Bologna: In occasione di Arte Fiera do ut do presenta il tema dell’VIII edizione: la Coscienza

Libro IN COSCIENZA
ZEZELJ DANIJEL KINESTHESIA I
ZEZELJ DANIJEL KINESTHESIA II
ZEZELJ DANIJEL KINESTHESIA III
ZEZELJ DANIJEL KINESTHESIA IV

In occasione di Artefiera 2024, do ut do presenterà in anteprima al pubblico il tema centrale dell’VIII edizione: la Coscienza. Attraverso il potente linguaggio dell’arte, quest’anno do ut do esplorerà questa tematica coinvolgendo 13 artisti che metteranno in mostra 24 delle loro opere suddivise in 3 sedi espositive, quali Artefiera, con uno stand curato dall’architetto Mario Cucinella, la Fondazione Massimo e Sonia Cirulli e la Galleria Stefano Forni. Anche quest’anno è prevista una pubblicazione dedicata al tema dell’edizione in corso. Il volume dal titolo “In coscienza“, oltre alle 24 opere, raccoglierà più di 130 contributi di personaggi della contemporaneità che si distinguono nell’ambiente lavorativo e sociale in cui vivono. Artisti, curatori, collezionisti, critici d’arte, direttori museali, professori universitari, attori, scrittori e autorità con dettagli, approfondimenti e spunti di riflessione sul tema della coscienza.

Il progetto sarà presentato in conferenza stampa giovedì 25 gennaio alle ore 11 presso l’ Oratorio dei Fiorentini – Sala di Rappresentanza della Banca di Bologna (Corte Galluzzi 6, Bologna).

Do ut do è un progetto charity di grande rilevanza culturale che unisce arte ed etica, creato a Bologna nel 2011 da Alessandra D’Innocenzo all’interno delle attività di raccolta fondi dell’Associazione Amici della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli che ha lo scopo di sostenere i progetti della Fondazione stessa. La biennale propone mostre ed eventi dedicati all’arte, architettura, design coinvolgendo artisti di fama internazionale, istituzioni, gallerie, imprese e collezionisti per riflettere su diversi temi legati alla contemporaneità.

Saluto di benvenuto: Francesca Caselli – Responsabile Marketing Banca di Bologna

Interverranno: 

  • Mario Cucinella – Mario Cucinella Architects
  • Giacomo Ghidelli – Autore
  • Milena Mussi – Presidente Associazione Amici della Fondazione Hospice Seràgnoli
  • Luigi Ontani  Artista
  • Maurizio Finotto – Artista
  • Pietro Buccarelli – Partner PwC

Modera: Lavinia Savini – Avvocato esperto di proprietà intellettuale


CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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Messina, Biblioteca Regionale: “Nella tana del riccio. Nulla terrorizza più dell’ignoto” di Sandra Guddo

Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo”
Presentazione del romanzo

21 gennaio 2024 ore 10:30
Sala Lettura
via I Settembre,117 –
Palazzo Arcivescovile

Si terrà domenica 21 gennaio, alle ore 10:30, presso la Sala Lettura della Biblioteca Regionale Universitaria “G. Longo” di Messina, la presentazione del romanzo “Nella tana del riccio. Nulla terrorizza più dell’ignoto” della Scrittrice palermitana Sandra Guddo (ed. 2023).

L’evento, organizzato su proposta dell’Associazione Nazionale del Fante di Messina, nella persona del Presidente, Prof. Domenico Venuti, si aprirà con i Saluti Istituzionali e l’Introduzione della Direttrice della Biblioteca, Avv. Tommasa Siragusa, seguirà il contributo di valore della Prof.ssa Paola Radici Colace, già Ordinario di Filologia Classica presso l’Università degli Studi di Messina. La manifestazione sarà moderata dalla Prof.ssa Sabrina Patania, Presidente di Bcsicilia sede di Messina. Sarà presente l’Autrice.

Sul finire del rituale incontro, nel solco della possibilità di interazione degli intervenuti, si darà anche spazio al Dott. Carmelo Eduardo Maimone, vice Presidente ANF Messina, per un ulteriore supporto teso alla valorizzazione dell’Opera letteraria, a mezzo domande alla Scrittrice, per sollecitare una migliore comprensibilità delle tematiche sviscerate.

