Ferrara, una città Rinascimentale attorno alla grande mostra ai Diamanti

Ai Diamanti la grande mostra su  
Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa.
E tutto intorno le meraviglie della Ferrara Rinascimentale

RINASCIMENTO A FERRARA
Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa

Ferrara, Palazzo dei Diamanti

18 febbraio – 19 giugno 2023

Mostra a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Danieli

Promossa da Fondazione Ferrara Arte (direttore Pietro Di Natale) e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara

Vernice per la Stampa: giovedì 16 febbraio 2023, ore 11

Lorenzo Costa: Fuga degli Argonauti dalla Colchide, c. 1483 Tempera e olio su tavola, cm 35 x 26,5 Madrid, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza

Oltre 100 opere, molte che tornano per la prima volta a Ferrara da musei di mezzo mondo, riunite per indagare il primo Rinascimento Ferrarese. Ad accoglierle, dal 18 febbraio al 19 giugno 2023, un Palazzo dei Diamanti completamente rinnovato nei suoi spazi espositivi. La mostra inaugurale è dedicata a due grandi maestri ferraresi del Rinascimento: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, e costituisce prima tappa di un progetto più ampio e ambizioso intitolato Rinascimento a Ferrara 1471-1598 da Borso ad Alfonso II d’Este. Progetto destinato ad approfondire la vicenda storico-artistica del periodo compreso tra l’elevazione della città a ducato e il suo passaggio dalla dinastia estense al diretto controllo dello Stato Pontificio.

Le opere che si potranno ammirare in questa mostra, provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, fanno di essa un’occasione unica, e forse irripetibile, per scoprire due grandi protagonisti del Rinascimento italiano, oltre che ferrarese.

Dopo aver ammirato le meraviglie così eccezionalmente riunite a Diamanti, diventa naturale voler scoprire il loro “terreno di coltura”, ovvero la Ferrara Rinascimentale: una meraviglia frutto di coltissimi e ambiziosi committenti, gli Este, di un grande architetto, Biagio Rossetti, e di Pellegrino Prisciani, l’astrologo di Corte. Ci sono loro dietro alla trasformazione di un borgo medievale in una delle capitali del Rinascimento italiano.

Il progetto, colossale, di rinnovo della capitale del Ducato, prese forma alla fine del ‘400 per iniziativa del duca Ercole I d’Este e si trattò di un intervento innovativo per estensione e organicità, che riuscì a fare di Ferrara, secondo Bruno Zevi la prima città moderna europea.

L’epicentro del rinnovamento fu il Castello Estense, la sede del potere ducale. Da trecentesca severa fortezza, nel corso dei due secoli, il Castello si evolve in fastosa dimora di una delle più splendide e celebri Corti d’Europa.

Le altezze delle sue inconfondibili quattro torri sovrastano tutto l’ambiente circostante e rivaleggiano soltanto con il campanile della Cattedrale.

Le pietre del Castello Estense di Ferrara risuonano ancora dei passi e delle voci dei suoi abitanti. Nelle prigioni, Ugo, figlio del Marchese Niccolò III, e Parisina, la giovane moglie del Marchese, morirono per essersi amati in segreto; e più tardi Giulio d’Este, fratellastro del duca Alfonso I, rimase imprigionato per 53 anni. Mentre, al piano nobile, Lucrezia Borgia, primadonna del Cinquecento, e il suo seguito celebravano i fasti di un’epoca in cui Ferrara era una delle corti più splendide d’Europa, cantata da Ludovico Ariosto nell’Orlando furioso e dipinta dagli artisti della grande scuola ferrarese.

Fuori dal Castello la città doveva essere ampliata e rinnovata. Ecco l’invenzione della Addizione Erculea.

Con essa Ferrara muta la sua forma originale, preservando un eccezionale e armonioso equilibrio tra il nuovo che si stava creando e il preesistente nucleo medievale del vecchio centro urbano.

Un lungo viale viene progettato per congiungere il Castello con le mura della città. Su quello che era un terreno ancora agricolo, si traccia una delle più eleganti strade d’Europa. Ad affiancarla eleganti palazzi, in un crescendo che raggiunge i suo acme nel Quadrivio degli Angeli dove si fronteggiano Palazzo dei Diamanti e Palazzo Prosperi Sacrati. Il Corso prosegue poi verso la magnifica Certosa con il Tempio dedicato a San Cristoforo.

Poco più in là, Piazza Ariostea, la “piazza nuova” dove si affacciano i magnifici palazzi caratterizzati da ampi loggiati con arcate.

