Roma, Torre degli Annibaldi: Per il Rebirth Day 2022 la performance Visualizzazione di un angelo di Barbara Lalle

Visualizzazione di un angelo – ph @roberto cavallini

Rebirth Day 2022

Visualizzazione di un angelo 
Performance di Barbara Lalle 

A cura di Michela Becchis, Edoardo Marcenaro, Roberta Melasecca

21 dicembre 2022 ore 16.00

Torre degli Annibaldi

Piazza S. Pietro in Vincoli 7 – Roma

Mercoledì 21 dicembre 2022 alle ore 16.00, giorno del solstizio d’inverno, per il Rebirth Day 2022, la Torre degli Annibaldi, sede dell’ANTA Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente, ospiterà Visualizzazione di un angelo, performance di Barbara Lalle a cura di Michela Becchis, Edoardo Marcenaro e Roberta Melasecca, questi ultimi Ambasciatori Rebirth Project / Terzo Paradiso Cittadellarte – Fondazione Pistoletto ONLUS. 

Della performance scrivono i tre curatori

“Una giacca a vento rotta da cui escono piume bianche. Quando Barbara mi racconta come da un semplice oggetto nasce l’idea della sua performance “Visualizzazione di un angelo”, penso alle parole di Chesterton: “la ragione per cui gli angeli sanno volare è che si prendono con leggerezza”. Di questi tempi quanto abbiamo bisogno dell’empatia immediata di persone come Barbara, che ci invitino a prenderci con leggerezza per affrontare una quotidianità ogni giorno più pesante? Un primo riscontro possiamo averlo dalla attenzione che viene oggi prestata alla sfera personale nel mondo del lavoro, con la promozione di valori che fino a ieri erano considerati disvalori. Un esempio? Dedicarsi ad “altro” veniva visto come “distrazione”, mancanza di dedizione alla propria sfera professionale, senza capire come “altro” in realtà apportasse un notevole miglioramento non solo sul piano motivazionale e relazionale, ma soprattutto alle capacità creative e innovative di ciascuno di noi. Oggi l'”altro” viene finalmente valorizzato e reso parte integrante del nostro lavoro: chi ha una passione, sportiva o culturale che sia, viene invitato a condividerla per vivere un momento di spensieratezza. […] Ma forse oggi anche un po’ di vaghezza e abbandono al caso ci potrebbero aiutare, mentre osserviamo le piume che Barbara lancia dall’alto di una terrazza, in parte fuoriuscite da quella giacca a vento rotta, in parte da lei realizzate su carta bianca con la scritta di alcune parole.” (dal testo di Edoardo Marcenaro)

