Bologna, Palazzo Malvezzi: Emilio Isgrò. Cancellazione dei Codici – Civile e penale

1- Emilio Isgrò, Codice del decoro, 2022, Tecnica mista su tela stampata su libro e legno,
35 x 50,5 x 5 cm – Courtesy Archivio Emilio Isgrò
2- Emilio Isgrò, Codice dell’aria, 2022, Tecnica mista su tela stampata su libro e legno,
35 x 50,5 x 5 cm – Courtesy Archivio Emilio Isgrò
3- Emilio Isgrò, Codice delle osservanze, 2022, Tecnica mista su tela stampata su libro e legno,
35 x 50,5 x 5 cm – Courtesy Archivio Emilio Isgrò

Emilio Isgrò
Cancellazione dei Codici – Civile e penale

A cura di R. Cristina Mazzantini, Lorenzo Balbi, Marco Bazzini

2 – 9 febbraio 2024
Dipartimento di Scienze Giuridiche, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

Palazzo Malvezzi | Via Zamboni 22, Bologna

Mostra promossa da Archivio Emilio Isgrò
In collaborazione con MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna e Giuffrè Francis Lefebvre
Con il patrocinio del Dipartimento di Scienze Giuridiche – Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
Con il sostegno di Galleria Gaburro
Con il contributo di UniCredit


Inaugurazione giovedì 1 febbraio 2024
ore 17.00 Palazzo Magnani – sede UniCredit | Via Zamboni 20, Bologna 
ore 18.15 Palazzo Malvezzi – Sala delle Armi | Via Zamboni 22, Bologna

Il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna è lieto di ospitare dal 2 al 9 febbraio 2024, nella sede di Palazzo Malvezzi, la mostra di Emilio IsgròCancellazione dei Codici – Civile e penale, a cura di R. Cristina Mazzantini (direttrice Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma), Lorenzo Balbi (direttore MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna) e Marco Bazzini (responsabile scientifico Archivio Emilio Isgrò).Il progetto espositivo è promosso da Archivio Emilio Isgrò, in collaborazione con MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna e Giuffrè Francis Lefebvre, con il patrocinio del Dipartimento di Scienze Giuridiche, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, con il sostegno di Galleria Gaburro e il contributo di UniCredit e rientra nella dodicesima edizione di ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.L’inaugurazione si terrà giovedì 1 febbraio 2024 alle ore 17.00 (ingresso libero fino ad esaurimento posti). Dopo un iniziale momento di presentazione nel Salone dei Carracci di Palazzo Magnani, sede di UniCredit, in via Zamboni 20, seguirà, alle ore 18.15, l’opening della mostra nella Sala Armi dell’adiacente Palazzo Malvezzi, in via Zamboni 22.

Intervengono: Marco Bazzini (co-curatore mostra), Andrea Burchi (Regional Manager Centro Nord UniCredit Italy), Michele Caianiello (direttore Dipartimento di Scienze Giuridiche, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna), Antonio Delfino (direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali Giuffrè Francis Lefebvre). Dialogano con il maestro Emilio Isgrò i co-curatori della mostra, Lorenzo Balbi e R. Cristina Mazzantini, oltre agli autori dei saggi in catalogo Luigi BalestraDaria de Pretis Francesco Viganò.

Considerato tra gli innovatori del linguaggio artistico del secondo dopoguerra, Emilio Isgrò è il padre indiscusso della cancellatura, un atto che cominciò a sperimentare nei primi anni Sessanta e che ancora oggi mantiene la stessa vivacità e audacia creativa. Questa originale ricerca sul linguaggio lo ha reso una figura pressoché unica nel panorama dell’arte contemporanea internazionale, facendone uno dei suoi indiscussi protagonisti. È, infatti, il 1964 quando l’autore inizia a realizzare le prime opere intervenendo su testi, in particolare le pagine dei libri, coprendone manualmente una grande parte sotto rigorose griglie pittoriche. Le parole e le immagini sono cancellate singolarmente con un segno denso e dello scritto restano leggibili soltanto piccoli frammenti di frasi o un solo vocabolo.