Lungo Corso Porta Mare, maestosi e preziosi palazzi. Come il complesso di Palazzo Massari (ora Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, con le raccolte di Giovanni Boldini e Filippo De Pisis (Museo in corso di riallestimento), sino ad affiancare Piazza Ariostea, dove svetta la statua recentemente restaurata del poeta Ludovico Ariosto. Da qui si può raggiungere il Tempio di San Cristoforo alla Certosa per rimanere incantati davanti alla sua mole incontrastata o svoltare per raggiungere la Casa che fu del poeta Ariosto.

A difendere la nuova Ferrara, una cerchia di mura, lunghe oltre 9 chilometri, funzionali al loro scopo ma anche di grande qualità architettonica.

Specchio de potere ma anche della magnificenza dei Duchi sono le Delizie Estensi, luoghi dello “star bene” innalzati ai margini della città e nel territorio circostante.

L’esempio più noto è quello di Palazzo Schifanoia, voluto da Alberto V d’Este nel 1385 come luogo di svago appartato dalla città per “schivar la noia”. Al piano nobile si ammira il celebre ciclo di affreschi del Salone dei Mesi, realizzato tra il 1469 e il 1470 dai maestri dell’Officina ferrarese, come Francesco del Cossa e Ercole de’ Roberti. Commissionato dal duca Borso d’Este per esaltare la sua attività di governo, il ciclo traduce in immagini le idee di Pellegrino Prisciani, astrologo di Corte, e rappresenta una delle più grandi testimonianze della cultura rinascimentale italiana.

Ispirati dai mesi dell’anno e dai segni zodiacali, sguardi, gesti e visi dei personaggi raccontano una storia vecchia di cinque secoli e mezzo. Il misterioso Vir Niger, l’uomo nero, l’ultimo decano del segno zodiacale dell’Ariete, accompagna nel mese di marzo Borso, duca di Ferrara dal 1471, e la sua corte, protetti da divinità dell’Olimpo sedute su carri celesti.

Poco discosta, la Palazzina Marfisa (visibile solo l’esterno, essendo in corso il restauro), magnifico esempio di residenza signorile costruita da Francesco d’Este, figlio del duca Alfonso I e di Lucrezia Borgia. Da non perdere sono Palazzo Roverella, Palazzo Bonacossi, Palazzo di Renata di Francia (visibile solo l’esterno)   e Palazzo Costabili, conosciuto anche come Palazzo di Ludovico il Moro.

In Palazzo Costabili meritano una visita i cicli affrescati ed in particolare il magnifico soffitto cinquecentesco affrescato dal Garofalo nella Sala Del Tesoro. Raffigura una finta balconata dalla quale si affacciano diversi personaggi che testimoniano il loro amore nei confronti della musica, dell’arte e della poesia.

In Casa dei Romei, la Sala delle Sibille e dei Profeti, i soffitti lignei, le volte affrescate e l'”Alcova” costituiscono un corpus artistico unico a Ferrara.

Posto a sé per Palazzo dei Diamanti, rinnovata sede che accoglie la grande mostra Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Danieli.

Siamo davanti ad uno dei monumenti più celebri di Ferrara e del Umanesimo italiano, situato in corso Ercole I d’Este jr, nel Quadrivio degli Angeli, proprio al centro dell’Addizione Erculea. La sua caratteristica principale è il bugnato esterno a forma di punte di diamante, che danno il nome al palazzo. I circa 8.500 blocchi di marmo bianco venato di rosa creano pregevoli effetti prospettici grazie alla diversa conformazione delle punte, orientate diversamente a seconda della collocazione in modo da catturare al meglio la luce (ora verso terra, ora centralmente e verso l’alto nel risalire dalla parte inferiore del monumento). Celebri anche le candelabre e le decorazioni fitomorfe d’angolo tradizionalmente attribuite a Gabriele Frisoni un tagliapietre originario di Mantova, mentre la pilastra d’angolo sopra al balconcino, venne rifatta dallo scultore ferrarese Gaetano Davia.

Il piano nobile del Palazzo accoglie la Pinacoteca (Museo Nazionale) nelle sale comprendenti il magnifico salone d’onore e l’appartamento cinquecentesco di Virginia de’ Medici, offre una notevole rassegna di quadri rinascimentali. Alle opere di maestri come Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti e di altri artefici dell’Officina Ferrarese, si affiancano l’imponente Polittico Costabili, eseguito dal Garofalo e da Dosso Dossi, e i dipinti del Bastianino, con i quali si chiude l’epoca estense a Ferrara.

