolli Experience – Rubens Edition”, consultate il sito www.visitgenoa.it

https://www.visitgenoa.it/store
https://www.visitgenoa.it/rolli-experience-rubens-edition
https://www.genovacitypass.it/

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Melina Cavallaro
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma, Media Relations per la Città di Genova 
Valerio de Luca –  resp. addetto stampa
Via Piave 74, 00198 Roma

Bologna, Museo Morandi: Mostra Giorgio Morandi. Opere dalla collezione Antonio e Matilde Catanese

Giorgio Morandi, Natura morta, 1949
olio su tela, 35 x 45 cm
Collezione Antonio e Matilde Catanese
© Giorgio Morandi by SIAE, 2022

Giorgio Morandi. Opere dalla collezione Antonio e Matilde Catanese

a cura di Mariella Gnani
Settore Musei Civici Bologna | Museo Morandi

3 dicembre 2022 – 26 febbraio 2023

Opening: venerdì 2 dicembre 2022 h 18.00

Concluso il percorso di RE-COLLECTING, ciclo espositivo che ha approfondito particolari temi della collezione Morandi, valorizzandone opere solitamente non visibili o non più esposte da tempo, il Museo Morandi è lieto di ospitare e rendere fruibile al pubblico un importante nucleo di lavori di Giorgio Morandi provenienti dalla collezione privata di Antonio e Matilde Catanese.
La mostra Giorgio Morandi. Opere dalla collezione Antonio e Matilde Catanese presenta 27opere appartenenti a una raccolta nata dalla passione dei coniugi Catanese, che iniziano ad acquistare fin dagli anni Sessanta i primi Morandi, dando prova del loro gusto raffinato e lungimirante in una città come Milano, che nel Novecento ebbe un ruolo fondamentale nel mondo dell’arte e del collezionismo in particolare.

L’esposizione – curata da Mariella Gnani e aperta al pubblico dal 3 dicembre 2022 al 26 febbraio 2023 con opening venerdì 2 dicembre 2022 h 18.00 – prende avvio dal desiderio della famiglia Catanese di rendere disponibile alla pubblica fruizione parte della propria collezione e dalla volontà dei figli di esprimere gratitudine verso i genitori per aver avuto la possibilità di crescere e affinare la propria sensibilità a contatto con capolavori.

La collezione Catanese, rappresenta “un microcosmo esemplare per decifrare e intendere l’attività di Morandi“, come evidenzia Maria Cristina Bandera, storica dell’arte, membro del Consiglio Direttivo e della Commissione Scientifica della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi. Ciò soprattutto grazie al numero di opere presenti nella raccolta, realizzate in un arco temporale che copre quasi tutti gli anni dell’attività del maestro bolognese e che affrontano tutti i temi e le tecniche da lui trattati, nonché per l’indubbia rilevanza dei pezzi che ne fanno parte.

Il percorso espositivo al Museo Morandi si apre con un raro Autoritratto giovanile del 1914, opera di primaria importanza, già collezione Valdameri, che nel 1939 prese parte alla Golden Gate International Exposition di San Francisco, e prosegue con una sfilata di nature morte, fiori e paesaggi, realizzati tra il 1918 e il 1959, di straordinario interesse storico e qualitativo, attraverso la quale è possibile seguire lo sviluppo della ricerca morandiana.
La presenza di ben dieci lavori, tra oli, acquerelli e incisioni, aventi per soggetto il tema dei fiori tanto caro a Morandi, permette di ripercorrerne le varie tipologie a partire dall’acquerello del 1918 (P.1918/5) esemplare di rara maestria e testimonianza di una capacità tecnica già pienamente acquisita.
Il tema della natura morta, interpretato attraverso il linguaggio pittorico e incisorio, con l’unica eccezione di un disegno, si sviluppa parallelamente a quello dei paesaggi tra cui compare il dipinto La strada bianca (V.341), motivo realizzato a Grizzana e ripreso in alcune varianti nel 1939 e nel 1941.
Gran parte delle opere esposte vantano una storia collezionistica degna di rilievo: ne sono un esempio il Paesaggio, 1941 (V. 329) transitato dall’importante raccolta di Pietro Feroldi a quella di Gianni Mattioli e successivamente pervenuto in quella dei coniugi Plaza, i Fiori citati, già di collezione Jucker, o ancora la Natura morta, 1940 (V. 260), già nella collezione Rockefeller.
È parte integrante della mostra una selezione di acqueforti (la collezione Catanese possiede quasi l’intera produzione), tecnica che Morandi praticò da autodidatta in modo magistrale e che considerò sempre come un linguaggio parallelo alla pittura, come testimoniato dalle sue ormai celebri parole: “dipingo e incido paesi e nature morte“.