Nel tempo questo gesto si applica alle carte geografiche, ai telex, al cinema, agli spartiti musicali, anticipa le espressioni più tipiche dell’arte concettuale, si declina in installazioni e, con il passaggio dal nero al bianco negli anni Ottanta, arriva a risultati pittorici che si sono rinnovati in questi ultimi anni quando con la cancellatura ha costruito immagini quasi fossero pittogrammi. Il cancellare è un gesto contraddittorio tra distruzione e ricostruzione.

Le parole, e successivamente le immagini, non sono oltraggiate dalla cancellatura ma attraverso questa restituiscono nuova linfa a un significante portatore di più significati: l’essenza primaria di ogni opera d’arte. La cancellatura è la lingua inconfondibile della ricerca artistica di Emilio Isgrò che oggi appare come una filosofia alternativa alla visione del mondo contemporaneo: spiega più cose di quanto non dica.

L’esposizione organizzata a Palazzo Malvezzi, sede del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna, la più antica facoltà di Giurisprudenza al mondo, presenta 29 testi giuridici, in particolare il Codice civile e il Codice penale, sui quali Isgrò è intervenuto con la sua cifra espressiva, ovvero cancellando parti del testo, col fine di proporre una diversa riflessione sul significato di convivenza comune. Superando con l’atto della cancellatura le caratteristiche della lingua asciutta e fortemente antipoetica propria delle raccolte di norme giuridiche, l’artista ha dato origine a lavori dal forte impatto formale, talvolta tendenti all’ironia, che graffiano per la loro incontestabile verità. Su un testo cancellato in nero e bianco, attraversato anche da qualche formica – altro topos di Isgrò subentrato in questi ultimi anni – le parole superstiti danno voce a nuove interpretazioni del testo come, per limitarsi ad alcuni esempi: “I condomini sono l’autorità giudiziaria” o “La falsa dichiarazione sulla propria identità, dichiara o attesta altre qualità”.
I Codici sui quali Isgrò è intervenuto appartengono alla serie di volumi realizzata appositamente da Giuffrè Francis Lefebvre, i cui redattori, esperti di Diritto, hanno collaborato con l’artista prima del suo intervento.

Ad arricchire il percorso espositivo si affianca la cancellatura de Il discorso di Pericle agli ateniesi riportato nel libro II dell’opera di Tucidide La Guerra del Peloponneso. Tre sono i volumi in cui l’artista è intervenuto sul discorso del politico, oratore e militare greco che guidò Atene in uno dei suoi periodi di massimo splendore e ancora esercita il proprio fascino sulla cultura umanistica occidentale. Ciò che Pericle scrive sul senso della democrazia, sui valori umani e sul rispetto delle leggi, ha fatto di Atene un mito che mantiene le sue radici nella società di oggi.

Ho cancellato il Codice civile e il Codice penale perché senza parola non c’è diritto – spiega Emilio Isgrò -, e senza diritto non c’è democrazia. Il primo impegno dell’arte è quello di discutere in un mondo che urla“.

La cancellazione dei Codici – osserva R. Cristina Mazzantini – conferma l’intensa relazione tra la ricerca artistica di Isgrò e la sua militanza sociale. Avvertendo una crisi planetaria, Isgrò usa l’arte, responsabile nei confronti della storia, per difendere la democrazia. A partire dalle origini ateniesi, cancella la letteratura giuridica più attuale, mettendo in luce quelle parole che meglio garantiscono la libertà e l’emancipazione”.

Molto spesso, anche in tempi recenti – sottolinea Lorenzo Balbi – si è parlato di cancellature e rimozioni a Bologna e in questo specifico contesto e tempo la mostra di Emilio Isgrò assume un significato ancora più radicale. La cancellatura è un atto distruttivo e allo stesso tempo costruttivo: distruttivo dell’opera, allo stesso modo in cui è la sua rimozione, ma al contempo generatore di dibattito e di significato. Come dichiara lo stesso Emilio Isgrò: «Si cancella per svelare, non per distruggere»“.

“Tra i diversi fili rossi che attraversano l’intero corpus cancellatorio di Isgrò – aggiunge Marco Bazzini – è possibile recuperarne uno che ha guardato con particolare attenzione alla letteratura giuridica. Le prime cancellature su questo argomento, infatti, sono datate alla fine degli anni Sessanta e nel tempo, a scansione temporale irregolare, si ripropongono fino ad arrivare a questi ultimi Codici che ne rappresentano, restando in tema, l’ultimo grado di giudizio“.