Una ulteriore tappa è d’obbligo per chi vuole approfondire la conoscenza della Ferrara Rinascimentale, quella al Museo della Cattedrale di Ferrara, nella ex Chiesa di San Romano. Qui, accanto a capolavori pittura e di scultura medievale (come le formelle raffiguranti i Mesi), si ammirano opere rinascimentali, a partire dalla Annunciazione e San Giorgio e il Drago, capolavoro assoluto di Cosmè Tura, capofila della scuola ferrarese quattrocentesca, e la Madonna della Melagrana, statua in marmo di Carrara dell’artista senese Jacopo della Quercia.


Informazioni
tel. 0532 244949 | diamanti@comune.fe.it
www.palazzodiamanti.it

Ufficio Stampa
Ufficio Stampa Fondazione Ferrara Arte
Anja Rossi
3404190867
comunicazione.ferrararte@comune.fe.it

In collaborazione con
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo 
www.studioesseci.net tel. 049663499
rif. Simone Raddi simone@studioesseci.net 

MAMbo, Bologna – Yuri Ancarani. Atlantide 2017 – 2023

Yuri Ancarani
Atlantide 2017 – 2023

a cura di Lorenzo Balbi

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Sala delle Ciminiere
2 febbraio – 7 maggio 2023
Opening mercoledì 1 febbraio 2022 h 18.00

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna trasforma ancora una volta lo spazio della Sala delle Ciminiere per accogliere il nuovo progetto espositivo di Yuri Ancarani (Ravenna, 1972): Atlantide 2017 – 2023La mostra, a cura di Lorenzo Balbi, è un main project di ART CITY Bologna 2023, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso da Comune di Bologna e BolognaFiere in occasione di Arte Fiera, inaugura mercoledì 1 febbraio 2023 alle h 18.00 e rimarrà aperta al pubblico dal 2 febbraio al 7 maggio 2023
Atlantide 2017 – 2023 si realizza con il sostegno del Trust per l’Arte Contemporanea, grazie al main sponsor Gruppo Hera, in partnership con il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e IWONDERFULL, in collaborazione con I Wonder PicturesDugong Films e Rai Cinema.

Yuri Ancarani, still da Atlantide, 2021, durata 104 min, courtesy Studio Ancarani

Il progetto pensato per il MAMbo da Ancarani, artista visivo e regista, si pone come un’ “esplosione” del film Atlantide, presentato in anteprima nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 e, a seguire, in numerosi festival internazionali: un viaggio all’interno del processo di ricerca e dei numerosi materiali prodotti nell’arco di circa sei anni, prima, durante e dopo la realizzazione del film, sui quali l’artista ha operato una selezione, dando loro una nuova formalizzazione.In un’atmosfera avvolgente e immersiva il pubblico potrà seguire una extra-narrazione che va oltre il lungometraggio, grazie a una serie di contenuti inediti prodotti per la mostra.

Il film – una produzione Dugong Films con Rai Cinema in coproduzione con Luxbox e Unbranded Pictures –  ha come protagonistaDaniele, un giovane di Sant’Erasmo, un’isola della laguna di Venezia. Vive di espedienti, ed è emarginato anche dal gruppo dei suoi coetanei, i quali condividono un’intensa vita di svago, che si esprime nella religione del barchino: un culto incentrato sulla elaborazione di motori sempre più potenti, che trasformano i piccoli motoscafi lagunari in pericolosi bolidi da competizione. Anche Daniele sogna un barchino da record, che lo porti in testa alla classifica. Ma tutto ciò che fa per realizzare il suo sogno e guadagnarsi il rispetto degli altri finisce per rivoltarglisi contro, tragicamente. Il degrado che intacca le relazioni, l’ambiente e le pratiche di una generazione alla deriva viene osservato attraverso gli occhi del paesaggio senza tempo di Venezia. Il punto di non ritorno è una balorda, residuale storia di iniziazione maschile, violenta e predestinata al fallimento, che esplode trascinando la città fantasma in un trip di naufragio psichedelico.
Atlantide è stato costruito e realizzato attraverso le relazioni che il regista ha sviluppato nel tempo con i ragazzi entrati a far parte del cast, quasi tutti non-attori, le loro vicende di vita, il rapporto con Venezia. Racconta Ancarani:
“Atlantide è un film nato senza sceneggiatura. I dialoghi sono rubati dalla vita reale, e la storia si è sviluppata in divenire durante un’osservazione di circa quattro anni, seguendo la vita dei ragazzi. Questo metodo di lavoro mi ha dato la possibilità di superare il limite di progettazione tradizionale nel cinema: prima la scrittura e poi la realizzazione. Così il film ha potuto registrare in maniera reattiva questo momento di grande cambiamento di Venezia e della laguna, da un punto di vista difficile da percepire, attento allo sguardo degli adolescenti. Il desiderio di vivere così da vicino le loro vite, dentro i loro barchini, ha reso possibile tutto il resto: il film si è lentamente costruito da solo” (L’Atlantide di Yuri Ancarani, su cinematografo.it, 2 settembre 2021).