La passione e l’attitudine verso la produzione di Giorgio Morandi da parte dei coniugi Catanese è ben delineata da Antonio Catanese, in alcuni passaggi dell’intervista concessa alla curatrice della mostra:

“Di fronte ad un’opera di Morandi mi sento un soggetto attivo, non passivo, come non mi accade per altri autori, se pur importanti, che ho scelto e di cui mi circondo. Ma con Morandi è diverso. La sua pittura mi costringe all’osservazione prolungata del soggetto. Ad ogni riflessione sulla pennellata, sulla lieve variazione di colore, sulla polvere percepita, sento che devo rimanere più a lungo, ritornare con il pensiero per cogliere di più”.

È lo stesso ingegnere, spiegando a Mariella Gnani la propria curiosa abitudine di salutare le opere di Morandi, ad aggiungere:

“Per farle capire la porto nell’ambito musicale. Quando un musicista sceglie uno strumento, che lo accompagnerà per tutta la vita, avviene il ‘fenomeno di coniugalizzazione’, lo scriva, perché ne sono fermamente convinto. Paganini chiamava il suo violino ‘Cannone’ per la potenza del suono. Non voglio portare l’attenzione solo sull’oggetto perché quello che importa è mettere in evidenza il senso profondo di una unione, il cui fondamento è di carattere amoroso. Con le opere che ho collezionato avviene il medesimo processo”.

Giorgio Morandi. Opere dalla collezione Antonio e Matilde Catanese è accompagnata da una pubblicazione edita da Silvana Editoriale, con testi critici di Mariella Gnani, Maria Cristina Bandera, Luca Cecchetto, Federica Bucolini, Paolo Triolo, Sabrina Burattini, Laura Valentini, e le schede delle 90 opere appartenenti alla collezione Catanese a cura di Stella Seitun.

Per la realizzazione dell’esposizione si ringrazia l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo | Scuola di Conservazione e Restauro che ha affiancato la curatrice per il controllo delle opere durante il periodo espositivo e per alcune indagini legate alla caratterizzazione dei materiali, alla documentazione digitale e alla diagnostica non invasiva.


Giorgio Morandi, Autoritratto, 1914
olio su tela, 44 x 35 cm
Collezione Antonio e Matilde Catanese
© Giorgio Morandi by SIAE, 2022

Storia conservativa dell’Autoritratto del 1914 di Giorgio Morandi

di Mariella Gnani


SCHEDA TECNICA

Mostra:
Giorgio Morandi. Opere dalla collezione Antonio e Matilde Catanese

A cura di:
Mariella Gnani

Sede:
Museo Morandi
via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna

Periodo di apertura:
3 dicembre 2022 – 26 febbraio 2023
Opening: venerdì 2 dicembre h 18.00

Orari di apertura:
martedì e mercoledì h 14-19
giovedì h 14-20
venerdì, sabato, domenica e festivi h 10-19
chiuso: lunedì non festivi

Ingresso e biglietti:
Intero 6 euro, ridotto 4 euro
Biglietteria on line

Informazioni generali:
Museo Morandi
Tel. +39 051 6496611
www.mambo-bologna.org/museomorandi/
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
Twitter: @MAMboBologna
YouTube: MAMbo channel

Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
Instagram: @bolognamusei

Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna
e-mail Ufficio Stampa Bologna Musei 
Elisa Maria Cerra – Tel. +39 051 6496653 e-mail elisamaria.cerra@comune.bologna.it 
Silvia Tonelli – Tel. +39 051 6496620 e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it
Con la collaborazione di Ornella De Carlo

Roma, Galleria del Cembalo: inaugurazione della mostra “LA VIE EN VERT” di Karmen Corak

Karmen Corak, 8298

La Galleria del Cembalo presenta la mostra

LA VIE EN VERT

Fotografie di Karmen Corak

Dal 7 dicembre 2022 al 3 febbraio 2023

Galleria del Cembalo

Palazzo Borghese, Largo della Fontanella di Borghese 19, Roma

Il 7 dicembre 2022 la Galleria del Cembalo ha il piacere di inaugurare nelle proprie sale La vie en vert, un nuovo progetto fotografico di Karmen Corak, artista italiana di origine slovena che ha studiato Arti Grafiche in Croazia e Conservazione e restauro di opere d’arte su carta in Italia, Giappone e Austria. La mostra sarà visitabile fino al 3 febbraio 2023.