“”Forme rivelatrici da lanciare dall’alto di una torre”. Nel 1969 fu questo il sottotitolo scelto da tre straordinari visionari per una performance chiamata “Visualizzazione dell’aria”. I tre visionari erano Bruno Munari, Ugo Mulas e Luciano Caramel. Per l’occasione, Munari costruì uno dei suoi fantastici “progetti” che altro non erano che strisce di carta tagliate in modi diversi e poi lanciati da una torre  di Como e tra i punti fondamentali del minuzioso progetto c’erano la lettera E “provate anche a fare altre forme”, la lettera F “Ancora (poiché le precedenti non andavano bene) [le “precedenti” quali? n.d.r.]), la lettera G “Queste sì”. In realtà, si progettava l’aria, anzi si progettava la possibilità di ogni persona di vedere nel modo che preferiva che scherzi riesce a fare l’aria. Barbara Lalle ricordava, per cura non per anagrafico, questa fiabesca performance e pensando un po’ a quelle striscioline di carta che si doveva provare a fare in altre forme ha pensato che la trasmissione della libertà da artista ad artista è la più preziosa visualizzazione a cui si può assistere. Quasi come riuscire a vedere un angelo. Ma di quale angelo racconterà mai Lalle? Quale angelo dovremmo vedere? Nella tragedia greca l’ànghelos racconta quello che non si vedrà in scena o perché è accaduto troppo tempo prima o perché è troppo terribile da mostrare, da replicare in un’azione fosse anche simbolica. E in effetti come si potrebbe vedere la trasmissione della visionarietà se non ci fossero le piume? Già perché l’angelo che si dovrebbe vedere c’è, vola sulla performance e racconta di fatti che da un lato sono ormai una sequenza temporale assai lunga e dall’altro sono inenarrabili sul posto e non certo perché, in questo caso, sono troppo terribili, ma perché hanno la stessa sostanza dell’aria. Che pure tutto è meno che vuoto. Nel suo straordinario “Estetica dei visionari”, Henri Focillon, li descrive come quegli artisti “Che ci aiutano a vedere nell’immaginazione un potere di trasfigurazione, che cerca e crea spontaneamente la propria tecnica”. Il grande storico dell’arte insegna cioè ad artiste, artisti e a coloro che li guardano che la visionarietà che ci aiuta a vedere, vedere di più, vedere meglio, vedere più lontano, si trasmette, quasi si dona. “Il fenomeno non è puro: c’è osservazione, ricostruzione, […] evocazione e incastro di immagini” e continua che tutto questo segna “Un punto di partenza per evocazioni che al di là dello spazio e del tempo risvegliano nel suo genio [dell’artista visionario] e dentro di noi i più rari accordi”. Ecco cosa ci racconta questo angelo che versa generoso piume e pensieri! Ci racconta che bisogna avere fiducia nelle visioni dell’arte, quelle che non abbiamo visto, ma che sono parte integrante della storia, e quelle a cui assistiamo, che delle prime sono evocazione e osservazione, ma che poi ne diventano successivo spalancamento verso nuove idee e nuove percezioni del tempo e dello spazio, della poesia e delle emozioni. E noi a guardare dapprima stupiti, inquieti e poi assai più lucidi. L’angelo ci ha raccontato una storia cominciata fuori da noi, fuori da Barbara Lalle e poi continuata tramite lei e chi guarderà il suo lavoro. Trovando assolutamente plausibile e rassicurante la possibilità di vedere con nettezza tanto l’aria quanto gli angeli.” (dal testo di Michela Becchis)

“[…] Ed è proprio tale tradizione, lunga 4000 anni, che ha generato una verità depositata ormai nell’inconscio collettivo: gli angeli sono, ormai, archetipi culturali. Ne sono testimonianza anche i molteplici brani musicali contemporanei, sia italiani e sia stranieri, nei quali l’angelo, spesso, è simbolo di una tensione continuativa verso l’infinito e il metafisico. “Torneranno gli angeli / A sfiorarci l’anima / L’allegria / Saprà tenerci per la mano“, canta Fiorella Mannoia: gli angeli sono l’immagine di una felicità, di un “amore” ritrovato, di un’anima libera dalle reti del quotidiano, impongono la riscoperta di una interiorità dimenticata o tralasciata. Fatti di una natura costitutiva amorosa, per ritornare alle immagini dantesche, gli angeli scompaginano il nostro sistema di pensiero e ci obbligano a ripensare i meccanismi relazionali alla luce di una intima e vivifica energia che può essere ricondotta ai due elementi della triade classica, l’agape (ἀγάπη) – amore disinteressato e spirituale – e la philia (ϕιλία) – sentimento di affezione scambievole che determina il legame sociale. E così l’azione performativa di Barbara Lalle è un gesto semplice: visualizzare chi ormai appartiene al nostro immaginario collettivo, rivelandone i segni all’interno della consistenza dell’aria. Cercando una corrispondenza con la performance di Bruno Munari, Far Vedere L’Aria, parte dell’evento Campo Urbano del 21 settembre 1969 a Como, l’artista ci offre una duplice lettura attraverso un paradigma dialogico. È l’invito alla ricerca di una spiritualità diffusa, alla riscoperta di un rinnovato esperienziale collettivo ma anche il desiderio di intercettare, con la discesa fluttuante, qualcosa o qualcuno che ci protegga, ci guidi e ci ami in mondo incondizionato. Un sentimento di speranza anima la performance, una consapevolezza, una necessità di orientare il percorso della vita e raccoglierne gli aspetti salvifici e liberatori. Ma come nella tradizione cristiana la resurrezione è il risultato di un percorso dal buio alla luce, dalla morte alla vita, l’identificazione con gli angeli è qui determinata da un passaggio attraverso le strettoie e le vicissitudini non sempre felici dell’esistenza. Allora le piume appariranno i resti, quel che rimane del dolore, e nel processo di riconoscimento si scoprirà che ogni essere è angelo di se stesso, caduto dal cielo, rialzato a terra, in mutua relazione con l’altro.” (dal testo di Roberta Melasecca)