Nel film, sebbene la narrazione ruoti intorno a Daniele e agli altri ragazzi, emerge come grande protagonista l’unicità della città lagunare. Così anche al MAMbo il fulcro è la Venezia-Atlantide ricreata dall’artista. Una città difficilmente definibile, soffocata dallo sfruttamento turistico, costantemente sotto minacce ambientali che interessano tutto il pianeta ma qui diventano particolarmente pregnanti. Un luogo i cui abitanti, ormai ridotti a meno di 50.000, vivono in bilico tra la necessità di lottare per non essere sommersi dalle acque lagunari e dalle ondate turistiche inarrestabili e la tentazione di abbandonare la lotta e lasciare la città al suo destino.
Al contempo, in un’ottica più ampia, la Venezia di Ancarani perde la sua connotazione geografica e urbana, diventa un simbolo, una rappresentazione ideale della decadenza del capitalismo, un luogo esemplare per raffigurare un problema globale. Alla fine del percorso ci si rende conto di come questi problemi, queste tematiche, non riguardino solo Venezia o i veneziani, ma ci coinvolgano tutti da vicino.

La disperazione dell’adolescenza, la decadenza di Venezia, il degrado dell’ambiente e delle relazioni sono i grandi temi che attraversano anche la mostra Atlantide 2017 – 2023, che può essere letta come un’unica opera corale: il film viene presentato in una sala del museo come tassello di un progetto più ampio che include una serie di nuovi lavori.Scrive Lorenzo Balbi sull’esposizione:
Nella Sala delle Ciminiere e attorno ad essa Ancarani ricrea un luogo irreale, forse emerso o forse sommerso, pervaso dall’oscurità, da nebbia e luci al laser. In questo non-luogo i visitatori entrano fisicamente in contatto con la Venezia-Atlantide dell’artista: un luogo immaginario o forse reale, fatto di immagini semplici ma spiazzanti: un prete che spazza inesorabilmente l’acqua sotto un portego con la scopa, un musicista improvvisato che strimpella con una fisarmonica su una fondamenta davanti ad un vaporetto in secca, due ragazzi sul barchino che si rivestono dopo aver consumato un rapporto in laguna, una ragazza che viene portata bendata a vedere l’adesivo con il proprio nome appena attaccato sul barchino del fidanzato. Sono immagini qualunque di vita veneziana, immagini apparentemente fuori dall’ordinario ma per questo ancora più reali ed efficaci“.

I materiali presentati sono vari e in alcuni casi si tratta di veri e propri cortometraggi, frutto anche del lavoro documentaristico svolto da Ancarani a Venezia (è il caso, ad esempio, delle riprese della manifestazione contro le grandi navi in laguna o del trasporto in barca di un elettrodomestico da Burano a Rialto, visto tramite i movimenti di una cimice sulle funi di fissaggio). Un passaggio particolarmente forte della mostra è la doppia video-installazione allestita al centro della Sala delle Ciminiere in cui il pubblico ritroverà il carattere psichedelico del finale di Atlantide, con scene inedite, fasci di luci colorate del barchino di Daniele che si proiettano sui palazzi veneziani e la musica di Sick Luke e Lorenzo Senni/Francesco Fantini che viene suonata in sincrono da un’orchestra sullo schermo di fronte.

In occasione di Atlantide 2017 – 2023 esce per Edizioni MAMbo la sceneggiatura inedita di Atlantide, adattata da Patrizia Pistagnesi, critica, docente, sceneggiatrice e creatrice di serie tv, che ha creato un testo successivo alla realizzazione del film, nato appunto senza sceneggiatura, con dialoghi spontanei. La pubblicazione è arricchita da un testo inedito di Lorenzo Balbi e da una selezione di still del film.