Le fotografie esposte sono testimonianza di una natura venerata, di una contemplazione paesaggistica che muove l’osservatore a dialogare con esse. Le immagini sono il risultato di un processo evolutivo che prende le mosse dall’amore per i giardini, unito ad un profondo interesse per la cultura tradizionale dell’Estremo Oriente. Ed è dal Giappone, sull’isola di Shikoku, che proviene la carta washi, ideale per stampare queste immagini.

Scattate nei giardini botanici in ItaliaSloveniaGermaniaFranciaCina e Giappone, le fotografie di Karmen Corak assegnano un valore cultuale all’impermanenza, alla dissolvenza del paesaggio, riflettendo sulla sua valenza poetica. In tal modo le immagini suggeriscono, anche attraverso i più piccoli dettagli, la spiritualità della sua connessione con il paesaggio e la profondità di un rapporto interiore, basato sulla vibrante interazione tra memoria e presente.

KC Berlin 2802, 2019

Un forte impatto ha avuto sulla fotografa una celebre frase del poeta J.C. Friedrich Hölderlin: “Pieno di meriti, ma poeticamente, abita l’uomo su questa terra“. A guidare lo spettatore tra le fotografie in mostra, Corak scrive che questa riflessione sulla Natura “evoca in me il ricordo di gioia infantile e le scoperte del sentimento ‘verde’ nel giardino di famiglia. La luce riflessa sulle piante rimaneva come una reminiscenza nei miei occhi. La contemplazione della Natura, rinvia a tutto ciò che è stato visto nel passato, nell’immaginazione, o all’esperienza intima, una rivelazione nel tempo. Il paesaggio è una sorgente inesauribile che invita all’interazione“.

Abbiamo conosciuto Karmen Corak come restauratrice di opere antiche su carta e appassionata del Giappone e delle tecniche di stampa antica tradizionale di quel paese. Poi abbiamo scoperto il suo lavoro fotografico, che nell’indagine delle forme nascoste della natura cela una ricerca intima di sé e della profonda appartenenza al tutto” dichiara la direttrice della Galleria del Cembalo Paola Cavazza.

KARMEN CORAK

Karmen Corak, nata in Slovenia, studia Arti Grafiche in Croazia e Conservazione e restauro di opere d’arte su carta in Italia, Giappone e Austria. Segue seminari di fotografia con Rinko Kawauchi e HansChristian Schink. Vive e lavora tra Roma e Venezia. Ha lavorato alla GNAMall’Accademia a Venezia ed ora alla Calcografia a Roma come restauratrice di carta/stampe antiche. Partecipa alle mostre collettive in Cina, Corea, Croazia, Francia, Germania, Giappone, Italia, Russia, Slovenia, Spagna, Ungheria e USA; e con le mostre personali alle diverse edizioni del Festival Internazionale di Fotografia a Roma. Riceve premi internazionali in Fine Art Photography a Parigi, Malaga e Berlino.


GALLERIA DEL CEMBALO

La Galleria del Cembalo, un grande spazio espositivo aperto per iniziativa di Paola Stacchini Cavazza all’interno di Palazzo Borghese, nel cuore antico di Roma, tra piazza di Spagna e il Tevere, vuole restituire ai collezionisti e agli appassionati d’arte alcune delle sale al pianterreno che Marcantonio IV Borghese fece decorare alla fine del Settecento per ospitarvi la propria collezione di opere d’arte.

L’attività espositiva, diretta in collaborazione con Mario Peliti, ha come elemento centrale la fotografia e il suo dialogo con le altre forme di espressione artistica.

La mostra inaugurale, nel maggio del 2013, si intitolava Passaggi ed era a cura di Giovanna Calvenzi. Il tema centrale era la discontinuità di stile e di contenuti nel lavoro di fotografi italiani di tre generazioni. Erano esposte fotografie di Ugo Mulas, Mario Cresci, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Francesco Radino, Antonio Biasiucci, Paolo Pellegrin, Luca Campigotto, Paolo Ventura, Silvia Camporesi, Alice Pavesi e Moira Ricci. Da allora, nell’arco di nove anni sono state prodotte cinquantadue mostre, tra monografiche e collettive, talvolta di rilevante impegno curatoriale, presentando sia lavori di autori celebrati sia nuove proposte.