Barbara Lalle, terapista per la riabilitazione neurologica post‐traumatica e docente impegnata quotidianamente nell’integrazione delle disabilità gravi, mossa da una “emergenza di dire”, come artista, attraverso le varie forme delle arti visive (pittura, fotografia, video, ecc) e della performance, esplora le modalità in cui disagio, deprivazione, dolore possano essere compresi, narrati, superati. Sperimenta da anni le diverse modalità di arte partecipata, coinvolgendo altri artisti e le comunità locali dove opera. Finalista Premio Adrenalina 2012; finalista Premio Cascella 2015; Premio Città di Soriano 2015; menzione speciale Bridge Art 2018. Performance: 2015. L’arte dell’errore giudiziarioIl labirinto di Icaro involato, MAXXI; Esodi, MACRO. 2016 Rilevazione-Rivelazione; ContattoNon è area per voi, RM; Logos in progress, RM. 2017. M-UNO Interno 14, MACRO; Bautta, Millepiani RM; APRIR-SI, Case Romane del Celio RM; 2018. Burning Home, Tevere Art Gallery; 2019. Buck up and cry!, MACRO; Realtà Istantanee, MACRO; Punto di Partenza, portici di Piazza Vittorio Emanuele II Roma; Più forte, T.A.G. Roma; 2020. Stauros performance itinerante Roma, Ring Giardini di Colle Oppio Roma, Tre cose vuole il campo, Roma; 2021. Templi frondosi, installazione ambientale con Dario Marcozzi, Passo del Furlo Fossombrone (PU); Buck up and cry, installazione multimediale performativa, Festival Todiimmagina 2021; curatela del progetto Cadavere squisito #21, TAG Roma; Habitus, performance Santa Marinella (RM); 2022. Curatela con Roberto Cavallini de Il lato oscuro del desiderio di Senith Genderotica, Zalib Roma; curatela performance Idem di Daniela Carreras e Quest’anno ti scrivo una lettera a mano di Laura Della Gatta, Studio Campo Boario Roma; curatela mostra Think Diverse!, TAG Roma. 

Il Rebirth-day del 21 dicembre, promosso da Cittadellarte – Fondazione Pistoletto ONLUS, è la festa che celebra la giornata della ri-nascita, nella quale cui ognuno di noi si assume l’impegno a collaborare ad una responsabile trasformazione della società nel mondo. Infatti la connotazione fantasiosa di “fine del mondo” attribuita al 21 dicembre 2012 si è prestata, purtroppo, ad assumere senso simbolico nella gravità della situazione in cui si trova l’umanità a questo punto della sua storia. Terzo Paradiso significa, dunque, che alla fine del secondo paradiso, quello artificiale che viviamo oggi, seguente al paradiso naturale, dobbiamo creare il terzo stadio del percorso umano, generando un rapporto equilibrato tra natura e artificio. Il termine “paradiso” proviene dall’antica lingua persiana e significa “giardino protetto”: il nostro giardino è il pianeta Terra, spetta a noi curarlo e proteggerlo. Il simbolo del Terzo Paradiso è la riformulazione del simbolo matematico dell’infinito. I due cerchi opposti si polarizzano nel cerchio centrale che rappresenta il grembo della ri-nascita. Questo simbolo è una prospettiva dell’arte offerta alla società.