Il testo, arricchito dalla prefazione del Prof. Ing. Enzo Siviero, è reso altresì prezioso dalla bella copertina che riproduce un dipinto dell’Artista Daniela Gargano, cover rigorosa e sobria, indicativa del contenuto, che dà ausilio al lettore per immergersi appieno nella narrazione. Le intense pagine del thriller di Sandra Guddo trasporteranno gli astanti – e poi i lettori – sul “limitar di Dite”, nel paranormale, sullo sfondo della bella e sofferta Palermo, fra le sonorità di un pianoforte, in un intreccio al femminile sapientemente congegnato. Tre figure di donne ben concepite nella finzione letteraria, dalla personalità complessa, due contemporanee e una vissuta nel periodo della Bella Époque che – si può supporre – celano storie di donne reali. L’Autrice, infatti, nell’approcciarsi all’affascinante tematica, per Lei del tutto nuova, dopo aver a lungo studiato il fenomeno e raccolto testimonianze, ha attinto alla realtà per cucire addosso alle protagoniste lineamenti psicologici e accadimenti autenticamente vissuti, talchè la Sua Opera può agevolmente inserirsi nella tipologia del romanzo storico.

Dalla penna di Sandra Guddo ha preso forma un’esposizione armoniosa e ricca di suspence, con capacità di calamitare il lettore fin nel profondo della storia/storie, sul filo della trama ben intessuta, in uno stile fluido, che riesce ad operare una perfetta fusione, con amalgama, delle vite descritte. Tutto ciò ci ha riportato all’enigma esistenziale, persistente rovello, al quale l’uomo non può dare certa risposta, id est cosa avverrà dopo l’esistenza terrena. La Vita e la Morte, un binomio imprescindibile, due Pulsioni e Verità assolute che si intersecano e ci interrogano in una danza di paure e speranze, di illusioni e professioni di fede.

L’Opera “Nella tana del riccio” è stata selezionata tra le numerose inviate dagli autori indipendenti per la partecipazione al Salone Internazionale del Libro di Torino 2024 e verrà esposta nel settore Self Publisher. Un’intervista alla Guddo sul romanzo “de quo” è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista “Screpmagazine”.

(a cura di Maria Rita Morgana)

L’AUTRICE: Sandra Guddo

Sandra Guddo

Sandra Guddo, nata a Palermo, ove vive ed opera, si è laureata in Filosofia con il massimo dei voti e pubblicazione della tesi. Ha ottenuto l’abilitazione per la docenza negli Istituti Superiori in diverse discipline. Vincitrice del Concorso nazionale a cattedra, con specializzazione in Scienze Umane, è stata inserita dal MIUR di Palermo, come Psicopedagogista, nel Progetto contro la dispersione scolastica nei quartieri più a rischio della città. Da qui è nata la sua prima Opera “Tacco 12 Storie di ragazze di periferia“, adottata successivamente da alcune scuole come testo base per la Scrittura Creativa e la Lettura.

Nel 2016 ha pubblicato il romanzo Le Geôlier, un raffinato noir che ha confermato la sua abilità narrativa per il quale ha ricevuto il Premio “LEVI“, “Ciciri Racconti di terra di Sicilia” (2018), per il quale ha ottenuto il PREMIO “KAOS” 2019 e nel luglio 2021 ha pubblicato “GRAMIGNA. STORIE DI GENTE DI SICILIA”, vincitore del PREMIO INTERNAZIONALE “NAVARRO” (2022).

Nel 2020 ha pubblicato la prima silloge poetica “Amo il chiaroscuro”, ottenendo il Premio “SALVATORE QUASIMODO”.

Nel 2023 ha pubblicato “NELLA TANA DEL RICCIO. Nulla terrorizza più dell’ignoto“. Una sua intervista sull’ultimo romanzo, pubblicata su SCREP MAGAZINE, è stata visualizzata da oltre 250. 375 lettori.

Ha ottenuto per la sua intensa attività culturale diversi riconoscimenti, tra i quali ci limitiamo a ricordare: Premio per la Saggistica come critico Letterario; “Premio Universo Donna”, Premio alla Carriera, Premio alla Cultura. Recentemente Le è stato conferito il PREMIO INTERNAZIONALE “FRANZ KAFKA” per l’Immaginazione.

Dal 2019 al 2020 ha condotto la rubrica radiofonica sulla “CUCINA POPOLARE SICILIANA TRA STORIA E LEGGENDA“. Collabora con diverse testate giornalistiche in tutta Italia.

Insegna Scrittura Creativa ed organizza eventi: tra questi il “PREMIO LETTERARIO ANDROMEDA”.