La più antica Facoltà giuridica del mondo incontra Emilio Isgrò, pittore, poeta, giornalista, scrittore, regista e… giurista. Questo il possibile titolo di un evento straordinario – afferma Luigi Balestra, professore ordinario di Diritto civile nel Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna – che celebra un incontro tra i luoghi in cui ha iniziato a germogliare il diritto in epoca moderna e un artista fattosi giurista attraverso la consapevolezza, derivante dallo studio cólto e raffinato dei testi giuridici, di una precipua esigenza: cogliere la vera essenza dei testi, espungendone tutti quei contenuti inidonei ad esprimerla ovvero dissentendo dai medesimi ogniqualvolta essi si pongano in conflitto con i valori fondamentali su cui si fonda la pacifica convivenza civile e le libertà democratiche“.

Questa mostra rappresenta per noi un traguardo molto importante – evidenzia Giorgio Gaburro, founder di Galleria Gaburro – perché è il risultato di un dialogo nato tre anni fa con Emilio Isgrò, il cui lavoro è rappresentato dalla Galleria. Ogni nostro progetto nasce infatti dall’interscambio con gli artisti ed è concepito ad hoc per gli spazi espositivi a cui si rivolge per veicolare un messaggio coerente tra arte e ambiente“.

Daria de Pretis Francesco Viganò, giuristi e giudici della Corte costituzionale, hanno interpretato i Codici di Isgrò in due lunghi, approfonditi e originali saggi pubblicati sul catalogo che accompagna l’esposizione edito da Allemandi Editore.
Il volume comprende inoltre la riproduzione delle opere esposte a Bologna, le vedute di allestimento della mostra Cancellazione dei Codici inaugurata nel maggio 2023 presso Castel Capuano, sede della Scuola Superiore della Magistratura, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e un saggio di Luigi Balestra.

Ritratto Emilio Isgrò – Foto di Luisa Porta, 2019

Emilio Isgrò nasce nel 1937 a Barcellona Pozzo di Gotto, vive e lavora a Milano.
Dopo l’esordio letterario con la raccolta di versi Fiere del Sud (Schwarz, 1956), si dedica alla poesia visiva, nel doppio ruolo di teorizzatore e artista. Nel 1966 si tiene la sua prima personale presso la Galleria 1 + 1 di Padova, a cui seguono numerose mostre presso la Galleria Apollinaire, la Galleria Schwarz e la Galleria Blu a Milano, La Bertesca a Genova, la Galleria Lia Rumma a Napoli. Nel 1977 vince il primo premio alla Biennale di San Paolo. Nel 1985 realizza a Milano l’installazione multimediale La veglia di Bach, commissionata dal Teatro alla Scala per l’Anno Europeo della Musica, mentre nel 2010 con la mostra Var Ve Yok è presente alla Taksim Sanat Galerisi in occasione di Istanbul Capitale Europea della Cultura. Partecipa alle edizioni dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia del 1972, 1978, 1986 e del 1993, quest’ultima con una sala personale.
Di inconfondibile rilievo è anche la sua attività di scrittore e uomo di teatro, consolidatasi con L’Orestea di Gibellina (1983/84/85) e con alcuni romanzi e libri di poesia, tra cui L’avventurosa vita di Emilio Isgrò (Il Formichiere, 1975), Marta de Rogatiis Johnson (Feltrinelli, 1977), Polifemo (Mondadori, 1989), L’asta delle ceneri (Camunia,1994), Oratorio dei ladri (Mondadori, 1996) e, infine, Brindisi all’amico infame (Aragno, 2003).
In questi ultimi anni sue mostre personali sono state presentate al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato (2008), alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (2013) e, nel 2016, una grande antologica a cura di Marco Bazzini ha coinvolto Palazzo Reale, Gallerie d’Italia e Casa del Manzoni a Milano. Nel 2019 un’imponente mostra antologica a cura di Germano Celant è stata presentata alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Dal 2020 al 2023 Isgrò è stato protagonista a Brescia di un importante progetto promosso da Fondazione Brescia Musei, che ha visto la realizzazione delle opere Incancellabile Vittoria, installata nella fermata “Stazione FS” della metropolitana, l’esposizione Isgrò cancella Brixia, al Museo di Santa Giulia e a Brixia. Parco archeologico di Brescia romana, lo
spettacolo teatrale Didone Adonais Domine nel teatro romano e infine, il più grande mappamondo del Maestro, Mondo d’acciaio installato nel Parco delle Sculture del Viridarium di Santa Giulia nel dicembre 2023.
Tra i progetti pubblici più recenti si ricordano l’installazione monumentale La Farfalla dei Malavoglia, inaugurata nell’estate del 2022 a Taormina e acquisita dalla Fondazione Sicilia di Palermo, L’abiura di Galileo (2023) realizzata per la celebrazione degli ottocento anni
dell’Università di Padova e Non uccidere (2023), installazione monumentale commissionata dal MAXXI di Roma e realizzata con l’architetto Mario Botta per i 75 anni della Costituzione italiana.
Numerose opere sono presenti in rinomate istituzioni nazionali, tra cui Galleria degli Uffizi, Collezioni d’arte del Quirinale, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Università Bocconi, Museo del Novecento di Milano, Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, nonché collezioni internazionali quali Centre George Pompidou di Parigi, il Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles, Israel Museum di Gerusalemme e Tel Aviv Museum of Art.