La galleria annovera tra i suoi artisti Letizia Battaglia, Antonio Biasiucci, Christopher Broadbent, Danila Tkachenko, Alessandro Imbriaco, Luca Campigotto, Lorenzo Castore, Nicolò Cecchella, Stefano Cerio, Kathryn Cook, Karmen Corak, Cortis & Sonderegger, John Demos, Giorgia Fiorio, Joan Fontcuberta, Charles Fréger, Michael Kenna, Charles March, Massimo Siragusa, Toni Thorimbert. Grazie alla continuità e costanza nella programmazione, la Galleria del Cembalo costituisce un punto di riferimento nel panorama culturale romano.

Con regolarità le mostre della galleria sono state recensite da TG 5, RaiNews24, L’Espresso, Internazionale, Io Donna, Sette, Il Giornale dell’Arte, Arte, Artribune, Exibart. Servizi sulla Galleria del Cembalo sono apparsi sul New York Times e Le Figaro. Nelle sale della galleria si ospitano frequentemente presentazioni di libri, incontri di lavoro, eventi privati su richiesta.


INFORMAZIONI UTILI

MOSTRA LA VIE EN VERT DI KARMEN KORAK
Dal 7 dicembre 2022 al 3 febbraio 2023
DOVE: Galleria del Cembalo, Palazzo Borghese – Largo della Fontanella di Borghese 19, Roma
ORARI: Da mercoledì a venerdì dalle 15.30 alle 19.00 – sabato dalle 11.00 alle 19.00
INGRESSO LIBERO

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TELEFONO: +39 06 83796619 (attivo durante gli orari d’apertura)
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Venezia, Palazzo Bembo: Women in Love – La potenza naturale del piacere femminile per denunciare le mutilazioni genitali femminili

Benedetta Paravia
con il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella

Il 2 Dicembre a Venezia sarà inaugurata la Mostra ad alto contenuto sociale e solidaristico Women in Love di Benedetta Paravia alias Princess Bee. Lo scopo centrale di questo evento artistico è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle Mutilazioni Genitali Femminili (clitoridectomia, escissione ed infibulazione) al fine di contribuire a porre fine a questa terribile violenza perpetrata su bambine e giovani donne;

Saranno esposti i frames fotografici di 7 video NFT che ritraggono ognuno 7 donne volontarie di nazionalità diverse, ed attraverso l’uso di un QR Code si potranno visualizzare i video e le storie toccanti delle 7 modelle. Le immagini suscitano impatto emotivo attraverso la rappresentazione di un vero orgasmo, ossia la forza della natura femminile in contrapposizione alla violenza del crimine delle MGF;

Nel corso della serata è prevista una performance live simbolica che vedrà protagoniste due delle 7 modelle mentre il Maestro Luca Barbareschi reciterà un monologo.

    “Women in Love”
    Video-mostra di Benedetta Paravia (Princess Bee)

    2.12 – 23.12.2022
    Palazzo Bembo, Riva del Carbon, 30124, Venezia

    Opening: 2 dicembre alle ore 17:00 per i media e dalle 18:00 alle 21:30 per gli ospiti 

    Il 2 Dicembre, alle ore 17 per i media e dalle 18 alle 21:30 per gli ospiti, presso Palazzo Bembo, affacciato sul Canal Grande all’altezza del Ponte di Rialto, a Venezia sarà inaugurata la mostra ad alto contenuto sociale e solidaristico Women in love di Benedetta Paravia, in collaborazione con la Galleria internazionale ITSLIQUID GROUP
    Benedetta Paravia, il cui progetto artistico beneficia già del Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, lo scorso 28 Ottobre presso la Camera dei Lords a Londra è stata premiata, con decreto precedentemente firmato dalla Regina, con la motivazione “best project 2022 for women empowerment“. Si tratta del premio per le donne leaders che è stato dedicato alla Regina stessa dopo la sua scomparsa.

    Lo scopo principale della Mostra è sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle Mutilazioni Genitali Femminili (clitoridectomia, escissione ed infibulazione) al fine di contribuire a porre fine a questa terribile violenza perpetrata su bambine e giovani donne, una violazione dei Diritti Umani (WHO 2008). Sono 125 milioni le donne nel mondo che convivono con una delle mutilazioni genitali esistenti, mentre sono 4 milioni le bambine che, ogni anno, rischiano di subirne una.
     
    Saranno esposti 7 video NFT che ritraggono ognuno 7 donne volontarie di nazionalità diverse, con la direzione fotografica di Daniele Pedone. Le immagini suscitano impatto emotivo attraverso la rappresentazione di un vero orgasmo, ossia la forza della natura femminile in contrapposizione alla violenza del crimine delle MGF. Lo spettatore è indotto di conseguenza alla riflessione ed alla presa di coscienza delle profonde lesioni fisiche e psichiche inflitte alla donna ed alla propria femminilità che le viene negata dopo aver subito queste pratiche. La “naturalità” come leva virtuosa per scardinare usanze drammaticamente oscurantiste e violenze di genere contemporanee è sottolineata nei video da elementi  come acqua, sabbia, ecc. 
     
