Bologna, Cripta di San Zama: A Single Moment – Mostra fotografica di Anna Caterina Masotti 

ANNA CATERINA MASOTTI – DANZA DEL SOLE 1 OTTOBRE 2023 MARE

Alla morte del suo grande amico Robert Mapplethorpe, Nan Golding decide di progettare una delle mostre più interessanti nella storia della fotografia, dedicata al grande fotografo appena scomparso. Questa esposizione prenderà il titolo di “The Perfect Moment [1]: il Momento Perfetto”.

L’istante diviene il concetto da cui parte l’indagine fotografica di Anna Caterina Masotti.
È l’attimo dentro senza passato né futuro. È essere nel “qui e ora”, per beneficiare a pieno della magia dell’esistere.
Alcuni interventi medici ed il cambio forzato di visione, hanno condotto Anna Caterina Masotti a riconoscere il valore dello sguardo laterale, ma soprattutto a riappropriarsi del proprio tempo, in modo consapevole.
E la fotografia è lo strumento capace di restituire l’effimero rendendolo eterno: un procedimento concettuale che arresta l’istante, rinnovando la fonte del ricordo.

Con un linguaggio dai bianchi e neri contrastati, Anna Caterina Masotti incanta lo spettatore negli scatti alla natura, sia essa macro che di paesaggio. Sovrastano la terra dei cieli intensi o pastosi mentre giocano coi fondi le silhouettes. La luce è la protagonista. Diurna o notturna, filtra negli interni creando pattern, riflettendo nell’acqua e sagomando sui muri delicati ornamenti floreali.
Le Fotografie di Anna Caterina Masotti generano una osmosi tra esseri e natura in un dialogo cui il sentimento si riflette nell’ambiente e, viceversa, l’energia del paesaggio pervade tutto lo scatto. Anche dove la poetica va per sottrazione, l’oggetto tiene la sua forza totemica, la sua possanza.

Lo stesso connubio tra estetica e poetica delle fotografie si rigenera nell’allestimento che ricrea ambienti intimi, uterini, dentro cui danzano la vita della quotidianità i suoi affetti, i suoi spazi ed i paesaggi a lei cari.
Stampe di grande formato si alternano ad altre in dimensione minore, intime nell’approccio visivo oltre che nel soggetto rappresentato.  Un percorso sia materico che visivo, che mira ad aprire un dialogo con l’esperienza del fruitore stesso, condividendo – dal buio verso la luce – il momento dello scambio e dell’intimità che racchiude tutta l’umanità di un “sentimento collettivo”.

Una mostra immersiva – in cui le fotografie si raccontano in una antica cripta risalente all’XI secolo, suddivisa in tre navate con tre absidi e due file di colonne in una Chiesa ancora in uso – credo possa essere di grande supporto nella creazione di una consapevolezza del prendersi il proprio tempo.

Alessia Locatelli

[1] Per approfondire: https://en.wikipedia.org/wiki/The_Perfect_Moment ; https://www.theguardian.com/artanddesign/2015/nov/17/robert-mapplethorpe-theperfect-moment-25-years-later

Mostra fotografica di Anna Caterina Masotti
A cura di Alessia Locatelli

In occasione di ARTE FIERA 2024

Opening: 30 Gennaio 2024 ore 18.00

Fino al 4 Febbraio 2024

Cripta di San Zama
Via dell’Abbadia, 3, Bologna

In occasione di ARTE FIERA 2024, Anna Caterina Masotti presenta per la prima volta le sue fotografie nella mostra “A Single Moment”. L’esposizione, a cura di Alessia Locatelli, è allestita presso la Cripta di San Zama nel pieno centro storico di Bologna, dal 30 gennaio al 4 febbraio 2024,in collaborazione con Laura Frasca, Art Manager di Green Whale Space, e l’Associazione Succede Solo a Bologna.

In un percorso installativo, immersivo e multimediale saranno esposte circa trenta fotografie inedite in bianco e nero di differenti formati e dei video dove il tema ricorrente è l’istante, concetto da cui parte l’intera indagine fotografica di Anna Caterina Masotti. La fotografa bolognese immortala il qui e ora nel quotidiano, nei paesaggi naturalistici, negli elementi architettonici. L’ispirazione per questo progetto nasce infatti dalla profonda riflessione sul presente, un momento di pura esistenza. La fotografia diventa lo strumento in grado di catturare l’effimero e renderlo eterno. Anna Caterina Masotti incanta gli spettatori con fotografie che esaltano la natura in tutte le sue forme, con le tecniche della macrofotografia e della Landscape Photography. La luce gioca un ruolo centrale, filtrando negli interni e creando pattern e contrasti, riflettendosi nell’acqua e delineando delicati ornamenti floreali sui muri da lei immortalati. Un percorso sia materico che visivo, dal buio verso la luce.