Titolo mostra
Emilio Isgrò
Cancellazione dei Codici – Civile e penale

A cura di
R. Cristina Mazzantini, Lorenzo Balbi, Marco Bazzini

Sede
Dipartimento di Scienze Giuridiche – Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Palazzo Malvezzi | Via Zamboni 22, Bologna

Periodo di apertura
2 – 9 febbraio 2024

Inaugurazione

Giovedì 1 febbraio 2024
ore 17.00 Palazzo Magnani – sede UniCredit | Via Zamboni 20, Bologna 
ore 18.15 Palazzo Malvezzi – Sala delle Armi | Via Zamboni 22, Bologna

Orario di apertura
Giovedì 1 febbraio (opening): ore 18.15 – 20.00
Da venerdì 2 a venerdì 9 febbraio ore 10.00 – 19.30

Ingresso
Gratuito

Promossa da
Archivio Emilio Isgrò

In collaborazione con
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna
Giuffrè Francis Lefebvre

Con il patrocinio di
Dipartimento di Scienze Giuridiche, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

Con il sostegno di
Galleria Gaburro

Con il contributo di
UniCredit

Catalogo
Allemandi Editore

Informazioni
www.emilioisgro.info
www.mambo-bologna.org
dsg.unibo.it
www.giuffrefrancislefebvre.it

Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna
e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it
Elisabetta Severino – Tel. +39 051 6496658 e-mail elisabetta.severino@comune.bologna.it
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3469 e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it

Ufficio stampa Giuffrè Francis Lefebvre
ddl studio
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Roma, Studio Quipu: OLTRE L’OCEANO. Ho visto il mare, per lasciarsi andare

Brenda Rey Sanchez “Vittoria”, Roma, 2023
OLTRE L’OCEANO
Ho visto il mare,
per lasciarsi andare

a cura di Emanuela Robustelli

Dal 2 al 18 febbraio 2024
Opening 2 febbraio ore 18.30
Studio Quipu

Opere di
Alberto Demarini
Jimmy Garnique Sanchez
César Pozo
Brenda Rey Sanchez
William Santamaria
Diego Vega

Lo Studio Quipu presenta la collettiva di fotografia di giovani fotografi peruviani residenti a Roma _Oltre l’Oceano. Ho visto il mare, per lasciarsi andare, come progetto di divulgazione, sperimentazione e ricerca sull’arte contemporanea latinoamericana all’interno del programma di mostre, concerti e performance previste per quest’anno.

La mostra racchiude una raccolta di scatti che narrano la propria storia di contaminazione artistica e culturale, con le proprie differenze stilistiche e con la poesia di ciascun sguardo che si posa sulle strade che si incontrano durante un viaggio.