Yuri Anacarani sarà a Bologna anche ad Arte Fiera 2023: è lui infatti il protagonista della prima edizione di Led Wall Commission, che vedràla presenza all’ingresso di Piazza Costituzione di un mega-schermo di 5×9 metri su cui saranno visibili suoi contenuti video per chi attraversa la soglia del quartiere fieristico. Sempre nell’ambito del programma di incontri organizzati da Arte Fiera verrà presentata la sceneggiatura pubblicata da Edizioni MAMbo.
All’artista sarà infine dedicata una mostra antologica al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milanodal28 marzo all’11 giugno 2023, curata da Diego Sileo e Iolanda Ratti con catalogo edito da Silvana Editoriale, che sottolineerà il dialogo e la connessione tra le due esposizioni, bolognese e milanese.

Yuri Ancarani – Note biografiche

Yuri Ancarani, still da Atlantide, 2021, durata 104 min, courtesy Studio Ancarani

Yuri Ancarani (Ravenna, 1972) è un video artista e film-maker italiano. Le sue opere nascono da una continua commistione fra cinema documentario e arte contemporanea, e sono il risultato di una ricerca spesso tesa ad esplorare regioni poco visibili del quotidiano, realtà in cui l’artista si addentra in prima persona.
I suoi lavori sono stati presentati in numerose mostre e musei nazionali e internazionali, tra cui: Kunstverein Hannover (Germania); Castello di Rivoli (Rivoli Torino, Italia); Manifesta 12 (Palermo, Italia); Kunsthalle Basel (Basilea, Svizzera); Art Basel Unlimited (Basilea, Svizzera); 16° Quadriennale d’Arte Altri tempi, altri miti, Palazzo delle Esposizioni (Roma); 55° Esposizione d’Arte Internazionale, Il Palazzo Enciclopedico, La Biennale di Venezia (Italia); Beursschouwburg (Brussel, Belgio); CAC, Centre d’Art Contemporain Genève (Ginevra, Svizzera); Centre Pompidou (Parigi, Francia); Fondazione Sandretto, Re Rebaudengo (Torino); Hammer Museum (Los Angeles, California); AMACI, Museo del Novecento (Milano); MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo (Roma); R. Solomon Guggenheim Museum (New York, USA); Palais de Tokyo (Parigi, Francia); RaebervonStenglin (Zurigo, Svizzera); Stiftung Insel Hombroich (Neuss, Germania).
E in numerosi Festival, tra cui: New York Film Festival (New York City, USA); Camden International Film Festival (Maine, USA); New Directors/New Films, MoMA (New York, USA); Desert Exhibition of Art (Palm Spring, California); True/False Film Festival (Columbia, Missouri); SXSW South by Southwest (Houston, Texas); Ann Arbor Film Festival (Michigan, USA); Hot Docs (Toronto, Canada); TIFF Toronto International Film Festival (Toronto, Canada); BIM Biennale dell’Immagine in Movimento, Centre d’Art Contemporain Genève (Ginevra, Svizzera); Locarno Film Festival (Locarno, Svizzera); Viennale (Vienna, Austria); 67° e 68°Festival del Cinema di Venezia (La Biennale di Venezia, Italia); IFFR International Film Festival Rotterdam (Rotterdam, Olanda); 23° IDFA International Documentary Film Festival Amsterdam (Amsterdam, Olanda); Cinéma du Réel (Centre Pompidou, Parigi Francia); CPH:DOX (Copenhagen, Danimarca); Festival International du Film de La Roche sur Yon (La Roche sur Yon, Francia); Beat Film Festival (Mosca, Russia); Taipei Film Festival (Taipei, Taiwan).
Ha inoltre ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui: “Premio speciale della giuria CINÉ+” Cineasti del presente, 69° Locarno Film Festival (Locarno, Svizzera); cinque nominations ai Cinema Eye Honors, Museum of Moving Image (New York, USA); “Grand Prix in Lab Competition”, Clermont Ferrand Film Festival (Clermont Ferrand, Francia).


SCHEDA TECNICA

Mostra:
Yuri Ancarani. Atlantide 2017 – 2023

A cura di:
Lorenzo Balbi

Promossa da:
Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Sede:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Via Don Minzoni 14, Bologna

Periodo di apertura:
2 febbraio – 7 maggio 2023
Opening mercoledì 1 febbraio 2022 h 18.30

Orari di apertura:
martedì e mercoledì h 14-19; giovedì h 14 -20; venerdì, sabato, domenica e festivi h 10-19
chiuso lunedì non festivi

Orari speciali in occasione di ART CITY Bologna 2023 saranno disponibili sul sito www.mambo-bologna.org

Ingresso:
Intero 6 euro | ridotto 4 euro

Informazioni generali:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Tel. +39 051 6496611
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Settore Musei Civici Bologna:
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