ANNA CATERINA MASOTTI

Anna Caterina Masotti nasce negli anni ‘70 a Bologna, dove attualmente vive. Dall’età di 10 anni inizia ad appassionarsi di fotografia: passione trasmessa dalla madre Olga, stilista innovativa che amava fotografare, nel tempo libero, fiori e paesaggi. Nel 2004 ritira assieme al padre Alberto il premio La Kore, Oscar della Moda. Nel 2010, le viene diagnosticato un problema agli occhi per il quale ha dovuto subire diversi interventi chirurgici. Da quel giorno i suoi sensi si modificano e la sua vita ha un inaspettato cambio di percorso. È da questo momento che fotografare diventa una priorità, attraverso una nuova visione che la porta ad esplorare modalità alternative di percezione della luce.


INFORMAZIONI UTILI
 
TITOLO: A Single Moment
DI: Anna Caterina Masotti
A CURA DI: Alessia Locatelli
DOVE: Cripta di San Zama, Via dell’Abbadia 3, Bologna
PREVIEW PER LA STAMPA: 30 gennaio 2024 ore 17.00
OPENING: 30 gennaio 2024 ore 18.00
DATE: Dal 31 gennaio al 4 febbraio 2024
ORARIO CRIPTA: Da mercoledì 31 gennaio a domenica 4 febbraio dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Sabato 3 febbraio dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 22.30
In occasione di ARTE FIERA 2024
IN COLLABORAZIONE CON: Laura Frasca Art Manager di Green Whale Space e l’Associazione Succede Solo a Bologna

INGRESSO GRATUITO

CONTATTI
SITO: www.annacaterinamasotti.com
INSTAGRAM: Anna_Caterina_Masotti
LINKEDIN: Anna Caterina Masotti
FACEBOOK: Anna Caterina Masotti Photographer

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Trieste La mostra “Histri in Istria” e gli eventi collaterali

Allestimento della mostra

Prima conferenza dedicata a “Nesazio. Dalle fonti ai primi scavi”
martedì 16 gennaio 2024 a Palazzo Gopcevich – Trieste
con Gino Bandelli e Marzia Vidulli Torlo

“Nesazio. Dalle fonti ai primi scavi” è il tema del primo dei sei eventi collaterali alla mostra “Histri in Istria”, realizzata dalla Comunità Croata di Trieste/Hrvatska Zajednica u Trstu insieme al Museo Archeologico dell’Istria/Arheološki Muzej Istre u Puli, in coorganizzazione con il Comune di Trieste, allestita al Museo di Antichità “J.J. Winckelmann” di Trieste e aperta al pubblico fino al 1 aprile 2024, da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 17.00. Incentrata su storia, usi e costumi degli Istri, è un viaggio attraverso oltre 200 reperti archeologici alla riscoperta del popolo che ha dato il nome alla penisola Istriana e che ne ha abitato le terre fino alla caduta del centro fortificato di Nesazio nel 177 a.C. Una preziosa esposizione realizzata con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione CRTrieste e di diverse Istituzioni croate.

Martedì 16 gennaio 2024, alle ore 17.30, alla sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich, via Rossini 4, i relatori Gino Bandelli e Marzia Vidulli Torlo si soffermeranno sull’insediamento di Nesazio, importante per il controllo delle dinamiche territoriali e commerciali dell’Istria interna. I ricchi ritrovamenti hanno dimostrato come, soprattutto Nesazio, rientrasse nel circuito adriatico di scambi e di traffici commerciali, ricoprendo un ruolo centrale in una rete di contatti che permetteva l’acquisizione di beni di prestigio volti alla legittimazione del rango di alcuni personaggi o di alcune famiglie, certamente aristocratiche, in rapporto con il mondo italico centro meridionale e poi con l’area del Caput Adriae.

Allestimento della mostra

Gino Bandelli è stato professore ordinario di Storia romana prima nell’Università di Verona, poi nell’Università di Trieste. Ha diretto il Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Trieste, ed è stato membro del Senato accademico dell’Università di Trieste, come rappresentante dell’Area 9. Attualmente è Vice-Presidente della Deputazione di Storia Patria per la Venezia Giulia.

È condirettore della collana Studi e Ricerche sulla Gallia Cisalpina, inaugurata nel 1988 e giunta nel 2019 al ventottesimo volume. È condirettore della sezione Studi di Storia romana di Polymnia, collana di Scienze dell’Antichità dell’Università di Trieste, inaugurata nel 2011 e giunta nel 2017 al sesto volume. Ha tenuto relazioni a convegni nazionali e internazionali e corsi di dottorato, seminari e lezioni in Università italiane, spagnole, francesi, svizzere, tedesche, canadesi.