    Le mobilitazioni internazionali contro questo fenomeno hanno ridotto l’incidenza nelle nuove generazioni ma il problema è ancora gravemente diffuso. Le MGF sono divenute target del quinto obiettivo di Sviluppo Sostenibile: la parità di genere. Infatti, sebbene la pratica sia gestita dalle donne, è però sorretta da un sistema di valori e norme che esercitano una funzione culturale ed identitaria: l’attenuazione del desiderio femminile, l’aumento del piacere maschile ma soprattutto la sicurezza della fedeltà matrimoniale e la preservazione della verginità sono tra le motivazioni dominanti di natura sessuale. Le MGF, quindi, non hanno alcuna base religiosa e sono praticate in molti paesi dell’Africa, del Sud della penisola araba, del Sud Est asiatico e, appunto, anche in Italia. Con la Legge n.7 del 9 Gennaio 2006 il Parlamento italiano ha provveduto a tutelare la donna dalle pratiche di mutilazione genitale femminile in attuazione degli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione Italiana e di quanto sancito dalla Dichiarazione e dal Programma di azione adottati a Pechino il 15 Settembre 1995 nella quarta Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulle donne. Il 6 Febbraio infine è stata proclamata la Giornata Mondiale Contro le Mutilazioni Genitali Femminili.
     
    L’arte si fa portatrice di istanze sociali attraverso delle immagini che possano innescare una reazione o una riflessione nel visitatore e cercando di attivare un volano solidaristico il più concreto possibile. Il catalogo della mostra, realizzato in doppia lingua italiana ed inglese, conterrà alcune delle testimonianze più significative di donne impegnate da oltre trent’anni nella lotta contro le MGF, sia che siano state vittima, sia che siano scampate alla violenza. Al termine della mostra, i 7 NFT verranno battuti durante un’asta benefica di cui parte del ricavato andrà a sostenere la NGO The Girdle per l’empowerment delle donne in Africa ed il resto verrà impiegato per una campagna mirata di educazione alla consapevolezza per le fanciulle tramite i social media Tiktok ed Istagram, con una serie di conferenze itineranti sul tema MGF e per la deinfibulazione e clitoridoplastica gratuite per le vittime mutilate. 

    Benedetta Paravia

    Benedetta Paravia

    Artista poliedrica e creative producer Benedetta Paravia aka Princess Bee è tornata in Italia dagli Emirati Arabi Uniti, dove lavora creando un ponte tra Medio Oriente ed Europa attraverso la cultura, la formazione universitaria, le canzoni (di cui una per la pace, “Angels”, patrocinata dall’UNESCO), i libri, i programmi televisivi e cross mediali al femminile, le sfilate, le mostre d’arte e la solidarietà. È l’italiana più famosa nel mondo arabo, unica personalità ad oggi autorizzata – all’interno del Museo del Cairo – per un servizio fotografico ed icona della sua amata città d’adozione: Dubai. È Vice Presidente ed Ambasciatore di A.N.G.E.L.S. – Associazione Nazionale Giovani Energie Latrici di Solidarietà – ONLUS.
    È anche l’orgoglio di Google con il 100% di notizie positive a lei dedicate. Collabora con La Repubblica e RepTV.

    Wikipedia: https://en.m.wikipedia.org/wiki/Princess_Bee
    Instagram: @benedettaparavia @princessbeemusic
    Website: www.benedettaparavia.com

    Daniele Pedone

    Daniele Pedone fotografo e per questa Mostra si è affiancato all’Artista Benedetta Paravia in qualità di direttore della fotografia, ha collaborato con importanti personalità nel campo delle arti visive quali Peter Lindbergh, Bruce Weber, Mario Testino ed altri. Ha vissuto a New York, Londra e alle Isole Canarie. Di ritorno in Italia ha abbracciato il progetto artistico-culturale umanitario Women in Love.



    Artista|Benedetta Paravia
    Location | Palazzo Bembo, Riva del Carbon, 30124, Venezia VE
    Durata della Mostra| 2.12 – 23.12.2022
    Opening |2 Dicembre alle ore 17:00 per i media e dalle 18:00 alle 21:30 per gli ospiti

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    Davide Federici – Responsabile ufficio stampa
    Carlotta Berti – Per informazioni e gestione social
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    Pu 25.11.2022