Diego Vega “Equilibrio”, Vichayito, Perú 2023

In una città che non ha tempo, l’artista narra e allo stesso tempo reinterpreta le proprie radici, arricchite da nuovi stimoli culturali.  Questa è la più grande ricchezza delle fotografie di viaggio: la fotografia di strada permette infatti di abbattere confini spazio temporali e di immergersi nell’immaginario collettivo di realtà lontane per poi metterle a confronto con il proprio essere, curiosi di scoprire ciò che appare come nuovo e diverso, aprire gli occhi con le infinite mutevolezze delle sue maree.

Alberto Demarini “Gran señor de las nubes” Madrid, 2023

È da questa constatazione che nasce la mostra _Oltre l’Oceano. Ho visto il mare, per lasciarsi andare, che si propone di far conoscere la cultura peruviana attraverso la lente fotografica di quelli artisti che hanno deciso di documentare un tempo vissuto fuori dal proprio paese di origine.

Una serie di scatti dove ogni fotografo con la propria lettura, approfondimento, riflessione, propone uno scambio culturale e una testimonianza di integrazione.

Nel giorno dell’inaugurazione è previsto l’incontro con gli artisti e una lettura di frasi in lingua quechua.


Informazioni
Dal 2 al 18 febbraio 2024
Vernissage venerdì 2 febbraio, ore 18.30

Orario
dal martedì al sabato, ore 11.30/14 e 16/20
Via Romanello da Forlì, 24a
Contatti studioquipu@gmail.com 

Da Simona Pandolfi pandolfisimona.sp@gmail.com

A Monfalcone grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale insieme al Consigliere regionale Antonio Calligaris e del sostegno della Regione Friuli-Venezia Giulia

Calligaris, Cisint e Fasan in occasione dell’inaugurazione del Museo medievale di Monfalcone (ph. F. Ruzzier)

Una mostra dai caratteri dell’eccezionalità a cura di Marco Goldin



A Monfalcone in autunno grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale insieme al Consigliere regionale Antonio Calligaris
e del sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia

“La mostra Da Boccioni a Casorati. Arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti, a cura di Marco Goldin, si inserisce nel percorso di valorizzazione culturale in vista dell’importante appuntamento di GO!2025” – spiega il Consigliere regionale Antonio Calligaris, che sottolinea come “grazie all’opera di tutta l’amministrazione Comunale e dell’Assessore alla cultura di Monfalcone Luca Fasan possiamo perseguire l’obiettivo di rendere Monfalcone la ‘Illegio’ dell’Arte Moderna e Contemporanea, una realtà riconosciuta a livello regionale e nazionale capace di attrarre turisti per le sue esposizioni di arte”.
La mostra rientra nella programmazione di grande livello della Galleria, avviata con le esposizioni dedicate a Tullio Crali, Zoran Music, Vito Timmel, Vittorio Bolaffio e da ultimo la tanto apprezzata mostra su Dino, Mirko e Afro Basaldella. “Eventi di grande valore, realizzati grazie alle relazioni virtuose in essere fra il Comune di Monfalcone e alcune prestigiose Istituzioni culturali, come la Fondazione Musei Civici di Venezia, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma” – afferma Luca Fasan, che ha voluto ringraziare il consigliere Regionale per aver contribuito al finanziamento dell’esposizione.

“Grazie a due miei emendamenti alla Legge su Gorizia 2025 e al lavoro svolto con l’Assessorato regionale” – spiega Calligaris – “portiamo 400 mila euro a Monfalcone per realizzare questa importante mostra che sarà un fiore all’occhiello del territorio in occasione della Capitale Europea della Cultura”.

Grande soddisfazione per aver ottenuto un così importante risultato viene espressa anche dal Sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint. “Grazie al tanto e ottimo lavoro fatto in questi anni dalla nostra Amministrazione” – sottolinea – e con il supporto costante del consigliere Calligaris e della Regione Friuli Venezia Giulia”.
L’esposizione che sarà allestita a Monfalcone avrà i caratteri dell’eccezionalità per gli autori che vi saranno inseriti, partendo dalle figure straordinarie di Umberto Boccioni, nel ricordo di una mostra del 1910 a Ca’ Pesaro dove fu presente con 42 opere, e di Felice Casorati, in mostra Ca’ Pesaro nel 1913 con 41 opere. A seguire, un panorama fitto di altri importanti artisti.


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