L’ANTA Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente è stata costituita in Italia nel 1987 e sono 28 anni che agisce su tutto il territorio nazionale con Sedi Regionali, Provinciali e Comunali. Tra i tanti obiettivi vi sono quelli dedicati alla promozione del miglioramento della Qualità della Vita, dell’Esistenza e del Benessere dell’Uomo attraverso la Conservazione, la Salvaguardia, l’Espansione, il Miglioramento, e la Tutela dell’Ecosistema, dell’Habitat naturale; la Tutela, la Protezione, la Salvaguardia, la Conservazione ed il Miglioramento degli Ecosistemi, delle Specie Animali e Vegetali, anche marini, non ché delle diversità biologiche.


INFO

Rebirth Day 2022
Visualizzazione di un angelo
Performance di Barbara Lalle
A cura di Michela Becchis, Edoardo Marcenaro, Roberta Melasecca
Promosso da Interno 14 next
In collaborazione con ANTA Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente
Promosso da Roberta Melasecca e Edoardo Marcenaro, Ambasciatori Rebirth Project / Terzo Paradiso Cittadellarte – Fondazione Pistoletto ONLUS

Immagine invito: courtesy Roberto Cavallini
21 dicembre 2022 ore 16.00
Torre degli Annibaldi
Piazza S. Pietro in Vincoli 7 – Roma

Contatti

Barbara Lalle
barbix2002@libero.it

Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
roberta.melasecca@gmail.cominfo@interno14next.it
www.melaseccapressoffice.itwww.interno14next.it

Biblioteca Regionale di Messina -“Gli Studi Innovativi di Giuseppe Rando”

Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina

Gli Studi Innovativi di Giuseppe Rando

Sala Lettura della Biblioteca
via I Settembre,117-Palazzo Arcivescovile

Mercoledì 21 dicembre 2022
ore 17

Mercoledì 21 dicembre 2022, alle ore 17, presso la Sala Lettura della Biblioteca Regionale Universitaria di Messina, si svolgerà l’evento “Gli Studi Innovativi di Giuseppe Rando”, durante il quale saranno presentati tre volumi del Prof. Rando e segnatamente “Resistere a Messina. Reportages, lettere, racconti e saggi critici”, “Vittorio Alfieri nella cultura e nella letteratura d’Italia e d’Europa.” e “Vittorio Alfieri e il Costituzionalismo. Tra politica, teatro e letteratura”, quest’ultimo lavoro proposto al pubblico in prima assoluta.

L’iniziativa culturale, alla quale presenzierà l’Autore, si aprirà con i Saluti Istituzionali e l’Introduzione della Direttrice della Biblioteca, Dott.ssa Tommasa Siragusa, che fungerà anche da Coordinatrice.

A seguire, il Prof. Orazio Nastasi, già Docente di lettere nei Licei, Docente di Letteratura italiana presso Università della terza età Unitre di Messina, Presidente dell’Associazione culturale “Archimede” di Messina e scrittore relazionerà riguardo al testo “Resistere a Messina. Reportages, lettere, racconti e saggi critici”, già oggetto di una prima presentazione in ambito messinese nel 2021. Il saggio, frutto dell’accorpamento di quattro “librini”, fornisce ai lettori un vero e proprio vademecum di “sopravvivenza” alle intemperie sociali e alle brutture paesaggistico-ambientali, opponendosi al degrado in ogni sua esplicitazione, uno stile di vita da calare nel proprio percorso di esistenza, impugnando l’arma della “resistenza” e con lo sguardo sempre rivolto al futuro, con la coerenza, la tenacia e la perseveranza di quanti, resilienti, “custodiscono, nella mente e nel cuore, un’altra Messina, quella che ha saputo resistere alle pestilenze, alle guerre e ai terremoti risorgendo dalle rovine, senza snaturarsi giammai”.