Sposata, con due figli, ha sei nipoti.


Post dell’iniziativa culturale saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:

Chi non potrà prendere parte all’iniziativa in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere all’Autrice.
Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Per INFO: Ufficio Relazioni con il Pubblico
                  tel.090674564
urpbibliome@regione.sicilia.it

I francesi “tradiscono” le loro bollicine, ma solo un poco

Dom Pérignon il monaco che inventò lo champagne
LEGGI ALCUNI ANEDDOTI

Fra pochi giorni sicuramente fra i nostri lettori qualcuno festeggerà una ricorrenza. Lo farà stappando una bottiglia di champagne? A leggere le cronache, tuttavia, il vino nato dal talento di Dom Pérignon (1638 – 1715), monaco cantiniere dell’abbazia benedettina di Hautvillers in Francia, sembra perdere terreno proprio sul mercato interno francese.
Secondo i dati diffusi dall’associazione dei produttori di champagne, la Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (CIVC), nel 2023 le vendite in Francia sono diminuite del 3,5%, raggiungendo quota 233 milioni di bottiglie. A beneficiare di questa tendenza sono gli altri spumanti, come il prosecco italiano, che ha registrato un aumento delle vendite del 10% nel 2023. Anche gli spumanti francesi, come il crémant d’Alsace, stanno guadagnando un aumento delle vendite del 4%.

Le ragioni di questa tendenza sono molteplici. Innanzitutto, lo champagne è un prodotto molto costoso, con una media di 40 euro a bottiglia. Anzi è spesso un prodotto di lusso, con prezzi che possono superare anche i 100 euro a bottiglia. In secondo luogo, il prosecco è diventato sempre più popolare negli ultimi anni, grazie al suo gusto fresco e fruttato e al suo prezzo più accessibile.

Il prosecco è diventato sempre più popolare in Francia negli ultimi anni, anche grazie allo spritz, cocktail a base di prosecco, Aperol o Campari e soda. Lo spritz è, infatti, una bevanda molto diffusa, sia nei bar che nelle case, e ha contribuito a diffondere la conoscenza del prosecco tra i francesi.

La situazione è particolarmente preoccupante per i produttori di champagne, che stanno cercando di contrastare la tendenza a favore degli altri spumanti. Il CIVC ha lanciato una campagna di marketing per promuovere lo champagne come un prodotto di qualità, adatto a tutte le occasioni.

“Lo champagne è un prodotto unico, con un sapore e una storia inimitabili”, ha dichiarato Jean-Marie Barillère, presidente del CIVC. “Stiamo lavorando per far conoscere questo prodotto ai consumatori francesi e per convincerli a sceglierlo, anche per occasioni meno formali”. È comprensibile, perché il prodotto riveste grande importanza economica per la Francia, con un fatturato di circa 5 miliardi di euro l’anno.

Ne consegue che i produttori francesi stanno cercando di contrastare questa tendenza, puntando a ridurre i costi di produzione e a promuovere lo champagne come prodotto di grande prerogativa. La sfida per i produttori di champagne è quella di riuscire a mantenere l’appeal del prodotto sul mercato interno, senza rinunciare al suo prestigio e alla sua qualità.

Alla scoperta dei migliori Champagne

Il caffè solubile? Buono sì, chi lo ha inventato?

Metti semplicemente un cucchiaino di Nescafè in una tazza, aggiungi acqua bollente, in un batter d’occhio scoprirai il sapore più raffinato che tu abbia mai assaggiato, deliziosamente diverso dal normale caffè, con tutta la ricchezza e la bontà dei caffè più pregiati al mondo.
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Satori Kato, un chimico giapponese naturalizzato statunitense, che lavorava a Chicago, fino a pochi anni fa è stato considerato il padre del caffè solubile. Tuttavia, come ogni invenzione di rispetto, cercando e ricercando, si scopre sempre qualche precedente. Taluni, infatti, sostengono che il caffè solubile fu inventato e brevettato il 7 marzo 1881 con il numero 141520 dal francese Alphonse Allais. Inoltre, nel 1890, David Strang di Invergill (in Nuova Zelanda) mise in vendita un caffè solubile, anche questo munito di brevetto, con il nome di “Strang’s Coffee”. La lista degli inventori, però, è considerevole e per questo forse è meglio concentrarsi sul caffè solubile di Satori Kato prodotto inizialmente sul territorio statunitense.