Allestimento della mostra

Marzia Vidulli Torlo è funzionario direttivo conservatore del Civico Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann”.
Diplomata Maestro d’Arte all’Istituto statale d’Arte “E. e U. Nordio” nella sezione Decorazione navale, ha conseguito la Maturità d’Arte Applicata. Ha frequentato la facoltà di Storia dell’Arte dell’Ateneo di Trieste laureandosi in archeologia cristiana con una tesi sulla Basilica Eufrasiana di Parenzo, come allieva del professor Mario Mirabella Roberti.
Subito dopo la laurea è iniziata la collaborazione con i Civici Musei di Storia ed Arte: la sua attività si è articolata tra studio, schedatura, cura scientifica delle collezioni, di mostre e allestimenti di sedi museali, con stesura di testi scientifici e il coordinamento di cataloghi e monografie.
In particolare, ha seguito i riallestimenti del Civico Museo Sartorio e delle sue diverse sezioni, il progetto di allestimento del Civico Museo d’Arte Orientale, ma soprattutto si è occupata della progettazione scientifica e del coordinamento dei lavori di sistemazione del Lapidario Tergestino al Castello di San Giusto, dell’Orto Lapidario e del Giardino del Capitano, delle sale romane, di quelle egizie, cipriote, greche, magnogreche, tarantine, Maya e della preistoria locale del Civico Museo di Storia ed Arte, l’odierno Museo d’Antichità Winckelmann.
Ha collaborato inoltre con la Soprintendenza, la Provincia di Trieste, altri enti regionali ed editori locali; ha al suo attivo una ventina di volumi e un numero considerevole di articoli su riviste specializzate.  Ha tenuto conferenze e centinaia di visite guidate per il servizio didattico dei Civici Musei e per il pubblico, in particolare nelle manifestazioni “Musei di Sera” e organizzando “Archeologia di Sera”.
La sua appassionata attività ha come fulcro principale la divulgazione dei beni conservati nei musei e nella città promuovendone la conoscenza ad un pubblico sempre più vasto sia attraverso il linguaggio verbale che quello grafico e dell’arredamento museale.


Le più antiche fonti letterarie risalenti all’inizio del V secolo a.C. (Periegesis di Ecateo di Mileto datata tra 560 e 480 a.C.) ricordano che la penisola istriana era un territorio abitato dagli Istri e che, venendo da ovest, dopo i Veneti viene il popolo degli Istri e ancora dopo quello dei Liburni, e lo storico romano Strabone (che scrive al passaggio all’era volgare) ricorda che dietro al Timavo c’è il Litorale Istrico fino a Pola, e che rientra nel territorio amministrativo dell’Italia imperiale.

Dalle fonti, si desume quindi che quello degli Istri era un gruppo culturale unitario, insediato tra il fiume Risano, a nord ovest, mentre verso nord e nord-est era limitato dal massiccio della Ciceria (dalle pendici orientali del Monte Maggiore e dal fiume Arsa).

In base agli studi recenti, gli Istri appaiono divisi in diverse stirpi, una comunità di tribù autonome, che solo per l’ultima vana difesa, nel 177 a.C., si arroccano in un unico centro: infatti Tito Livio scrive che i principi istri e lo stesso re, il regulus Epulone, si rifugiarono nell’oppido di Nesazio, assediato e conquistato da Roma. Questa circostanza evidenzia tra l’altro come il sito ancora nel II secolo a.C. mostrava una preponderante immagine di sicurezza e prestigio.

Scavi di Nesazio

Di Nesazio però si erano perse del tutto le tracce e a partire dal XVI secolo gli studiosi si chiedevano quale fosse la sua posizione. Solo dalla metà dell’800 Pietro Kandler lo segna al margine dell’agro centuriato di Pola, presso Altura, ad appena sei miglia (circa 9 chilometri) da Pola stessa, nel luogo detto Visazze/Vizače, in un paesaggio arrotondato di colline, con il ripido declinare dei versanti verso il mare, all’imboccatura del porto canale di Badò sul Quarnero; una insenatura naturalmente riparata, dove, con caratteri tipicamente carsici, scaturiva in mare una polla di risorgenza che garantiva l’approvvigionamento di acqua dolce.

Su incarico della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria, con finanziamento della Provincia dell’Istria, nel 1900 vennero intrapresi i primi scavi archeologici condotti da Alberto Puschi e Piero Sticotti, ambedue in successione direttori del Museo d’Antichità di Trieste. Le campagne di scavo, che si svolsero nei primi due decenni del secolo, misero in luce resti di abitazioni, terme, templi e mura romani, così come una ricca necropoli protostorica. Il ritrovamento di un’iscrizione dedicata all’imperatore Gordiano III da parte della Res Pu­blica Nesactiensium diede allora la conferma che proprio sulla collinetta di Visazze, presso Altura, era lo storico oppido di Nesazio ricordato da Tito Livio.

L’archeologia in Istria ha restituito numerosi siti abitativi e necropoli tali da fornire il panorama di un territorio popolato dagli Istri tra l’età del bronzo finale e la prima età del ferro, caratterizzato da insediamenti anche di considerevole importanza, posti in posizioni strategiche, tanto a dominare la linea costiera, quanto come Nesazio anche al controllo delle dinamiche territoriali e commerciali dell’Istria interna. I ricchi ritrovamenti hanno dimostrato come soprattutto Nesazio rientrasse nel circuito adriatico di scambi e di traffici commerciali, ricoprendo un ruolo centrale in una rete di contatti che permetteva l’acquisizione di beni di prestigio volti alla legittimazione del rango di alcuni personaggi o di alcune famiglie, che potremmo definire certamente aristocratiche, in rapporto con il mondo italico centro meridionale e poi con l’area del Caput Adriae.


Ufficio stampa Comune di Trieste
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