I lavori proseguiranno con il prezioso contributo della Prof.ssa Paola Radici Colace, già Ordinario di Filologia Classica Unime, sui volumi “Vittorio Alfieri nella cultura e nella letteratura d’Italia e d’Europa” e “Vittorio Alfieri e il Costituzionalismo. Tra politica, teatro e letteratura”.

Il primo racchiude gli Atti del Convegno tenutosi nel 2020 a Messina, presso l’Accademia dei Pericolanti, curato dallo stesso Prof. Rando che, per la pubblicazione, ne firma la presentazione e il capitolo “La lezione di Vittorio Alfieri nella vita e nei ‘pensieri’ di Leopardi”, analizzando quanto della vena patriottica e ideologica dell’Alfieri permei non solo la poesia, ma “tutta la personalità del Recanese”.

“Vittorio Alfieri e il Costituzionalismo”, che questa Biblioteca è lieta di presentare in prima assoluta, corona l’intenso lavoro portato avanti negli anni dall’Autore, con pubblicazioni monografiche e periodiche, l’attività didattica, quella convegnistica e raccoglie, altresì, i più recenti studi alfieriani. L’opera è volta alla conoscenza più in profondità del Costituzionalismo Alfieriano e delle sue transcodificazioni saggistiche, teatrali e letterarie, con l’intento-speranza di coinvolgere un più vasto pubblico di lettori. Individua nella ragione morale lo scopo di argomentare sull’Alfieri, rivedendone le caratteristiche precipue di letterato e politico, diversamente canalizzate prima dell’analisi fatta dallo stesso Rando, diversificandole in toto.

Dal primo volumetto scritto ben quarant’anni addietro, uscito a Roma da Herder editore, e attraverso la produzione successiva sull’Alfieri, Rando approda alla figura calibrata sui principi del Costituzionalismo, capovolgendo ogni teoria precedentemente esposta in ambito letterario: Alfieri lo scrittore più frainteso della nostra letteratura, Alfieri inventore non accreditato della tragedia moderna con le opere drammaturgiche “Saul” e “Mirra”, Alfieri Costituzionalista sulla base della codifica nei suoi trattati dei teorici francesi della seconda metà del Settecento. E’ proprio quel primo volumetto si presentò alla critica del tempo come uno “Scriptum” del tutto “Innovativo”, ben apprezzato da autorevoli studiosi del calibro di Giuseppe Petronio e Arnaldo Di Benedetto, e considerato una lettura talmente importante da guadagnare, perfino, la meritoria ristampa.

Altri qualificati giudizi sanciscono ancora oggi quale indiscusso valore abbia il pensiero del Prof. Rando sull’Alfieri. Il Professore Ordinario di Storia delle Dottrine Politiche a Napoli, Stefano De Luca, nel suo saggio “Alfieri politico”, così si esprime: “fortemente innovativo, sotto molteplici punti di vista. Innovativo nel metodo […], innovativo nella scelta dei temi, […], ancor più innovativo negli esiti interpretativi, giacchè Rando sostiene che il pensiero politico dell’Astigiano si fonda su un insieme di principi ben definiti, esposti (almeno dalla Tirannide) con il vigore logico di un teorema e pienamente iscritti nel filone del costituzionalismo democratico settecentesco.” Il Professore Ordinario di Letteratura Comparata a Bari, Bartolo Anglani, nel suo saggio “La tragedia impossibile” così afferma: “Giuseppe Rando fin dal 1980 aveva affrontato la questione dell’Alfieri ‘politico’[…] aveva sostenuto che egli era ‘il più politico e il più innovativo degli scrittori del suo tempo’ e per un altro ‘un convinto, radicale sostenitore della ‘sovranità della legge’, il più legalitario, forse, degli scrittori italiani di tutti i tempi” e citando il trattato “Della Tirannide” riporta le tesi espresse da Rando: “un’opera in cui l’Alfieri si rivela ‘come il critico più acuto e coraggioso del dispotismo illuminato, di cui mette in luce i limiti storici e istituzionali, non da posizioni astratte, libertarie, nichilistiche o reazionarie, ma tenendosi sul terreno storico del costituzionalismo moderno”.