Fino ad allora Satori Kato era famoso per avere inventato il tè solubile, prima che Thomas Sullivan proponesse quello in bustina, consumato usualmente. A cavallo del Novecento un importatore americano chiese a Kato di sperimentare una identica soluzione anche per il caffè oltre che per il tè. Nel 1901, Kato brevettò un processo per produrre una polvere di caffè solubile che poteva essere preparata semplicemente aggiungendo acqua calda. Il suo metodo prevedeva la torrefazione del caffè, la macinatura e la solubilizzazione in acqua calda. La soluzione veniva quindi evaporata, lasciando un residuo di polvere solubile.

Frontespizio di una brochure dell’Esposizione Panamericana, pubblicata da Kato Coffee Co., una delle prime aziende a sviluppare il caffè istantaneo.

Kato brevettò il metodo per produrre il caffè solubile in polvere e presentò il suo nuovo prodotto all’Esposizione panamericana di Buffalo del 1901, dove riscosse un grande successo. Tuttavia, la sua invenzione non fu immediatamente commercializzata su larga scala. Kato fondò la Kato Coffee Company, ma l’azienda non ebbe un gran successo.

Il caffè solubile di Kato al contrario fu molto apprezzato soprattutto tra i soldati americani che combattevano nella guerra ispano-americana. Il suo metodo di produzione era, infatti, relativamente semplice e veloce, e il caffè solubile si poteva facilmente preparare rispetto al caffè tradizionale.

Nel 1910, un altro chimico, George Constant Louis Washington, imprenditore olandese, perfezionò il processo di Kato. Washington arrivato a New York nel 1903 da Anversa in cerca di fortuna. Aveva idea di sviluppare una sua intuizione scaturita osservando le incrostazioni che si formavano sul bricco in argento da cui si versava il caffè.

A conclusione delle sue ricerche Washington fondò la Red E Coffee Company e iniziò a commercializzare il suo caffè solubile. Washington utilizzò un metodo di essiccazione a spruzzo che produceva una polvere di caffè più fine e solubile. Il suo caffè, chiamato Red E Coffee, fu un successo commerciale e contribuì a diffondere il caffè solubile in tutto il mondo.

Pubblicità del G. Washington Coffee
apparsa sul New York Tribune del 22 giugno 1919

Il caffè solubile, sia di Kato come di Washington, ha contribuito a diffondere la cultura del caffè nel mondo. La sua praticità e semplicità di preparazione lo hanno reso una bevanda popolare in particolare nei paesi occidentali. Il processo di produzione è rimasto sostanzialmente lo stesso da quando è stato inventato da Kato. I principali cambiamenti riguardano l’utilizzo di tecnologie più moderne ed efficienti.

I due principali metodi di produzione del caffè solubile si possono sintetizzare in poche parole:

  • Il metodo dell’estrazione: il caffè viene tostato, macinato e poi estratto con acqua calda. La soluzione viene quindi evaporata, lasciando un residuo di polvere solubile.
  • Il metodo della liofilizzazione: il caffè viene tostato, macinato e poi congelato. La soluzione viene quindi evaporata sottovuoto, lasciando un residuo di granuli solubili.

Il caffè solubile prodotto con il metodo dell’estrazione è più economico, ma ha un sapore meno intenso rispetto al caffè prodotto con il metodo della liofilizzazione, che costituì la vera e propria svolta del caffè solubile. Nel corso degli anni Trenta, il Brasile, grande produttore di caffè, cercava di risolvere il modo di smaltire le enormi eccedenze di produzione. Il problema fu risolto dalla Nestlé, grazie al gruppo dei suoi ricercatori, guidato da Max Morgenthaler. Sulla base dell’invenzione di Kato, in sette anni di lavoro, fu sviluppato un processo di nebulizzazione ed essiccazione.

Pubblicità anni Cinquanta del Novecento in Italia

Nel 1938, di conseguenza, la Nestlé mise sul mercato il Nescafé, un caffè solubile prodotto col metodo della liofilizzazione. Il nuovo processo di essiccazione consentiva di preservare le proprietà organolettiche del caffè. Il successo del Nescafé contribuì a diffondere definitivamente il caffè solubile in tutto il mondo.

Nonostante tutto, il caffè solubile è una bevanda controversa. Alcuni lo considerano una bevanda artificiale e di scarsa qualità, mentre altri lo apprezzano per la sua praticità e semplicità di preparazione.