Il Professore Giuseppe Rando per il quale ben si confà la massima dello stesso Alfieri “Volli, sempre volli, fortissimamente volli” per la costante tenacia spinta fino alla caparbietà nel conseguire mete ragguardevoli di studio e di lavoro, mai dimentico delle umili origini, sagace interprete di verità di vita, dai toni satirici, infuocati ma mai eccessivi, dallo sguardo profondo e l’atteggiamento affabile, aperto alla contesa ma non alla guerra, così scrive in terza persona nella premessa di “Vittorio Alfieri e il Costituzionalismo”: “La pubblicazione di questo e dei suoi precedenti volumi alfieriani dimostra, per altro verso, che nell’Italia democratica, si può resistere, con qualche successo e pagando magari qualche inevitabile scotto, ai deserti che talora ci assediano. E ciò valga come stimolo e incoraggiamento ai giovani capaci, che hanno l’istinto della ricerca e la schiena dritta.”

Curriculum breve del Prof. Giuseppe Rando

Laureato in Lettere Classiche col massimo dei voti e la lode presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Messina, Giuseppe Rando è attualmente appassionato Docente presso Università della Terza età Unitre Messina, è stato professore associato di Lingua e Letteratura Italiana presso la Facoltà di Magistero (poi Facoltà di Scienze della Formazione) e quindi professore ordinario di Letteratura Italiana presso la Facoltà di Scienze della Formazione e presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne (ex Facoltà di Lettere e Filosofia) della stessa Università.

È stato coordinatore del CdL in Scienze della Comunicazione nella Facoltà di Scienze della Formazione, nonché Direttore del Dipartimento di Studi Linguistico-Letterari e della Documentazione Storica e Geografica dell’Università di Messina. Ha insegnato alla SISSIS “Fondamenti storico- epistemologici della Letteratura Italiana” e “Problemi di didattica della Letteratura Italiana”. Ha insegnato “Didattica della Letteratura Italiana” presso il TFA.

È membro del Comitato Scientifico della Fondazione Corrado Alvaro e del Comitato Nazionale per l’Edizione Nazionale dell’Opera Omnia di Federico De Roberto. Fa parte del Comitato Scientifico della rivista “Terzo Millennio”. È componente del Comitato Scientifico del CIS (Centro Internazionale Scrittori della Calabria) in qualità di responsabile della sezione di Italianistica. Dirige le collane Otto-Novecento Siciliano presso EDAS (Messina), Il Ponte presso Falzea Editore (Reggio Calabria), L’Arco presso Pellegrini Editore (Cosenza).

Ha pubblicato saggi e volumi su autori maggiori e minori della letteratura italiana e segnatamente su Parini (Parini e il Sublime, «Rivista di Letteratura Italiana» 1999); Alfieri (Alfieri europeo: le «sacrosante» leggi, Soveria Mannelli,2007; Alfieri costituzionalista, Reggio Calabria 2015); Leopardi (La norma e l’impeto. Studi sulla cultura e sulla poetica leopardiana, Torino 1997; Nei pressi dell’Infinito e altri saggi leopardiani, In appendice, l’edizione

critica del discorso Agl’Italiani di G. Leopardi, Roma 2015); Verga(Verga, Pirandello e altri siciliani, Milano 2014); Pirandello (Novelle Siciliane,Messina 2004): Pascoli (Un nido sullo Stretto in G. PASCOLI, Poesie e prose della stagione messinese, Messina 2013; Giovanni Pascoli alle soglie del nichilismo,Atti del Convegno di Messina 2012, in corso di stampa; Poetiche, poesia e metapoesia nella stagione messinese di G. Pascoli, in Studi in onore di Enrico Ghidetti, Firenze 2014; L’altro Pascoli: poesia e scienza nel «nuovo secolo», «Esperienze letterarie» 2015); Alvaro (Alvaro narratore. L’officina giornalistica, Reggio Calabria 2004 e Sperimentalismo, denuncia e profezia nella narrativa di Corrado Alvaro,in Narratori Italiani del Novecento I, pp. 337 – 462, Soveria Mannelli 2012; «L’uomo è forte»: dal reportage antisovietico al romanzo realistico-simbolico, in Paura sul mondo. Per «L’uomo è forte» di Corrado Alvaro, Pisa, 2013); Quasimodo (Introduzione a Colloqui.“Tempo” 1964-1968, Roma 2014; Prefazione a Il falsoe il vero verde “Le Ore” 1960-1964, Roma, SCE, 2014.

Studioso di letteratura meridionale, ha pubblicato la monografia Vero e immaginario tra Sicilia e Calabria (da Verga a Occhiato), Cosenza 2014; ha curato la ristampa di opere di Boner, Cesareo, Onufrio, Misasi, Deledda, Alvaro; ha altresì raccolto in volume, per la prima volta, le Novelle disperse di Enrico Onufrio (Messina, 2004) e, nel 2007, presso Rubbettino, i racconti dispersi di Corrado Alvaro, col titolo Gente che passa.

Da ultimo, ha intensificato la sua attività scientifica pubblicando saggi e volumi su autori maggiori e minori della letteratura italiana, non trascurando i rapporti tra Università e territorio. Si ricordano, in particolare: i saggi sul Neogotico siciliano, su nuovi Percorsi verghiani, su AA. VV, Nostra terra, nostru cantu, nostru cori (Messina 2017), su Corrado Calabrò, su una raccolta poetica di Antonio Cattino, su L’infinito di Leopardi, sull’intertestualità in Horcynus Orca, sul Padre nostro di Dante in Purg., XI; 1-24; nonché i volumi: Resistere a Messina. Reportages, lettere, racconti e saggi critici, Pellegrini Editore, Cosenza, 2020; Vittorio Alfieri e il Costituzionalismo tra politica teatro e letteratura, Edizioni dell’Orso, Alessandria 2021;Vittorio Alfieri nella cultura e nella letteratura d’Italia e d’Europa, Atti del Convegno (Messina, Accademia Peloritana dei Pericolanti, 15-16 ottobre 2020), a cura di Giuseppe Rando, Messina MMXXI.

I suoi libri sono anche reperibili nella Library of Congres di Whashington e nella Bibliotèque National di Parigi.
È soprattutto conosciuto, in Italia e all’estero, come lo studioso italiano che, con i suoi saggi «innovativi» (secondo Di Benedetto, Anglani, De Luca), ha rivoluzionato la critica alfieriana dimostrando, per primo, inconfutabilmente, la matrice costituzionalistica dei trattati politici e di molte opere letterarie di Vittorio Alfieri.


Vi attendiamo numerosi per la presentazione di questi tre volumi che ci guiderà alla conoscenza delle teorie ante litteram dell’Innovatore Prof. Giuseppe Rando, tra tratti letterari e esperienze vita.

Dopo la trattazione dell’argomento, verrà lasciato ampio spazio al Dibattito.

L’ingresso è libero e non occorre prenotazione.

Quanti non potranno essere presenti fisicamente all’evento, potranno scrivere commenti o quesiti che verranno posti all’Autore e ai Relatori nei post dedicati sulla pagina Facebook della Biblioteca:

In seguito, sarà pubblicata la ripresa video dell’evento.

Per INFO:
Ufficio Relazioni con il Pubblico tel.090674564 urpbibliome@regione.sicilia.it
(A cura di Ufficio Relazioni con il Pubblico. Maria Rita Morgana)